Conservazione dell’Energia Enrico Pieroni [email protected] (clicca sopra il nome per leggere il cv) e ……. Indice dei contenuti • • • • • • • • • • • Il volo di Pallina Energia cinetica Urti elastici ed anelastici Lavoro Energia cinetica Energia potenziale gravitazionale Caduta di un grave ed energia meccanica Energia potenziale elastica Forze conservative e non conservative Attrito viscoso Esperimenti virtuale: la caduta dei gravi Pallina, che energia! Che possiamo dire sul “volo” di Pallina? Massima flessione, Pallina comincia a schizzare verso l’alto L’asta si fissa Pallina arriva alla massima altezza e comincia la discesa Pallina arriva a terra! Velocità Altezza Compressione dell’asta tempo Energia • Cinetica: legata al movimento – Tipicamente legata alla velocità • Potenziale: legata alla posizione – Altezza di una massa – Compressione di una molla – Distanza da un pianeta L’energia può assumere tante forme, ciascuna delle quali può trasformarsi nelle altre, la cosa più importante è che la somma di tutte rimane spesso costante, anche dopo tutte le trasformazioni possibili fatte dalla Natura! Energia cinetica EC=½mv2 Si misura in kg X (m/s)2 = kg m2/s2 = J (joule) Energia cinetica totale: EC = ½m1v12 + ½m2v22 + … “Visualizziamo” 1 Joule • Quale è la velocità di un libro di 1 kg che ti casca in testa dalla libreria dall’altezza di 1 m? • v = √(2gz0) ≈ √(2x10m/s2x1m) = √20 m/s ≈ 4.5 m/s • Quale è l’energia cinetica del libro al momento dell’impatto con la tua testa? • EC = ½ mv2 ≈ ½ 1 kg (4.5 m/s)2 ≈ 10 kg m2/s2 ≈ 10 J • Dunque il libro ti arriva in testa con una energia cinetica di circa 10 J! Se fosse caduto da 1/10 m avrebbe avuto circa l’energia di 1 J! Incidenti stradali? .. Meglio “urti” in Laboratorio! m1 v2 v1 w1 m2 w2 Se si conserva l’energia cinetica l’urto è detto elastico: 1 1 1 1 2 2 2 2 EC m1v1 m2v2 m1w1 m2 w2 2 2 2 2 Prima dell’urto: v1, v2 Dopo l’urto: w1, w2 Valutiamo le velocità dopo l’urto elastico La conservazione dell’energia è una equazione sola, mentre le incognite sono le velocità dopo l’urto, w1 e w2, e sono due. Pertanto non abbiamo abbastanza informazioni per calcolare w1, w2. Conservazione della quantità di moto! P m1v1 m2v2 m1w1 m2 w2 Adesso possiamo risolvere il sistema di due equazioni con due incognite, oppure cercare una soluzione geometrica. Se sostituiamo per semplicità le incognite w1, w2 con x, y definite come segue: w1 x m1 w2 y m2 y P/√m2 e R 2 EC P/√m1 R x Sostituendo w1, w2 m1 x m2 y P nella 2 2 2 conservazione x y R dell’energia e della quantità Intersezione di un cerchio di raggio R con una retta, facilmente di moto, si risolvibile geometricamente su carta millimetrata ottiene: Elastico o anelastico? m1 m2 v1 w2 Immagina la situazione di un urto su una pallina ferma (v1, v2=0), poi la prima si ferma e la seconda riparte (w1=0, w2). L’energia cinetica si conserva? Sicuramente si conserva la quantità di moto, che si conserva sempre P m1v1 m2 w2 w2 m1 v1 m2 Se adesso valuti la differenza dell’energia cinetica prima e dopo l’urto ottieni zero solo se le masse delle due palline sono uguali. Quindi l’energia cinetica si conserva per masse uguali (urto elastico) e non si conserva per masse diverse (in questo caso l’urto è detto anelastico)! 2 1 1 1 1 m1 2 2 2 EC m1v1 m2 w2 m1v1 m2 v1 2 2 2 2 m2 0 se m1 m2 1 1 m12 2 m1 1 m2 m1 1 2 2 2 m1v1 m1v1 m2 2 v1 1 m1v1 2 2 m2 m2 2 0 altrimenti m2 2 m1 Urto anelastico v1 m2 w Immagina la situazione di un urto su una pallina ferma (v1, v2=0), poi le palline proseguono assieme (w). L’energia cinetica si conserva? Sicuramente si conserva la quantità di moto, che si conserva sempre P m1v1 m1 m2 w w (1 equazione ed 1 incognita: ricavo w solo dalla conservazione della q.m.!) Se adesso valuti la differenza dell’energia cinetica prima e dopo l’urto ottieni SEMPRE una quantità diversa da zero: quindi l’energia cinetica non si conserva! L’urto è detto anelastico. m1v1 m1 m2 2 m1v1 1 1 1 1 2 2 EC m1v1 (m1 m2 ) w2 m1v1 (m1 m2 ) 2 2 2 2 m m 2 1 1 1 m12 m1 1 m2 1 2 2 2 m1v12 m1v1 m1v1 1 m1v1 0 2 2 m1 m2 m1 m2 2 m1 m2 2 Lavoro e Forza F s in N X m = kg X m /s2 X m = kg m2/s2 = Joule: L = F X s Si misura la stessa unità di misura dell’energia cinetica! = 0 se i due vettori sono ortogonali L=F•s= = |F| |s| valore massimo se i due vettori sono paralleli (come nell’esempio in alto) = -|F| |s| valore minimo se i due vettori sono antiparalleli F F•s s Prodotto scalare: proiezione ortogonale di F su s, o di s su F |v| = modulo del vettore = “lunghezza” Lavoro ed Energia Cinetica F s Nel caso in cui la forza e dunque l’accelerazione cambino durante il percorso, possiamo dividere l’intero tragitto in tanti pezzettini ed immaginare che in ogni piccolo spazio la forza sia quasi costante, e fare il conto per ciascuno intervallino: v v fin vin 1 2 L Fs ma a t vint ricordando che a si ha : 2 t t v v 1 v v v v 1 2 L m fin in fin in t vint m fin in v fin vin t vint t 2 t t 2 v v 1 1 1 m fin in v fin vin vin t mv fin vin v fin vin m v 2 fin v 2in EC , fin EC ,in t 2 2 2 Il lavoro fatto per spostare una massa m per un tratto s è pari alla variazione dell’energia cinetica (Teorema delle forze vive) Avendo indicato: vfin, vin: le velocità finali e iniziali nell’intervallo s t: il tempo impiegato per percorrere lo spazio s EC,fin, EC,in: l’energia cinetica finali e iniziale nell’intervallo s a ba b a 2 b2 aa ab ba bb Lavoro ed Energia Cinetica (2) F s Il risultato vista prima vale rigorosamente solo in un piccolo intervallo s, dove possiamo approssimare la forza come quasi costante. Però dividendo l’intervallo [0,T] in tanti intervallini [0,t], [t,2t], …, [T-t,T], ed applicando il teorema delle forze vive in ciascuno, si ottiene: L0,t Lt , 2 t L2 t ,3t LT t ,T EC ( t ) EC (0) EC ( 2t ) EC ( t ) EC (3t ) EC (2t ) EC (T ) EC (T t ) EC (T ) EC (0) Teorema delle forze vive: Il lavoro fatto per spostare una massa m per un tratto qualsiasi, anche in presenza di forza non costante, è pari alla variazione dell’energia cinetica! Potenza Potenza = Lavoro eseguito per unità di tempo: L Fs P F v t t L’unità di misura è il J/s (o N m / s) definito Watt. A parità di lavoro, (ad esempio a parità di forza applicata e spostamento prodotto), si ha che una macchina è più potente quanto rapidamente esegue il lavoro: P1/P2 = t2/t1 Esempio: una sollevatrice pesi che solleva i pesi nella metà del tempo di un sollevatore, avrà una potenza doppia! Conservazione dell’energia cinetica, alla luce del teorema delle forze vive Se le forze sono nulle (F=0), oppure agiscono per un tempo nel quale il sistema ha uno spostamento nullo (s=0), oppure sono perpendicolari allo spostamento (L=0), si ha che il lavoro fatto è nullo. Pertanto, dal teorema delle forze vive, la variazione di energia cinetica è anch’essa nulla, ossia: l’energia cinetica finale eguaglia quella iniziale. In altri termini: l’energia cinetica si conserva! L EC , fin EC ,in 0 EC , fin EC ,in Ecco spiegata la magia della conservazione dell’energia cinetica negli urti elastici Energia potenziale gravitazionale Applichiamo il teorema delle forze vive ad una massa m che si sposta sotto l’effetto della sola forza peso (che è costante): lo spostamento è pari alla differenza di altezza, s=zfin-zin, e la forza peso F=-mg: z L Fs mg ( z fin zin ) EC , fin EC ,in Portando a sinistra le quantità con indice fin ed a destra quelle con indice in, si trova: z=zin -mg EC , fin mgz fin EC ,in mgzin Definendo l’Energia Meccanica: 1 2 E EC mgz mv mgz 2 Possiamo rileggere il teorema delle forze vive come la conservazione dell’energia meccanica! E fin Ein U = mgz z=zfin è detta Energia Potenziale gravitazionale Caduta di un grave (1) E = ½mv2 + mgz Applichiamo la conservazione dell’energia meccanica al moto fra I ( z=z0, v0=0) all’atterraggio in A (z=0 e v = massima velocità = vA, sconosciuta): E = mgz0= ½mvA2 vA=-√(2gz0) Verifichiamo la correttezza, facendo il calcolo esplicito utilizzando le leggi della caduta dei gravi: z z=z0 I v0 tA=√(2z0/g) vA=-gtA=-g√(2z0/g)=-√(2z0g2/g)=-√(2z0g) Il risultato ottenuto prima è corretto, ed è stato ottenuto anche molto più velocemente! A Nel caso generale in cui v0 sia diverso da 0: E = ½mv02+mgz0= ½mvA2 vA=√(v02+2gz0) z=0 Trasformazione dell’energia: potenziale cinetica Energie in Joule (J) • Utilizzando le leggi del moto di un grave, possiamo scrivere la forma dell’energia potenziale e di quella cinetica al variare del tempo: E = EC + U EC = ½mv2 = ½m (gt)2 U = mgz = mg(z0- ½gt2) 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 0.45 Tempo (s) 0.50 • Si vede che all’inizio (t=0) l’energia cinetica è nulla e l’energia potenziale massima, poi l’energia potenziale diminuisce (il corpo diminuisce di altezza) e nel contempo l’energia cinetica aumenta (la velocità aumenta). All’arrivo al suolo l’energia potenziale è nulla e la cinetica massima. La loro somma però rimane costante ad ogni istante: l’energia potenziale iniziale si trasforma in energia cinetica. Caduta di un grave (2) z z=z M: v=0 v0 Il punto di massima altezza è caratterizzato da v=0: I 0 E = EC + U EC = ½mv2 = ½m (gt)2 U = mgz = mg(z0- ½gt2) E=½mv02+mgz0=mgzM zM=z0+v02/(2g) 12 E (J) z=0 A Al rientro in I l’energia potenziale è la stessa che a t=0, e dunque anche l’energia cinetica deve essere la stessa: questo significa che la velocità è la stessa in ma cambiata di segno: v=-v0 10 8 6 4 2 00 I M I A -2 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 t (s) 0.6 Molla ed energia potenziale elastica Come per la forza peso, anche per la molla possiamo definire una energia potenziale elastica: U = ½kx2 Molla a riposo (equilibrio) x=0 In modo tale che l’energia meccanica rimanga costante durante il moto della molla: x x Molla allungata E = EC+U = ½mv2 + ½kx2 Ad esempio, se applichiamo la conservazione dell’energia meccanica fra il punto di massima estensione (x=A, v=0) e quello centrale (x=0, v=vo), otteniamo: ½kA2 = ½ mvo2 vo = A √(k/m) Grafico dell’energia elastica durante il moto E = EC + U EC = ½mv2 U = ½kx2 Si noti che il periodo dell’energia è la metà di quello del moto: il motivo è che, ad esempio, quando la massa si trova agli estremi, x=±A, la posizione ed anche la velocità hanno segni opposti, mentre (a causa dei quadrati) l’energia cinetica e l’energia potenziale sono le stesse! 1 .0 0 .8 0 .6 0 .4 0 .2 0 .0 -0 .2 -0 .4 -0 .6 -0 .8 -1 .0 0 1 2 3 4 5 6 7 E (J) 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0.0 0 1 2 3 4 5 Tenergia 6 7 t (s) Tmoto Cannone a molla E = ½mv2 + ½kx2 • All’istante iniziale, molla compressa di una quantità l e massa ferma: • x=l, v=0. • Alla fine: molla a riposo nella posizione di equilibrio e velocità costante della pallina: • x=0, v • Applicando la conservando l’energia meccanica: • ½k(l)2 = ½mv2 • Da cui si ricava • v=l√(k/m) Energia potenziale elastica Applichiamo il teorema delle forze vive al caso di una massa m soggetta alla forza elastica di una molla (F=-kx). Consideriamo un intervallo di tempo t nel quale la pallina si è spostata di x, da xin ad xfin. La forza non è costante, ma varia poco essendo l’intervallo piccolino, e possiamo prendere il valore medio agli estremi dell’intervallo: Pertanto: F Fin Ffin 2 k xin x fin 2 1 k 2 L Fs k x fin xin x fin xin x fin xin2 2 2 Utilizzando il teorema delle forze vive: 1 1 1 1 1 1 L k x 2fin xin2 EC mv 2fin vin2 kx2fin mv2fin kxin2 mvin2 2 2 2 2 2 2 Come fatto per la forza peso, possiamo ora definire una energia meccanica, che include il termine potenziale elastico 1/2kx2. Abbiamo così dimostrato che l’energia meccanica rimane costante in tutte le trasformazioni subite dal sistema massa-molla durante il moto: 1 2 1 2 E kx mv 2 2 Ein E fin Forze conservative ed energia meccanica (1) Forze conservative: il lavoro non dipende dal percorso fatto dal sistema fisico, ma solo dalla posizione iniziale e finale Pfin Consideriamo una forza con potenziale associato U(P). In tal caso, come abbiamo visto per la forza peso e quella elastica, il lavoro fatto è dato da: L Fs U fin U in Pertanto NON dipende dal tragitto ma solo dalle posizioni iniziali e finali. Dunque: tutte le forze con un potenziale associato sono forze conservative! Pin Applicando il teorema delle forze vive possiamo verificare che l’energia meccanica si conserva: L U fin U in EC , fin EC ,in U fin EC , fin U in EC ,in Forze conservative ed energia meccanica (2) Vediamo se vale anche il contrario: data una forza conservativa vediamo se è possibile associargli una energia potenziale. Se una forza è conservativa, il lavoro fatto dipende solo dalle posizioni iniziale P e finale Q, ossia esiste una funzione f tale che: L f P, Q Nel tragitto dal punto P al punto Q la forza che agisce è la stessa che si ha nel tragitto dal punto Q al punto P, l’unica cosa che cambia è il segno dello spostamento, f ( P, Q ) f (Q, P ) pertanto il lavoro cambia segno: Q P R Inoltre potrei andare direttamente da P a Q, oppure attraverso un punto intermedio R ed il lavoro non cambia: L f P, Q f P, R f R, Q Indichiamo con U(P) il lavoro fatto per portare la massa da una posizione un punto P ad una posizione U ( P) f P, infinitamente lontana: In tal caso, sfruttando tutto quanto detto, possiamo valutare il lavoro: L f P, Q f P, f , Q f P, f Q, U P U Q Pertanto U(P) rappresenta proprio l’energia potenziale associata alla forza conservativa. Abbiamo così dimostrato che ogni forza conservativa ha una energia potenziale associata. Forze non conservative Forze non conservative: il lavoro dipende dal percorso fatto dal sistema fisico Un tipico esempio sono le forze di attrito, o dissipative: Nel caso (a) molta più energia che nel caso (b) è andata dispersa (a) nel calore grazie all’attrito fra massa e piano! Quindi il lavoro fatto nelle due situazioni è (b) completamente diverso! Come ben sappiamo dalla vita reale! NB: il teorema delle forze vive vale sempre, solo che adesso occorre specificare la traiettoria per calcolare il lavoro e non possiamo definire una funzione potenziale, né quindi una energia conservata Caduta in un fluido viscoso • Questo è un esempio difficile ma interessante. Nel caso di un corpo che cada in un fluido reale (aria, acqua, olio, miele) e non in assenza di atmosfera (come sulla Luna), si verifica una forza di resistenza al moto che esprime la resistenza dl fluido ad “aprire un varco” per il passaggio del corpo. • Questo attrito produce come al solito in agitazione termica (con emissione di calore) del fluido vicino alla traiettoria. • Come abbiamo visto, la velocità aumenta sino ad una velocità limite, che rimane costante sino all’impatto col suolo. In tal modo l’energia cinetica rimane costante mentre l’energia potenziale diminuisce. Così la loro somma, ossia l’energia meccanica, non può rimanere conservata! Le stesse cose che abbiamo detto in forma di equazioni Lavoro nel caso di forza viscosa F = -bv F Fa Fg con Fa bv e Fg mg z 2m 2 2b 2 La Fa z bv z bv t bv t b v t EC t t m 2 m Lg Fg z mgz U L La Lg EC La E E dove E EC U 2b EC t 0 E diminuisce sempre all' aumentare di t m Esperimento virtuale: la caduta dei gravi • • • 1) osserviamo il fenomeno fisico nell’intervallo di tempo da t=0 a t=toss, dividiamo l’intervallo in tante parti piccole di larghezza t: [0, t), [t, 2t), [2t, 3t), … In ogni intervallino applichiamo la definizione discreta di accelerazione e velocità come variazione rispettivamente della velocità e dello spazio diviso per l’intervallo di tempo t, e da qui cerchiamo di ricostruire nel tempo la storia di a, v, z. a v g t 2) v gt z 3) v t t (s) z (m) a (m/s2) v (m/s) 0 z0=10 -9.8 v0=0 0.005 9.976 -9.8 -0.49 0.01 a(0 s) g 9.8 m/s 2 v ( t ) v(0) gt z (t ) z (t t ) v (t )t v(0.05 s) v(0) gt 0 m/s 9.8 m/s 2 0.05 s 0.49 m/s z( t ) z0 v( t )t z (0.05 s) 10 m 0.49 m/s 0.05 s 9.9755 m Nota la leggera differenza fra lo “schema alle differenze“per la velocità e quello per la posizione E U (t ) EC (t ) U (t ) mgz(t ) EC (t ) 1 mv(t )2 2 Istante per istante possiamo calcolare l’energia potenziale e quella cinetica, e la loro somma (energia meccanica), per valutare se rimane costante. Cambiamo le condizioni iniziali nell’esperimento virtuale … Prova adesso a vedere cosa succede alle tabelle ed ai grafici modificando i parametri, ad esempio nel seguente modo: • cosa succede se ti trovi su Marte dove g=3.7 m/s2? Oppure su Giove dove g=24.8 m/s2? • Cosa osservi se anziché da 10 m il tuo grave cade da 5 m? Oppure da 20 m? • Cosa cambia se dimezzi o raddoppi il t? A parte la variazione del tempo totale di osservazione, cosa osservi per l’errore numerico su altezza e velocità? • Vediamo adesso un esperimento “nuovo”, nel quale il grave parte dal suolo con velocità iniziale non nulla rivolta verso l’alto, ad esempio di 10 m/s. Prova a modificare i parametri iniziali e guarda che cosa succede alle tue figure. Il risultato è in accordo con quanto ti aspettavi? Verifica che il punto di inversione del moto, all’apice, estratto numericamente dai grafici eguagli quello che ti aspetti teoricamente. • Cosa cambia nell’esperimento descritto sopra se la velocità iniziale dimezza o raddoppia? • Come ultimo esperimento prova a vedere cosa succede per z0=10 m e v0 vale 1m/s ed è rivolta verso il basso oppure z0=10 m e v0 vale 1 m/s ed è rivolta verso l’alto. La caduta dei gravi Condizioni iniziali velocità output posizione z0 (m): v0 (m/s): Parametri Energie g (m/s2): t (s): Scarica qui l’interfaccia excel