CORSO DI SISTEMI DI TELECOMUNICAZIONE MOBILI Prof. C. Regazzoni COLLEGAMENTI HERTZIANI 1/103 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI [1] P. Mandarini, “Comunicazioni Elettriche”, Vol. I e II, Editrice Ingegneria 2000, Roma: 1989. [2] J. G. Proakis, “Digital Communications”, (Terza Edizione), Mc.Graw-Hill, New York: 1995. [3] G. Maral, M. Bousquet, “Satellite Communications Systems” (Terza Edizione), Wiley, 1998. [4] A. Bernardini, “Sistemi di telecomunicazione - Lezioni”, Edizioni Ingegneria 2000, 1989. 2/103 Indice Modello circuitale del collegamento hertziano Link Budget Canale Multipath Ricevitore ottimo per canali selettivi in frequenza (Cenni) 3/103 Generalità Un collegamento hertziano tra due punti è realizzato generando un campo e.m. proporzionale al segnale da trasmettere e sfruttando le proprietà propagative di tale campo. La conversione da segnale elettrico a campo e.m. viene effettuata da un'antenna detta TRASMITTENTE, mentre la conversione da campo e.m. a segnale elettrico viene effettuata da un'antenna detta RICEVENTE. L'insieme delle apparecchiature di trasmissione, o ricezione, prende il nome di STAZIONE (di trasmissione o ricezione). 4/103 Modello circuitale del collegamento hertziano(1/5) •Ogni antenna è in grado di effettuare le conversioni in modo ottimale solo se il segnale in transito presenta un'occupazione spettrale percentualmente molto contenuta rispetto alla sua frequenza centrale. •I collegamenti hertziani consentono la trasmissione di soli segnali modulati. Qui consideriamo segnali a banda stretta. Tali segnali possono ritenersi sinusoidi a frequenza portante f p e di ampiezza e fase lentamente variabili nel tempo, tanto che il segnale in transito potrà essere spesso considerato come una sinusoide pura. 5/103 Modello circuitale del collegamento hertziano (2/5) •La frequenza di portante può anche indicarsi attraverso la corrispondente lunghezza d'onda: p c f p in cui c è la velocità di propagazione dell'onda e.m. nello spazio (c=3*108 nello spazio vuoto). •Si può ritenere che il collegamento soddisfi un modello di rete a due porte (vedi Figura slide seguente) con le seguenti notazioni: •impedenza di ingresso: Z AT f ( Z i f ) •impedenza di uscita: Z AR f ( Z u f ) •funzione di trasferimento intrinseca: H P f ( H f ) Q 6/103 Modello circuitale del collegamento hertziano(3/5) Rete a due porte V1 ( f ) Z11( f ) I1 ( f ) Z12 ( f ) I 2 ( f ) V2 ( f ) Z21( f ) I1 ( f ) Z22 ( f ) I 2 ( f ) Circuito equivalente di una rete a due porte (passiva) alimentata da un generatore e collegata ad un carico (modello adatto a collegamento hertziano) 7/103 Modello circuitale del collegamento hertziano(4/5) •La distanza tra le antenne è così grande che la presenza di antenne riceventi non altera il campo e.m. prodotto dall'antenna trasmittente e quindi il termine Z12 ( f ) può ritenersi praticamente nullo: • Z AT ( f ) può considerarsi una quantità caratteristica della sola antenna trasmittente ed eventualmente della conformazione dell'ambiente esterno in cui è inserita; prende il nome di IMPEDENZA DI INGRESSO dell'antenna trasmittente; ) • Z AR ( favente proprietà analoghe, prende il IMPEDENZA DI USCITA dell'antenna ricevente; nome di 8/103 Modello circuitale del collegamento hertziano (5/5) Z11 ( f ) Z i ( f ) Z AT ( f ) e quindi, Hp( f ) Z AT ( f ) Z G ( f ) Z 21 ( f ) Z AT ( f ) Z G ( f ) Z AT ( f ) non dipende dalle condizioni di adattamento delle antenne in ingresso e in uscita, ma solo dalle caratteristiche delle antenne e dai fenomeni propagativi che intervengono. H p ( f ) sostituisce un generatore controllato in tensione VG ( f ) ed è ideale perché ad impedenza di ingresso infinita (quella del generatore controllato in tensione) Trasmettitore VG(f) Ricevitore HP(f) ZG(f) ZAR(f) ZAT(f) 9/103 Caratteristiche di un collegamento hertziano ideale Ipotesi: Nello spazio non ci sono altri corpi, oltre alle due antenne; Lo spazio è isotropo e non dissipativo; Le connessioni tra le antenne e il ricevitore sono adattate per il massimo trasferimento di potenza (le impedenze di uscita del trasmettitore e di ingresso del ricevitore devono essere rispettivamente pari a Z *AT ( f ) e Z *AR ( f ) all'interno della banda dei segnali in transito); Si può quindi assumere che il collegamento hertziano si comporti come un canale perfetto, che introduce un ritardo, dovuto alla finita velocità di propagazione del campo e.m., ed una riduzione in ampiezza (attenuazione). 10/103 Tipi di antenne(1/2) •Esistono due tipi fondamentali di antenna: •Antenna isotropa (o isotropica): è un tipo di antenna ideale che irradia energia uniformemente in tutte le direzioni; •Antenna direttiva: è un tipo di antenna che irradia energia in maniera non uniforme nello spazio, ma in misura maggiore o minore in dipendenza della direzione. Le antenne usate nelle applicazioni reali sono di questo tipo. 11/103 Tipi di antenne(2/2) Antenna non isotropica •Nel caso in cui l’antenna trasmittente non sia isotropa, occorre fissare un sistema di riferimento in coordinate polari (r,q,f) solidale con l’antenna trasmittente (vedi Figura sottostante): O (q,f) (q’,f’) r L 12/103 Guadagno di antenna(1/2) •E’ un parametro che dipende fondamentalmente dalle caratteristiche fisiche dell’antenna, in particolare dalla direzionalità. •Si definisce come funzione di guadagno GT(q,f ) il rapporto tra la potenza irradiata (o ricevuta) per unità di angolo solido da un’antenna direzionale (in una data direzione) e la potenza irradiata (o ricevuta) per unità di angolo solida da un’antenna isotropa; •Con guadagno di antenna (Gmax) si intende il valore massimo della funzione di guadagno, ovvero il valore in corrispondenza della direzione di massima radiazione (che in generale coincide con l’asse elettromagnetico dell’antenna); •Il valore del guadagno di antenna è GT=1 per antenne isotropiche. 13/103 Guadagno di antenna(2/2) •Nelle due figure sottostanti è evidenziata la funzione di guadagno (detta anche caratteristica di radiazione) di un’antenna direttiva in funzione della direzione. Tale rappresentazione è effettuata sia in coordinate polari (a), che in coordinate cartesiane (b). q3dB è l’angolo per cui il guadagno di antenna diminuisce di 3dB rispetto a Gmax) 14/103 Potenza irradiata(1/6) Antenna isotropica •Si assume GT(q,f ) = GT =1; •Sia O un punto dello spazio in cui è posta un’antenna trasmittente, si indichi con PT la potenza disponibile all’uscita del trasmettitore. Si suppone che l’antenna abbia un rendimento unitario, per cui tutta la potenza assorbita PT viene irradiata. •Poiché lo spazio libero non dissipa potenza, nel caso di antenne isotrope, la potenza irradiata per unità di angolo solido è data da: W PT 4 (W/steradianti) 15/103 Potenza irradiata(2/6) Antenna non isotropa •Il valore del guadagno è pari a: G 4 2 Aeff ove: c fp Aeff area efficace di apertura dell’antenna Aeff A Efficienza dell’antenna Area di apertura dell’antenna (dipende dalla geometria dell’antenna) 16/103 Potenza irradiata(3/6) Il coefficiente può essere visto come il prodotto di diversi fattori di efficienza, ognuno dei quali tiene conto di un diverso fattore: illuminazione, perdita di potenza, resistività dell’antenna ecc. 1 2 ............ k Tipicamente questo prodotto fornisce un valore dell’efficienza compreso tra 0.55 e 0.75. 17/103 Potenza irradiata(4/6) •L’antenna non isotropa distribuisce la potenza irradiata nelle varie direzioni angolari secondo la funzione di guadagno, GT(q,f ), definita in precedenza. •Per cui, la potenza irradiata per unità di angolo solido, in direzione (q,f) è la seguente. Tale quantità è detta potenza isotropica equivalente irradiata (EIRP): G q , f W (q , f ) PT T (W/steradianti) 4 18/103 Potenza irradiata(5/6) •Avendo fissato efficienza unitaria, la potenza totale transitante attraverso una superficie sferica con centro nell’antenna tramittente e raggio r dovrà essere pari a PT ; •Ciò significa che Aeff = A, ovvero tutta la potenza transita nell’area di apertura dell’antenna, cioè: W q ,f dqdf P T e quindi: qf G q ,f dqdf 4 T qf (indipendente da r) 19/103 Potenza irradiata(6/6) •Per la definizione data di Guadagno di antenna, la funzione di guadagno GT(.,.) (rapporto tra potenza irradiata da un’antenna direzionale e potenza irradiata da antenna isotropica) assumerà valori compresi tra 0 e Gmax; •Un’antenna si dice direttiva se in una certa direzione (q,f) la funzione di guadagno assume un massimo sensibilmente maggiore di 1; •Tale valore massimo, indicato con Gmax, è il GUADAGNO DI ANTENNA, già definito in precedenza. 20/103 Antenne direttive: caso ideale(1/2) q f Antenna a bandiera Antenna circolare Antenna a spillo Antenna a bandiera: GT (q , f ) G cosq R = insieme di R ,f :0 2 ;0 f direzioni in cui la Gmax G 4 funzione di guadagno Antenna circolare: assume il valore GT (q , f ) G R ,f :0 massimo G G 2 max Antenna a spillo: R , f : 2f 2 2 GT (q , f ) G 4 2 =area del cerchio a r fissato Gmax G 4 2 21/103 Antenne direttive: caso ideale(2/2) Densità di flusso di potenza (per unità di area) •Una superficie di area A a distanza L dall’antenna trasmittente, sottende un angolo solido A/L2. Tale superficie riceve una potenza pari a: GT q , f A A (W) 2 4 L •Il termine è comunemente detto densità di flusso di potenza ed è misurata in W/m2. WR PT •Si osserva che, nel caso dell’esempio riguardante l’antenna a spillo, vale la seguente: PT 4 2 PT (cioè: potenza per angolo solido a distanza L) 4L2 2L2 22/103 Potenza ricevuta(1/4) •Supponiamo che l'antenna ricevente si trovi ad una distanza L in direzione , f e "veda" l'antenna trasmittente nella direzione ,f . O (q,f) (q’,f’) r L •In queste condizioni, una frazione della potenza W irradiata, viene trasferita dall’antenna ricevente verso il ricevitore. •La frazione in questione viene solitamente espressa come un parametro di superficie, funzione di ,f ed è chiamata funzione di area efficace dell’antenna ricevente. 23/103 Potenza ricevuta(2/4) •La potenza disponibile all'uscita dell'antenna ricevente assume la forma: WdT GT q , f S R q ' , f ' WdR S R (q , f ) 4L2 ' SR q ' ,f ' ' è la funzione di area efficace •Poiché un’antenna può operare in maniera indifferente come trasmittente e come ricevente, è logico pensare che esista un legame tra la funzione guadagno e la funzione di area efficace. E’ possibile dimostrare che tale legame è indipendente dalla geometria dell’antenna e vale: 2p S R , f GR , f Funzione di guadagno 4 dell’antenna ricevente 24/103 Potenza ricevuta(3/4) •Per un'antenna direttiva, la direzione di massima emissione corrisponde alla direzione in cui è massima la potenza ricevuta. •Il massimo valore di SR, che prende il nome di AREA DI APERTURA EFFICACE, si può quindi esprimere in funzione del guadagno di antenna. Si può verificare che tale espressione (in dB) vale: AeffR( dB) max 10 log 10 S R q , f GR ( dB) 21.5 20 log 10 f p q ,f •Antenna a bandiera: GdB 28.6 10 log 10 gradi •Antenna circolare: GdB 20.6 10 log 10 gradi Guadagno d’antenna in ricezione (in dB) •Antenna a spillo: GdB 41.2 20 log 10 gradi 25/103 Potenza ricevuta(4/4) L'attenuazione disponibile di un collegamento hertziano, dovuta unicamente a direttività e distanza e crescente con la frequenza, vale quindi: 2 4L 1 Ad G , f G , f R p T Ad dB 32.4 20 log 10 Lkm 20 log 10 f pMHz GT dB GRdB Nell'ipotesi di guadagni d'antenna nulli (in dB), prende il nome di ATTENUAZIONE DI BASE DELLO SPAZIO LIBERO. Osservazione: L'attenuazione del collegamento hertziano aumenta col quadrato della lunghezza del collegamento, non esponenzialmente come nei coassiali o nelle fibre ottiche. 26/103 Peggioramenti introdotti da un collegamento reale(1/2) Assorbimento da superficie terrestre •La superficie terrestre può ritenersi un corpo conduttore con conducibilità e costante dielettrica dipendenti dalle caratteristiche del terreno sottostante il collegamento. •Secondo le equazioni di Maxwell, se le antenne sono molto prossime al terreno si prevede la propagazione di un campo e.m. lungo la superficie terrestre (ONDA SUPERFICIALE) e la corrispondente attenuazione è del tipo descritto in precedenza, as as L peggiorata di un termine moltiplicativo detta ATTENUAZIONE SUPPLEMENTARE, che tiene conto della dissipazione di potenza provocata dal suolo. 27/103 Peggioramenti introdotti da un collegamento reale (2/2) Per frequenze inferiori a 10MHz: a s 1 2 p p dove 5 10 5 6 5810 . 2 f p2MHz Lkm f p2MHz Lkm 10 è la conducibilità del suolo. Al crescere della distanza e/o della frequenza della portante, l'onda superficiale diventa inutilizzabile per la realizzazione di collegamenti hertziani (vedi Figura). 28/103 Attenuazione supplementare dell’onda superficiale in funzione della distanza e della frequenza 29/103 Collegamenti diretti-Line-OnSight •Occorre allora allocare le antenne ad una sufficiente altezza dal suolo, in modo che la presenza di quest'ultimo non modifichi in modo essenziale la propagazione del campo e.m., realizzando il collegamento attraverso l'ONDA DIRETTA (collegamento LOS = Line-On-Sight). •Questo è possibile solo se le due antenne sono in visibilità, quindi, dato che il raggio terrestre è circa 6380km: Lvis 3.6 h1 h2 (in km) dove h1 e h2 sono le altezze delle antenne dal suolo, in km. 30/103 Collegamenti LOS Assorbimento atmosferico e da pioggia •L'ipotesi di spazio non dissipativo può ritenersi valida fino a circa 10GHz: oltre, l'attenuazione viene peggiorata da un termine moltiplicativo (ATTENUAZIONE SUPPLEMENTARE) derivante da ossigeno, vapor d'acqua e pioggia. •L’attenuazione supplementare dovuta all’assorbimento da parte dell’ossigeno diventa sensibile per frequenze portanti superiori a 30GHz e presenta un massimo a circa 60GHz (20dB/km). •Quella dovuta a vapor d’acqua presenta invece un massimo a circa 22GHz (12dB/km al massimo). 31/103 Assorbimento da pioggia •Per quanto riguarda l'attenuazione supplementare dovuta alla pioggia, consideriamo un breve tratto del collegamento, di lunghezza .x. •Se la lunghezza d'onda è paragonabile al diametro delle gocce, allora si verifica assorbimento di potenza da parte di quest'ultime: a p Kr0 x a p dB/ Km log K 10 log r0 dove r0 è l’intensità di precipitazione (mm/ora) e K ed sono parametri che dipendono da diversi fattori (temperatura, velocità del vento, frequenza di portante, forma delle gocce, ecc.). 32/103 Dipendenza dei parametri K e α in funzione del valore della frequenza della portante portante (GHz) K 10 1.27 0.010 15 1.14 0.036 20 1.08 0.072 25 1.05 0.120 30 1.01 0.177 35 0.97 0.248 33/103 Attenuazione supplementare dovuto alla pioggia in funzione della frequenza e dell’entità delle precipitazioni(1/7) 34/103 Attenuazione supplementare dovuto alla pioggia in funzione della frequenza e dell’entità delle precipitazioni(2/7) •Fissando un riferimento X sulla congiungente le due antenne con origine nell’antenna trasmittente: L a p a p t K r0 x, t dx KLrL t (1) 0 1 essendo: 1 L rL t r0 x, t dx L 0 •rL è la precipitazione mediata in distanza; •r0 è la precipitazione puntuale. 35/103 Attenuazione supplementare dovuto alla pioggia in funzione della frequenza e dell’entità delle precipitazioni(3/7) •La funzione rL(t) di distribuzione dell’attenuazione supplementare in funzione della lunghezza del collegamento è una realizzazione di un processo aleatorio RL(t), le cui caratteristiche variano da zona a zona. • Per una certa zona essa è definibile come: DApdB a pdB ; L Pr ApdB a pdB | L o meglio la funzione inversa: a pdB a pdB D; L cioè il valore dell’attenuazione supplementare superata con probabilità D in funzione della lunghezza L del collegamento. 36/103 Attenuazione supplementare dovuto alla pioggia in funzione della frequenza e dell’entità delle precipitazioni(4/7) (Probabilità che la precipitazione superi una certa intensità su tratta di lunghezza L) Da (1) si ha che: DApdB a pdB ; L PrApdB a pdB | L Pr RL a pdB KL 1 rL* | L DRL rL* a pdB KL ; L 1 ovvero, se si conosce DRL o L, la funzione inversa rl* = rl(D;L) si può esprimere come: (valore di precipitazione a cui corrisponde una probabilità D di essere superata) a pdB D, L KLrL D; L (attenuazione corrispondente) Per ogni sito è di solito nota la sola distribuzione puntuale dell’intensità di precipitazione DR r0 e quindi anche la sua funzione inversa r r Dè quindi necessaria un’estrapolazione da questa alla funzione DR rL ; L in funzione di L. 0 0 0 L 37/103 Attenuazione supplementare dovuto alla pioggia in funzione della frequenza e dell’entità delle precipitazioni(5/7) •Tale estrapolazione viene effettuata con metodi empirici, per es. supponendo che piova con intensità costante su tutto il collegamento: r0 D rL D; L e tenendo conto della disuniformità dell’intensità di precipitazione utilizzando una lunghezza di tratta equivalente : Le L f D, L •Ove f(D,L) è un coefficiente riduttivo dipendente dalla distribuzione locale Nota: Se cresce D •Risulta pertanto: diminuisce l’attenuazione a pdB D, L KLe rL D; L KLr0 D f D, L (ovvero è più probabile che •Sperimentalmente: quell’attenuazione 0.6320.0187 ln D . 100 D 012 venga superata). Per a pdB D, L KLr0 1 0.045L D basso, i valori dell’attenuazione sono più significativi 38/103 Attenuazione supplementare dovuto alla pioggia in funzione della frequenza e dell’entità delle precipitazioni(6/7) dove con r0 r0 10 4 si intende il valore dell’intensità di precipitazione in mm/ora superata con probabilità 10 4. •r0(D) decresce all’aumentare di D. Se D = 1, l’attenuazione è nulla poiché è molto probabile (certo) che il livello di precipitazione venga superato, dato che corrisponde a situazione in cui non piove (r0<0). Se D = 0, allora r0 = 1 (ovvero è molto poco probabile che quel livello di precipitazione venga superato). •La funzione di distrib. dell’intensità di precipitazione puntuale viene espressa nella seguente forma: D 1 per r0 0 DR0 r0 PrR0 r0 Q per r0 0 Q f r per r 0 0 0 Q r0 •Q è la probabilità (impulsiva) che stia piovendo e f(r0) è la funzione di distribuzione di R0, condizionata al fatto che stia piovendo. 39/103 Attenuazione supplementare dovuto alla pioggia in funzione della frequenza e dell’entità delle precipitazioni(7/7) •In moltissime regioni europee la distribuzione dell’intensità di precipitazione condizionata è di tipo log-normale: densità di probabilità: f r0 pLN r0 exp ln r0 2 2 r0 2 2 Funzione di distribuzione: DLN x 0.5erfc ln x 2 località Q nazione Fucino 0.048 1.223 .157 Italia Graz 0.0317 1.466 .047 Austria Kjeller 0.0293 1.438 .033 Norvegia 40/103 Distribuzione dell’attenuazione supplementare al variare della frequenza (1/2) Funzione di distribuzione dell’intensità di precipitazione nella località del Fucino Corrispondente distribuzione di attenuazione supplementare a 15 e 30 GHz (curve b e c) 41/103 Distribuzione dell’attenuazione supplementare al variare della frequenza (2/2) Riflessione e diffusione La propagazione non avviene tramite traiettorie rettilinee: se esistono regioni con indice di rifrazione differente, il raggio e.m. curva verso le zone con indice maggiore (RIFLESSIONE o RIFRAZIONE); transita attraverso regioni a struttura irregolare, e quindi può subire fenomeni di assorbimento e reirradiazione in tutte le direzioni (DIFFUSIONE). 42/103 Costituzione dell’atmosfera (1/3) La fascia più bassa dell’atmosfera prende il nome di TROPOSFERA, e si estende fino ad una quota di circa 20km. L’indice di rifrazione può ritenersi variabile, ed in particolare decrescente con la quota. Possono crearsi fenomeni di diffusione per frequenze tra 100MHz e 10GHz. La IONOSFERA è localizzabile a circa 80km di quota; l’alta concentrazione di elettroni e ioni liberi provoca fenomeni di assorbimento e riflessione interessanti frequenze comprese tra 5 e 30MHz. Si possono individuare i seguenti strati: strato D (50-90km), assorbente (solo ore diurne); strato E (110km), riflettente e piuttosto stabile; strato F1 (220km), riflettente e piuttosto stabile; strato F2 (300km), riflettente e piuttosto stabile; strato E sporadico, riflettente. 43/103 Costituzione dell’atmosfera (2/3) •La ionosfera è anche sede di fenomeni di diffusione per frequenze comprese tra 35 e 50MHz, a causa della presenza di meteoriti. •In base al valore della frequenza di portante possono verificarsi i seguenti comportamenti: Tra qualche decina di KHz e qualche MHz, la propagazione avviene per onda di terra, e quindi con portata limitata; Tra qualche MHz e qualche decina di MHz, la propagazione avviene per raggio diretto (la portata è in questo caso quella ottica), oppure per successive riflessioni sugli strati E e F e sulla superficie terrestre, oppure per DIFFUSIONE IONOSFERICA. Il collegamento risulta estensibile oltre la visibilità, ma non perfetto, in quanto esistono infiniti percorsi tra le antenne; 44/103 Costituzione dell’atmosfera (3/3) Per valori superiori a qualche decina di MHz, la propagazione avviene essenzialmente per raggio diretto e quindi tra punti in visibilità, oppure per DIFFUSIONE TROPOSFERICA. Propagazione in non visibilità per anomalie della ionosfera e frequenze comprese tra qualche MHz e qualche decina di MHZ Possono quindi essere presenti percorsi multipli tra le antenne, a causa di fenomeni di riflessione dal terreno o di incurvamenti per variazioni dell’indice di rifrazione 45/103 Cammini multipli •Ciascuna delle anomalie di propagazione di cui si è parlato in precedenza può essere tenuta in conto immaginando che i raggi congiungenti le antenne: siano più d'uno (CAMMINI MULTIPLI, detto anche CANALE MULTIPATH); oppure addirittura infiniti (DIFFUSIONE TROPOSFERICA o IONOSFERICA). 46/103 Generalità sui cammini multipli Nei corsi di telecomunicazioni di base, si è sempre considerato il canale radio come canale Gaussiano, additivo, ed a banda limitata (canale AWGN); Questa approssimazione può essere accettabile solo in pochi e particolari casi. In realtà le regole di propagazione dei segnali nell’etere sono assai lontane da una caratterizzazione del canale di tipo AWGN; I canali radio sono caratterizzati da un tipo di propagazione detta multi-percorso (multipath), la quale provoca fenomeni di evanescenza (fading) del segnale ricevuto. Per questo si dice che i canali radio sono affetti da un tipo particolare di distorsione, detta multipath fading. 47/103 Risposta all’ impulso tempovariante Il canale AWGN è caratterizzato da una risposta all’impulso tempoinvariante, nel caso in cui la condizione di Nyquist sia rispettata (ovvero il rate di segnalazione sia minore del doppio della larghezza di banda del canale); Invece un canale multipath è caratterizzato da una risposta all’impulso di tipo tempo-variante; Se trasmettiamo un impulso molto stretto (idealmente un delta di Dirac), la risposta di un canale multipath sarà tipicamente un treno di impulsi, distanziati uno rispetto all’altro da un intervallo di tempo detto time spread (t). Le ampiezze degli impulsi saranno anch’esse alterate (attenuazione); Ripetendo gli esperimenti di trasmissione in tempi diversi sia il time spread, che l’attenuazione assumeranno caratteristiche diverse, come mostrato dalla figura nella slide successiva. 48/103 Esempio di risposta all’impulso di canale multipath 49/103 Rappresentazione degli effetti del canale multipath sul segnale trasmesso(1) •Un segnale passabanda generico può essere rappresentato nella seguente maniera: s(t ) Re sl (t )e j 2f ct (i) •Assumendo che vi sia propagazione multi-percorso, si assegna ad ogni percorso un ritardo di propagazione ed un fattore di attenuazione. In tal modo, il segnale passabanda ricevuto può essere espresso nella seguente forma: x(t ) (t)st t (t) n (ii) n n •Sostituendo (i) in (ii), si ottiene la seguente formulazione: x(t ) Re n (t )e j 2fct n (t ) sl t t n (t )e j 2fct (iii) n 50/103 Rappresentazione degli effetti del canale multipath sul segnale trasmesso (2) •Appare chiaro che l’equivalente passabasso del segnale ricevuto in un canale multipath è il seguente: rl (t ) j 2f ct n ( t ) ( t ) e sl t t n (t ) n (iv) n •Poiché rl(t) è la risposta di un canale equivalente passabasso al segnale equivalente passabasso sl(t), ne consegue che la risposta all’impulso tempovariante di un canale caratterizzato dalla presenza di cammini multipli è la seguente: c(t ; t ) j 2f ct n ( t ) ( t ) e t t n (t ) n (v) n 51/103 Rappresentazione degli effetti del canale multipath sul segnale trasmesso(3) •Per alcuni tipi di canale, come ad esempio il canale troposferico, caratterizzati da un numero di percorsi potenzialmente infinito, è più opportuna una rappresentazione continua del segnale ricevuto (e non discretizzata sulla base di un numero finito di percorsi): x(t ) (t ; t ) st t dt (vi) •Dove (t ; t ) indica l’attenuazione delle componenti del segnale multi-percorso corrispondenti al t ed all’istante di tempo t. •Andando a sostituire l’espressione di s(t) riportata in (i), all’interno dell’espressione (vi) si otterrà: 2f t 2f ct x(t ) Re (t ; t )e sl t t dt e c (vii) 52/103 Rappresentazione degli effetti del canale multipath sul segnale trasmesso(4) •L’integrale riportato nell’espressione (vii) rappresenta la convoluzione di sl(t) con la risposta all’impulso tempo-variante del canale c(t;t), che pertanto è la seguente: c(t ; t ) (t ; t )e j 2fct (viii) ove c(t ; t) rappresenta la risposta del canale nell’istante di tempo t, dovuta ad un impulso applicato nell’istante (t - t). •L’espressione riportata in (viii) rappresenta l’equivalente passabasso della risposta all’impulso di un canale multipath di tipo continuo , mentre l’espressione riportata in (v) rappresenta l’equivalente passabasso della risposta all’impulso di un canale multipath caratterizzato da un numero discreto di percorsi. 53/103 Rappresentazione statistica di un canale multipath (1/4) •Ritorniamo al caso si un canale multipath a cammini discreti. Supponiamo che il segnale trasmesso sia una portante non modulata a frequenza fc, in pratica: sl (t ) 1 t (ix) •In tal caso, il segnale ricevuto si riduce alla seguente espressione: rl (t ) j 2f ct n ( t ) jq n ( t ) q (t ) 2f t (t) (x) ˆ ( t ) e ( t ) e n c n n n n n •Dal punto di vista vettoriale il segnale ricevuto è rappresentabile mediante una somma di fasori, caratterizzati da ampiezza e fase tempo-variante. 54/103 Rappresentazione statistica di un canale multipath(2/4) Im 1 rl(t) q1 q2 Re 2 Rappresentazione vettoriale di un canale multipath a due cammini 55/103 Rappresentazione statistica di un canale multipath (3/4) •Se il mezzo attraverso cui avviene la propagazione è stabile, il valore di n(t) subirà lievi oscillazioni nel tempo; •Ma, per l’altro verso, qn(t) può variare di un fattore 2 se tn(t) varia di un fattore 1/fc, che è generalmente un numero molto piccolo; •Per cui qn(t) è un parametro molto sensibile anche a piccole oscillazioni della caratteristica tempo-variante del canale multipath; •Inoltre, ci si attende che il ritardo di propagazione tn(t) associato ad ogni cammino vari in maniera assolutamente non prevedibile (per cui si considera a tutti gli effetti un processo aleatorio); •Questo implica che anche il segnale ricevuto rl(t) può essere modellato come un processo aleatorio. 56/103 Rappresentazione statistica di un canale multipath (4/4) •Se il numero dei cammini è molto elevato (come è ragionevole supporre nei canali radio reali), si può invocare il teorema del limite centrale e supporre rl(t) come un processo aleatorio di tipo Gaussiano a valori complessi; •Per cui, anche la risposta all’impulso del canale multipath c(t ; t) potrà essere modellata come un processo aleatorio Gaussiano a valori complessi; •La propagazione multi-percorso propria dei canali radio reali, rappresentata nella formula (x) si traduce, a livello fisico, in un fenomeno di evanescenza (fading) del segnale ricevuto. Tale fenomeno è noto in letteratura col nome di multipath fading. 57/103 Multipath fading:rappresentazione grafica vettoriale Im Im istante t+ t 2 rl(t) q2 q1 1 1 istante t q1 Re 2 q2 rl(t+ t) Re FADING (il segnale ricevuto è fortemente attenuato rispetto all’istante precedente) 58/103 Effetti pratici del multipath fading sulla qualità delle comunicazioni Da quanto si è visto nei grafici della slide precedente, il multipath fading causa notevoli fluttuazioni temporali della potenza del segnale ricevuto. In pratica, il segnale talora viene amplificato (quando l’effetto della somma vettoriale dei cammini è costruttivo) e talora attenuato (quando l’effetto della somma vettoriale dei cammini è distruttivo), in istanti temporali successivi, a causa delle ampie escursioni del valore dello sfasamento tempo-varianteqn(t); Questo effetto può essere notato, a livello macroscopico (ed analogico), ad esempio quando il segnale ricevuto dalle comuni autoradio, come si suol dire, “va e viene”; In sistemi di trasmissione digitale, si noterà un consistente aumento del BER in corrispondenza di “sprofondamenti” del livello del segnale dovuti al multipath fading, che pertanto può essere considerato una sorta di auto-interferenza. 59/103 Fading di Rayleigh Quando la risposta all’impulso del canale multipath c(t ; t) è modellata come un processo aleatorio Gaussiano complesso a media nulla, l’inviluppo c(t ;t ) ad ogni istante t è distribuito secondo Rayleigh, per cui, in tal caso, si parla di fading di Rayleigh; r2 f R ( r ) 2r e r 0 f R (r ) 0 altrimenti ˆ E ( R 2 ) Esempio di distribuzione di Raileygh a varianza unitaria 60/103 Fading di Rice Quando la risposta all’impulso del canale multipath c(t ; t) è modellata come un processo aleatorio Gaussiano complesso a media non c(t ;t ) nulla, l’inviluppo ad ogni istante t è distribuito secondo Rice, per cui, in tal caso, si parla di fading di Rice, o di canale Ricean multipath; r 2 s 2 f R (r ) r e 2 2 I '0 rs r 0 2 2 f (r ) 0 altrimenti R r ˆ X 12 X 22 var( X 1 ) var( X 2 ) 2 E( X1 ) m1 s ˆ m12 m22 E( X 2 ) m2 I0(.) = funzione di Bessel di ordine 0 Esempio di distribuzione di Rice con m1 = m2 = 1 e varianza 1 61/103 Fading di Nakagami L’inviluppo del segnale ricevuto da un canale di tipo multipath fading può essere modellato statisticamente anche con la distribuzione m di Nakagami (oltre a quelle già viste di Rayleigh e di Rice): m mr 2 f R (r ) 2 m r 2 m1e r 0 ( m) f (r ) 0 altrimenti R ˆ E ( R 2 ) 2 m ˆ E R 2 2 m =2 m =1 (Rayleigh) 1 m 2 m è detto anche figura del fading m =0.5 Esempi di distribuzione di Nakagami con = 1 62/103 Uso dei diversi tipi di modellamento del fading(1/3) Il modellamento del fading di Rayleigh è generalmente usato nei canali radio ove non esiste una componente del segnale ricevuta in linea diretta (componente LOS) ed il segnale desiderato è ricevuto solo tramite le sue repliche variamente sfasate e ritardate. Questa situazione si verifica soprattutto nel caso di canali radio urbani, ove le antenne sono poste generalmente ad altezza inferiore rispetto ai mezzi di riflessione e dispersione del segnale (alberi, edifici); Il modellamento del fading di Rice è utile nei casi in cui, invece, esista una componente LOS del segnale, che viene ricevuta insieme ad alcune repliche sfasate e ritardate generate, per lo più, da riflessioni secondarie della componente diretta. Tali repliche agiscono come puri segnali interferenti. 63/103 Uso dei diversi tipi di modellamento del fading(2/3) Esempio di collegamento aereo - torre di controllo, con un percorso diretto ed una singola componente multipath di riflessione, che viene ricevuta con un ritardo t0 rispetto alla componente LOS. Risposta all’impulso del canale c(t ; t ) t (t ) (t t 0 (t )) Percorso diretto (componente speculare fissa) Funzione di trasferimento componente multipath (modellabile con Rayleigh) C ( f ; t ) (t )e j 2ft 0 (t ) Questo tipo di canale multipath può essere rappresentato efficacemente dal modello di Rice, visto in precedenza. 64/103 Uso dei diversi tipi di modellamento del fading(3/3) •Il modello che usa la distribuzione m di Nakagami, che come caso particolare comprende anche il modello di Rayleigh, viene utilizzato efficacemente in canali radiomobili urbani; •Esso, infatti, è un modello parametrizzato in maniera duplice, sia rispetto a che ad m, per cui garantisce maggiore flessibilità ed accuratezza nel rappresentare le statistiche del canale; •Alcune trattazioni presentate in letteratura, hanno mostrato come il modello di Nakagami offra una rappresentazione statistica più efficiente del canale multipath, specialmente in ambiente radiomobile urbano, dove il multipath fading è particolarmente severo. 65/103 Funzioni di autocorrelazione del canale multipath e spettri in potenza(1/2) •Si definisce funzione di autocorrelazione del canale multipath la seguente quantità (assumendo che il processo aleatorio c(t;t) sia stazionario in senso esteso): 1 fc (t 1 ,t 2 ; t ) ˆ E c* t 1 ; t ct 2 ; t t (xi) 2 •In molti esempi di canali radio, l’attenuazione e lo shift di fase associati con il cammino a ritardo t1 sono scorrelati rispetto all’attenuazione ed allo shift di fase associati con il cammino a ritardo t2. Questo tipo di fading è detto a scattering scorrelato (Uncorrelated Scattering - US). In questo caso si avrà: 1 E c* t 1 ; t ct 2 ; t t fc t 1 ; t t 1 t 2 2 (xii) 66/103 Funzioni di autocorrelazione del canale multipath e spettri in potenza (2/2) •Se noi poniamo t = 0, la funzione di autocorrelazione risultante: fc t ;0 fc t è semplicemente la potenza media in uscita del canale, in funzione del tempo di ritardo t. Per questa ragione fc(t) è chiamato profilo di intensità del multipath o spettro in potenza in funzione del ritardo di propagazione (delay power spectrum). Generalmente la funzione di profilo di intensità del multipath ha l’andamento indicato nella figura sottostante: Il range di valori di t per cui fc(t) assume valori non nulli è chiamato multipath spread del canale ed è indicato con Tm.. 67/103 Rappresentazione in frequenza di un cnale multipath (1/4) •Una trattazione del tutto analoga, può essere effettuata nel dominio delle frequenze. Operando la trasformata di Fourier di c(t ; t), si ottiene la la funzione di trasferimento tempo-variante del canale C(f;t), ove f è la variabile frequenza. In tal modo: C ( f ; t ) c(t ; t )e j 2ft dt (xiii) •Se c(t ; t) è modellato come processo aleatorio Gaussiano complesso, anche C(f ; t) ha lo stesso tipo di modellamento statistico. Assumendo, per ipotesi, che il canale sia stazionario in senso esteso (Wide Sense Stationary - WSS) e nell’ipotesi di scattering scorrelato (canale definito dalla sigla WSSUS), si può dimostrare che (cfr Proakis, Ch. 14, pp. 763): C ( f1 , f 2 ; t ) 1 E C * f1 ; t C f 2 ; t t C f ; t fc t ; t 2 (xiv) 68/103 Rappresentazione in frequenza di un cnale multipath (2/4) •In (xiv) si è posto f = f2 - f1 e si può, in definitiva notare che C(f,t) è la trasformata di Fourier della funzione fc(t;t), che fornisce la potenza media di uscita del canale come funzione del ritardo t e della differenza t tra due istanti di osservazione (in t = 0 è il profilo di intensità del multipath); •La funzione C(f,t), chiamata funzione di correlazione del canale spaziata in tempo-frequenza, può essere misurata, nella pratica trasmettendo una coppia di sinusoidi spaziate tra loro di f e cross-correlando i due segnali ricevuti separatamente con un ritardo t. •Supponiamo, a questo punto, di porre t=0 in (xiv). In questo modo otterremo la seguente relazione: C (f ) fc (t )e j 2ft dt (xv) 69/103 Rappresentazione in frequenza di un cnale multipath(3/4) •Il significato fisico della relazione (xv) è rappresentato graficamente nella figura sottostante: •Poiché C(f) è una funzione di cross-correlazione nella variabile frequenza, essa fornisce una misura della coerenza della risposta in frequenza del canale multipath. 70/103 Rappresentazione in frequenza di un canale multipath (4/4) •Quale risultato della trasformazione di Fourier della funzione di profilo di intensità del multipath fc(t), la funzione risultante C(f) assumerà valori significativi in un intervallo dello spazio f che è pari al reciproco del multipath spread Tm. •Tale intervallo è detto banda di coerenza del canale, ed è dato da: f c 1 Tm •In pratica la banda di coerenza è l’intervallo di frequenze entro il quale gli effetti del canale multipath in corrispondenza di diverse frequenze dello spettro, sono correlati tra loro e quindi, in qualche modo, simili. •Due sinusoidi trasmesse e spaziate tra loro in frequenza di un intervallo superiore a (f)c subiranno un diverso “trattamento” da parte del canale. 71/103 Selettività in frequenza del canale multipath Se la banda di coerenza del canale (f )c è molto piccola rispetto alla larghezza di banda del segnale trasmesso, allora si dice che il canale è selettivo in frequenza (frequency selective fading). In questo caso, il segnale trasmesso è sottoposto a differenti e molteplici distorsioni dovute al multipath fading. Se la banda di coerenza del canale è molto maggiore della larghezza di banda del segnale trasmesso, allora si dice che il canale è non selettivo in frequenza (frequency nonselective fading o flat fading). In questo caso, il segnale trasmesso subirà una distorsione uniforme nella sua larghezza di banda. 72/103 Rappresentazione nel tempo di un canale multipath (1/3) •L’effetto della tempo-varianza di un canale multipath può essere osservato in termini di allargamento spettrale e di shift spettrale di Doppler, che agiscono su un tono sinusoidale trasmesso (cioè su una riga spettrale); •Per mettere in relazione l’effetto Doppler con la tempo-varianza del canale multipath, occorre definire la seguente funzione, che è la trasformata di Fourier della funzione di cross-correlazione del canale spaziata in tempofrequenza C(f;t), effettuata rispetto alla variabile temporale t: SC (f ; ) ˆ C (f ; t )e j 2t dt (xvi) •Ponendo f = 0, la relazione presentata in (xvi) diviene: SC (0; ) S c ( ) C (t )e j 2t dt (xvii) 73/103 Rappresentazione nel tempo di un canale multipath (2/3) •La funzione Sc() è uno spettro in potenza, che fornisce l’intensità del segnale in funzione della frequenza di Doppler . Per cui, Sc() è detto spettro Doppler di potenza del canale (Doppler power spectrum). Nella figura sottostante, è evidenziato in forma grafica il significato fisico della relazione (xvii): 74/103 Rappresentazione nel tempo di un canale multipath (3/3) •Dalla relazione (xvi) è evidente che, se il canale è tempo-invariante, C(t)=1 e la funzione Sc() diviene un delta di Dirac. In questo caso non ci sono variazioni temporali nel canale e quindi nessun allargamento spettrale è osservato nella trasmissione di un tono sinusoidale; •Il range di valori di all’interno del quale Sc() assume valori non nulli è chiamato Doppler-spread Bd del canale; •Poiché Sc() è messo in relazione con , C(t) dalla trasformata di Fourier, il reciproco di Bd è la misura del tempo di coerenza del canale, ovvero l’intervallo di tempo di osservazione durante il quale gli effetti del canale sul segnale trasmesso sono correlati tra loro e quindi, in qualche modo, simili t c 1 Bd Un canale multipath caratterizzato da lente variazioni temporali ha un elevato tempo di coerenza ed equivalentemente un basso Doppler spread (slow fading channel). 75/103 Funzione di scattering di un canale multipath(1/2) •E’ stata stabilita, dapprima, una relazione in termini di trasformate di Fourier tra le funzioni C(f;t) e fc(t;t), con le variabili (t,f) coinvolte e poi una relazione analoga tra C(f;t) e SC(f;), con le variabili (t,) coinvolte; •Vi sono ancora due relazioni di Fourier che possiamo definire tra fc(t;t) e SC(f;) e chiudere così il cerchio; •A questo scopo occorre definire una nuova funzione, che è la trasformata di Fourier di fc(t;t) rispetto alla variabile t, ossia: S (t ; ) ˆ fc (t ; t )e j 2t dt (xviii) •Tuttavia, si può verificare, vale anche la seguente uguaglianza: S (t ; ) SC (f ; )e j 2tf df (xix) 76/103 Funzione di scattering di un canale multipath(2/2) •Inoltre S(t;) può essere messa in relazione con C(f;t) mediante una trasformata di Fourier a due variabili, ovvero: S (t ; ) C (f ; t )e j 2t e j 2tf dtdf (xx) •La funzione S(t;) è detta funzione di scattering del canale. Essa fornisce una misura della potenza media di uscita dal canale, in funzione del tempo di ritardo t e della frequenza di Doppler . Esempio di funzione di scattering relativa ad un canale troposferico 77/103 Anello delle relazioni di Fourier tra le funzioni considerate fc t ; t Funzione di correlazione tempovariante del canale FT C f ; t Funzione di correlazione tempovariante del canale FT SC f ;t IFT S t ; Funzione di Scattering IFT Spettro in potenza di Doppler 78/103 Effetti delle caratteristiche del segnale sulla scelta del modello di canale multipath (1/4) Dopo aver analizzato le caratterizzazioni statistiche dei canali di trasmissione multipath tempo-varianti, consideriamo ora l’aspetto più importante dal punto di vista di un sistema di telecomunicazione: ovvero gli effetti delle caratteristiche del segnale trasmesso sulla selezione del modello di canale più appropriato al segnale predetto. Sia sl(t) l’equivalente passabasso del segnale trasmesso sul canale e Sl(f) il suo spettro. L’equivalente passabasso del segnale ricevuto può essere espresso: sia in termini delle funzioni mappate nel dominio del tempo: rl (t ) ct ; t sl (t t )dt (xxi) sia in termini delle funzioni mappate nel dominio delle frequenze: rl (t ) C f ; t Sl ( f )e j 2ft df (xxii) 79/103 Effetti delle caratteristiche del segnale sulla scelta del modello di canale multipath(2/4) •Supponiamo di trasmettere l’impulso base a rate 1/T, dove T è l’intervallo di segnalazione, modulato o in ampiezza, o in fase o entrambi. La banda occupata dal segnale W è proporzionale a 1/T; •E’ evidente da (xxii), che la funzione di trasferimento del canale distorce lo spettro del segnale Sl(f). Se W è maggiore della banda di coerenza del canale, lo spettro del segnale Sl(f), subirà l’effetto di diverse attenuazioni e diversi shift di fase attraverso la sua larghezza di banda. In questo caso si dice che il canale è selettivo in frequenza. Un esempio degli effetti sul segnale trasmesso di un canale selettivo in frequenza sono riportati nella figura sottostante: Selettività in frequenza del canale 80/103 Effetti delle caratteristiche del segnale sulla scelta del modello di canale multipath(3/4) •Una distorsione aggiuntiva è causata dalle fluttuazioni temporali della risposta in frequenza del canale C(f; t). Questo tipo di distorsione si evidenzia in variazioni temporali dell’ampiezza del segnale ricevuto, come mostrato nella figura sottostante. Questo tipo di distorsione è il fading propriamente detto. Fading temporale del segnale misurato sperimentalmente a New York 81/103 Effetti delle caratteristiche del segnale sulla scelta del modello di canale multipath(4/4) •E’ bene rimarcare che la selettività in frequenza ed il fading temporale sono visti come due differenti tipi di distorsione del segnale trasmesso; •La selettività in frequenza è essenzialmente legata al multipath spread o, equivalentemente, alla banda di coerenza del canale; •Il fading temporale è essenzialmente legato alle variazioni temporali della risposta in frequenza del canale, che sono rappresentate in qualche maniera dal tempo di coerenza del canale o, equivalentemente, dal Doppler spread; Selettività in frequenza f c , Tm Fading temporale t c , Bd 82/103 Canale non selettivo in frequenza(1/2) •Gli effetti del canale sul segnale trasmesso sl(t) dipendono in primo luogo dalla scelta della larghezza di banda e della durata del segnale (che sono strettamente correlate, ma non sempre in maniera ovvia: dipende dal tipo di modulazione scelta); •Per esempio, se si decide di sciegliere un intervallo di segnalazione T tale per cui T >>Tm , il canale multipath non introdurrà un significativo ammontare di interferenza inter-simbolica, dovuta a repliche del segnale trasmesso; •Se vale la condizione sopracitata, si avrà che: W 1 f c Tm •la larghezza di banda del segnale trasmesso è molto minore della banda di coerenza del canale. Il canale è pertanto non selettivo in frequenza. 83/103 Canale non selettivo in frequenza(2/2) •In altre parole, lo spettro del segnale trasmesso Sl(f) subisce lo stesso tipo di attenuazione e shift di fase in tutto il suo campo di frequenze. Poiché le frequenze del segnale trasmesso sono concentrate in prossimità di f = 0, si potrà assumere che: C f ; t C0; t •Quindi la (xxii) si ridurrà semplicemente a questa espressione: rl (t ) C 0; t Sl ( f )e j 2ft df C 0; t sl (t ) •In questo caso si dice che le componenti multipath del segnale ricevuto non sono risolvibili, in quanto W<<(f)c. In pratica la struttura multipath del segnale ricevuto, non può essere ricostruita. 84/103 Canale caratterizzato da fading lento (1/3) •La funzione di trasferimento di un canale non selettivo in frequenza può essere espressa nella forma: C 0; t t e jf (t ) Inviluppo: processo aleatorio distribuito secondo Rayleigh Fase: processo aleatorio distribuito in maniera uniforme tra (-,) •La rapidità con cui il fading varia temporalmente in un canale non selettivo in frequenza è determinata o dalla funzione di correlazione spaziata nel tempo C(t) o dallo spettro in potenza di Doppler Sc() e pertanto dai valori dei parametri (t)c e Bd. 85/103 Canale caratterizzato da fading lento(2/3) •Supponiamo, per esempio, che sia possibile selezionare un valore di W tale per cui W<<(f)c e contemporaneamente un valore dell’intervallo di segnalazione T tale per cui T<<(t)c; •Poiché T è minore del tempo di coerenza del canale, l’attenuazione del canale e lo shift di fase saranno praticamente fissati almeno per tutta la durata del simbolo trasmesso. Quando questa condizione è verificata, si dice che il canale è caratterizzato da fading lento (slowly fading channel); •Inoltre, quando W = 1/T, la condizione che il canale sia contemporaneamente non selettivo e caratterizzato da fading lento implica che il prodotto TmBd sia minore di uno. •Il prodotto TmBd è detto fattore di dispersione del canale (spread factor). Se TmBd<1, il canale è detto underspread, altrimenti il canale è detto overspread. 86/103 Canale caratterizzato da fading lento(3/3) Nella tabella sottostante è possibile osservare i valori del tempo di coerenza, del Doppler spread e del fattore di dispersione di alcuni canali radio di tipo underspread. Per tali tipi di canale, è possibile selezionare una tipologia di segnale trasmesso sl(t) tale per cui il canale sia non selettivo in frequenza ed a fading lento. In pratica abbastanza simile ad un canale AWGN e comunque caratterizzato da un fading costante, misurabile e quindi facilmente equalizzabile. 87/103 Canale selettivo in frequenza Vi sono parecchi casi di interesse pratico nei quali il modellamento del canale multipath in maniera non selettiva e con fading lento non è adatto ad esprimere le caratteristiche del canale medesimo; Infatti il modello prima visto va bene per segnali a banda stretta. Nel caso di trasmissioni multimediali a larga banda, caratterizzate da elevato bit-rate, la condizione W<<(f)c è assai difficile da realizzare; In questi casi è più opportuno fare la scelta opposta a quella vista in precedenza, ovvero accettare la selettività in frequenza del canale, cercando di estrarre le repliche del segnale non distorte; Vedremo nel seguito sotto quali condizioni e con quali tecniche è possibile risolvere in maniera efficace il segnale multipath ricevuto. 88/103 Tecniche basate sul concetto di diversità (1/2) •Tali tecniche si basano su un concetto fondamentale: pesanti errori in ricezione avvengono solamente quando il segnale viene trasmesso in una zona di frequenza ove la risposta del canale presenta un vistoso sprofondamento (fade depth); •La diversità consiste nel fornire al ricevitore una serie di repliche dello stesso segnale recante informazione, trasmesse su diversi sotto-canali ognuno caratterizzato da fading indipendente. La probabilità che tutte le repliche ricevute vengano “affondate” dal fading è estremamente ridotta; •Diversità in frequenza: ottenuta trasmettendo la stessa informazione su L portanti diverse, spaziate almeno della banda di coerenza del canale (f)c; •Diversità nel tempo: ottenuta mediante la trasmissione del segnale in L slot temporali successive, ognuna spaziata almeno del tempo di coerenza del canale (t)c; 89/103 Tecniche basate sul concetto di diversità(2/2) •Utilizzo di antenne multiple: poiché i primi due metodi sono assai poco efficaci, in quanto si traducono in un enorme spreco di banda, la tecnica maggiormente usata nella realtà, è quella che utilizza una batteria di antenne in ricezione, separate tra loro da una certa distanza, capaci di intercettare i diversi cammini di propagazione del segnale; •E’ generalmente sufficiente distanziare un’antenna rispetto ad un’altra di almeno 10 lunghezze d’onda, per consentire ad esse di ricevere due cammini indipendenti; •L’utilizzo delle antenne multiple comporta costi piuttosto elevati per l’acquisto e l’installazione delle batterie di antenne. 90/103 Altre tecniche basate sul concetto di diversità •Trasmissione a salto di frequenza (frequency-hopping): il segnale trasmesso viene fatto saltare da una frequenza di trasmissione ad un’altra, secondo una precisa sequenza temporale, all’interno di una larghezza di banda assegnata. In ricezione sarà necessario ricostruire la sequenza di salto per demodulare il segnale. Questo concetto sta alla base delle tecniche Spread Spectrum a salto di frequenza (FH/SS). L’obiettivo è minimizzare il numero di salti distorti dal canale selettivo in sequenza. •Trasmissione del segnale su portanti multiple spaziate tra loro in maniera ortogonale: è il concetto che sta alla base della trasmissione di tipo OFDM e DMT (dove simboli diversi vengono trasmessi su portanti diverse) e MCCDMA (lo stesso simbolo viene trasmesso su portanti diverse). La spaziatura ortogonale tra le diverse portanti (cioè pari a k/T, k = 0,1,..,N), consente elevata efficienza nel recupero dell’informazione, robustezza nei confronti del multipath fading e semplicità di implementazione “full digital” con architetture basate su FFT e realizzate con tecnologie di tipo DSP. 91/103 Tecniche di trasmissione a banda larga(1/6) •Le tecniche anti-multipath a banda larga si basano sulla trasmissione di un segnale sl(t) con banda W molto maggiore rispetto alla banda di coerenza del canale (f)c; •Un segnale a banda larga è, infatti, in grado di risolvere le diverse componenti multipath, offrendo al ricevitore un numero elevato di segnali provenienti da cammini caratterizzati da fading indipendente; •Il numero di cammini risolubili L in un canale multipath è dato, per definizione, da Tm/T = TmW. Poiché Tm è uguale al reciproco della banda di coerenza del canale, si ha che: L W f c 92/103 Tecniche di trasmissione a banda larga(2/6) •Viene fatta un’ipotesi di base: cioè che il canale sia a fading lento, supponendo pertanto che la condizione T<<(t)c sia ancora valida (è un’ipotesi ragionevole trattandosi di segnali a larga banda); •Supponiamo che W sia la larghezza di banda occupata dal segnale trasmesso (passabanda), il segnale equivalente passabasso sarà anch’esso a banda limitata: Sl(f) f -W/2 0 W/2 93/103 Tecniche di trasmissione a banda larga(3/6) •Poiché il segnale sl(t) è a banda limitata, il teorema del campionamento consente la seguente rappresentazione: sl (t ) n sl sinc W t n W n W (xxiii) •La trasformata di Fourier del segnale sl(t) sarà pertanto la seguente: 1 Sl ( f ) W 0 n sl e j 2fn W f W 2 n W altrove (xxiv) •Il segnale ricevuto da un canale frequency-selective può essere pertanto rappresentato nella seguente maniera (vedi slide successiva): 94/103 Tecniche di trasmissione a banda larga(4/6) 1 n 1 n t n (xxv) j 2 t n / W rl (t ) sl C f ; t e df sl c ;t W W W n W n W ove c(t;t) è la risposta all’impulso tempo-variante del canale. Si può osservare che (xxv) ha la forma di una somma di convoluzione, per cui potrà essere espressa nella seguente formulazione equivalente: 1 rl (t ) W n n sl t c ; t (xxvi) W W n definendo un insieme di coefficienti di canale tempo-varianti, ovvero: cn (t ) ˆ 1 n c ; t W W (xxvii) 95/103 Tecniche di trasmissione a banda larga(5/6) •Si arriva alla seguente formulazione finale: rl (t ) n cn (t )sl t W n (xxviii) •Dalla formula (xxviii) deriva una rappresentazione possibile del canale multipath selettivo in frequenza, ovvero come una linea di ritardo con ritardo temporale tra i diversi taps pari a 1/W e coefficienti di peso dei diversi taps {cn(t)} (vedi figura sottostante). 96/103 Tecniche di trasmissione a banda larga(6/6) •Per cui, trasmettendo un segnale, il cui equivalente passabasso ha una larghezza di banda pari a W, dove W >> (f)c possiamo ottenere una risoluzione del profilo del multipath del segnale ricevuto con granularità pari a 1/W; •La linea di ritardo verrà convenientemente troncata a L = [TmW]+1 tap. Il segnale ricevuto (a meno del rumore di canale) avrà pertanto la seguente formulazione: rl (t ) n cn (t )sl t W n 1 L (xxix) •I coefficienti di canale tempo-varianti {cn(t)}sono processi casuali a valori complessi, stazionari. Assumendo vera l’assunzione di scattering scorrelato, fatta in precedenza, i coefficienti {cn(t)} sono pure essi mutuamente scorrelati. Nel caso di fading di Rayleigh, il modulo di {cn(t)} è distribuito secondo Rayleigh, mentre la fase è distribuita uniformemente tra (-,). 97/103 Formato di segnale a banda larga per trasmissione su canali selettivi in frequenza Il tipico formato di segnale a banda larga, usato per realizzare la condizione W>>(f)c è il segnale Spread Spectrum a sequenza diretta (DS/SS); Tale segnale è ottenuto moltiplicando il flusso di bit contenente informazione per un segnale binario pseudo-casuale, caratterizzato da rate di segnalazione molto più elevato rispetto a quello del segnale recante informazione; Trasmettere informazione su una banda molto estesa con tecniche DS/SS, in modo da contrastare le degradazioni dovute al multipath fading, è un tipo di approccio correntemente usato in vari standard di trasmissione wireless digitale: IEEE 802.11 per trasmissione-dati su reti WLAN locali; IS-95 standard USA per telefonia cellulare; UMTS futuro standard europeo per comunicazioni radiomobili; Sistema satellitare a bassa orbita GLOBALSTAR per telefonia mobile. 98/103 Il ricevitore ottimo per canali selettivi in frequenza (1/4) A questo punto consideriamo il problema della ricezione ottimale di un segnale digitale su un canale selettivo in frequenza, modellato come una linea di ritardo con pesi tempo-varianti e statisticamente indipendenti, come quello appena visto; Abbiamo già visto che il segnale ricevuto è composto da L repliche dello stesso segnale trasmesso. Tanto più larga è la banda di trasmissione W e tante più repliche compariranno in ingresso al demodulatore e tanto più elevata sarà la probabilità di trovare una replica non troppo distorta, e quindi utile per estrarre l’informazione trasmessa; Consideriamo una segnalazione binaria sul canale (es. modulazione BPSK). Avremo due segnali-base sl1(t) e sl2(t) che potranno essere antipodali o ortogonali. La loro durata è scelta in maniera tale che T>>Tm, in modo tale da poter trascurare ogni tipo di interferenza intersimbolica dovuta al multipath fading; Nella trattazione successiva consideriamo la trasmissione di un segnale DS/SS, con modulazione BPSK, che è il caso classico di studio della ricezione a larga banda su canali selettivi in frequenza. 99/103 Il ricevitore ottimo per canali selettivi in frequenza(2/4) •Poiché la banda del segnale trasmesso eccede la banda di coerenza del canale, il segnale ricevuto potrà essere espresso nella seguente maniera: c (t)s (t k /W ) z(t) v (t) z(t) (xxx) L rl (t ) k li i k 1 0 t T, Sequenza PN (spreading) 0 Rumore AWGN i 1,2 sl1(t) sl2(t) T t 0 T t Segnali antipodali (BPSK/SS) 100/103 Il ricevitore ottimo per canali selettivi in frequenza(3/4) •Supponiamo che i coefficienti di canale [cn(t)] siano tutti noti, o comunque misurabili (nell’ipotesi, precedentemente fatta, di fading lento è possibile effettuare la stima di tali coefficienti, con metodi di equalizzazione a bassa complessità); •Concettualmente, il ricevitore ottimo per un simile segnale è un filtro adattato ai due segnali pseudo-casuali v1(t) e v2(t), seguito da un campionatore e da un circuito di decisione che scieglie il segnale in corrispondenza dell’uscita a correlazione maggiore; •L’implementazione pratica di tale ricevitore è ottenuta mediante una linea di ritardo, attraverso cui passa il segnale ricevuto rl(t). Il segnale, ad ogni tap, viene correlato con ck(t)[slm(t)]* dove k = 1,2…L e m = 1,2. La struttura di questo ricevitore è mostrata nella slide successiva. 101/103 Il ricevitore ottimo per canali selettivi in frequenza(4/4) Ricevitore RAKE (schema canonico) Questo tipo di ricevitore a linea di ritardo, tenta di “rastrellare” tutta l’energia proveniente dai segnali “dispersi” nei vari cammini e contenenti ognuno una replica del segnale trasmesso. Per questo motivo è stato definito ricevitore RAKE (cioè RASTRELLO) da Price e Green, che presentarono tale dispositivo in un loro lavoro datato 1958. 102/103 Note sulle prestazioni del ricevitore RAKE (1/2) La capacità del ricevitore RAKE di estrarre repliche del segnale e quindi di compensare gli effetti del fading dipende, in primo luogo, dalla larghezza di banda di trasmissione W. Un ricevitore RAKE funziona male nel caso in cui la banda di trasmission W sia confrontabile con la banda di coerenza del canale; La bontà delle prestazioni di un ricevitore RAKE di tipo canonico è condizionata dall’attendibilità della stima dei coefficienti di canale. Una stima attendibile di tali coefficienti è possibile da realizzare con algoritmi a bassa complessità se il fading è sufficientemente lento, ad esempio se (t)c>100T , ove T è l’intervallo di segnalazione. Quando una stima sufficientemente precisa dei coefficienti del canale non è possibile, o è troppo onerosa, perché il fading è troppo veloce (cosa che avviene, ad esempio, nei canali radiomobili urbani), si può usare una struttura RAKE alternativa, che non contempla la somma pesata delle uscite degli integratori, bensì una loro combinazione quadratica (vedi slide successiva). 103/103 Note sulle prestazioni del ricevitore RAKE(2/2) Ricevitore RAKE (schema alternativo) 104/103