All'Angelus della Giornata mondiale della pace Benedetto XVI esorta a leggere in profondità la crisi economica • La seconda parte del 2008 ha fatto emergere una crisi economica di vaste proporzioni. Tale crisi va letta in profondità, come un sintomo grave che richiede di intervenire sulle cause. Non basta - come direbbe Gesù - porre rattoppi nuovi su un vestito vecchio (cfr. Mc 2, 21). Mettere i poveri al primo posto significa passare decisamente a quella solidarietà globale che già Giovanni Paolo II aveva indicato come necessaria, concertando le potenzialità del mercato con quelle della società civile (cfr. Messaggio, 12), nel costante rispetto della legalità e tendendo sempre al bene comune. All'Angelus della Giornata mondiale della pace Benedetto XVI esorta a leggere in profondità la crisi economica • L'attuale crisi economica globale va vista in tal senso anche come un banco di prova: siamo pronti a leggerla, nella sua complessità, quale sfida per il futuro e non solo come un'emergenza a cui dare risposte di corto respiro? Siamo disposti a fare insieme una revisione profonda del modello di sviluppo dominante, per correggerlo in modo concertato e lungimirante? Lo esigono, in realtà, più ancora che le difficoltà finanziarie immediate, lo stato di salute ecologica del pianeta e, soprattutto, la crisi culturale e morale, i cui sintomi da tempo sono evidenti in ogni parte del mondo. All'Angelus della Giornata mondiale della pace Benedetto XVI esorta a leggere in profondità la crisi economica • Occorre allora cercare di stabilire un "circolo virtuoso" tra la povertà "da scegliere" e la povertà "da combattere". • Si apre qui una via feconda di frutti per il presente e per il futuro dell'umanità, che si potrebbe riassumere così: per combattere la povertà iniqua, che opprime tanti uomini e donne e minaccia la pace di tutti, occorre riscoprire la sobrietà e la solidarietà, quali valori evangelici e al tempo stesso universali. Buon lavoro a tutti Il nostro lavoro è necessario, desiderato, va incontro alle necessità della Chiesa e del mondo Luca Cipriani: La via obbligata, una nuova logica del fare per costruire la nuova “società dell’amore”: l’ideoprassi dinontorganica dott. Nicola Mele: la società come sistema di strutture coordinate e in continuo sviluppo dott. Piergiorgio Roggero: passare da una società ateo materialista ad una compatibile con l’uomo e il cristianesimo dott. Alberto Cetti: un esempio di società organico dinamica dott. Oliviero Riggi: la politica, il mezzo per costruire la civiltà dell’amore. Roberto Roggero: Realizzare la civiltà dell’amore subito, attraverso di noi, costruendo gli strumenti La figlia dell’ideoprassi vera: una nuova politica per uno sviluppo organico Prima parte Lo “tsusnami” finanziario che stiamo vivendo ha massacrato la nostra idea che possa sostenersi da sé il libero mercato. crisi economica • Ne abbiamo sentito parlare tutti, è partita con la crisi finanziaria di tutti gli istituti di credito • Quale entità? Per misurarla occorre calcolarla in n° di trilioni di dollari • In Italia la borsa è calata del 50% per cui chi aveva investito in azioni, magari il TFR, ha dimezzato il proprio capitale. • La crisi finanziaria si sta riversando nell’economia reale. Perché? Abbiamo ipotecato il futuro • Il mutuo è l’impegno delle risorse future di un ente • Per far funzionare l’economia abbiamo impegnato non solo tutte le nostre risorse reali, quelle del presente, ma anche quelle future, quelle che avremo disponibili nei prossimi anni. • Ma perché abbiamo ipotecato il futuro? Perché è stato stato necessario ipotecare il futuro? • Perché non abbiamo più risorse nel presente • Quando lancio un’azienda o un’economia per farla funzionare occorrono operai. • Questi operai si sostengono grazie a questa economia/azienda: se cessa non hanno più da mangiare. Devo assolutamente tenerla viva per tener viva la società. Un “buco interno” alla razionalità • Il progresso tecnologico dell’economia consente di aumentare la quantità di prodotto e diminuire il numero degli operai necessari • Abbiamo bisogno però di pagare gli operai per avere i consumatori. • Per ovviare all’inconveniente non resta che ampliare il mercato, così si mantiene in numero delle aziende. • Per ampliare il mercato ma occorrono risorse al consumatore. • Finite le risorse reali, dovevamo chiudere le aziende ma non era possibile, per mantenere viva assolutamente l’economia industriale attraverso il mutuo abbiamo introdotto le risorse del futuro nel presente. Il 50% del PIL USA (la locomotiva del mondo) era legato all’edilizia. La mancanza delle banche rende impossibile ipotecare il futuro • Come mai gli stati sono corsi tutti, senza tentennamenti, a soccorso delle banche? • Perché senza le banche che curano le transazioni è impossibile gestire l’economia • Ma anche perché le imprese non avrebbero avuto le risorse per progetti, ammortamenti. Solo attraverso di loro si può pompare il denaro dal futuro nel presente. Non pensiamo solo a Unicredito, delle banche fa parte anche la Banca d’Italia. L’entità del pompaggio è sicuramente il 16% ma probabilmente il 50% del PIL Si ferma l’espansione economica che non si basa sulle risorse possedute • Senza le banche che “prelevano dal futuro” si ferma l’espansione economica del presente. • Si fermano i progetti • Non si comprano più le auto • Se non si comprano più le auto … Si ferma l’economia reale • La FIAT mette in cassa integrazione tutti i dipendenti per un mese • I dipendenti non hanno più lo stipendio quindi comprano meno • Poiché si compra meno altre aziende chiuderanno • I dipendenti di queste altre aziende non avranno più risorse … Oggi non ci sono soluzioni • Il fatto che gli stati abbiano garantito le banche mette a posto il saldo contabile formale ma non risolve il problema • Anche gli stati per prestare i soldi alle banche hanno prelevato dal futuro attraverso i “BOT”, il debito pubblico. • Il problema è il prelievo dal futuro, non chi lo fa! Nessuno sa quando si fermerà questa crisi! Di certo si fermerà, quando tra risorse impiegate e risorse possedute tornerà il “pareggio” La crisi è globale Se gli USA piangono di certo noi non ridiamo La crisi ci evidenzia tante cose globalizzazione • La crisi finanziaria nata negli stati uniti si è espansa nel resto del mondo a velocità allucinante. – Perfino nella Cina, paese in sviluppo fortissimo, – Perfino nel Giappone, il pese dell’alta qualità • Sono andati in crisi tutti gli stati. Se mai avessimo avuto il dubbio dell’esistenza della globalizzazione dobbiamo ricrederci: l’EDUC esiste. • Per esistere come umanità abbiamo bisogno dell’economia, per gestirla abbiamo bisogno di un’unica razionalità che guidi il nostro sviluppo Una logica sempre più unitaria al di sopra delle nazioni • Che cosa è saltato? • Ciò che è saltato non è il mondo del tangibile. Le case esistono, sono ancora in piedi, sono in abbondanza. • Ciò che questa crisi impedisce è lo sviluppo dell’economia mondiale. • Ciò che è saltato è qualcosa di intangibile, una razionalità. Una unica logica per orientare l’agire collettivo • Questa crisi si risolverà definitivamente solo quando per rimediare capiremo che dobbiamo mettere le mani sulla razionalità che guida lo sviluppo del Mondo • Se ci domandiamo quante sono le logiche che sono saltate ci accorgiamo che alla fine è solo UNA. Una sola logica, in tutti gli stati di tutto il mondo, sempre la stessa. • La ” globalizzazione del modo di agire” è resa possibile: da una logica unificante per le azioni che orienta l’agire collettivo Logica unificante in funzione dello sviluppo e quindi della costruzione • Qual’era il compito di questa razionalità? • Lo abbiamo visto dai suoi effetti negativi: blocco dello sviluppo dell’economia e quindi della società • Questa logica unificante della globalizzazione (che si è bloccata) guida lo sviluppo e quindi la costruzione dell’azione costruttiva del mondo che chiamiamo EDUC La natura ciclica • In che modo questa logica ha questa funzione unificante? • La crisi ci mostra il meccanismo. Lo sviluppo dell’economia consente pagare gli operai che acquistando il necessario per vivere consentono la sopravvivenza dell’economia. • Si tratta di una razionalità di natura ciclica in quanto il risultato deve porre le premesse della nuova costruzione Cosa è saltato negli USA? • Negli Stati Uniti è saltato il ciclo che doveva mantenere in piedi l’economia la logica con cui si concatenano le cose, la logica che guida la globalizzazione • Non ha avuto effetti solo sulle aziende. Gli effetti principali sono sulle persone che hanno dimezzata la pensione, non hanno soldi, non sanno come arrivare a fine mese … • Assieme all’economia è in crisi anche la società (dei cosiddetti “consumatori”) che fa corpo unico con essa È saltato il Modello di società. • Improvvisamente ci siamo accorti che la logica/razionalità che usavamo per far funzionare le cose era insostenibile, aveva una contraddizione in sé stessa • È saltato il MODELLO di società • Ma perché gli USA e il mondo hanno adottato questo modello?Si può fare a meno? Oggi siamo garantiti da un modello di “sviluppo continuo” della RI • Siamo costretti ad adottare un Modello. La crisi ha messo in evidenza anche perché lo dobbiamo fare: le industrie altrimenti si fermano • L’”esplosione delle Banche” ha messo in pericolo la possibilità di gestire la rivoluzione industriale che dà da mangiare a tutti. Lo ha fatto non distruggendo le case ma bloccandone lo sviluppo • Il risultato è la Stagnazione (PIL sottozero in Italia) Quale soluzione? Per identificarla dobbiamo lavorare sulla razionalità che è saltata Occorre cambiare il ciclo scelto a fondamento della globalizzazione • è impossibile sistemare la situazione senza andare alla causa che l’ha generata, senza cambiare il ciclo fondamentale • Deve essere sostenibile, deve sostenere il mondo, ma anche compatibile col nostro essere di cristiani che vogliono costruire la civiltà dell’amore. Per fortuna non dobbiamo inventarla, essa è già posta, dobbiamo però esplicitarla e comunicarla Come fare a scegliere un’alternativa? Occorre conoscere scientificamente per poter capire “da prima” il risultato della scelta per non ritrovarci nella … melma di nuovo.