CENNI SULLA STORIA DELL’ASSISTENZA . SANITARIA IN ITALIA •In Italia, prima dell'istituzione del Servizio sanitario nazionale, il sistema assistenziale era basato su numerosi enti mutualistici o casse mutue. Il più importante tra di essi era l'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro le Malattie (INAM). •Nel 1958, con la legge n. 259, il Governo Fanfani II per la prima volta istituì in Italia il Ministero della Sanità, scorporandolo dal Ministero degli interni. •Nel 1968, con la legge n. 132 (cosiddetta legge Mariotti, dal nome del ministro Luigi Mariotti), fu riformato il sistema degli ospedali, fino ad allora per lo più gestiti da enti di assistenza e beneficenza, trasformandoli in enti pubblici (enti ospedalieri) e disciplinandone l'organizzazione, la classificazione in categorie, le funzioni nell'ambito della programmazione nazionale e regionale ed il finanziamento. •Nel 1978 la legge n. 833 (la c.d. riforma sanitaria) soppresse il sistema mutualistico ed istituì il Servizio sanitario nazionale, con decorrenza del 1º luglio 1980 (la cosiddetta "Riforma Sanitaria"). ASSISTENZA SANITARIA Il Servizio sanitario nazionale (Ssn) tutela la salute dei cittadini, italiani e stranieri, in tutte le Regioni italiane, fornendo loro l’assistenza sanitaria attraverso strutture e servizi. I Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria (LEA) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) è tenuto a garantire a tutti i cittadini, gratuitamente o in compartecipazione, grazie alle risorse raccolte attraverso il sistema fiscale. LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA Tali livelli : 1. Sono stati scelti in base principi di efficacia e di appropriatezza: deve essere dimostrato che quella cura sia efficace, utile per ridurre o eliminare la malattia, ed appropriata per quella determinata patologia. 2. Sono suddivisi in tre aree: - l’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, che include tutte le attività che servono per mantenere una migliore qualità della vita di tutti i giorni. (le vaccinazioni, la prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie, la tutela dai rischi connessi con gli ambienti di vita, gli inquinanti ambientali e gli infortuni sul lavoro) - l’assistenza distrettuale, quella erogata dalle Asl e dai Distretti sanitari. Essa comprende la medicina di base ambulatoriale e domiciliare, la guardia medica, l’emergenza, l’assistenza farmaceutica, l’assistenza integrativa alimentare e quella per le persone con il diabete mellito, l’assistenza specialistica e diagnostica, l’assistenza protesica, l’assistenza domiciliare, i disabili, le persone dipendenti da droghe o da alcool, le persone con malattie in fase terminale o con HIV, le persone anziane non autosufficienti, le persone con problemi psichiatrici. - l’assistenza ospedaliera, il pronto soccorso, il ricovero ordinario, il day hospital ed il day surgery, l’ospedale domiciliare, la riabilitazione, la lungodegenza, i servizi di trasfusione e di trapianto di organi e tessuti. PIANO NAZIONALE DEGLI INTERVENTI E DEI SERVIZI SOCIALI,2001-2003 il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali per il triennio 2001-2003 rappresenta il primo passo concreto per l'applicazione della legge quadro "sull'assistenza" (sul diritto delle pari opportunità)(L.328/2000). Gli interventi sociali devono garantire il miglioramento della qualità della vita, pari opportunità e non discriminazione delle condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale derivanti da difficoltà economiche, sociali o fisiche Le aree di intervento del piano sono: 1. sostegno domiciliare alle persone non autosufficienti 2. interventi di contrasto delle povertà 3. sostegno delle responsabilità familiari 4. diritti dei minori 5.interventi a favore di immigrati, tossicodipendenti e adolescenti. 1. SOSTEGNO DOMICILIARE ALLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI L’assistenza domiciliare è un servizio organizzato per permettere alle persone ammalate, quando le condizioni cliniche e familiari lo consentono, di vivere il più possibile nel proprio ambiente, tra le persone care. è un tipo di servizio erogato direttamente a casa dell'utente E’ rivolta prevalentemente : 1. ammalati con patologie oncologiche ad uno stadio molto grave 2. ammalati con patologie croniche (anziani non autosufficienti) 3. a bambini con malattie croniche, 4. a persone con gravi disabilità (persone con handicap) Il servizio è garantito da equipe composte da diversi operatori: medici, infermieri, assistenti Assistenza alle persone anziane La persona anziana non autosufficiente può accedere, a seconda del tipo di bisogno e della situazione familiare, a diversi servizi di assistenza socio-sanitaria: l’assistenza domiciliare, l’assegno di cura, l’assistenza in RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale), l’ospitalità in casa protetta, il centro diurno. L’ Unità di valutazione geriatrica(U.V.G) è una commissione multidisciplinare (geriatra, infermiere e assistente sociale, se necessario anche fisiatra) che ha il compito di rilasciare la dichiarazione di non autosufficienza dell’anziano, di valutarne i bisogni e di elaborare un progetto individualizzato che stabilisce le forme di intervento più adeguate per ogni singolo caso. L’UNITÀ DI VALUTAZIONE GERIATRICA (U.V.G.) La valutazione geriatrica affronta: La salute fisica del paziente attraverso la visita medica tradizionale, l’anamnesi farmacologica e i test diagnostici e strumentali Lo stato cognitivo attraverso la Mini Mental State Examination (MMSE) e sue varianti (AMTS), oppure lo Short Portable Mental Status Questionnaire (SPMSQ) Lo stato affettivo, attraverso la Yesavage Geriatric Depression Scale Lo stato funzionale , attraverso l’Activities of Daily Living (ADL) e l’instrumental Activities of Daily living (IADL) Le condizioni sociali , attraverso quastionari su condizioni abitative, economiche e la rete di supporto ambientale e familiare. La Valutazione Geriatrica Globale è considerata un valido strumento per identificare i molteplici problemi dei pazienti geriatrici, al fine di migliorare la loro qualità di vita e sviluppare interventi specifici. SCALE DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE Le scale di valutazione multidimensionale consentono di identificare e descrivere, o predire, la natura e l’entità dei problemi di salute di natura fisica, psichica e funzionale di una persona non autosufficiente, e a caratterizzare le sue risorse e potenzialità. Valutazione dello stato cognitivo Mini Mental State Examination (MMSE) è un test per la valutazione dei disturbi dell'efficienza intellettiva e della presenza di deterioramento cognitivo. E’ costituito da 30 domande che fanno riferimento a 7 aree cognitive differenti: 1. Orientamento nel tempo 2. Orientamento nello spazio 3. Registrazioni di parole attenzione e calcolo 4. Rievocazione 5. Linguaggio 6. Prassia costruttiva Il punteggio totale è compreso tra un minimo di 0 ed un massimo di 30 punti: Uguale o inf a 18 , grave compromissione delle abilità cognitive Compreso tra 18 e 24 , compromissione da moderata a lieve Pari a 25 , è considerato bordeline Da 26 a 30 , indice di normalità cognitiva SCALE DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE Valutazione dello stato funzionale L’activities of Daily Living scala di valutazione delle attività di vita quotidiana (Indice di barthel) Indicativa sulle capacità del soggetto di alimentarsi, vestirsi, gestire l'igiene personale, lavarsi, usare i servizi igienici, spostarsi dalla sedia al letto e viceversa, deambulare in piano, salire e scendere le scale, controllare la defecazione e la minzione. Il punteggio assegnato per ogni funzione può essere 15, 10, 5 o 0 (a punteggio maggiore corrisponde maggiore autonomia) Il punteggio massimo (100) è assegnato solo se il paziente esegue il compito in modo completamente indipendente, senza la presenza di personale d'assistenza, ed indica l'indipendenza in tutte le attività di base della vita quotidiana L’ACTIVITIES OF DAILY LIVING SCALE DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE Valutazione dello stato funzionale DMI (Indice medico di non autosufficienza) Fabris F. e Coll, Min. Med. 80, suppl. 1,1989 1. Strumento di valutazione di non autosufficienza nell’anziano # Composta da criteri assoluti e relativi che compila il medico dopo aver valutato il paziente e preso visione degli eventuali referti e/o lettere di dimissione CARTA DEI DIRITTI DELL'ANZIANO Tramite questa Carta,si intende stabilire una struttura comune di riferimento da adottare in tuttal’Unione Europea per promuovere il benessere e la dignità delle persone anziane non autosuffi cienti. Art. 1 Diritto alla dignità, all’integrità fi sica e mentale,alla libertà e alla sicurezza Art. 2 Diritto all’autodeterminazione Art. 3 Diritto alla privacy Art. 4 Diritto a cure appropriate e di alta qualità Art. 5 Diritto ad informazioni personalizzate,ai consigli e al consenso informato Art. 6 Diritto a continuare a ricevere comunicazioni,alla partecipazione alla vita sociale e alle attività culturali Art. 7 Diritto alla libertà di espressione e libertà di pensiero e di coscienza: convinzioni, credo e valori Art. 8 Diritto alle cure palliative e al sostegno,al rispetto e alla dignità nell’agonia e nella morte Art. 9 Diritto al risarcimento Art. 10 Le tue responsabilità Vengono dati anche suggerimenti ai: Caregiver informali: comprendono principalmente parenti, ma anche amici, vicini e volontaridella comunità. In alcuni paesi, i caregiver informali includono immigrati irregolari che assistono a casa persone anziane non autosuffi cienti. Caregiver professionali: personale di assistenza domiciliare, di comunità e di strutture assistenziali. CARTA DEI DIRITTI DELL’ANZIANO Art 1.La Carta dichiara che… Qualora nell’invecchiamento ti trovi a dover dipendere dall’aiuto e dalla cura di altri, permane il diritto al rispetto della tua dignità umana,al tuo benessere fisico e mentale, alla libertà ed alla sicurezza. “Non ho fame, l’unica cosa che mangerei è un vasetto di yogurt, ma non riesco ad aprirlo, quindi lascio perdere”. Art 2. Diritto all’autodeterminazione permane il diritto a fare le tue scelte di vita ed al rispetto della tua libera volontà. “Ciò che mi manca è la libertà di scegliere, di scegliere quando alzarmi,cosa mangiare a pranzo, o cosa indossare”. Art 3. diritto alla privacy CARTA DEI DIRITTI DELL’ANZIANO Art. 4 Diritto a cure appropriate e di alta qualità permane il diritto a cure di alta qualità ed a trattamenti adatti ai tuoi personali bisogni e desideri. Art. 6 Diritto a continuare a ricevere comunicazioni,alla partecipazione alla vita sociale e alle attività culturali permane il diritto ad interagire con gli altri ed apartecipare alla vita civile, alle attività di educazione permanente e alle attività cuturali "Quando mia moglie è morta, mi sono sentito veramente perso e isolato. Non sapevo cucinare un pasto decente, ma allo stesso tempo non volevo affi darmi ai servizi di consegna a domicilio. La signora del servizio di comunità mi ha incoraggiato a partecipare alle loro lezioni di cucina per anziani e adesso eccomi qui. Ho 93 anni, e mi diverto davvero molto! Ho conosciuto persone nuove e ci divertiamo assieme." La mancanza di partecipazione e di influenza nella società può portare all’isolamento, all’inattività e al senso di inutilità, che sono tutti fattori che possono provocare depressione. Art. 7 permane il diritto di vivere secondo le tue convinzioni, credo e valori. ogni individuo deve essere libero di praticare i propri riti religiosi o seguire le proprie tradizioni culturali. Art.8 Hai diritto ad una morte dignitosa e con modalità corrispondenti alle tue volontà E’ importante fornire sostegno emotivo alla persona morente e alla sua famiglia. ALLETTAMENTO Secondo l’art 6. (carta dei diritti dell’anziano) La mancanza di partecipazione e di influenza nella società può portare all’isolamento, all’inattività e al senso di inutilità, che sono tutti fattori che possono provocare depressione. Lo stato depressivo del tono dell’umore rientra tra le patologie psico-sociali che causano l’allettamento. Un prolungato allettamento provoca: 1. Atrofia e debolezza muscolare 2. Contratture e dolori articolari 3. Aumento del lavoro cardiaco 4. Ipotensione ortostatica 5. Trombosi ed embolia…..stipsi….lesioni da pressione…. ALLETTAMENTO tutto ciò scoraggerà Il paziente nei tentativi di rialzarsi e progressivamente Si aggraverà Cosa fare???? La strategia di intervento è: PREVENZIONE attraverso la promozione del movimento 1. 2. 3. 4. 5. 6. Limitare la permanenza del paziente a letto Mettere in opera il più precocemente possibile tutti i presidi necessari alla prevenzione dei decubiti Cambiare il decubito del paziente con frequenza nelle 24 ore; Stimolare il paziente dal punto di vista intelletivo facendolo partecipare al programma terapeutico; Adattare l’ambiente alle sue capacità funzionali; Mobilizzare quotidianamente (mantenimento della posizione seduta per lunghi periodi, brevi tentativi di mantenere la posizione ortostatica, deambulare con aiuto e\o sostegni) ACCERTAMENTO DELLA MOBILITÀ L’accertamento 1. 2. 3. 4. da effettuarsi è il seguente: Valutare la mobilità e la meccanica corporea ( la forza e il tono muscolare , la coordinazione dei movimenti , l’andatura, la flessibilità articolare, il dolore durante il movimento , il rischio di cadute, l’intolleranza all’attività , la motivazione o la riluttanza al movimento, alterazioni o lesioni dei piedi , condizioni circolatorie) Valutare le restrizioni motorie (posizioni obbligate , immobilità) Valutare la quantità e le qualità del moviment (ADL e IADL) pregresso e attuale Valutare la capacità di usare gli ausili e gli stili di vita riguardo lo svolgimento delle attività quotidiane di vita VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI LESIONI CUTANEE 1. La scala di braden ideata nel 1987,esamina 6 parametri: la percezione sensoriale intesa come abilità a rispondere in modo corretto alla sensazione di disagio correlata alla pressione; 2. il grado di esposizione della pelle all'umidità; 3. il grado di attività fisica; 4. la capacità di cambiare e di controllare le posizioni del corpo; 5. lo stato nutrizionale; 6. frizione e scivolamento. Il paziente ,frequentemente, viene spostato dai familiari in modo scorretto e inadeguato, trascinato piuttosto che sollevato con conseguente danno alla cute e alle strutture sottostanti. Il punteggio da dare a ciascun parametro va da 1 a 4 Il punteggio minore o uguale a 16 è indicativo di rischio VALUTAZIONE DEL RISCHIO CADUTA IL SEGRETO PROFESSIONALE “ E’ l’obbligo deontologico a mantenere il segreto su tutto ciò di cui un professionista venga a conoscenza nell’esecizio della propria professione” Alcuni doveri professionali (come quello in oggetto) è etica prima ancora che deontologia o giurisdizione. Senza questo profondo convincimento ogni comportamento, anche se apparentemente rispettoso dei diritti del paziente, rimarrà solo formale adempienza legalistica. L’ETICA DELLE DECISIONI ALLA FINE DELLA VITA Oggi si vedono due ipotesi: 1. diritto del paziente di decidere quando e come morire 2. dovere del medico di tutelare la vita (purtroppo anche con interventi che talora vanno contro il rispetto della vita stessa) terza ipotesi:accompagnamento alla morte nell'accettazione del limite naturale di questa. il malato terminale è una persona particolarmente vulnerabile e sofferente, in una parola, bisognosa. Ma qual’è il bene del paziente???? ACCANIMENTO TERAPEUTICO Vi è, infatti, una obbligazione di base a conservare la vita di una persona ma la morte non deve essere evitata a tutti i costi. Eutanasia o accanimento terapeutico? Per accanimento terapeutico si intende quell'atteggiamento negativo degli operatori sanitari inteso a prolungare il più possibile e con ogni mezzo il momento del decesso del paziente, attuando interventi che hanno come unico effetto quello di rendere penosa la sua vita residua. l'accanimento terapeutico si realizza quando : 1. la documentata inefficacia dei trattamenti attuati, da cui deriva l'inutilità degli stessi; 2. la gravosità del trattamento, - rischia di provocare nuove ed ulteriori sofferenze al paziente, al punto da poter parlare di "violenza" terapeutica; Accanto al concetto di accanimento terapeutico, però, ne esiste un altro che è molto diverso dal primo e cioè quello di insistenza terapeutica, da intendersi come atteggiamento eticamente positivo da parte del medico, impegnato a prolungare le terapie di sostegno delle funzioni vitali anche per lungo tempo (utile a migliorare, seppure in misura minima, la qualità della vita.) Ad es., la ventilazione meccanica elimina l'angoscia del senso di morte imminente che è sempre presente nei pazienti con insufficienza respiratoria scompensata ACCANIMENTO TERAPEUTICO Le cure palliative non cercano né di affrettare la morte né di procrastinarla, ma piuttosto di controllare il dolore e aiutare le persone a raggiungere la fine della vita morendo in pace e dignitosamente. Le cure palliative di qualità devono puntare a prevenire e ridurre la sofferenza, con il trattamento del dolore e di altri sintomi spiacevoli, cure psicologiche e spirituali, e migliorare la qualità della vita di fronte a problemi di salute seri e complessi. Il personale deve essere preparato per quanto riguarda l’approccio al termine della vita, e deve possedere i mezzi adatti a rispettare la scelta della persona (sostegno psicologico, rispetto per la persona e la sua famiglia, coinvolgimento della famiglia). presa in carico del paziente (to care), più che dalla cura del sintomo o patologia (cure) Io sono un uomo Già, un anziano! Ma chi può trovare “teneramente bello” un vecchio? Quanti pensieri nella mia mente, se solo fossi capace di tradurli in parole! Chi mi viene a trovare mi guarda forse con un po’ di compassione, un abbraccio , una lacrima …. io sono un vecchio al quale la malattia ha tolto la capacità di formulare frasi e concetti, ma la mia mente e il mio cuore traboccano di parole che