U.O. Medicina-Lpa P.O: Loreto “La dimissione a domicilio” Progetto di miglioramento della qualità organizzativa e e tecnico-professionale di Letizia Tesei 30 maggio 2012 Parole chiave • Chronic Care Model (CCM) • Infermiere Case Manager (ICM) • Infermiere di Continuità Assistenziale (ICA) • Educazione Terapeutica del paziente (ETP) Chronic Care Model (CCM) Modello assistenziale che permette la gestione della patologia cronica e l’empowerment della persona Elementi costitutivi : valutazione dei bisogni assistenziali Organizzazione dei servizi sanitari al fine di rispondere ai bisogni dei cittadini affetti da patologie croniche Coinvolgimento dei cittadini per aumentare la conoscenza della malattia e la capacità di autogestione Programmazione degli interventi: prevenzione, diagnosi, cura e controlli, (sanità d’iniziativa) Infermiere Case Manager (ICM) e Infermiere di Continuità Assistenziale (ICA) Modello organizzativo di presa in carico continuativa, intensiva ed a lungo termine che permettere un’efficacia maggiore degli interventi nei confronti degli utenti, consentendo una maggior efficienza dei Servizi, un contenimento dei costi e l’appropriatezza degli interventi Educazione Terapeutica del paziente (ETP) Attività finalizzata ad aiutare la persona malata e la sua famiglia a comprendere la malattia ed il trattamento, a collaborare alle cure, a farsi carico del proprio stato di salute, a conservare e migliorare la propria qualità di vita.” Progetto di miglioramento della qualità organizzativa e tecnico-professionale Analisi dell’attuale contesto: cambiamento della struttura demografica , epidemiologica, sociale della popolazione maggiore richiesta di prestazioni sanitarie indotte dal sistema stesso. Evoluzione della domanda sanitaria Differenziazione nella tipologia del target di pazienti ricoverati: complessità clinica (pluripatologie, comorbilità), complessità assistenziale (alta prevalenza di pazienti anziani, con incapacità funzionali nelle AVQ e quindi perdita di autonomia), • aumento della “criticità cronicizzata”, durante il periodo di degenza • aumento di quelle che possono essere definite “DIMISSIONI DIFFICILI”. L’ictus cerebrale Continua a rappresentare uno dei più rilevanti problemi sanitari e sociali anche in ragione della frequenza che tende ad aumentare in relazione all’invecchiamento della popolazione; L’evidenza scientifica indica la necessità di strutturare una rete di servizi integrati ospedalieri e territoriali Una riflessione attenta sui modelli organizzativi, sulle competenze e le condizioni necessarie ad un efficace impiego delle risorse, diviene quindi un’esigenza prioritaria nell’organizzare i processi assistenziali all’interno dell’U.O. di Medicina-LPa del P.O. di Loreto. Nascono così all’interno di questa organizzazione, i concetti di presa in carico, di continuita’ terapeutico-assistenziale, di progetto assistenziale ed il consolidamento dell’ equipe multidisciplinare, come strumento operativo necessario per realizzarli Partendo dal presupposto che il momento del ricovero é cruciale per la buona riuscita di un percorso di dimissioni protette, è necessario individuare tre fasi: • ammissione • degenza • dimissione e presa in carico dal distretto territoriale Per ognuna di queste fasi è importante individuare: l’operatore incaricato e responsabile di metterla in atto, le modalità e gli strumenti per farlo, i tempi massimi, i criteri di valutazione del risultato e relativi indicatorie gold standards. A partire da Ottobre 2011, è stato avviato in regime di sperimentazione nell’U.O. di Medicina-LPa del P.O. di Loreto, un progetto di miglioramento della qualità organizzativa e tecnico professionale. Obiettivi del progetto 1. Valorizzazione delle risorse umane 2. Focus sulla presa in carico e sulla dimissione STRATEGIE ORGANIZZATIVE Inserimento del ruolo di: INFERMIERE CASE MANAGER INFERMIERE DI CONTINUITA’ ASSISTENZIALE Focus su: Pianificazione assistenziale individualizzata Dimissione protetta Motivazioni all’adozione del modello ICM e ICA E’ ormai dimostrato che i programmi di Case Management sono un modello di presa in carico continuativa, intensiva ed a lungo termine che, se introdotti nelle realtà operative, possono permettere un’efficacia maggiore degli interventi nei confronti degli utenti, consentendo una maggior efficienza dei Servizi, un contenimento dei costi e l’ appropriatezza. Le parole chiave che guidano il modello di Case Management sono, infatti, sostanzialmente tre: • integrazione assistenziale, intesa come coerenza fra ciò che è stato progettato con ciò che viene e verrà realizzato; • coordinamento dell’assistenza, inteso come modalità in cui il progetto terapeutico assistenziale viene seguito da ogni professionista coinvolto; • continuità assistenziale, intesa come l’estensione del progetto in tutti gli ambiti e le fasi di svolgimento (ospedale-territorio). Inserimento delle funzioni di Infermiere Case Manager ha previsto tra gli interventi di tipo organizzativo la variazione del profilo orario degli infermieri “fuori turno”. Il profilo di 7,12 ore distribuito su 5 giorni ha permesso di includere nel piano di attività degli stessi tempi utili alla pianificazione assistenziale e al passaggio corretto delle informazioni tra gli infermieri turnisti e fuori turno nei diversi turni giornalieri e l’attivazione tempestiva della figura dell’infermiere di continuità assistenziale per quelle situazioni definibili “dimissioni difficili”. Ruolo dell’ infermiere case manager • La dimensione clinica si concretizza nell’accertamento infermieristico dei problemi esistenti o potenziali dei pazienti e delle loro famiglie, nell’elaborazione di un piano assistenziale in linea con il progetto terapeutico-riabilitativo • La dimensione manageriale si estrinseca nel ruolo di facilitatore e coordinatore dell’assistenza degli utenti durante il percorso dell’utente all’interno del’U.O.. Infermiere di continuità assistenziale L’individuazione dell’infermiere di continuità assistenziale (ICA) nella figura dell’infermiere referente dell’attività ambulatoriale Garantisce e svolge: 1. FUNZIONE DI COLLEGAMENTO CON IL TERRITORIO, sia nella fase che precede la presa in carico del paziente, che nella fase di dimissione, attraverso il contatto diretto con i MMG 2. UNA FUNZIONE DI ORIENTAMENTO finalizzata alla facilitazione dei percorsi diagnostici-terapeutico degli utenti che afferiscono dal territorio o dal regime di ricovero che necessitano di prestazioni a vario livello. Infermiere di continuità assistenziale 3. l’attuazione durante il regime di ricovero degli assistiti di interventi di educazione terapeutica, utili a facilitare la gestione della persona a domicilio da parte dei familiari e/o del caregiver. 4. Attivazione percorsi di continuità assistenziale (ADI) 5. Programmazione di follow-up di controllo Pianificazione assistenziale individualizzata L’adozione di nuova scheda d’accertamento infermieristico basata sui modelli della salute di M. Gordon e la pianificazione assistenziale attraverso il linguaggio standardizzato N-N-N ha consentito: 1. una appropriata presa in carico della persona e di conseguenza una corretta pianificazione degli interventi assistenziali 2. di individuare tempestivamente le aree assistenziali problematiche (Diagnosi Infermieristiche) che interessano il target assistiti con DIMISSIONE DIFFICILE 3. il lavoro multidisciplinare In particolare, durante il periodo di sperimentazione L’Infermiere di Continuità Assistenziale è stata attivato dall’Infermiere Case Manager per interventi di tipo educativo terapeutico rivolti a: • area della nutrizione (gestione dell’alimentazione enterale), • gestione della salute (gestione regime farmacologico,gestione della terapia insulinica, uso corretto del reflettometro per il monitoraggio dei valori glicemici), • area della mobilizzazione (posizionamento a letto, in carrozzina,e in stazione eretta, prevenzione a domicilio delle cadute, prevenzione della sindrome da immobilizazione), • cura del sé (igiene a letto della persona), • gestione delle lesioni di vario tipo (lesioni da pressione, piccole medicazioni), • area dell’eliminazione (gestione del catetere vescicale, monitoraggio diuresi, monitoraggio e gestione dell’alvo). Tali interventi sono registrati in un’apposita scheda cartacea alla scopo elaborata. LA DIMISSIONE • rappresenta l’anello debole del passaggio della persona assistita da un servizio all’altro • e’ l’aspetto cruciale del piano di assistenza che risponde al diritto della persona e della sua famiglia di essere coinvolti ed accompagnati in ogni su fase la dimensione clinica non è quindi l’unico criterio che definisce la dimissibilità del paziente NODI CRITICI DELL’OFFERTA SANITARIA NELLA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE MANCANZA DI PIANIFICAZIONE SUI TEMPI DELLA DIMISSIONE CARICOASSISTENZIALE ELEVATO RICHIESTO AI FAMILIARI NON PREPARATI ADEGUATAMENTE E LENTA ATTIVAZIONE DEI SERVIZI TERRITORIALI SCARSA ATTENZIONE AI BISOGNI DEI GRUPPI FRAGILI CARENZA DEL SISTEMA DELLE CURE INTERMEDIE CARENZA DI STRUTTURE RESIDENZIALI Dimissione e Infermiere di continuità assistenziale Per la persona e la sua famiglia: significa sentirsi presi in carico da un professionista che è a conoscenza del percorso ospedaliero, che è in grado di sviluppare un piano assistenziale e di seguirlo nel tempo Per i professionisti: significa avere sufficienti informazioni e conoscenze sulla persona e la sua famiglia ed applicare al meglio le competenze Per garantire ciò, è necessario che: la persona e la famiglia siano adeguatamente preparati alla dimissione Venga attivato un percorso clinico-assistenziale che prosegua anche dopo la dimissione Venga valorizzato il ruolo della famiglia e delle risorse informali come partners del team assistenziale Passaggio di informazioni e condivisione della“storia”con altri professionisti Tempestività nella raccolta delle informazioni in fase H e nell’attivazione delle risorse necessarie nel momento immediatamente successivo alla dmissione Monitoraggio,accompagnamento Pianificazione della dimissione Infermiere di continuità assistenziale Rappresenta nella sperimentazione attuata il “ponte di collegamento” che permette il passaggio appropriato del paziente dall’esperienza ospedaliera a quella territoriale!