Ricordi di pesca
di Mimma Califano
Chiacchierata tra amici all’incontro
“Ponza-a-Lanuvio” del 24 aprile 2010
Introduzione
• I ponzesi: contadini e pescatori
• Una pesca ‘di nicchia’ fatta a Ponza fino a circa la
metà degli anni ‘70; a volte per ‘tradizione’ familiare
• Aveva alle spalle una conoscenza profonda
dell’ambiente e delle abitudini dei pesci
• Interessava più persone con più barche; tecniche e
reti specifiche per ogni tipo di pesca
• Altri tempi: accordi e contatti in epoca pre-telefono.
I’ munaciell’…
Tipi di pesca di cui si parlerà:
1. A aùglie / Aguglie
2. A palàmm’t / Palamita
3. A ricciòl’ / Ricciole
4. A casturiéll’ / Castardelli
1. ‘A pesca a’ aùglie
Belone belone, conosciuto comunemente come
Aguglia, è un pesce pelagico della famiglia dei
Belonidae
Aguglia (caratteristiche)
Pesce dal corpo sottile ed allungato, dalle mascelle (provviste di denti
numerosi ad aguzzi) a forma di ‘becco’. Da ciò deriva il nome scientifico della
famiglia dei belonidi (dal greco ‘belone’: ‘ago’). Un carattere peculiare è dato
dallo scheletro di colore verde. Il dorso è di colore blu verdastro con una
banda scura mediana; i fianchi, al di sotto della banda scura, ed il ventre,
sono argentati.
L’aguglia è un pesce predatore che vive in branchi, sempre in movimento: nel
periodo che va da Novembre a Marzo, questi pesci si inabissano in profondità, mai
troppo lontano dalla costa o dalle secche in mare aperto. Da Aprile-Maggio fino al
termine dell’estate si riportano in superficie avvicinandosi alla terra, sempre in
continuo movimento, alla ricerca del cibo. Localizzare i branchi di aguglie è
abbastanza semplice, poiché le aguglie si muovono poco sotto il pelo dell’acqua,
causando sulla superficie caratteristici ondeggiamenti semicircolari, che risaltano
nettamente soprattutto quando il mare è calmo. Normalmente questo pesce resta
durante tutta la buona stagione in acque superficiali. Quando, durante questa
stagione, le aguglie tornano ad inabissarsi in profondità, è un segno anomalo, che
indica perturbazioni atmosferiche.
Le aguglie seguono di norma i branchi di sardine e di acciughe ‘novelle’, loro cibo prediletto ed
abituale. Il periodo della riproduzione è la primavera: la femmine depongono le uova in zona di
mare dove siano presenti alghe o piante acquatiche. Le uova hanno circa tre millimetri di
diametro, e sono munite di sottili filamenti che servono ad ‘attaccarli’ alla flora sommersa.
1. ‘A pesca a’ aùglie
• Pesca invernale e notturna
• mare calmo
• temperatura non troppo fredda
• mare non torbido (non dopo piogge)
• reti e tecniche
1. Aùglie
• ‘A ret’ a ‘aùglie
• le tecniche di pesca:
- con due barche;
- con una piccola rete di superficie:
2. Palamm’t
Tonnetto o Palamita
Nome scientifico: Sarda sarda - Famiglia: Scombridi
Palamita o Tonnetto, Questa specie di Tunnide è gregaria, si
riproduce in primavera-estate e si ciba di pesci (Clupeidi:
sardine, aringhe), crostacei e cefalopodi. Può raggiungere
lunghezza max di 1 m e 12 Kg di peso, ma è più comune da 30 a
80 cm. La palamita è molto comune in Mediterraneo; forma
grandi banchi che nuotano in superficie. In genere non vanno
oltre i 200 m di profondità. Le palamite migrano dalla Grecia
al Mar Nero verso maggio-giugno e ritornano alla fine di luglio
nei nostri mari
2. Palamm’t
Tonnetto o Palamita
ATTENZIONE ALLA CONFUSIONE DEI TERMINI..!
In italiano, oltre che il nome del pesce (‘palamita’), ‘palàmite’ (dal
greco polymitos: molti fili) è anche un tipo di lenza..!
I palamiti (lenze) per i merluzzi sono costituiti da un lungo filo di
nylon con delle protuberanze ad intervalli regolari per l’ attacco
degli ami. Venivano stesi per qualche chilometro e grazie alla
zavorra andavano a depositarsi sul fondo del mare a 150-200 passi
di profondità, dove vivono i merluzzi.
2. Palamm’t’
• molte somiglianze con la pesca a aguglie
• Due barche affiancate ‘poppa e poppa’
che portano una rete grande metà
ciascuna; una terza barca poco più avanti
• “spaccà a palamm’t’ abbasci’a’custera”
(andare su e giù, da dietro la Ravia fino a
Calacaparra, più volte durante la notte
• Qualche volta si tornava a terra, per
andarsi a riscaldare, per un caffè…
A’ rìcciòl’
La ricciola, nome scientifico Seriola dumerili, è un pesce
marino appartenente alla famiglia Carangidae.
È il più grande pesce della famiglia dei Carangidi; può
raggiungere i 2 metri di lunghezza.
È un pesce pelagico caratterizzato dalla colorazione argentea
azzurra, con una linea longitudinale di colore oro, coda forcuta
e due pinne dorsali, la prima corta e la seconda lunga.
Presenta una barra bruna obliqua che attraversa l'occhio.
Ricciola. Abitudini
La Ricciola è comune in tutto il Mediterraneo e nell'Atlantico
meridionale. È un pesce d'alto mare; solitamente incrocia al
largo, in piccoli branchi, inseguendo i piccoli pesci azzurri, di
cui si ciba.
Nel periodo degli amori la ricciola sente il bisogno di acque
meno profonde e un po’ più calde, adatte ai riti sessuali e alla
deposizione delle uova.
In primavera, fino a tarda estate, la ricciola compare
all'improvviso in prossimità delle coste, soprattutto al
largo delle punte rocciose che si incuneano nel mare e sulle
secche.
È comunque più facile incontrarla al Sud che al Nord; più
nelle isole (Sardegna e Sicilia comprese) che lungo le coste
del continente.
3. ‘A pesca a rìcciòl’
“Una giornata particolare”:
a ricciòl’ a Palmarola
I’ castaurièll’ - Castardelli o costardelli
Nome scientifico: Scomberesox saurus saurus
Fam. Scomberesocidae; Ord. Beloniformes
Nel complesso assomiglia molto all’aguglia (Belone belone);
ne differisce per il fatto che il ‘becco’ è leggermente ricurvo
verso l’alto ed è più panciuta
4. ‘A pesca a castaurièll’
U’ castauriéll’… Pesce azzurro simile all’aguglia, molto buono
da mangiare fritto, viaggia in branchi anche molto numerosi.
“Con le prime piogge di settembre, fino ad una ventina
di anni fa intorno alla nostra isola arrivavano i
castardelli. Forse ci stavano pure da prima ma
settembre era il mese in cui si caricava in barca la
‘crastaullara’ (una rete “a galla” che cingeva il branco
dei pesci) e si partiva per andare a pescare” [Dai
ricordi di Alessandro Vitiello]
I castauriéll a u’ mercat’
4. ‘A pesca a castaurièll’
“Per pescare i castardelli bisogna trovare i delfini
(i’ ffèr’): senza la loro collaborazione non si combina
niente”.
I delfini cercano i castardelli per cibarsene: per
banchettare più facilmente li bloccano con salti e
giravolte. Quelli, spaventati e credendo di farsi forza,
si compattano a palla; dopo di che vengono pescati più
facilmente.
Quando c’è questo momento magico - in cui si capisce
che i castardelli hanno fatto ‘la palla’ - è come se una
scarica ad alta tensione colpisse la barca e quanti vi
lavorano sopra”.