Diapositiva 1 - Liceo Torricelli

CELLULE STAMINALI: UNA POSSIBILE “PANACEA”?
Le recenti acquisizioni scientifiche in merito alle staminali hanno
messo in evidenza il loro potenziale rigenerativo, suscettibile di essere
proficuamente utilizzato in molteplici ambiti terapeutici.
Alunni: Baldassarri Rodrigo,
Tutor:
Prof. Giorgio Sponza
Bolognesi Matteo, Gentilini Federico, Parrini Nicola
Classificazione
Ricerca ed
esperimenti
Dibattito
politico
Conservazione
Dibattito etico e
religioso
Considerazioni
La cellula staminale è una cellula
indifferenziata: non specializzata in
nessuna particolare funzione, non
corrispondente ad alcun particolare
organo.
Essa può duplicarsi, se stimolata
correttamente, dando così origine a
una copia di se stessa e a una cellula
precursore di una generazione cellulare
da cui deriverà uno specifico tessuto.
da Unile
Esistono tre tipi di cellule staminali:
- Totipotenti, se possono differenziarsi in ogni
tipo di cellula.
- Pluripotenti, se, invece, posseggono già una
differenziazione tale per cui esse possono
trasformarsi in sole alcune cellule.
- Unipotenti, se la loro trasformazione potrà
essere una e una soltanto.
Le cellule staminali sono anche
classificate secondo la sorgente
di derivazione: da adulto, da
cordone ombelicale, da liquido
amniotico, fetali, embrionali.
Le cellule staminali
adulte provvedono al mantenimento
dei tessuti e alla loro eventuale
riparazione, ma le loro capacità non
sono illimitate, e quando vengono a
mancare inevitabilmente i tessuti e
gli organi tendono a decadere.
Da recenti studi sembra che le cellule
staminali adulte abbiano una particolare
plasticità, mentre un tempo si credeva che
fossero in grado di differenziarsi solo nei
tessuti ospitanti.
Per quanto riguarda l'uso terapeutico vi sono
ancora delle difficoltà nella crescita e nella
coltivazione in vitro, e pertanto sono
necessari ulteriori studi e sperimentazioni.
Una riserva biologica potenziale da utilizzare
anche a distanza di decenni per curare malattie,
sono le cellule staminali presenti nel cordone
ombelicale.
Ad oggi questo tipo di cellule si è dimostrato in
grado di essere unipotenti, dando origine solo a
cellule del sangue (che comunque sono un valido
aiuto nel caso di malattie ematologiche, come le
anemie o alcuni tipi di cancro), mentre è
inesplorata la capacità di generare altri tessuti.
Le cellule staminali presenti nel sangue del cordone
ombelicale suscitano molta attenzione fra le
compagnie biotech e le banche per la
conservazione di materiale biologico.
Molti sperano, infatti, di poter creare delle banche
apposite di cellule autologhe (proprie) per ogni
neonato al momento della nascita; in Italia per ora
è vietata l'istituzione di banche presso strutture
sanitarie private anche accreditate.
Le nuove cellule, così chiamate poiché tra le ultime scoperte,
battezzate «staminali derivate dal liquido amniotico», si isolano
facilmente (dall'amniocentesi), si moltiplicano in fretta
(raddoppiano in 36 ore) e sono versatili come quelle
dell'embrione, potendo trasformarsi in cellule adulte muscolari,
ossee, sanguigne, nervose, di grasso, epatiche, la cui funzionalità
rigenerativa è stata sperimentata con successo in vitro e su
animali.
Il primo a scoprirle è stato un italiano: Paolo De Coppi,
chirurgo pediatra presso l'Università di Padova.
Hanno il vantaggio di poter essere prelevate e trattate in maniera più
“eticamente corretta” rispetto alle embrionali ma sono meno potenti
rispetto a quest’ultime.
Le cellule staminali fetali sono ricavate da aborti. Il loro
utilizzo in medicina equivale all'uso di organi espiantati
da cadaveri.
Dal punto di vista biologico, non si hanno ancora
conoscenze definitive, ma dagli studi disponibili è emerso
che hanno caratteristiche intermedie tra quelle embrionali
e quelle adulte.
Tendenzialmente sono pluripotenti e deputate
all'accrescimento perinatale dei tessuti.
Le cellule staminali embrionali si trovano nella regione interna
dell'embrione prima che si sia "attaccato" alla parete dell'utero.
Si tratta di cellule totipotenti, con alte capacità di proliferazione,
e grazie a queste caratteristiche sono particolarmente ambite per
uso terapeutico contro molte patologie umane.
Possono essere isolate, estratte e coltivate in vitro, con il risultato
che, a partire da poche decine di cellule, si possono ottenere linee
di centinaia di milioni di staminali intatte.
L'estrazione di queste cellule richiede la soppressione
dell'embrione, che non supera mai i 14 giorni dalla sua
fecondazione.
Vi è un'ulteriore suddivisione fra le cellule staminali embrionali, che riguarda
più l'uso e l'origine, che le caratteristiche stesse.
Derivano dall'embrione prima che si impianti nella parete
dell'utero, nelle prime fasi dello svilluppo. Si moltiplicano
con grande facilità e sono totipotenti. Possono essere
isolate e coltivate in provetta dando origine a diversi tipi di
cellule nervose e in cellule progenitrici del sangue.
Sono prelevate dopo che il nucleo di una
cellula adulta viene trasferita in un uovo
privato del suo nucleo.
Possiedono quindi lo stesso patrimonio
genetico del donatore della cellula
adulta e possono essere trapiantate
senza rischi di rigetto.
Sono in sostanza il frutto della
cosiddetta clonazione terapeutica.
Un esempio pratico può mostrare la differenza tra eterologhe e
autologhe:
Un paziente X ha bisogno di un trapianto di staminali
embrionali.
Le possibilità sono due:
- Utilizzare staminali eterologhe prelevate da un embrione
sovrannumerario e poi coltivarle.
- Prelevare una cellula del paziente X, dare vita ad un embrione
tramite clonazione e quindi prelevare le staminali autologhe
sviluppatesi nell'embrione stesso, poiché sono cellule che hanno il
medesimo patrimonio genetico di X.
Una cellula staminale è detta anche madre. Da essa,
come già detto, si formeranno due cellule: una, figlia,
identica alla madre, e un’altra, progenitore, che potrà
dividersi numerose volte ma non infinite, poiché ha
perduto la staminalità. Infatti, prima o poi, la sua
progenia differenzierà in un solo tipo. Ecco quindi come
una cellula staminale totipotente diventa una cellula
prima pluripotente, poi unipotente.
Cellule staminali
Progenitori (senza
staminalità)
La crioconservazione
è un processo che
congela le cellule
staminali,
permettendo di
conservarle a lungo
tempo.
Questo processo viene
utilizzato soprattutto per la
conservazione delle
cellule staminali presenti
nel cordone ombelicale.
1. Il sangue presente nel cordone viene prelevato
dall'ostetrica dopo il parto attraverso un ago
retrattile direttamente collegato a una particolare
sacca.
2. La sacca viene poi sigillata, inserita in un
contenitore da trasporto e trasferita nella banca di
crioconservazione.
3. Le sacche (che contengono in media 25 ml) vengono
quindi disinfettate da un operatore qualificato.
4. Successivamente si procede al congelamento fino a
-150°C con un particolare strumento per la discesa graduale
della temperatura (cambiamenti di temperatura troppo repentini
potrebbero danneggiare i campioni).
5. Quindi, le sacche sono poste in contenitori di alluminio e
di acciaio inox, posti all'interno di un contenitore
criobiologico. L'azoto liquido (-196°C) presente in esso, mantiene i
campioni alla temperatura di congelamento che ne garantisce la vitalità per
lungo periodo (almeno 20 anni secondo le attuali conoscenze in materia).
Durante il processo, vengono estratti
alcuni campioni che verranno
successivamente studiate in modo di
poter osservare eventuali errori nel
processo e per analizzare le cellule.
Successivamente, dalle banche, le cellule staminali
crioconservate possono essere spedite negli ospedali
per eventuali cure, o in laboratori per essere studiate.
Le cellule staminali, in particolare
quelle del cordone ombelicale,
possono essere conservate, come
già detto, in apposite “banche di
cellule staminali” specializzate nella
loro conservazione e nella loro
distribuzione.
Possono esistere due tipi differenti di banche:
Private, in cui si può conservare per sé il
cordone ombelicale e usarlo nel momento del
proprio bisogno o di quello di un familiare
(conservazione autologa).
Pubbliche, nelle quali le cellule staminali
vengono distribuite alle persone che
necessitano di cure immediate (conservazione
autologa dedicata e conservazione eterologa).
Per trovare banche private bisogna uscire dalla
penisola italiana per arrivare ad altri stati quali la
Spagna, l’Inghilterra e la Svizzera:
 La "Swiss Stem Cells Bank" (SSCB), fondata nel 2006 a
Lugano; specializzata nel trattamento autologo delle
cellule staminali
 La “CryoSave”, inglese, che ha recentemente salvato una
bambina di 2 anni affetta da un tumore al cervello
 La “SmartBank”, inglese con sede a Londra; che possiede
però una filiale anche a Roma
 Una banca a Granada, finanziata dallo stato spagnolo con
100 milioni di euro
Un’altra banca privata è quella fondata dalla
Bioscience Institute nel dicembre del 2007 a
San Marino.
Anch’essa è specializzata nella conservazione di cellule
staminali del cordone ombelicale, ma anche a quelle
del tessuto adiposo, in modo da offrir una nuova
opportunità per gli adulti che desiderano una
assicurazione biologica.
Si tratta di una tematica molto attuale, che vede
soggetti privati e pubblici attivi anche sul territorio
italiano, dove attualmente non esiste una legislazione
sul tema, dal momento che le cellule amniotiche non
sollevano dilemmi etici tra donazione e conservazione
per il bambino.
Vista l'alta capacità moltiplicativa, le staminali da
liquido amniotico si possono conservare per se
stessi autorizzando al contempo la possibilità di
utilizzo per altri soggetti compatibili.
In Italia esistono solamente
banche del secondo tipo,
infatti il decreto
ministeriale del 18
novembre 2009 recita:
"è vietata l'istituzione di
banche per la
conservazione di sangue
dal cordone ombelicale
presso strutture sanitarie
private o presso società
private “.
• Tra queste banche la maggiore è la Milano Cord Blood Bank
presso l'Ospedale Maggiore.
Il dibattito italiano sulle cellule staminali embrionali vede il fronte
scientifico spaccato.
Numerosi scienziati, quali Veronesi o Rita Levi Montalcini, solo per
citarne due, sostengono che sia importante lo sviluppo dell’utilizzo delle
cellule staminali embrionali. Pertanto reputano corretto l’impiego di
embrioni umani anche a costo di comprometterne l’esistenza.
In contrapposizione abbiamo altrettanti scienziati, come Vescovi, che
prima di intraprendere dibattiti su tale argomento, tendono per lo più a
sottolineare quanto siano ancora enormi i limiti di queste cellule in
ambito applicativo.
Limiti assenti, o per lo più superati, nelle cellule staminali adulte, le
quali, essendo già sviluppate e addette ad un particolare compito, sono
già in uso in molti medicinali terapeutici.
1665: il fisico inglese Hooke, con uno dei primi microscopi, si accorge dell’esistenza di
strutture regolari e autonome in un pezzo di corteggia di sughero ancora vivo. Le
ribattezza “cells”, cellule.
1838: Matthias Schleiden e Theodor Schwann analizzano le cellule animali e vegetali,
trovando analogie.
1858: Rudolf Virchow afferma: “omnis cellula e cellula”, ogni cellula deriva da una altra
cellula.
1899: Hans Driesch scopre ufficialmente le cellule staminali. Dai suoi appunti: “Sono
presenti, nei ricci di mare, cellule che inizialmente sono prive di una loro identità, ma
sono dotate di una prospettiva potenziale di specializzarsi, trasformandosi in qualsiasi
tessuto”.
1906: Nobel a Santiago Ramon y Cajal e a Camillo Golgi, i quali iniziano a tracciare
la possibilità di modificare il corso di vita delle cellule se malfunzionanti.
1960: Altman e Das, neurologi tedeschi, aprono la strada verso la riproduzione in
laboratorio di cellule neuronali.
1963:McCulloch e Till scoprono la presenza di staminali autorinnovanti nel midollo
osseo.
1978: i due microbiologi statunitensi scoprono anche le cellule ematopoietiche nel
cordone ombelicale umano.
1981: Evans apre lo studio agli Ogm grazie alla riuscita coltivazione in vitro di cellule
staminali, dal primo stadio alla differenziazione.
1995: Bill Clinton firma una legge che rende illegali i fondi federali per la ricerca su
cellule staminali ottenute con la distruzione dell’embrione.
1997: Un team di medici italo-tedesco dimostra che la leucemia da mielosa origina da
cellule staminali ematopoietiche: è la prima prova certificata dell’esistenza di una nesso
diretto tra cellule staminali e tumori.
1998: Thomson riesce a isolare cellule staminali embrionali e a mantenerle attive.
2003: Usando cellule staminali ricavate dai denti da latte e da quelli del giudizio,
Songtao Shi riesce a rigenerare radici e legamenti dei denti.
2007: L’italiano Paolo De Coppi annuncia la presenza di cellule staminali nel liquido
amniotico.
2009: Obama rimuove i limiti al finanziamento pubblico sulla ricerca per le staminali.
2010: All’ospedale Sant’Orsola di Bologna inizia la prima fase di sperimentazione su 12
pazienti per il trapianto nel fegato di staminali estratte dal midollo. L’obbiettivo è
migliorare la funzionalità di base dell’organo per dare più tempo a chi è in attesa di
trapianto.
L’acceso dibattito sull’utilizzo di
cellule staminali embrionali o adulte
nasce quando nel 1998,
un gruppo di scienziati riesce ad
isolarle da un embrione umano.
Dall’anno successivo, dopo aver trovato
altri tipi di cellule, si inizia a parlare del loro
utilizzo a scopo terapeutico.
Dopo l’entusiasmo iniziale, però, parte del gruppo di
ricerca si separa e inizia a porre problemi di non poca
importanza.
Il problema posto è che se da un lato le cellule staminali
hanno una grande potenza per ricostruire interi tessuti,
dall’altra parte sono poco gestibili e si corre l’alto rischio
di formazioni di carcinoma.
Il dibattito inizia poi a coinvolgere le grandi potenze della terra, quali
appunto la Chiesa Cattolica, quando fuoriescono dai laboratori,
informazioni riguardanti una possibile clonazione e una dettagliata
spiegazione di come avviene l’estrazione di cellule staminali da
embrioni umani.
Questa discussione si protrae fino ai giorni nostri e ancora continua.
Il fronte dei favorevoli alla ricerca e alla
sperimentazione embrionale, non cessa di
ricordare come si potrebbero aprire
importanti spiragli di cura per malattie
ad oggi pressoché incurabili quali sono,
purtroppo, quelle che colpiscono le cellule
nervose procurando morbi quali, tra gli altri,
il Parkinson e l’Alzheimer.
Chi si oppone agli utilizzi di cellule staminali
embrionali, lo fa portando pratici esempi di
come siano incontrollabili.
Infatti, pur riconoscendone l’immensa energia che
possiedono, gli scienziati affermano che a causa di
questa potenza non si riescono a gestire in maniera
sicura durante le terapie.
Ciò porta molto spesso alla formazione di masse
tumorali di natura maligna.
I differenti approcci politico-normativi
sul tema delle staminali embrionali si
possono suddividere in linea di
massima in 3 gruppi in base alle loro
maggiore o minore aperture rispetto la
ricerca.
Spagna, Francia, Brasile, Canada e Australia
permettono, più o meno in modo tutte uguali,
l’utilizzo a scopo di ricerca dei soli
embrioni crioconservati e non più
utilizzabili per l’impianto in utero.
Svezia, Israele, Gran Bretagna e Singapore
ammettono l’utilizzo degli embrioni
extranumerari e la produzione in vitro di
altri embrioni a fini di pura ricerca.
Italia e Germania le più restrittive sul campo della
ricerca. Nella penisola, in particolare, è la cosiddetta
“legge 40”, più volte rimaneggiata, che blocca le
sperimentazioni insieme al forte dibattito etico.
In America, che merita un discorso a parte,
l’amministrazione di Obama ha permesso il
finanziamento pubblico federale alla ricerca sulle
staminali embrionali.
9 Marzo 2009
(doppiato)
La Chiesa, in questi ultimi anni, ha espresso una chiara posizione
sull’argomento cellule staminali.
Essa accetta ed incoraggia la ricerca sulle staminali adulte ma
non su quelle embrionali.
Ogni sorta di resistenza fatta dalla Chiesa è rivolta al
progetto cellule staminali embrionali, poiché risulta
immorale uccidere qualsiasi forma di vita umana, di
qualsiasi età essa sia, non ancora nata, dando più
importanza a vite già sviluppate.
Lo stesso Benedetto XVI, durante il
Congresso Internazionale sul tema:
«Le cellule staminali: quale futuro in
ordine alla terapia?», rivolgendosi ai
numerosi medici cattolici partecipanti, ha
sottolineato l’importanza della continua
ricerca su tale argomento, quando
scienza, tecnica e etica riescono a
rimanere tutte e tre allo stesso livello
senza trascurare principi di una o
dell’altra.
Riportiamo di seguito, le tre domande che la Chiesa pone
sull’impiego di cellule staminali embrionali.
• È moralmente lecito
eseguire la cosiddetta
«clonazione
terapeutica»
attraverso la
produzione di
embrioni umani e la
loro successiva
distruzione per la
produzione di
staminali embrionali?
• È moralmente lecito utilizzare le
cellule embrionali staminali, e le
cellule differenziate da quelle
ottenute, eventualmente fornite da
altri ricercatori o reperibili in
commercio?
• È moralmente lecito produrre e /o
utilizzare embrioni umani viventi per
la preparazione di Staminali
embrionali?
Riportiamo le opinione delle
altre
grandi religioni mondiali.
Tutte le Chiese protestanti
considerano l’embrione una persona
umana potenziale e in evoluzione.
Esiste, però, una difformità di pareri circa lo
statuto dell’embrione davanti a situazioni
critiche (aborto,
fecondazione,sperimentazioni).
La Sharia, il compendio delle
leggi canoniche dell’Islam,
accorda all’embrione lo status di
uomo a partire dal 120esimo
giorno di gravidanza,
quindi non ci sono posizioni
teologiche musulmane
contrarie alla
sperimentazione sulle
staminali embrionali.
La ricerca sugli embrioni è
considerata legittima a 3
condizioni:
• se l’embrione è in vitro, cioè extracorporeo alla
donna;
• se ha meno di 40 giorni;
• se il fine è salvare altre vite umane.
Come si evince leggendo il Bardo
Tardol, conosciuto come “Il libro
tibetano dei morti”, i buddisti
considerano l’embrione non solo un
vivente, bensì una persona, rifiutando
qualsiasi sperimentazione che
possa attentarne la vita.
Sono stati condotti diversi e tra i più
svariati esperimenti per quanto concerne
l’utilizzo di queste cellule.
Vediamone alcuni.
La scienza biomedica è oggi connessa con la genetica.
Riprogrammare le cellule o i loro nuclei per curare malattie o disfunzioni
rientra nel campo della medicina rigenerativa, di cui sono protagoniste le
cellule staminali embrionali.
Esistono due tipi di clonazione: quella riproduttiva e quella terapeutica.
Quest’ultima sfrutta particolarmente le cellule staminali, le quali vengono
fatte crescere in coltura, dove, se le condizioni sono ottimali, si
riproducono indefinitamente.
Successivamente queste cellule, ancora totipotenti, possono essere
inserite all’interno di un sistema nel quale si specializzano e assumono una
delle 200 tipologie di funzioni che una cellula può avere.
In questo processo sono utilizzabili anche le cellule staminali adulte, ma è
più difficile inserirle in sistemi già differenziati.
La pecora Dolly è il primo mammifero ad essere stato clonato con
successo da una cellula somatica adulta.
Il metodo utilizzato da Ian Wilmut per ottenere la clonazione a partire
da una cellula somatica adulta consiste nel trasferimento nucleare di
cellule somatiche; i nuclei di cellule non appartenenti alla linea
germinale del donatore vengono trasferite in
cellule embrionali denucleate e quindi indotte ad avviare lo sviluppo
del feto.
Tramite tale metodo Dolly è stata clonata nel 1996 a partire da cellule
prelevate da una pecora donatrice di 6 anni.
Su una rivista scientifica è stata pubblicata una ricerca in cui si
suggeriva che Dolly poteva essere suscettibile di un
invecchiamento precoce a causa dei ridotti telomeri delle sue
cellule.
Questi potevano essere stati ereditati dalla madre che aveva
l'età di 6 anni quando le fu prelevato il materiale genetico, così
Dolly poteva avere geneticamente già 6 anni alla nascita.
Tuttavia, il Dott. John Thomas ha evidenziato che attualmente la
maggior parte degli animali clonati mostrano telomeri di
lunghezza normale e nei cloni seriali essi addirittura si allungano
ad ogni successiva generazione.
Alla morte della pecora Dolly, la ricerca non si è fermata.
Nonostante gli accesi scontri su tale argomento, gli
scienziati hanno provveduto a creare altri animali.
Scopo di tutto questo, quello di giungere alla possibilità di
riprodurre organi umani intercambiabili con quelli infetti da
malattie tumorali e irrecuperabili.
La cavia utilizzata per studiare i differenti tipi di cellule staminali, madri e
progenitori, è un topo.
Una singola cellula staminale fluorescente trapiantata in un topo fa sì che tutte (o
quasi) le sue cellule del sangue diventeranno fluorescenti per il resto della sua
vita.
Inoltre, è possibile trapiantare con il midollo fluorescente del topo trapiantato un
secondo topo irradiato e ripetere la procedura alcune volte.
Questo dimostra che una singola cellula staminale del midollo osseo rosso ha la
capacità di generare tutti gli elementi del sangue per tutta la vita di uno o più
organismi (almeno nei roditori).
Al contrario, se viene trapiantato un progenitore, questo sarà in grado di dare
origine agli elementi del sangue del topo ricevente per un periodo limitato di
tempo (settimane o pochi mesi), trascorso il quale, tutte la progenie differenzierà
in cellule mature del sangue.
Un team di ricercatori dell’Università di Tokyo è riuscito a
coltivare in laboratorio denti di topo, impiantandoli poi
con successo nella bocca di un roditore al quale erano stati
precedentemente estratti.
 Takashi Tsuji e i suoi colleghi hanno prelevato da embrioni di
topo delle cellule mesenchimali ed epiteliali, cioè le staminali
da cui hanno origine i denti, e ne hanno stimolato la
moltiplicazione prima di iniettarle in una goccia di collagene.
 Nel giro di pochi giorni il dente,
ancora in accrescimento, è stato
impiantato nella bocca di un
secondo topo al posto di un altro
che era stato estratto. Il dente
“artificiale” si è sviluppato
normalmente, collegandosi a
tutte le necessarie terminazioni
nervose.
…saranno necessarie ricerche più
approfondite prima della sperimentazione
sull’uomo, anche perché occorre ancora
capire se sia possibile dare origine a denti
e altri tessuti partendo da cellule staminali
adulte pluripotenti come quelle della
pelle.
All’inizio del mese Aprile del 2011, in Giappone
hanno sviluppato una ricerca scientifica che apre
strade nuovissime per la cura degli occhi.
Sarà possibile creare retine artificiali da usare in caso di
trapianti per persone colpite da malattie degenerative.
Si tratta del primo occhio in provetta da cellule staminali ottenuto
all'istituto Riken di Kobe in Giappone.
Anche se l'entusiasmo è tanto, i ricercatori chiariscono
che ci vorranno anni prima di procedere attivamente
sulla retina umana.
Le cellule amniotiche non rientrano concettualmente nella
linea legislativa del sangue e dei suoi derivati, pertanto la
loro conservazione è consentita in tutto il mondo.
Le cellule vengono estratte da un campione prelevato
durante l'amniocentesi, che implica un rischio
generalizzato di aborto pari all'1% dei casi,
successivamente amplificate ed espanse in
laboratorio.
Alcune delle banche descritte in precedenza sono specializzate
anche in questo settore.
Le cellule staminali nervose, contrariamente
a quanto ritenuto fino ad oggi, non esistono
solo nelle profondità del cervello ma anche in
una zona dell'encefalo facilmente accessibile,
proprio dietro al naso.
È quanto dimostrato da un gruppo di ricercatori finanziati da Telethon e
guidati da Angela Gritti e Angelo Vescovi, condirettore dell’Istituto cellule
staminali del San Raffaele di Milano, in un lavoro pubblicato sull’importante
rivista scientifica The Journal of Neuroscience, la rivista ufficiale della Società
americana di neuroscienze.
15.01.2002
Tre storie della ricerca italiana che, in mezzo a enormi
difficoltà economiche, coltiva grandi ricerche e ricercatori.
10 Aprile 2011,
“Le due settimane appena passate potrebbero essere
ricordate come quelle che hanno segnato l’inizio della fine
per alcune delle malattie genetiche più importanti che
colpiscono l’uomo.
Parkinson, Distrofia di Duchenne e Sla potrebbero ricevere
un duro colpo dalle cure con le staminali, le cui
sperimentazioni stanno per iniziare con studi progettati e
fatti una volta tanto in Italia, tutti annunciati fra il 26 di
marzo e il 6 di aprile.”
La terapia per la Sclerosi Laterale Amiotrofica con
staminali cerebrali si deve al lavoro di Angelo Vescovi,
che dirige la banca delle cellule staminali dell’ospedale
di Terni ed è il direttore scientifico dell’Ospedale di
Padre Pio di San Giovanni Rotondo, e che ha finalmente
ricevuto il via libera da parte dell’Istituto Superiore di
Sanità.
Entro l’estate ai primi 20 pazienti verranno
iniettate le cellule, e i primi risultati si
avranno dopo circa un anno.
Nello stesso periodo sempre su 20 pazienti verrà
invece testata la terapia con staminali autologhe
della ‘paralisi sopranucleare progressiva’ (Psp),
un morbo molto simile al Parkinson che colpisce 6-7
persone ogni 100mila.
Questa sperimentazione è promossa dalla
Fondazione Grigioni – Istituti Clinici di
Perfezionamento (Icp) e dalla Cell Factory del
Policlinico di Milano.
Della Distrofia di Duchenne si occuperà invece
il San Raffaele di Milano,
con un trial diretto da Giulio Cossu e
finanziato in parte anche da Telethon, in cui i
medici trapianteranno nei pazienti alcuni
mesoangioblasti, ovvero staminali specializzate
nel ricreare i muscoli,
che sono state precedentemente ricavate da
donatori appartenenti alla loro famiglia.
“Si tratta di studi molto importanti, su patologie rilevanti e fatte
da ricercatori di altissimo livello – commenta Carlo Alberto
Redi, genetista dell’università di Pavia – si tratta di tre casi
virtuosi di persone che sono riuscite a creare contesti fantastici
in cui lavorare, e bisogna riconoscerne il merito”.
Secondo l’esperto, però, queste tre ‘rondini’ non fanno
primavera per il sistema della ricerca italiana: “L’Italia
sconta un ritardo terribile dovuto alla mancanza di
finanziamenti e di un progetto politico sulla ricerca
– afferma il genetista – da noi ci sarebbero tanti altri ricercatori
molto bravi, ma di cui non si riesce a valorizzare il lavoro”.
Vi sono numerosi aspetti che portano a preferire certi tipi di cellule ad altre.
Sia le staminali embrionali che quelle adulte hanno i loro vantaggi e svantaggi.
Se però osserviamo un individuo nella sua vita e andiamo ad analizzare il suo
sviluppo, possiamo notare come esso sia maggiore nella fase iniziale, a partire
proprio dall’embrione contenuto nella pancia della mamma.
Questo sta a significare che le cellule formatesi originariamente racchiudono in
loro una maggior potenza che permette lo sviluppo e la crescita di numerose
cellule.
Motivo, questo, per cui con il passare degli anni tendiamo ad invecchiare
sempre di più.
Il tutto sta nelle unità di DNA ripetitivo che si trovano alla fine dei cromosomi,
chiamate TELOMERI, le quali inizialmente sono lunghe e ad ogni duplicazione si
accorciano, fino ad arrivare ad un punto in cui non permettono più la
moltiplicazione delle cellule e portano alla morte dell’individuo.
Questi TELOMERI sono più ampi nelle cellule embrionali rispetto a quelle
adulte. Ciò consente un maggiore sviluppo e quindi più materiale da analizzare
e utilizzare.
Come si può osservare dall’immagine riportata, vi sono migliaia di articoli
riguardanti le cellule staminali. Il problema rimane il fondo di verità presente in
queste informazioni. Molto spesso si trovano persone che speculano su questo
argomento illudendo persone malate che sperano in una qualche cura.
Sono decine di migliaia i pazienti di tutto il mondo, tra cui alcune centinaia di
italiani, che ogni anno si rivolgono a centri all'estero, spesso in Asia o nell'Est europeo,
per sottoporsi a trapianti di cellule staminali contro malattie spesso inguaribili,
seguendo terapie non validate scientificamente, considerate dai medici inutili e
pericolose.
Le proposte di cura abbracciano tutte le possibili malattie, «dalle unghie incarnite fino
al tumore terminale», spiega all'Adnkronos Salute il genetista Angelo Vescovi, direttore
scientifico dell'Ircss della Casa Sollievo della sofferenza Opera di San Pio di San
Giovanni Rotondo (Foggia).
«Credo che il maggior numero di pazienti - continua Vescovi - venga pescato tra i
malati di patologie neurodegenerative che non sono guaribili e per le quali non ci sono
terapie di contrasto. Sono disgustato da persone che illudono i pazienti e sfruttano la
loro disperazione». Vescovi cita il caso di un suo paziente che, per 20 mila euro, si è
fatto trapiantare cellule staminali in una clinica tedesca, senza ricavarne alcun
beneficio. (pag succ.)
Ci sono Paesi dove medici con un'etica non troppo rigorosa possono utilizzare
scappatoie per applicare il trattamento. Tutto questo scavalcando le regole
fondamentali della medicina occidentale che prevedono, per poter applicare una
nuova terapia, una sperimentazione basata su criteri precisi. «Ad esempio la qualità
delle cellule manipolate in vitro - spiega l'esperto - che devono essere certificate e
prodotte in strutture egualmente certificate».
Chi invece non vuole passare per la sperimentazione, utilizzando quindi una pratica
scorretta, «può trovare escamotage come, ad esempio, non coltivare a lungo le
cellula, ma prelevarla dal paziente per un autotrapianto immediato, possibile
legalmente perché è minima la manipolazione della cellula. Un'operazione inutile fatta
illudendo il malato che l'intervento possa risultare efficace.
Oltre alla delusione dei paziente nel non vedere alcun miglioramento, vi si
aggiungono gli effetti collaterali dati da queste terapie illegali che possono
portare nuove malattie all’interno dell’individuo.
Uscito il 15 febbraio 2011, “Le
cellule della speranza” è un libro
che ha lo scopo di diffondere le
reali notizie relative alle cure che
si possono affrontare attualmente
con le staminali.
Al suo interno sono contenute i
racconti dei malati truffati, la
storia delle cellule staminali e
molti riferimenti a grandi
ricercatori italiani e non.
Più di 20 000 italiani hanno cercato all’estero una soluzione a malattie, le
quali non possono (ancora) essere battute. I millantatori sono i più disparati
e per lo più vivono in Asia e SudAmerica, ma non solo.
Ecco una lista delle cliniche che propongono una cura a base di cellule
staminali e che sono denunciate nel libro:
• Beike Biotechnology
• EmCell
• Beijing Chao-Yang Hospital
• Ricardo Palmas di Lima
• XCell
• Institute for cellular medicine di San Josè
• Health center clinique Lémana
La Beike è un colosso cinese che ha una
sede dislocata anche in Europa, in Svizzera.
Questa clinica offre soluzioni per ogni tipo di
malattia: dalla sla al Parkinson, della frattura
spinale all’ictus infantile.
Con circa 6 iniezioni nel midollo spinale
curerebbero ogni male, facendo spendere
dai 22 000 ai 25 000 €.
L’unica fonte delle cellule staminali impiegate
dalla Beike è il sangue ottenuto dal cordone
ombelicale di neonati sani (e non prematuri),
aventi madri sane.
La EmCell è un’ennesima
clinica che propone la
cura di ogni tipo di
malattia che ha sede a
Kiev, Ucraina.
Nel sito della clinica non
viene riportato il costo
necessario per subire una
iniziezione di cellule
staminali, poiché esso
cambia a seconda della
tipologia di malattia da
curare.
L' XCell-Center è un
gruppo di cliniche
private e un Istituto di
medicina rigenerativa
con sede a Düsseldorf e
a Colonia, quindi in
Germania.
Effettua terapie curative
attraverso cellule
staminali adulte proprie
del corpo del paziente
stesso.
Gruppo svizzero che
combatterebbe grazie all’uso
delle staminali anche
l’impotenza sessuale e le
sciatiche.
I prezzi sono relativamente
modici, sui 7.000 / 8.000 €.
Arrivano sempre nuovi aggiornamenti dalla ricerca sulle cellule staminali
adulte. Negli Usa già operativo un nuovo sistema per curare le ustioni: una
“pistola-spray”, che spara le cellule staminali sulla pelle ustionata e che
avrebbe già curato con successo una dozzina di pazienti.
Staminali prelevate da un lembo di pelle sana del paziente, anziché essere
coltivate in laboratorio, vengono miscelate in una soluzione specifica e
spruzzate sulla parte lesa, accelerando la guarigione.
Le cellule "dormienti" vengono potentemente riattivate e la divisione e
proliferazione delle proprie cellule cutanee riparte per la creazione di gran
quantità di nuove sostanze della gioventù.
L'azione ottenuta è a livello globale su tutta la struttura cutanea
dell'epidermide, matrice cellulare, fibroblasti, collagene, elastina ecc.
A testimonianza della situazione Redi cita la “creatività” necessaria per
reperire i fondi anche in questi tre casi, mettendola a confronto con la
situazione degli altri paesi:
“Nel caso di Vescovi, ad esempio, c’é stato l’intervento fondamentale di una
persona molto intelligente come il vescovo di Terni, e ha collaborato anche
il sindaco di Rifondazione della città umbra – spiega l’esperto – negli altri
paesi i governi invece spendono moltissimo, si pensi che la Spagna di
Aznar investiva 113 milioni di euro su un solo progetto quando l’Italia ne
metteva 5 su tutto il settore.
Recentemente – racconta Redi – sono stato chiamato a giudicare 64
progetti in Germania, e quando ho chiesto al ministro tedesco quale fosse
il budget mi ha risposto ‘professore, lei mi dica quali sono buoni e li
finanziamo’. In pratica non c’era un limite al budget, una situazione che qui
ci sognamo.
Il Professor Edoardo Boncinelli sostiene che si stia piano piano giungendo ad una
vera e propria soluzione ai problemi etici che attorniano il tema delle cellule staminali
embrionali.
Il tutto nasce da due esperimenti, che gli scienziati stanno cercando di migliorare
tutt’oggi.
Il primo consisterebbe nella possibilità di prelevare cellule staminali da embrioni
difettosi, cioè che non potrebbero mai giungere ad uno sviluppo vero e proprio.
Il secondo, invece, si basa sulla prelevazione di una singola cellula da un embrione, il
quale non subisce alcune mutazioni o malformazioni durante il suo sviluppo.
In più, da questa singola cellula è possibile, in ambienti ben precisi, crearne una
serie molto numerosa.
Per tanto, con lo sviluppo di questi due metodi si potrà porre fine al capito
riguardante l’etica legata all’utilizzo di cellule staminali embrionali.
http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=3263
http://www.bioinst.com/
http://www.italiasalute.it/news.asp?ID=6214
http://www.smartbank.it/
http://www.stemcell-cosmetics.com/PARADISECREAM.htm
http://www.cryo-save.com/it/
http://www.lemana.com/it_IT/home/
http://www.stembank.ch/
http://www.xcell-center.it/
http://forum.gravidanzaonline.it/
http://www.emcell.com/it
http://www.smartbank.it/
http://www.beike.ch/Beike-Italia
http://staminali.wordpress.com/
http://www.mascellaro.it/node/48654
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/
Campbell Reece Taylor Simon, Immagini della Biologia
http://www.focus.it/
Centro Università degli Studi di Milano - Scuola per la diffusione delle Bioscienze
http://it.wikipedia.org/wiki/Dolly_(pecora)
http://controversiastaminali.blogspot.com/
http://www.staminali.com/glossario/chiesa-cellule-staminali/
http://www.youtube.com/, http://www.clipsandcomment.com/