CELLULE STAMINALI: UNA POSSIBILE “PANACEA”? Le recenti acquisizioni scientifiche in merito alle staminali hanno messo in evidenza il loro potenziale rigenerativo, suscettibile di essere proficuamente utilizzato in molteplici ambiti terapeutici. Alunni: Baldassarri Rodrigo, Tutor: Prof. Giorgio Sponza Bolognesi Matteo, Gentilini Federico, Parrini Nicola Classificazione Ricerca ed esperimenti Dibattito politico Conservazione Dibattito etico e religioso Considerazioni La cellula staminale è una cellula indifferenziata: non specializzata in nessuna particolare funzione, non corrispondente ad alcun particolare organo. Essa può duplicarsi, se stimolata correttamente, dando così origine a una copia di se stessa e a una cellula precursore di una generazione cellulare da cui deriverà uno specifico tessuto. da Unile Esistono tre tipi di cellule staminali: - Totipotenti, se possono differenziarsi in ogni tipo di cellula. - Pluripotenti, se, invece, posseggono già una differenziazione tale per cui esse possono trasformarsi in sole alcune cellule. - Unipotenti, se la loro trasformazione potrà essere una e una soltanto. Le cellule staminali sono anche classificate secondo la sorgente di derivazione: da adulto, da cordone ombelicale, da liquido amniotico, fetali, embrionali. Le cellule staminali adulte provvedono al mantenimento dei tessuti e alla loro eventuale riparazione, ma le loro capacità non sono illimitate, e quando vengono a mancare inevitabilmente i tessuti e gli organi tendono a decadere. Da recenti studi sembra che le cellule staminali adulte abbiano una particolare plasticità, mentre un tempo si credeva che fossero in grado di differenziarsi solo nei tessuti ospitanti. Per quanto riguarda l'uso terapeutico vi sono ancora delle difficoltà nella crescita e nella coltivazione in vitro, e pertanto sono necessari ulteriori studi e sperimentazioni. Una riserva biologica potenziale da utilizzare anche a distanza di decenni per curare malattie, sono le cellule staminali presenti nel cordone ombelicale. Ad oggi questo tipo di cellule si è dimostrato in grado di essere unipotenti, dando origine solo a cellule del sangue (che comunque sono un valido aiuto nel caso di malattie ematologiche, come le anemie o alcuni tipi di cancro), mentre è inesplorata la capacità di generare altri tessuti. Le cellule staminali presenti nel sangue del cordone ombelicale suscitano molta attenzione fra le compagnie biotech e le banche per la conservazione di materiale biologico. Molti sperano, infatti, di poter creare delle banche apposite di cellule autologhe (proprie) per ogni neonato al momento della nascita; in Italia per ora è vietata l'istituzione di banche presso strutture sanitarie private anche accreditate. Le nuove cellule, così chiamate poiché tra le ultime scoperte, battezzate «staminali derivate dal liquido amniotico», si isolano facilmente (dall'amniocentesi), si moltiplicano in fretta (raddoppiano in 36 ore) e sono versatili come quelle dell'embrione, potendo trasformarsi in cellule adulte muscolari, ossee, sanguigne, nervose, di grasso, epatiche, la cui funzionalità rigenerativa è stata sperimentata con successo in vitro e su animali. Il primo a scoprirle è stato un italiano: Paolo De Coppi, chirurgo pediatra presso l'Università di Padova. Hanno il vantaggio di poter essere prelevate e trattate in maniera più “eticamente corretta” rispetto alle embrionali ma sono meno potenti rispetto a quest’ultime. Le cellule staminali fetali sono ricavate da aborti. Il loro utilizzo in medicina equivale all'uso di organi espiantati da cadaveri. Dal punto di vista biologico, non si hanno ancora conoscenze definitive, ma dagli studi disponibili è emerso che hanno caratteristiche intermedie tra quelle embrionali e quelle adulte. Tendenzialmente sono pluripotenti e deputate all'accrescimento perinatale dei tessuti. Le cellule staminali embrionali si trovano nella regione interna dell'embrione prima che si sia "attaccato" alla parete dell'utero. Si tratta di cellule totipotenti, con alte capacità di proliferazione, e grazie a queste caratteristiche sono particolarmente ambite per uso terapeutico contro molte patologie umane. Possono essere isolate, estratte e coltivate in vitro, con il risultato che, a partire da poche decine di cellule, si possono ottenere linee di centinaia di milioni di staminali intatte. L'estrazione di queste cellule richiede la soppressione dell'embrione, che non supera mai i 14 giorni dalla sua fecondazione. Vi è un'ulteriore suddivisione fra le cellule staminali embrionali, che riguarda più l'uso e l'origine, che le caratteristiche stesse. Derivano dall'embrione prima che si impianti nella parete dell'utero, nelle prime fasi dello svilluppo. Si moltiplicano con grande facilità e sono totipotenti. Possono essere isolate e coltivate in provetta dando origine a diversi tipi di cellule nervose e in cellule progenitrici del sangue. Sono prelevate dopo che il nucleo di una cellula adulta viene trasferita in un uovo privato del suo nucleo. Possiedono quindi lo stesso patrimonio genetico del donatore della cellula adulta e possono essere trapiantate senza rischi di rigetto. Sono in sostanza il frutto della cosiddetta clonazione terapeutica. Un esempio pratico può mostrare la differenza tra eterologhe e autologhe: Un paziente X ha bisogno di un trapianto di staminali embrionali. Le possibilità sono due: - Utilizzare staminali eterologhe prelevate da un embrione sovrannumerario e poi coltivarle. - Prelevare una cellula del paziente X, dare vita ad un embrione tramite clonazione e quindi prelevare le staminali autologhe sviluppatesi nell'embrione stesso, poiché sono cellule che hanno il medesimo patrimonio genetico di X. Una cellula staminale è detta anche madre. Da essa, come già detto, si formeranno due cellule: una, figlia, identica alla madre, e un’altra, progenitore, che potrà dividersi numerose volte ma non infinite, poiché ha perduto la staminalità. Infatti, prima o poi, la sua progenia differenzierà in un solo tipo. Ecco quindi come una cellula staminale totipotente diventa una cellula prima pluripotente, poi unipotente. Cellule staminali Progenitori (senza staminalità) La crioconservazione è un processo che congela le cellule staminali, permettendo di conservarle a lungo tempo. Questo processo viene utilizzato soprattutto per la conservazione delle cellule staminali presenti nel cordone ombelicale. 1. Il sangue presente nel cordone viene prelevato dall'ostetrica dopo il parto attraverso un ago retrattile direttamente collegato a una particolare sacca. 2. La sacca viene poi sigillata, inserita in un contenitore da trasporto e trasferita nella banca di crioconservazione. 3. Le sacche (che contengono in media 25 ml) vengono quindi disinfettate da un operatore qualificato. 4. Successivamente si procede al congelamento fino a -150°C con un particolare strumento per la discesa graduale della temperatura (cambiamenti di temperatura troppo repentini potrebbero danneggiare i campioni). 5. Quindi, le sacche sono poste in contenitori di alluminio e di acciaio inox, posti all'interno di un contenitore criobiologico. L'azoto liquido (-196°C) presente in esso, mantiene i campioni alla temperatura di congelamento che ne garantisce la vitalità per lungo periodo (almeno 20 anni secondo le attuali conoscenze in materia). Durante il processo, vengono estratti alcuni campioni che verranno successivamente studiate in modo di poter osservare eventuali errori nel processo e per analizzare le cellule. Successivamente, dalle banche, le cellule staminali crioconservate possono essere spedite negli ospedali per eventuali cure, o in laboratori per essere studiate. Le cellule staminali, in particolare quelle del cordone ombelicale, possono essere conservate, come già detto, in apposite “banche di cellule staminali” specializzate nella loro conservazione e nella loro distribuzione. Possono esistere due tipi differenti di banche: Private, in cui si può conservare per sé il cordone ombelicale e usarlo nel momento del proprio bisogno o di quello di un familiare (conservazione autologa). Pubbliche, nelle quali le cellule staminali vengono distribuite alle persone che necessitano di cure immediate (conservazione autologa dedicata e conservazione eterologa). Per trovare banche private bisogna uscire dalla penisola italiana per arrivare ad altri stati quali la Spagna, l’Inghilterra e la Svizzera: La "Swiss Stem Cells Bank" (SSCB), fondata nel 2006 a Lugano; specializzata nel trattamento autologo delle cellule staminali La “CryoSave”, inglese, che ha recentemente salvato una bambina di 2 anni affetta da un tumore al cervello La “SmartBank”, inglese con sede a Londra; che possiede però una filiale anche a Roma Una banca a Granada, finanziata dallo stato spagnolo con 100 milioni di euro Un’altra banca privata è quella fondata dalla Bioscience Institute nel dicembre del 2007 a San Marino. Anch’essa è specializzata nella conservazione di cellule staminali del cordone ombelicale, ma anche a quelle del tessuto adiposo, in modo da offrir una nuova opportunità per gli adulti che desiderano una assicurazione biologica. Si tratta di una tematica molto attuale, che vede soggetti privati e pubblici attivi anche sul territorio italiano, dove attualmente non esiste una legislazione sul tema, dal momento che le cellule amniotiche non sollevano dilemmi etici tra donazione e conservazione per il bambino. Vista l'alta capacità moltiplicativa, le staminali da liquido amniotico si possono conservare per se stessi autorizzando al contempo la possibilità di utilizzo per altri soggetti compatibili. In Italia esistono solamente banche del secondo tipo, infatti il decreto ministeriale del 18 novembre 2009 recita: "è vietata l'istituzione di banche per la conservazione di sangue dal cordone ombelicale presso strutture sanitarie private o presso società private “. • Tra queste banche la maggiore è la Milano Cord Blood Bank presso l'Ospedale Maggiore. Il dibattito italiano sulle cellule staminali embrionali vede il fronte scientifico spaccato. Numerosi scienziati, quali Veronesi o Rita Levi Montalcini, solo per citarne due, sostengono che sia importante lo sviluppo dell’utilizzo delle cellule staminali embrionali. Pertanto reputano corretto l’impiego di embrioni umani anche a costo di comprometterne l’esistenza. In contrapposizione abbiamo altrettanti scienziati, come Vescovi, che prima di intraprendere dibattiti su tale argomento, tendono per lo più a sottolineare quanto siano ancora enormi i limiti di queste cellule in ambito applicativo. Limiti assenti, o per lo più superati, nelle cellule staminali adulte, le quali, essendo già sviluppate e addette ad un particolare compito, sono già in uso in molti medicinali terapeutici. 1665: il fisico inglese Hooke, con uno dei primi microscopi, si accorge dell’esistenza di strutture regolari e autonome in un pezzo di corteggia di sughero ancora vivo. Le ribattezza “cells”, cellule. 1838: Matthias Schleiden e Theodor Schwann analizzano le cellule animali e vegetali, trovando analogie. 1858: Rudolf Virchow afferma: “omnis cellula e cellula”, ogni cellula deriva da una altra cellula. 1899: Hans Driesch scopre ufficialmente le cellule staminali. Dai suoi appunti: “Sono presenti, nei ricci di mare, cellule che inizialmente sono prive di una loro identità, ma sono dotate di una prospettiva potenziale di specializzarsi, trasformandosi in qualsiasi tessuto”. 1906: Nobel a Santiago Ramon y Cajal e a Camillo Golgi, i quali iniziano a tracciare la possibilità di modificare il corso di vita delle cellule se malfunzionanti. 1960: Altman e Das, neurologi tedeschi, aprono la strada verso la riproduzione in laboratorio di cellule neuronali. 1963:McCulloch e Till scoprono la presenza di staminali autorinnovanti nel midollo osseo. 1978: i due microbiologi statunitensi scoprono anche le cellule ematopoietiche nel cordone ombelicale umano. 1981: Evans apre lo studio agli Ogm grazie alla riuscita coltivazione in vitro di cellule staminali, dal primo stadio alla differenziazione. 1995: Bill Clinton firma una legge che rende illegali i fondi federali per la ricerca su cellule staminali ottenute con la distruzione dell’embrione. 1997: Un team di medici italo-tedesco dimostra che la leucemia da mielosa origina da cellule staminali ematopoietiche: è la prima prova certificata dell’esistenza di una nesso diretto tra cellule staminali e tumori. 1998: Thomson riesce a isolare cellule staminali embrionali e a mantenerle attive. 2003: Usando cellule staminali ricavate dai denti da latte e da quelli del giudizio, Songtao Shi riesce a rigenerare radici e legamenti dei denti. 2007: L’italiano Paolo De Coppi annuncia la presenza di cellule staminali nel liquido amniotico. 2009: Obama rimuove i limiti al finanziamento pubblico sulla ricerca per le staminali. 2010: All’ospedale Sant’Orsola di Bologna inizia la prima fase di sperimentazione su 12 pazienti per il trapianto nel fegato di staminali estratte dal midollo. L’obbiettivo è migliorare la funzionalità di base dell’organo per dare più tempo a chi è in attesa di trapianto. L’acceso dibattito sull’utilizzo di cellule staminali embrionali o adulte nasce quando nel 1998, un gruppo di scienziati riesce ad isolarle da un embrione umano. Dall’anno successivo, dopo aver trovato altri tipi di cellule, si inizia a parlare del loro utilizzo a scopo terapeutico. Dopo l’entusiasmo iniziale, però, parte del gruppo di ricerca si separa e inizia a porre problemi di non poca importanza. Il problema posto è che se da un lato le cellule staminali hanno una grande potenza per ricostruire interi tessuti, dall’altra parte sono poco gestibili e si corre l’alto rischio di formazioni di carcinoma. Il dibattito inizia poi a coinvolgere le grandi potenze della terra, quali appunto la Chiesa Cattolica, quando fuoriescono dai laboratori, informazioni riguardanti una possibile clonazione e una dettagliata spiegazione di come avviene l’estrazione di cellule staminali da embrioni umani. Questa discussione si protrae fino ai giorni nostri e ancora continua. Il fronte dei favorevoli alla ricerca e alla sperimentazione embrionale, non cessa di ricordare come si potrebbero aprire importanti spiragli di cura per malattie ad oggi pressoché incurabili quali sono, purtroppo, quelle che colpiscono le cellule nervose procurando morbi quali, tra gli altri, il Parkinson e l’Alzheimer. Chi si oppone agli utilizzi di cellule staminali embrionali, lo fa portando pratici esempi di come siano incontrollabili. Infatti, pur riconoscendone l’immensa energia che possiedono, gli scienziati affermano che a causa di questa potenza non si riescono a gestire in maniera sicura durante le terapie. Ciò porta molto spesso alla formazione di masse tumorali di natura maligna. I differenti approcci politico-normativi sul tema delle staminali embrionali si possono suddividere in linea di massima in 3 gruppi in base alle loro maggiore o minore aperture rispetto la ricerca. Spagna, Francia, Brasile, Canada e Australia permettono, più o meno in modo tutte uguali, l’utilizzo a scopo di ricerca dei soli embrioni crioconservati e non più utilizzabili per l’impianto in utero. Svezia, Israele, Gran Bretagna e Singapore ammettono l’utilizzo degli embrioni extranumerari e la produzione in vitro di altri embrioni a fini di pura ricerca. Italia e Germania le più restrittive sul campo della ricerca. Nella penisola, in particolare, è la cosiddetta “legge 40”, più volte rimaneggiata, che blocca le sperimentazioni insieme al forte dibattito etico. In America, che merita un discorso a parte, l’amministrazione di Obama ha permesso il finanziamento pubblico federale alla ricerca sulle staminali embrionali. 9 Marzo 2009 (doppiato) La Chiesa, in questi ultimi anni, ha espresso una chiara posizione sull’argomento cellule staminali. Essa accetta ed incoraggia la ricerca sulle staminali adulte ma non su quelle embrionali. Ogni sorta di resistenza fatta dalla Chiesa è rivolta al progetto cellule staminali embrionali, poiché risulta immorale uccidere qualsiasi forma di vita umana, di qualsiasi età essa sia, non ancora nata, dando più importanza a vite già sviluppate. Lo stesso Benedetto XVI, durante il Congresso Internazionale sul tema: «Le cellule staminali: quale futuro in ordine alla terapia?», rivolgendosi ai numerosi medici cattolici partecipanti, ha sottolineato l’importanza della continua ricerca su tale argomento, quando scienza, tecnica e etica riescono a rimanere tutte e tre allo stesso livello senza trascurare principi di una o dell’altra. Riportiamo di seguito, le tre domande che la Chiesa pone sull’impiego di cellule staminali embrionali. • È moralmente lecito eseguire la cosiddetta «clonazione terapeutica» attraverso la produzione di embrioni umani e la loro successiva distruzione per la produzione di staminali embrionali? • È moralmente lecito utilizzare le cellule embrionali staminali, e le cellule differenziate da quelle ottenute, eventualmente fornite da altri ricercatori o reperibili in commercio? • È moralmente lecito produrre e /o utilizzare embrioni umani viventi per la preparazione di Staminali embrionali? Riportiamo le opinione delle altre grandi religioni mondiali. Tutte le Chiese protestanti considerano l’embrione una persona umana potenziale e in evoluzione. Esiste, però, una difformità di pareri circa lo statuto dell’embrione davanti a situazioni critiche (aborto, fecondazione,sperimentazioni). La Sharia, il compendio delle leggi canoniche dell’Islam, accorda all’embrione lo status di uomo a partire dal 120esimo giorno di gravidanza, quindi non ci sono posizioni teologiche musulmane contrarie alla sperimentazione sulle staminali embrionali. La ricerca sugli embrioni è considerata legittima a 3 condizioni: • se l’embrione è in vitro, cioè extracorporeo alla donna; • se ha meno di 40 giorni; • se il fine è salvare altre vite umane. Come si evince leggendo il Bardo Tardol, conosciuto come “Il libro tibetano dei morti”, i buddisti considerano l’embrione non solo un vivente, bensì una persona, rifiutando qualsiasi sperimentazione che possa attentarne la vita. Sono stati condotti diversi e tra i più svariati esperimenti per quanto concerne l’utilizzo di queste cellule. Vediamone alcuni. La scienza biomedica è oggi connessa con la genetica. Riprogrammare le cellule o i loro nuclei per curare malattie o disfunzioni rientra nel campo della medicina rigenerativa, di cui sono protagoniste le cellule staminali embrionali. Esistono due tipi di clonazione: quella riproduttiva e quella terapeutica. Quest’ultima sfrutta particolarmente le cellule staminali, le quali vengono fatte crescere in coltura, dove, se le condizioni sono ottimali, si riproducono indefinitamente. Successivamente queste cellule, ancora totipotenti, possono essere inserite all’interno di un sistema nel quale si specializzano e assumono una delle 200 tipologie di funzioni che una cellula può avere. In questo processo sono utilizzabili anche le cellule staminali adulte, ma è più difficile inserirle in sistemi già differenziati. La pecora Dolly è il primo mammifero ad essere stato clonato con successo da una cellula somatica adulta. Il metodo utilizzato da Ian Wilmut per ottenere la clonazione a partire da una cellula somatica adulta consiste nel trasferimento nucleare di cellule somatiche; i nuclei di cellule non appartenenti alla linea germinale del donatore vengono trasferite in cellule embrionali denucleate e quindi indotte ad avviare lo sviluppo del feto. Tramite tale metodo Dolly è stata clonata nel 1996 a partire da cellule prelevate da una pecora donatrice di 6 anni. Su una rivista scientifica è stata pubblicata una ricerca in cui si suggeriva che Dolly poteva essere suscettibile di un invecchiamento precoce a causa dei ridotti telomeri delle sue cellule. Questi potevano essere stati ereditati dalla madre che aveva l'età di 6 anni quando le fu prelevato il materiale genetico, così Dolly poteva avere geneticamente già 6 anni alla nascita. Tuttavia, il Dott. John Thomas ha evidenziato che attualmente la maggior parte degli animali clonati mostrano telomeri di lunghezza normale e nei cloni seriali essi addirittura si allungano ad ogni successiva generazione. Alla morte della pecora Dolly, la ricerca non si è fermata. Nonostante gli accesi scontri su tale argomento, gli scienziati hanno provveduto a creare altri animali. Scopo di tutto questo, quello di giungere alla possibilità di riprodurre organi umani intercambiabili con quelli infetti da malattie tumorali e irrecuperabili. La cavia utilizzata per studiare i differenti tipi di cellule staminali, madri e progenitori, è un topo. Una singola cellula staminale fluorescente trapiantata in un topo fa sì che tutte (o quasi) le sue cellule del sangue diventeranno fluorescenti per il resto della sua vita. Inoltre, è possibile trapiantare con il midollo fluorescente del topo trapiantato un secondo topo irradiato e ripetere la procedura alcune volte. Questo dimostra che una singola cellula staminale del midollo osseo rosso ha la capacità di generare tutti gli elementi del sangue per tutta la vita di uno o più organismi (almeno nei roditori). Al contrario, se viene trapiantato un progenitore, questo sarà in grado di dare origine agli elementi del sangue del topo ricevente per un periodo limitato di tempo (settimane o pochi mesi), trascorso il quale, tutte la progenie differenzierà in cellule mature del sangue. Un team di ricercatori dell’Università di Tokyo è riuscito a coltivare in laboratorio denti di topo, impiantandoli poi con successo nella bocca di un roditore al quale erano stati precedentemente estratti. Takashi Tsuji e i suoi colleghi hanno prelevato da embrioni di topo delle cellule mesenchimali ed epiteliali, cioè le staminali da cui hanno origine i denti, e ne hanno stimolato la moltiplicazione prima di iniettarle in una goccia di collagene. Nel giro di pochi giorni il dente, ancora in accrescimento, è stato impiantato nella bocca di un secondo topo al posto di un altro che era stato estratto. Il dente “artificiale” si è sviluppato normalmente, collegandosi a tutte le necessarie terminazioni nervose. …saranno necessarie ricerche più approfondite prima della sperimentazione sull’uomo, anche perché occorre ancora capire se sia possibile dare origine a denti e altri tessuti partendo da cellule staminali adulte pluripotenti come quelle della pelle. All’inizio del mese Aprile del 2011, in Giappone hanno sviluppato una ricerca scientifica che apre strade nuovissime per la cura degli occhi. Sarà possibile creare retine artificiali da usare in caso di trapianti per persone colpite da malattie degenerative. Si tratta del primo occhio in provetta da cellule staminali ottenuto all'istituto Riken di Kobe in Giappone. Anche se l'entusiasmo è tanto, i ricercatori chiariscono che ci vorranno anni prima di procedere attivamente sulla retina umana. Le cellule amniotiche non rientrano concettualmente nella linea legislativa del sangue e dei suoi derivati, pertanto la loro conservazione è consentita in tutto il mondo. Le cellule vengono estratte da un campione prelevato durante l'amniocentesi, che implica un rischio generalizzato di aborto pari all'1% dei casi, successivamente amplificate ed espanse in laboratorio. Alcune delle banche descritte in precedenza sono specializzate anche in questo settore. Le cellule staminali nervose, contrariamente a quanto ritenuto fino ad oggi, non esistono solo nelle profondità del cervello ma anche in una zona dell'encefalo facilmente accessibile, proprio dietro al naso. È quanto dimostrato da un gruppo di ricercatori finanziati da Telethon e guidati da Angela Gritti e Angelo Vescovi, condirettore dell’Istituto cellule staminali del San Raffaele di Milano, in un lavoro pubblicato sull’importante rivista scientifica The Journal of Neuroscience, la rivista ufficiale della Società americana di neuroscienze. 15.01.2002 Tre storie della ricerca italiana che, in mezzo a enormi difficoltà economiche, coltiva grandi ricerche e ricercatori. 10 Aprile 2011, “Le due settimane appena passate potrebbero essere ricordate come quelle che hanno segnato l’inizio della fine per alcune delle malattie genetiche più importanti che colpiscono l’uomo. Parkinson, Distrofia di Duchenne e Sla potrebbero ricevere un duro colpo dalle cure con le staminali, le cui sperimentazioni stanno per iniziare con studi progettati e fatti una volta tanto in Italia, tutti annunciati fra il 26 di marzo e il 6 di aprile.” La terapia per la Sclerosi Laterale Amiotrofica con staminali cerebrali si deve al lavoro di Angelo Vescovi, che dirige la banca delle cellule staminali dell’ospedale di Terni ed è il direttore scientifico dell’Ospedale di Padre Pio di San Giovanni Rotondo, e che ha finalmente ricevuto il via libera da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Entro l’estate ai primi 20 pazienti verranno iniettate le cellule, e i primi risultati si avranno dopo circa un anno. Nello stesso periodo sempre su 20 pazienti verrà invece testata la terapia con staminali autologhe della ‘paralisi sopranucleare progressiva’ (Psp), un morbo molto simile al Parkinson che colpisce 6-7 persone ogni 100mila. Questa sperimentazione è promossa dalla Fondazione Grigioni – Istituti Clinici di Perfezionamento (Icp) e dalla Cell Factory del Policlinico di Milano. Della Distrofia di Duchenne si occuperà invece il San Raffaele di Milano, con un trial diretto da Giulio Cossu e finanziato in parte anche da Telethon, in cui i medici trapianteranno nei pazienti alcuni mesoangioblasti, ovvero staminali specializzate nel ricreare i muscoli, che sono state precedentemente ricavate da donatori appartenenti alla loro famiglia. “Si tratta di studi molto importanti, su patologie rilevanti e fatte da ricercatori di altissimo livello – commenta Carlo Alberto Redi, genetista dell’università di Pavia – si tratta di tre casi virtuosi di persone che sono riuscite a creare contesti fantastici in cui lavorare, e bisogna riconoscerne il merito”. Secondo l’esperto, però, queste tre ‘rondini’ non fanno primavera per il sistema della ricerca italiana: “L’Italia sconta un ritardo terribile dovuto alla mancanza di finanziamenti e di un progetto politico sulla ricerca – afferma il genetista – da noi ci sarebbero tanti altri ricercatori molto bravi, ma di cui non si riesce a valorizzare il lavoro”. Vi sono numerosi aspetti che portano a preferire certi tipi di cellule ad altre. Sia le staminali embrionali che quelle adulte hanno i loro vantaggi e svantaggi. Se però osserviamo un individuo nella sua vita e andiamo ad analizzare il suo sviluppo, possiamo notare come esso sia maggiore nella fase iniziale, a partire proprio dall’embrione contenuto nella pancia della mamma. Questo sta a significare che le cellule formatesi originariamente racchiudono in loro una maggior potenza che permette lo sviluppo e la crescita di numerose cellule. Motivo, questo, per cui con il passare degli anni tendiamo ad invecchiare sempre di più. Il tutto sta nelle unità di DNA ripetitivo che si trovano alla fine dei cromosomi, chiamate TELOMERI, le quali inizialmente sono lunghe e ad ogni duplicazione si accorciano, fino ad arrivare ad un punto in cui non permettono più la moltiplicazione delle cellule e portano alla morte dell’individuo. Questi TELOMERI sono più ampi nelle cellule embrionali rispetto a quelle adulte. Ciò consente un maggiore sviluppo e quindi più materiale da analizzare e utilizzare. Come si può osservare dall’immagine riportata, vi sono migliaia di articoli riguardanti le cellule staminali. Il problema rimane il fondo di verità presente in queste informazioni. Molto spesso si trovano persone che speculano su questo argomento illudendo persone malate che sperano in una qualche cura. Sono decine di migliaia i pazienti di tutto il mondo, tra cui alcune centinaia di italiani, che ogni anno si rivolgono a centri all'estero, spesso in Asia o nell'Est europeo, per sottoporsi a trapianti di cellule staminali contro malattie spesso inguaribili, seguendo terapie non validate scientificamente, considerate dai medici inutili e pericolose. Le proposte di cura abbracciano tutte le possibili malattie, «dalle unghie incarnite fino al tumore terminale», spiega all'Adnkronos Salute il genetista Angelo Vescovi, direttore scientifico dell'Ircss della Casa Sollievo della sofferenza Opera di San Pio di San Giovanni Rotondo (Foggia). «Credo che il maggior numero di pazienti - continua Vescovi - venga pescato tra i malati di patologie neurodegenerative che non sono guaribili e per le quali non ci sono terapie di contrasto. Sono disgustato da persone che illudono i pazienti e sfruttano la loro disperazione». Vescovi cita il caso di un suo paziente che, per 20 mila euro, si è fatto trapiantare cellule staminali in una clinica tedesca, senza ricavarne alcun beneficio. (pag succ.) Ci sono Paesi dove medici con un'etica non troppo rigorosa possono utilizzare scappatoie per applicare il trattamento. Tutto questo scavalcando le regole fondamentali della medicina occidentale che prevedono, per poter applicare una nuova terapia, una sperimentazione basata su criteri precisi. «Ad esempio la qualità delle cellule manipolate in vitro - spiega l'esperto - che devono essere certificate e prodotte in strutture egualmente certificate». Chi invece non vuole passare per la sperimentazione, utilizzando quindi una pratica scorretta, «può trovare escamotage come, ad esempio, non coltivare a lungo le cellula, ma prelevarla dal paziente per un autotrapianto immediato, possibile legalmente perché è minima la manipolazione della cellula. Un'operazione inutile fatta illudendo il malato che l'intervento possa risultare efficace. Oltre alla delusione dei paziente nel non vedere alcun miglioramento, vi si aggiungono gli effetti collaterali dati da queste terapie illegali che possono portare nuove malattie all’interno dell’individuo. Uscito il 15 febbraio 2011, “Le cellule della speranza” è un libro che ha lo scopo di diffondere le reali notizie relative alle cure che si possono affrontare attualmente con le staminali. Al suo interno sono contenute i racconti dei malati truffati, la storia delle cellule staminali e molti riferimenti a grandi ricercatori italiani e non. Più di 20 000 italiani hanno cercato all’estero una soluzione a malattie, le quali non possono (ancora) essere battute. I millantatori sono i più disparati e per lo più vivono in Asia e SudAmerica, ma non solo. Ecco una lista delle cliniche che propongono una cura a base di cellule staminali e che sono denunciate nel libro: • Beike Biotechnology • EmCell • Beijing Chao-Yang Hospital • Ricardo Palmas di Lima • XCell • Institute for cellular medicine di San Josè • Health center clinique Lémana La Beike è un colosso cinese che ha una sede dislocata anche in Europa, in Svizzera. Questa clinica offre soluzioni per ogni tipo di malattia: dalla sla al Parkinson, della frattura spinale all’ictus infantile. Con circa 6 iniezioni nel midollo spinale curerebbero ogni male, facendo spendere dai 22 000 ai 25 000 €. L’unica fonte delle cellule staminali impiegate dalla Beike è il sangue ottenuto dal cordone ombelicale di neonati sani (e non prematuri), aventi madri sane. La EmCell è un’ennesima clinica che propone la cura di ogni tipo di malattia che ha sede a Kiev, Ucraina. Nel sito della clinica non viene riportato il costo necessario per subire una iniziezione di cellule staminali, poiché esso cambia a seconda della tipologia di malattia da curare. L' XCell-Center è un gruppo di cliniche private e un Istituto di medicina rigenerativa con sede a Düsseldorf e a Colonia, quindi in Germania. Effettua terapie curative attraverso cellule staminali adulte proprie del corpo del paziente stesso. Gruppo svizzero che combatterebbe grazie all’uso delle staminali anche l’impotenza sessuale e le sciatiche. I prezzi sono relativamente modici, sui 7.000 / 8.000 €. Arrivano sempre nuovi aggiornamenti dalla ricerca sulle cellule staminali adulte. Negli Usa già operativo un nuovo sistema per curare le ustioni: una “pistola-spray”, che spara le cellule staminali sulla pelle ustionata e che avrebbe già curato con successo una dozzina di pazienti. Staminali prelevate da un lembo di pelle sana del paziente, anziché essere coltivate in laboratorio, vengono miscelate in una soluzione specifica e spruzzate sulla parte lesa, accelerando la guarigione. Le cellule "dormienti" vengono potentemente riattivate e la divisione e proliferazione delle proprie cellule cutanee riparte per la creazione di gran quantità di nuove sostanze della gioventù. L'azione ottenuta è a livello globale su tutta la struttura cutanea dell'epidermide, matrice cellulare, fibroblasti, collagene, elastina ecc. A testimonianza della situazione Redi cita la “creatività” necessaria per reperire i fondi anche in questi tre casi, mettendola a confronto con la situazione degli altri paesi: “Nel caso di Vescovi, ad esempio, c’é stato l’intervento fondamentale di una persona molto intelligente come il vescovo di Terni, e ha collaborato anche il sindaco di Rifondazione della città umbra – spiega l’esperto – negli altri paesi i governi invece spendono moltissimo, si pensi che la Spagna di Aznar investiva 113 milioni di euro su un solo progetto quando l’Italia ne metteva 5 su tutto il settore. Recentemente – racconta Redi – sono stato chiamato a giudicare 64 progetti in Germania, e quando ho chiesto al ministro tedesco quale fosse il budget mi ha risposto ‘professore, lei mi dica quali sono buoni e li finanziamo’. In pratica non c’era un limite al budget, una situazione che qui ci sognamo. Il Professor Edoardo Boncinelli sostiene che si stia piano piano giungendo ad una vera e propria soluzione ai problemi etici che attorniano il tema delle cellule staminali embrionali. Il tutto nasce da due esperimenti, che gli scienziati stanno cercando di migliorare tutt’oggi. Il primo consisterebbe nella possibilità di prelevare cellule staminali da embrioni difettosi, cioè che non potrebbero mai giungere ad uno sviluppo vero e proprio. Il secondo, invece, si basa sulla prelevazione di una singola cellula da un embrione, il quale non subisce alcune mutazioni o malformazioni durante il suo sviluppo. In più, da questa singola cellula è possibile, in ambienti ben precisi, crearne una serie molto numerosa. Per tanto, con lo sviluppo di questi due metodi si potrà porre fine al capito riguardante l’etica legata all’utilizzo di cellule staminali embrionali. http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=3263 http://www.bioinst.com/ http://www.italiasalute.it/news.asp?ID=6214 http://www.smartbank.it/ http://www.stemcell-cosmetics.com/PARADISECREAM.htm http://www.cryo-save.com/it/ http://www.lemana.com/it_IT/home/ http://www.stembank.ch/ http://www.xcell-center.it/ http://forum.gravidanzaonline.it/ http://www.emcell.com/it http://www.smartbank.it/ http://www.beike.ch/Beike-Italia http://staminali.wordpress.com/ http://www.mascellaro.it/node/48654 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/ Campbell Reece Taylor Simon, Immagini della Biologia http://www.focus.it/ Centro Università degli Studi di Milano - Scuola per la diffusione delle Bioscienze http://it.wikipedia.org/wiki/Dolly_(pecora) http://controversiastaminali.blogspot.com/ http://www.staminali.com/glossario/chiesa-cellule-staminali/ http://www.youtube.com/, http://www.clipsandcomment.com/