TFA 5^I DSA

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TFA II ciclo
(6 CFU)
Insegnamento
Didattica e Pedagogia speciale
I DSA:
aspetti diagnostici e metodologico-didattici
11 marzo 2015
Prof. Domenico Milito
1
Indice
-
Cosa sono i DSA
I DSA nell’ICD-10
I DSA nel DSM IV
I DSA: dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia
Strumenti compensativi
Misure dispensative
Finalità della Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010
D.M. 12 luglio 2011 e Linee guida per il diritto allo studio
di alunni e studenti con DSA.
- Interventi didattici e personalizzati
- Scuola-Famiglia-Servizi
- Procedure per il riconoscimento dei DSA
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Cosa sono i DSA
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Per molto tempo, i disturbi specifici di apprendimento (DSA)
nell’ambito dei manuali internazionali di classificazione
diagnostica (ICD-World Health Organization e DSM American Psychiatric Association)
hanno rappresentato
entità cliniche residuali, mal definite e poco comprese nella
loro espressività e nei meccanismi eziopatogenetici (1)
(1) Milito D., Disturbi Specifici di Apprendimento e successo scolastico,
Anicia, Roma, 2012
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I Disturbi Specifici di Apprendimento interessano alcune
specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un
contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età
anagrafica.
Sono coinvolte in tali disturbi:
l’abilità di lettura, di scrittura, di fare calcoli.
Sulla base dell’abilità interessata dal disturbo, i DSA
assumono una denominazione specifica:
dislessia (lettura), disgrafia e disortografia (scrittura),
discalculia (calcolo).
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Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA
sono di origine neurobiologica; allo stesso tempo hanno
matrice evolutiva e si mostrano come un’atipia dello
sviluppo, modificabili attraverso interventi mirati.
Posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il
disturbo, infatti, il discente può raggiungere gli obiettivi
di apprendimento previsti.
Vi è da notare (e ciò non è affatto irrilevante per la
didattica) che gli alunni con DSA sviluppano stili di
apprendimento specifici, volti a compensare le difficoltà
incontrate a seguito del disturbo.
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I DSA nell’ICD 10
"Questi sono disturbi nei quali le modalità normali di acquisizione
delle capacità in questione sono alterate già nelle prime fasi di
sviluppo.
Essi non sono semplicemente una conseguenza di una mancanza
di opportunità di apprendere e non sono dovuti a una malattia
cerebrale acquisita.
Piuttosto si ritiene che i disturbi derivino da anomalie
nell’elaborazione cognitiva legate in larga misura a qualche tipo di
disfunzione biologica. Come per la maggior parte degli altri disturbi
dello sviluppo, queste condizioni sono marcatamente più frequenti
nei maschi".
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I DSA nel DSM IV
“I disturbi dell’apprendimento vengono diagnosticati quando i
risultati ottenuti dal bambino in test standardizzati, somministrati
individualmente, su lettura, calcolo o espressione scritta risultano
significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età,
all’istruzione e al livello d’intelligenza.
Essi interferiscono in modo significativo con i risultati scolastici o
con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura,
di calcolo e di scrittura”.
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Soltanto con i progressi ottenuti nel campo scientifico e nei
diversi settori di ricerca è stato possibile raggiungere alcuni
apprezzabili livelli di convergenza, superando alcune
difficoltà nel definire le diagnosi e nell’assunzione delle
direttive diagnostiche.
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Con la Legge n. 170 entrata in vigore l’8 ottobre 2010 viene a
concretizzarsi un corpus normativo organico in cui,
contestualmente, trovano spazio
principi, valori, definizioni, indicazioni operative e strumenti
da assumere come punto di riferimento per affrontare i DSA
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I disturbi specifici di apprendimento
(DSA)
- Dislessia
- Disgrafia
- Disortografia
- Discalculia
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I DSA nell’ICD 10
“(….) Questi sono disturbi nei quali le modalità normali di acquisizione
delle capacità in questione sono alterate già nelle fasi iniziali dello
sviluppo.
Essi non sono semplicemente una conseguenza di una
mancanza di opportunità di apprendere
e non sono dovuti ad una malattia cerebrale acquisita.
Piuttosto, si ritiene che i disturbi derivino
da anomalie nell’elaborazione cognitiva
legate in larga misura a qualche tipo di disfunzione biologica.
Come per la maggior parte degli altri disturbi dello sviluppo, queste
condizioni sono marcatamente più frequenti nei maschi (…)”
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La dislessia nel DSM IV
La dislessia è un disturbo evolutivo della lettura che si manifesta in
individui in età evolutiva privi di deficit neurologici, cognitivi,
sensoriali e relazionali e che hanno usufruito di normali
opportunità educative e didattiche.
Più precisamente la dislessia è la difficoltà:
- del controllo del codice scritto,
- che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e
fluente.
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La dislessia nella Legge n. 170/2010
La dislessia è un disturbo specifico che si
manifesta con una difficoltà nell'imparare a leggere,
in particolare nella decifrazione dei segni
linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità
della lettura.
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La dislessia
Da un punto di vista clinico, la dislessia si manifesta attraverso
una minore correttezza e rapidità della lettura a voce alta rispetto a
quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione
ricevuta.
Risultano più o meno deficitarie, a seconda del profilo del disturbo
in base all’età, la lettura di lettere, di parole e non-parole, di brani.
In generale, l’aspetto evolutivo della dislessia può farlo somigliare
a un semplice rallentamento del regolare processo di sviluppo.
Tale considerazione è utile per l’individuazione di eventuali segnali
anticipatori, fin dalla scuola dell’infanzia.
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La disgrafia nell’ICD 10 e nel DSM IV
“…la caratteristica fondamentale del Disturbo di Sviluppo della
Coordinazione è una marcata compromissione dello sviluppo della
coordinazione motoria
(Criterio A).
La diagnosi viene fatta solo se questa compromissione interferisce in
modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività della
vita quotidiana (Criterio B).
La diagnosi viene fatta se le difficoltà nella coordinazione non sono
dovute ad una condizione medica generale (per es., paralisi cerebrale,
emiplegia o distrofia muscolare) e se non risultano soddisfatti i criteri per
un Disturbo Generalizzato dello Sviluppo
(Criterio C).
Se è presente Ritardo Mentale, le difficoltà motorie vanno al di là di quelle
di solito associate con esso (Criterio D).
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La disgrafia e la disortografia nella Legge n. 170/2010
La disgrafia è un disturbo specifico di scrittura che si
manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica.
La disortografia è un disturbo specifico di scrittura
che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di
transcodifica.
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La disgrafia e la disortografia
Il disturbo specifico di scrittura si definisce disgrafia o
disortografia, a seconda che interessi rispettivamente la grafia o
l’ortografia.
La disgrafia fa riferimento al controllo degli aspetti grafici,
formali, della scrittura manuale, ed è collegata al momento
motorio-esecutivo della prestazione; la disortografia riguarda
invece l’utilizzo, in fase di scrittura, del codice linguistico in
quanto tale.
La disgrafia si manifesta in una minore fluenza e qualità
dell’aspetto grafico della scrittura, la disortografia è all’origine di
una minore correttezza del testo scritto; entrambi, naturalmente,
sono
in rapporto all’età anagrafica dell’alunno.
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La disgrafia e la disortografia
In particolare, la disortografia si può definire come un disordine di
codifica del testo scritto, che viene fatto risalire ad un deficit di
funzionamento delle componenti centrali del processo di
scrittura, responsabili della transcodifica del linguaggio orale nel
linguaggio scritto.
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La discalculia nell’ICD 10
Le difficoltà aritmetiche che possono verificarsi sono varie, ma tra
esse sono incluse:
-un’incapacità a comprendere i concetti alla base di particolari
operazioni aritmetiche;
- una mancanza di comprensione di termini o dei segni matematici;
-il mancato riconoscimento dei simboli numerici;
-la difficoltà di adattare le manipolazioni aritmetiche standard;
-la difficoltà nel comprendere quali numeri sono pertinenti al
problema aritmetico che si sta considerando;
-la difficoltà ad allineare correttamente i numeri o ad inserire
decimali o simboli durante i calcoli;
-la difettosa organizzazione spaziale dei calcoli aritmetici
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La discalculia nel DSM IV
“La caratteristica principale del Disturbo del Calcolo è una capacità di
calcolo (misurata con test standardizzati somministrati individualmente sul
calcolo o sul ragionamento matematico) che si situa sostanzialmente al di
sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla
valutazione psicometrica dell’intelligenza, e a un’istruzione adeguata
all’età (Criterio A).
Il Disturbo del Calcolo interferisce in modo significativo con
l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che
richiedono capacità di calcolo (Criterio B).
Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà nelle capacità di calcolo
vanno al di là di quelle di solito associate con esso (Criterio C): Se sono
presenti una condizione neurologica o un’altra condizione medica
generale oppure un deficit sensoriale dovrebbero essere codificati
sull’Asse III”.
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La discalculia nel DSM IV
“Nel disturbo del Calcolo possono essere compromesse diverse capacità
incluse le
capacità “linguistiche” (per es.: comprendere o nominare i termini, le
operazioni, o i concetti matematici, e decodificare problemi scritti in simboli
matematici);
capacità “percettive” (per es.: riconoscere o leggere simboli numerici o
segni aritmetici e raggruppare oggetti in gruppi);
capacità “attentive” (per es., copiare correttamente numeri o figure,
ricordarsi di aggiungere il riporto e rispettare i segni operazionali);
capacità “matematiche” (per es.: seguire sequenze di passaggi
matematici, contare oggetti, e imparare tabelline)”.
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La discalculia nella Legge n. 170/2010
La discalculia è un disturbo specifico che si manifesta con una
difficoltà negli automatismi del calcolo e dell'elaborazione dei
numeri.
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La discalculia
La discalculia riguarda l’abilità di calcolo, sia nella componente
dell’organizzazione della cognizione numerica (intelligenza numerica
basale), sia in quella delle procedure esecutive e del calcolo.
Nel primo ambito, la discalculia interviene sugli elementi basali dell’abilità
numerica:
Il subitizing (o riconoscimento immediato di piccole quantità), i
meccanismi di quantificazione, la seriazione, la comparazione, le strategie
di composizione e scomposizione di quantità, le strategie di calcolo a
mente.
Nell’ambito procedurale, invece, la discalculia rende difficoltose le
procedure esecutive per lo più implicate nel calcolo scritto: la lettura e
scrittura dei numeri, l’incolonnamento, il recupero dei fatti numerici e gli
algoritmi del calcolo scritto vero e proprio.
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La comorbilità
Pur interessando abilità diverse, i DSA possono coesistere in una stessa
persona: fenomeno che tecnicamente si definisce “comorbilità”.
Ad esempio, il Disturbo del Calcolo può presentarsi in isolamento o in
associazione (più tipicamente) ad altri disturbi specifici.
La comorbilità può essere presente anche tra i DSA e altri disturbi di
sviluppo (disturbi di linguaggio, disturbi di coordinazione motoria, disturbi
dell’attenzione) e tra i DSA e i disturbi emotivi e del comportamento.
In questo caso, il disturbo risultante è superiore alla somma delle singole
difficoltà, poiché ognuno dei disturbi implicati nella comorbilità influenza
negativamente lo sviluppo delle abilità complessive.
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Le finalità della Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010
a) garantire il diritto all'istruzione;
b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di
supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle
potenzialità;
c) ridurre i disagi relazionali ed emozionali;
d) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative
degli studenti;
e) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle
problematiche legate ai DSA;
f) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi;
g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e
servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione;
h) assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e
professionale.
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D.M. 12 luglio 2011
In attuazione della Legge n. 170/2010
è stato emanato il Decreto Ministeriale n. 5669 del 12
luglio 2011 che riporta in allegato
le Linee Guida per il diritto allo studio di alunni e
studenti con DSA,
che riprendono le definizioni dei disturbi specifici
dell’ apprendimento già espresse nel testo della
medesima Legge n. 170/2010
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Linee guida del 2011
- Presentano
alcune indicazioni, elaborate sulla base
delle più recenti conoscenze scientifiche, per realizzare
interventi didattici individualizzati e personalizzati,
nonché per utilizzare gli strumenti compensativi e per
applicare le misure dispensative
- Indicano il livello essenziale delle prestazioni richieste
alle istituzioni scolastiche per garantire il diritto allo
studio degli alunni con DSA
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Tale decreto individua:
- le modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti
scolastici,
- le misure educative e didattiche di supporto utili a
sostenere il corretto processo di
insegnamento/apprendimento fin dalla scuola
dell’infanzia,
- le forme di verifica e di valutazione per garantire il diritto
allo studio degli alunni e degli studenti con diagnosi di
DSA delle scuole di ogni ordine e grado del sistema
nazionale di istruzione e nelle università.
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Compito della scuola
Per gli studenti che, nonostante adeguate attività di recupero
didattico mirato, presentano persistenti difficoltà, la scuola
trasmette apposita comunicazione alla famiglia.
E' compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole
dell'infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie
interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi
sospetti di DSA degli studenti, sulla base di specifici protocolli
regionali.
L'esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di
DSA.
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Misure educative e didattiche di supporto
per gli alunni con DSA
Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di
appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di
flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione
e negli studi universitari.
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Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche
garantiscono:
a) L'uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci
e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di
caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una
metodologia e una strategia educativa adeguate;
b) L'introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di
apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonchè misure
dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei
concetti da apprendere;
c) Per l'insegnamento delle lingue straniere, l'uso di strumenti compensativi
che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali
di apprendimento, prevedendo anche, ove risulti utile, la possibilità
dell'esonero.
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Gli strumenti compensativi
Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che
sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria.
Fra i più noti si ricordano:
· la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di
ascolto;
· il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere
gli
appunti della lezione;
· i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che
permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza
l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli
errori;
· la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo;
· altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari,
mappe concettuali, etc.
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Le misure dispensative
Le misure dispensative sono, invece, interventi che consentono all’alunno o
allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo,
risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento.
Per esempio, non è utile far leggere a un alunno con dislessia un lungo
brano, in quanto l’esercizio, per via del disturbo, non migliora la sua
prestazione nella lettura.
L’adozione delle misure dispensative, al fine di non creare percorsi
immotivatamente facilitati, che non mirano al successo formativo degli
alunni e degli studenti con DSA, dovrà essere sempre valutata sulla base
dell’effettiva incidenza del disturbo sulle prestazioni richieste, in modo tale,
comunque, da non differenziare, in ordine agli obiettivi, il percorso di
apprendimento dell’alunno o dello studente in questione.
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Il corpo normativo sancisce la necessità di favorire la
diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi, di
incrementare la comunicazione e la collaborazione
tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il
percorso di istruzione e di formazione e di
assicurare eguali opportunità di sviluppo delle
capacità in ambito sociale e professionale (2).
2) MILITO D., Op.cit.
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La scuola viene, così, individuata come il soggetto
politico-istituzionale al quale affidare il compito di
prendersi cura del soggetto con DSA, adottando
interventi che favoriscano l’individuazione precoce del
disturbo e gestendo tutte le azioni che possono
portare ad un superamento delle difficoltà specifiche.
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Sono prefigurate:
- la diagnosi precoce;
- la possibilità di percorsi didattici abilitativi,
facendo ricorso a specifiche misure didattiche di
supporto per favorire il successo scolastico e
garantire una formazione adeguata nel corso dei
cicli di istruzione e formazione e negli studi
universitari.
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Interventi didattici individualizzati e personalizzati
La scuola garantisce ed esplicita,
nei confronti di alunni e studenti con DSA,
interventi didattici individualizzati e personalizzati,
anche attraverso la redazione di un
Piano Didattico Personalizzato,
con l’indicazione degli strumenti compensativi
e delle misure dispensative adottate.
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I docenti
In un’ottica di prevenzione dei DSA,
i docenti adottano metodologie didattiche adeguate
allo sviluppo delle abilità di letto-scrittura e di calcolo,
tenendo conto, nel rispetto della libertà
d’insegnamento,
delle osservazioni di carattere scientifico
contenute al riguardo nelle Linee guida allegate al D.M.
del 12.07.2011
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I docenti
I docenti che si trovano ad operare in una classe in cui
sono presenti alunni con DSA sono chiamati a
confrontarsi con il “referente d’Istituto”, figura
istituzionale introdotta dalla recente normativa al fine di
svolgere una funzione di supporto nell’applicazione
didattica proposta, sulla base di una formazione
specifica adeguata.
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CHI FA
CHE COSA
Scuola
Famiglia
Servizi
Richiesta di
valutazione
Iter
diagnostico
Comunicazione della
famiglia alla scuola
Diagnosi documento di
certificazione diagnostica
Interventi di identificazione
precoce casi sospetti
Attività di recupero
didattico mirato
Persistenti difficoltà
Comunicazione della
scuola alla famiglia
Provvedimenti compensativi e
dispensativi – Didattica e
valutazione personalizzata
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Procedure
per il riconoscimento dei DSA
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La famiglia
Un ruolo importante è riservato alla famiglia, che:
- si avvede per prima delle difficoltà del proprio figlio o figlia
- ne informa la scuola, sollecitandola ad un periodo di
osservazione.
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La scuola
Al fine di avviare il percorso per la diagnosi,
provvede a segnalare alla famiglia le eventuali evidenze di un
possibile disturbo specifico di apprendimento,
riscontrate nelle prestazioni quotidiane in classe e persistenti
nonostante l’applicazione di adeguate attività di recupero
didattico mirato.
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La scuola
La legge tende a promuovere lo sviluppo delle potenzialità e la
riduzione dei disagi relazionali ed emozionali, cosicchè, in
presenza di studenti che, nonostante adeguate attività di
recupero didattico mirato, presentino persistenti difficoltà, la
scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia,
affinchè questa si attivi tempestivamente, ricorrendo a
interventi idonei, anche se l’esito di tali attività non
costituisce, comunque, una diagnosi di DSA.
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La diagnosi
La diagnosi dei DSA, come sancito dall’art. 3 della Legge n.
170/2010, è effettuata nell’ambito dei trattamenti specialistici
già assicurati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ed è
comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello
studente.
Pur non disponendo al momento di marker fisici per i DSA,
che vengono diagnosticati sulla base di un quadro complesso di
valutazioni cliniche, di risultati ai test standardizzati, di
osservazioni dirette sia del clinico che della famiglia e della
scuola, la diagnosi viene emessa sulla base del giudizio clinico
dello specialista.
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Una volta accertata la diagnosi di DSA all’alunno
deve essere garantita una didattica individualizzata e
personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico
che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti,
quali il bilinguismo, con il ricorso ad una metodologia e ad una
strategia educativa “adeguate”, come, del resto, esplicitato più
dettagliatamente nelle Linee guida del Miur allegate al Decreto
Ministeriale del 12 luglio 2011.
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La certificazione di DSA
Viene consegnata dalla famiglia
ovvero dallo studente di maggiore età
alla scuola o all’università,
che intraprendono le iniziative ad essa conseguenti.
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La didattica nei DSA
Obiettivo di fondo:
tradurre la scuola in istituzione
che sa rispondere adeguatamente
a tutte le difficoltà degli alunni
e, conseguentemente,
renderla veramente
INCLUSIVA per tutti.
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Riferimenti bibliografici
-
Milito D., Inclusione e BES: stato dell’arte e prospettive, Anicia, Roma, 2014
Milito D., Disturbi Specifici di Apprendimento e successo scolastico, Anicia,
Roma, 2012
Milito D., Inclusione, integrazione e bisogni educativi, Anicia, Roma, 2012
Fogarolo F. (a cura di), Costruire il Piano Didattico Personalizzato, Erickson,
Trento, 2012
Fumarco G. (a cura di), Professione docente, Carocci, Roma, 2007
Martinelli M., La personalizzazione didattica, La Scuola, Brescia, 2004
Prof. Domenico Milito
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