La seta raggiunge l’Occidente: le merci di scambio La seta cominciò ad uscire frequentemente dalla Cina verso la fine del III secolo a.C., sia a seguito dei saccheggi effettuati dai nomadi provenienti dalla Persia, sia come dono inviato dai primi imperatori (Zhang Qian, Chang Chien, Han Wudi) ai capi nomadi. La seta comparve per la prima volta nelle fonti letterarie occidentali grazie allo storico romano Lucio Floro (II secolo d.C.) quando ricorda i tessuti di cui erano fatte le bandiere sventolate dai soldati persiani. La diffusione a fini commerciali della seta iniziò quando i cinesi presero il controllo del commercio, specialmente dopo la conquista dell’Asia centrale e delle rotte commerciali che l’attraversavano. I cinesi riuscirono a diffondere i loro prodotti grazie anche alla realizzazione dell’importante Via della Seta, cioè quell’insieme di percorsi carovanieri e rotte commerciali che congiungevano l’Asia Orientale e, in particolare, la Cina, al Vicino Oriente e al bacino del Mediterraneo, lungo la quale nei secoli hanno transitato carovane di cammelli carichi di seta, prezioso materiale di cui la Cina ha conservato a lungo il “segreto” della sua lavorazione. Gruppo carovaniero che con le merci attraversa la Via della Seta Le carovane dirette in Cina attraverso la Via della Seta, che raggiunse un’estensione di circa 8000 chilometri, portavano: oro, argento, avorio, giada, altre pietre preziose, cocomeri, spezie, noci, melograni, uva e vino, cavalli, struzzi e vetri colorati (procedimento sconosciuto ai cinesi, di cui i veneziani erano maestri). Lavorazione del vetro Queste carovane tornavano in Europa con la seta, la porcellana, le lacche, le spezie, i profumi, il tè e la polvere da sparo. Uno strumento importantissimo che i cinesi fecero conoscere ai commercianti occidentali fu la bussola, grazie alla quale ci si poteva orientare sia per mare sia per terra, anche se i cieli erano nuvolosi. Antica bussola Antica bussola cinese Tra le spezie e le sostanze che viaggiavano verso la Cina c’erano il coriandolo (anche conosciuto con il nome di “prezzemolo cinese”). E’ una pianta originaria dei paesi del Mar Mediterraneo, ha una radice molto sottile, un fusto alto tra i 30 e i 50 centimetri, fiori che possono essere di colore rosa o bianco e frutti che hanno un sapore dolce. Prezzemolo cinese Il chiodo di garofano che in realtà è un bocciolo essiccato di un albero molto diffuso in oriente; il cardamomo, spezia conosciuta fin dai tempi dei Greci e dei Romani, che lo utilizzavano per produrre profumi. Il cardamomo La henna (più spesso chiamata col corrispondente francese hennè) che è un arbusto spinoso dalle cui foglie e rami essiccati e macinati si ricavava una polvere gialla – verdastra utilizzata come colorante su tessuti e pelle animale. La tonalità rosso – brema varia in funzione della composizione dei rami (rosso) e delle foglie (marrone). Hennè La mirra, spezia conosciuta già nell’Antico Egitto per la pratica dell’imbalsamazione, venne introdotta nella medicina cinese nel VII secolo e da allora usata per trattare disturbi come emorragie, dolori e ferite. L’olio di sandalo e il suo aroma, che si ottengono dalla corteccia di un arbusto originario dell’India, Australia e Indonesia; lo zenzero che è una pianta erbacea perenne di cui si utilizzano le radici fresche o essiccate proprio per le loro proprietà medicinali. È originario dell’Asia ed arrivò in Europa all’epoca dei Romani. Oltre a tutti questi prodotti ci furono grandi scambi culturali, di idee, di invenzioni (la bussola ad ago magnetico, il timone centrale, le carte nautiche, caravanserraglio) che portarono una maggiore conoscenza reciproca tra Oriente e Occidente. Grazie a questi scambi commerciali i mercanti acquisirono grandi ricchezze anche perché tutte le merci che acquistavano o barattavano le rivendevano a prezzi altissimi. Lungo il tragitto venivano, infatti, fatte delle soste nelle oasi o nelle città carovaniere affollate dai mercanti. Lì veniva effettuato lo scambio di merci da una carovana a quella che l’avrebbe successivamente portata a destinazione. Oasi lungo la Via della Seta Le carovane erano spesso soggette all’attacco dei predoni, ma erano anche protette da soldati che venivano pagati con tasse. A causa di questi pericoli, nei viaggi più lunghi le strade venivano spesso cambiate. Le carovane lungo il loro viaggio attraversavano molti paesi e quindi molte frontiere, dovendo in caso pagare anche i dazi sulle merci trasportate, sia all’andata del viaggio che al ritorno. Le tappe più importanti erano: Atene e Costantinopoli in Europa, Baghdad in Medio Oriente, Samarcanda nell’attuale Uzbekistan e Hatan e Xi’an in Cina. Oggi lungo il percorso si possono trovare ancora tracce dei popoli, delle idee e delle merci che l’hanno attraversata e modellata. Sono la testimonianza del fatto che la Via della Seta ha anche rappresentato un dialogo tra le civiltà sedentarie della Cina e dei paesi del Vicino Oriente e Mediterraneo, mediante le popolazioni nomadi dell’Asia Centrale. Tra il 1250 e il 1350 i mercanti di Venezia e di Genova, crearono il primo esempio di globalizzazione economica. La Via della Seta fu iniziata nel 114 a. C. nel periodo della dinastia Han (206 a.C.-220d. C.),e sopravvisse fino al XV secolo , circa 150 anni dopo Marco Polo, quando si aprirono le vie marittime. Verso la fine del ‘400 Vasco da Gama, esploratore portoghese, aprì una nuova via di commercio con l’ Oriente grazie alla circumnavigazione dell’Africa. In questo modo le navi poterono giungere in India e in Cina attraverso il mare e i viaggi diventarono più veloci e più sicuri, anche perché non c’era più il pericolo dei predoni. Così, pian piano, le carovane cessarono di compiere i lunghissimi viaggi che mettevano in comunicazione l’Occidente con l’Oriente. Progetto su Marco Polo svolto da: Giulia Fraschetti Massimo Proromo Giulietta D’Avino