materiale lacune

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I DISTURBI DEL
COMPORTAMENTO
Corso di aggiornamento
2011
Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale
Università degli Studi di Trento
IL DISAGIO IN AMBITO SCOLASTICO
Negli ultimi anni si è assistito ad un
aumento delle segnalazioni in ambito
scolastico rispetto a diverse manifestazioni
del disagio in età evolutiva.
IL DISAGIO IN AMBITO SCOLASTICO
Le SEGNALAZIONI più frequenti durante gli
anni delle scuole elementari e medie sono
relative a:
RENDIMENTO
SCOLASTCO
DISTURBI DEL
COMPORTAMENTO
Comportamenti disturbanti
I comportamenti disturbanti, pur riguardando
aspetti specifici del funzionamento individuale,
in realtà coinvolgono anche:
• la sfera emotiva,
• la sfera relazionale,
• l’autonomia personale.
Comportamenti disturbanti
Rompe gli
oggetti propri
e altrui
Non rispetta il
suo turno
Picchia i
compagni
Quali sono i
comportamenti
disturbanti?
Corre in
momenti
inappropriati
Non sta
fermo nel
banco
Parla con gli
amici
Si distrae
sempre
Non si
concentra
Non ascolta
la lezione
Non porta a
termine il
lavoro
Le aree di difficoltà
Attenzione e
concentrazione
Aggressività
Regolazione emotiva
Cause dei comportamenti disturbanti
motivazione
autostima
affettività
controllo
emotivo
Cause dei comportamenti disturbanti
Interesse
Motivazione
Piacere
Abilità
Insuccesso
Autostima
Svalutazioni
Richieste Inadeguate
Cause dei comportamenti disturbanti
Esperienze relazionali
Affettività
Fragilità emotiva
Rabbia
Autoregolazione
Controllo della
propria
emotività
Richiesta di
contenimento
Difficoltà di
anticipazione
IL DISAGIO IN AMBITO SCOLASTICO
E’ opportuno distinguere
tra:
Comportamento disturbante
Disturbo del comportamento
IL DISAGIO IN AMBITO SCOLASTICO
Con il termine comportamento disturbante si fa
riferimento a qualsiasi tipo di comportamento che
non è adattivo rispetto alle richieste esterne.
Col termine disturbo del comportamento si
indica una possibile sindrome clinica con criteri
Diagnostici specifici relativi al tipo di
comportamento, la gravità, la durata e le
conseguenze evolutive.
IL DISAGIO IN AMBITO SCOLASTICO
Disagio nell’
adattamento
all’ambiente
1. Entrare in relazione con il
soggetto
2. Gestire il soggetto nella classe
3. Gestire la classe
4. Consentire il percorso di
apprendimento scolastico
Difficoltà nello
sviluppo.
1. Relazionale
2. Cognitivo
3. Emotivo
I disturbi del comportamento
Le principali categorie cliniche che
manifestano alterazioni significative nelle
tre aree indicate sono:
DISTURBO DA
DEFICIT DI
ATTENZIONE
IPERATTIVITÀ
DISTURBO
OPPOSITIVO
PROVOCATORIO
DISTURBO
DELLA
CONDOTTA
I disturbi del comportamento
DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE
IPERATTIVITÀ
dal 3 al 5%
DISTURBO OPPOSITIVO
PROVOCATORIO
dal 2 al 16%
DISTURBO DELLA CONDOTTA
dal 2 al 9%
Come si può notare la PREVALENZA di un reale disturbo
comportamentale NON È MOLTO ELEVATA.
I comportamenti difficili
Molti ragazzi a scuola non riescono ad adattarsi
facilmente per motivi diversi che vanno dal tipo di
legame costruito con i genitori, a problemi
temperamentali, motivazionali.
I loro comportamenti a scuola diventano
problematici per la conduzione della classe e di
conseguenza per il soggetto stesso che vive un
forte disagio e stato di ansia.
I comportamenti difficili
DIFFICOLTA’ DI
ADATTAMENTO DEL
SOGGETTO
DISAGIO E ANSIA NEL
SOGGETTO
DIFFICOLTA’ DI
GESTIONE DELLA
SCUOLA
Le basi per l’adattamento
sociale
Paola Venuti, Floriana la Femina, Simona de Falco
Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale
Università di trento
Fattori determinanti per un adeguato
sviluppo e adattamento sociale
Avere una relazione di
attaccamento con un
adulto significativo
Attivare le capacità mentali
per la conoscenza del
mondo circostante
Lo sviluppo è un processo omogeneo in cui gli
ambiti affettivo, cognitivo e sociale sono integrati ed
interagiscono tra di loro.
Lo sviluppo infantile
differenze biologicocostituzionali
differenze culturaliambientali
Interazione
bambino-caregiver
Affetti
Evoluzione delle strutture
mentali
La relazione d’attaccamento
La prima relazione importante
Il legame con la madre è un legame di lunga durata
emotivamente significativo, definito attaccamento. Il
legame è reciproco e significativo per entrambi.
 Fornisce benessere e sicurezza
attraverso la vicinanza
 Se interrotto, implica l’angoscia da
separazione
 Fornisce una base sicura dalla quale il
bambino può allontanarsi per esplorare
il mondo e farvi ritorno
Dipendenza o attaccamento
Dipendenza implica che il bambino sia inabile e che
dipenda da un adulto per crescere. Man mano che
diventa grande diviene capace di cavarsela da solo e
quindi diventa indipendente.
Dipendente assume il significato di immaturo
Attaccamento implica una relazione duale, il bambino
cerca la vicinanza della madre e la madre risponde ai
suoi comportamenti.
La relazione d’attaccamento dura per tutta la vita anche e
soprattutto quando una persona è autonoma.
Attaccamento come base sicura
Quanto più un bambino sperimenta una relazione sicura
con la propria madre tanto più egli è capace di conoscere,
esplorare e entrare in contatto con il mondo esterno.
L’attivazione della base sicura interna, man mano che si
cresce con l’età, non ha bisogno della persona presente,
ma può essere attivata tramite pensieri ed immagini
consolatorie o azioni consolatorie.
Tipologie di attaccamento
Dalle modalità relazionali della madre e
delle altre figure adulte importanti nella
famiglia derivano dei modelli diversi di
attaccamento
Attaccamento
sicuro
Attaccamento
insicuro
evitante
Attaccamento
insicuro
ambivalente
Effetti dell’attaccamento
La relazione di attaccamento ha effetti su:
Le caratteristiche della personalità (autostima, conoscenza di sé,
entusiasmo, capacità di recupero)
La relazione con i coetanei (socievolezza, cordialità)
La relazione con gli adulti (modelli di relazione con altri adulti diversi
dai familiari)
Gli aspetti emotivi (capacità di regolare le proprie emozioni ed affetti)
Gli aspetti cognitivi (capacità di conoscere esplorare, essere curioso)
L’adattamento (capacità di adattarsi ad ambienti sociali e fisici diversi)
Attaccamento Sicuro
L’attaccamento sicuro si instaura quando la madre sa percepire i
segnali del bambino e sa rispondere in maniera pronta ed
adeguata. Madri disponibili, affettuose e ricettive negli scambi
A scuola il bambino sicuro è quello che:
 Si distacca dalla famiglia con facilità ma manifesta anche dispiacere
per l’allontanamento del genitore
 Esplora e gioca con gli strumenti culturali forniti
 E’ capace di relazioni importanti con l’adulto e con i compagni
 Ha la famiglia come punto di riferimento ma apprezza le relazioni
con altri, ama condividere con i genitori le sue scoperte
Se manca la base sicura
Quando il bambino non ha esperito una base
sicura capace di risposte coerenti e sensibili, allora
la ricerca della base sicura può condurre ad azioni
distorte e dannose.
[ad esempio l’alcol, l’abuso di sostanze,
l’ingozzamento di cibo, il movimento ripetuto e
continuo: infatti si ritrova una momentanea
sensazione di benessere e calma che dà, anche
se solo momentaneamente, sicurezza e piacere].
Attaccamento Sicuro e Autostima
L’individuo sicuro ha un modello di autostima equilibrato
che è aperto alla convalida esterna ma non è
completamente dipendente da questa; è capace di
instaurare una relazione reciproca in cui sia il dare che il
ricevere hanno la loro parte.
Attaccamento insicuro evitante
L’attaccamento insicuro evitante si instaura quando la madre tende
ad essere poco disponibile ai segnali psicologici sa percepire i
segnali del bambino, nel senso che non sono in sintonia con i
segnali del bambino, sono chiuse e trascurano il bambino.
A scuola il bambino insicuro evitante è quello che:
 Fa prevalere la sfera cognitiva su quella emotiva.
 E’ molto concentrato sulle cose e sugli apprendimenti
 Non manifesta il bisogno di contatto e di vicinanza né ad adulto né a
compagni
 Non manifesta reazioni particolari nei confronti dei propri genitori.
Attaccamento Insicuro Evitante e Autostima
Nel modello di attaccamento evitante la convalida
esterna ha un impatto ridotto e la persona evitante
fa del suo meglio per controllarsi e per tenere a
bada l’intimità nella misura in cui essa minaccia il
meccanismo interno di mantenimento
dell’autostima.
[Si tratta di quegli alunni che sembrano indifferenti
a tutto, che sembrano aver indossato una
maschera impenetrabile].
Attaccamento Insicuro Ambivalente
L’attaccamento insicuro ambivalente si instaura quando la madre
tende ad essere poco sensibile ma in modo incostante: alcune
volte rispondono positivamente e altre volte respingono il bambino
quando chiedono attenzione.
A scuola il bambino insicuro ambivalente :
 Manifesta una esasperata dipendenza dall’adulto, richiede la
presenza e agisce poco senza il supporto
 E’ sempre alla ricerca di approvazione e di condivisione con l’adulto
 Fa fatica a concentrarsi su una attività, è dispersivo e caotico.
 E’ spesso ansioso ed impaurito e non sfrutta a pieno le proprie
capacità cognitive perché in continua ricerca di vicinanza affettiva.
Attaccamento Insicuro Ambivalente e Autostima
Nei casi di attaccamento ambivalente l’autostima
dipende dalla vicinanza e dallo sguardo positivo
della figura di attaccamento e di adulto a cui si
rimane aggrappati
[Si tratta di quegli alunni che a scuola riescono a
fare solo se l’insegnante è vicino o li guarda o
esprime approvazione].
Attaccamento e capacità di narrazione
Attaccamento Sicuro
E’ la base per una buona capacità di
riflettere sulle proprie esperienze.
La capacità di parlare in maniera
coerente di se stessi, delle proprie
difficoltà, la capacità di riconoscere i
propri errori è legata alle esperienze
positive di attaccamento vissuto
L’attaccamento sicuro ha una notevole portata sulle capacità logiche e
mentali degli alunni. Non possiamo valutare dei processi mentali e delle
pratiche relazionali senza considerare e valutare la storia del bambino e
il modo in cui si attivano i processi emotivi nel momento in cui è
richiesta una performance.
Attaccamento e disturbi del comportamento
Attaccamento Sicuro
La capacità di
concentrasi nello studio e
nei lavori scolastici, il
piacere di apprendere
dipende dal tipo di
relazione e dalla tipologia
di attaccamento
L’essere poco organizzato, disturbante, poco autonomo
nello studio non dipende da una questione di volontà e di
motivazione ma piuttosto da una questione di sicurezza
relazionale
I comportamenti difficili
Le tipologie più frequenti in ambito
scolastico
OPPOSITIVO
AGGRESSIVO
INIBITO
Aggressività
Definizione di aggressività
L'aggressività è il risultato dell'interazione fra potenzialità
biologiche e influenze socio-ambientali.
Nello sviluppo normale di un individuo l'aggressività ha la
funzione di permettere l'adattamento all'ambiente fisico e
sociale che circonda la persona.
Aggressività
E' possibile distinguere due momenti di espressione
dell'aggressività:
1. l'aggressività di espansione
2. l'aggressività di difesa
Aggressività
L'aggressività di espansione con cui si intende
l'energia che si possiede per agire, per sperimentare
se stessi, e per superare ostacoli che si frappongono
alla realizzazione di obiettivi che ci si è posti.
E' una forza che permette l'autorealizzazione, il
vincere l'ambiente, le attività creative.
Aggressività
L'aggressività di difesa che è messa in atto, quando
si avverte una minaccia per la propria identità, integrità
fisica che psichica. L'aggressività difensiva è posta in
atto in particolare dal bambino, che sta strutturando la
sua identità.
E’ determinata da una minaccia nei confronti della
propria autostima e dalla paura di perdita della
relazione.
Aggressività
A volte il ragazzopuò esprimere il proprio disagio
creando “scompiglio” all’interno della classe e
caratterizzarsi come l’elemento distrattatore e
catalizzatore delle attenzioni negative dei coetanei e
dell’insegnante.
Il ragazzotende ad essere impulsivo, ad agire prima di
essersi fermato a riflettere, non riesce a rispettare il
proprio turno durante le attività con altri bambini, non
valuta adeguatamente le conseguenze di azioni che
potrebbero rivelarsi pericolose, è “imprevedibile” nelle
reazioni.
Aggressività
Spesso fatica a stare in mezzo agli altri, non sa gestire i
momenti di gruppo o il rapporto con un altro coetaneo,
soprattutto se si trova a confrontarsi con bambini simili, tende a
trasgredire le regole dei giochi e fare di testa sua; naturalmente
questi atteggiamenti lo rendono impopolare, poco ricercato, con
difficoltà a stringere rapporti d’amicizia.
Il disagio provato, unito ad un certo senso d’inadeguatezza,
potrebbe portare ad un calo d’autostima, spesso compensato
con il rinforzo dei comportamenti inadeguati come meccanismo
di difesa.
In entrambi i casi il suo comportamento è indice di un
disagio profondo e di un senso di disistima personale che
alimenta rabbia e ostilità nei confronti degli altri.
Oppositivita’ e provocazione
Il soggetto oppositivo e provocatorio presenta spesso una
modalità di comportamento negativistico, ostile e
provocatorio nei confronti delle figure che si prendono cura
del bambino e dell’autorità in genere.
Mostra chiari atteggiamenti di rifiuto delle regole, scarsa o
assente tolleranza alla frustrazione, litigi con adulti e
coetanei, azioni deliberate che causano fastidio ad altri,
umore collerico ed irritabile, attribuzione del proprio cattivo
comportamento ad altri, assunzione di atteggiamenti
sprezzanti e vendicativi, utilizzo di linguaggio scurrile.
Oppositivita’ e provocazione
Il soggetto oppositivo mette continuamente alla prova le
persone che gli sono vicine, assumendo atteggiamenti di
sfida per verificare il proprio potere sull’altro.
Apparentemente il suo unico scopo è violare le regole al fine
di scatenare una lotta ed emergere come “vincitore”.
IMPORTANTE ALTERAZIONE DELLA RELAZIONE
Oppositivita’ e provocazione
Talvolta l’ambiente è responsabile su questo tipo di
atteggiamento del bambino
Spesso sono presenti modalità educative del tutto prive di
autorevolezza: la gestione dei conflitti sembra essere in
mano al bambino e l’adulto risulta incapace di “arginare” la
crisi del bambino e di definire alcune semplice regole
quotidiane per favorire una maggiore tolleranza alla
frustrazione.
Altre volte, possono essere presenti atteggiamenti che
possono andare da vere e proprie noncuranze e
dimenticanze ad estrema intrusività e criticismo.
Oppositivita’ e provocazione
L’inserimento a scuola e la successiva convivenza con un
ambiente educativo strutturato crea, in questi bambini,
notevoli difficoltà.
Il bambino oppositivo-provocatorio, non avendo potuto
sperimentare precedentemente la capacità di gestire un
conflitto in maniera adeguata, non ha gli strumenti sufficienti
per affrontare il rapporto con i pari e provare a risolvere
eventuali contrasti, mettendosi nei panni dell’altro.
Inibizione scolastica
Il bambino con inibizione scolastica manifesta:
• difficoltà e “sofferenza” nell’occuparsi dello svolgimento di
attività didattiche;
• scarsa concentrazione al compito con tempi
d’attenzione limitati ed altalenanti;
• a volte compaiono anche sintomatologie di tipo
psicosomatico (mal di testa, vomito, febbre, enuresi, ecc…).
Ciò è dovuto a un blocco emotivo che agisce da freno
sull’espressione adeguata delle reali competenze possedute
Inibizione scolastica
L’aspetto emotivo prende il sopravvento sul resto
Il bambino non riesce ad utilizzare in modo efficace il proprio
bagaglio di risorse cognitive.
Si perde dietro preoccupazioni e pensieri di cui non è del
tutto consapevole e toglie energie e risorse all’impiego delle
proprie abilità scolastiche.
Oppositivita’ e provocazione
Di fronte a questa nuova situazione il bambino, non potendo
ricorrere ad adeguate competenze sociali, tenderà a
fomentare il conflitto diventando presto una figura
“fastidiosa” e da evitare, con l’inevitabile peggioramento
delle capacità di relazionarsi con gli altri e delle prestazioni
scolastiche e l’aumento di condotte provocatorie ed
aggressive.
Inibizione scolastica
Le cause di tale inibizione possono essere molteplici:
disagi familiari ed ambientali, oppure disturbi specifici delle
abilità scolastiche che innescano un meccanismo a catena tra
problemi emotivi e ed apprendimento.
Le motivazioni familiari ed ambientali più frequenti sono:
la difficoltà di separazione dalla famiglia e di adattamento
all’ambiente scolastico, lo stress emotivo causato da
cambiamenti inattesi, la separazione dei genitori, le perdite
improvvise, i conflitti con i pari, l’avvento della preadolescenza
e dell’adolescenza.
Inibizione scolastica
Il disagio espresso dal bambino in alcuni casi può essere
temporaneo e risolvibile, con il giusto intervento, nel giro di
poco tempo, senza determinare ritardi preoccupanti negli
apprendimenti scolastici;
altre volte invece le difficoltà possono mantenersi più a lungo
e raffigurare un quadro di problematiche emotive e
motivazionali ben più complesso, causando ripercussioni
importanti sugli apprendimenti.
A scuola
insegnante
Coinvolgimento emotivo
Reciprocità
Costruisce e Amplia
gli interessi del bambino
PARTECIPA ATTIVAMENTE
alunno
A scuola: lo Scaffolding ossia dal supporto emotivo a
quello cognitivo
È il processo attraverso cui l’adulto “sostiene” il bambino,
offendo “supporto” nella soluzione dei problemi e
calibrando tale “sostegno” al livello del bambino.
È caratterizzato da 2 regole:
 quando il bambino fa fatica occorre aumentare l’aiuto
 quando il bambino non ha difficoltà, l’adulto dovrebbe
tirarsi indietro e lasciar fare  sperimenta soddisfazione
e autostima
Deve gradualmente portare il bambino ad assumersi la
responsabilità di portare a termine il compito
A scuola: fondamenti emotivi dell’apprendimento
Il vero fondamento di ogni processo di apprendimento non è
rappresentato dalla quantità di nozioni acquisite ne tanto meno
dalla velocità con cui si sono acquisite ma dal desiderio, la curiosità
e il piacere di apprendere, tutti elementi che nascono all’interno di
una cornice relazionale.
Nessun processo di apprendimento può essere realizzato se non
sono state raggiunte le abilità evolutive di base che caratterizzano i
diversi livelli della mente, quali: la capacità di attenzione,
comunicazione e interazione che si esprimono nella capacità di
concentrarsi, ascoltare, stare seduto, di comprendere lo scopo del
compito, ecc..
A scuola : premesse sbagliate
Tradizionalmente a livello delle istituzioni educative si trascura sia il
ruolo svolto dalle emozioni sullo sviluppo intellettivo sia gli aspetti
generativi del pensiero legato alle emozioni. Questo è evidenziato dal
fatto che esso poggia su alcune premesse sbagliate:
 Credere che bambini della stessa età siano sullo stesso livello
evolutivo e che pertanto sia possibile insegnare con metodi standard
come se fossero un gruppo omogeneo e di conseguenza chi non si
adegua è considerato un caso “eccezionale”;
 Credere che i bambini imparino direttamente attraverso la semplice
presentazione di spiegazioni, immagini e memorizzazioni, il che
significa negare il valore dell’esperienza vissuta nel processo di
apprendimento.
A suola : un approccio educativo efficace
Un approccio educativo efficiente è orientato
evolutivamente, ossia :
 è in sintonia con il livello evolutivo raggiunto da ogni
singolo bambino, che significa osservare e valutare
quali sono le abilità già possedute e quali quelle su cui
lavorare.
Ci si riferisce a competenze emotive e non cognitive
 non presenta nozioni da imparare ma problemi da
risolvere con spirito di iniziativa attraverso compiti
pratici, esperimenti, gite, gruppi di lavoro e di
discussione e ricerche che consentono al bambino di
entrare in contatto con la materia e di passare da una
conoscenza sensoriale ad una emotiva ed infine a
mentalizzare;
A scuola: un approccio educativo efficace
 Prende in considerazione le inclinazioni naturali del
bambino, che significa riconoscere e partire dalle aree in
cui prova un reale piacere (che generalmente sono
quelle in cui è più abile) per poi estendere le conoscenze
agli altri ambiti;
 Rispetta il ritmo di apprendimento del bambino.
L’ATTIVITA’
DIDATTICA
ASSUNTI DI BASE

Lo sviluppo delle abilità cognitive e il rendimento scolastico
non sono determinati solo dalla maturazione biologica;

I comportamenti adattivi e adeguati alle richieste ambientali
non sono determinati solo dalle modalità educative;

Tutte le aree inerenti lo sviluppo dell’individuo non possono
essere considerate separate dagli aspetti affettivi e
relazionali.
Tra di loro c’è uno stretto legame di interdipendenza.
Aspetti psicologici
Quello che spesso si realizza nelle difficoltà scolastiche
in generale è la costruzione di un circolo vizioso in cui
situazioni di disagio emotivo o difficoltà cognitiva
portano a difficoltà relazionali e insuccessi scolastici, tali
insuccessi determinano negli insegnanti e nei genitori
una serie di attribuzioni relative alle difficoltà dello
studente che a loro volta influenzano negativamente il
comportamento e l’apprendimento.
Aspetti psicologici
“È problematico”
“È pigro”
“E’ maleducato”
Le attribuzioni
più frequenti:
“Non è
motivato”
“E’ viziato”
“Non si
impegna”
“Non è
attento”
Aspetti psicologici
Attribuzioni che influenzano negativamente la
sua autostima, la relazione con l’altro e la sua
motivazione ad apprendere.
Questa dinamica attiva reazioni di passività o
diversamente di iperattività e aggressività e
comportamenti di evitamento del compito.
Aspetti psicologici
Comportamenti che hanno come effetto:
Aumento delle
difficoltà
scolastiche
Aumento del
disagio emotivo
Stabilizzazione di
modalità
comportamentali e
relazionali inadeguate
CIRCOLO VIZIOSO
Disagio emotivo
Difficoltà relazionali e
insuccesso scolastico
Abbassamento
dell’autostima e giudizi
sociali negativi
 Aumento del disagio
 Stabilizzazione di modalità
comportamentali e relazionali
inadeguate
 Aumento delle lacune
 Calo della motivazione,
 Comportamenti
di
passività o aggressività
 evitamento del compito
Aspetti psicologici
Riassumendo la presenza di disagio spesso determina
difficoltà psicologiche nelle seguenti aree:
COMPORTAMENTO
AFFETTIVITÀ
AUTOSTIMA
CONTROLLO
DELLA PROPRIA
EMOTIVITÀ
PER FRONTEGGIARE
DISAGIO
PSICOLOGICO
Demoralizzazione,
scarsa autostima,
deficit nelle capacità sociali
abbandono scolastico
COMPORTAMENTI
DISTURBANTI
Condotte Oppositive e Provocatorie
Disattenzione
Comportamenti iperattivi
Inibizione
Cosa fare in classe?
Cercare di conoscere i bisogni del bambino
Evitare giudizi di valore
Approvare e rinforzare i comportamenti adeguati
Individuare i suoi interessi
Favorire le relazioni con i pari
Evitare di rispondere alle provocazioni
Evitare e punizioni
Cosa fare in classe?
Per promuovere l’attenzione e concentrazione
Disposizione dei banchi
Attività che non impiegano molto tempo
Fornire sempre istruzioni chiare per eseguire le attività
Fornire strategie
Interagire frequentemente con il bambino
Far interagire frequentemente i bambini fra loro
Aiutarli a gestire il materiale scolastico
Cosa fare in classe?
Per gestire il comportamento impulsivo
Definire sempre regole chiare
Cogliere l’emozione che ha spinto il comportamento
inadeguato e fornirgli modelli di reazione alternativi
Aiutare il bambino a comprendere le conseguenze delle
sue azioni
Programmare spazi e momenti liberi
Evitare false gratificazioni
Favorire i lavori di gruppo
Cosa fare in classe?
Privilegiare il lavoro in piccoli gruppi secondo le modalità
del cooperative learning.
Ad ognuno viene affidato un compito specifico facendo
attenzione:
1. alla selezione dei bambini da inserire nel gruppo
2. ad assegnare al bambino un compito in cui si senta
sicuro.
Il Cooperative Learning
Le condizioni fondamentali per costruire un ambiente di
apprendimento cooperativo sono quattro:
1. interdipendenza positiva: consapevolezza che non
può esistere un successo individuale senza un successo
collettivo.
In una classe possiamo ritrovare assenza di
interdipendenza quando ognuno prosegue il proprio
obiettivo da solo, oppure interdipendenza negativa quando
vige un clima di competizione.
L’interdipendenza positiva può essere realizzata rispetto a:
compito, competenze, ruolo, materiali, valutazione.
Il Cooperative Learning
2. responsabilità individuale- ognuno è responsabile di
una parte del lavoro di gruppo, da cui dipende il lavoro
dei compagni e il raggiungimento dell’obiettivo da parte
del gruppo.
E’ necessario riconoscere ad ognuno la propria
responsabilità anche a livello valutativo
Il Cooperative Learning
3. interazione costruttiva diretta e uso di abilità socialipromozione reciproca degli apprendimenti, scambiandosi
aiuto ed incoraggiamento e assicurandosi che tutti siano in
grado di svolgere e svolgano il compito.
Ogni studente deve possedere abilità sociali del tipo:
guidare il gruppo, prendere decisioni insieme e favorire la
partecipazione.
Il punto di partenza del CL è che lo studente non
possegga tali abilità e che esse vadano costruite nel corso
del lavoro, si mira a far assumere ad ognuno un ruolo
specifico e modificabile all’interno del lavoro.
Il Cooperative Learning
4. valutazione del gruppo- il gruppo valuta il lavoro
svolto e riflette con l’insegnante su come sarebbe
possibile migliorare il lavoro.
Valutazione dei comportamenti che permettono al gruppo
di affrontare efficacemente un compito e valutazione di
competenze che contribuiscono a costruire un buon clima.
Il Circle Time
È una tecnica di discussione in un gruppo formale e
formato da pari.
Le finalità del circle time:
1. Creare un clima collaborativo e amichevole;
2. Imparare a discutere insieme;
3. Risolvere eventuali conflitti.
Il Circle Time
Per la realizzazione di un circle time è importante che
l’insegnante proponga:

la disposizione delle sedie in circolo;

la frequenza delle discussioni;

la durata delle discussioni;

il criterio per decidere quale argomento trattare nel caso
ne vengano proposti più di uno.
Il Circle Time
I compiti dell’insegnante sono :
1. Osservare

come gli alunni si dispongono in cerchio;

se tutti sono coinvolti nella discussione tenendo presenti
sia gli indicatori verbali che non verbali;

a chi sono dirette le comunicazioni;

come si svolgono gli interventi.
Il Circle Time
I compiti dell’insegnante sono :
2. Facilitare la discussione
 offrire incoraggiamento e sostegno ai più timidi;
 neutralizzare i più aggressivi;
 chiedere chiarificazioni in caso d’interventi confusi;
 riassumere i pareri emersi senza tralasciarne nessuno;
 esprimere un parere personale su come si è svolta la
discussione evidenziando soprattutto gli aspetti positivi.
3. Mediare eventuali conflitti
In sintesi
Favorire la
cooperazione
tra compagni
Evitare
commenti
svalutanti
Favorire
l’autostima
Rinforzare le
aree positive
Fornire
strumenti di
supporto
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