(schemi motori). - riabilitazione logopedica

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI
“FEDERICO II”
Corso di Laurea in Logopedia
A.A. 2014/2015
Dott.ssa Paola Villari
MECCANISMI DI CONTROLLO
NEUROMOTORIO
A cura delle stud.sse:
Di Bello Angela
Di Matteo Debora
Vagnoni Marina
Il corpo e il movimento
Corpo e movimento costituiscono uno dei
nuclei fondamentali su cui si struttura
l’intero processo di sviluppo di un individuo.
La crescita del bambino avviene, fin dai
primi giorni di vita, anche e soprattutto
attraverso la dimensione corporea e
motoria.
◦ il corpo fin dalla nascita è messo in
relazione e comunicazione con il mondo
esterno
◦ il bambino comunica essenzialmente
attraverso il corpo
◦ il corpo è sede di investimenti pulsionali
e di relazione
◦ la comunicazione del bambino piccolo ha
come tramite il tessuto muscolare
Il movimento è una modalità che abbiamo
a disposizione per conoscere, e cioè per
dare un senso al mondo. Ciò può esser
verificato
molto
semplicemente,
ad
esempio, tenendo la mano immobile su un
oggetto: in questo caso potremmo capire
solo
alcune
caratteristiche
di
un
determinato oggetto senza riuscire ad
apprezzarne la forma complessiva.
Per poter valutare in maniera completa il nostro
oggetto abbiamo necessità di raccogliere ulteriori
informazioni rappresentate da quell’insieme di
segni che lo distinguono da tutti gli altri: questo
obiettivo può esser raggiunto grazie all’adozione
di una strategia di “palpeggiamento attivo”
dell’oggetto,
che
prevede
l’esecuzione
di
opportuni movimenti delle dita della mano. Anche
un semplice esempio come quello della ricerca
della chiave di casa rivela che la distinzione tra ciò
che è sensitivo e ciò che è motorio non facilita la
comprensione della fisiologia dell’azione.
Infatti, i nostri movimenti sarebbero alquanto
maldestri se essi fossero unicamente il prodotto
di una successione di segnali motori in uscita
che, partendo dal SNC, si dirigono verso la
periferia rappresentata dai muscoli.
E' stato infatti dimostrato che il nostro sistema
muscolo-scheletrico sarebbe impossibile da
controllare se non potessimo contare su un
ampio corredo di segnali sensoriali di ritorno
che ci permettono di monitorare i nostri
movimenti, ed eventualmente di correggerli in
tempo reale (Bernstein).
I movimenti non possono esser
considerati come delle semplici risposte
a stimoli esterni.
È infatti evidente
l’entrata in gioco di altri fattori, quali ad
esempio la nostra esperienza passata;
ma ciò che preme sottolineare, anche
dal punto di vista della strutturazione
dell’esercizio riabilitativo, è che l’azione
nel suo complesso rimane sempre
orientata al futuro, poiché viene
costruita sulla base di un piano o di una
intenzione finalizzata al conseguimento
di uno specifico scopo (Luria).
Un
fondamentale
contributo
alla
comprensione della struttura complessa
dell’azione proviene dagli studi del
neurofisiologo Anochin. Il suo modello è
di particolare interesse per il Riabilitatore
poiché, oltre al movimento osservabile,
prende in opportuna considerazione anche
i processi neuronali preparatori, di
programmazione e previsionali ad esso
soggiacenti.
SCHEMA DI ANOCHIN
Ogni azione diretta ad uno scopo ha alla base
una Motivazione dominante: la necessità
biologica di portare a termine un “compito
motorio”. All’organizzazione di questo processo
contribuiscono numerose formazioni nervose, tra
cui la Memoria.
Alla confluenza di questi processi sorge la
“presa di decisione”(D) che conduce all’azione:
essa sfocia nella contemporanea formulazione di
un “programma d’azione” e di un “accettore
dell’azione”, ovvero di un apparato di
previsione dei risultati da ottenere. In caso di
una loro concordanza, questo processo circolare
si conclude.
Noi
non
siamo
consapevoli
della
complessità di questi processi: mentre
passeggiamo per strada immersi nei nostri
pensieri siamo in grado di accorgerci
immediatamente della presenza di un
“errore”, segno evidente che l’insieme delle
informazioni sensoriali che il nostro
cammino dovrebbe produrre vengono
specificate
in
anticipo:
dunque
che
avevamo fatto un’ipotesi percettiva.
Allo stesso modo, se, infilando distratti il
braccio nel frigorifero per afferrare una
bottiglia d’acqua, afferrassimo invece un altro
contenitore,correggeremmo immediatamente
una simile imprecisione: indirizzeremmo la
nostra Attenzione verso la raccolta di ulteriori
informazioni utili al raggiungimento del
risultato
finale,
e
riformuleremmo
il
programma d’azione e il conseguente
accettore d’azione relativo.
L’Ipotesi percettiva funge dunque da
sistema di controllo e di analisi tra la
corrispondenza tra le informazioni attese
e quelle ottenute con il movimento
reale: in questo modo, Anochin si era
avvicinato al concetto equivalente a
quello che oggi chiameremmo “modello
interno” dell’azione.
• Esempio di una funzione motoria:
sistema funzionale di manipolazione
e prensione.
• Elementi
della
funzione
“raggiungimento di un oggetto” :
 Mappa
 Mappa
 Livello
 Livello
visuomotoria
propriocettiva
“scopo”
esecutivo
Mappa visuo-motoria:
Trasformazione delle informazioni visive
sull'oggetto da raggiungere in un'attività
muscolare.
Ciò che si vede dell'oggetto deve
diventare una serie di comandi agli
effettori muscolari del braccio che deve
raggiungerlo.
Questi processi avvengono a livello del
lobo parietale.
Mappa propriocettiva:
Vengono analizzate le informazioni
propriocettive a partenza dai recettori
articolari e dalle zone relative al braccio
che si deve muovere (dove si trova il
braccio).
Queste informazioni sono elaborate a
livello dell'area 14.
La fusione tra le due mappe avviene a
livello dell'area parietale posteriore.
Livello scopo:
Definizione e determinazione dello scopo
dell'azione (ad esempio, se la mano
dovrà arrivare a una distanza di 10 cm o
di 40 cm).
Questo avviene a livello dell'area prefrontale (elaborazione dei parametri
dell'azione:
direzione,
distanza,
orientamento).
Livello esecutivo:
Generazione
dei
comandi
motori
(reclutamento
delle
unità
motorie
necessarie a portare il braccio verso
l'oggetto).
A questo livello avviene il passaggio
dalle aree premotorie alle aree motorie
principali.
Simultaneamente all'elaborazione delle
informazioni
relative
all'oggetto
avvengono una serie di adattamenti
dinamici a livello delle unità motorie.
Le
proprietà
dell'oggetto
vengono
codificate e trasformate in movimenti
distali.
Le trasformazioni avvengono prima del
reclutamento distale.
In ambito riabilitativo, il concetto di
“ipotesi
percettiva”
trova
una
collocazione fondamentale all’interno
della Teoria Neurocognitiva, ed assume
un ruolo di strumento indispensabile
dell’esercizio.
Ogni
esercizio
rappresenta
un
“problema conoscitivo”.
Esempio:
un esercizio di
diverse sagome
riconoscimento
di
LO SCHEMA CORPOREO
Per potersi proiettare verso l'esterno, l'individuo
parte da un'immagine spaziale del proprio corpo
codificata a livello cerebrale: lo schema corporeo.
Per schema corporeo si intende una funzione
complessa di sintesi che permette di:
 riconoscere il proprio corpo come unità
 individuarne la morfologia, i rapporti
esistenti con i suoi vari segmenti e la
mutevole posizione nello spazio.
Possedere un buono schema corporeo permette
di organizzare le sensazioni del proprio corpo in
rapporto con i dati del mondo esterno.
Creazione dello schema corporeo
 Tutte le informazioni senso-percettive che arrivano
al cervello sono funzionali alla creazione del vissuto
corporeo e di conseguenza dello schema corporeo a
livello grafico.
 I canali attraverso i quali arrivano le informazioni sono:
– Esterocettori cutanei, visivi e uditivi.
– Propriocettori, che trasmettono
le informazioni
provenienti
dai
muscoli,
dai
tendini,
dalle
articolazioni.
– Enterocettori, che consentono l ’ arrivo delle
informazioni attraverso la respirazione, gli organi
viscerali.
– Componenti mnestiche, emotive e affettive, indicate
come componenti psicologiche.
La base neurale dello schema può essere ricondotta ad
aree della corteccia parietale e a due vie nervose:
1) corteccia somatosensoriale;
2) corteccia di aree del lobo parietale responsabili della
struttura mentale dell’immagine del corpo;
3) corteccia di aree del lobo parietale rilevanti per la
coscienza del sé corporeo;
4) via che proietta alla corteccia somestesica, attraverso il
talamo, segnali sensitivi che saranno elaborati in
sensazioni di posizione, tattili, termiche, ecc.;
5) via che attraversa le strutture del sistema limbico e
conferisce alle sensazioni le componenti emozionali
associate al dolore e all’ansia.
La consapevolezza dell'immagine corporea è
vaga e indeterminata ed è strutturata in modo
differente per le diverse porzioni corporee; uno
strumento utilizzato in maniera continua o un
oggetto
portato
usualmente
(indumenti,
ornamenti, occhiali) può entrare a far parte in
forma temporanea del modello di noi stessi e
diventare parte dello schema del corpo.
I disturbi dello schema corporeo possono essere
bilaterali o unilaterali e vengono indicati come
positivi o negativi.
I disturbi positivi sono rappresentati dall'arto
fantasma, cioè l'illusione dell'esistenza di parti del
corpo che invece sono state perdute, per
asportazione chirurgica o incidente;
I disturbi negativi indicano la negligenza del
soggetto nei riguardi di una parte del proprio
corpo, in genere di una metà del corpo
(eminegligenza).
DISTURBI DELLO SCHEMA CORPOREO
L'autotopoagnosia è un disturbo che
implica
l'incapacità
del
paziente
di
localizzare una parte del corpo. E' dovuta
in genere a una lesione nel lobo parietale
sinistro da tumori primitivi o metastatici.
Nell'acinesia motoria, il soggetto non utilizza il
braccio sinistro, anche se non paretico, quando
è invitato a sollevare insieme le due braccia:
esegue cioè l'invito con il braccio omolaterale
alla sede di lesione emisferica come se il
braccio controlaterale non esistesse.
L'emisomatoagnosia conscia consiste nella
perdita della percezione di metà del proprio
corpo. La lesione cerebrale associata a questi
disturbi si può ritrovare sia nell'emisfero destro
sia nel sinistro.
Nell'emisomatoagnosia non conscia il soggetto
non avverte come propria la metà sinistra del
corpo, e quindi si sbarba, per es., solo la metà
destra della faccia, oppure non posiziona
correttamente la stanghetta degli occhiali dietro
l'orecchio sinistro.
Nei casi di amputazione l'arto fantasma è
contraddistinto dalla percezione dell'arto perduto con
tutte le caratteristiche spaziali di un arto, associato di
solito a disturbi sensitivi e soprattutto dolore.
Il soggetto ha la convinzione realistica dell'esistenza
del suo arto, per cui, per es., può alzarsi nel tentativo
di camminare, mentre non è in grado di reggersi in
piedi. Il dolore è bruciante e 'reale', mentre è
'fantasma' la parte del corpo cui è riferito.
La porzione di corteccia sensitiva che non riceve più
afferenze sensitive viene invasa da stimoli che
provengono da parti adiacenti cui afferiscono altre
porzioni del corpo.
Nella macro- e microsomatoagnosia il soggetto
avverte il proprio corpo, o parti di esso,
abnormemente grandi o piccole, talora con
senso di pesantezza o distorsione. Usualmente
il fenomeno si ritrova nell'epilessia temporale,
nell'emicrania, in malattie cerebrali focali, in
soggetti con disturbi dell'addormentamento, in
malattie psichiatriche (per es. la schizofrenia) e
in psicosi indotte da LSD o anfetamina.
Le Capacità Motorie
 Sono dei prerequisiti presenti alla nascita in
ogni individuo, i quali, se vi è un normale
sviluppo psicomotorio sino agli 11 anni
circa, portano all’acquisizione di varie abilità
motorie sempre più particolari e complesse.
 Le varie abilità motorie verranno combinate
tra loro man mano che l ’ individuo le fa
proprie, sino ad arrivare ad automatizzare i
movimenti.
 Le capacità motorie si suddividono in:
Condizionali
e
Coordinative,
le
prime
prerequisiti
strutturali e le seconde prerequisiti
funzionali.
Le Capacità Condizionali
 Le
capacità
condizionali
sono
essenzialmente:
forza,
velocità
e
resistenza.
Esse
sono
prerequisiti
strutturali
e
rappresentano quelle caratteristiche uniche
della
morfologia
umana,
legate
inequivocabilmente
ad
un
aspetto
strutturale del proprio corpo (muscoli, ossa,
sistema nervoso, etc.).
Le Capacità Coordinative
 Sono delle capacità atte a regolare e controllare il
movimento e sono prerequisiti funzionali che, a loro volta,
si suddividono in generali e speciali.
 Quelle generali sono:
◦ capacità di adattamento e trasformazione del
movimento;
◦ capacità del controllo motorio;
◦ capacità dell’apprendimento motorio.
 Quelle speciali invece sono essenzialmente:
◦ capacità di combinazione motoria, di equilibrio, di
differenziazione spazio-temporale, di orientamento,
di
anticipazione
motoria,
di
differenziazione
dinamica, di fantasia motoria, di ritmizzazione, di
elasticità del movimento, di memorizzazione
motoria, ideo-senso-motoria, di destrezza fine, di
dinamica generale etc.
Le capacità coordinative speciali
 Le capacità coordinative speciali permettono di
raggiungere il controllo e l’affinamento motorio a
livello della coordinazione esecutiva.
 Secondo Martin e Hirtz, queste si sviluppano
soprattutto nell’età compresa tra i 6 ed i 12 anni.
Capacità di equilibrio
 Lo sviluppo di questa capacità è proporzionata
all’abilità di controllare e di orientare il corpo
nello spazio, traendo le corrette informazioni
trasmesse dai sistemi dei recettori cinestetici,
visivi, labirintici a disposizione del soggetto.
Capacità di orientamento
 Rappresenta l ’ abilità del soggetto di muoversi
nello spazio in rapporto al contesto. Questa
capacità è strettamente connessa a quella di
controllo e di equilibrio e risente delle
informazioni ricevute dai recettori visivi, uditivi,
cinestetici e statico-dinamici.
 Tenuto conto che le sollecitazioni dell’ambiente
sono innumerevoli, è necessario che il soggetto
sia capace di sviluppare una programmazione
motoria di tipo flessibile.
Capacità di combinazione motoria
 Consiste nel combinare diversi sistemi motori in una
sequenza motoria unitaria.
Capacità di differenziazione spazio-temporale
 Consente di ordinare in sequenza spaziotemporale i movimenti parziali e di trasformarli in
un unico e complesso atto motorio.
 L ’ articolazione dei movimenti parziali si svolge
nella dimensione del prima, dopo, lento, veloce,
simultaneo, presuppone che il soggetto conosca i
concetti topologici che gli permettono di stare
nello spazio in una posizione precisa rispetto agli
oggetti e alle persone fermi o in movimento.
Capacità di differenziazione dinamica
 E’ la capacità di distinguere le sensazioni che ci
provengono dal mondo esterno attraverso gli
organi di senso.
Capacità di anticipazione
 Consente di percepire in anticipo attraverso delle
supposizioni la qualità di un’azione, prospettando
in seguito successive operazioni.
 La parola chiave di questa capacità è la
prevedibilità, ovvero la corretta interpretazione di
un fenomeno motorio che sta accadendo e di
fronte al quale il soggetto deve sapere mettere in
atto le operazioni motorie a suo tempo
programmate.
 Occorre che il soggetto abbia buone capacità
cognitive e psicomotorie che gli permettano di
preparare adeguatamente una reazione motoria.
Capacità di fantasia motoria
 Consiste nello svolgimento originale e creativo
del compito motorio, ipotizzando schemi di
azione sempre nuovi. Ad essa è collegata la
memoria motoria e l’anticipazione.
 La memoria permette al soggetto di immaginare
con
la
programmazione
ideo-motoria
l ’ esecuzione del movimento mai prima
realizzato; l ’ anticipazione sviluppa abilità
predittive non soltanto dal punto di vista della
finalità motoria, ma anche dei risultati.
IL MOVIMENTO CORPOREO
Il movimento corporeo
 E’ espressione sia dell’aspetto psicologico che
organico dell'individuo.
 Si sviluppa a partire da alcune capacità che
permettono di assumere varie posture (schemi
posturali) e di poter compiere movimenti
sempre più complessi e controllati (schemi
motori).
Schemi motori e posturali di base
 SCHEMI MOTORI DI BASE: strisciare, rotolare,
afferrare, portare, arrampicare, camminare,
correre, saltare, lanciare, calciare.
 SCHEMI POSTURALI DI BASE: flettere,
piegare, addurre, abdurre, ruotare, slanciare,
elevare, circondurre, torcere, etc.
Rappresentano le unità di base del movimento
volontario finalizzato e sono chiamati di base
perché appaiono per primi nello sviluppo
dell’individuo e diventano patrimonio originario
dell’adulto.
Schemi motori di base
•
Gli schemi motori possiamo definirli come
sequenze di movimenti realizzate in “modo
automatico”.
• Gli schemi motori rappresentano programmi di
movimento semplici che impegnano il bambino
nella fascia d’età 6 – 12 anni.
•Si strutturano per primi durante lo sviluppo
dell’individuo.
• Il loro sviluppo è progressivo, per stadi, ogni stadio
necessita del precedente ed avviene con la
pratica,senza particolare attenzione alla qualità del
gesto.
 Uno schema motorio è un automatismo grezzo.
Le condizioni di esecuzioni non sono ben definite e per
questo si giunge ad una struttura generica del
movimento, che essendo tale può essere applicata da
tutti in situazioni molto diverse tra loro.
– Esempio: Tutti sono capaci di lanciare la palla
con le mani (schema motorio = automatismo
grezzo)
Non tutti sono abili a lanciare la palla a canestro,
perché richiede un automatismo specifico.
Gli schemi posturali
 Possono essere essenzialmente di due tipi:
statici e statico-dinamici, a seconda che tutto
il corpo sia fermo o che una parte di esso sia
ferma e l ’ altra si muova (flettere, piegare,
circondurre, etc.).
LE PRASSIE
Deriva dal greco praxìa, fare. Rappresenta la
capacità di fare un movimento pensato e
finalizzato.
 Ci possono essere prassie naturali (camminare,
correre, gesticolare, afferrare...) o acquisite
(attività collegate al sapere fare, manipolare,
costruire, montare o smontare un oggetto…).
 Alcune prassie sono: equilibrio, coordinazione
oculo manuale, respirazione, propriocettività
specifica, evoluzione del disegno ecc ...
LE GNOSIE
 Gnosia è la interiorizzazione percettiva che
diviene stabile sul piano psichico cosciente
grazie alla spinta delle funzioni prassiche.
 Se la prassia è il poter fare qualche cosa, la
gnosia è il saper fare.
 Il piano gnosico per eccellenza è lo schema
corporeo
Controllo motorio
 Consiste
nella
capacità
di
controllare
il
movimento in funzione dello scopo previsto,
ovvero di raggiungere esattamente il risultato
programmato del movimento.
 Scaturisce dal progetto di azione, dal programma
motorio, dalla comparazione tra obiettivo previsto
e conseguito, dalla percezione dell ’ errore e dalla
necessità di correzione e rimodulazione del progetto
per riprendere il processo.
 La complessità è proporzionale ad una serie di fattori:
numero dei movimenti richiesti per effettuare la
prestazione, durata, intensità, quantità di forza spesa,
capacità di percepire l ’ errore e di correggerlo
immediatamente.
Adattamento e trasformazione
Consiste nella capacità da parte del
soggetto di adattare o trasformare il
programma
motorio
prestabilito
a
mutamenti inattesi ed improvvisi della
situazione, quindi capacità di interruzione del
movimento di risposta già programmato e
prosecuzione per mezzo di altri schemi e
programmi motori ugualmente efficaci.
Feed-forward, feed-back e feedback a posteriori
 Ogni azione deve essere selezionata e la
sequenza
deve
essere
assemblata
e
immagazzinata in memoria. Con la pratica, la
sequenza si consolida e diviene automatica.
 Il movimento è il risultato della rappresentazione
mentale dell'attività e della pianificazione degli atti
sequenziali elementari indispensabili per realizzarla
(controllo dell’azione mentre viene preparata)
feed-forward, seguita dal controllo (feed-back)
nel corso dell’esecuzione ad opera del sistema
effettore e, infine, dalla verifica del risultato (feedback a posteriori).
Apprendimento motorio
 Per apprendimento motorio si intende il
passaggio dal movimento volontario a quello
automatico.
Gli impulsi nervosi determinano una sorta di
traccia del percorso tra le cellule cerebrali. In un
successivo passaggio gli impulsi nervosi ritrovano
quella traccia che ripercorrono determinando
quello che si definisce apprendimento.
FASI DELL’APPRENDIMENTO MOTORIO
Prima fase: fase di coordinazione grezza
 E’ una fase in cui in cui l’intervento della coscienza
è forte, l’azione avviene in maniera imprecisa e
l’obiettivo essenziale è quello di pervenire ad una
forma grossolana del movimento da eseguire.
 E’ la vera fase di apprendimento: in essa sono
presenti elementi sconosciuti che devono
essere assimilati ex – novo.
Seconda fase: fase di coordinazione fine
 In questa seconda fase, la pratica è di maggiore
qualità, l’intervento mentale cosciente diviene
sempre minore, le scelte di tempo e la fluidità dei
movimenti via via maggiori, fino ad approssimare
un livello abbastanza fine di coordinazione.
 Il soggetto migliora la qualità di feedback interno
e riesce a riconoscere da sé più errori e
imprecisioni.
 E’ la fase di consolidamento del gesto, il
controllo del movimento avviene secondo lo
scopo previsto, cioè per raggiungere esattamente
il risultato programmato del movimento.
 Non si tratta solo di eseguire, come prima:
ora il gesto deve essere anche efficace.
Timing
 La
seconda
fase
dell ’ apprendimento
comprende il timing, ovvero l’acquisizione
della struttura ritmica del movimento.
 La capacità di percepire e sentire su se stessi il
ritmo delle azioni è fondamentale per la
riuscita dell'apprendimento.
 Interiorizzare
il
modello
da
eseguire
(allenamento ideomotorio): “ Il cervello non fa
differenza tra una situazione realmente vissuta
e una immaginata molto vividamente”.
 Ciò che rende la visualizzazione molto sintetica
e legata in un tutt'uno dinamico e realistico è il
ritmo.
Terza fase: interiorizzazione del modello motorio
 Interiorizzare un modello significa farlo proprio,
sentirlo aderente sul proprio corpo.
 Non si tratta di memorizzare delle immagini e
basta; significa vedersi dal di dentro con tutte
quelle sensazioni (tattili, uditive ecc…) che si
vivrebbero proprio come se si stesse eseguendo il
movimento.
Memoria motoria
 Quando si ripete più volte un movimento, il
cervello raccoglie un mix di informazioni:
◦ la contrazione dei muscoli
◦ la posizione di ogni parte del corpo
◦ le diverse percezioni dei vari organi di
senso.
 Tutti questi dati vengono elaborati senza che la
persona se ne renda conto, per poi essere
registrati in modo indelebile nel cervello, sotto
forma di traccia motoria.
 Le
acquisizioni
motorie
possono
essere
memorizzate. Ciò consente :
◦ a) di scegliere il movimento o la sequenza di
movimenti più adeguata, per risolvere una
situazione già sperimentata;
◦ b) di accedere alle informazioni di carattere
senso-percettivo che hanno accompagnato le
precedenti acquisizioni (traccia motoria).
Instabilità psicomotoria
 E ’ il disturbo dell ’ intelligenza percettivomotoria che rende difficile l ’ assunzione di
informazione del registro percettivo e che
non permette al soggetto di comportarsi
adeguatamente nell’ambiente.
 La caratteristica prevalente dei soggetti con
instabilità motoria è la labilità attentiva,
l ’ ipermotricità. In conseguenza i movimenti
risultano confusi e imprecisi.
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