Diapositiva 1 - Dott.ssa Camilla Cristina Scalco

Le organizzazioni di
significato personale
Dott. sa Camilla Cristina Scalco
Psicologa Psicoterapeuta
Spec. in Psicotarapia Cognitivo Comportamentale
e Disturbi dell'Alimentazione e Obesità
Dottoranda presso il Dipartimento di Psicologia di Torino
Mi sento annoiata
esprimere emozioni
Se Luca mi ha lasciata è perché non sono
amabile
dare senso a ciò che accade
É giusto che io non gli parli più visto che non
mi ha detto che sarebbe andata al cinema
Ricavare teorie che sostengano i ns comportamenti
Le modalità di sentire, di esprimere le emozioni, i significati
che vengono attribuiti a ciò che si prova e a ciò che accade
nella propria vita, i comportamenti che scegliamo per
affrontare una certa situazione, rendono diversi tra loro gli
esseri umani.
Anche se a volte i comportamenti di un individuo possono
apparire imprevedibili, o inattesi o inconsueti, sono
l'espressione di una sua coerenza interna. o
Durante il primo anno della nostra vita il cervello
raddoppia il suo volume. Originariamente questo
sviluppo è spontaneo, per poi essere evocato
dall'interazione del neonato con il suo ambiente.
Per uno sviluppo culturalmente corretto e
socialmente accettabile è indispensabile l'interazione
attiva con altri esseri umani, o “menti guida” già
culturalmente formate.
Nel momento in cui ci si accorge di pensare “il
proprio pensiero”, si passa al confronto con le
modalità di conoscenza altrui. Questo processo
richiede una naturale opposizione alle precedenti
figure di riferimento.
Una perturbazione emotiva intensa può provocare e
stimolare un cambiamento di significati. Ogni
cambiamento implica necessariamente un periodo
di crisi in cui si mettono in discussione i significati
precedentemente utilizzati. Se questo non avviene
l'esito è una sindrome clinica.
Il nostro insieme di credenze, aspettative su di
noi stessi, sugli altri e sul mondo si forma a
partire dalle primissime esperienze relazionali
che viviamo.
É nella relazione di attaccamento con i genitori (o
figure di accudimento) che il bambino impara che
un suo comportamento genera un comportamento
nelle fda, che i suoi bisogni (fame, protezione, ecc.)
possono essere soddisfatti o frustrati.
A partire da queste interazioni esso svilupperà
un sistema di adattamento fondato sulla
memoria delle esperienze precedenti che gli
permetta di selezionare i comportamenti che
hanno come risposta il soddisfacimento dei suoi
bisogni.
La qualità delle interazioni con i genitori fa si che
il bambino, con il passare degli anni, formi anche
delle credenze sui genitori, sull'ambiente
circostante e su se stesso.
Esempio interazione
Il bambino ha fame, inizia a piangere, il padre lo sente, posa
il giornale e si avvicina per comprendere le cause del
disagio. Lo prende in braccio con tenerezza, lo guarda negli
occhi e chiede “ cosa c'è che non va, bimbo mio?vuoi
giocare? O forse hai fame?”. Lo porta con se in cucina,
mentre prepara il latte gli parla e gli dice che la pappa è
quasi pronta, poi si siede e gli da il latte tenendolo in braccio.
Il bambino guarda il viso del padre, soddisfatto per il latte e
per il calore dell'interazione. Si sente bene. Da questa e da
altre esperienze simili e ripetute il bimbo impara che ciò che
sente internamente (disagio), può essere compreso e
rispettato dal padre, che è capace di fornirle risposte
adeguate. Si sente sentito e sente che i suoi tentativi di
interagire col mondo possono avere successo.
“ Se comunico qualcosa, il mondo è in grado di provvedere
alla soddisfazione dei miei bisogni”.
Esperienze consecutive e ripetute di interazioni con
esito positivo fanno si che il bambino costruisca delle
aspettative rispetto al genitore e le generalizzi al mondo
esterno.
Oltre un periodo di tempo preciso (circa 8/12 mesi di
età) queste aspettative si stabilizzano e guideranno il
comportamento del bambino nelle relazioni, nonché il
suo sviluppo cerebrale, cognitivo ed emotivo,
costruendo delle teorie su di sé, sugli altri e sul mondo
stabili e durature.
L'uso di primordiali meccanismi di adattamento in
nuove situazioni, nelle relazioni, con insegnanti e
più tardi amici e partner sentimentali, crea
esperienze simili a quelle dei nostri primi anni di
vita e rinforza questi stessi pattern di
adattamento. Possiamo quindi arrivare a essere
profondamente convinti che il mondo sia, dal
punto di vista emotivo, un luogo:
- sterile e vuoto
oppure
- inaffidabile e fonte di continua incertezza
I diversi tipi di “personalità”
Possiamo distinguere 4 grandi gruppi (che chiameremo
ORGANIZZAZIONI DI PERSONALITA')
all'interno dei quali si possono collocare gli individui.
Queste sono modalità specifiche di ciascun individuo e
descrivono il suo modo di percepire se stesso gli altri il
mondo, di dare senso alle esperienze, e di interpretare i
comportamenti altrui e propri. Si tratta di modalità
“SANE”, di stili relazionali .
L'ORGANIZZAZIONE COGNITIVA DI TIPO
DEPRESSIVO
- La persona struttura la sua vita su sentimenti di
inadeguatezza personale e solitudine.
- Si percepisce come indegna di ricevere amore e attenzione
ai propri bisogni.
- E' costretta a ad ottenere accettazione solo attraverso
prestazioni socialmente apprezzabili,
- ed è destinata a ricevere indifferenza qualora si
presentasse con le proprie autentiche caratteristiche.
N.B.:
ORGANIZZAZ. DEPRESSIVA
(modo regolare di attribuire senso negativo agli eventi della
vita)
=/=
SINDROME DEPRESSIVA
!!!
Lo stile di attaccamento durante l'infanzia: ottiene risposte
di non ascolto e indifferenza, quando non di allontanamento
esplicito o ostilità. (la madre non accetta pienamente il
proprio ruolo, si sente inadeguata o è ostacolata da
importanti problemi medici o sociali). Questo induce lo stile
di attaccamento evitante.
La sensazione del bambino è di essere responsabile della
situazione e inizia a connotare come “cattive” le parti di sé
legate al desiderio di essere accuditi, concludendo che gli
altri siano avvicinabili solo al prezzo di tenere nascosta
alcune parti di se. Il prezzo è la perdita di autenticità nelle
relazioni.
Il comportamento sarà dunque orientato al non recare
disturbo alle figure di attaccamento. La parte di sé meno
rischiosa è quella che non fa richieste.
Altra caratteristica è la convinzione profonda di poter contare
solo sulle proprie capacità e risorse, fino a impegnarsi in un
atteggiamento di accudimento compulsivo che serve a
mantenere la relazione in primis, e la propria autostima
secondariamente.
La mancata sperimentazione di sintonia e reciprocità
alimentano un senso di profonda diversità e di solitudine.
La causa di tale negatività è ora attribuita a se (autosvalutazione), ed ora agli altri (comportamenti rivendicativi e
aggressivi).
Una conseguenza difensiva è l'inaridimento affettivo, poiché
il soggetto sottovalutando gli aspetti emotivi dell'esistenza,
può considerare meno significative le esperienze di rifiuto e
abbandono.
Le emozioni caratteristiche sono:
- vergogna
(se indegno di amore, fino a sé mostruoso)
- senso di colpa
(percezione di procurare danno)
- rabbia
- disperazione
- solitudine
- rassegnazione
L'ORGANIZZAZIONE COGNITIVA DI TIPO
FOBICO
Si contraddistingue per il ripetuto e costante oscillare tra
due dimensioni essenziali:
Sicurezza (che si traduce in costrizione quando diventa
dominante)
e
Libertà (percepita come solitudine appena non sia
bilanciata dall'altra)
I timori sono:
- incapacità di affrontare il mondo (in senso fisico)
- minacce alla salute (fisica e mentale)
- perdita di controllo
Spesso un'altra persona con caratteristiche di affidabilità o
amorevolezza funge da protezione verso i vari pericoli , per il
fobico è indispensabile esercitare un costante controllo
sulle figure per lui rilevanti.
Le esperienze evolutive sono caratterizzate da una
marcata inibizione del comportamento di esplorazione
autonoma. La necessità di conoscere l'ambiente fisico e
sociale del bambino entra in opposizione con la
necessità di protezione dal mondo che viene percepito
come minaccioso.
I genitori sono solitamente ansiosi, iperprotettivi e
controllanti, o attuano insistenti minacce di abbandono.
Sono focalizzati sulle cure fisiche sono preoccupati di
imminenti malattie mortali, manifestando invece di
amore, preoccupazione. Usano le lacrime come
strumento di ricatto per vietare ogni allontanamento,
fino ad arrivare a minacce di abbandono.
Debolezza del sé e mondo minaccioso stimolano la ricerca
di soluzioni compensatorie:
- utilizzo di figure di riferimento protettive;
- rafforzare il sé forte (es. attenzione esagerata a non
correre pericoli fisici, o contrarre malattie);
- spazio fisico e sociale ristretto ma ben collaudato.
l bambino diventa abilissimo a gestire gli adulti con una
comunicazione manipolatoria.
L'impossibilità di vivere un fallimento reale finisce per
renderlo ancora più minaccioso, poiché viene a mancare
l'esperienza diretta della possibilità di sopravvivere alle
sconfitte.
Nelle relazioni si evidenzia la paura di essere lasciato dalle
persone amate, e prevale l'atteggiamento del conquistatore
che
colleziona
molte
avventure,
anche
contemporaneamente. In genere le relazioni sono brevi,
proprio per evitare un coinvolgimento emotivo (costrizione),
mentre l'avere a disposizione un altro partner prima di
lasciare il precedente permette di evitare sensazioni di
solitudine e non protezione.
AMORE (sé amato, ma debole)
e
INDIPENDENZA (sé forte, ma solo)
Si escludono a vicenda e
Le cure fisiche ricevute nell'infanzia fanno si che il fobico si
via come una persona degna di amore e costituisca
un'immagine di sé positiva.
L'accudimento ansioso invece ha promosso la necessità di
controllare le situazioni e le persone.
L'emozione principale è la PAURA, ma poiché essa non è
riconducibile a oggetti o situazioni realmente pericolosi,
viene in genere percepita a livello fisico con
somatizzazioni di vario genere (stati ansiosi, attacco di
panico).
Il corpo è vissuto come debole e la malattia è sempre in
agguato (ipocondria).
L'ORGANIZZAZIONE COGNITIVA DI TIPO
PSICOSOMATICO
Caratterizzata da una serie di manifestazioni fisiche che
hanno senso solo se si considera il funzionamento globale
della persona.
I disturbi alimentari come anoressia e bulimia nervose,
l'obesità e il binge eating disorder sono manifestazioni
psicopatologiche di questa organizzazione di significato
personale.
Una persona con questo stile di personalità può tuttavia
manifestare altri tipi di sintomatologia (come ipocondria,
disturbi somatoformi ecc.) o non andare mai in contro a
scompensi psichici di alcun genere.
Obesità, BN: madri evitanti che trasmettono il messaggio
“cerca di cavartela da solo”. Il corpo è usato come alibi per
non confrontarsi con sentimenti di solitudine e non-amabilità
(“E' il mio corpo che gli altri rifiutano,non il mio Io nascosto!”).
AN: uso del corpo come strumento di gestione della
relazione con la figura di attaccamento. Lo stile di
accudimento materno è in genere ansioso, attento alle cure
fisiche più che amorevole. La bambina coglie l'importanza in
famiglia data al fatto che lei mangi o no, e usa
coercitivamente la paura dei genitori che lei possa morire di
fame.
La madre:
iperprotettiva, il controllo prevale sul calore emotivo, è
attenta al benessere fisico ma non alla felicità o allo
sviluppo emotivo del bambino (amore preoccupato).
Queste madri sono sempre pronte a dare al figlio una
lettura di quali siano i suoi stati interni, mentali, fisiologici
ed emozionali.
es. mangia che hai fame,
copriti perché hai freddo;
es. se una bambina piange perché non le piace il vestito
che le vuole far indossare la madre, questa potrebbe
rispondere in questo modo: “perché piangi che questo
vestito ti piace cosi tanto?!”)
In questo modo il bambino non ha la possibilità di
riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, con il
conseguente senso di inaffidabilità circa le proprie
capacità di riconoscere e decodificare i propri stati
interni, ed ha bisogno di un'altra persona che glieli
legga e glieli spieghi.
Il padre:
è in genere una figura marginale, assente, per questo
facilmente idealizzabile (per contrapposizione alla figura
materna che invece è intrusiva). Tale idealizzazione espone
il figlio alla delusione quando scopre che il padre è in realtà
poco disponibile a livello affettivo ed egoista.
La famiglia:
si tratta di coppie in apparenza perfette. Lo stile famigliare è
indefinito, sono presenti comunicazioni contraddittorie con
molti giudizi e critiche implicite, pur in assenza di scontri
aperti o eclatanti. Sono genitori eccessivamente invadenti e
invischianti o, al contrario, indefiniti e vaghi. Il figlio si
concentra sulla ricerca di giudizi e conferme esterne, che
diventano indispensabili quanto temuti.
Questo porta ad un disturbo dell'autoconsapevolezza.
L'individuo non si sente padrone delle proprie
sensazioni e azioni, e nemmeno del proprio corpo. Le
ingerenze genitoriali causano la tendenza all'isolamento
comunicativo e il rifugio privato nei sogni ad occhi aperti
o nel mangiucchiare cibi gratificanti.
Il sé è rappresentato come concretamente impegnato in
azioni tangibili, come camminare, correre, studiare,
danzare, oppure come immagine corporea che lo
specchio riflette e che gli altri percepiscono.
Ogni carenza affettiva relazionale viene confusa con
fastidiose sensazioni fisiche da eliminare o controllare.
L'individuo fatica a riconoscere fame o freddo, e i propri stati
mentali.
La modalità affettiva è di risposta, e mai di proposta
(“anch'io” a qualsiasi affermazione del partner).
L'aspetto estetico
è il criterio essenziale nella valutazione del sé. L'essere
grassi o magri, in buona salute o cagionevoli, diventa il
momento primario per la costruzione di una identità
personale.
L'atteggiamento verso di sé
oscilla tra un valore positivo assoluto (perfezione come
unica soluzione per ricevere conferme e giudizi positivi) e la
critica più spietata dovuta alla confusione rispetto alla
propria reale efficienza.
Il perfezionismo
permette di evitare il fallimento e l'affiorare alla coscienza di
sensazioni di incapacità.
Bisogna piacere sempre a tutti e la seduzione è
generalizzata dato che chiunque non ami lo psicosomatico
getta un dubbio intollerabile sul suo effettivo valore.
Il giudizio
viene ricercato in persone più sicure o di successo, e la
critica di persone significative è motivo di disorientamento
totale e di annientamento.
Il rapporto con il cibo
I confini tra sé e l'altro sono inesistenti. E' incapace di porre
limiti o confini, per cui spesso viene invaso dagli altri ed è
incapace di dire di no alle richieste che gli vengono
avanzate.
AN
L'unico modo che l'anoressica ha per proteggersi da questa
vulnerabilità nei confronti delle invasioni altrui, è il controllo
estremo sul cibo. Il bisogno di nutrirsi è quanto di più innato
e fondamentale esista, e resistere a questo impulso
biologico è la più grande dimostrazione di volontà, controllo
e potere su di un sé confuso, indefinito ed in balia degli altri.
Allo stesso modo si comportano negli altri ambiti, come la
scuola, lo sport, o qualsiasi attività intraprendano.
BN e OBESITA'
Per la bulimica e l'obesa il cibo ha funzione consolatoria
per recuperare un solitario piacere a dispetto di noia e
solitudine. Per molte di queste persone l'unica risposta alla
rabbia è un assunzione massiccia di cibo.
Per una bulimica le funzioni possono essere le stesse, ma
è prevalente l'orrore per l'immagine di sé come grassa, che
può portarla a rigettare tutto ciò che è stato ingerito.
Il corpo
Il corpo è perennemente al centro dei pensieri dello
psicosomatico e ne condiziona l'esistenza. Per l'anoressica
rappresenta lo strumento per raggiungere la perfezione, la
bellezza, che corrisponde all'essere magre. La magrezza
serve a conquistare ed attrarre l'altro, e permette una
bellezza desessualizzata, non volgare, cancellando gli
elementi attraenti eroticamente come i fianchi e il seno.
Concentrarsi sul corpo permette di spostare l'attenzione
dalle difficoltà psicologiche, infatti il paziente è spesso
sollevato quando qualche medico riesce a dimostrare una
disfunzione organica: finalmente ha una buona spiegazione
per il proprio malessere!
Lo schema corporeo è fortemente disturbato (es. sottopeso
si sente grassa, o gonfia fino ad escludere dati di realtà)
L'amore
E' l'unica fonte di vita e di riconoscimento personale (io mi
amo se tu mi ami). Lo psicosomatico non esiste se non è
amato, quindi la ricerca del grande amore va di pari passo
con l'aspettativa della delusione. Al contempo però le
relazioni troppo strette danno subito la sensazione di essere
invasi, per cui il rapporto con l'amore è ambivalente.
La delusione è inevitabile, e le separazioni vengono vissute
come se il soggetto stesse perdendo una parte di sé insieme
all'altro.
La difficoltà di lasciare il partner che non ama più è la
difficoltà di percepirsi come cattivo, e fonte di sofferenza per
un'altra persona.
Più facilmente lascia quando ha la sensazione che sia l'altro
a volerlo abbandonare (sensazione frutto della propria
proiezione più che reale intenzione del partner)
Sono abili strateghi:
- sanno prolungare a qualunque costo il legame amoroso,
anche quando abbia perso di vitalità,
- confondono amore con amicizia (spiazzando se stessi
quanto l'altro),
- gusto per il flirtare senza necessità di concedersi (origine
di situazioni difficili),
- innamorarsi perdutamente solo di chi dia prova di essere
irraggiungibile.
La sessualità
Il rapporto amoroso è spesso desessualizzato fino a
raggiungere una vera e propria anestesia sessuale.
Nelle obese questo accade per non dover mostrare il proprio
corpo.
I partner maschili sono selezionati con cura al fine di
mantenere la sessualità in una posizione secondaria rispetto
al rapporto.
Un'organizzazione cognitiva psicosomatica ben compensata
può
essere
considerata
la
migliore
amante
possibile:conosce bene il corpo e sa come usarlo.
Definizione dei disturbi dell’alimentazione
Persistenti disturbi del comportamento alimentare e/o di
comportamenti finalizzati al controllo del peso e della
forma del corpo
associati a un’eccessiva valutazione dell’alimentazione,
peso forma del corpo e loro controllo
peso, non secondari a condizioni mediche o psichiatriche
conosciute
che danneggiano in modo significativo la salute fisica, il
funzionamento psicologico, interpersonale, scolastico o
Classificazione
(DSM-IV – American Psychiatric Association 1994)
􀁺 Anoressia nervosa
􀁺 Bulimia nervosa
􀁺 Disturbi dell’alimentazione non altrimenti
Criteri diagnostici dell’anoressia nervosa
􀁺 Criterio peso
– Inferiore all’85% rispetto a quanto previsto
– Incapacità di raggiungere il peso previsto durante il
periodo della crescita
􀁺 Criterio paura d’ingrassare
– Intensa paura di acquistare peso o di diventare
grassi, anche quando si è sottopeso
Criterio immagine corporea
– Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma
del corpo
– Eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli
di autostima
– Rifiuto di ammettere la gravità della attuale condizione di
sottopeso
􀁺 Criterio mestruazioni
– Amenorrea (assenza di tre cicli mestruali consecutivi)
– Assunzione estroprogestinici
Sottotipi
– Con restrizioni
􀁺 Non presentano regolarmente abbuffate o condotte di
eliminazione (per es. vomito auto-indotto, uso improprio di
lassativi, diuretici o enteroclismi)
– Con abbuffate/condotte di eliminazione
􀁺 Presentano regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione
(per es. vomito auto-indotto, uso inappropriato di lassativi,
diuretici o enteroclismi)
Criteri diagnostici della bulimia nervosa
􀁺 Criterio abbuffate
– assunzione di una grande quantità di cibo
– senso di perdita di controllo
􀁺 Criterio comportamenti di compenso
– vomito auto-indotto
– uso improprio di lassativi
– uso improprio di diuretici
– esercizio fisico eccessivo
– digiuno
Criterio frequenza abbuffate e comportamenti di
compenso
– 2 volte la settimana per 3 mesi
Criterio immagine corporea
I livelli di autostima sono indebitamente influenzati
dalla forma e dal peso corporei
􀁺
Criterio anoressia nervosa
– Il disturbo non si manifesta esclusivamente nel
corso di
episodi di anoressia nervosa
Sottotipi
􀁺 Senza condotte di eliminazione
– digiuno o esercizio fisico eccessivo
􀁺 Con condotte di eliminazione
– vomito auto-indotto o uso improprio di lassativi e/o
diuretici)
Storicamente le figure dell’arte
sono state glorificate e considerate
irraggiungibili, mentre i media oggi
hanno eliminato le barriere tra la
fiction e la realtà
La pubertà nelle ragazze determina profonde
modificazioni fisiche, in particolare un
aumento del grasso corporeo, che può
favorire lo sviluppo di un corpo molto lontano
dall’ideale femminile attuale
(Garner, Dalle Grave, 2004)
Distribuzione dei disturbi dell’alimentazione
Anoressia nervosa Bulimia nervosa
Distribuzione mondiale Società occidentali in
modo predominante
Società occidentali in
modo predominante
Origine etnica Principalmente razza
bianca
Principalmente razza
bianca
Età Adolescenza (alcuni
giovani adulti)
Giovani adulti (alcuni
adolescenti
Cause dei disturbi dell’alimentazione
Non sono note
Alcuni fattori di rischio potenziali sembrano
aumentare il rischio di sviluppare questi
disturbi
􀁺 Ipotesi più accreditata:
– Malattia complessa derivata
dall’interazione
di fattori di rischio genetici e ambientali
Sesso femminile e disturbi dell’alimentazione
- 90% sesso femminile
– Stare a dieta è più comune tra le
donne
– La dieta aumenta di otto volte il rischio sviluppare disturbi
dell’alimentazione
– Le donne si mettono più a dieta
- La pressione sociale verso la magrezza è
rivolta soprattutto a loro
Immagini modelle
- Sono più portate degli uomini a basare il
proprio valore sull’aspetto fisico
Nella donna l’identità e la definizione di sé si basano soprattutto
nella consapevolezza delle sue caratteristiche espresse nel
contesto di relazioni interpersonali importanti che, nella nostra
società, sono fortemente influenzate
dall’aspetto fisico e dalla magrezza
Garner e Garfinkel in un famoso articolo del
1980 osservarono che l’AN e l’eccessiva
preoccupazione per la dieta erano presenti in
percentuale elevata tra le studentesse di
danza e tra le aspiranti modelle, in particolare
tra quelle che vivevano in un ambiente
altamente competitivo
PROFESSIONI A RISCHIO
Ginnaste
Ballerine, modelle, maratonete
Idealizzazione della magrezza
􀁺 “Tutte le culture che hanno i disturbi dell’alimentazione
hanno l’ideale di magrezza, mentre le culture senza disturbi
dell’alimentazione non hanno l’ideale di magrezza”.
Quando è iniziato l’ideale di magrezza?
􀁺 Nel 1960 con l’esplosione del fenomeno
Twiggy e l’enfasi di un corpo angolare ed
ossuto.
L’ideale di magrezza persiste anche oggi?
Sebbene negli ultimi anni l’ideale alla moda ha
recentemente incluso corpi con grandi mammelle e con
elevato tono muscolare,l’ideale di magrezza è rimasto
l’epitomo della bellezza negli ultimi trent’anni.
omplicanze mediche nei disturbi
dell’alimentazione
􀁺 Conseguenti a
– dieta ipocalorica
– perdita di peso
– vomito auto-indotto
C
– uso improprio di lassativi, diuretici
– attività fisica eccessiva e compulsiva
– uso di alcool, droghe
– omissione di insulina
Complicanze fisiche nei DA
􀁺 Elettrolitiche
􀁺 Cardiache
􀁺 Endocrine
􀁺 Orali
􀁺 Osse
􀁺 Cutanee
􀁺 Ematologiche e
immunologiche
􀁺 Gastrointestinali
􀁺 Renali
􀁺 Polmonari
􀁺 Neurologiche
Manifestazioni cliniche delle alterazioni
elettrolitiche
􀁺 Non specifiche e vaghe
– Debolezza
– Stipsi
– Capogiri
Debolezza muscolare
– 􀁺 Ipopotassiemia: debolezza muscolare, stipsi
– Se severa (< 2,5 mEq/l): rischio di aritmie cardiache,
nefropatia ipopotassiemica e morte
– Una coesistente ipomagnesemia può aggravare il quadro
􀁺 Ipomagnesemia e ipocalcemia: tetano
Anomalie orali
􀁺 Cheilosi angolare (< 10%)
– Effetto caustico dell’acido, deficit Vit B2 e B6
􀁺 Perimolisi 33-35% dei casi (erosione della dentina e
dello smalto sulla superficie linguale dei denti)
– da vomito autoindotto
􀁺 Carie
􀁺 Gengivite (<10%)
– Da irritazione cronica del succo acido gastrico
anni all’apparato gastroenterico (1)
􀁺 Ghiandole salivari
– Ingrandimento bilaterale delle ghiandole
salivari nel 25%
dei casi
􀁺 da malnutrizione, cronica stimolazione,
assunzione
esagerata di carboidrati, irritazione della
mucosa
buccale per autoinduzione del vomito o
abuso di alcool
􀁺 isoenzima salivare talora elevato
􀁺 regredisce con il recupero ponderale
􀁺 Iperamilasemia (10-66%)
– DD: amilasi pancreatiche e salivari
D
Obesità come disordine del comportamento
alimentare.
Comprensibile a livello teorico attraverso
una chiave di lettura che la consideri come
un disturbo psico-somatico, cioè
la manifestazione attraverso il soma di un
disagio psichico.
In riferimento ai modelli socio-culturali cui
apparteniamo, possiamo parlare non solo
di sintomo psicosomatico, ma di una vera
e propria
organizzazione di personalità,
che comprende
- significati,
- credenze su di sé, sugli altri e sul
mondo,
- un vero e proprio stile affettivo e
motivazionale.
Sulla base delle aspettative formatesi nel
corso dell’infanzia, si organizza tutta la
personalità dell’individuo durante la
crescita e si cristallizza nella vita adulta.
Tutti noi diventiamo inconsapevolmente
degli abili “manovratori”delle nostre
relazioni.
Questo ci permette di far fronte nel modo
migliore possibile alle relazioni primarie,
dalle quali, durante l’infanzia dipende la
nostra sopravvivenza fisica.
Obesità
Anoressia Nervosa
Bulimia Nervosa
Obesità e Schema
Corporeo
Sintoma Oggettivo
Vissuto Personale
Una doverosa premessa ci costringe a
considerare, non solo l’oggettività del sintoma
organico (effettivo sovrappeso), ma il valore, il
significato, il vissuto del paziente rispetto all’
“oggettività personale” del disagio causato dal
sintoma.
E cioè si deve parlare di Verità Personale: per cui
valore imprescindibile deve essere dato al
vissuto del paziente, che spesso è diverso da
un oggettività sintomatica in senso più
strettamente medico.
Il significato del corpo
Quando i sintomi organici hanno significato
psichico simbolico, come nel caso
dell’obesità, del sovrappeso e dei disordini
del comportamento alimentare, questi non
si possono modificare se non
interpretandoli come voce fisica di una
struttura di personalità radicata del sé
più profondo dell’individuo.
Per l’obeso il corpo grasso rappresenta la
concretizzazione del proprio fallimento,
qualcosa di cui vergognarsi, che serve ad
allontanare l’altro , la rinuncia alla lotta
perche non si è all’altezza.
Questo è il frutto di un sistema personale di
credenze per cui vi è un forte deficit
nell’amabilità personale, e la convinzione
radicata di rifiuto da parte dell’altro.
È più tollerabile il rifiuto perche si ha un
brutto aspetto che non un rifiuto per la
propria indegnità di essere amati.
Questa è la migliore spiegazione che un
bambino si può dare per accettare cattive
relazioni con le figure di riferimento.
Per questo il sintoma fisico diventa, nel
corso degli anni, tanto resistente.
Per queste ragioni proporre un regime
dimagrante trascurando il significato
psicologico del sovrappeso o del disordine
alimentare non solo
non è vincente
ma è anche dannoso!
non è vincente perchè:
- il sintoma è una difesa radicata che fa
parte della personalità dell’individuo
- eventuali (nonché probabili) insuccessi
riconfermano al paziente la propria
inefficacia, quando abbiamo visto essere
proprio questo il nucleo etiopatologico del
disagio psicosomatico.
è dannoso perchè:
- È necessario che il paziente, prima di
spogliarsi , insieme ai kili di troppo, delle
proprie difese più radicate, abbia fatto un
percorso psicologico col fine di prepararlo
ad affrontare il mondo con nuove strategie
ed un’organizzazione di personalità più
integrata, oltre che con una nuova
immagine corporea.