Cap.8 PER UNA POLITICA DEL LAVORO • 8.1. Teorie del mercato del lavoro • 8.2. Per un nuovo welfare lavoristico • 8.3. Osservazioni conclusive • Introduzione • -alla devalorizzazione del lavoro deve corrispondere la rivalutazione della politica, lo sviluppo economico non rinforza meccanicamente la coesione sociale • -capacità della politica di promuovere il legame sociale • -nel contesto globale le politiche del lavoro sono connesse alle tre zampe dell’ordine economico gl., alle strategie degli investimenti finanziari e movimenti dei capitali, alle strategie formative 8.1.Teorie del mercato del lavoro • A) -teorie del capitale umano: la capacità produttiva degli esseri umani, abilità e saperi produttivi, oggetto di investimentorendimento-miglioramento • -teorie della crescita endogena: il ritmo della crescita della produttività del lavoro dipende dalla distribuzione delle risorse tra lavoro studio ricerca. • -teoria del ciclo vitale: i comportamenti individuali nel mercato del lavoro all’interno del ciclo di vita degli individui: formazione-ricerca del lavorolavoro-disoccupaz • Si tratta di salvaguardare l’equilibrio del ciclo di vita: da obiettivi ridistributivi alla garanzia del capitale umano come dimensione della cittadinanza e della solidarietà • -teoria relazionale: gli elementi relazionali che collegano tra loro gli agenti economici spiegano il ritmo di crescita • -i beni relazionali come la fiducia, la familiarità, la cooperazione producono benefici sia intrinseci che strumentali. Più difficili nelle società moderne, generano esternalità positive Gui • B) –evoluzione del mercato del lavoro • nuovi modelli di occupazione flessibili, complessi, individualizzati • -il nuovo compito delle istituzioni pubbliche: il sistema pubblico deve contribuire allo sviluppo dei mercati di tutte le transizioni, favorendo la nascita di soggetti che soddisfano la necessità di servizi • C) il mercato del lavoro lega insieme i mutamenti dell’economia e la vita delle persone e l’organizzazione sociale, necessaria la gradualità e il consenso soc. • -la flessibilità amplifica le differenze individuali: per alcuni un’opportunità, per la maggioranza una minaccia • -dipendenza del singolo dalle condizioni istituzionali e relazionali per costruirsi un percorso lavorativo che utilizzi le opportunità 8.2. Per un nuovo welfare lavoristico • A) Strategie politiche per forme di garanzie del reddito legate non tanto al lavoro ma ad un percorso verso il lavoro e la crescita professionale, sostegni nell’interruzione del lavoro • -approccio al welfare con dimensione pubblica e politica (diritti sociali, visione sostanziale delle istituzioni) e condizionato ad un patto tra cittadini e comunità con responsabilità e reciprocità • -nel contesto della mobillità importante è il livello di informazione, reti di formazione, i sussidi vanno ripensati in modo da non scoraggiare l’aggiornamento • -incidere sulle strutture territoriali, politiche selettive degli investimenti • B) non benefici attaccati al posto di lavoro ma reti di protezione contro il rischio, rendendo gli individui capaci di investire nella conoscenza • alleanza produttiva con la famiglia centrata sull’investimento nell’educazione (servizi per i figli, opportunità di conoscenza per gli adulti, politiche fiscali) come parte di una politica solidale • C) ricostruzione della comunità, per sostenere l’integrazione, cooperazione tra le associazioni civili o intermedie (scuola aperta, parrocchia, governo locale, vicinato, reti di solidarietà) • allo scopo di aiutare l’individuo ad imparare a raggiungere il proprio equilibrio nelle crisi, aiuto per gestire la propria vita • D) sostegno alle reti di conoscenza, rendendo il sistema educativo più flessibile, costruendo reti tra le istituzioni educative • -formazione di base non appiattita sulle esigenze della produzione • -sforzi per migliorare la transizione scuola lavoro 8.3. Politiche di tutela in termini dinamici • A) individualizzazione del lavoro (disuguaglianza di accesso alla conoscenza, differenze di reddito familiare) e solidarizzazione della società (protezione contro la povertà) • -politiche di solidarietà per il cittadino che impara e lavora più che per il posto di lavoro, per rafforzare la capacità lavorativa piuttosto che i diritti universali • -anche programmi di garanzia di reddito minimo, assicurazione di disoccupazione, assistenza pensionistica e medica più personale, riducendo i costi della mobilità • B) le politiche del lavoro affrontano la domanda di sicurezza in tutte le condizioni sociali, pena la disintegrazione sociale • -politiche di protezione in termini di opportunità, più che in termini difensivi, e in termini di promozione: il lavoratore atipico si aspetta un aiuto a costruire il suo percorso professionale, ad evolvere professionalmente • -importanza dell’ambito territoriale 8.4.Osservazioni conclusive • -tre orientamenti della politica realistica del lavoro sulla via austera delle riforme • I) permettere di accedere all’impiego al più gran numero offrendo possibilità effettive • -via della regolazione globale dello sviluppo con la riduzione drastica degli squilibri economici e incisive politiche di intervento sopranazionali • II) restaurare l’unità sociogiuridica del mondo del lavoro • -nel contesto globale: vanificazione del diritto al lavoro, dai diritti sociali ai servizi sociali, sottrazione di risorse ai meccanismi statali • III) ricerca di sinergie tra lavoro e altre forme di partecipazione sociale, protezione degli spazi di socializzazione (corpi intermedi) • -inserimento dell’organizzazione del lavoro nell’ecologia sociale integrando l’economia nella società • -il ruolo della collettività come terzo partner del contratto: i sistemi di negoziazione sociale concepiti come dei nuovi meccanismi di gestione dell’incertezza