Modello Sociale Europeo

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(PRIMA PARTE)
AMODEO Michael, ARESE Francesca, CAMBIANO Debora, CORNIOLO Pietro, DI NICOLA
Valentina, FEULA Veronica, FIORINA Ilaria,
Il 20 dicembre 2011 abbiamo assistito, con altre scuole di Cuneo, all'incontro con il Dott. Franco
Chittolina sul tema:
"LA NOSTRA VITA SOCIALE"
nell'ambito del percorso formativo per le scuole superiori aderenti al progetto "Cittadini senza
frontiere".
IL "MODELLO SOCIALE EUROPEO"
Il tema era quello del welfare state, cioè tutto ciò che riguarda salute, previdenza, assistenza,
istruzione, sanità e politiche per la casa, un tema di rilievo al giorno d'oggi.
La società si è evoluta nel tempo; fin dagli inizi, ci sono state relazioni interpersonali prima meno
organizzate e poi sempre più organizzate. A questo punto ci fu l'istituzione di leggi.
Risale al secolo della Rivoluzione Industriale l'istituzione delle prime regole di solidarietà. Il primo
Paese che adottò queste misure fu l'Inghilterra. Fu la Germania di Bismarck che attuò un sistema di
protezione sociale molto complesso.
Nasce così una "cultura dei diritti", cioè solidarietà tra gruppi sociali. Si sviluppa cosi un Modello
Sociale Europeo (MSE) che avrebbe dovuto garantire a tutti livelli minimi di sicurezza sociale, di
assistenza in caso di malattia e contro la povertà.
Per quanto riguarda l'Italia dal 1960 cresce il boom economico e la ricchezza, questo meccanismo
va avanti fino al 2007-2008, gli anni della crisi.
Ecco il punto cruciale: ci stiamo accorgendo che queste risorse che credevamo inesauribili non sono
piùdsostenibili.
Come si può notare dalla tabella soprastante, l'Europa, finora ricca e civile, destina alla comunità
molto: più di metà della sua ricchezza per interventi di solidarietà del VIVERE INSIEME. Metà di
questa metà è destinata esclusivamente alla protezione sociale: il 26.4%.
(Fine della prima parte. Seguirà prossimamente la seconda.)
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