Federico I e Federico II di Svevia
https://www.youtube.com/watch?v=JL0RM1Wl7pc
Federico I Barbarossa
Federico I detto “Barbarossa”
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Federico Barbarossa
(1122 – 1190) fu
Imperatore del Sacro
Romano Impero
Salì al trono di Germania
nel 1152
Fu incoronato
Imperatore nel 1155
Miniatura da un manoscritto del 1188, Biblioteca Vaticana.
Guelfi e Ghibellini
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Federico Barbarossa divenne re di Germania dopo una
lotta dinastica tra la casa di Svevia (“ghibellini”, da
Weiblingen, nome del loro castello) e la casa di Baviera
(“guelfi”, da Welf, loro capostipite)
Alla fine prevalsero gli Svevi e Federico di
Hohenstaufen (Gli Hohenstaufen furono una famiglia
nobile originaria della Svevia, una regione della Germania)
ottenne la corona di Germania (Federico aveva ereditato
il ducato di Svevia per parte di padre, ma la madre
apparteneva alla casa di Baviera, quindi si trattò quasi di
un compromesso fra le due casate)
Questi termini si diffusero anche in Italia: “ghibellini” furono
detti i sostenitori dell'imperatore e “guelfi” i loro avversari).
Svevia
Castelli del Giura
Svevo in Germania
Federico Barbarossa Imperatore
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Federico discese in Italia nel 1154 per farsi
incoronare re d'Italia e ripristinare il controllo
imperiale sulle città del Nord e del Centro
recuperando le cosiddette regalie (diritti di
imporre tasse, battere moneta, ecc.) e per
cingere anche la corona imperiale, che
secondo tradizione doveva essere consegnata
dal papa, cosa che avvenne nel 1155 per mano
del pontefice Eugenio III.
Lo scontro con i comuni
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Meno facile fu invece per l'imperatore riaffermare
il proprio potere su Milano e su altri comuni
della Lombardia che si erano uniti per rivendicare
la propria autonomia.
In un primo tempo Federico Barbarossa riuscì a
imporre nella dieta di Roncaglia (1158) le proprie
condizioni a Milano e agli altri comuni; ma poi,
mentre l'imperatore era trattenuto in Germania
dalla ripresa delle lotte feudali, i comuni lombardi
gli si ribellarono di nuovo, forti dell'appoggio del
nuovo papa Alessandro III.
1º marzo 1162 i consoli di Milano davanti a Federico Barbarossa chiedono
clemenza
Lo scontro con i comuni
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Federico scese ancora una volta in Italia nel
1174, ma questa volta i comuni seppero
superare le loro divisioni e costituirono
un'alleanza (Lega lombarda) che riuscì a
vincere contro l'esercito dell'imperatore
(battaglia di Legnano, 1176), costringendolo a
firmare la pace di Costanza e a riconoscere
ai comuni le autonomie e le prerogative che
avevano conquistato.
Tramonto del sogno imperiale
"Battaglia di Legnano", Amos Cassioli
(1860-1870, Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti)
Morte di Federico Barbarossa
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Federico Barbarossa morì durante la Terza
crociata nel fiume Göksu (oggi Saleph) in
Turchia
Federico II
Enrico VI
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Morto Federico I nel 1190 (annegato mentre
attraversava un fiume in Asia Minore, alla testa
della terza crociata), gli successe al trono
imperiale il figlio Enrico VI, che Federico
Barbarossa era riuscito a far sposare con
Costanza d'Altavilla, unica erede del regno
normanno di Sicilia.
Enrico VI si adoperò per mettere in atto
l'unificazione dei territori imperiali (Germania e
Italia) entrando fatalmente in conflitto con il
papa.
Ascesa di Federico II
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Morto Enrico VI a soli 32 anni, si aprì la lotta per la
successione alla corona imperiale.
Alla fine (1212) ottenne il trono Federico II, figlio di
Enrico VI e Costanza d'Altavilla e re di Sicilia già
dall'età di 14 anni, dopo la morte della madre. Ciò fu
possibile grazie all'appoggio del papa Innocenzo III,
a cui Costanza d'Altavilla aveva affidato il figlio prima
di morire (quando Federico aveva solo 4 anni).
La definitiva vittoria di Federico II sul suo rivale al
trono (Ottone di Brunswick) fu sancita dalla battaglia
di Bouvines (1214).
Nascita di Federico II a Jesi, in una tenda,
secondo una «fantasiosa tradizione» dovuta a Ricordano Malispini
Ritratto di Federico II con il falco
(dal De arte venandi cum
avibus)
La battaglia di Bouvines, miniatura del XIII
secolo.
Federico II incoronato Imperatore
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Incoronato ufficialmente a Roma nel 1220 dal
pontefice, il giovane imperatore Federico II
(nato a Jesi e cresciuto a Palermo, che non era
mai stato in Germania e non parlava il tedesco)
si dedicò al consolidamento del potere
centrale: le concessioni feudali ottenute
illegalmente furono abolite, le fortezze e i
castelli costruiti abusivamente furono rasi al
suolo. Non mancarono resistenze da parte di
alcuni feudatari, ma a causa della loro rivalità
non riuscirono a imporsi.
Federico in Terrasanta
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Per ottenere la corona imperiale, Federico aveva promesso al pontefice
una nuova crociata.
Federico II in realtà era un grande ammiratore della civiltà araba, e poiché
non si decideva ad organizzare la spedizione, il nuovo papa Gregorio IX
lo scomunicò (1227).
Federico allora partì per la Terrasanta, ma diede alla sua impresa (la sesta
crociata, 1228-30), un carattere insolito: alle armi preferì la diplomazia,
sottoscrisse un accordo con il sultano d'Egitto e riuscì a giungere in
Terrasanta e a farsi incoronare re di Gerusalemme, senza versare una
sola goccia di sangue.
Il papa tuttavia accusò Federico di essere sceso a patti con gli infedeli e
lanciò il suo esercito contro il regno di Sicilia. Rientrato dalla Palestina,
l'imperatore sconfisse le truppe del pontefice, che si vide costretto a
ritirare la scomunica.
Federico incontra il sultano ayyubide al-Malik al-Kamil, codice
miniato.
Sigillo in cera 85 mm della pergamena 13 febbraio 1240.
Intorno al campo la legenda recita:
[FRIDERICUS D(e) I GR(ati) A IMPE]RATOR
ROMANOR(um)[SE]MP(er) AUGUST[US].
Al centro del campo affiancano il trono i due termini:
REX IH(e) R(usa) L(e) M.
Cagli, Archivio Storico Comunale
Augustale di Federico II, 1231
circa.
Regno di Sicilia
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Federico poteva ora dedicarsi a riorganizzare e consolidare il suo
potere, il cui centro fu il Regno di Sicilia, comprendente tutta
l'Italia meridionale (vedi cartina p. 85: Impero e Regno di Sicilia al
tempo di Federico II).
Nel 1231 Federico emanò il Liber Augustalis: un corpo di
costituzioni (chiamate melfitane) in cui si proclamava la suprema
autorità del sovrano sui baroni, sui comuni e sulla Chiesa.
Per l'amministrazione statale Federico si servì di funzionari
salariati e revocabili, per la cui formazione costituì apposite scuole
giuridiche, prima fra tutte quella dell'Università di Napoli, fondata
nel 1224. Nella famosa Scuola medica di Salerno (1231) Federico
istituì la prima cattedra di anatomia d'Europa, presso la quale era
consentito praticare la dissezione dei cadaveri (praticata
nell'antichità ma considerata sacrilega nel Medioevo).
Il Castello di Melfi dove Federico II promulgò le
costituzioni.
La corte di Palermo
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A Palermo, Federico insediò una corte
sfarzosa, che fu luogo di alta cultura, dove
furono chiamati intellettuali non solo del
mondo cristiano, ma anche arabo.
La scuola siciliana, il circolo di poeti radunatisi
intorno all'imperatore, è la prima scuola
letteraria fiorita nel nostro paese durante
l'età medievale.
Inasprimento fiscale
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Quella di Federico era una politica centralista che
necessitava di risorse ingenti, per questo
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istituì monopoli regi sui prodotti di prima necessità
e sulle materie prime,
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creò nuove aziende agricole di proprietà della
corona
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riorganizzò e appesantì il sistema fiscale: qualsiasi
attività produttiva fu sottoposta a tributi ordinari e
straordinari. La situazione delle classi più povere,
oppresse dal duplice peso delle prestazioni feudali
dovute ai signori e delle tasse regie, si fece molto
difficile.
Morte di Federico II
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Le spinte autonomistiche dei comuni dell'Italia centrosettentrionale, alimentate dal papa, e da Enrico VII, figlio
dell'Imperatore, furono inizialmente respinte dall'esercito
imperiale.
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La nuova scomunica pronunciata da papa Innocenzo IV,
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i numerosi tumulti che scoppiarono nell'Impero
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e la sconfitta inflitta dai soldati bolognesi alle truppe
imperiali nel 1249, indebolirono il potere di Federico
che, durante la preparazione di una nuova spedizione in
Italia settentrionale, morì all'età di 56 anni.
Nel febbraio del 1248 Federico subì una grave sconfitta nella battaglia di Parma
ad opera di Gregorio da Montelongo. Dopo un assedio durato oltre sei mesi i
parmigiani, approfittando dell'assenza dell'imperatore che era andato a caccia nella
valle del Taro, uscirono dalla città e attaccarono le truppe imperiali, distruggendo la
città-accampamento di Vittoria. L'imperatore riuscì a stento a rifugiarsi a San
Donnino, da dove raggiunse poi la fedele alleata Cremona.
L'anno seguente il figlio Enzo, battuto nella battaglia di Fossalta, fu catturato dai
bolognesi che lo tennero prigioniero fino alla morte (1272).
Poco dopo Federico subì il tradimento (o credette di subirlo) di uno dei suoi più
fidati consiglieri, Pier delle Vigne (celebre in un passo dell'Inferno di Dante).
« L'animo mio, per disdegnoso gusto,
credendo col morir fuggir disdegno,
ingiusto fece me contra me giusto. »
Pier della Vigna è noto per essere citato nella Divina Commedia
precisamente nel XIII canto dell'Inferno.
Dante Alighieri, ponendolo nella selva dei suicidi, lo assolve
dall'accusa di aver tradito l'imperatore.
Pier delle Vigne cieco e imprigionato, versione cinematografica de L'Inferno
(1911)
Il sarcofago di Federico II nella Cattedrale di
Palermo.
Particolare del folio 16 recto del trattato De arte venandi cum
avibus.
Castel del Monte, in territorio di Andria
https://www.youtube.com/watch?v=RHkT5aFDk7M
(Documentario Sereno Variabile, 7 minuti)
http://it.wikipedia.org/wiki/Castel_del_Monte