L’Illuminismo
Movimento culturale che sostiene l’uguaglianza e
la libertà di tutti gli uomini per una società
migliore e combatte contro:
• Il Potere assoluto delle Monarchie
• Le ingiustizie
• I privilegi della classe nobile e dei preti
• Le guerre
I più importanti esponenti: Diderot, Voltaire,
Beccaria, Filangieri.
Le Tappe verso l’unità 1
• Le idee illuministe portano alla Rivoluzione
Francese
• Le idee illuministe si diffondono in Italia e in
tutta Europa
• L’impero d’Austria e la Russia sposano
queste idee per rafforzare il proprio potere
• Napoleone conquista l’Europa e cade nel
1815
1815
Il Congresso di Vienna
decreta la fine del periodo
Napoleonico e la
restaurazione delle vecchie
monarchie in tutta Europa,
a cui vengono restituiti i
territori occupati da
Napoleone.
Gli Stati del Nord Italia
sono tutti controllati
dall’Impero d’Austria.
Solo il Regno di Sardegna,
governato dai Savoia, lo
Stato Pontificio governato
dal Papa, e il Regno delle
due Sicilie, ridato ai
Borbone restano
indipendenti.
La Carboneria
Era un’associazione segreta nata a Napoli nel
1820 e diffusa poi al resto d’Italia. Chiedeva
una Costituzione con principi illuministi di
libertà e uguaglianza
È stata l’organizzatrice dei moti rivoluzionari del
1820-21 e quelli del 1830-31
L’organizzazione è stata soffocata nel sangue,
ma la sua eredità passa alle associazioni che
chiedono l’Unità di Italia.
I protagonisti del Risorgimento:
• Le figure più popolari e pittoresche come
Giuseppe Garibaldi e quelle più intellettuali
come Giuseppe Mazzini;
• Il primo sarà l’”uomo d’azione”, in grado di
conquistare un regno in un’impresa
leggendaria con un pugno di uomini;
• Il secondo, invece, è l’anima del Risorgimento,
colui che diede un senso alla ribellione, alla
luce di valori eterni di umanità.
Giuseppe Mazzini e Silvio Pellico
Giuseppe Mazzini (1805-1872)
Carbonaro, ha fondato l’associazione la
Giovine Italia, costretto all’esilio per le sue
idee politiche, è stato politico dell’Italia Unita
Silvio Pellico (1789-1854)
Poeta, filosofo e patriota, è stato
imprigionato dall’Impero d’Austria per le
sue idee politiche, rinchiuso nella prigione di
Lubiana per due anni
Giuseppe Mazzini: le idee
• Concezione romantica della storia, in cui Dio e la
Divina Provvidenza agiscono sull’uomo;
• « Costituire (...) l'Italia in Nazione Una,
Indipendente, Libera, Repubblicana » (G. Mazzini,
Istruzione generale per gli affratellati nella
Giovine Italia);
• Senza una patria libera nessun popolo può
realizzarsi né compiere la missione che Dio gli ha
affidato;
• conquistando la sua libertà, l’Italia percorrerà la
via del processo evolutivo dell'Umanità.
Moti in Europa e nel Sud America
Tra il 1810 e il 1830 scoppiano moti rivoluzionari
• La Grecia caccia gli invasori Turchi
• Il Belgio diventa indipendente dall’Olanda
• Prime insurrezioni in Italia al Nord e al Sud
• Nascono i primi Stati indipendenti in Sud
America
Moti Europei del 1848
La grave crisi agricola e finanziara del 1847
provoca molte ribellioni in Europa. Parte in
Francia dove cade la monarchia (restaurata da
Napoleone nel 1804) e si estende anche in
Austria, Prussia, Ungheria e Italia.
I rivoluzionari chiedono Costituzione, libertà di
stampa, diritti sociali per tutti e salari più alti.
La prima guerra di indipendenza
• Nel 1848 dopo la ribellione a Vienna, anche
Milano e Venezia, decidono di combattere gli
austriaci. L’inizio della rivolta passa alla storia
come Le cinque giornate, gli italiani chiedono
aiuto al Regno di Sardegna. Dopo alcune
vittorie, però il re Savoia è costretto a firmare
la pace con l’ Austria.
• Questo è però il motore dell’unificazione
sotto i Savoia, che diventano la testa dei
movimenti.
Il Conte Camillo Benso di Cavour e
Vittorio Emanuele II di Savoia
Conte di Cavour (1810-1861)
Primo Ministro del Regno di Sardegna e poi
del Regno d’Italia, di idee monarchiche e
liberali, ha stretto alleanze con i Francesi
per liberare l’Italia dagli Austriaci.
Vittorio Emanuele II (1820-1878)
Ha portato il Risorgimento a compimento e
l’Unità d’Italia, è stato il primo Re d’Italia.
Il Conte Camillo Benso di Cavour
• 1850: chiamato a governare da Massimo
D’Azeglio come Ministro dell’agricoltura e del
commercio e poi delle finanze;
• Novembre 1852: fu chiamato dal Re a dirigere il
governo, dove si impegnò ad attuare il suo
programma di progresso civile;
• liberale attento alle novità della scienza;
• il suo progetto aveva al centro la realizzazione
dell’unità d’Italia con a capo un monarca
costituzionale e uno sviluppo economico basato
sull’emergente borghesia;
Il Conte Camillo Benso di Cavour
• potenziò gli istituti bancari e ampliò la rete
ferroviaria intuendone le potenzialità di
sviluppo per il miglioramento dell’economia;
• In politica estera mirava a liberare l’Italia dalla
presenza austriaca e colse l’occasione che gli
veniva offerta dalla guerra di Crimea per far
sedere i piemontesi al tavolo dei vincitori al
congresso di pace che si tenne a Parigi nel
1856;
Il Conte Camillo Benso di Cavour
• Il 5 maggio 1860 ebbe inizio la spedizione dei Mille con
la quale Garibaldi liberò il Mezzogiorno d’Italia; Cavour
aveva il timore che Garibaldi intendesse sfruttare la sua
popolarità per impadronirsi del potere e pertanto
convinse il re Vittorio Emanuele II ad andargli incontro
con il suo esercito.
L’incontro avvenne a Teano e dopo pochi mesi, il 17
marzo 1861 si riuniva il primo parlamento italiano a
Torino, con la maggioranza dei moderati fedeli a
Cavour.
• L’artefice dell’unità italiana, colui che ne aveva tessuto
la tela, al punto da essere soprannominato “il ragno”, si
spense pochi mesi dopo.
Curiosità su Cavour
• Scopriamo il lato “diplomatico” di Cavour anche attraverso
la sua idea di cucina: il suo motto era plures amicos mensa
quam mens concipit (it. Cattura più amici la mensa che la
mente);
• Cavour era talmente convinto delle virtù diplomatiche di un
buon pranzo e di una buona bottiglia che, quando un suo
diplomatico partiva per una capitale straniera, si accertava
che nel bagaglio ci fosse anche qualche bottiglia di Barolo
(che produceva lui stesso)
• Cavour teneva a tal punto al cibo che la sera del 29 aprile
1859, respinto l'ultimatum dell'Austria che intimava al
Piemonte di smobilitare, vergato l'orgoglioso proclama di
guerra e date le ultime istruzioni al generale Govone,
sembra disse: "Alea iacta est (oggi abbiamo fatto la storia) e
adesso andiamo a mangiare”.
Giuseppe Garibaldi e i Mille
Giuseppe Garibaldi (1807-1882)
Segretamente si accorda con il re Vittorio
Emanuele II e il Conte di Cavour per conquistare il
Regno delle due Sicilie, parte da Quarto per
arrivare in Sicilia a Marsala con mille giovani
patrioti volontari, la maggior parte di loro aveva
meno di 25 anni. Il 90% di loro veniva dal Nord
Italia.
Con l’aiuto degli inglesi, che fermano le navi dei
Borbone, i Mille sbarcano in Sicilia risalendo fino
alle porte dello Stato Pontificio. Non conquistano
Roma per ordine dei Savoia, abbandonati dai
francesi.
Giuseppe Garibaldi
• 1807: Nasce a Nizza il 4 luglio da famiglia
genovese. Autodidatta, si interessa soprattutto di
matematica, astronomia e geografia. Nel porto di
Nizza, a contatto con i marinai, apprende tutti i
segreti dell'arte nautica;
• Come marinaio viaggia soprattutto nel
Mediterraneo orientale e nel Mar Nero;
• Nel 1834 si arruola nella Marina Sarda;
• Viaggia in Africa e poi in Sud America, dove
incontra Anita, da cui avrà quattro figli;
Giuseppe Garibaldi
• Compie numerose imprese durante il governo di
Cavour, fino alla più celebre dello Sbarco dei mille
dell’11 maggio 1860 per sostenere i moti
mazziniani in Sicilia;
• 18 febbraio 1861: Garibaldi al Parlamento a
Torino litiga con Cavour per la questione
dell'esercito meridionale. Gli è offerto un
comando nell'esercito degli Stati Uniti di Lincoln
ma rifiuta per la politica schiavistica di quel
presidente.
Il Risorgimento
La seconda guerra d’indipendenza
• 1859 con l’aiuto dei Francesi, l’esercito dei
Savoia vince gli Austriaci e annette la Toscana,
l’Emilia-Romagna, la Lombardia.
• 1860 Garibaldi e i suoi Mille, aiutati dalla
flotta inglese, sbarcano in Sicilia e risalgono
verso Roma. Viene fermato alle porte dello
Stato Pontificio da Vittorio Emanuele II che
non ha più l’appoggio dei Francesi.
L’Italia Unita
Il 26 ottobre 1860 Garibaldi
consegna il Sud Italia al re
Vittorio Emanuele II a
Teano.
Il 17 Marzo 1861 viene
proclamato il Regno d’Italia,
con capitale Torino. Nel
1865 la capitale diventa
Firenze.
Il brigantaggio nel mezzogiorno
Napoli era la capitale del Regno
delle due Sicilie, quinta città più
popolosa, una delle più avanzate
capitali d’Europa, per arti,
industria e agricoltura e
tecnologia e una delle più ricche
in Europa. Primo impianto
industriale, navale e
ingegneristico in Italia. Il Regno
era il più ricco in Italia.
L’annessione del Sud Italia è
vista da molti come una
guerra di occupazione da
parte dei Savoia, interessati
soprattutto alle casse del
Regno. Nel 1861 comincia nel
meridione il fenomeno del
Brigantaggio, in seguito ad un
aumento delle tasse e alla
leva obbligatoria. L’esercito
piemontese, 120.000 soldati,
soffoca nel sangue le
ribellioni, che durano fino al
1866. Si calcolano tra i
briganti oltre 10.000 morti e
6.000 imprigionati.
Cominciano le emigrazioni in
massa verso l’America.
Fatta l’Italia bisogna fare gli italiani
Massimo D’Azeglio
• Nel 1866 viene annesso anche il Veneto
• 1871 cade anche lo Stato Pontificio, Roma
diventa capitale
• 1919 annessione del Trentino e del Friuli
• 1946 il 2 giugno l’Italia diventa una
Repubblica democratica
• 1948 entra in vigore la Costituzione
Fatta l’Italia bisogna fare gli italiani
Massimo D’Azeglio
• I primi 50 anni di Italia Unita sembravano un
assurdo disegno realizzato contro la storia, la
geografia, l’economia;
• Nessun Paese ha posseduto come l’Italia una tale
quantità di culture, di “piccole patrie”, di lingue e
tradizioni;
• La prova fu finalmente superata, anche se con
molti malcontenti: quelli di chi credevano che
l’Unità significasse autonomia, stati federali o
repubblica.
Fatta l’Italia bisogna fare gli italiani
Massimo D’Azeglio
• Nei primi tempi, l’Italia si trovava in una situazione
difficile: gravi problemi di comunicazione, otto diverse
misure e monete diverse, leggi, condizioni economiche,
sviluppo industriale e sociale;
• Bisognava superare le distanze psicologiche tra regioni
e regioni e coltivare l’adesione sincera di tutti gli
abitanti della penisola;
• La conclusione di tutto il processo si può identificare
con la conclusione della guerra del 1915-18 contro
l’Austria, occasione in cui per la prima volta tutto il
Paese lottò insieme di fronte a un pericolo mortale.
150 anni dell’Unità d’Italia