Diapositiva 1 - unisalento – scienze della formazione

Prof.ssa Alberta Giani
“La comunicazione è una dimensione psicologica costitutiva del soggetto” (Anolli, 2002)
Il soggetto può scegliere solo SE e COME comunicare
E’ una attività eminentemente sociale
Il gruppo è un vincolo per la conservazione di qualsiasi sistema di comunicazione
e ogni sistema di comunicazione influenza e modifica la vita di gruppo
E’ alla base dell’interazione sociale e
delle relazioni interpersonali
E’ partecipazione in quanto prevede
Condivisione dei significati
E’ una attività eminentemente cognitiva
Ossia in stretta connessione con il pensiero, in quanto manifesta
in maniera pubblica le idee, le conoscenze, le emozioni
E’ connessa all’azione
Ha degli effetti sulla sequenza degli scambi fra partecipanti
Accordo sulle regole
Obiettivi generali
Teorie della comunicazione
Ciò che è detto deve essere manifesto
Ossia
Rappresentabile mentalmente come probabilmente vero
Ma
La rappresentazione mentale (ambiente cognitivo) è un insieme di affermazioni,
richieste, comandi, speranze che i partecipanti hanno a disposizione
Quanto più tali affermazioni sono presenti anche in uno specifico contesto
Tanto più la comunicazione è pertinente
Molte informazioni sono disponibili dall’esperienza passata e depositate in memoria
Altre sono nuove e contingenti
La combinazione tra vecchie e nuove informazioni genera nuove informazioni
La pertinenza consiste nella capacità di generare nuove informazioni
Teorie della comunicazione
Passaggio dalla teoria dell’azione alla teoria della comunicazione
Da una concezione ontologica della realtà
Al concetto di costruzione sociale della realtà (prodotto dell’attività cognitiva umana)
Da una razionalità a priori astratta
A una razionalità a posteriori locale
Da una morale che trascende la prassi
Alla pratica quotidiana
Da un soggetto inteso come attore intenzionale
Al senso comune inteso come insieme delle conoscenze acquisite
Teorie della comunicazione
Microsociologia
Processi della vita quotidiana
Metodo dell’osservazione e etnografico
(Goffman)
Macrosociologia
Processi generali inerenti le
organizzazioni complesse e istituzioni
strutturali della società
Metodi quantitativi – dati statistici
Teorie della comunicazione
Goffman
studia le condizioni di organizzazione sociale
necessarie per la circolazione delle informazioni
Interazioni sociali (sociologia delle occasioni)
Luogo emblematico è la conversazione come combinazione di
Comunicazioni verbali
Mosse non verbali
In una situazione sociale
che
influenza la conversazione e regola l’ordine dell’interazione
Teorie della comunicazione
La scelta delle regole è determinata dal frame (contesto)
entro cui si realizza lo scambio comunicativo
I partecipanti sanno in ogni momento della conversazione
quale sia la condotta appropriata da seguire
La comunicazione è un processo regolato da rituali che forniscono informazioni
sul carattere, sul giudizio dei partecipanti e sugli eventi in corso
Lo scambio comunicativo è regolato da sistemi di comunicazione stabiliti
dal gruppo di partecipanti che adottano precise strategie selezionate
in funzione delle condizioni del frame
Teorie della comunicazione
La comunicazione come dimensione che fonda ed esprime l’identità personale
Gli individui
Trasmettono
Prendono
parte
Sono in
comunicazione
OSSIA
Costruiscono
Alimentano
Mantengono
La rete di relazioni
in cui sono immersi
Modificano
Teorie della comunicazione
In ogni atto comunicativo il soggetto agisce su due livelli interdipendenti
Contenuto manifesto
Valore comunicativo con cui l’altro
deve intendere le cose
Il comunicatore esercita un certo grado di controllo
e indica la direzione comunicativa
Teorie della comunicazione
Due livelli comunicativi
Metacomunicativo
Comunicativo
Dato informativo manifesto
L’oggetto è il frame in base al
quale interpretare il messaggio
Il focus si sposta su
RELAZIONE INTERPERSONALE
Teorie della comunicazione
La comunicazione diventa il tessuto che
Mantiene
Crea
i legami in quanto il soggetto definisce
contemporaneamente sè e l’altro e la natura
e la qualità della relazione che li unisce
Modifica
Rinnova
Spirale di messaggi
In cui è difficile individuare chi
per primo ha iniziato un certo
modello comunicativo
Conflitti interpersonali
Relazione simmetrica
Percezione dell’uguaglianza
dei rapporti che produce forme
di competizione comunicativa
Relazione complementare
Percezione della differenza
(dominanza – sottomissione)
Teorie della comunicazione
Inteso come azione motoria di un
individuo percepibile da un altro
E’ una categoria mentale
distinta
dalla comunicazione
MA
Esistono numerose forme di
Comportamento che sono
Informative e non comunicative
Teorie della comunicazione
Informazione
Acquisizione di conoscenze inferite in
modo autonomo.
Processo non consapevole
Dipende dalle competenze del destinatario
Interazione
Qualsiasi contatto fisico (anche virtuale)
che avviene tra 2 o più individui anche in
modo involontario che modifica lo stato
preesistente
Comunicazione
Presenza di intenzione comunicativa
Dipende da:
A intende comunicare qualcosa a B
B riconosce ad A tale intenzione
Relazione
E’ il modo in cui è percepita e interpretata
l’interazione
Funzione
proposizionale
Elabora, trasmette
conoscenze all’interno di
una comunità tramite
proposizioni che
consentono di comunicare
ciò che si ha mente
Funzione
relazionale
Non vi è un aspetto senza l’altro
interdipendenza intrinseca
pur fondandosi su processi mentali
distinti e differenziati
Modello astratto,
concezione delle interazioni
che sono alla base
dell’intersoggettività
biologica nella negoziazione
dei significati e condivisione
degli scopi
Teorie della comunicazione
(Anolli, 2002)
E’ uno scambio interattivo osservabile tra due o
più partecipanti dotato di intenzionalità reciproca e
di un certo livello di consapevolezza in grado di far
condividere un determinato significato sulla base
di sistemi simbolici e convenzionali di
significazione e di segnalazione secondo la cultura
di riferimento
Due tipologie di comunicazione
Comunicazione A
Dove sono i Pirenei?
Tra Francia e Spagna
Grazie
Comunicazione B
Dove sono i Pirenei?
Tra Francia e Spagna
Bene, Bravo
Quali sono le analogie o le differenze?
Obiettivi generali
COMUNICARE
di parlare
a volte si comunica molto di più
con il silenzio che con le parole
di insegnamento
Far star bene a scuola vuol dire porre l’attenzione
sui processi collettivi che consentono di trasformare
le idee in azioni (risultati scolastici)
ossia
porre l’attenzione sui processi di comunicazione che
fungono da mediatori della realtà sociale
La classe è il luogo privilegiato nel quale si struttura
un contesto formativo che intende raggiungere degli
obiettivi educativi utilizzando le interazioni quotidiane
come strumenti di mediazione
Ciò che viene studiato in classe
NON E’
il linguaggio o la
comunicazione fine a stessa
Ma
la capacità che il linguaggio e la comunicazione hanno di
essere potentissimi strumenti di mediazione e di
definizione condivisa della realtà che circonda i soggetti
La classe è
Una comunità di individui che costruiscono strumenti linguistici e comunicativi
Atti
(ciò che i soggetti
esprimono
linguisticamente)
L’attività comunicativa
può essere studiata
attraverso tre elementi:
Situazioni
(interrogazione)
(Hymes, 1980)
Che accadono all’interno di
Eventi
(governano le situazioni
attraverso le regole)
Assume la forma di rituali che
definiscono la struttura di partecipazione
Ossia
Le regole riconosciute da tutti
determinandone la vita sociale
Se lo scopo della scuola è l’apprendimento
e’ attraverso la classe che si costruiscono e si
trasmettono:
• le conoscenze
• i modelli culturali
• i valori
• una competenza comunicativa specifica
Obiettivi generali
Aiuta a costruire una scuola per imparare
e per pensare
Ossia
aiuta a costruire un contesto utile a riflettere
su ciò che accade, su ciò che si impara e su
come si impara
Si costruisce attraverso una
relazione interpersonale
intenzionale mediata da
contenuti specifici
(confronto del punto di vista)
E’ uno degli strumenti
attraverso cui si realizza il
processo di socializzazione
Si costruiscono le
regole sociali
E’ punto di incontro di prospettive diverse in un
contesto che induce i partecipanti ad operare una
continua negoziazione e ridefinizione
dell’interazione in corso e degli schemi
interpretativi comuni
è la comunicazione
verbale e non verbale
tra insegnati e studenti
e tra studenti e studenti
Vi è un aspetto sequenziale in cui i partecipanti svolgono un compito il
cui scopo è noto a tutti.
Si susseguono momenti diversi inclusi in un medesimo processo di
costruzione e ricostruzione sociale del significato
E’ punto di incontro di prospettive diverse in quanto è legato al concetto di
CONTESTO
Situazionale
in classe si articola
Caratteristiche della situazione
in cui ha luogo l’interazione
interazionale
interdiscorsivo
Gli scambi verbali come la scelta dei
vocaboli o la logica delle
argomentazioni che significano una
attività
Riferito alle interazioni vere e proprie con l’uso di
indicatori specifici che definiscono la sequenza
Pratica sociale condivisa da soggetti che
agiscono nel medesimo contesto in una
cultura per costruire il significato del loro
agire comune
Definisce le
strutture
dell’interazione
Differenze tra le classi
Cultura dei pari
(Corsaro, 2003)
Insieme di attività, valori, interessi
Prodotto e condiviso dal gruppo
Routine
Attorno a tre temi si costruisce una cultura sotterranea
Modi di partecipare
alla vita sociale
Condivisione di modalità
per far fronte agli aspetti
ambigui e pericolosi
della vita fuori dalla scuola
Negoziazione delle
regole della vita
scolastica
La comunicazione interpersonale offre la possibilità ai bambini per
diventare competenti conversatori del mondo adulto
E’ un processo di socializzazione costruito a partire
• dalle situazioni
• dalle persone
• dalle parole
Quanto più piccoli sono i bambini
tanto più è necessario che l’attività di comunicazione
sia di tipo referenziale
(attribuzione di medesimi significati alle singole parole)
Si costruiscono insieme abilità sociali
grammaticali e comunicative
Relazioni che regolano le azioni degli attori presenti in classe
Caratteristiche:
 La relazione tra insegnante e alunni è asimmetrica
 Gli alunni si aspettano che i docenti insegnino materie corrispondenti
ai libri di testo e che su queste pongano delle domande
Regole implicite ma condivise
MACROELEMENTI costanti: insegnanti – alunni – interrogazioni
Microelementi variabili: qualità delle relazioni – conduzione delle lezioni –
formulazione delle domande
Parte integrante del contratto didattico
è
il contratto di comunicazione
che è dato dallo sviluppo della capacità di superare la
propria posizione egocentrica osservando alunni che
devono risolvere un compito coordinando i rispettivi
punti di vista
Costruzione della comprensione reciproca
Per una comunicazione efficace (Grince ’78)
La massima di quantità
Ogni informazione deve essere adeguata
al contenuto della comunicazione
La massima di qualità
Ogni contributo alla conversazione
deve essere credibile e veritiero
La massima di relazione
Ogni informazione deve essere pertinente
La massima di modo
Ogni esposizione deve essere ordinata
con contenuti chiari e per il tempo
necessario
Per creare un contesto più favorevole all’apprendimento
consentendo che gli alunni comunichino fra loro a proposito
di un compito comune lo stile comunicativo dell’insegnante
non dovrebbe essere
DIRETTIVO
Ognuno assume un ruolo di partecipante legittimo all’interazione
Come si organizza l’interazione?
Asimmetria dei ruoli
Analisi del discorso
- Asimmetria dei ruoli
Insegnante
Individua l’oggetto dei discorsi
Stabilisce i
Modifica la struttura
partecipativa degli
Alunni
turni
I turni sono un indicatore del
modo in cui si sviluppa una
sequenza comunicativa in
classe in quanto il potere
dell’insegnante si esprime nella
gestione ordinata delle attività e
nell’assegnazione dei turni
Spesso è l’insegnante che individua chi
deve parlare
Assegnando i turni dopo aver posto
una domanda l’insegnante costruisce
un concatenamento logico dell’attività
(e’ necessario che conosca gli alunni e la
tipologia di interventi che faranno sullo
specifico contenuto)
- Asimmetria dei ruoli
Nel gruppo vi è una dominanza del tipo:
Quantitativa
(chi prende la parola più spesso…)
Interazionale
Semantica
(chi ha maggiori
possibilità di condurre
e orientare lo scambio
comunicativo..)
(chi sceglie gli argomenti
e propone con autorevolezza
il proprio punto di vista…)
Strategica
(chi ha un obiettivo..)
- Asimmetria dei ruoli
La dominanza degli insegnanti si esplicita attraverso:
L’organizzazione delle
attività secondo un
progetto
(“allora andiamo avanti”)
L’offerta di suggerimenti verso alunni
che si arenano nel ragionamento
(“se copriamo una parte della figura si
evidenzia un triang….”)
Sollecita gli alunni ad intervenire
anche non rispettando le regole
linguistiche
(“a parole a tue”)
Punisce per tenere la
disciplina
(“ora ti metto una nota!”)
Valuta la pertinenza degli
interventi
(“questo non c’entra!”)
Tale potere è costruito con la partecipazione degli studenti
che, forti dell’appartenenza al gruppo, elaborano strategie
per capire ciò che l’insegnante vuole da loro
I dialoghi generati nel contesto classe aiutano a studiare come i
Partecipanti analizzano la realtà costruendo significati comuni attraverso
processi di pensiero situati nelle interazioni quotidiane
Analisi del discorso in classe
(Fele – Paoletti - 2003)
Livelli di articolazione
Lezione
unità discorsiva generale
Transazione
sottoparte della lezione che serve da raccordo
(bene… allora .. però) che costruisce una unità tematica
Scambio
episodio comunicativo che fa parte della transazione.
Può essere:
Informativo (E=mc2 ) - Direttivo (siediti) –
Sollecitativo (chi sa dire quanto fa…)
Mossa
presa di parola o turno che compone lo scambio
Atto
parte discorsiva della mossa cha ha la funzione di indicare
le caratteristiche del contesto (veramente siamo a scuola)
o riportare il discorso ad uno scambio precedente
Descrive il discorso
dell’istruzione
Routine
Organizzative
- Routine discorsive
- Routine discorsive
Domanda – Risposta – Valutazione
(eventi ripetuti)
Creazione
dello SCRIPT
- Routine discorsive
DOMANDA – RISPOSTA -- VALUTAZIONE
Sinclair e Coulthard – (1975) – Mehan (1979)
Nel contesto scolastico la mossa iniziale è una
domanda o un indirizzo all’azione cui segue una
risposta, un feedback (anche implicito) ed una
valutazione
- Routine discorsive
Lavori etnografici di Corsaro (2003)
Le routine diventano regole di comportamento nel contesto in quanto indirizzano i
comportamenti sociali dei partecipanti e costituiscono schemi ed eventi che
organizzano la situazione dal punto di vista cognitivo
Lo schema costituisce la rappresentazione del compito previsto dalla routine (cosa
si deve fare) e contiene anche le modalità di soluzione del compito (come si deve
fare ciò che deve essere fatto)
Sono costanti istituzionali
Alcune si trovano ovunque (interrogazioni, compiti assegnati, verifiche)
Altre sono specifiche di ogni classe e costituiscono una parte rilevante della
cultura condivisa tra insegnanti ed alunni regolata dal contratto didattico
Sono pratiche sociali legate a modelli di discorso e a strategie di pensiero
Le routine discorsive sono principi organizzatori dell’attività didattica perché ne
indirizzano lo svolgimento riducendo i margini di ambiguità
- Routine educative
Strategie per partecipare all’interazione
L’alunno fornisce un contributo atteso dall’insegnante e
contemporaneamente sostiene l’interazione
La scelta di una routine non è casuale
Essa struttura un preciso momento dell’attività
E’ in relazione con il contenuto disciplinare e con lo scopo dell’attività
- Routine educative
Insegnante
Alunni
Pone una domanda ambigua ossia non fornisce
indicazioni sufficienti per le mosse successive
Riducono l’ambiguità scegliendo delle risposte per
prove ed errore al fine di ottenere ulteriori indicazioni
Suggerimento allusivo
L’insegnante indirizza gli alunni verso il tema
principale dell’attività introducendo un dato nuovo
Restringono il campo delle possibili risposte. Il lavoro
va avanti
Scomposizione del problema in sottoparti per far
emergere tramite domande gli elementi per costruire
la soluzione di un problema
Partecipa all’interazione
Diminuisce il rischio di mostrarsi impreparato
Domanda con risposta implicita (per i meno esperti)
Si evidenziano le conoscenze già acquisite
Sono strumenti che realizzano una
ZONA DI SVILUPPPO PROSSIMALE
Sono gli elementi da osservare come indicatori della
capacità di realizzare un insegnamento efficace
- Routine organizzative
Aiutano insegnanti e alunni a costruire la struttura dell’interazione
focalizzando l’attenzione sulla componente formativa dell’insegnante
Scopo
Ribadire le norme generali che regolano la condotta degli alunni
Insegnante
Alunni
Routine di assegnazione del turno ->
marcatori temporali
Si parla uno per volta
Routine del contributo ignorato -> il silenzio
è un indicatore del non tener conto di quanto
già detto
Ciò che ha detto non è considerato
Routine del contributo atteso -> l’insegnante
richiama la classe a ciò che l’alunno sta per
dire
Contributo significativo in genere del più
bravo
Routine della partecipazione -> il lavoro comune richiede il contributo di tutti
Interrogazioni
Discussioni
(insegnante / classe)
Discussioni
(alunni/ alunni)
Catene di domande e risposte che sono sequenze complementari:
ogni domanda attiva una sorta di obbligo per la risposta
- Interrogazioni
Le interrogazioni
Tema
Sono domande per valutare
La valutazione della
risposta ad una
domanda chiusa
dipende da
Studente
Se è posta alla classe
E’ una sollecitazione volta a verificare le conoscenze
acquisite su un determinato argomento
sutemi
- Interrogazioni
In classe le domande chiuse con scopi valutativi hanno
quasi sempre la struttura dello scambio discorsivo
(dom.-risp.- val. /dom.-risp.-feedback)
La correttezza della risposta spetta all’insegnante
Evidenzia il potere di chi pone la domanda
Chi pone una domanda non lo fa mai in maniera
NEUTRA
sottolinea con la voce alcune parole o non si attiene strettamente alla consegna
- Discussioni
(insegnante/alunno)
Le discussioni
Domande per conoscere
Attività meno strutturate
Domande aperte
O
Mancanti di una parte
(tessera da completare)
O
Ambigue
(routine per prova ed errori)
Scopo educativo
Ripasso
Controllo lessicale
- Discussioni
(insegnante/alunno)
Legame con il sapere professionale del docente
(concezione di sviluppo e di intelligenza)
Uso consapevole del linguaggio inteso come strumento di mediazione sociale e
cognitiva che rende possibile la comprensione e il significato delle attività
Le discussioni inducono gli alunni a :
 fare inferenze,
 a porsi domande,
 a pianificare le attività future,
 far emergere abilità di cui non sono ancora consapevoli
L’insegnante rinuncia al ruolo di regista e consente agli alunni di
confrontare le ipotesi emergenti sulla base delle idee dei ragazzi
Co - Costruzione della conoscenza
attraverso l’interazione “a più voci” alla quale gli alunni partecipano
- Discussioni
(insegnante/alunno)
Domande per chiarire
L’insegnante deve creare una situazione di problematizzazione
La dinamica della soluzione di un problema è denominata
CONFLITTO SOCIO-COGNITIVO
Attiva la negoziazione – abilità sociale
(trovare un accordo con l’altro)
E a scuola ?
- Discussioni
(insegnante/alunno)
Domande per chiarire
A scuola ciò che si negozia è il significato da attribuire alle materie
ossia
ai contenuti disciplinari attraverso la trasposizione didattica che ne fanno i
testi e gli insegnanti
Se gli alunni
non pongono
mai domande
a vantaggio della relazione
significa che hanno
negoziato passivamente
una regola sociale
MA
a svantaggio del proprio apprendimento
- Discussioni
(insegnante/alunno)
Domande per pensare
La comunicazione interpersonale si costruisce
nel gioco reciproco del dialogo cercando di
“avere ragione”
Studiare lo sviluppo della capacità
argomentativa diventa un modo per studiare
lo sviluppo di capacità logiche e il processo
che porta alla costruzione della conoscenza
Billing, 1999
- Discussioni
(alunno/alunno)
Sono modalità di interazione analoghe a quelle descritte
per le interazioni alunno - insegnante
Diverse concezioni del sapere scolastico comportano
diverse interazioni alunno/insegnate in classe
Diverse modalità di interazione e pratiche educative
differenti comportano particolari forme di
conoscenza scolastica
Le conoscenze scolastiche secondo le ricerche etnometodologiche
vengono definite concretamente attraverso l’interazione alunno – insegnante
nel corso delle attività scolastiche quotidiane
Sono il risultato di un processo di negoziazione che si svolge nel corso della lezione
E’ l’insegnate che attraverso le pratiche educative definisce cosa
CONTA
come conoscenza scolastica per tutti gli scopi pratici
Il potere dell’insegnante
è giustificato e reso accettabile dalla differenza di sapere rispetto all’alunno
L’etnometodologia che studia le attività attraverso cui le persone
producono e gestiscono le relazioni quotidiane all’interno di una
comunità, assume che tali attività sono identiche ai procedimenti
usati dai membri della comunità medesima per spiegare tali
relazioni
Le pratiche quotidiane hanno due caratteristiche:
Le attività pratiche sono legate al contesto d’uso, quindi
il significato è dipendente dalle condizioni contestuali
(le spiegazioni non sono universali ma contestuali)
Non esiste una società che “fa” e una “meta – società”
che riflette sulla prima e la spiega.
La società è una sola e fornisce le categorie sia per
interagire che per interpretare
Studio delle pratiche discorsive e della conversazione
Approccio relazionale - qualitativo
Etnometodologia
Descrizione delle conversazioni che avvengono in classe
Scopo e oggetto dell’analisi
E’
Ricostruire la logica endogena con
la quale si muovono i partecipanti
Rendere esplicite
O
S
S
I
A
Norme
Conoscenza
tacita
Procedure
discorsive
Attraverso cui le persone costruiscono
un contesto comune e condiviso
Struttura dell’interazione
si fonda su
Sistema della presa di turno che definisce strutture sociali
in quanto ognuna ha specifiche e concrete routine conversazionali
Ipotesi:
le relazioni sociali locali costituiscono e ricostruiscono incessantemente il contenuto
istituzionale di cui fanno parte
L’obiettivo è rendere espliciti gli aspetti delle pratiche discorsive
La conversazione nel contesto scolastico ha una specificità
Allocazione
Aspetto
valutativo
L’ordine, la lunghezza, il contenuto dei turni
di parola sono decisi dall’insegnante
del terzo turno D – R- V
La valutazione costituisce il frame che inquadra tutta l’attività
in classe, le mosse che fanno gli studenti
Una valutazione
positiva chiude la sequenza
Una valutazione
negativa o neutra lascia aperto l’interscambio
Ordine e controllo
delle attività
Compito
dell’insegnante è
coniugare due aspetti
Partecipazione
e sviluppo
dell’autonomia
degli alunni
Problema di non facile soluzione
Le domande
Le metafore dell’apprendimento
Le metafore dell’apprendimento
Come è la conoscenza?
Da includere nelle elaborazioni
mentali individuali
Le metafore dell’apprendimento
Come è considerata la mente?
Sia l’emittente che il ricevente sono dei “contenitori” di concetti e idee
Le metafore dell’apprendimento
Apprendimento come costruzione della conoscenza
La conoscenza è attivamente costruita durante il processo educativo
Ciò che apprendiamo NON
E’ la rappresentazione del mondo
MA
Il prodotto del nostro “FARE” esperienza del mondo
Le metafore dell’apprendimento
La costruzione di conoscenza
La conoscenza diventa un fatto sociale
ossia
protagonisti dell’apprendimento diventano
i gruppi, le comunità cui appartengono
che creano nuove conoscenze sulla base
della condivisione dei significati
Le metafore dell’apprendimento
Come è rappresentata la conoscenza?
La conoscenza
E’
Frutto del lavoro di interpretazione
quindi
Sono possibili diverse conoscenze relativamente
allo stesso oggetto di indagine
Le metafore dell’apprendimento
Come valutare la conoscenza prodotta?
Si valuta il prodotto e il processo attraverso cui
si è arrivati a costruire quel determinato prodotto
portfoli
Le metafore dell’apprendimento
Le metafore dell’apprendimento
Apprendimento come partecipazione al gruppo
Si impara a far parte di un gruppo appropriandosi della sua cultura e al
tempo stesso modificandola attraverso la propria partecipazione.
Come è rappresentata la conoscenza?
Si trasforma continuamente e può essere osservata attraverso le attività e
le pratiche svolte nella comunità
E’ un fatto
sociale
Le metafore dell’apprendimento
Apprendimento come partecipazione al gruppo
Usiamo gli altri e gli strumenti che abbiamo a disposizione
per distribuire le nostre conoscenze
Non più conoscenze individuali ma conoscenze emergenti
attraverso processi di rinegoziazione e ridiscussione
Le metafore dell’apprendimento
Apprendimento come partecipazione al gruppo
Il significato delle cose che facciamo non è ridotto
solo al contesto dialogico attuale, ma fa
riferimento ad una memoria collettiva, a significati
espressi da altri in contesti e tempi diversi.
Le metafore dell’apprendimento
Come è rappresentata la mente?
Se la conoscenza è
un fatto sociale
La mente è una delle
componenti della rete
Si prende in considerazione l’identità degli individui
in quanto è nella dimensione sociale che le persone
vengono studiate nel loro contesto, nel loro processo
di partecipazione e acculturazione
Le metafore dell’apprendimento
Apprendimento come transazione
Ambiente e individuo non possono essere separati se si
vuole comprendere la complessità del processo educativo
La transazione va studiata analizzando
il dialogo e il pensiero in quanto
fenomeni che appartengono sia
all’individuo che alla sua cultura
Le metafore dell’apprendimento
Come è rappresentata la conoscenza?
Dewey usa il modello dell’indagine scientifica che, nella
transazione, corrisponde alla TRATTATIVA
La FINE di ogni trattativa
è spesso
punto di PARTENZA
per una nuova transazione
quindi
Processo circolare per cui la conoscenza è oggetto di frontiera
osservabile nei momenti di negoziazione quando più persone
entrano in contatto loro, quando più “voci” si parlano
Le metafore dell’apprendimento
Come è rappresentata la mente?
Se l’APPRENDIMENTO
è una transazione tra l’individuo e l’ambiente,
la MENTE
è lo strumento preposto a trovare i significati e i valori sulla base
delle conoscenze pregresse allo scopo di controllare meglio
l’ambiente