Prof.ssa Alberta Giani “La comunicazione è una dimensione psicologica costitutiva del soggetto” (Anolli, 2002) Il soggetto può scegliere solo SE e COME comunicare E’ una attività eminentemente sociale Il gruppo è un vincolo per la conservazione di qualsiasi sistema di comunicazione e ogni sistema di comunicazione influenza e modifica la vita di gruppo E’ alla base dell’interazione sociale e delle relazioni interpersonali E’ partecipazione in quanto prevede Condivisione dei significati E’ una attività eminentemente cognitiva Ossia in stretta connessione con il pensiero, in quanto manifesta in maniera pubblica le idee, le conoscenze, le emozioni E’ connessa all’azione Ha degli effetti sulla sequenza degli scambi fra partecipanti Accordo sulle regole Obiettivi generali Teorie della comunicazione Ciò che è detto deve essere manifesto Ossia Rappresentabile mentalmente come probabilmente vero Ma La rappresentazione mentale (ambiente cognitivo) è un insieme di affermazioni, richieste, comandi, speranze che i partecipanti hanno a disposizione Quanto più tali affermazioni sono presenti anche in uno specifico contesto Tanto più la comunicazione è pertinente Molte informazioni sono disponibili dall’esperienza passata e depositate in memoria Altre sono nuove e contingenti La combinazione tra vecchie e nuove informazioni genera nuove informazioni La pertinenza consiste nella capacità di generare nuove informazioni Teorie della comunicazione Passaggio dalla teoria dell’azione alla teoria della comunicazione Da una concezione ontologica della realtà Al concetto di costruzione sociale della realtà (prodotto dell’attività cognitiva umana) Da una razionalità a priori astratta A una razionalità a posteriori locale Da una morale che trascende la prassi Alla pratica quotidiana Da un soggetto inteso come attore intenzionale Al senso comune inteso come insieme delle conoscenze acquisite Teorie della comunicazione Microsociologia Processi della vita quotidiana Metodo dell’osservazione e etnografico (Goffman) Macrosociologia Processi generali inerenti le organizzazioni complesse e istituzioni strutturali della società Metodi quantitativi – dati statistici Teorie della comunicazione Goffman studia le condizioni di organizzazione sociale necessarie per la circolazione delle informazioni Interazioni sociali (sociologia delle occasioni) Luogo emblematico è la conversazione come combinazione di Comunicazioni verbali Mosse non verbali In una situazione sociale che influenza la conversazione e regola l’ordine dell’interazione Teorie della comunicazione La scelta delle regole è determinata dal frame (contesto) entro cui si realizza lo scambio comunicativo I partecipanti sanno in ogni momento della conversazione quale sia la condotta appropriata da seguire La comunicazione è un processo regolato da rituali che forniscono informazioni sul carattere, sul giudizio dei partecipanti e sugli eventi in corso Lo scambio comunicativo è regolato da sistemi di comunicazione stabiliti dal gruppo di partecipanti che adottano precise strategie selezionate in funzione delle condizioni del frame Teorie della comunicazione La comunicazione come dimensione che fonda ed esprime l’identità personale Gli individui Trasmettono Prendono parte Sono in comunicazione OSSIA Costruiscono Alimentano Mantengono La rete di relazioni in cui sono immersi Modificano Teorie della comunicazione In ogni atto comunicativo il soggetto agisce su due livelli interdipendenti Contenuto manifesto Valore comunicativo con cui l’altro deve intendere le cose Il comunicatore esercita un certo grado di controllo e indica la direzione comunicativa Teorie della comunicazione Due livelli comunicativi Metacomunicativo Comunicativo Dato informativo manifesto L’oggetto è il frame in base al quale interpretare il messaggio Il focus si sposta su RELAZIONE INTERPERSONALE Teorie della comunicazione La comunicazione diventa il tessuto che Mantiene Crea i legami in quanto il soggetto definisce contemporaneamente sè e l’altro e la natura e la qualità della relazione che li unisce Modifica Rinnova Spirale di messaggi In cui è difficile individuare chi per primo ha iniziato un certo modello comunicativo Conflitti interpersonali Relazione simmetrica Percezione dell’uguaglianza dei rapporti che produce forme di competizione comunicativa Relazione complementare Percezione della differenza (dominanza – sottomissione) Teorie della comunicazione Inteso come azione motoria di un individuo percepibile da un altro E’ una categoria mentale distinta dalla comunicazione MA Esistono numerose forme di Comportamento che sono Informative e non comunicative Teorie della comunicazione Informazione Acquisizione di conoscenze inferite in modo autonomo. Processo non consapevole Dipende dalle competenze del destinatario Interazione Qualsiasi contatto fisico (anche virtuale) che avviene tra 2 o più individui anche in modo involontario che modifica lo stato preesistente Comunicazione Presenza di intenzione comunicativa Dipende da: A intende comunicare qualcosa a B B riconosce ad A tale intenzione Relazione E’ il modo in cui è percepita e interpretata l’interazione Funzione proposizionale Elabora, trasmette conoscenze all’interno di una comunità tramite proposizioni che consentono di comunicare ciò che si ha mente Funzione relazionale Non vi è un aspetto senza l’altro interdipendenza intrinseca pur fondandosi su processi mentali distinti e differenziati Modello astratto, concezione delle interazioni che sono alla base dell’intersoggettività biologica nella negoziazione dei significati e condivisione degli scopi Teorie della comunicazione (Anolli, 2002) E’ uno scambio interattivo osservabile tra due o più partecipanti dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza in grado di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazione secondo la cultura di riferimento Due tipologie di comunicazione Comunicazione A Dove sono i Pirenei? Tra Francia e Spagna Grazie Comunicazione B Dove sono i Pirenei? Tra Francia e Spagna Bene, Bravo Quali sono le analogie o le differenze? Obiettivi generali COMUNICARE di parlare a volte si comunica molto di più con il silenzio che con le parole di insegnamento Far star bene a scuola vuol dire porre l’attenzione sui processi collettivi che consentono di trasformare le idee in azioni (risultati scolastici) ossia porre l’attenzione sui processi di comunicazione che fungono da mediatori della realtà sociale La classe è il luogo privilegiato nel quale si struttura un contesto formativo che intende raggiungere degli obiettivi educativi utilizzando le interazioni quotidiane come strumenti di mediazione Ciò che viene studiato in classe NON E’ il linguaggio o la comunicazione fine a stessa Ma la capacità che il linguaggio e la comunicazione hanno di essere potentissimi strumenti di mediazione e di definizione condivisa della realtà che circonda i soggetti La classe è Una comunità di individui che costruiscono strumenti linguistici e comunicativi Atti (ciò che i soggetti esprimono linguisticamente) L’attività comunicativa può essere studiata attraverso tre elementi: Situazioni (interrogazione) (Hymes, 1980) Che accadono all’interno di Eventi (governano le situazioni attraverso le regole) Assume la forma di rituali che definiscono la struttura di partecipazione Ossia Le regole riconosciute da tutti determinandone la vita sociale Se lo scopo della scuola è l’apprendimento e’ attraverso la classe che si costruiscono e si trasmettono: • le conoscenze • i modelli culturali • i valori • una competenza comunicativa specifica Obiettivi generali Aiuta a costruire una scuola per imparare e per pensare Ossia aiuta a costruire un contesto utile a riflettere su ciò che accade, su ciò che si impara e su come si impara Si costruisce attraverso una relazione interpersonale intenzionale mediata da contenuti specifici (confronto del punto di vista) E’ uno degli strumenti attraverso cui si realizza il processo di socializzazione Si costruiscono le regole sociali E’ punto di incontro di prospettive diverse in un contesto che induce i partecipanti ad operare una continua negoziazione e ridefinizione dell’interazione in corso e degli schemi interpretativi comuni è la comunicazione verbale e non verbale tra insegnati e studenti e tra studenti e studenti Vi è un aspetto sequenziale in cui i partecipanti svolgono un compito il cui scopo è noto a tutti. Si susseguono momenti diversi inclusi in un medesimo processo di costruzione e ricostruzione sociale del significato E’ punto di incontro di prospettive diverse in quanto è legato al concetto di CONTESTO Situazionale in classe si articola Caratteristiche della situazione in cui ha luogo l’interazione interazionale interdiscorsivo Gli scambi verbali come la scelta dei vocaboli o la logica delle argomentazioni che significano una attività Riferito alle interazioni vere e proprie con l’uso di indicatori specifici che definiscono la sequenza Pratica sociale condivisa da soggetti che agiscono nel medesimo contesto in una cultura per costruire il significato del loro agire comune Definisce le strutture dell’interazione Differenze tra le classi Cultura dei pari (Corsaro, 2003) Insieme di attività, valori, interessi Prodotto e condiviso dal gruppo Routine Attorno a tre temi si costruisce una cultura sotterranea Modi di partecipare alla vita sociale Condivisione di modalità per far fronte agli aspetti ambigui e pericolosi della vita fuori dalla scuola Negoziazione delle regole della vita scolastica La comunicazione interpersonale offre la possibilità ai bambini per diventare competenti conversatori del mondo adulto E’ un processo di socializzazione costruito a partire • dalle situazioni • dalle persone • dalle parole Quanto più piccoli sono i bambini tanto più è necessario che l’attività di comunicazione sia di tipo referenziale (attribuzione di medesimi significati alle singole parole) Si costruiscono insieme abilità sociali grammaticali e comunicative Relazioni che regolano le azioni degli attori presenti in classe Caratteristiche: La relazione tra insegnante e alunni è asimmetrica Gli alunni si aspettano che i docenti insegnino materie corrispondenti ai libri di testo e che su queste pongano delle domande Regole implicite ma condivise MACROELEMENTI costanti: insegnanti – alunni – interrogazioni Microelementi variabili: qualità delle relazioni – conduzione delle lezioni – formulazione delle domande Parte integrante del contratto didattico è il contratto di comunicazione che è dato dallo sviluppo della capacità di superare la propria posizione egocentrica osservando alunni che devono risolvere un compito coordinando i rispettivi punti di vista Costruzione della comprensione reciproca Per una comunicazione efficace (Grince ’78) La massima di quantità Ogni informazione deve essere adeguata al contenuto della comunicazione La massima di qualità Ogni contributo alla conversazione deve essere credibile e veritiero La massima di relazione Ogni informazione deve essere pertinente La massima di modo Ogni esposizione deve essere ordinata con contenuti chiari e per il tempo necessario Per creare un contesto più favorevole all’apprendimento consentendo che gli alunni comunichino fra loro a proposito di un compito comune lo stile comunicativo dell’insegnante non dovrebbe essere DIRETTIVO Ognuno assume un ruolo di partecipante legittimo all’interazione Come si organizza l’interazione? Asimmetria dei ruoli Analisi del discorso - Asimmetria dei ruoli Insegnante Individua l’oggetto dei discorsi Stabilisce i Modifica la struttura partecipativa degli Alunni turni I turni sono un indicatore del modo in cui si sviluppa una sequenza comunicativa in classe in quanto il potere dell’insegnante si esprime nella gestione ordinata delle attività e nell’assegnazione dei turni Spesso è l’insegnante che individua chi deve parlare Assegnando i turni dopo aver posto una domanda l’insegnante costruisce un concatenamento logico dell’attività (e’ necessario che conosca gli alunni e la tipologia di interventi che faranno sullo specifico contenuto) - Asimmetria dei ruoli Nel gruppo vi è una dominanza del tipo: Quantitativa (chi prende la parola più spesso…) Interazionale Semantica (chi ha maggiori possibilità di condurre e orientare lo scambio comunicativo..) (chi sceglie gli argomenti e propone con autorevolezza il proprio punto di vista…) Strategica (chi ha un obiettivo..) - Asimmetria dei ruoli La dominanza degli insegnanti si esplicita attraverso: L’organizzazione delle attività secondo un progetto (“allora andiamo avanti”) L’offerta di suggerimenti verso alunni che si arenano nel ragionamento (“se copriamo una parte della figura si evidenzia un triang….”) Sollecita gli alunni ad intervenire anche non rispettando le regole linguistiche (“a parole a tue”) Punisce per tenere la disciplina (“ora ti metto una nota!”) Valuta la pertinenza degli interventi (“questo non c’entra!”) Tale potere è costruito con la partecipazione degli studenti che, forti dell’appartenenza al gruppo, elaborano strategie per capire ciò che l’insegnante vuole da loro I dialoghi generati nel contesto classe aiutano a studiare come i Partecipanti analizzano la realtà costruendo significati comuni attraverso processi di pensiero situati nelle interazioni quotidiane Analisi del discorso in classe (Fele – Paoletti - 2003) Livelli di articolazione Lezione unità discorsiva generale Transazione sottoparte della lezione che serve da raccordo (bene… allora .. però) che costruisce una unità tematica Scambio episodio comunicativo che fa parte della transazione. Può essere: Informativo (E=mc2 ) - Direttivo (siediti) – Sollecitativo (chi sa dire quanto fa…) Mossa presa di parola o turno che compone lo scambio Atto parte discorsiva della mossa cha ha la funzione di indicare le caratteristiche del contesto (veramente siamo a scuola) o riportare il discorso ad uno scambio precedente Descrive il discorso dell’istruzione Routine Organizzative - Routine discorsive - Routine discorsive Domanda – Risposta – Valutazione (eventi ripetuti) Creazione dello SCRIPT - Routine discorsive DOMANDA – RISPOSTA -- VALUTAZIONE Sinclair e Coulthard – (1975) – Mehan (1979) Nel contesto scolastico la mossa iniziale è una domanda o un indirizzo all’azione cui segue una risposta, un feedback (anche implicito) ed una valutazione - Routine discorsive Lavori etnografici di Corsaro (2003) Le routine diventano regole di comportamento nel contesto in quanto indirizzano i comportamenti sociali dei partecipanti e costituiscono schemi ed eventi che organizzano la situazione dal punto di vista cognitivo Lo schema costituisce la rappresentazione del compito previsto dalla routine (cosa si deve fare) e contiene anche le modalità di soluzione del compito (come si deve fare ciò che deve essere fatto) Sono costanti istituzionali Alcune si trovano ovunque (interrogazioni, compiti assegnati, verifiche) Altre sono specifiche di ogni classe e costituiscono una parte rilevante della cultura condivisa tra insegnanti ed alunni regolata dal contratto didattico Sono pratiche sociali legate a modelli di discorso e a strategie di pensiero Le routine discorsive sono principi organizzatori dell’attività didattica perché ne indirizzano lo svolgimento riducendo i margini di ambiguità - Routine educative Strategie per partecipare all’interazione L’alunno fornisce un contributo atteso dall’insegnante e contemporaneamente sostiene l’interazione La scelta di una routine non è casuale Essa struttura un preciso momento dell’attività E’ in relazione con il contenuto disciplinare e con lo scopo dell’attività - Routine educative Insegnante Alunni Pone una domanda ambigua ossia non fornisce indicazioni sufficienti per le mosse successive Riducono l’ambiguità scegliendo delle risposte per prove ed errore al fine di ottenere ulteriori indicazioni Suggerimento allusivo L’insegnante indirizza gli alunni verso il tema principale dell’attività introducendo un dato nuovo Restringono il campo delle possibili risposte. Il lavoro va avanti Scomposizione del problema in sottoparti per far emergere tramite domande gli elementi per costruire la soluzione di un problema Partecipa all’interazione Diminuisce il rischio di mostrarsi impreparato Domanda con risposta implicita (per i meno esperti) Si evidenziano le conoscenze già acquisite Sono strumenti che realizzano una ZONA DI SVILUPPPO PROSSIMALE Sono gli elementi da osservare come indicatori della capacità di realizzare un insegnamento efficace - Routine organizzative Aiutano insegnanti e alunni a costruire la struttura dell’interazione focalizzando l’attenzione sulla componente formativa dell’insegnante Scopo Ribadire le norme generali che regolano la condotta degli alunni Insegnante Alunni Routine di assegnazione del turno -> marcatori temporali Si parla uno per volta Routine del contributo ignorato -> il silenzio è un indicatore del non tener conto di quanto già detto Ciò che ha detto non è considerato Routine del contributo atteso -> l’insegnante richiama la classe a ciò che l’alunno sta per dire Contributo significativo in genere del più bravo Routine della partecipazione -> il lavoro comune richiede il contributo di tutti Interrogazioni Discussioni (insegnante / classe) Discussioni (alunni/ alunni) Catene di domande e risposte che sono sequenze complementari: ogni domanda attiva una sorta di obbligo per la risposta - Interrogazioni Le interrogazioni Tema Sono domande per valutare La valutazione della risposta ad una domanda chiusa dipende da Studente Se è posta alla classe E’ una sollecitazione volta a verificare le conoscenze acquisite su un determinato argomento sutemi - Interrogazioni In classe le domande chiuse con scopi valutativi hanno quasi sempre la struttura dello scambio discorsivo (dom.-risp.- val. /dom.-risp.-feedback) La correttezza della risposta spetta all’insegnante Evidenzia il potere di chi pone la domanda Chi pone una domanda non lo fa mai in maniera NEUTRA sottolinea con la voce alcune parole o non si attiene strettamente alla consegna - Discussioni (insegnante/alunno) Le discussioni Domande per conoscere Attività meno strutturate Domande aperte O Mancanti di una parte (tessera da completare) O Ambigue (routine per prova ed errori) Scopo educativo Ripasso Controllo lessicale - Discussioni (insegnante/alunno) Legame con il sapere professionale del docente (concezione di sviluppo e di intelligenza) Uso consapevole del linguaggio inteso come strumento di mediazione sociale e cognitiva che rende possibile la comprensione e il significato delle attività Le discussioni inducono gli alunni a : fare inferenze, a porsi domande, a pianificare le attività future, far emergere abilità di cui non sono ancora consapevoli L’insegnante rinuncia al ruolo di regista e consente agli alunni di confrontare le ipotesi emergenti sulla base delle idee dei ragazzi Co - Costruzione della conoscenza attraverso l’interazione “a più voci” alla quale gli alunni partecipano - Discussioni (insegnante/alunno) Domande per chiarire L’insegnante deve creare una situazione di problematizzazione La dinamica della soluzione di un problema è denominata CONFLITTO SOCIO-COGNITIVO Attiva la negoziazione – abilità sociale (trovare un accordo con l’altro) E a scuola ? - Discussioni (insegnante/alunno) Domande per chiarire A scuola ciò che si negozia è il significato da attribuire alle materie ossia ai contenuti disciplinari attraverso la trasposizione didattica che ne fanno i testi e gli insegnanti Se gli alunni non pongono mai domande a vantaggio della relazione significa che hanno negoziato passivamente una regola sociale MA a svantaggio del proprio apprendimento - Discussioni (insegnante/alunno) Domande per pensare La comunicazione interpersonale si costruisce nel gioco reciproco del dialogo cercando di “avere ragione” Studiare lo sviluppo della capacità argomentativa diventa un modo per studiare lo sviluppo di capacità logiche e il processo che porta alla costruzione della conoscenza Billing, 1999 - Discussioni (alunno/alunno) Sono modalità di interazione analoghe a quelle descritte per le interazioni alunno - insegnante Diverse concezioni del sapere scolastico comportano diverse interazioni alunno/insegnate in classe Diverse modalità di interazione e pratiche educative differenti comportano particolari forme di conoscenza scolastica Le conoscenze scolastiche secondo le ricerche etnometodologiche vengono definite concretamente attraverso l’interazione alunno – insegnante nel corso delle attività scolastiche quotidiane Sono il risultato di un processo di negoziazione che si svolge nel corso della lezione E’ l’insegnate che attraverso le pratiche educative definisce cosa CONTA come conoscenza scolastica per tutti gli scopi pratici Il potere dell’insegnante è giustificato e reso accettabile dalla differenza di sapere rispetto all’alunno L’etnometodologia che studia le attività attraverso cui le persone producono e gestiscono le relazioni quotidiane all’interno di una comunità, assume che tali attività sono identiche ai procedimenti usati dai membri della comunità medesima per spiegare tali relazioni Le pratiche quotidiane hanno due caratteristiche: Le attività pratiche sono legate al contesto d’uso, quindi il significato è dipendente dalle condizioni contestuali (le spiegazioni non sono universali ma contestuali) Non esiste una società che “fa” e una “meta – società” che riflette sulla prima e la spiega. La società è una sola e fornisce le categorie sia per interagire che per interpretare Studio delle pratiche discorsive e della conversazione Approccio relazionale - qualitativo Etnometodologia Descrizione delle conversazioni che avvengono in classe Scopo e oggetto dell’analisi E’ Ricostruire la logica endogena con la quale si muovono i partecipanti Rendere esplicite O S S I A Norme Conoscenza tacita Procedure discorsive Attraverso cui le persone costruiscono un contesto comune e condiviso Struttura dell’interazione si fonda su Sistema della presa di turno che definisce strutture sociali in quanto ognuna ha specifiche e concrete routine conversazionali Ipotesi: le relazioni sociali locali costituiscono e ricostruiscono incessantemente il contenuto istituzionale di cui fanno parte L’obiettivo è rendere espliciti gli aspetti delle pratiche discorsive La conversazione nel contesto scolastico ha una specificità Allocazione Aspetto valutativo L’ordine, la lunghezza, il contenuto dei turni di parola sono decisi dall’insegnante del terzo turno D – R- V La valutazione costituisce il frame che inquadra tutta l’attività in classe, le mosse che fanno gli studenti Una valutazione positiva chiude la sequenza Una valutazione negativa o neutra lascia aperto l’interscambio Ordine e controllo delle attività Compito dell’insegnante è coniugare due aspetti Partecipazione e sviluppo dell’autonomia degli alunni Problema di non facile soluzione Le domande Le metafore dell’apprendimento Le metafore dell’apprendimento Come è la conoscenza? Da includere nelle elaborazioni mentali individuali Le metafore dell’apprendimento Come è considerata la mente? Sia l’emittente che il ricevente sono dei “contenitori” di concetti e idee Le metafore dell’apprendimento Apprendimento come costruzione della conoscenza La conoscenza è attivamente costruita durante il processo educativo Ciò che apprendiamo NON E’ la rappresentazione del mondo MA Il prodotto del nostro “FARE” esperienza del mondo Le metafore dell’apprendimento La costruzione di conoscenza La conoscenza diventa un fatto sociale ossia protagonisti dell’apprendimento diventano i gruppi, le comunità cui appartengono che creano nuove conoscenze sulla base della condivisione dei significati Le metafore dell’apprendimento Come è rappresentata la conoscenza? La conoscenza E’ Frutto del lavoro di interpretazione quindi Sono possibili diverse conoscenze relativamente allo stesso oggetto di indagine Le metafore dell’apprendimento Come valutare la conoscenza prodotta? Si valuta il prodotto e il processo attraverso cui si è arrivati a costruire quel determinato prodotto portfoli Le metafore dell’apprendimento Le metafore dell’apprendimento Apprendimento come partecipazione al gruppo Si impara a far parte di un gruppo appropriandosi della sua cultura e al tempo stesso modificandola attraverso la propria partecipazione. Come è rappresentata la conoscenza? Si trasforma continuamente e può essere osservata attraverso le attività e le pratiche svolte nella comunità E’ un fatto sociale Le metafore dell’apprendimento Apprendimento come partecipazione al gruppo Usiamo gli altri e gli strumenti che abbiamo a disposizione per distribuire le nostre conoscenze Non più conoscenze individuali ma conoscenze emergenti attraverso processi di rinegoziazione e ridiscussione Le metafore dell’apprendimento Apprendimento come partecipazione al gruppo Il significato delle cose che facciamo non è ridotto solo al contesto dialogico attuale, ma fa riferimento ad una memoria collettiva, a significati espressi da altri in contesti e tempi diversi. Le metafore dell’apprendimento Come è rappresentata la mente? Se la conoscenza è un fatto sociale La mente è una delle componenti della rete Si prende in considerazione l’identità degli individui in quanto è nella dimensione sociale che le persone vengono studiate nel loro contesto, nel loro processo di partecipazione e acculturazione Le metafore dell’apprendimento Apprendimento come transazione Ambiente e individuo non possono essere separati se si vuole comprendere la complessità del processo educativo La transazione va studiata analizzando il dialogo e il pensiero in quanto fenomeni che appartengono sia all’individuo che alla sua cultura Le metafore dell’apprendimento Come è rappresentata la conoscenza? Dewey usa il modello dell’indagine scientifica che, nella transazione, corrisponde alla TRATTATIVA La FINE di ogni trattativa è spesso punto di PARTENZA per una nuova transazione quindi Processo circolare per cui la conoscenza è oggetto di frontiera osservabile nei momenti di negoziazione quando più persone entrano in contatto loro, quando più “voci” si parlano Le metafore dell’apprendimento Come è rappresentata la mente? Se l’APPRENDIMENTO è una transazione tra l’individuo e l’ambiente, la MENTE è lo strumento preposto a trovare i significati e i valori sulla base delle conoscenze pregresse allo scopo di controllare meglio l’ambiente