Interdisciplinarità e Irc

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Presentazione del seminario
Interdisciplinarità e Irc
Seminario Irc e storia / 1
Sergio Cicatelli
Obiettivi
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Individuare e sviluppare collegamenti interdisciplinari
tra l’Irc e l’insegnamento della storia nei diversi ordini
e gradi di scuola.
Favorire la conoscenza delle indicazioni didattiche e
delle problematiche relative all’insegnamento della
storia.
Promuovere l’uso critico e consapevole dei manuali
scolastici attraverso l’analisi comparata di libri di testo
di storia e di Irc.
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Modalità di svolgimento
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Dopo alcuni incontri teorici introduttivi, si svolgerà
ogni volta l’analisi di un libro di testo di storia in uso
nelle scuole (e possibilmente anche di un manuale di
Irc), soffermandosi sugli argomenti che possono
offrire maggiori riferimenti all’Irc.
Ogni studente potrà presentare oralmente la propria
analisi durante il seminario, consegnando comunque
un elaborato scritto in merito (5-10 pagine).
È presupposta una conoscenza precisa delle
indicazioni didattiche in vigore per la storia e l’Irc in
ogni ordine e grado di scuola.
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Esame
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L’esame consiste nella discussione dell’elaborato scritto
sull’analisi del libro di testo.
È richiesta la conoscenza delle indicazioni didattiche vigenti
per storia e Irc e delle questioni teoriche affrontate a lezione.
Per chi non riesce a frequentare almeno metà delle lezioni il
programma d’esame è sostituito dallo studio di M. Guasco,
Chiesa e cattolicesimo in Italia (1945-2000) e di R. Rémond,
La secolarizzazione. In relazione ai due volumi dovrà essere
presentato un elaborato scritto contenente la progettazione
didattica di un anno in stretta connessione tra storia e Irc o
un’unità didattica o di apprendimento su uno degli argomenti
trattati nei volumi studiati.
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Che cos'è una disciplina?
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«La disciplina è una categoria organizzatrice in seno alla
conoscenza scientifica: vi istituisce la divisione e la
specializzazione del lavoro e risponde alla diversità dei
domini delle scienze. Sebbene sia inglobata in un contesto
scientifico più vasto, una disciplina tende naturalmente
all'autonomia, con la delimitazione delle sue frontiere, il
linguaggio che essa si dà, le tecniche che è portata a elaborare
o a utilizzare ed eventualmente con le teorie che le sono
proprie. […] La disciplina ha a che fare non solo con una
conoscenza e con una riflessione interna su se stessa, ma
anche con una conoscenza esterna. Non è sufficiente essere
all'interno di una disciplina per conoscere tutti i problemi che
la concernono».
(E. Morin, La testa ben fatta, Cortina 2000, pp. 111-12)
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Che cos'è una disciplina?
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«L'istituzione disciplinare comporta un rischio di iperspecializzazione del ricercatore e un rischio di “cosificazione”
dell'oggetto studiato, del quale si rischia di dimenticare che è
estratto dal contesto o costruito. L'oggetto della disciplina
sarà allora percepito come una cosa autosufficiente; i legami e
le solidarietà di questo oggetto con altri oggetti, trattati da
altre discipline, saranno trascurati, così come lo saranno i
legami e le solidarietà con l'universo di cui l'oggetto fa parte.
La frontiera disciplinare, il suo linguaggio e i suoi concetti
isoleranno una disciplina rispetto alle altre e rispetto ai
problemi che scavalcano le discipline. Lo spirito iperdisciplinare diventerà lo spirito del proprietario che impedisce ogni
incursione di estranei nel suo frammento di sapere».
(E. Morin, La testa ben fatta, Cortina 2000, p. 112)
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Disciplinarità
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Unità epistemologica (oggetto e metodo).
Unità didattica (docente e tempi).
Differenza tra scienza, materia e disciplina.
La disciplinarità è lo stadio raggiunto da una conoscenza che
può essere insegnata in maniera sistematica, cioè scolastica.
La disciplinarità pone un problema all'alunno, dal momento
che questi è un soggetto unitario mentre la disciplina è in
genere solo una parte del sapere che deve essere appreso, ed
accanto alla quale si trovano – più o meno vicine – altre
discipline. Il problema è dunque quello del raccordo tra
l'unità del soggetto e la pluralità degli oggetti da apprendere,
nonché quello del raccordo dei diversi oggetti tra loro.
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Multidisciplinarità
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Forma di collegamento esteriore e contingente che si verifica
tra più discipline che si trovano a convivere nell'esperienza di
una persona. Pur contribuendo alla realizzazione di un
progetto multidisciplinare, ogni disciplina conserva la sua
autonomia, una propria metodologia, oggetti specifici.
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Un'enciclopedia è multidisciplinare perché ospita più materie di
studio senza rapporti diretti dell'una con l'altra.
Il piano di studi di un corso di laurea è multidisciplinare soprattutto se
prevede una sequenza di corsi che si possano combinare liberamente
senza propedeuticità.
Il metodo di studio di molti studenti è multidisciplinare se procede per
compartimenti stagni, separando accuratamente il contenuto di una
materia da quello delle altre, eventualmente identificate da docenti
diversi.
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Pluridisciplinarità
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Spesso sinonimo di multidisciplinarità, la pluridisciplinarità è
la collaborazione di più discipline ad un progetto comune, in
cui ciascuna continua a mantenere la propria autonomia.
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Un'enciclopedia è pluridisciplinare se propone percorsi che
costringono a passare da una voce all'altra per ricostruire i pezzi di un
unico quadro epistemico.
Il piano di studi può essere pluridisciplinare se lo studente applica le
diverse competenze apprese ad un unico problema.
Il metodo di studio può essere pluridisciplinare se si utilizzano alcune
competenze disciplinari in un campo disciplinare diverso.
Nella costruzione di un percorso pluridisciplinare è
importante la componente soggettiva dei docenti (che
collaborano per la riuscita del progetto) o degli studenti (che
condizionano il processo con le proprie richieste).
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Interdisciplinarità
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L'interdisciplinarità è un ulteriore grado di complessità,
caratterizzato dall'interazione costante di più scienze, tutte
coinvolte nella soluzione di una situazione problematica.
Ad essa si associa in genere una dimensione produttiva che
negli stadi precedenti non sempre si verifica: è necessaria la
collaborazione pratica di più competenze disciplinari che si
condizionano a vicenda.
Molte ricerche in campo medico, sociale, tecnologico hanno
un carattere interdisciplinare perché richiedono il convergente
intervento di specialisti che non possono agire separatamente
perché i risultati dell'uno condizionano quelli dell'altro.
L'apprendimento scolastico è occasione di interdisciplinarità,
perché tende a far sintesi tra le discipline per realizzare l'unità
del sapere o risolvere situazioni problematiche della vita reale.
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Transdisciplinarità
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La transdisciplinarità è lo stadio di massima integrazione tra
discipline diverse che giungono a dar vita addirittura ad una
nuova disciplina.
Fino agli stadi precedenti era ancora riconoscibile il
contributo specifico di ciascuna disciplina; in un contesto
transdisciplinare non è più possibile isolare le discipline
originarie perché queste si sono fuse in un nuovo costrutto
epistemologico.
Esempi di transidiscipline che sono ormai diventate nuove
discipline sono la bioetica, la docimologia, le biotecnologie.
La differenza sta tutta nell'integrazione delle discipline
originarie rispetto alla semplice interazione che si verifica ai
livelli inferiori.
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Ecodisciplinarità
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«Infine, non è soltanto l’idea di inter- e di transdisciplinarità
che è importante; dobbiamo “ecologizzare” le discipline, cioè
tener conto di tutto ciò che vi è di contestuale, ivi comprese le
condizioni culturali e sociali, cioè dobbiamo vedere in quale
ambiente nascono, pongono problemi, si sclerotizzano, si
metamorfosano».
(E. Morin, La testa ben fatta, Cortina 2000, pp. 123)
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Metadisciplinarità
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«Occorre anche un punto di vista metadisciplinare, dove il
termine “meta” significa superare e conservare. Non si può
distruggere ciò che è stato creato dalle discipline; non si può
distruggere ogni chiusura, ne va del problema della disciplina,
del problema della scienza come del problema della vita:
bisogna che una disciplina sia nello stesso tempo aperta e
chiusa. […] Occorre pensare anche al fatto che ciò che è oltre
la disciplina è necessario alla disciplina, perché questa non sia
automatizzata e alla fine resa sterile. [… Occorre mirare] a
una conoscenza a spola che progredisce andando dalle parti al
tutto e dal tutto alle parti».
(E. Morin, La testa ben fatta, Cortina 2000, pp. 124)
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Disciplinarità e interdisciplinarità
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È possibile (e come?) un insegnamento
interdisciplinare? Sì, se è curato da più insegnanti e
diventa l’obiettivo dell’intera scuola.
È possibile una disciplina interdisciplinare?
Ogni disciplina ha una sua interdisciplinarità interna
(i contributi di diverse discipline agli oggetti del suo
insegnamento/apprendimento).
Ogni disciplina ha anche una interdisciplinarità
esterna (data dai legami che può o deve stabilire con
altre discipline a lei vicine).
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L’interdisciplinarità nell’Irc
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Interdisciplinarità interna
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Teologia, Filosofia, Antropologia, Psicologia, Spiritualità,
Morale, Sacra Scrittura, Liturgia, Diritto, Storia, …
Interdisciplinarità esterna
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Irc e arte, filosofia, letteratura, scienze, diritto, storia, …
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L’interdisciplinarità nella storia
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Interdisciplinarità interna
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Archeologia, Economia, Sociologia, Diritto, Arte,
Antropologia, …
Interdisciplinarità esterna
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Storia politica, militare, sociale, economica, della
letteratura, della filosofia, dell’arte, della scienza, delle
religioni, della Chiesa, …
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Irc e storia
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«Il cristianesimo è una religione di storici. Altri sistemi
religiosi hanno potuto fondare le loro credenze e riti su una
mitologia quasi estranea al tempo umano. I cristiani, come
Libri Sacri, hanno invece dei libri di storia, e la loro liturgia
commemora, con gli episodi della vita terrena di un Dio, i
fasti della Chiesa e dei santi. Ma storico il cristianesimo lo è
anche per un altro aspetto, forse più profondo: ai suoi occhi, il
destino dell’umanità, svolgendosi tra la Caduta e il Giudizio,
appare come una lunga vicenda, di cui ogni destino, ogni
“pellegrinaggio” individuale è, a sua volta, il riflesso; nella
durata dunque, e perciò nella storia, si svolge, asse centrale di
qualsiasi meditazione cristiana, il gran dramma del Peccato e
della Redenzione».
(M. Bloch, Apologia della storia, Einaudi 1950, p. 24)
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