Diapositiva 1 - "Santa Lucia" di Verona

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ISTITUTO COMPRENSIVO N° 5
VERONA SANTA LUCIA
PROGETTO SCIENZE:
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO
Q.RE S. LUCIA CLASSE 3°B
E' probabile che già i cacciatori e i coltivatori della preistoria fossero a
conoscenza dell'effetto stupefacente dei frutti fermentati. Di certo così
sono nate le coltivazioni dei popoli dei commercianti, l'arte di curare la
vite e la semina dei cereali allo scopo di produrre bevande alcoliche. Vino
e birra erano in uso nell'antico Egitto come offerte sacrificali agli dei e
come medicamenti per gli uomini.
Il cristianesimo fece del vino un sacramento. Simbolizza il sangue del
redentore ed è parte integrante della comunione.
L'alcol è da sempre considerata una sostanza prelibata, stupefacente e
nutritiva. Bevevano birra gli schiavi che costruirono le piramidi. Gli antichi
Greci adoravano Dionisio il Dio del vino e dell'ebbrezza.
Gli antichi romani preferivano la degustazione continua, ma moderata. Il
nome alcol, che significa "il meglio di una cosa", lo dobbiamo invece agli
arabi. E fino a tutto il Medioevo il bere fino al tracollo era una cosa ovvia
in tutto il territorio tedesco. La birra si produceva soprattutto nei
monasteri. Prima che la patata si affermasse come alimento di base, nel
Diciottesimo secolo, la birra era un elemento importante
nell'alimentazione quotidiana.
La crescente produzione su scala industriale e la commercializzazione
condusse, a partire dal Sedicesimo secolo, alla diffusione di liquori e
grappe come potenti mezzi di sconvolgimento.
La Rivoluzione industriale si compì alle spese di una manovalanza
estremamente sfruttata, che si anestetizzava e si nutriva a basso costo
con distillati ad altissima gradazione. Da allora l'alcolismo viene
considerato il flagello dei popoli. La dipendenza dall'alcol, la miseria ed il
malessere a esso collegati portarono allo sfociare del contro- movimento
puritano degli astemi.
Negli Stati Uniti si tentò invano, con l'introduzione del proibizionismo, di
prendere il controllo della situazione: il proibizionismo durò dal 1919 al
1933 ed ebbe come prima conseguenza l'aumento della criminalità
organizzata. Alla proibizione la maggior parte delle nazioni ha preferito il
controllo sulla produzione e sulla vendita, soprattutto a causa degli
altissimi proventi dalla tassazione sugli alcolici. Lo stato tedesco incassa
ogni anno otto miliardi di marchi in tasse sugli alcolici.
Probabilmente nessuna sostanza chimica produce sull’uomo più
avvelenamenti cronici dell’alcol etilico. Per lungo tempo, tuttavia, si sono
sottovalutati i danni su questa sostanza sull’organismo. Scrittori e poeti,
in ogni tempo e luogo, ne hanno viceversa illustrati i pregi. Louis Pasteur,
il grande biologo vissuto nel secolo scorso, ha scritto che il vino è “la più
sana e la più igienica di tutte le bevande” (anche dell’acqua e dei succhi
di frutta?). Celebre è anche la frase: “chi beve birra campa cent’anni e chi
beve vino non muore mai” (e invece si muore e spesso dopo essersi
ammalati). In effetti il vino ha un potere eccitante sui centri nervosi e
anche un potere energetico perché un grammo di alcol metabolizzato
libera circa 7 kcal.
Un litro di vino di 10° produce quindi 700 kcal, più di un bel piatto di
spaghetti conditi con il ragù e proprio da qui nasce l’equivoco dell’alcol
come alimento che può essere metabolizzato dall’organismo al pari di
qualsiasi altro nutrimento energetico. L’alcol invece è una sostanza
voluttuaria con effetti tossici su tutti gli organi interni a cominciare dal
fegato per proseguire con le arterie, i reni, lo stomaco e il cervello. Anche
per questi motivi il vino non è certo la bevanda più consigliata da
dietologi e medici.
L’alcol, a differenza degli altri alimenti, viene immediatamente bruciato e
quindi non si accumula; questo è il motivo per il quale molti bevitori
ingrassano: la combustione dell’alcol fa infatti risparmiare le altre
sostanze introdotte con gli altri alimenti (carboidrati, proteine e grassi)
che vengono immagazzinati come materiale di riserva. Piccole dosi di
alcol (per esempio un bicchiere di vino a pasto), nelle persone adulte non
sofferenti di malattie nel fegato, dello stomaco o dell’intestino, potrebbe
anche avere effetti benefici perché il vino accresce la secrezione dei
succhi gastrici e quindi stimola l’appetito e facilita la digestione.
Inoltre riscalda l’organismo, eccita il sistema nervoso e risveglia la
fantasia. Questo non significa che è necessario assumere bevande
alcoliche e, se si può farne a meno, è tanto di guadagnato per la salute e
per l’equilibrio psico-fisico; in ogni caso per i giovani l’alcol è superfluo.
I giovani non hanno certo bisogno del vino per eccitare il sistema nervoso
o risvegliare la fantasia perchè l’eccitamento nervoso è gia una
caratteristica della loro età e la digestione, se si tratta di ragazzi sani,
avviene regolarmente senza bisogno di stimoli esterni. D’ altronde se il
giovane non è sano non sarà di certo il vino a migliorare la situazione. E’
grave che ogni tanto qualcuno esalti le proprietà benefiche del vino
chiamando in appoggio la scienza. Ultimamente sui giornali è comparsa
la notizia che il vino sarebbe diventato addirittura un farmaco. Il vino, se
assunto in piccole dosi, potrebbe anche risultare utile per una persona
sana e adulta, ma in dosi massicce è sicuramente dannoso e porta alla
dipendenza all’alcol.
L’assunzione di dosi abbondanti di vino e più in generale di bevande
alcoliche dà, come primo risultato, l’ubriachezza che rende l’uomo
incosciente, ripugnante, ridicolo e talora pericoloso per il prossimo e per
se stesso. Questi effetti sono la conseguenza del fatto che una volta
ingerito, lì alcol non segue il percorso degli altri cibi che vengono
lentamente metabolizzati, ma, giunto allo stomaco, passa rapidamente,
attraverso le pareti gastriche e del duodeno, nel sangue che lo trasporta
al fegato dove viene bruciato.
A differenza degli altri alimenti energetici (zucchero e grassi) che vengono
metabolizzati in tutte le cellule del corpo, l’alcol subisce le trasformazioni
solo nel fegato il quale tuttavia non ne può ossidare (in altre parole,
“smaltire”) più di 7 grammi all’ora. La parte eccedente rimane nel sangue
che lo porta in circolo per raggiungere il cervello, i reni, i capillari e tutte
le altre parti del corpo.
L’alcol soprattutto se bevuto a digiuno, provoca infiammazioni del
rivestimento interno dello stomaco generando bruciori accompagnati da
ulcere superficiali. Esso produce anche la dissoluzione dei grassi e
quindi priva l’organismo della riserva energetica più importante, di
conseguenza il forte bevitore smagrisce se trascura di nutrirsi
adeguatamente (cosa per altro molto frequente).
L’alcol fa coagulare il sangue nei capillari e il fenomeno riguarda
particolarmente il naso e diventa di colore paonazzo e bernoccoluto (naso
da Barbera). Ha anche l’effetto di aumentare la quantità di urina eliminata
( oltre a quanto prevedibile in base alla quantità di liquido ingerito) perché
viene inibita la produzione della vasopressina, l’ormone antidiuretico che
stimola i reni a riassorbire più acqua e riportarla in circolo. Per questo
motivo i forti bevitori sono spesso disidratati con conseguente lingua
arida e sete intensa.
I danni peggiori e più preoccupanti dell’alcol sono quelli che si osservano
sul sistema nervoso centrale su cui la sostanza ha effetto depressivo.
Assunto in quantità moderata l’ alcol procura un senso di rilassatezza e di
fiducia che può aiutare la persona timida a socializzare più facilmente.
Tuttavia la sensazione di un maggiore benessere fisico e mentale è
illusoria in quanto alcune prove hanno dimostrato che anche un basso
livello di alcol nel sangue rallenta le reazioni. Quantità maggiori riducono
la capacità di concentrazione e di giudizio, e poiché contemporaneamente
aumenta la fiducia in sé stessi, la combinazione di questi elementi, alla
guida di un mezzo, può avere conseguenze tragiche.
L’alcolizzato diventa spesso insopportabile alla società e in
particolare ai suoi famigliari. Il suo carattere irascibile e
irrazionale lo porta a polemizzare con tutti. A dare in
escandescenza fino a diventare aggressivo verso le persone
che gli stanno vicino, che spesso sono i suoi stessi famigliari
nei riguardi dei quali a volte alza anche le mani.
Il fegato è il primo organo che accusa gli effetti dell'alcol e in caso di
mancata interruzione dell'assunzione dell'alcol stesso i danni peggioreranno
sempre di più fino a trasformarsi in cirrosi epatica. Il fegato funziona sempre
meno provocando un deperimento organico dell'individuo fino a portarlo alla
morte.
L'alcol agisce negativamente anche sullo stomaco causandone la
dilatazione e l'insorgenza di gastriti ulcerose .
I danni al sistema nervoso si manifestano con tremore alle mani , disturbi
della parola del sonno sino a giungere al delirium tremens
durante il quale il paziente , è in preda al delirio.
Oltre al danno organico l'alcol agisce anche sulla psiche dell'individuo; si
manifestano incostanza, diminuzione della volontà,
egocentricità, debolezza, perdita della stima di se stessi fino a giungere ad
un vero e proprio mutamento di personalità.
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