“MANIFESTO DEL SIMBOLISMO” 18 settembre 1886 Jean Moreas sul “Figaro” “IL SIMBOLISMO IN PITTURA : PAUL GAUGIN” Marzo 1891 Albert Aurier sul “Mercure France” • Opposizione alla rappresentazione realistica dei fenomeni sensibili • Rappresentazione intesa come pura espressione di idee • Selezione delle molteplici combinazioni di elementi offerti dalla realtà, utilizzando solo quelle linee, forme, colori utili a evocare l’idea che si intende comunicare • Esagerazione, attenuazione, alterazione delle componenti formali, cromatiche e grafiche dell’opera Gustave Moreau - L’apparizione - 1876 Originale rilettura del soggetto religioso, dove Salomè incarna il simbolo della donna fatale e della sua forza distruttiva. La testa di Battista è elevata nell’aria da un potere misterioso e irradia una luce mistica. Gli spazi dipinti in modo sommario e le presenze incorporee accentuano l’effetto allucinato della scena. La ricerca di preziosismi, le raffinate cromie, il dissolvimento delle forme contribuiscono a orientare l’attenzione dello spettatore in una dimensione irreale e simbolica. Odilon Redon L’Occhio mongolfiera - 1878 L’occhio come simbolo dell’onniscienza divina è un tema antichissimo; nuovo è l’accostamento tra realtà naturale (il bulbo oculare) e astrazione simbolica (la mongolfiera allude al viaggio della mente verso una dimensione superiore). L’artista parte da una realtà organica che rappresenta in modo analitico, mettendo la logica del visibile al servizio dell’invisibile. La sua poetica esplora la sfera del paradosso, dell’ambivalenza, dell’inverosimiglianza per creare la rappresentazione dell’immaginario. Arnold Böcklin -L’isola dei morti - 1880 E’ raffigurato il viaggio di un defunto verso la propria sepoltura ma, più che verso la porta dell’aldilà, l’artista sembra volerci condurre alla soglia della nostra interiorità, dove affiorano le visioni e i sogni. L’aspetto inquietante dell’isola e il senso di mistero che la avvolge è generato dalla minuzia dei particolari descrittivi che la delineano in un contesto assolutamente irreale. Aubrey Beardsley - The Climax (illustrazione per “Salomè” di Oscar Wilde) - 1893 L’opera di Beardsley si pone come parallelo figurativo di Wilde, espressione di un atteggiamento di provocatoria raffinatezza, icasticamente polemico verso le convenzioni della società vittoriana. L’artista è un interprete dell’edonismo decadente, dell’ideale dell’arte per l’arte formulato negli scritti di Walter Pater che sono alla base dell’Aestethic Movement : la bellezza e la perfezione sono fine esclusivo dell’arte e, alla luce di una presunta infranta armonia originaria, si genera un sentimento di decadimento e di malinconica nostalgia. Le tavole realizzate per l’edizione inglese di “Salomè”, eseguite con straordinario virtuosismo e venate di influssi orientali, interpretano mirabilmente la pesante atmosfera permeata di crudeltà, sangue e malsane passioni che trasuda dai versi del poeta.