Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica GLI ISOLAMENTI IN GAS Processi fondamentali La formazione della scarica in un gas è legata ad una serie di processi che portano alla moltiplicazione di cariche libere, tipicamente elettroni, fino alla trasformazione del mezzo isolante interposto tra gli elettrodi in un mezzo conduttore. In qualsiasi gas c’è una generazione casuale di elettroni liberi per l’azione della radiazione cosmica e della radioattività naturale. Questi elettroni si attaccano ad atomi o molecole elettronegative (ossigeno o vapor d’acqua) formando una popolazione di ioni negativi che in condizioni normali varia da 1000 a 10000/cm3. In aria libera, la numerosità dipende anche dalle condizioni atmosferiche. Fenomeni particolari, come l’estrazione di elettroni dal catodo, intervengono solo in presenza di campi elettrici estremamente elevati, quindi con sistemi in pressione o in vuoto. G.Pesavento 1 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Meccanismo prevalente: Ionizzazione per urto • Sotto l’azione di un campo elettrico il moto delle cariche si orienta nelle direzioni del campo e vengono quindi in collisione con molecole neutre. • Le particelle attive in questi processi sono sostanzialmente gli elettroni; pertanto, quando sono legati, il processo che deve avvenire è il loro distacco dallo ione per effetto di un urto Vi sono due tipologie di urti: • urto elastico, quando tra le particelle si ha soltanto uno scambio di energia cinetica di traslazione, senza alcuna variazione della struttura atomica o molecolare • urto anelastico, quando tra le particelle si hanno scambi di energia tali da modificare l'energia interna o la natura della particella. G.Pesavento 2 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Meccanismo prevalente: Ionizzazione per urto • Sotto l’azione di un campo elettrico il moto delle cariche si orienta nelle direzioni del campo e vengono quindi in collisione con molecole neutre. • Le particelle attive in questi processi sono sostanzialmente gli elettroni; pertanto, quando sono legati, il processo che deve avvenire è il loro distacco dallo ione per effetto di un urto Vi sono due tipologie di urti: • urto elastico, quando tra le particelle si ha soltanto uno scambio di energia cinetica di traslazione, senza alcuna variazione della struttura atomica o molecolare • urto anelastico, quando tra le particelle si hanno scambi di energia tali da modificare l'energia interna o la natura della particella. G.Pesavento 3 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Si definisce pertanto la probabilità d che una particella ha di essere sottoposta ad una certa azione da parte di un'altra particella in un tratto dx del suo cammino. Tale probabilità dipende dalla natura del gas, dal tipo di processo che si considera, dall'energia della particella e dalla densità del gas, ossia dal numero n di particelle per unità di volume. In via del tutto generale si avrà: d = ndx dove è detta sezione d'urto. Se si ha un numero No, sufficientemente grande, di particelle che percorrono un tratto dx in un gas, il numero di urti, di un certo tipo, cui sono sottoposte le particelle risulta: dN = Non dx. G.Pesavento 4 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica n (cm-1) Xe 10 Ne+ in Ne 1 Ne H2 10-1 He N2 A O2 0 °C e 1 mmHg -2 10 10 G.Pesavento 102 103 104 eV Sezione d’urto totale per ionizzazione per urto da parte di elettroni in funzione della loro energia. (la curva tratteggiata si riferisce all’azione di ioni positivi di Ne nel loro gas) 5 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Ionizzazione per urto di ioni L'efficienza di questo processo è estremamente scarsa nei campi di applicazione che comunemente interessano. La sezione d'urto del processo raggiunge valori paragonabili a quelle per l'urto di elettroni per energie degli ioni di qualche ordine di grandezza superiori G.Pesavento 6 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Termoionizzazione Nel suo moto disordinato, dovuto all'agitazione termica, una particella può acquistare, tra due urti successivi, energia sufficiente per ionizzare un'altra particella. All'aumentare della temperatura aumenta il numero di particelle che si trovano in questa condizione e quindi aumenta il grado di ionizzazione, ossia il rapporto tra numero di particelle ionizzate e numero di particelle totali. In condizioni di equilibrio il grado di ionizzazione x, ad una fissata pressione p, è legato alla temperatura T dall'equazione di Saha: G.Pesavento 7 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica p x2 Vi 5040 2,5 log10 T 6,5 log10 2 T 1 x dove Vi è il potenziale di ionizzazione del gas espresso in volt. 1.0 x .8 .6 .4 .2 .0 0 G.Pesavento 2 4 6 8 10 12 14 x103 Temperatura (K) 8 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Fotoionizzazione L'energia di un fotone è data da h dove h è la costante di Planck (6,62 x 10-34 J s) e è la frequenza della radiazione. Se h eVi un atomo che assorba il fotone può venire ionizzato. Dato che h = hc/ (dove c è la velocità della luce e la lunghezza d'onda del fotone) per avere ionizzazione dovrà essere: λ 12400 Vi con espresso in Å. G.Pesavento 9 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Nel caso dell'aria, dati i potenziali di ionizzazione di ossigeno ed azoto, le lunghezze d'onda necessarie sono inferiori ai 1000 Å, ossia nel campo più estremo dell'ultravioletto. Radiazioni di questo tipo (dette anche ultravioletto da vuoto) hanno coefficienti di assorbimento molto elevati per cui il cammino libero medio è molto basso e vengono assorbite nel volume di gas prossimo a quello in cui sono state generate. A differenza di quanto avviene per la ionizzazione da parte di elettroni, la massima probabilità di ionizzazione da parte di fotoni si ha per energie di poco superiori alla minima necessaria. Accanto ai processi che portano alla formazione di cariche libere, vanno ricordati alcuni processi che portano alla riduzione del numero di cariche o, più genericamente, all'alterazione delle loro caratteristiche. G.Pesavento 10 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Ricombinazione Due particelle cariche di opposto segno possono, urtandosi, neutralizzare la loro carica. Nella caratterizzazione di questo fenomeno, generalmente si fa riferimento al coefficiente di ricombinazione che lega la velocità di ricombinazione con la concentrazione delle cariche positive (n+) e negative (n-). Il numero di urti che portano a neutralizzazione di cariche è proporzionale alle concentrazioni di cariche ed al tempo, per cui la velocità di ricombinazione, quando n+ =n- = n, come si può ritenere in generale, risulta: dn/dt = n+n- = n2 dove [cm3/s] è il coefficiente di ricombinazione. Il coefficiente assume in pratica valori diversi secondo il processo di ricombinazione che si considera, ione-ione e ione-elettrone. G.Pesavento 11 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Attaccamento η exp( 60p/E) 1,95 p E/p G.Pesavento 12 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica α B A exp( ) p E/p Gas Aria G.Pesavento A B (cm·torr)-1 (cm·torr)-1 15 365 Campo di validità V·(cm·torr)-1 100 - 800 13 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica La scarica secondo Townsend Supponiamo due elettrodi piani e paralleli tra i quali sia interposto un gas e tra i quali venga applicata una tensione continua V. Se la tensione viene aumentata oltre un certo valore, la corrente misurabile tra gli elettrodi aumenta molto rapidamente. Sotto l'azione del campo elettrico applicato, gli elettroni acquistano, in un libero cammino medio, energia sufficiente per ionizzare per urto atomi e molecole neutre del gas, aumentando il numero di cariche libere e quindi la corrente. In termini quantitativi, secondo Townsend, il fenomeno è rappresentabile con il coefficiente di ionizzazione [cm-1], che rappresenta il numero di cariche libere prodotte da un elettrone in un percorso di un centimetro nella direzione del campo applicato. Il numero dn di nuovi elettroni, prodotti dall'azione di n elettroni che percorrono un tratto dx, risulta: dn = n dx L'effetto complessivo di n0 elettroni che percorrono un tratto finito d è, d in generale, n n o exp dx o G.Pesavento 14 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Nel caso di campo uniforme n = no exp d In generale si ottiene /p = F(E/p) α B A exp( ) p E/p G.Pesavento 15 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica /p (cm-1 mmHg-1) aria 10 H2 Ar He Ne 1 10-1 He N2 10-2 H2 Ne Ar 10 aria -3 1 10 102 103 104 E/p (V/cm mmHg) G.Pesavento 16 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Una scarica, per essere tale, devi potersi sostenere da sola, ossia ci deve essere produzione di elettroni secondari. Secondo Townsend un possibile meccanismo è l’estrazione al catodo ad opera degli ioni positivi. Detto - no il numero di elettroni prodotti nell'unità di tempo al catodo per l'azione di fattori esterni - n' il numero di elettroni estratti al catodo per bombardamento ionico -n il numero di elettroni in arrivo all'anodo n = (no + n') ed n'= [n - (no + n')] rappresenta il numero di elettroni estratti al catodo per ogni ione positivo incidente. G.Pesavento 17 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Sostituendo si ottiene n = noed / [1 - (ed - 1)] La corrente diventa infinita quando (ed - 1) = 1 ovvero ed = 1 Si deriva la legge di Paschen Vs = f(pd) Infatti =F1(E/p) G.Pesavento E E F1 exp pdF 1 p p 18 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Essendo E= V/d V V exp pdF 1 F1 pd pd SF6 Vs Aria(N2) 104 H2 Ar Ne 103 102 10-1 G.Pesavento 1 10 102 pd (cm mmHg) 19 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica G.Pesavento 20 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica G.Pesavento 21 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica G.Pesavento 22 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica • Per l’aria : Vmin ~ 350 V @ 8 x10-3 bar mm • Per SF6 : Vmin ~ 350 V @ 2 x 10-3 bar mm • Con meno di 350 V non si ha la scarica per nessuna distanza: spesso si fa riferimento a questo aspetti per i vacuoli • La regola entra in difetto nella zona a pd molto basso (pressioni basse – vuoto) o molto alte ( elettrodi) G.Pesavento 23 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica Il meccanismo di scarica ora esaminato risulta inadeguato quando si considerino alti valori del prodotto pd, generalmente superiori a 200 [cm x mmHg]. La teoria proposta mostra i suoi limiti alle pressioni più alte soprattutto in relazione ad alcuni punti - movimento degli ioni -scarica di tipo diffuso, mentre a pressioni elevate le scariche hanno uno sviluppo di tipo filamentare - influenza materiale costituente il catodo è praticamente inesistente a pressione atmosferica - esistono tipi di scariche, quali ad esempio il fenomeno corona ed il fulmine, in cui non esiste alcun fenomeno al catodo. G.Pesavento 24 Università degli studi di Padova Dipartimento di ingegneria elettrica TEORIA STREAMER - Azione della fotoionizzazione per la produzione di elettroni secondari - Distorsione del campo locale ad opera della carica spaziale - Azione più efficace quando la densità di carica è elevata - Concetto di valanga critica - Valanga critica quando n = exp(-) d k con k dell'ordine di 108 109, ossia (-)d 20. G.Pesavento 25