La realizzazione di una strada che, nella zona sommitale dell`area

ASPETTO AMBIENTALISTICO
ed ECONOMICO
Le prime tracce di un insediamento umano in questa zona risalgono
al 968, in cui il paese compare in un documento con il nome di
Guadeverto Capitaneus de Cene.
Fin dall’inizio del secolo scorso questa area è stata utilizzata come
cava di materiali utilizzati dalle imprese locali di calcestruzzo.
Per gli scavi sono stati utilizzati solo i primi strati di roccia posti in
modo inclinato (a franapoggio). Ma nel 65 alcuni di questi strati
sono franati, disintegrandosi e spingendosi fino al corso del fiume
Serio e per fortuna, essendo avvenuta di notte nessun lavoratore si è
fatto alcun male ma sono rimasti sepolti i mezzi utilizzati per lo
scavo sotto alcuni metri di roccia.
Ora la zona è stata messa in sicurezza e gli scavi sono stati bloccati
anche perché sono stati ritrovati moltissimi fossili di rilevante
importanza che tutt’oggi sono esposti al museo Caffi di Bergamo.
Oggi la zona è diventata un parco paleontologico e viene
costantemente monitorata per ragioni di sicurezza, vengono inoltre
fatte campagne di scavo per individuare e studiare eventuali fossili
che possono emergere.
Le fasi della storia
Prima fase: le caratteristiche della roccia
Seconda fase: i lavori fatti prima del 1965
Terza fase: le cause della frana
Prima fase
Gli strati rocciosi che formano il Monte
Bue hanno un’immersione verso nordovest ed una inclinazione di circa
35/40°; geologicamente si trovano
disposti in posizione di “franapoggio”
sono cioè inclinati secondo il versante
della montagna.
Queste immagini lo dimostrano
propriamente.
Seconda fase
Per anni i cavatori hanno asportato grossi
blocchi di roccia tagliando gli strati
calcari alla base e diminuendo sempre più
la stabilità del versante: grossi e isolati
diedri di roccia finirono per sorreggersi,
in un delicato stato di equilibrio, solo per
l’effetto dell’attrito.
Ad aggravare la situazione già critica
contribuì la presenza di un livello
marnoso plastico.
La realizzazione di una
strada che, nella zona
sommitale dell’area di cava,
permettesse l’accesso al
Monte Bue modificò il
regime idrologico del
versante provocando il
convogliamento di una
notevole quantità di acque
meteoriche nella zona
sovrastante la cava.
Come conseguenza di ciò, in
occasione di eventi meteorici
rilevati, vi fu un’eccessiva
infiltrazione ed una
conseguente impregnazione
d’acqua del livello marnosoargilloso. Questi fattori hanno
innescato il distacco di questa
frana per “scivolamento” che
si è impostata proprio in
corrispondenza dei livelli
fossiliferi.
Terza fase
L’influenza della frana
sull’economia locale
La frana è stata molto importante per il paese perché ,
a seguito dei vari ritrovamenti, ora la zona è diventata
un centro che attira molti studiosi. Il paese possiede
un’enorme risorsa che potrebbe sfruttare a suo
vantaggio poiché attirerebbe moltissimi visitatori ma
attualmente il posto è poco conosciuto e oltre alle
persone che lavorano in campo paleontologico e
scientifico la gente della Bergamasca ignora quasi
totalmente l’esistenza del parco e non conosce la sua
importanza, infatti, come è capitato anche a noi, ci
siamo persi nel paese vicino, abbiamo chiesto
spiegazioni, ma nessuno ha saputo indicarci la giusta
via. Questo dimostra la superficialità di molte persone
verso i patrimoni che possediamo.
Questa immagine
mostra il luogo
dove si è verificata
la frana, oggi
visitabile.
Dall’immagine
possiamo notare
oltre alla frana
anche la scarsità di
vegetazione rispetto
alla zona che la
circonda.
FRANA del
1965
Un segno
lasciato dalla
frana lo
vediamo nella
disposizione
caotica dei
massi sui quali
è cresciuta
una
vegetazione
che con le sue
radici ha
consolidato il
substraro.
Vicino all’area di scavo
possiamo vedere questa
piccola grotta in cui sono
presenti delle stalattiti.
Questa si è formata
dall’effetto di
infiltrazione dell’acqua
(carsismo) e
passeggiando per il parco
possiamo notare che la
maggior parte delle rocce
presentano dei piccoli
buchi dovuti allo stesso
fenomeno.
Queste assi di legno sono
l’unico intervento di
messa in sicurezza della
grotta.
Questa immagine mostra parte del
centro abitato di Cene che si trova
ai piedi del Monte Bue, viene
quindi spontanea la domanda:
potrebbe avvenire un’altra frana?
Due anni fa una piccola porzione
dei roccia si è staccata dalla
montagna ma grazie alle adeguate
protezioni la piccola frana non ha
causato alcun danno, è stata di
grande importanza anche una fossa
nel terreno che ha contenuto le
rocce franate; il problema della
strada ora è stato risolto e quindi è
poco probabile che in futuro ne
avvenga un’altra, anche se non
possiamo escludere questa
possibilità. Come abbiamo già
ricordato la zona è stata messa in
sicurezza e probabilmente se
avverrà un’altra frana sarà molto
piccola e la popolazione non sarà in
pericolo.
Prima della gita anche noi come gli altri non conoscevamo questo luogo
ma ora dopo averlo visitato, abbiamo capito la sua importanza e lo
abbiamo trovato molto interessante sia dal punto di vista naturalistico
sia per l’aspetto economico-sociale
Ad es. per i problemi connessi alla protezione civile.
Anche noi siamo d’accordo con gli esperti che ritengono l’area una tra
le più importanti nella bergamasca e in generale nel nostro paese: è
un’area molto importante perché è stato ritrovato tra i vari fossili di
pesci anche quello di un rettile volante risalente al triassico.
Anche noi, come ha detto la guida, pensiamo che si una cosa strana
l’assenza di conchiglie, che invece è frequente da rinvenire nella zona
delle Prealpi. Data la sua grande importanza riteniamo che sia giusto
che questa zona venga tutelata, speriamo che in futuro venga
maggiormente visitata e che tutti ne comprendano la straordinaria
bellezza.
Sicuramente la strada è stata costruita senza valutare i vari aspetti
geologici della zona e in particolare quello idrogeologico, legati alla
collina, e questo ha messo in serio pericolo il vicino centro abitato ...
Tuttavia senza la frana,
nessuno avrebbe mai scoperto la storia e la ricchezza che si cela nelle
radici delle nostre montagne..