Scatta l`emergenza frane: paura in Calabria e Sicilia

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Scatta l'emergenza frane: paura in Calabria e Sicilia
E' emergenza frane in Calabria e Sicilia. Il maltempo degli ultimi giorni continua ad aggravare le
condizioni di dissesto idrogeologico del territorio Calabro-Siculo e a destare enormi
preoccupazioni soprattutto fra le migliaia di persone costrette a scappare dai loro paesi che
rischiano di scomparire a causa di grosse frane.
Dalla Sicilia alla Calabria, il fronte franoso, conseguenza delle abbondanti piogge di questi giorni,
continua ad allargarsi lasciando ben poco dei due piccoli centri, travolti dal fango e dall’incuria
dell’uomo.
In Calabria, tonnellate i terra coprono quella che fino a ieri era una vallata. Cosentino, Vibonese e
Catanzarese le zone più colpite dall’ondata di maltempo, che ha lasciato sul terreno danni ingenti.
Lo scenario è apocalittico. Il costone che si è staccato dalla collina a Maierato - paese di circa 2.300
persone nel Vibonese - ha travolto strade e acquedotto, mettendo a rischio anche gli edifici che si
trovano alla sommità e che potrebbero scivolare a valle nel caso in cui la frana riprendesse a
muoversi. Un rischio che appare concreto, visto oltretutto che sulla zona continua a piovere con
una certa insistenza.
Il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, segue da vicino gli sviluppi della frana: «con
Maierato sta franando l’intera Calabria» e per questo ha dichiarato lo stato di calamità naturale,
chiedendo un immediato coinvolgimento del governo. “Se non si mette mano alla salvaguardia del
territorio con risorse adeguate, ha affermato Loiero - non si conteranno più le calamità a cui si
dovrà fare fronte”.
A rincarare la dose, il presidente dei Verdi Angelo Bonelli: «Non sono bastati i 35 morti della frana
del messinese, nello scorso ottobre, a far comprendere che il dissesto idrogeologico è una priorità
dell’Italia e che serve un piano straordinario per la messa in sicurezza del territorio che utilizzi le
risorse destinate al Ponte».
Nel Messinese, l'allarme è concentrato nel paese di San Fratello, dove duemila abitanti sono
dovuti scappare e moltissime case sono danneggiate dalle crepe. Il bellissimo paese di cinquemila
abitanti è abituato a fare i conti con questo tipo di fenomeni, perché è costruito su un costone
roccioso che già a fine '700 fu tagliato in due da una grossissima frana. Secondo una prima stima
sarebbero almeno 1.500 le persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni, ma il fronte della
frana continua inesorabilmente ad avanzare e il terreno ha avuto nelle ultime ore un ulteriore
cedimento di circa un metro e mezzo.
Negli ultimi 90 anni, in Italia, si sono registrate oltre 5mila grandi alluvioni e 12mila frane: in
media, un episodio ogni giorno e mezzo. In soli cinquant’anni i fenomeni naturali hanno provocato
circa 3.500 morti, mediamente 7 al mese.
Inoltre, la Calabria e la Sicilia - regioni dall'orografia tormentata - si stanno sbriciolando perché, da
ormai tanti anni, piove in modo eccezionale, dopo i tanti periodi di siccità degli anni '80 e '90.
Il dissesto idrogeologico è un fenomeno scientifico e naturale che da sempre caratterizza
l'evoluzione della crosta terrestre. Nessuno potrà mai impedirlo perché è un naturale ed
essenziale sfogo di determinati meccanismi geologici, ancor prima che meteorologici.
La soluzione, va quindi ricercata in un altro tipo di prevenzione: che non significa intervenire sulla
natura quanto piuttosto adattarsi a questi fenomeni naturali.
Finché, invece, si concepirà il fenomeno del dissesto idrogeologico come un fenomeno innaturale,
dovuto agli errori della politica e finché si penserà a impedire ai territori di franare anziché
ragionare su come le popolazioni si possano mettere al riparo da inevitabili e naturalissimi
fenomeni atmosferici, si continuerà a sbagliare e continueranno a verificarsi tragici eventi come
quelli di quest’ultimi giorni.
Eliana Naso
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