Effetti delle radiazioni ionizzanti

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Corsi di Laurea
Tecniche di Radiologia Medica, per Immagini e
Radioterapia
- Fisioterapia - Logopedia
AA. 2010-2011
RADIOBIOLOGIA,
RADIOPATOLOGIA E
RADIOPROTEZIONE
Marco Ferdeghini
Dipartimento di Patologia & Diagnostica
Sezione di Radiologia
S.S.O. Radioterapia Metabolica
Università di Verona
Interazioni onde elettromagnetiche
(fotoni γ e X)-materia
Effetto fotoelettrico
Effetto Compton
Produzione
di coppie e+e-
Interazioni particelle β- - materia
Percorsi assai maggiori di quelli
delle particelle α
α da 5 MeV
in aria
in tessuto
3.5 cm
0.021 cm
in
alluminio
0.0021 cm
β- da 1 MeV
in aria
in tessuto
420 cm
0.5 cm
in
alluminio
0.15 cm
Interazioni particella β- - materia
Interazioni particella β- - materia
Interazioni con i nuclei atomici (Radiazione di
frenamento, Bremsstrahlung)
Emissione di fotoni di frenamento
La decelerazione subita dalle particelle durante gli
urti provoca emissione di radiazione elettromagnetica
(raggi X)
Interazioni particelle α - materia
Radiazione beta+, β+
Decadimento +:
emissione dal nucleo di e+ e 
Energia cinetica suddivisa tra e+ e
+
e perde progressivamente
propria energia cinetica per
ionizzazione ed eccitazione dei
tessuti
Quandocircostanti
e+ ha rallentato per
perdita di energia cinetica si crea
un POSITRONIO, costituito da
e+ + ePOSITRONIO ha T1/2 di 10-10s
Massa è trasformata in energia con
consevazione del momento = 0
ANNICHILAZIONE
Risulta in 2 raggi  di energia 511
keV ciascuno emessi in direzione
opposta ~180°± 0,6°
Radiobiologia
Disciplina
multidisciplinare che
studia gli effetti delle
radiazioni sui sistemi
biologici
 Medicina
 Fisica
 Biologia
Applicazioni per la
salute dell’uomo e
dell’ambiente
Effetti delle radiazioni ionizzanti
Gli effetti delle RI si manifestano solo se si verifica una
cessione di energia al mezzo attraversato.
In particolare il danno subito dai tessuti biologici è in
relazione all'energia assorbita per unità di massa
RI rilasciano energia
nell’interazione con la materia
Determinano
Serie di eventi
correlati e
conseguenti tra
loro secondo una
precisa scala
temporale
Alterazioni cellulari
aspecifiche rispetto
ad altri agenti fisici
e chimici
RI rilasciano energia
nell’interazione con la materia
Evento fisico
Ionizzazione ed eccitazione di atomi di molecole
biologicamente importanti
Alterazioni strutturali di tali molecole che perdono
specifiche caratteristiche
Evento chimico-fisico
Azione diretta
Molecole biologicamente importanti alterate
Azione indiretta
Molecole biologicamente non importanti possono
modificare molecole biologicamente importanti
diffondendo nell’ambiente
RI rilasciano energia
nell’interazione con la materia
Produzione di radicali liberi
 Specie instabili
 Caratterizzati da elettrone disaccoppiato
 Altamente reattive
 Di piccole dimensioni ed elevata mobilità
 Capaci di reagire con molecole biologicamente
importanti alterandone struttura e funzione
Interazione fotoni-materia
Evento fisico
Attivazione delle molecole di H2O
hνH2OH2O°H°+OH°
Ionizzazione delle molecole di H2O
hνH2OH2O- + H2O+
 H2O-  H+ +OH°
 H2O+  H° +OH-
Azione chimica perossidante
hνH2O in presenza di O2
 HO2° idroperossido
 O2°- superossido
Evento chimico-fisico: azione diretta
Molecole biologicamente importanti alterate
Radiazioni Ionizzanti rilasciano energia
nell’interazione con la materia
Evento biochimico
Alterazione funzionale di macromolecole DNA RNA Proteine
Effetto biologico
Alterazioni cellulari
Effetto tissutale
Danno anatomo-funzionale
Effetto su organismp
Danno acuto e tardivo
Effetto sulla popolazione
Alterazione del patrimonio genetico ed effetto sulle
generazioni successive
Effetti biologici delle radiazioni
Danni irreversibili (non riparabili)
Rottura della catena
Rottura del doppio filamento
Rottura cromosomica (RI ad alto LET)
Cross-linking
Mutazioni puntiformi
Alterazioni o sostituzioni di una singola base (RI a basso LET)
Cellule somatiche: alterazioni a livello di metabolismo
cellulare ( p.es. crescita incontrollata  tumori radioindotti)
Cellule germinali (effetti nella progenie)
Effetti biologici delle radiazioni
Effetto diretto sui
cromosomi
 Delezione di un
frammento
 Inversione con
rotazione a 180° di un
frammento
 Traslocazione scambio
di frammenti tra
cromosomi differenti
Effetti biologici delle radiazioni
Effetto diretto sui cromosomi
Aberrazione (es. aberrazione anulare)
Cromosoma dicentrico

X-ray passes straight
through cell
No change to cell
*
X-ray causes a
chemical reaction in
cell, but no damage
done or damage
repaired by cell

No change to cell
*
DNA damaged in a
“fatal” way”

Cell killed
*
DNA damaged,
causing cell to
reproduce
uncontrollably

Cancer?
Effetti biologici delle RI
Fattori fisici che modificano la risposta
alle radiazioni ionizzanti
 Qualità delle radiazioni
 Relazione dose-effetto
 Intensità di dose
 Modalità di somministrazione
Sensibilità alle radiazioni
Legge di Bergonié & Tribondeau (1906)
Cellule e tessuti diversi hanno livelli di
radiosensibilità diversi, maggiore per
 Cellule con elevata attività proliferativa
 Minor grado di differenziazione
 Elevato numero di processi mitotici prima della
completa differenziazione
Scala di radiosensibilità
Classi
 Apparato emolinfopoietico
 Gonadi maschili e femminili




Epitelio del cristallino
Epitelio gastrointestinale
Epidermide
Altri epiteli






Parenchimi
Endoteli
Connettivo
Tessuto osseo
Tessuto muscolare
Tessuto nervoso
Radiosensibilità
Intrinseca
DNA, membrana cellulare, organelli etc
Reale
Funzione di condizioni fisiologiche, patologiche,
microambientali al momento dell’esposizione
Attività proliferativa
 Età Embrione>Feto>Bambino>Adulto
Fase del ciclo cellulare
 G2/M >G1/G0 – Stardiva > Sprecoce
Qualità delle radiazioni
Trasferimento Lineare di Energia (LET)
Efficacia Biologica Relativa (RBE)
LET: linear energy transfer
Rapporto tra energia rilasciata dalla RI nel
percorrere una certa distanza e la distanza percorsa
nella materia
Unità tradizionali 1 keV/μm = 1.60 x 10-10 J/m
Unità SI
1 J/m = 6.25 x 109 keV/μm
è funzione delle caratteristiche fisiche della
radiazione, massa e carica
Le radiazioni α e neutroni sono ad alto
Le radiazioni elettromagnetiche (X e γ) LET, altamente ionizzanti
 Hanno una maggiore probabilità di
e particelle b sono a basso LET
produrre interazioni mentre
 Producono poche e sparse
attraversano la materia
interazioni con la materia vivente
 Protoni da 3 MeV ~ 10 keV/μm
 Fotoni X da 200 keV ~ 1,7 keV/μm
 Particelle α da 5.3 MeV ~ 40
keV/μm
LET, Linear Energy Transfer
Tiene conto della distribuzione spaziale
dell’energia dissipata dalla particella carica
iniziale nel tratto l in collisioni che comportano
trasferimenti di energia < di un prefissato Δ
(eV), considerati come energia ceduta
localmente al mezzo
Dimensione: J x m-1
keV x m-1
LET, Linear Energy Transfer
LET: linear energy transfer
Piu’ alto il LET di una radiazione, maggiore la
probabilità di conseguenze biologiche
TIPO DI RADIAZIONE
60Co
Raggi X 200 keV
Elettroni
1 MeV
100 keV
10 keV
1 keV
Protoni
10 MeV
2 MeV
Neutroni
2.5 MeV
14.1 MeV
Particelle a 5meV
Nuclei pesanti
LET (keV/m)
0.3
2.5
0.2
0.5
2
10
4.0
17.0
15-80
3-30
90.0
1000.0
LET: linear energy transfer
LET: linear energy transfer
RBE: Efficacia biologica relativa
Rapporto tra due dosi di radiazioni
ionizzanti diverse che provocano lo stesso
effetto
La radiazione di riferimento è
rappresentata da fotoni X da 1000 KV
EBR = 1 Fotoni X, Fotoni γ, particelle β-,
elettroni accelerati
EBR = 5-20 neutroni, particelle α
Efficacia biologica relativa (RBE)
RBE(A)  Driferimento/DA
Quantifica l’influenza del LET sulla frequenza o
gravità degli effetti biologici
Driferimento = dose assorbita della RI di
riferimento (radiazione γ del 60Co / fotoni X da
1000 KV) necessaria per produrre un effetto
biologico specifico, quantitativamente espresso
DA = dose assorbita della RIA necessaria per
produrre la stessa frequenza e gravità dello
stesso effetto biologico specifico
Efficacia biologica relativa (RBE)
RBE(A)  Driferimento/DA
Quantifica l’influenza del LET sulla frequenza o
gravità degli effetti biologici
ESEMPIO
Se irradiamo cellule con raggi x da 250 keV, ci
vogliono 300 rad per indurre apoptosi
Se le stesse cellule vengono irradiate con nuclei
pesanti, bastano 100 rad per ottenerne l’apoptosi
RB
nuclei pesanti
= 300 rad/ 100 rad = 3
Efficacia biologica relativa (RBE)
LET e RBE sono direttamente correlati
Radiazioni a basso LET hanno bassa RBE e
viceversa
Raggi X usati in diagnostica hanno RBE 1
Interazioni radiazioni-materia
Gli effetti delle RI si manifestano soltanto
se si verifica una cessione di energia al
mezzo attraversato
In particolare il danno subito dai tessuti
biologici è in relazione all'energia
assorbita per unità di massa
Unità di misura delle radiazioni
Esposizione nell’aria
Unità tradizionali
Roentgen (R)
Unità SI (Système International)
Coulombs/Kg (C/Kg)
Quantità di raggi x e  <3
Misura della carica (numero
MeV in grado di produrre
di elettroni) che si muovono
nell’aria ioni che trasportano 1
lungo un conduttore per
unità elettrostatica di carica
una corrente di 1 Ampere in
elettrica positiva o negativa in
1 sec per Kg di aria
3
1 cm di aria secca a 0° 760
1 R = 2,58 x 104 C/kg
mmHg (= 0,001293 g)
Misura della quantità di
ionizzazione nell’aria (numero
di elettroni rimossi dagli
atomi) prodotta da raggi X e 
Dose assorbita [D]
Energia media ceduta dalla radiazione in un
volume di massa m
Gy (Gray)
1 Gy = 1 J x kg-1 = 100 rad
Il potenziale danno
biologico è funzione
della dose assorbita
Intensità o rateo di dose assorbita [D’]
Energia media ceduta dalla radiazione in un
certo volume di massa m nell’unità di tempo
Gy (Gray) x s-1
1 Gy = 1 J x kg-1 = 100 rad
Dose assorbita [D]
 Riveste ruolo di grande rilievo nella
valutazione degli effetti indotti dalle
radiazioni
 Non è in grado di darne una completa
interpretazione quantitativa
 Non è in grado di tener conto della
diversità degli effetti indotti a parità di dose
assorbita da radiazioni incidenti diverse
Dose equivalente [H]
 Tiene conto della diversa qualità delle
radiazioni
H = D Q
 Q fattore di qualità della radiazione, definito in
funzione del LET in acqua della radiazione
considerata
Sv (Sievert)
1 Sv = 1 J x kg-1
Dose equivalente [H]
 Fotoni, raggi γ, elettroni
 Protoni
 Neutroni
 Particelle α, ioni con Z>2
Q
Q
Q
Q
=
=
=
=
1
1-1,2
5-20
20
Dose efficace [E]
 Tiene conto anche della diversa sensibilità
dei diversi tessuti e organi rispetto alle
radiazioni
E = H w
 W = weighting factor, fattore di peso o di
ponderazionedell’organo o tessuto
Sv (Sievert)
1 Sv = 1 J x kg-1
Dose efficace [E]
 Stima del rischio stocastico globale di
cancro e difetti genetici di una determinata
irradiazione del corpo totale, di una parte
del corpo o di uno o più organi
 Non si applica alle esposizioni elevate
Dose efficace totale al corpo [E]
E = Σi Hi wi
Somma delle dosi equivalenti
medie nei diversi organi e
tessuti, Hi, ciascuna
moltiplicata per un fattore di
ponderazione, Wi, che tiene
conto della diversa
radiosensibilità dei diversi
organi e tessuti del corpo
umano irraggiati per gli effetti
stocastici
I fattori di peso sono normalizzati
La loro sommatoria non può essere >1
Dose Efficace
Grandezza radioprotezionistica
Correla in modo appropriato con l’insorgenza di effetti
STOCASTICI a carico dei soggetti irradiati
Correlazione con effetti STOCASTICI è ritenuta
NULLA solo in presenza di E = 0 (ICRP)
Deve essere mantenuta quanto più bassa
ragionevolmente possibile (ALARA)
Ottimizzazione della RADIOPROTEZIONE
Dose equivalente impegnata
Dose equivalente ricevuta da un organo o
tessuto quando si verifica contaminazione
interna (introduzione di radionuclidi nel corpo
umano), tenendo conto che l'irraggiamento si
protrarrà fin quando il radionuclide introdotto
è presente nel corpo
Unità di misura delle radiazioni
Unità
convenzionali
A
Fattore di
conversione
B
Unità SI
Roentgen
Rad
Rem
Curie
2.58 x104
0.01
0.01
3.7 x1010
Coulomb/kg
Gray
Sievert
Becquerel
C=AxB
C
A=C :B
Unità di misura delle radiazioni
Potenza di
10
Fattore di
moltiplicazion
e
Simbol
o
Prefisso
106
1.000.000
M
Mega
103
1000
k
chilo
10-3
0,001
m
milli
10-6
0,000001

micro
10-9
0,000000001
n
nano
Relazione dose-effetto
 Dose di RI assorbita dalle cellule è il
principale fattore fisico in grado di
modificare la risposta
Relazione dose-effetto
Dosi della stessa entità somministrate in tempi di
durata differente provocano effetti biologici
diversi
 Esposizione a RI  riparazione endocellulare
ripopolazione  limitazione della gravità del danno
Dose somministrata nell’unità di tempo
 Effetto di dose erogato in breve intervallo di tempo
>> Effetto della stessa dose proveniente dal fondo
naturale e/o dall’attività professionale accumulata
durante tutta la vita
Fattori chimici che modificano la
risposta alle radiazioni ionizzanti
Effetto ossigeno
 La presenza nel sistema al momento
dell’esposizione alle RI influenza l’effetto
modificando la risposta cellulare
 Provoca formazione di radicali liberi
Fattori chimici che modificano la
risposta alle radiazioni ionizzanti
OER Oxigen Enhancement Ratio
 Misura l’incremento di effetto dovuto a O2
 Ha importanza per RI a basso LET (OER = 2.5-3)
Modalità di somministrazione
 Acuta
 (con dosi elevate) incidenti a reattori nucleari
 Frazionata
 Principale modalità di trattamento con RI delle
neoplasie maligne
 Cronica
 Soggetti professionalmente esposti
 Popolazioni esposte a fondo naturale elevato
 Particolarmente importante nelle
applicazioni cliniche
Modalità di somministrazione
30-100 Triliardi di Cellule (a Rischio)
 Differenti Istotipi
 Differenti Cicli Cellulari
 Differenti Bersagli Cellulari
LD/50 = 4 Gy
4 Gy = 67 calorie
67 calorie = 3 ml di caffé a 60°C
Modalità di somministrazione
Frazionamento della dose
 Particolarmente importante per ottenere
alta probabilità di successo nel trattamento
con RI delle neoplasie maligne
 Somministrare dose elevata
 Non tollerata dai tessuti sani compresi nel
volume da irradiare
 Provocare danni parziali con somministrazioni
frazionate
 Riparazione più efficace dei tessuti normali,
meno radiosensibili rispetto ai tessuti neoplastici
Modalità di somministrazione
Frazionamento della dose
Dose totale suddivisa in frazioni da
somministrare ad intervalli prestabiliti
 Effetto globale diluito
 Dopo ogni frazione
 Cellule radiosensibili  danno irreversibile
 Cellule con danno subletale  Attivano meccanismi
di riparazione
 Cellule non danneggiate o che hanno riparato il
danno e ripreso il ciclo cellulare  Proliferano
Effetti tardivi delle RI
 Effetti somatici
 Effetti deterministici
 Effetti genetici
 Effetti stocastici
 Effetti teratogeni
Danni da radiazioni ionizzanti nei
lavoratori della sanità
Danno deterministico
Legato all’eventualità di situazioni incidentali
Non fa parte della routine quotidiana
Danno stocastico
Può manifestarsi anche per esposizioni a basse dosi
Oggetto di interesse prevalente nella
sorveglianza medica della radioprotezione
Danni deterministici da RI
non casuali/graduali
Prevedibili
Ad una certa dose di esposizione corrisponde sicuramente
l’insorgenza di un certo numero di effetti nell’individuo esposto
Comparsa/Frequenza
Individuabile una dose-soglia
Relazione tra dose ed effetto non è lineare ma sigmoide
Dipende da
Tipo e qualità della RI
Fattore di protrazione della dose
Tessuto ed organo irradiato
Variabilità individuale
Solo sugli esposti
Su tutti gli esposti alla stessa dose
Danni deterministici da RI
non casuali/graduali
Gravità
Varia con la dose (elevata)
Funzione del volume di tessuto irradiato (danno policitico)
Periodo di latenza dall’irradiazione
Solitamente breve
Lesioni
Potenzialmente reversibili (entro certi limiti)
Non tipiche delle radiazioni ionizzanti
Relativamente specifiche
Danni deterministici somatici da RI
non casuali/graduali
 Sindrome acuta da irradiazione
 Radiodermiti
 Cataratta
 Infertilità
 Aplasia midollare
 Altri
Dose soglia indicativa per danni
deterministici somatici da RI
Dose soglia (Gy)
Effetto
0.10
0.25
Danni embrionali
Manifestazioni ematologiche
0.30
0.75
Sterilità transitoria
Malattia da raggi
1.00
Sindrome emopoietica (panirradiazione)
1.0-2.0
3.0
Cataratta
Eritema semplice
4.0
5.0
20.0
Dose letale media al 50%
Sindrome gastroenterica (panirradiazione)
Sindrome cerebrale
Effetto acuto delle RI sui tessuti
Sindromi da pan-irradiazione
Dose assorbita
Volume corporeo irradiato
 Determinano le manifestazioni cliniche
Precocità di comparsa
Gravità
Durata della sindrome
Sindromi da pan-irradiazione
Sindrome gastrointestinale 300 – 450 rad
Sindrome midollare 400 - 1000 rad
Sindrome cerebrale 2000 rad
DANNI DA RADIAZIONI
Rapporto Dose / Effetto
Irraggiamento esterno totale acuto
Dose di 600 Rad
letale nel 100% dei soggetti esposti, entro 30 giorni
Dose di 450 Rad
letale nel 50% dei soggetti esposti, entro 30 giorni
Dose di 250 Rad
letale nel 5 - 10% dei soggetti esposti, entro 30 giorni
Lesioni da irraggiamento esterno
totale acuto
Dopo 10 - 20 anni aumento di incidenza
di neoplasie maligne




cute: carcinomi e sarcomi
scheletro: osteosarcomi
organi emopoietici: linfosarcomi,
neoplasie della tiroide, ovaio, mammella e
polmone
Lesioni da irraggiamento esterno
totale acuto
Dopo 7 - 10 anni aumento di incidenza
per i radioesposti
 LEUCEMIA nelle forme mieloidi acute
e croniche
Effetti tardivi “stocastici” delle RI
 L’effetto tardivo si manifesta come
incremento statisticamente significativo
dell’incidenza naturale
 Manca un effetto specifico
 Probabilità dell’effetto di manifestarsi – e
non la gravità – è in funzione della dose cui
i soggetti sono stati esposti
 Danno genetico
 Carcinogenesi
Effetti tardivi “stocastici” delle RI
Somatici
 Tumori solidi
 Leucemie
Genetici:
 Mutazione, aberrazioni cromosomiche in
una cellula sessuale, ovocita o spermatozoo
 Si manifestano nella progenie di 1° - 2° -3°
generazione degli individui irradiati
Danni stocastici da radiazioni
Coefficienti nominali di rischio
per effetti stocastici (ICRP60/1990)
Popolazione
esposta
Lavoratori
Adulti
Neoplasie
maligne
fatali
Neoplasie
maligne
NON fatali
Effetti
Ereditari
gravi
4.0*10-2 Sv-1 0.8*10-2 Sv-1 0.8*10-2 Sv-1
Popolazione
5.0*10-2 Sv-1 1.0*10-2 Sv-1 1.3*10-2 Sv-1
generale
Totale
5.6*10-2 Sv-1
0.056 * Sv-1
0.000056 * mSv-1
7.3*10-2 Sv-1
0.073 * Sv-1
0.000073 * mSv-1
Lavoratore che ha assorbito per 50 anni 20 mSv/anno (1 Sv) 
Ha probabilità di danni gravi: 0.056 Sv-1 * 50 a * 0.020 Sv/a = 0.056 = 5.6%
Lavoratore che ha assorbito per 50 anni 1 mSv/anno (50 mSv) 
Ha probabilità di danni gravi: 0.056 Sv-1 * 50 a * 0.001 Sv/a = 0.0028 = 0.3%
I PRINCIPI FONDAMENTALI
DELLA RADIOPROTEZIONE
Nessuna esposizione alle RI, per quanto
modesta, può essere considerata
completamente sicura
Normativa in tema di radiazioni
ionizzanti
19 set 1994 D.Lgs. 626/1994
Miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul
luogo di lavoro
1 gen 1996 D.Lgs. 230/1995 modificato da
D.Lgs. 241/2000 modificato da D.Lgs. 257/2001
D.Lgs. 187/2000 entrati in vigore da 1 gen 2001
Specifici al rischio da impiego delle RI, finalizzati a
Prevenzione dei possibili danni per i Lavoratori addetti all’impiego delle
RI
Prevenzione dei possibili danni per i Pazienti che si sottopongono ad
esami e terapie con uso di RI
Prevenzione dei possibili danni per la Popolazione, derivanti dalla
introduzione ed uso di una pratica facente uso di RI
Organizzazioni Internazionali
coinvolte nella protezione radiologica
International Commission on Radiological Protection (ICRP)
 1928
 Esperti in RI e radioprotezione
 Raccomandazioni di natura generale
Comitato Scientifico dell’ONU sugli effetti delle radiazioni
atomiche (UNSCEAR)
 1956
 Rischi da fallout nucleare
Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO)
Fondo Mondiale per l’Agricoltura (FAO)
Organizzazione Mondiale per la Meteorologia (WMO)
Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA)
Organizzazione Internazionale per il Lavoro (ILO)
Obblighi del Datore di Lavoro
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230
Gli organi competenti variano a seconda della
tipologia e quantità di sorgenti detenute:
 Ministero dell’Industria
 Prefetto
 ASL
 Ispettorato del lavoro
 ARPA
 Vigili del fuoco
Organizzazione Aziendale nella tutela della
salute degli esposti a RI
Assunzione di precise responsabilità da parte di
Datore di Lavoro, che esercisce
Direttore Generale / Rettore
Direttore di Presidio Ospedaliero, Distretto, Dipartimento
Dirigenti, che dirigono
Direttori di II livello o espressamente nominati con delibera
Preposti, che sovrintendono le attività disciplinate dal
decreto
Dirigente Medico, Caposala, Capotecnico, o altre figure espressamente nominate
con delibera
Lavoratori
Organizzazione Aziendale nella tutela
della salute degli esposti a RI
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230
Nell'ambito delle rispettive attribuzioni e
competenze
Valutare i rischi
Attuare le cautele di protezione e di sicurezza previste dalla
legge e dai provvedimenti emanati per applicarla
Proporre soluzioni con l’obiettivo di ridurre o eliminare il
rischio
Provvedere affinché i singoli lavoratori
Osservino le norme interne,le modalità di esecuzione
del lavoro, di protezione e di sicurezza previste
Usino i mezzi di protezione
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230
Art.2 Comma 3.
Qualsiasi pratica deve essere svolta in modo da
mantenere l’esposizione al livello più basso
ragionevolmente ottenibile, tenuto conto dei fattori
economici e sociali
A L A R A
Normativa in tema di RI
ICRP
(International Commission on Radiological Protection)
Raccomanda un sistema di protezione protezione
dalle RI basato su tre principi fondamentali:
Giustificazione della pratica
 Tutte le attività che comportano esposizioni a RI devono essere
giustificate
 Devono rappresentare un beneficio netto e positivo
Ottimizzazione della protezione
 Le esposizioni a RI devono essere mantenute al livello ALARA
Limitazione delle dosi
 L’esposizione del lavoratore non può superare annualmente un limite di
dose fissato per legge in accordo con il principio di ottimizzazione
 Comunque si dovrà agire affinché la dose assorbita risulti ALARA
Obblighi del Datore di Lavoro
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230
Prevenzione dei danni deterministici e
limitazione degli eventi stocastici  obiettivi
del sistema di protezione dalle RI demandati a
 organizzazione della radioprotezione
 alle azioni della sorveglianza fisica e medica
Figure coinvolte nel sistema di prevenzione e
protezione dei lavoratori esposti esposti a RI
Esperto Qualificato / Fisico Specialista
Medico Competente /Medico Autorizzato
Responsabile di Apparecchiature Radiologiche di
Radiologia,. Radioterapia, Medicina Nucleare
(individuati con Delibera del DG)
Responsabile del Servizio di Prevenzione e
Protezione
Ingegnere Clinico
Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
Obblighi del Datore di Lavoro
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230
Sorveglianza fisica tramite la figura dell'esperto
qualificato che possiede le cognizioni e
l'addestramento necessari per
Misurare le radiazioni ionizzanti
Assicurare l'esatto funzionamento dei dispositivi di protezione
Dare le istruzioni e le prescrizioni necessarie a garantire la
sorveglianza fisica della radioprotezione
Valutare le dosi assorbite dai lavoratori
Monitorare il rispetto delle procedure stabilite
Avvalersi per la gestione corrente della collaborazione di
Preposti scelti tra il personale con specifica esperienza
Obblighi del Datore di Lavoro, dei Dirigenti e
Preposti D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230, a
Preliminare classificazione di radioprotezione
 Operazione indispensabile per la corretta programmazione
delle azioni di radioprotezione
 Prima di adibire il personale alle attività con rischio da
radiazioni
Provvedere affinché gli ambienti di lavoro in cui
sussista un rischio da RI
 vengano delimitati, segnalati, classificati in zone
 l'accesso ad essi sia adeguatamente regolamentato
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230 Art.2
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
 Zona interdetta
 Zona controllata
Zona sorvegliata
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230 Art.2
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
Zona interdetta
Area nella quale i ratei di dose possono
raggiungere valori elevati
Necessario
 Istituire procedure di accesso e di ronda
 Installare dei sistemi di sicurezza
 Impedire al personale di trovarsi al loro interno
durante il funzionamento e/o irraggiamento
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230 Art.2
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
Zona controllata
Ogni area di lavoro in cui, ove sussista, sulla base
degli accertamenti compiuti dall'Esperto Qualificato,
per i lavoratori ivi operanti il rischio di
superamento in un anno di uno qualsiasi dei
seguenti valori
6 mSv per esposizione globale ovvero
45 mSv per il cristallino
150 mSv per la pelle
150 mSv per le estremità
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230 Art.2
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
Zona sorvegliata
ogni area di lavoro, non classificata zona controllata,
ove sussista, sulla base degli accertamenti compiuti
dall'Esperto Qualificato, per i lavoratori ivi operanti il
rischio di superamento in un anno di uno
qualsiasi dei seguenti valori
 1 mSv per esposizione globale ovvero
 15 mSv per il cristallino
 50 mSv per la pelle
 50 mSv per le estremità
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230 Art.2
CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
L'esperto qualificato deve tener conto anche
delle esposizioni potenziali conseguenti a
eventi anomali e a malfunzionamenti
che siano suscettibili di aumentare le dosi
derivanti dalla normale attività lavorativa
programmata
Obblighi del Datore di Lavoro, dei Dirigenti e
Preposti D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230, g
Le zone interdette, controllate, sorvegliate
sono segnalate
Mediante idonei cartelli di segnalazione in corrispondenza
degli accessi che indichino
il tipo di zona
la natura delle sorgenti
i relativi tipi di rischio
Mediante appositi contrassegni
le sorgenti di RI, fatta eccezione per quelle non sigillate
in corso di manipolazione
Obblighi del Datore di Lavoro
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230
Sorveglianza medica tramite la figura del
medico addetto alla sorveglianza medica
(medico autorizzato, medico competente)
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230
Art.2 Comma 4.
La somma delle dosi derivanti da tutte le pratiche
non deve superare i limiti di dose stabiliti per i
lavoratori esposti, gli apprendisti, gli studenti e gli
individui della popolazione
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230
D. Lgs. n.241/2000
PERSONE
Individui della
popolazione
(persone del pubblico)
LAVORATORI
Allegato IV, paragrafi 7, 8 e 9
Lavoratori non esposti
Lavoratori esposti
Allegato III, paragrafo 1.1.
Chiunque sia suscettibile, durante l’attivita’ lavorativa,
di una esposizione alle radiazioni ionizzanti superiore a
uno qualsiasi dei limiti fissati per le persone del
pubblico
Lavoratori esposti di
categoria A
Allegato III, paragrafo 3.1.
Allegato III, paragrafo 1.2.
I lavoratori che non sono suscettibili di una
esposizione alle radiazioni ionizzanti superiore a
detti limiti sono da classificarsi lavoratori non
esposti
Lavoratori esposti di
categoria B
Allegato III, paragrafo 3.2.
Dose Efficace
E
mSv/anno
Dose Equivalente
HT
mSv/anno
Popolazione
<1
HCristallino <15
HPelle,mani,estremità <50
Categoria A
>6 - ≤20
HCristallino ≤150
HPelle,mani,estremità ≤500
Categoria B
≤6
HCristallino ≤45
HPelle,mani,estremità ≤150
Apprendisti, Studenti
Ecc.: 16-18 anni
≤6
HCristallino ≤45
HPelle,mani,estremità ≤150
Apprendisti, Studenti
Ecc.: >18 anni
Cat. A o Cat. B
Cat. A o Cat. B
Al feto <1
Non possono lavorare in
zone segnalate come
controllate o sorvegliate
durante l’impiego di RI
Non possono svolgere
attività con rischio di
contaminazione
Non possono lavorare in
MN e RT
PERSONALE
Lavoratrici gestanti
Lavoratrici che
allattano al seno
Obblighi del Datore di Lavoro
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230
Per i lavoratori di categoria A sono previste
la sorveglianza fisica individuale, mediante uno o
più apparecchi di misura individuali
la sorveglianza medica, con frequenza
semestrale dei controlli, effettuata da parte del
medico autorizzato
Obblighi del Datore di Lavoro
D.Lgs. 17 marzo 1995 n.230
Per i lavoratori di categoria B sono previste
 la sorveglianza fisica individuale può essere eseguita
sulla scorta dei risultati della sorveglianza fisica
ambientale
 la sorveglianza medica, con frequenza annuale dei
controlli, effettuata da parte del medico autorizzato o
dal medico competente
Giudizio di idoneità al lavoro con RI
Al termine degli accertamenti sanitari è
formulato dal medico autorizzato
Idoneità
Non idoneità
Idoneità con prescrizioni
 Obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione individuali
 Riduzione del limite di esposizione annuale  dose
personalizzata
 Limite proporzionalmete ridotto in base all’aumento del rischio
di sviluppare neoplasie (per cause diverse dall’esposizione a
RI = familiarità, pregresse patologie, stili di vita)
Organizzazione del Lavoro
D.Lgs. 626/1994 Art. 3 Misure generali di tutela
Misure relative alla sicurezza, all’igiene ed
alla salute durante il lavoro non devono in
nessun caso comportare oneri finanziari per
il lavoratore
Organizzazione del Lavoro
D.Lgs. 626/1994 Art. 5 Obblighi dei Lavoratori
Ciascun lavoratore deve prendersi cura
della propria sicurezza e della propria salute
di quella delle altre persone presenti sul luogo di
lavoro, su cui possano ricadere gli effetti delle sue
azioni od omissioni, conformemente alla
sua formazione
alle istruzioni
 ai mezzi forniti dal datore di lavoro
Organizzazione del Lavoro
D.Lgs. 626/1994 Art. 5 Obblighi dei Lavoratori
Osservano le disposizioni e le istruzioni impartite dal
Datore di lavoro, dai Dirigenti, dai Preposti ai fini della
protezione collettiva ed individuale
Utilizzano correttamente
 macchinari, apparecchiature, utensili, sostanze e preparati pericolosi,
attrezzature di lavoro
 dispositivi di sicurezza
Utilizzano in modo appropriato dispositivi di protezione
messi a loro disposizione
Segnalano immediatamente al Datore di lavoro, ai
Dirigenti, ai Preposti
 deficienze dei mezzi e dispositivi
 eventuali condizioni di pericolo di cui vengono a conoscenza
Organizzazione del Lavoro
D.Lgs. 626/1994 Art. 5 Obblighi dei Lavoratori
Non rimuovono o modificano senza autorizzazione i
dispositivi di sicurezza, di segnalazione, di controllo
Non compiono di propria iniziativa operazioni o manovre
 non di loro competenza
 che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori
Si sottopongono ai controlli sanitari previsti nei loro
confronti
Si adoperano direttamente in caso di urgenza
nell’ambito delle competenze e possibilità a
 Ridurre deficienze o pericoli
 Dandone notizia ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza
Organizzazione del Lavoro
D.Lgs. 626/1994 Art. 5 Obblighi dei Lavoratori
Contribuiscono insieme al Datore di lavoro, ai
Dirigenti, ai Preposti all’adempimento di tutti gli
obblighi
imposti dall’autorità competente
comunque necessari per tutelare la sicurezza e la
salute dei lavoratori durante il lavoro
Protezione dalle radiazioni ionizzanti
Rischio da irraggiamento esterno
Tempo
Distanza
Barriere
Norme di radioprotezione
Ottimizzare (MINIMIZZARE)
il tempo dell’esposizione
Il tempo (durata) determina in maniera
lineare, a parita’ di condizioni di
esposizione, l’intensita’ dell’esposizione e di
conseguenza il rischio
 Raddoppiare il tempo di esposizione raddoppia
la dose assorbita
 Dimezzare il tempo di esposizione dimezza la
dose assorbita
Radioprotezione: Tempo
Ridurre il tempo di esposizione
Manipolazioni di sorgenti radioattive e soste in aree
calde dovrebbero essere “veloci”, compatibilmente
con l’attività da svolgere
Per ridurre l’esposizione alle radiazioni al tempo
minimo indispensabile si richiede una minuziosa
programmazione del lavoro
Radioprotezione: Distanza
2 x Distanza = 1/4 dose
3 x Distanza = 1/9 dose
Radioprotezione: Distanza
La distanza è il metodo più efficace per ridurre
l’esposizione alle radiazioni ionizzanti
Legge dell’inverso del quadrato
valida per il raggio primario ma non per la radiazione secondaria scatter
=
L’intensità della radiazione varia con
l’inverso del quadrato della distanza
rispetto al punto di emissione
I1 / I2 = D22 / D12
Radioprotezione: Distanza
Legge dell’inverso del quadrato della distanza
Radioprotezione: Distanza
Legge dell’inverso del quadrato della
distanza
Distanza massima dalle sorgenti radioattive
Utilizzo di pinze (emettitori β come 90Y)
Carrelli per trasporto
Radioprotezione:
Barriere Schermature
Rivelazione delle radiazioni ionizzanti
Misura di una grandezza
 Carica
 Corrente elettrica
 Calore
 Luce
 Effetto chimico
 Opacizzaizone di sostanza trasparente
 Trasformazione in un diverso tipo di radiazione
influenzata dall’interazione della radiazione
con il rivelatore
Rivelazione delle radiazioni ionizzanti
Principi fisici più utilizzati
 Ionizzazione di un gas
 Scintillazione indotta in un materiale organico o
inorganico
 Produzione di coppie elettrone-lacuna in un
semiconduttore
Rivelatori a ionizzazione
 Ionizzazione prodotta in un gas dall’energia
ceduta dalla radiazione
 Il numero di coppie elettrone-ione positivo che si
formano è proporzionale all’energia depositata
dalla radiazione
 W, potenziale di ionizzazione, costante di
proporzionalità dipende dal tipo di gas ed è
maggiore della corrispondente energia di legame
 Parte dell’energia depositata è impiegata in processi
di eccitazione
n=E/W
Rivelatori a ionizzazione
 L’applicazione di un campo elettrico provoca
l’accelerazione degli elettroni e degli ioni positivi
lungo le linee di forza del campo elettrico,
rispettivamente, verso l’anodo e verso il catodo
 L’accelerazione si interrompe per gli urti con le
molecole del gas quando è raggiunta la velocità
massima di deriva.
Rivelatori a ionizzazione
A seconda dell’entità del campo elettrico
applicato si suddividono in zone di lavoro
 A = piccolo campo elettrico  intenso processo
di ricombinazione delle coppie elettrone-ione
positivonon tutte le cariche prodotte sono
raccolte
 B regione di saturazione o di camera a
ionizzazione = campo elettrico applicato è
sufficiente per raccogliere tutte ( esoltanto) le
coppie elettrone-ione positivo generate dalla
ionizzazione
Rivelatori a ionizzazione
C e D contatori proporzionali = campo
elettrico sufficientemente intenso da far
acquistare agli elettroni primari energia
cinetica sufficiente a ionizzare gli atomi del
gas  moltiplicazione a valanga di ioni a
forma di goccia determinata dalla diversa
mobilità degli elettroni e ioni positivi
 La ionizzazione secondaria è strettamente
dipendente da quella primaria
Rivelatori a ionizzazione
E contatori Geiger-Műller = campo elettrico
molto elevato (>contatori proporzionali)
pochi elettroni in moto verso l’anodo
provocano scarica intensa indipendente
dall’energiareazione a catena di valanghe
Contatore Geiger-Műller
Oltre alla ionizzazione si verificano fenomeni
di eccitazione molecolare con emissione di
fotoni nella banda di frequenza dell’UV e del
visibile da de-eccitazione  Una piccola parte
di tali fotoni induce emissione di fotoelettroni
che generano nuova ionizzazione per
moltiplicazione a valanga La scarica è
spenta dalla presenza di un quenching gas
che assorbe i fotoni nell’UV e visibile
Contatore Geiger-Műller
Dispositivo per il conteggio di particelle
cariche (α, β, protoni…) e con opportuno
convertitore anche di R. indirettamente I.
Consiste di un
 CATODO metallico cilindrico di 1-10 cm di Ø e una
lunghezza 2-10 volte maggiore, contenente un gas
rarefatto
 Filo conduttore isolato, COLLETTORE, cui è applicata una
differenza di potenziale prossima a quella di scarica
(~800 V)
Contatore Geiger-Műller
 Quando una R.I. attraversa il tubo, determina una breve
scarica elettrica, indipendente dalla radiazione prodotta
 Basta una sola coppia primaria a dar luogo a una
scarica a valanga completa
 L’impulso elettrico rilevato al passaggio di una R.I. è
indipendente dalla radiazione prodotta
 Non permette di riconoscere il tipo di R.I. e di misurarne
l’energia
 È utilizzabile solo come contatore di radiazione ed è il
più utile strumento di misura delle particelle β e dei
fotoni γ
 Non necessita come altri contatori di schermature o
isolamento
Rivelatori a ionizzazione
F = ulteriore incremento della tensione non
permette nessuna rivelazione avviene una
scarica in presenza ma anche in assenza di
radiazione
Penna dosimetrica / Stilodosimetro
Piccola camera a ionizzazione a forma di penna
stilografica per il controllo dosimetrico personale
 Volume sensibile ~2 cm2
 Intervallo di misura da decina di mR a qualche R
 Si carica preventivamente e si misura la variazione di
tensione tra gli elettrodi dovuta alla scarica per il
passaggio della R.I.
A lettura diretta
 Si osserva su un quadrante a
retroilluminazione incluso nello
strumento lo spostamento del filo
di un elettrometro
A lettura indiretta
 Carica immagazzinata residua è
misurata con un lettore esterno
Dosimetri
A film (pellicola fotografica)
A termoluminescenza (TLD)
Dosimetri a film (pellicola fotografica)
L’annerimento della pellicola provocato
dall’assorbimento delle R.I. è messo in
relazione alla dose assorbita dalla
pellicola, mediante opportuna taratura
Dosimetri a film (pellicola fotografica)
Dosimetri a termoluminescenza (TLD)
Si basano sulle proprietà di cristalli (Ca2F,
LiF) di emettere luce se riscaldate dopo
aver subito irraggiamento con R.I.
L’intensità di luce emessa è proporzionale
alla dose assorbita
Dosimetri a termoluminescenza (TLD)
La R.I. produce nel cristallo elettroni liberi
Alcuni elettroni possono essere catturati per
tempi più o meno lunghi da atomi di
impurezze o difetti presenti nel reticolo
cristallino solido (trappole)
Il riscaldamento del cristallo fa acquistare
agli elettroni intrappolati energia sufficiente
per uscire dalle trappole e ritornare nelle
loro posizioni originarie  produce
emissione di luce
Dosimetri a termoluminescenza (TLD)
Emissione luminosa glow curve composta
da un insieme di picchi, ognuno dei quali
corrisponde a un determinato livello di
intrappolamento
Dosimetri a termoluminescenza (TLD)
Materiali
 solidi e di piccole dimensioni (4 x 4 x 1 mm)
 rispondono alla R.I. nello stesso modo del tessuto
biologico
Risposta
 indipendente da angolo di incidenza della R.I.
 indipendente da rateo di dose
 lineare in zona di dose assorbita (da pochi mGy a
decine di Gy)
 Fading, perdita di informazione a temperatura
ambiente nell’intervallo tra irraggiamento e lettura è
trascurabile
Lettura è automatizzata
Contatore Geiger-Műller
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