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Il regime nazista
Il regime nazista
1918
Proclamazione della
repubblica tedesca
1920
Fondazione del
partito nazista
1933
Hitler capo
del governo
1936
Guerra civile
spagnola
1938
Annessione GermaniaAustria. Notte dei cristalli
1939
Fine guerra civile spagnola.
Patto di non aggressione
tra Urss e Germania
Il regime nazista
La Repubblica di Weimar
Nel 1918 l’imperatore Guglielmo II è costretto ad abdicare. La Germania
diventa una repubblica controllata dai consigli degli operai e dei soldati,
che puntano a una rivoluzione socialista.
Si oppone a ciò il Partito socialdemocratico, che vuole una repubblica
parlamentare: nel 1919, in una situazione di crisi sociale ed economica
l’Assemblea costituente dà vita alla Repubblica di Weimar.
Il regime nazista
1. La Repubblica di Weimar
La Germania era stata considerata la principale responsabile della Prima
guerra mondiale ed era stata costretta a pagare un pesante risarcimento.
Il Partito socialdemocratico,
intendeva formare una
repubblica parlamentare,
mentre le altre forze di sinistra
– i socialisti indipendenti e la
Lega di Spartaco – avrebbero
voluto un cambiamento più
radicale.
All’inizio del 1919 a Berlino
gli spartachisti tentarono
un’insurrezione, che però
venne repressa e costò la
vita a numerosi manifestanti.
1. La Repubblica di Weimar
Pochi giorni dopo un’Assemblea
costituente gettò le basi del nuovo Stato
tedesco: la Repubblica di Weimar.
Al governo sedevano socialdemocratici,
Partito democratico ed esponenti dello
Zentrum.
Pur con una costituzione molto avanzata,
la Repubblica non ebbe il sostegno né dei
comunisti, né della destra.
L’aristocrazia, che aveva il controllo
dell’esercito, e la maggior parte degli
industriali avrebbero preferito un
sistema politico autoritario.
Il regime nazista
1. La Repubblica di Weimar
Le condizioni esageratamente punitive
del trattato di pace favorirono la
propaganda nazionalista. Essi fecero
crescere nei tedeschi la voglia di una
rivincita, soprattutto contro la Francia.
Secondo i nazionalisti e i conservatori,
la sconfitta non era dipesa dalla forza
militare delle potenze dell’Intesa. Era
dipesa dal tradimento dei comunisti e
dei pacifisti che avevano sabotato la
guerra all’interno della Germania. In
particolare, i comunisti venivano
accusati di essersi venduti all’Unione
Sovietica e di aver reso inutile l’eroismo
dei soldati al fronte, fiaccando la
resistenza del popolo tedesco e
provocando il crollo dell’impero.
Il regime nazista
2. L’ascesa del nazismo e la dittatura
Il crollo di Wall Street del 1929 aggravò i problemi economici della
Germania e favorì l’ascesa del Partito nazista, un partito di estrema
destra, razzista e antidemocratico, guidato da Adolf Hitler.
I nazisti vennero sostenuti dal ceto medio, dall’alta borghesia e da
molti disoccupati.
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2. L’ascesa del nazismo e la dittatura
Nel 1920 venne fondato a Monaco di Baviera il
Partito nazionalsocialista dei lavoratori
tedeschi (Partito nazista), una formazione di
estrema destra che si proponeva di combattere
le forze politiche socialiste ricorrendo anche
alla violenza. Il suo capo, Adolf Hitler, era un
reduce austriaco di 31 anni.
Fino al 1930 i nazisti in
parlamento furono decisamente
pochi e solo a partire da
quell’anno il loro numero cominciò
velocemente a crescere.
Fu soprattutto la crisi del 1929 il
fattore di crescita della loro
popolarità.
Il regime nazista
2. L’ascesa del nazismo e la dittatura
Dopo la crisi del 1929 gruppi sociali sempre più ampi cominciarono
ad appoggiare i nazisti:
 il ceto medio, colpito dalle crisi economiche e fortemente nazionalista;
 l’aristocrazia e l’alta borghesia, pur disprezzando Hitler per le sue
modeste origini, lo appoggiavano in nome della potenza tedesca;
 molti disoccupati,
economicamente
disperati, aderirono al
nazismo perché
prometteva loro
benessere e attribuiva
agli ebrei la
responsabilità della crisi
della Germania.
Il regime nazista
2. L’ascesa del nazismo e la dittatura
Il 30 gennaio 1933 Hitler diventa cancelliere e, ispirandosi a quanto era
accaduto in Italia pochi anni prima col fascismo, liquida nell’arco di pochi
mesi la democrazia e trasforma la Germania in una dittatura.
A differenza che in Italia, fin dall’inizio l’ideologia nazista si dichiara
esplicitamente razzista: solo la “razza ariana” poteva imporsi e aveva il
dovere di annientare alcune razze inferiori, tra le quali gli ebrei.
Per Hitler la Germania aveva
diritto a uno “spazio vitale”,
cioè a un’espansione del suo
territorio (verso est). Gli slavi
dell’Europa Orientale,
considerati una razza
inferiore, avrebbero dovuto
essere schiavizzati.
Il regime nazista
2. L’ascesa del nazismo e la dittatura
Così come in Italia, anche in
Germania vennero messi fuori
legge i sindacati e dichiarati
illegali tutti i partiti, eccetto
quello nazista.
Anche la dittatura nazista ebbe
un carattere totalitario.
Vennero create organizzazioni
che avevano il compito di
mobilitare la popolazione a
favore di Hitler e del nazismo e
si fece ampio uso dei mezzi di
comunicazione di massa come
strumenti di propaganda.
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2. L’ascesa del nazismo e la dittatura
La politica antisemita nazista
Già nel 1933 tutti gli ebrei tedeschi
vennero esclusi dagli impieghi
pubblici e dall’insegnamento. Nel
1935 vennero approvate le “leggi di
Norimberga”, che privavano gli
ebrei della cittadinanza tedesca e
impedivano il matrimonio tra
ariani e ebrei.
La notte del 9 novembre 1938
(“notte dei cristalli”) i nazisti
compirono una serie di violenze ai
danni della popolazione ebraica: un
centinaio di cittadini ebrei venne
ucciso e circa 35 000 furono
deportati.
Il regime nazista
3. Politica economica e politica estera
In campo economico Hitler ottenne una rapida ripresa del Paese
avviando imponenti opere pubbliche e investendo nel riarmo.
Il nazismo si opponeva infatti ai trattati di pace e rivendicava per la
Germania il diritto ad ampliare il proprio “spazio vitale”: così, nel
1938, vennero annesse Austria e parte della Cecoslovacchia.
Il regime nazista
3. Politica economica e politica estera
Politica economica
I nazisti introdussero il
Führerprinzip (“principio del capo”)
anche nelle aziende: come nella
Germania il Führer era il capo di
tutto il popolo, anche nei luoghi di
lavoro tutti dovevano obbedire a
capi e imprenditori.
Hitler si preoccupò anche di
favorire la ripresa economica e a
questo fine il promosse lavori
pubblici di grandi dimensioni, come
autostrade e canali; inoltre investì
enormi capitali nella produzione di
armi e mezzi per l’esercito,
azzerando la disoccupazione.
Il regime nazista
3. Politica economica e politica estera
Politica estera
La guerra per Hitler rappresentava il mezzo per vendicare la
sconfitta del 1918 e per garantire alla Germania lo “spazio vitale”.
Fin dalla sua ascesa al potere
Hitler dichiarò di non voler più
rispettare i trattati di pace:
occupò la Renania e la Saar,
due regioni della Germania
occidentale e ristabilì l’obbligo
per tutti i cittadini maschi di
svolgere il servizio militare.
Francia e Gran Bretagna
condannarono le scelte di
Hitler, ma non fecero nulla di
concreto per ostacolarle.
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3. Politica economica e politica estera
Politica estera: l’annessione di Austria e Sudeti
Per i nazisti tutti i membri della stirpe tedesca dovevano vivere in uno
stesso Stato. Il primo Stato da inserire nel Reich era dunque l’Austria, in
quanto era abitata da tedeschi: ciò avvenne nel 1938.
Anche i Sudeti, una regione della
Cecoslovacchia abitata in prevalenza da
tedeschi, divennero parte del Reich
nello stesso anno.
Pochi mesi dopo l’esercito tedesco
occupò anche Boemia e Moravia,
nonostante Hitler avesse promesso alle
potenze europee che non l’avrebbe fatto.
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3. Politica economica e politica estera
Il patto Molotov-Ribbentrop
il 23 agosto 1939 l’Unione Sovietica comunista e la Germania nazista
firmarono un patto di non aggressione della durata di dieci anni.
Per Hitler la Russia era il
principale nemico, ma dal
momento che temeva di entrare
in guerra anche contro Francia e
Gran Bretagna, col patto poteva
evitare una guerra con Stalin.
Stalin temeva che Hitler si
alleasse con Francia e Gran
Bretagna per potere attaccare
l’Urss; inoltre, secondo alcuni
articoli segreti del patto, l’Unione
Sovietica avrebbe ottenuto i
territori della Polonia orientale
e degli Stati baltici.
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