Garlasco, 3 giugno 2015
Dr.ssa Elena Vlacos
Psicologa clinica - Psicoterapeuta Gestalt in specializzazione
PERCORSI DI FORMAZIONE CONDIVISI PER
OPERATORI DEL TEACHER TRAINING
Como
Brescia
Pavia
CONDIVISIONE DI PERCORSI DIAGNOSTICITERAPEUTICI PER L’ADHD: IL PROGETTO
REGIONALE
Il progetto in Lombardia coinvolge 18 Centri di Riferimento Regionali per l’ADHD,
afferenti alle UONPIA di Brescia, Bergamo; Cremona; Fondazione IRCCS “Ca’
Granda” Milano, Fondazione IRCCS “C.Mondino” Pavia, Garbagnate, Lecco,
Legnano, Lodi Mantova, Milano Fatebenefratelli; Niguarda, San Paolo,
Vallecamonica, Valtellina, Varese, Istituto Eugenio Medea Di Bosisio Parini (LC), a
cui si agiungono altre UONPIA, che pur non essendo centri di riferimento per
l’ADHD, hanno iniziato un lavoro di formazione e condivisione per poter offrire al
proprio territorio interventi diagnostici e di trattamento rispetto al disturbo.
Inoltre collabora il Laboratorio per la Salute Materno-Infantile dell’Istituto di Ricerche
Farmacologiche Mario Negri attraverso il registro regionale dell’ADHD che ogni
centro di riferimento è tenuto a compilare ed aggiornare ad ogni visita prima e di
controllo.
CONDIVISIONE DI PERCORSI DIAGNOSTICITERAPEUTICI PER L’ADHD: IL PROGETTO
REGIONALE
OBIETTIVI DI CONDIVISIONE DEL PROGETTO
Garantire la formazione e l’aggiornamento per gli operatori dei Centri citati
relativamente agli interventi diagnostici e terapeutici:
Curando la relazione con i bambini, le famiglie e le scuole,
Garantire una formazione e informazione adeguata a pediatri, operatori dei servizi
territoriali, insegnanti, genitori
Produrre e diffondere materiale dalla comprovata validità scientifica
CONDIVISIONE DI PERCORSI DIAGNOSTICITERAPEUTICI PER L’ADHD: IL PROGETTO
REGIONALE
Per maggiori informazioni sulle iniziative formative e informative relative al progetto
regionale:
[email protected]
http://givitiweb.marionegri.it/Centers/Public/ADHD
http://adhdlombardia.webnode.it
INTERVENTO MULTIDIMENSIONALE:
TIPI DI PERCORSO PSICO-EDUCATIVI:
Bambini
Insegnanti
Genitori
Genitori
Parent Training
Insegnanti
Teacher Training
Bambini
Child Training
LE GUIDE DELLA REGIONE LOMBARDIA
TEACHER TRAINING
COS’È IL TEACHER TRAINING
E’ un intervento psicoeducativo rivolto agli insegnanti:
Informativo
Formativo
OBIETTIVO:
Raggiungimento di obiettivi didattici, relazionali e psicopedagogici
COS’È IL TEACHER TRAINING
L’ obiettivo importante che si desidera che gli alunni raggiungano, attraverso
l’intervento specifico di una insegnante che ha frequentato il Teacher Training, in
sinergia con una famiglia (che ha frequentato il PP), utili in ambito scolastico e
familiare è di aiuto per:
AUTO – REGOLARE
AUTO – GESTIRE
ESSERE CONSAPEVOLE
I PROPRI COMPORTAMENTI
TEACHER TRAINING
Intervento formativo:
Comprendere la natura del problema  le attribuzioni (perché è così il bambino?)
Imparare nuove strategie di osservazione  analisi funzionale in ambito
scolastico (su che cosa posso lavorare per migliorare la situazione?)
Diverse le modalità di intervento  supporto e formazione (Come posso gestire il
bambino per raggiungere gli obiettivi didattici, relazionali e psicoeducativi?)
TEACHER TRAINING
NATURA DEL
PROBLEMA
STRATEGIE DI
OSSERVAZIONE
MODALITA’ DI
INTERVENTO
I MODELLI DI RIFERIMENTO
PER GLI OPERATORI
“Il bambino con deficit di attenzione/iperattività”, di Vio, Marzocchi, Offredi, ed.Erickson, 1999
“Bambini provocatori”, di R.A.Barkley, ed. ArsMedica Editore, 2007
“L’alunno iperattivo in classe. Problemi di comportamento e strategie educative”,
di Di Pietro, Bassi, Filoramo, Boccagni, ed. Cetro Studi Erickson, 2001
MODELLI TEORICI DI RIFERIMENTO
ORGANIZZAZIONE:
L’intervento è rivolto agli insegnanti dei bambini in carico presso la Neuropsichiatria
Infantile che organizza il TT.
Le insegnanti sono invitate a partecipare attraverso una lettera informativa, inviata
alla famiglia del bambino in carico, con la richiesta di consegnarla alla scuola.
Sono invitati tutti gli insegnanti del bambino in carico.
Inoltre il gruppo di insegnanti che parteciperà al TT potrà essere composto dalle
insegnanti di un solo bambino o da insegnanti di diversi bambini che frequentano lo
stesso ciclo scolastico e che possono condividere tematiche similari.
L’intervento mostrerà un miglioramento del benessere del bambino (dentro e fuori
dalla classe), della sensazione di efficacia e di soddisfazione dell’insegnante,
miglioramento del clima dell’intera classe.
IL PERCORSO
5 INCONTRI seguiti da 1 incontro di FOLLOW UP
In alcuni casi è possibile aggiungere alcune sessioni di APPROFONDIMENTO.
DURATA: 90 o 120 minuti, in relazione al numero dei partecipanti.
CONDUTTORI: 1 o 2 conduttori formati attraverso i percorsi condivisi dal progetto
regionale, aventi competenze sul disturbo e sulla sua manifestazione in ambito
scolastico.
ORGANIZZAZIONE SESSIONE: parte di discussione di gruppo sulla settimana
precedente (a parte il primo incontro), parte teorica, schede o giochi di ruolo,
compiti per la settimana successiva, conclusione.
IL PERCORSO
INCONTRO 1
“Che cosa è l’ADHD?:
Credenze, conoscenze e aspetti relativi alla normativa scolastica”
Cos’è l’ADHD (caratteristiche primarie e quadri sintomatologici)
Fenomeno e cause (distinguere una normale disattenzione/iperattività da una
disattenzione/iperattività che può compromettere l’adattamento del soggetto nel
suo ambiente)
La normativa scolastica (direttive Ministeriali dal 2010 al 2014, con circolare sui BES
compresa)
IL PERCORSO
INCONTRO 2
“Impostare una comunicazione efficace per favorire lo sviluppo di una buona relazione”.
Rinforzare le risorse esistenti nel corpo docenti e promuoverne di nuove
La comunicazione efficace: l’ascolto attivo e i messaggi IO
Rendere consapevoli gli insegnanti che prendersi cura delle dinamiche relazionali (tra cui la
comunicazione) è parte integrante del proprio lavoro, e che tale attenzione migliereà il
benessere del bambino, la relazione con la famiglia del bambino e il benessere personale
dell’insegnante (per una maggiore soddisfazione lavorativa).
IL PERCORSO
INCONTRO 3:
“Impostare una osservazione strutturata sulla base dei modelli di riferimento in
ambito clinico-psicologico”
Definizione del comportamento problema (punti di debolezza e punti di forza).
Nel modello ABC per il comportamento si tengono in considerazione:
antecedenti, comportamento problema e conseguenze.
Si chiede agli insegnanti di compilare una scheda, durante la settimana successiva, per osservare
i propri alunni durante i comportamenti problema.
IL PERCORSO
INCONTRO 4
“Programmare un intervento efficace: gratificazioni e rinforzi”.
Organizzare strategie di intervento personalizzate:
cosa/quale comportamento; come, quali comportamenti positivi promuovere
Le gratificazioni (oggetto, azione, parola per una soddisfazione interiore nel bambino)
Rinforzo positivo (≠ rinforzo negativo)
Le punizioni (costo della risposta/punizione)
IL PERCORSO
INCONTRO 5
“Strategie avanzate di apprendimento e gestione delle lezioni e dei compiti in classe”
(in fase di progettazione dal centro di riferimento)
Obiettivi didattici che si intende raggiungere con il bambino con ADHD in relazione al
gruppo classe
Modalità didattiche da adottare (le mappe concettuali, la Lavagna Interattiva
Multimediale, il Piano Didattico Individualizzato)
Rispetto e dignità del bambino evitando di farlo sentire DIVERSO (gratificarlo se
riesce a completare le proprie schede e assecondare le sue richieste di
apprendimento)
Le PAUSE: importanti momenti (5-10 min a seconda della frequenza)
Il SOSTEGNO SCOLASTICO: “Molti bambini con ADHD possono non aver bisogno
dell’insegnante di sostegno, se sostenuti da una corretta ed organizzata azione
sinergica di scuola-famiglia-servizi; altri potranno invece riceverne vantaggio, da
quantificare, in termini di monte ore, caso per caso (secondo la gravità ed
eventuale associazione di altri disturbi, ecc)” da Associazione Italiana Disturbi
Attenzione e Iperattività.
IL PERCORSO
INCONTRO 6
“Il Follow Up”
Effettuare una revisione del percorso:
efficacia del metodo adottato dopo il percorso di TT
Fornire eventuali informazioni aggiuntive e chiarimenti
Consegna dell’attestato di frequenza
IL PERCORSO
LE SESSIONI INTEGRATIVE
“La gestione dello stress dell’insegnante”
Monitoraggio della percezione dello stress dell’insegnante (rischio stress-lavoro
correlato)
Presenza consapevole: la gestione delle proprie emozioni (rabbia, frustrazione,
sensazione di fatica, del “non farcela”, di impotenza)
Lo stress-lavoro correlato dell’insegnante a scuola
Le strategie personali-relazionali per la gestione dello stress individuale (auto-ascolto
e auto-osservazione)
Ultima sessione integrativa “Rapporto scuola-famiglia”
(in fase di progettazione dal centro di riferimento)
PARENT TRAINING
COS’È IL PARENT TRAINING
Il Parent Training (PT) è un percorso psicoeducativo di gruppo, in cui sono invitati a
partecipare i genitori dei bambini diagnosticati o con “sospetto” di ADHD.
Il gruppo facilita un clima di fiducia, confronto e rispecchiamento, ed ha come
obiettivi l’apprendimento, accrescere la consapevolezza e favorire il cambiamento
relazionale.
Inoltre si comprendono le caratteristiche del disturbo e si prende coscienza degli
elementi critici che caratterizzano la relazione genitore-bambino.
COS’È IL PARENT TRAINING
Il PT sviluppa la comprensione del proprio stile educativo e innesca un
processo di modificazione e di valorizzazione delle competenze
genitoriali e dei “punti di forza” e dei “punti di debolezza” del bambino.
Si apprendono tecniche di gestione del comportamento e nuove
modalità orientate alla costruzione di una nuova gestione delle
situazioni critiche.
Il genitore diventa parte integrante del processo terapeutico, grazie alla
sua partecipazione attiva, in gruppo e a casa col proprio figlio.
ASPETTI ORGANIZZATIVI
Numero di partecipanti (min-max): 3-6 coppie, quindi 6-12 genitori;
Numero e durata degli incontri: 9-10 incontri di un ora e mezza- due
Frequenza: 1 incontro ogni 2 settimane
Conduttori: 1-2 per gruppo, appositamente formatisi, con abilità di gestione di gruppo,
adeguatamente formati seguendo le linee guida di riferimento
Spazio: adatto ad incontri di gruppo, con collocazione circolare
Orario: fine giornata lavorativa
MODALITÀ DI COSTRUZIONE DEL GRUPPO
Quando il clinico crea un gruppo di PT deve tenere conto delle seguenti variabili:
Conferma diagnosi ADHD e relativa comorbidità (DOP, DC, etc);
Colloquio coi genitori per informarli sul PT;
Famiglie monoparentali;
Conflittualità coniugale;
Inappropriate aspettative dei genitori;
Psicopatologia genitoriale;
Resistenza al coinvolgimento nel processo di cura
NELLA FAMIGLIA:
RELAZIONE DISFUNZIONALE
Comandi vaghi e confusi;
Richiami continui non strutturati;
Continue punizioni e scarse gratificazioni, minacce;
Ipervalutazione comportamenti negativi;
Rinforzi dei comportamenti non appropriati;
Ambivalenza, incoerenza nell’educazione;
Ipovalutazione dei comportamenti positivi;
Nessun rinforzo comportamenti appropriati;
Verbalizzazioni negative e svalutanti;
Nessun modello alternativo (alternativa positiva);
Disregolazione emotiva (es:rabbia, impulsività) del genitore come modello
LE VARIABILI PIÙ VISIBILI DALL’OSSERVAZIONE
CLINICA:
Ambivalenza nel comportamento del genitore verso il figlio
(gratificante/nongratificante-punitivo/non punitivo);
Mancanza di coerenza nello stile educativo;
Prevalenza di punizioni invece di gratificazioni (es:quando in famiglia ci sono più figli);
Incapacità di gestire frustrazione, rabbia e insoddisfazione derivanti dalla situazione;
Incapacità di comunicazione del genitore vs figlio
Dimensione
cognitiva/emotiva:
-stress;
-senso di colpa;
-rabbia;
-bassa soddisfazione e
efficacia
Dimensione
educativa/relazionale:
-Dimensione punitiva e
caotica;
-minacce e punizioni;
-rinforzi negativi
Dimensione
relazionale/comunicativa:
-conflitti;
-distanziamento;
-colpa esterna;
-svalutazione
9 TEMI DEGLI INCONTRI
1.
Comprensione del problema (info, obiettivi, formazione del gruppo);
2.
Preparazione al cambiamento (attribuzioni ed effetti);
3.
Complessità del problema (antecedenti-comportamento problemaconseguenze);
4.
Imparare comportamenti che favoriscano l’autoregolazione (relazioni positive,
comunicazione, punti di forza e di debolezza);
5.
Modelli e strategie funzionali (estinzione e costo della risposta);
6. Imparare il bagaglio di strategie (Rinforzo, time-out, problem solving, linguaggio
interno)
7. Agire con un piano in testa (agire per soluzioni: i 5 punti);
8. Genitore come modello di soluzione dei problemi;
9. Bilancio del lavoro svolto (dall’etero-regolazione all’auto-regolazione)
AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA NEL GENITORE
COME
PRIMO EDUCATORE DEL PROPRIO FIGLIO
GENITORE come MODELLO
LE ESPERIENZE DEI GRUPPI
Cosa dicono i genitori:
Sento di aver acquisito un maggior controllo sulle mie emozioni;
Affronto e gestisco meglio il problema, agendo preventivamente;
Mi sento meno affaticato grazie alla maggior collaborazione di mio figlio che
percepisco;
Ho visto dei miglioramenti nella relazione tra me e mio figlio
Il percorso in gruppo mi ha fatto sentire meno solo, perché ho capito che non siamo
gli unici a dover gestire quotidianamente questo tipo di difficoltà (spesso si
instaurano legami importanti tra i membri del gruppo)
ALCUNE CRITICITÀ:
Alcuni genitori a distanza di 6 mesi/1 anno chiedono di poter rifare il percorso
approfondendo i punti trattati;
“Se l’avessimo potuto fare prima!” (ritardo dell’intervento)
Richiesto il coinvolgimento della scuola, da parte delle insegnanti che insegnano ai
bambini quotidianamente
EFFICACIA DEL PARENT TRAINING
Studi scientifici, hanno riportato i risultati degli interventi di PT:
Bassa influenza sulla sintomatologia di ADHD
Relazione genitore-bambino
Auto-regolazione emotiva e minori
reazioni negative del genitore
Alta influenza su:
Diminuzione stress genitoriale
(>relazione,<stigmasociale,>efficacia)
Maggior collaborazione tra genitore e figlio
(genitore ->figlio e figlio -> genitore)
CHILD TRAINING
COS’È IL CHILD TRAINING
Cognitivo e
metacognitivo
Comportamentale
Emotivo e
Relazionale
DALLA “GUIDA ADHD PER GENITORI”
DELLA REGIONE LOMBARDIA
L’intervento ha l’obiettivo di rendere consapevole il bambino del disturbo e
di fargli conoscere le sue caratteristiche comportamentali e cognitive; fargli
imparare a usare le procedure di problem solving e di autogestione per
migliorare l’auto-monitoraggio e il raggiungimento degli obiettivi auto-diretti;
applicare il training di autoistruzione per migliorare l’apprendimento e per
ridurre le lacune accademiche; utilizzare procedure di training delle abilità
sociali, delle abilità di comunicazione e di controllo della rabbia per ridurre i
problemi di interazione sociale; impiegare le procedure cognitive e il training
delle abilità sociali per ridurre la presenza di bassa autostima e
depressione.
Al momento, solo alcuni centri di riferimento della Regione, hanno attivato
tale percorso.
MINDFULNESS
L’attività di rilassamento basato sulla pratica della Mindfulness (MBSR, Mindfulness
Based Stress Reduction, Prof. Kabat-Zinn), è una pratica per sviluppare l’attenzione
volontaria e la regolazione delle emozioni, oltre ad altri benefici (diminuzione ansia,
depressione e sintomi psicosomatici). Il protocollo è stato ideato da Jhon Kabat-Zinn,
professore emerito di medicina, e fondatore e direttore del centro più grande
d’America presso la University of Massachusetts Medical School a Boston.
Kabat-Zinn fonda la Mindfulness nel 1978. Negli Stati Uniti e in Inghilterra è uno dei
metodi terapeutici non-farmacologici più utilizzati per efficacia e spesa sanitaria
AREE DEL CERVELLO ATTIVATE:
Le regioni del cervello che si attivano durante esercizi per mantenere attiva la propria
attenzione su un’oggetto specifico, come il respiro o determinate parti del proprio
corpo (body scan), sono coinvolte nella capacità di vigilanza, di controllo, e disimpiego
di attenzione per fonti di distrazione, (Lutz et al.,2008 b; Cahn and Polich, 2006).
Esercizi che aumentano un atteggiamento compassionevole, amorevole e gentile,
concorrono a creare un generale senso di benessere ed un aiuto nel prevenire
sentimenti di rabbia ed irritabilità (Lutz et al., 2007; Braboszcz et al.,2010)
Portare l’attenzione al corpo o al respiro, nel qui ed ora, è un modo per entrare in
contatto con se stessi, i propri bisogni e le proprie emozioni. Una piacevole
conseguenza è il rilassamento e un maggior senso di fiducia in se stessi e negli altri,
nell’imparare a lasciare andare ciò che non ci serve o ci fa male.
EMOZIONE
ATTENZIONE
MINDFULNESS
RESPONSABILITA’
ATTEGGIAMENTO
AMOREVOLE
GRAZIE PER LA VOSTRA
PARTECIPAZIONE
D.SSA ELENA VLACOS,
PSICOLOGA-PSICOTERAPEUTA PRESSO NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
I.R.C.C.S. MONDINO.
EMAIL: [email protected]