OGM: QUALI SONO LE MODIFICAZIONI
GENETICHE CHE HANNO AVUTO PIU’
SUCCESSO?
Quelle che rendono le piante capaci di:
tollerare diversi tipi di erbicidi (es. SOIA
round up ready)
produrre tossine in grado di uccidere insetti
parassiti e quindi di resistere ai loro attacchi
(es. MAIS Bt).
NON E’ UN CASO che la gran parte della superficie
coltivata nel mondo a piante transgeniche, circa
l’85%, sia rappresentata da colture che presentano
tolleranza agli erbicidi.
In questo modo le grandi multinazionali agro-chimiche,
biotecnologiche e sementiere possono vendere sia i
semi transgenici, da loro messi a punto e brevettati, sia
l’erbicida chimico da somministrare alle colture.
Per esempio, la SOIA transgenica
“ROUNDUP READY”, della
Monsanto, è capace di tollerare
l’erbicida ROUNDUP, prodotto e
commercializzato dalla Monsanto
stessa.
CHE COS’E’ LA TECNOLOGIA
“TERMINATOR”
(copyright: RAFI, attualmente ETC: Erosion Technology and Concentration)
Tecnologia genetica progettata per
controllare la fertilità e la crescita delle
piante.
Senza eufemismi è stato chiamato
“Sistema di Protezione della Tecnologia
(Technology Protection System - TPS)”.
Ha come scopo principale la protezione
delle varietà transgeniche in tutto il
mondo, indipendentemente dal tipo di
leggi esistenti in ogni singolo paese (evita
ispettori/costosi controlli, evita
problema della diversità del sistema
brevettuale nel Sud del mondo).
Uno dei primi brevetti di questo tipo, denominato
"Terminator" dal RAFI (Rural Advancement Foundation
International) un’associazione non governativa che ha
sede in Canada, è stato ottenuto nel marzo 1998 da una
compagnia sementiera, la Delta and Pine Land Company, in
collaborazione con il Dipartimento di Agricoltura degli
USA (US Patent Number 5723765: CONTROL OF
PLANT GENE EXPRESSION).
Aggiungendo il complesso di geni del sistema Terminator
ad un qualunque gene brevettato, come ad esempio quello
che conferisce resistenza a un insetto dannoso o
tolleranza a un erbicida, si ottiene l’autoprotezione del
brevetto, in quanto l'agricoltore, non potendo utilizzare i
semi prodotti dalle piante da lui coltivate, sarà costretto
a ricomprarli nell'anno successivo.
Di seguito verrà descritto il funzionamento della tecnologie
Terminator, tenendo presente la elegante spiegazione che
Martha Crouch ne ha dato nel 1998.
Sarà esaminato il caso dei semi di cotone ingegnerizzati per
la tolleranza ad un erbicida. Tali semi si svilupperanno
normalmente fino a maturità, quando una particolare tossina
sarà prodotta, che ucciderà i semi di seconda generazione.
Ai fini della comprensione anche da parte dei non-biologi
GENE: tratto di DNA contenente il codice per produrre una
specifica proteina.
GENE ATTIVO: attività dipende (o no) da una complessa
interazione tra il DNA e altre molecole nella cellula.
Generalmente un GENE è diviso in più parti: a) un tratto di
DNA che interagisce con esterno  PROMOTORE; b) un
tratto di DNA contenente il codice per ordinare la sequenza
degli aminoacidi della proteina codificata  SEQUENZA
CODIFICANTE. Nel gene attivo il promotore interagisce
con altre molecole in modo tale che la sequenza codificante
diriga la sintesi della specifica proteina.
INGEGNERIA GENETICA: processo attraverso cui è
possibile alterare la sintesi delle proteine manipolando i
geni. Possono essere aggiunti nuovi geni o cambiati geni
già esistenti, per produrre proteine in tempi diversi
oppure in quantità diverse.
Poiché il codice genetico è simile in tutte le specie, dai
batteri all’uomo, geni presi da un gatto possono funzionare
bene in una pianta di carota e viceversa. In aggiunta, il
promotore di una sequenza codificante può essere rimosso
e posizionato davanto ad un’altra sequenza codificante per
cambiare la quantità e il momento della produzione di una
data proteina.
Il costrutto genico Terminator è costituito da:
1) Un promotore attivato tardi durante lo sviluppo del
seme, e perciò chiamato LEA (Late Embryogenesis
Abundant), fuso alla sequenza codificante per una tossina.
In questo modo il gene produrrà la tossina solo nei semi
maturi, ma non ucciderà altre parti della pianta. La tossina
proposta è una proteina inibitrice dei ribosomi (RIP),
originata dalla pianta Saponaria officinalis, che inibisce la
sintesi delle proteine.
Questo permetterebbe alle piante Terminator di crescere
fino a maturità e produrre semi, ma i semi non sarebbero
vitali e le compagnie sementiere non potrebbero vendere i
loro prodotti. Dunque i geni codificanti per la tossina,
dovrebbero essere attivati solo dopo la produzione dei
semi vitali da vendere agli agricoltori, ed esattamente
durante lo sviluppo dei semi di seconda generazione.
2) Così il costrutto genico si arricchisce di un pezzo di
DNA inserito tra il promotore LEA ed i geni codificanti
per la tossina, in modo da bloccare la produzione della
tossina stessa.
Il pezzo di DNA contiene alle estremità due sequenze di
geni riconosciute dall'enzima RICOMBINASI, che è capace
di tagliare e rimuovere il pezzo di DNA proprio in
corrispondenza delle sequenze riconosciute. Così, rimosso il
DNA bloccante, il promotore LEA è di nuovo vicino alla
sequenza codificante per la tossina, e la tossina può essere
prodotta. Questo costrutto genetico però, otterrebbe lo
stesso risultato descritto in precedenza, cioè la attivazione
dei geni per la produzione di tossina alla fine dello sviluppo
del seme, che risulterebbe ancora sterile.
Così, al fine di ottenere grandi quantità di semi per la
vendita, è stato escogitato un altro elegante trucco di
ingegneria genetica.
3) La sequenza codificante per la ricombinasi è stata
collocata vicino ad un promotore costitutivo, che è
represso ma che può essere de-represso da una
sostanza chimica.
Tale sostanza può essere aggiunta ai semi prima di
venderli agli agricoltori, prima della semina. Una delle
sostanze proposte è l'antibiotico tetraciclina.
RIASSUMENDO
Senza tetraciclina il gene della ricombinasi è represso, la tossina non è prodotta e le
aziende sementiere possono produrre semi per la vendita, che saranno trattati con
tetraciclina appena prima di essere acquistati dagli agricoltori. La tetraciclina
attiverà la produzione dell'enzima ricombinasi che rimuoverà il pezzo di DNA
bloccante i geni per la tossina e la tossina verrà prodotta quando i nuovi semi
saranno maturi.
THE ECONOMIST
Oct 7th 1999
Terminator genes - Fertility rights
..AS NICKNAMES go, “terminator”—given to a set of gene
technologies that affect plant fertility—is less than
flattering. But it is catchy, and it has become a rallying
cry for green groups and international aid agencies
worried about the effect of genetically modified crops on
farmers in poor countries. …
Among those concerned about terminator is the
Rockefeller Foundation, a philanthropic organisation
based in New York. Earlier this year it voiced its
objections to Monsanto, the firm that is about to gain
control of the technology through its purchase of another
American firm. On October 4th Robert Shapiro,
Monsanto’s boss, formally replied to the foundation. He
promised not to commercialise the genetic engineering of
seed sterility, in effect terminating terminator.
Terminator is a set of genes that act as a series of molecular switches.
These switches are set off by a chemical signal sprayed on genetically
tinkered seed. Although the plant springing forth from that seed is
healthy and can go about its business of producing grain, say, quite
normally, the grain that it produces will not grow if planted, because
the activated terminator gene has killed off the seed’s reproductive
bits. This means that farmers who want to grow a plant with the same
genetically engineered traits next season have to go back to the
company for more seeds.
This is not all that much different from farming practice in developed
countries, where growers have long been used to buying new hybrid
seed every year. Souped-up hybrid crops, such as maize, bred through
conventional techniques rather than high-tech genetic engineering, do
not keep their desired properties from one generation to the next
because of natural genetic shuffling. However, poor farmers
frequently cannot afford to buy new seed each season, so they
take their chances and replant the best of their seed from year to
year in the belief that a new plant that is not quite as good as its
parent is better than no plant at all.
RISCHI ASSOCIATI AL RILASCIO AMBIENTALE DI
GENI TERMINATOR
Considerando quanto è già stato discusso a proposito del
fatto che i siti di inserimento dei transgeni sui cromosomi
sono imprevedibili, che molti dei geni introdotti possono
essere imprevedibilmente silenziati o attivati, e che essi
possono essere trasferiti tra organismi diversi
nell'ambiente naturale, i rischi ambientali relativi alla
coltivazione di piante Terminator in agricoltura dovrebbero
essere valutati molto seriamente.
RISCHI ASSOCIATI AL RILASCIO AMBIENTALE DI GENI
TERMINATOR
-possibile "fuga di geni" e diffusione dei geni Terminator
attraverso l'ibridazione con specie selvatiche
tassonomicamente vicine.
L’impossibilità di impedire la fuga di geni attraverso il polline
è stata riconosciuta anche dalle aziende produttrici di OGM,
dal momento che hanno dichiarato che la tecnologia
Terminator potrebbe aiutare a prevenire la diffusione dei
transgeni nell'ambiente.
Erosion, Technology and Concentration
News Release:
Thursday, April 11, 2002
RISCHI ASSOCIATI AL RILASCIO AMBIENTALE DI GENI
TERMINATOR
Impossibilità di garantire 100% di efficienza dei trattamenti
con tetraciclina.
La ricombinasi può rimanere inattiva in alcuni semi 
portatori di tutto il costrutto genetico Terminator, danno
origine a semi fertili che germinando danno vita a nuove
piante che producono polline e semi contenenti ancora intatti
i geni Terminator ed i geni brevettati da proteggere 
Terminator entra nella complessa catena di interazioni che
caratterizza il mondo della natura.
Come discusso precedentemente, il numero crescente di eventi imprevisti che
si è verificato dovrebbe essere valutato seriamente, prima di affermare che
costrutti genici che interferiscono pericolosamente con la vita sono innocui.
Nessuno può escludere che i diversi componenti del complesso costrutto
genetico Terminator possano rimescolarsi durante la ricombinazione sessuale,
e magari la tossina possa diventare attiva ed uccidere i semi attraverso
strade imprevedibili.
Il problema fondamentale posto dal rilascio ambientale di piante
ingegnerizzate riguarda la applicazione indiscriminata del principio
epistemologico riduzionista, che è alla base dell'ingegneria genetica. L'uso
esteso dell'approccio probabilistico convenzionale nell'accertamento dei
rischi e l'affermazione "innocuo fino a prova contraria" hanno costituito la
base del punto di vista più comune per cui l'assenza di dati sui danni equivale
all'assenza provata di danni: al contrario, questo spesso significa solo che non
ci sono dati perchè gli esperimenti sono ancora da fare. In contrapposizione a
questo approccio, il "principio di precauzione" considera la possibilità che una
certa tecnologia possa rappresentare un rischio e mette a confronto i
benefici con i potenziali rischi, tenendo di conto del fatto che alcuni eventi
dannosi possono essere irreversibili e fonte di disastri su vasta scala (Foster
et al., 2000).
La consapevolezza che gli scienziati non conoscono in
anticipo tutte le possibili interazioni tra i geni introdotti
nel patrimonio genetico di una pianta e l'intero
ecosistema, dovrebbe guidare l'azione dei governi
europei, per poter garantire la sicurezza alimentare, la
salvaguardia dell'ambiente, la difesa della biodiversità.
Solo ricerche sperimentali a lungo termine ed in campo,
sottoposte a controlli pubblici rigorosi e trasparenti,
potranno produrre serie valutazioni di impatto ambientale
delle piante transgeniche e chiarire alcune delle incognite
che i bioingegneri non riescono a calcolare a causa della
complessità degli ecosistemi.
Come sostiene Martha Crouch, Professore di Biologia
all'Università dell'Indiana, gli inventori di Terminator nella
descrizione del loro brevetto mostrano un modo di pensare
pericolosamente riduzionista, omettendo di considerare
qualsiasi effetto sulla ecologia di tutti gli organismi che
possono venire in contatto con i geni della morte. Certo è
che interferire così pesantemente su processi naturali
fondamentali della vita senza conoscere niente delle lunghe
catene di relazioni tra componenti diversi e lontani degli
ecosistemi, può produrre effetti globali inaspettati,
imprevedibili e disastrosi.
RISCHI RELATIVI A UTILIZZAZIONE COME FONTE DI
CIBO
Come cittadini-consumatori:
-quale è il nostro vantaggio nel consumare cibo contenente
geni suicidi?
-quale il vero rischio che i geni suicidi passino dal cibo agli
organismi che li ingeriscono?
-quale il rischio che tossine e allergeni nuovi siano
sintetizzati nelle piante contenenti i complessi costrutti
genici che portano al suicidio i semi?
Nel Sud del mondo, i brevetti sulla fertilità ed i geni suicidi
rappresentano un doppio attentato alla sicurezza alimentare:
1) problemi fin qui discussi
2)introdotti in colture fondamentali come riso o grano, che
costituiscono le principali piante alimentari per tre quarti del
mondo povero e affamato, i contadini non potrebbero più
utilizzare i semi prodotti dal proprio raccolto, con
conseguenze disastrose per la sopravvivenza delle popolazioni
dei paesi più poveri, dove tale pratica, secondo stime della
FAO, interessa circa un miliardo di persone.
RISCHIO PER LA SICUREZZA ALIMENTARE
I brevetti sulla fertilità come
Terminator consegnano nelle
mani delle multinazionali
sementiere e agrochimicobiotecnologiche un potere
ancora mai sperimentato di
controllo sulla produzione del
cibo.
Il rischio di un’ulteriore concentrazione nelle mani di
poche multinazionali delle più importanti piante
alimentari, e quindi della produzione di cibo per miliardi
di persone, attraverso il controllo e la vendita delle
sementi transgeniche brevettate.
Questa possibilità dovrebbe mettere in guardia i governi
dal concedere qualsiasi permesso di coltivazione di sementi
contenenti brevetti per il controllo della fertilità, a
salvaguardia dell'interesse comune di tutti i cittadini e
delle future generazioni, poiché essi rappresentano dei
potenziali strumenti di guerra biologica e attentano alla
sicurezza alimentare del mondo intero.
Non è certo un caso che il documento preparatorio del
Sinodo per l’Africa conclusosi pochi mesi fa,
Instrumentum
Laboris,
avverta
dei
pericoli
rappresentati dalle multinazionali che continuano ad
invadere l’Africa per appropriarsi delle risorse naturali:
“... La campagna di semina di organismi geneticamente
modificati (OGM), che pretende di assicurare la
sicurezza alimentare, non deve far ignorare i veri
problemi degli agricoltori: la mancanza di terra arabile,
di acqua ed energia, di accesso al credito, di formazione
agricola, di mercati locali, infrastrutture stradali, ecc.
Questa tecnica rischia di rovinare i piccoli coltivatori e
di sopprimere le loro semine tradizionali rendendoli
dipendenti dalle società produttrici di OGM”.
Grazie per l’attenzione