Diritto pubblico l-z
(2015/2016)
Prof. Davide Galliani
Corso di Laurea in
“Scienze Internazionali e Istituzioni Europee (SIE)”
Università degli Studi di Milano
Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali
Dallo Statuto alla Costituzione
La storia costituzionale italiana si divide in trequattro periodi:
•
•
•
•
il periodo liberale
il periodo fascista
(il periodo provvisorio)
il periodo democratico.
Il periodo liberale
Il 4 marzo 1848 segna la data di concessione dello
Statuto Albertino, concesso dal Re Carlo Alberto al
Regno di Sardegna, diventato la “costituzione” del
Regno d’Italia con la sua proclamazione tramite la
legge 17 marzo 1861, n. 4761.
Lo Statuto Albertino:
Il periodo liberale
• scritto in francese e poi tradotto, prende il nome di
“Statuto” in omaggio al glorioso passato comunale
italiano
• è una “costituzione” liberale: traduce i principi cardine
della Rivoluzione francese, assegnando un ruolo
fondamentale alla legge
• è una “costituzione” ottriata, vale a dire “concessa” dal
Sovrano, come si dice nel preambolo, “con lealtà di Re e
affetto di Padre”
Il periodo liberale
Lo Statuto Albertino:
• è una “costituzione” flessibile: non sono previste
procedure aggravate per la modifica e non prevede
alcun giudice delle leggi rispetto allo Statuto
• è una “costituzione” breve: solo 84 articoli, dei
quali solo 9 dedicati ai diritti e ai doveri
Il periodo liberale
Con lo Statuto Albertino:
• la forma di Stato è quella liberale e molto
accentrata (non esistono le Regioni e la disciplina
dei Comuni è rimessa integralmente alla legge)
• la forma di governo è “costituzionale pura”: al
Sovrano il potere esecutivo, al Parlamento quello
legislativo, di stampo “dualistico”.
Il periodo liberale
La prassi del periodo liberale:
• i diritti individuali sono stati molto limitati
dall’intervento (che non aveva limiti) del
legislatore, anche se con il Codice Zanardelli del
1889 si abolisce la pena di morte
Il periodo liberale
La prassi del periodo liberale:
• la forma di governo diviene quella parlamentare: i
Governi devono avere la fiducia del Parlamento e
non sono più espressione della volontà del Sovrano,
pertanto, si rafforza il capo dell’esecutivo (si pensi
a Cavour).
Il periodo liberale
La prassi del periodo liberale:
Vittorio Emanuele II si oppose più volte ai Governi,
ma senza esiti perché oramai era il Parlamento a
decidere.
Nel 1878, morto il Re, De Pretis presentò le
dimissioni nella mani di Umberto I, che però le
rifiutò perché il Governo aveva l’appoggio del
Parlamento.
Il periodo liberale
Come per ogni Stato liberale, anche in Italia il
suffragio durante il periodo liberale è molto limitato:
nel 1848 solo il 2% della popolazione aveva diritto di
voto (sopra i 25 anni e 40 lire di imposta), nel 1882
solo il 7%, mentre nel 1919 si introduce il suffragio
“universale” maschile (maggiore età) e si adotta il
sistema proporzionale, cancellando i piccoli collegi
uninominali.
Il periodo liberale
Lo Stato “monoclasse” liberale italiano entra in crisi
anche per la nascita dei partiti politici “al di fuori”
del Parlamento, i partiti politici “di massa”: nel 1892
il Partito Socialista e nel 1919 il Partito Popolare.
Il periodo fascista
Il 23 marzo 1919 nascono con 300 persone i Fasci di
Combattimento in Piazza San Sepolcro a Milano,
passando, tuttavia, del tutto inosservati.
Come il nazismo, anche il fascismo in Italia si
instaura su basi legali: il dibattito, tuttavia, ancora
oggi divide gli studiosi.
Il periodo fascista
Il 28 ottobre 1922 il Re, Vittorio Emanuele III,
incarica Benito Mussolini di formare un nuovo
Governo al posto del Governo Facta.
L’incarico fece molto discutere ed ancora oggi è
fonte di dibattiti.
Il periodo fascista
Perché l’incarico a Mussolini è discutibile?
Primo: il Re doveva firmare lo “stato di assedio”
proposto dal Governo e non la nomina di Mussolini: la
“marcia su Roma”, le intimidazioni e l’uso della forza
(con le occupazioni delle Prefetture da parte dei
fascisti) avrebbero consigliato la firma dell’assedio.
Il periodo fascista
Perché l’incarico a Mussolini è discutibile?
Secondo: perché in una forma di governo
parlamentare l’incarico dato ad un esponente politico
con “appena” 35 parlamentari è un fatto eccezionale,
una forzatura della prassi parlamentare.
Il periodo fascista
Il Re, tuttavia, non firmò lo stato di assedio
e incaricò Mussolini di formare il Governo:
una decisione molto discutibile, per gli
episodi di violenza e per la contrarietà alla
prassi parlamentare, ma pur sempre una
scelta che spettava al Re di compiere.
Il periodo fascista
Il 16 novembre 1922 Mussolini tiene il primo
discorso in Parlamento, il cd. “discorso del bivacco”:
da un lato, mette in guardia il Parlamento dal fatto
che lo avrebbe potuto “sprangare” ma non lo fece,
dall’altro, disse di voler rispettare tutte le fedi
religiose, in specie quella cattolica.
Il periodo fascista
Il discorso fu criticato da De Gasperi e Turati,
anche se ottenne lo scopo: avere il “via libera” dei
popolari per la fiducia.
Mussolini, con “solo” 35 parlamentari, ottenne la
fiducia: 306 voti a favore, 116 contrari e 7 astenuti.
Il periodo fascista
I popolari, quindi, non fecero mancare il loro
appoggio: nel Congresso del 1923 pur ribadendo la
loro autonomia, decisero di provare a far tornare il
fascismo nella legalità.
Per i popolari, tuttavia, esisteva un punto fermo: il
sistema elettorale proporzionale.
Il periodo fascista
Nel 1923 nasce la Milizia Fascista: la Milizia
Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
Sempre nel 1923 si adotta la legge elettorale
“Acerbo”: un sistema proporzionale con premio di
maggioranza: chi otteneva più del 25% dei voti
aveva diritto ai 2/3 dei seggi!
Il periodo fascista
La legge elettorale, in effetti, fu uno dei primi
problemi del Governo Mussolini: chiese di inserirla
nei “pieni poteri” che il Parlamento gli aveva affidato
in materia tributaria e amministrativa, ma il Re si
oppose.
Ad ogni modo, i popolari chiesero che il “premio”
scattasse con il 40% dei voti, ma Mussolini non
accettò: si ricordi che Mussolini definiva le elezioni
Il periodo fascista
Il 6 aprile 1924 si tennero le elezioni: le due liste
fasciste ottennero il 66% dei voti: seppur ridotta
all’osso ancora esisteva un’opposizione in Parlamento.
Il 10 giugno 1924 il deputato socialista Giacomo
Il periodo fascista
Matteotti, molto critico, tra l’altro, rispetto alla
legge Acerbo, scompare.
Il 12 giugno 1924 le opposizioni decidono per il cd.
“Aventino”: si astengono dai lavori parlamentari, al
che il Presidente della Camera, Rocco, aggiornò i lavori
sine die.
Il periodo fascista
Il 3 gennaio 1925 Mussolini tiene il discorso
con il quale, per molti storici, inizia
ufficialmente la dittatura: Mussolini si
assume tutta la responsabilità dell’accaduto
(il corpo di Matteotti fu trovato il 16 agosto)
e senza mezzi termini afferma:
Il periodo fascista
“se il fascismo non è stato che olio ricino e
manganello e non invece una passione superba della
migliore gioventù, a me la colpa! Se il fascismo è
stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di
questa associazione”.
Il periodo fascista
Inizia la fascistizzazione dello Stato con
l’approvazione delle cd. “leggi fascistissime”:
• vengono dichiarati decaduti i 123 parlamentari
dell’opposizione che decise l’aventino
• il Partito Fascista divenne l’unico partito ammesso
• il giuramento divenne pre-condizione per l’ammissione
nel pubblico impiego (su 1200 professori tra ordinari e
incaricati solo 13 non giurarono)
Il periodo fascista
Sin dal 1925 il “Duce” diviene Capo del Governo: a
nominare e revocare i Ministri, tuttavia, era ancora
formalmente il Re (era questa la sua più importante
funzione residuale).
Nel 1926 vengono soppressi i Consigli comunali e
sostituiti con Podestà di nomina regia.
Nel 1926 è approvata la legge sulla difesa dello
Stato:
tra le altre
cose, era previsto l’arresto da tre
Il periodo
fascista
a dieci anni per chi tentasse di ricostituire i partiti
sciolti e la perdita della cittadinanza e la confisca
dei beni per i fuoriusciti.
Soprattutto, la legge istituì il Tribunale Speciale per
i delitti politici, per il quale fu reintrodotta la pena
di morte.
Il periodo fascista
Nel 1928 nasce il Gran Consiglio del Fascismo: tra i
suoi compiti quello di tenere aggiornata la lista dei
nomi in caso di vacanza (per qualunque motivo, quindi
anche in caso di revoca) del Capo del Governo: una
sorta di parere obbligatorio ma non vincolante.
La lista non fu mai compilata, così volle Mussolini.
Il periodo fascista
Nel 1929 si svolgono le ultime elezioni con la scelta
pro o contro un listone di candidature fasciste.
Sono documentate le violenze che subirono coloro
che votarono contro il listone.
Il periodo fascista
Nel 1937 i fratelli Rosselli sono assassinati.
Nel 1939 nasce la Camera dei Fasci e delle
Corporazioni.
Si accentua la presenza dello Stato nell’economia: ad
esempio si acquistano le azioni delle banche in crisi e
si affidano all’IRI.
Il periodo fascista
Si risolve il problema del rapporto con la Chiesa: nel
1929 sono firmati i “Patti Lateranensi” da cui nasce
lo Stato della “Città del Vaticano” e il Concordato,
per regolare, tra l’altro, il matrimonio,
l’insegnamento, il pubblico impiego e altro.
Il periodo fascista
La pagina più vergognosa del regime: nel 1938 si
approvano le leggi razziali: divieto di matrimonio
misto, divieto di assumere pubblici impieghi e altre
limitazioni per i circa 40.000 ebrei italiani.
Il censimento della popolazione ebrea venne
utilizzato dai nazisti quando occuparono il Paese.