RELAZIONE DI STAGE
di Lucia Mosconi
Stage effettuato presso la clinica S. Francesco
di Bergamo
Cos’è la logopedia?
La logopedia,parola che deriva dal greco logos ("discorso") e paideia
("educazione"), è un ramo sanitario che si occupa della prevenzione,
dell'educazione e della rieducazione della voce, del linguaggio scritto e orale
e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica.
Chi è il logopedista?
Il profilo professionale del logopedista è definito nel Decreto Ministeriale del
14 settembre 1994. Il percorso formativo prevede un triennio universitario
(laurea di primo livello) presso la facoltà di medicina e chirurgia all'interno di
dipartimenti diversi (otorinolaringoiatria e foniatria, neuropsichiatria infantile,
neurologia); in seguito alla riforma universitaria sono previsti anche corsi di
laurea specialistica.
Il logopedista deve sapere lavorare in equipe. Il team multi disciplinare
mette a confronto discipline diverse che interagiscono tra loro, permettendo
scambio, integrazione, valutazioni obiettive, conoscenza completa del
paziente ed una programmazione adeguata per un recupero corretto.
In riferimento alla diagnosi e alla prescrizione del medico, nell'ambito delle
proprie competenze, il logopedista svolge la sua attività che consiste:
• nel bilancio e quindi nella valutazione delle capacità comunicative
• nella stesura di un piano d'intervento
• nel trattamento riabilitativo
• nella verifica continua dell’intervento
Disturbi di interesse logopedico
Disturbi della voce
Disfonie
(produzione durante la fonazione di un soffio rumoroso dovuto all'imperfetta chiusura delle corde vocali)
Disodie
(disturbo della voce cantata)
Esiti chirurgici
(es. laringectomie)
Disturbi organici e funzionali della deglutizione
Deglutizione atipica
(non evoluzione dell'atto deglutitorio dalla fase primaria infantile alla fase secondaria adulta)
Disfagia orofaringea
(disfunzione di una o più fasi della meccanica della deglutizione)
Disturbi della fluenza
Balbuzie
(turba del flusso fonoarticolatorio)
Tumultus sermonis
(farfugliamento)
Disturbi delle Funzioni Corticali
Superiori Afasia
(disturbo acquisito del linguaggio conseguente a lesioni delle strutture cerebrali implicate nei processi di elaborazione del
linguaggio)
Aprassia
(incapacità ad eseguire dei movimenti su richiesta)
Agnosia
(difficoltà nel riconoscere stimoli non verbali)
Disturbi della motricità dell'apparato fonoarticolare
Disartria
(disordine del linguaggio dovuto ad alterazioni del controllo muscolare dell'apparato pneumofonoarticolatorio)
Disturbi cognitivi
Insufficienza mentale
(le ridotte prestazioni intellettive impediscono un corretto apprendimento)
Demenze
(perdita globale e irreversibile delle attitudini intellettive con deterioramento mentale)
Disturbi da lesioni sensoriali
Sordità
(perdita parziale o totale della capacità uditiva; l'apparato fonoarticolatorio e le aree cerebrali deputate al linguaggio sono
integre)
Disturbi linguistici misti
Dislalie meccanico periferiche
(difetto di articolazione legato ad una imperfetta coniugazione dei pattern articolatori periferici)
Ritardi di linguaggio
(difficoltà nella comprensione, produzione e uso del linguaggio in una o più componenti linguistiche)
Disturbi degli apprendimenti
Dislessia
(disturbo di lettura)
Disgrafia
(disturbo di scrittura)
Learning disease
(disturbo dell'apprendimento in genere delle materie scolastiche)
La mia esperienza
Lunedì 4 Giugno ho iniziato la mia esperienza di stage in Clinica S. Francesco per
terminarla Venerdì 29 Giugno. In questo periodo ho affiancato la logopedista
coordinatrice Anna Maria Iarussi nell’unità operativa di riabilitazione. Il reparto è
funzionalmente attrezzato per il tipo di pazienti che sono ricoverati (maniglie lungo i
corridoi, accessi agli studi e alle stanze comodi anche per pazienti in carrozzella, servizi
igienici adatti). In particolar modo lo studio logopedico è attrezzato di lavandino,
specchio,poltrona con possibilità di differenti posizioni, scrivania aperta da entrambe le
parti, modificata nel piano d’appoggio per permettere a tutti i pazienti (soprattutto quelli in
carrozzella) di essere comodi . Alle pareti non c’è appeso nulla di fisso (orologio,
quadri,calendario…) per permettere di appendere provvisoriamente e all’occasione
necessaria materiale individualizzato utile per la terapia.
Ogni seduta logopedica dura circa quarantacinque minuti per una media di sei,sette
pazienti al giorno tra pazienti ricoverati in reparto, pazienti che fanno terapia
ambulatoriamente , e il “Day Hospital”.
Viene scelta la formula del Day Hospital per quei pazienti che hanno bisogno di
prestazioni multi professionali e plurispecialistiche in quanto richiedono sorveglianza e
osservazione relative alle condizioni cliniche, con la frequenza settimanale di una o due
volte per una mezza mattinata.
Durante questo arco temporale il paziente viene accolto da un’infermiera, è clinicamente
monitorato e gli vengono somministrati più interventi logopedici (per pazienti con
problematiche fonatorie e/o afasiche e disfaici) e la seduta fisioterapica.
Io e i pazienti
Sapevo che il mio ruolo non poteva che essere di osservatore in quanto ambito
specifico di rieducazione infatti durante le sedute non intervenivo assumendo un
atteggiamento di non-giudizio; spesso sono stata presentata ai pazienti e nessuno
ha fatto altre domande né a rifiutato la mia presenza ad eccezione di due bambini:
uno inaspettatamente e inusualmente ha iniziato a piangere e l’altro utilizzando
comportamenti di vergogna non voleva collaborare. Da qui ho dedotto che
instaurare un rapporto interpersonale con un bambino è più delicato che con un
adulto in quanto il bimbo, a seconda dell’età, ha più difficoltà a concepire rapporti
multipli nel gioco e nel momento in cui deve fare prestazioni d’attenzione e
impegnative. Ho anche approfondito il significato del termine “logopedia” :attraverso
l’intervento della logopedista quando non trattava solo persone con problemi
specifici di linguaggio ma anche con disturbo dell’attenzione, della memoria, del
calcolo o del ragionamento dove il linguaggio diventa il mezzo fondamentale per
capire il disturbo stesso e parallelamente lo strumento d’aiuto. Di conseguenza la
comunicazione va interpretata non in senso stretto e/o lato ma in un contesto più
ampio.
Nell’ambito rieducativo vengono utilizzati, a seconda delle necessità tutti i canali
possibili per raggiungere il “messaggio bersaglio” del momento e con l’obbiettivo che
tale strategia venga percepita e utilizzata funzionalmente dal paziente.
Ho notato una differenza d’approccio tra il bambino e l’adulto e nella specificità
del singolo caso. Per specificare nell’adulto ha maggiore importanza la
dimensione culturale, ambientale e caratteriale che determinano la modalità
con cui svolgere la terapia; nel bambino tutto questo viene ridimensionato
perché c’è la richiesta di collaborazione della famiglia che quindi viene guidata
e monitorata.
L’intervento può diventare differente a seconda che il paziente acceda
ambulatoriamente o da ricoverato poiché la degenza può creare situazioni di
routine sia nel paziente che nei familiari mentre l’accesso ambulatoriale
prevedendo un lavoro continuo anche nell’ambito familiare deve essere più
determinato e gestito anche perché è luogo comune che si dia maggiore
importanza all’autonomia motoria che a quella comunicativa.
Conclusioni
Lo stage è stato molto interessante:mi ha permesso di iniziare a conoscere il
mondo del lavoro nell’ ambito ospedaliero e in particolare della logopedia.
Fortunatamente è stata la prima volta che “frequentavo” l’ospedale
quotidianamente e per di più dalla parte di chi non è coinvolto direttamente nella
malattia e nella sofferenza. Proprio per questo motivo tale esperienza ha avuto
per me un doppio significato:ho potuto acquisire nuove conoscenze e allo
stesso tempo,essendo a contatto con persone ammalate,ho potuto trarne un
arricchimento dal punto di vista umano. Durante lo stage ho compreso
l’importanza del rapporto che si instaura tra il medico e il paziente soprattutto
nel caso specifico della logopedia,ambito in cui spesse volte il piano
d’intervento e il monitoraggio sono estesi nel tempo. Questa attività ha
rafforzato in me il desiderio di intraprendere gli studi logopedici poiché ho capito
che questo ramo della medicina mi affascina e interessa molto. Un grazie
speciale
va
alla
logopedista
Sig.ra
Iarussi
che
mi
ha
seguito,aiutato,appassionato e soprattutto coinvolto in tutte le situazioni
possibili.
Lucia Mosconi 5M
Ist. “O. Romero” Albino