Pensabene Fabio
Classe: 3T
Il Fascismo
La guerra d’Etiopia
Preludio
Fu intrapresa dal governo
fascista per vendicare la
sconfitta di Adua, del 1896, e
per sfruttare una colonia così
vasta. La Società delle Nazioni
allora dichiarò l'Italia Stato
aggressore, e applicò delle
sanzioni economiche, che
tuttavia non fermarono il
governo fascista, ed a cui, tra
l'altro, non aderirono
Germania, Austria, Ungheria
ed Albania. La guerra fu risolta
in pochi mesi, e si concluse
con la conquista di Addis
Abeba (5 maggio 1936). Il 9
maggio 1936, Vittorio
Emanuele III diventava
Imperatore d'Etiopia.
L’attacco italiano
Il 3 ottobre 1935 100.000 soldati
italiani ed un considerevole
numero di Áscari, sotto il comando
del maresciallo Emilio De Bono
iniziarono ad avanzare dalle loro
basi in Eritrea, senza una
dichiarazione di guerra ufficiale. Il
6 ottobre venne occupata Adua,
cittadina presso la quale gli italiani
avevano subito una cocente
sconfitta durante la Prima guerra
Italo-Abissina. Il 15 ottobre venne
occupata Axum, la capitale
religiosa dell'Etiopia.
Maresciallo
Emilio De Bono
La Società delle Nazioni condannò l'aggressione italiana il 7
ottobre, e iniziò un lento processo per imporre sanzioni:
sanzioni che non riguardavano materie di vitale importanza,
come ad esempio il petrolio. Gran Bretagna e Francia
argomentarono infatti che la mancata fornitura di petrolio
all'Italia poteva essere facilmente aggirata ottenendo
rifornimenti dagli Stati Uniti, che non erano membri della Società
stessa.
Il 28 novembre De Bono venne
sostituito dal generale Pietro
Badoglio, dato che Mussolini lo
riteneva troppo cauto nella sua
avanzata. La condotta della
guerra di Badoglio provocò
sensazione e riprovazione in
tutto il mondo, a causa
dell'utilizzo del terribile gas
iprite. In totale vennero
impiegate tra le 300 e le 500
tonnellate di gas, nonostante
l'Italia avesse firmato la
Convenzione di Ginevra del
1925 che proibiva l'uso di armi
chimiche.
Generale Pietro
Badoglio
Il 29 marzo 1936 le forze di
Graziani bombardarono la
città di Harar; e due giorni
dopo le forze italiane
vennero impegnate nel più
significativo scontro contro
le forze etiopiche: la
battaglia di Maychew. Il 2
maggio Haile Selassie fuggì
in esilio e il 5 maggio le
truppe di Badoglio
entrarono nella capitale
Addis Abeba.
Haile Selassie
Il 7 maggio l'Italia annetté
ufficialmente il Paese, e il
Re d'Italia Vittorio
Emanuele III, venne
proclamato Imperatore
d'Etiopia (9 maggio).
Eritrea, Abissinia e Somalia
Italiana vennero riunite
sotto un' unico Governatore,
e il nuovo possedimento
coloniale venne denominato
Africa Orientale Italiana.
Vittorio
Emanuele III
La vittoria e l'impero
La vittoria venne
ufficialmente comunicata da
Mussolini al popolo italiano
la sera del 5 maggio 1936,
dopo un messaggio del
maresciallo Pietro Badoglio,
comandante delle truppe
italiane sul fronte eritreo.
Pochi giorni dopo, il 9
maggio 1936, il Duce
proclamò la nascita
dell'impero, riservando per
Vittorio Emanuele III la
carica di imperatore
d'Etiopia e per se quella di
Primo Maresciallo
dell'Impero.
Bandiera che venne issata sul
ghebì imperiale di Addis
Abeba la sera del 5 maggio
1936.
La condanna internazionale
della Società delle Nazioni
comportò l'uscita dell'Italia
dalla Lega stessa; mentre la
nuova colonia trovava una
difficile pacificazione con
continui attacchi della
guerriglia e risposte italiane
con l'impiego di gas
velenosi e la fucilazione dei
ribelli.
Guerriglieri a cavallo
Fine dell’Impero
Nonostante siano stati spesi
dal 1936 al 1940 un ingente
quantità di denaro per
migliorare le condizioni
dell'impero, al giorno
dell'entrata in guerra gli alti
ambienti militari italiani
davano già per scontata la
perdita dell'Africa Orientale,
essendo impossibile
rifornire la colonia causa il
possesso inglese dello
stretto di Gibilterra e del
Canale di Suez, uniche vie
per il rifornimento.
Nave da trasporto militare
italiana
L'Africa Orientale Italiana
cessò definitivamente di
esistere nel 1941 sotto i
colpi dell'esercito britannico,
dopo una resistenza
disperata messa in atto
dalle truppe italiane,
soprattutto nella battaglia di
Cheren. L'Abissinia venne
liberata e sul trono ritornò
Hailè Selassiè. Dopo il
trattato di pace di Parigi del
1947 l'Abissinia ingrandì il
suo territorio, annettendo
l'Eritrea, al quale ha dato
l'indipendenza solo negli
anni‘90.
Trattato di pace di
Parigi del 1947
Siti internet consultati
http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_d'Etiopia
http://www.romacivica.net/anpiroma/FASCI
SMO/fascismo14.htm