Bisogni educativi speciali, inclusione sociale e dinamiche interculturali Bagnolo Mella, 2 aprile 2016 PREMESSE Raccogliere la sfida Classi eterogenee Difficoltà di apprendimento Difficoltà di gestione Insuccesso scolastico COSA SERVE • Professionalità • Auto-analisi • Riflessioni condivise • Risposte su un piano di fattibilità • Definire orientamenti comuni NON SEMPRE RISPOSTE Contesto socio-culturale Normativa e indicazioni in continua evoluzione ARGOMENTI La normativa di riferimento Alcuni presupposti pedagogici L'azione della scuola Strumenti La via italiana all’inclusione • • • 4 Art. 3 ed Art. 34 Costituzione 1947 Legge 118/71 Legge 180 ( Legge Basaglia) 1978 Legge 517/77 Legge 104/92 DPR 24 febbraio 1994 DPCM n.185_2006 Modalità e criteri per l'individuazione dell'alunno in situazione di handicap CIRCOLARE REGIONE LOMBARDIA Criteri per l'individuazione degli alunni in situazione di handicap 11.12.2006 Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità 2009 La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri (2007) Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità (2009) L. 170/2010 e Raccomandazioni per la pratica clinica definite con il metodo della Consensus Conference , 2007 Linee guida per il diritto allo studio degli alunni con disturbi specifici di apprendimento (allegato al DM 12 luglio 2011) Direttiva MIUR 27/12/2012 C.M. n 8/2013 e Nota Miur n. 01551 del 27 giugno 2013 La via italiana all’inclusione scolastica • Il modello italiano di inclusione scolastica è assunto a punto di riferimento in Europa e non solo. • L’Italia è stata tra i primi paesi a scegliere la via dell’integrazione degli alunni con disabilità in scuole e classi regolari • • • • Pre anni ’60: dall’esclusione alla medicalizzazione Anni ’60 – metà anni 70: dalla medicalizzazione all’inserimento Metà anni ’70 – anni ’90: dall’inserimento all’integrazione Post anni ’90: dall’integrazione all’inclusione Considerare le criticità emerse e ripensare alcuni aspetti dell’intero sistema. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI: una nuova e più complessa prospettiva disabilità disturbi evolutivi specifici: D.S.A. altre problematiche (patologie??) disturbo dello spettro autistico disturbo dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD) funzionamento intellettivo limite (FIL) svantaggio socio-economico, linguistico e culturale disturbi evolutivi specifici linguaggio intelligenza verbale area non verbale coordinazione motoria (DCM) disprassia ….. Una nuova prospettiva OLTRE IL MODELLO MEDICO (la disabilità [difficoltà, disturbi, problemi a rispondere in modo adeguato alle richieste dell’ambiente, a “partecipare”] è un problema della persona causato direttamente da malattie, traumi o altre condizioni di salute che necessitano di assistenza specialistica. La gestione della disabilità mira alla cura o all’adattamento dell’individuo e a un cambiamento comportamentale) OLTRE IL MODELLO SOCIALE (la disabilità è un problema principalmente creato dalla società e va affrontato in termini di piena integrazione nella società) PROSPETTIVA BIOPSICOSOCIALE 7 Presupposti teorico / pedagogici LE CAPACITA’ E IL FUNZIONAMENTO DEL SOGGETTO OLTRE LA DIAGNOSI. TUTTO CIÒ CHE STA ATTORNO È FACILITATORE O BARRIERA 8 ICF L’individuo non viene considerato in sé, ma nel rapporto dinamico ed interattivo con il proprio ambiente di vita Condizioni fisiche (disturbo o malattia) Funzioni corporee Strutture corporee Attività personali Partecipazione sociale Fattori contestuali Fattori ambientali Fattori personali D. Ianes10 Principi dell’ICF e normativa • Tutti possono avere difficoltà di interazione con il contesto • Intervenendo sul contesto si possono ridurre le disfunzionalità (facilitatori o barriere?) • La scuola deve tener conto di questo orientamento [senso della nostra professione] IANES, CRAMEROTTI Usare l’ICF nella scuola Erickson 2011 CROCE, PATI L’ICF a scuola La scuola editrice 2011 La sfida delle diversità “ non c’è peggiore ingiustizia che far parti eguali tra diversi “ (Don Milani, “Lettera a una professoressa”,1967) Nel momento in cui uno studente vive una condizione che gli rende difficile o impossibile rispondere adeguatamente e produttivamente alle varie attività, è necessario che anche la scuola attui degli adattamenti alla propria proposta, in funzione del maggiore successo formativo possibile dello studente. 12 Aver cura • Supportare la costruzione di un’identità, a partire dalle fragilità • Le fragilità sono “sopportabili”: il successo formativo • Evitare la trappola degli specialismi che ci fanno prendere le distanze attraverso la separazione • Coltivare i legami tra le parti (docenti, alunni, famiglie) 13 La direttiva MIUR (dicembre 2012) e le C.M. ESTENDONO a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento • DPR 275/99 «Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche … possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e tra l'altro: l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo…» (art.4). • Legge 53/2003 principi di personalizzazione dei percorsi di studio “La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione.” • Legge 170/2010 DSA con certificazione e modelli di PDP Direttiva ministeriale sui BES (D.M. 27/12/2012) La scuola si assume la responsabilità della lettura dei reali bisogni di inclusione: dalle certificazioni alla CONSEGUENZE Approfondimento delle competenze in materia degli insegnanti curricolari: l’approccio della “speciale normalità” Valorizzazione della funzione del docente per il sostegno (e dell’organico per il potenziamento) responsabilità pedagogica e professionale Nuovo modello organizzativo nella gestione del processo di inclusione scolastica: presa in carico dei BES da parte di tutti i docenti BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI: quali sono ALUNNI CON DISABILITÀ DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO ALTRI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Disturbi evolutivi specifici: - Linguaggio Legge 104/92 Legge 170/2010 • PEI (Gruppo Tecnico Operativo) • Certificazione • Interistituzionalità • PDP (modelli) - Abilità non verbali - Coordinazione motoria - Attenzione e iperattività (con situazioni di comorbilità), - Funzionamento intellettivo limite - Forme dello spettro autistico lieve • Adempimenti Svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale: • Risorse - elementi oggettivi - ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche AZIONI DELLA SCUOLA GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE Sistema Scuola PIANO ANNUALE INCLUSIVITÀ Gruppi docenti PROGETTO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO Consigli di Classe PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO PROGETTO EDUCATIVO DI CLASSE PROCEDURE E STRUMENTI A SUPPORTO DELL’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI PIANO ANNUALE DELL’INCLUSIONE (PAI), documento integrante del POF di ogni Scuola PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (PEI) per alunni con disabilità, legge 104/92 PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO (PDP) per alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e altri bisogni educativi speciali ORIENTAMENTO passaggio dalla scuola secondaria di primo grado alla scuola secondaria di secondo grado per alunni con disabilità, legge 104/92 Modulistica – gruppo di lavoro dell’UST di Brescia ELABORAZIONE DI STRUMENTI PER IL MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITÀ Documento elaborato sulla base di • Analisi di punti di forza e criticità nelle azioni inclusive realizzate (sistema scuola, classe, risposte specifiche a BES) • Verifica dei progetti attivati (sistema scuola, classe, risposte specifiche a BES) • Attenta lettura dei bisogni della scuola • Azioni di miglioramento (relazione con il RAV) MODELLO P.A.I. INDICE DATI DELLA SCUOLA A. RILEVAZIONE BES B. RISORSE PROFESSIONALI A. PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ RILEVATI Dimensione organizzativo-gestionale – Dimensione curricolare didattica B. PIANO DI MIGLIORAMENTO A - Dimensione organizzativo-gestionale Indicatore A 1: utilizzo delle risorse professionali per favorire l’inclusione (dall’elenco delle risorse presenti nella scuola, utilizzo che ne viene fatto, efficacia di tale utilizzo ecc.) Indicatore A 2: presenza di figure professionali che, con un chiaro mandato collegiale, monitorano coordinano, tengono sotto controllo il processo di inclusione sia all’interno che con le istituzioni esterne coinvolte nei processi (figure strumentali e altro, commissioni, GLI e suo funzionamento, psicopedagogista, figure che presidiano la continuità ecc.) Indicatore A 3: presenza di strumenti e procedure per tenere sotto controllo i processi di inclusione (presenza di strumenti per rilevare le criticità a livello strutturale, curricolare, professionale, strumenti di monitoraggio, criteri di valutazione ecc.). Si riporta di seguito una possibile procedura relativa alla sequenza dei vari adempimenti. Indicatore A 4: sviluppo di una cultura inclusiva (coinvolgimento e partecipazione delle famiglie, coinvolgimento e partecipazione degli studenti, coinvolgimento della comunità, rapporti con altri operatori, terzo settore …) B - Dimensione curricolare didattica Indicatore B 1: presenza di un curricolo declinato per livelli di competenza (evidenziamo in particolare nel concetto di competenza, gli aspetti non disciplinari da curare quando si propongono le attività, aspetti che rendono accessibili i contenuti disciplinari; ad esempio: la disponibilità a comunicare, la capacità di interagire ecc.) Indicatore B 2: presenza di progettazione trasversale che permetta di: • definire i contenuti irrinunciabili • coinvolgere attivamente tutti gli alunni (…. competenze trasversali, nessuna disciplina può essere disgiunta da dimensioni diverse da quella cognitiva come disposizioni della mente, componenti operative, affettive-motivazionali, atteggiamenti relazionali …) indicatore B 3: utilizzo di metodologie didattiche inclusive (da articolare; ad esempio: utilizzo di molteplicità di mediatori, concreti, iconici, analogici, simbolici; organizzazione del lavoro in classe a diversi livelli, quali il piccolo gruppo, la coppia ecc., per quante ore settimanali, per quali attività; ecc.) indicatore B 4: strategie inclusive di valutazione (da articolare: ad esempio valutazione coerente con il curricolo per livelli di competenza, presenza di criteri e strumenti di valutazione comuni decisi dal Collegio docenti, presenza di criteri collegiali per l’individuazione di alunni con BES ecc.) indicatore B 5: presenza di strumenti collegiali (decisi dal Collegio Docenti) di progettazione-programmazione per la personalizzazione del processo di insegnamento-apprendimento (articolare, ad esempio: modello comune di PEI e di PDP formalizzato, criteri comuni di documentazione di altri percorsi personalizzati specifici, presenza di procedure codificate per il passaggio di informazioni e documentazione relativa ai percorsi personalizzati ecc.) proposta PROGETTO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO Certificazione di disabilità PEI: legge 104/92 e successive integrazioni ACCORDI DI PROGRAMMA 1. Gestione integrata dei servizi 2. Collaborazione con la famiglia nell’ottica del progetto di vita 1. Modalità per la stesura e l’attuazione del P.E.I. 1. Collegio di Vigilanza SCUOLA SANITÀ PROVINCIA COMUNI ACCORDI PRELIMINARI: documento fondamentale Entro il 30 novembre Incontro Gruppo operativo per ogni alunno sono stati individuati i seguenti obiettivi generali: 1. … 2. … 3. … 4. …. e sono stati definiti i seguenti impegni e accordi: L’Ente locale si impegna a: ………………………………………………………. L’ASL/NPI si impegna a: ………………………………………………………… La Famiglia si impegna a: ………………………………………………………… La Scuola si impegna a: ………………………………………………………….. DATI ANAGRAFICI COMPONENTI GLHO INTERVENTI RIABILITATIVI ED EDUCATIVI IN ORARIO SCOLASTICO PROFILO DELL’ALUNNO: PUNTI DI FORZA / PUNTI DI DEBOLEZZA STRUMENTI UTILIZZATI PER L’OSSERVAZIONE OBIETTIVI D’INTERVENTO RIFERIMENTO ALLEGATO E STRATEGIE PER LA GESTIONE DEI MOMENTI DI CRISI/EMERGENZA MODELLO UST ASPETTI DIDATTICI ORGANIZZATIVI DELLA PROGETTTAZIONE IN FUNZIONE INCLUSIVA: - LA CLASSE COME RISORSA - METODOLOGIE - LABORATORI - PERCORSI DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO - ORARIO DELLA CLASSE ED ORARIO DELL’ALUNNO PROGETTAZIONE EDUCATIVA E DIDATTICA IANES, CRAMEROTTI Il Piano Educativo Individualizzato. Progetto di vita. (3 volumi) Erickson La metodologia e le strategie di lavoro Raccolta di materiali, strumenti e attività didattiche Raccolta di buone prassi PROGRAMMAZIONE DIDATTICO DISCIPLINARE VALUTAZIONE PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO Certificazioni D.S.A. Altri B.E.S. (ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche) PDP per certificazioni D.S.A.: PDP per altri BES: ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche OBBLIGATORIO Evitare gli automatismi Considerazioni pedagogiche È necessario? Il Consiglio di Classe o Gruppo docente CRITERI Procedura del Collegio Docenti Orientamenti condivisi Collegialità Sistemi di monitoraggio ….. È opportuno? È fattibile? CORNOLDI, GIOFRE’ Indicatori BES e problemi di adattamento IANES, CRAMEROTTI Alunni con BES. Bisogni educativi speciali Erickson 2013 AA.VV. BES a scuola Erickson 2015 NICOLODI Il disagio educativo al nido e alla scuola dell’infanzia. Il disagio educativo alla scuola primaria Franco Angeli Modello PDP a. Dati anagrafici e Curriculum scolastico b. L’analisi dei bisogni dell’alunno e analisi del contesto (punti di forza e di debolezza non solo dell’alunno ma anche dell’ambiente di apprendimento): c. La programmazione degli interventi didattico – educativi e strategie di personalizzazione ed individualizzazione d. Gli strumenti compensativi e le misure dispensative effettivamente usati e. Le modalità di verifica e i criteri di valutazione f. Gli impegni assunti dalla famiglia e dallo studente g. Pagina finale delle firme Modelli P.E.I. e P.D.P. ORIENTAMENTI COMUNI • PROFILO DELL’ALUNNO (punti di forza e di debolezza, strategie efficaci…) • LA CLASSE (descrizione, classe come risorsa, attenzione non solo alle relazioni di aiuto ma anche alle dinamiche relazioni complessive, alle possibili metodologie inclusive….) • PROGETTAZIONE EDUCATIVA E DIDATTICA: irrinunciabile la definizione di un Piano a livello collegiale (consiglio di classe, modulo..), l’adozione di una linea educativa comune, l’indicazione di obiettivi a lungo e breve termine • PROGRAMMAZIONE DISCIPLINARE: fondamentale l’apporto di ogni disciplina (e di ogni insegnante) all’attuazione del Progetto Educativo Individualizzato. Anno scolastico: ADEMPIMENTI Analisi della classe Individuazione BES Progetto di classe Predisposizione PEI Predisposizione PDP per alunni DSA Predisposizione PDP per alunni altri BES Attivazione Piani Valutazione abilità, competenze… Valutazione efficacia Piani L'organizzazione territoriale a supporto dell'attuazione della Direttiva C.T.S. Centro Territoriale di Supporto CTI (inclusione) CI (intercultura) CNTD (Centro Nuove Tecnologie per Disabili) CENTRO TERRITORIALE PER L’INCLUSIONE Bassa Bresciana Manerbio Via Galliano, 10 Tel. 0309937756 [email protected] Documentazione attività laboratoriale • Analisi dei documenti • Riflessioni: – – – – – presupposti pedagogici condizioni di fattibilità confronto con situazioni specifiche osservazioni e suggerimenti ………. PROBLEMI CONSAPEVOLEZZA E OPPORTUNITÀ