TRATTAMENTO DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO IN ETÀ EVOLUTIVA Dott.ssa Marzia Firmani Psicologa dello Sviluppo e dell’Educazione – Psicoterapeuta LA CONSULENZA SPECIALISTICA Tra i principali motivi di consultazione specialistica in Età Evolutiva si rilevano le difficoltà di apprendimento, i disturbi dell’area comportamentale e dell’area attentiva. Nonostante il principale inviante resti la scuola, stanno aumentando le richieste di consulto da parte della famiglia. DEFINIZIONE DEL PROBLEMA Il problema presentato viene prevalentemente riferito come una generale/specifica difficoltà di acquisizione degli apprendimenti scolastici, associato a tempi attentivi limitati e perdita progressiva di concentrazione In molti casi si rilevano anche scarsa auto-regolazione del comportamento, caratterizzato da marcata impulsività e condotte iperattive Il rendimento scolastico è sempre inferiore al livello atteso per età e fase di scolarizzazione Altri contesti di vita, oltre all’ambiente scolastico, possono essere maggiormente funzionali COMPRENSIONE DEL PROBLEMA E DIAGNOSI DIFFERENZIALE Tuttavia, anche se le difficoltà comportamentali e attentive sono spesso associate alle difficoltà scolastiche, appare di fondamentale importanza comprendere, mediante accurata diagnosi differenziale, il problema rilevato in sede di consultazione. LA DIAGNOSI Per capire se tali problematiche siano da ricondursi a fattori temperamentali, educativi, reattivi a fattori esterni o psicologici o ad una vera e propria sindrome (ADHD) è necessario effettuare un preciso iter diagnostico. La diagnosi non può basarsi sulla semplice osservazione, ma deve poggiare su colloqui clinici, somministrazione di test standardizzati e questionari. L’eventuale terapia è di tipo multimodale. COMORBILITÀ Come già accennato, spesso il disturbo attentivo e/o comportamentale si presenta associato ad altri disturbi. Tra questi: • Disturbo Oppositivo-Provocatorio • Disturbo di Condotta • Disturbo dell’umore • Disturbi scolastici E SE LA DIAGNOSI È UN’ALTRA? In seguito ad una valutazione diagnostica è molto probabile che emergano altri elementi che permettano di escludere un disturbo attentivo. Spesso si verifica che, a bambini giunti a consulto per un’ipotesi di ADHD, venga diagnosticato un disturbo specifico dell’apprendimento. In tal caso, le difficoltà attentive risultano essere secondarie ad un altro disturbo che presenta caratteristiche e peculiarità ben distinte. ll trattamento nell’ambito dei Disturbi del Comportamento in Età Evolutiva, consiste in un intervento, precoce e concordato, da parte di tutte le Istituzioni che entrano in contatto con il bambino, in un’ottica di multidisciplinarietà, integrazione e globalità. - Famiglia - Scuola - Medici di base/Pediatri di libera scelta - Neuropsichiatri infantili - Centri di riferimento e riabilitazione. L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE………. E’ fondamentale chiedersi se… - La difficoltà presentata è transitoria o è una deviazione dal normale corso di sviluppo? - Qual è l’età del soggetto? In che fase evolutiva si presenta il disturbo? - Come appare il contesto socio-familiare? Sono presenti disagi di tipo emotivo-relazionale? - Il disturbo si inserisce in un quadro già compromesso da una patologia sottostante quale Ritardo Mentale, Deficit Sensoriali, Disturbo di Linguaggio, Disturbo Specifico dell’Apprendimento? E DOPO LA DIAGNOSI? Dopo l’applicazione e l’interpretazione del protocollo diagnostico, il clinico deve optare per la tipologia d’intervento che meglio si adatta alle variabili individuali, situazionali, familiari, scolastiche e relazionali del paziente. INTERVENTO TERAPEUTICO Il piano d’intervento terapeutico per il Disturbo del Comportamento in Età Evolutiva prevede: 1) Trattamento Psicologico/Psicoterapeutico 2) Trattamento Farmacologico 3) Terapia Combinata TRATTAMENTO PSICOLOGICOPSICOTERAPEUTICO L’intervento può essere rivolto al bambino, alla coppia genitoriale, agli educatori che vivono e si confrontano quotidianamente con il Disturbo del Comportamento. Il modello di riferimento è di tipo CognitivoComportamentale. Può consistere in training brevi, incontri a carattere psico-educativo, psicoterapia individuale rivolta al bambino e a sostegno della genitorialità CENNI SUL MODELLO COGNITIVOCOMPORTAMENTALE….. Il modello cognitivo-comportamentale parte dal presupposto che le cause della sofferenza psichica siano rintracciabili in un’erronea e distorta valutazione/ interpretazione della realtà (Beck, 1983) Tali credenze diventano “disfunzionali” o “controproducenti” quando non aiutano il soggetto ad affrontare le situazioni e mantengono il sistema in uno stato di sofferenza. Esse possono riguardare se stessi, gli eventi e il mondo esterno. La psicoterapia cognitivo-comportamentale aiuta il soggetto a identificare tali pensieri e a sostituirli con altri più utili, attraverso tecniche che agiscono sulla cognizione, sulle emozioni e sui comportamenti. La maggior consapevolezza dei propri vissuti interni e dei propri pensieri, permette inoltre al soggetto di modificare gradualmente il comportamento, comprendere in che modo certi stili attributivi sono stati appresi e avere maggiore consapevolezza dei propri modelli operativi interni (schema ABC) In Età Evolutiva : • Uso di rinforzi; Token Economy • Lavoro mirato sui C (Comportamenti/Emozioni) ma anche sui • • B (Pensieri) Uso del gioco, simulazioni, role playing Tecniche di Estinzione, Esposizione (immaginativa e in vivo) e desensibilizzazione sistematica CHILD TRAINING Training individualizzati di tipo cognitivo-comportamentale, finalizzati al potenziamento dei livelli attentivi, dell’autoregolazione del comportamento, delle abilità di pianificazione, meta-comprensione, maggior controllo degli impulsi. Si utilizzano schede e materiali, procedendo per obiettivi graduali al fine di sviluppare nel bambino maggiore consapevolezza e controllo dei propri comportamenti e dei propri vissuti (pensieri ed emozioni). PARENT TRAINING Consiste in un ciclo di incontri (8/9 sedute semistrutturate), a cadenza bisettimanale, rivolto alle coppie genitoriali. Gli incontri possono essere individualizzati o di gruppo (max 6/7 coppie). Il training si pone i seguenti obiettivi: - favorire una corretta informazione sui Disturbi del Comportamento e migliorarne la comprensione - l’applicazione di strategie utili per migliorare la gestione, da parte della coppia genitoriale, dei comportamenti propri e del bambino - favorire l’elaborazione dei propri vissuti interni (senso di colpa, rabbia, impotenza, sentimenti svalutativi e di bassa auto-stima) - lavorare sull’ accettazione del problema e su una gestione maggiormente funzionale delle difficoltà del bambino all’interno della relazione genitorebambino - attribuzione di significati nuovi in riferimento a comportamenti, pensieri ed emozioni - ritrovare momenti e spazi di condivisione, liberi da conflittualità, nella relazione genitore-figlio OPERATIVAMENTE… • Primo Incontro: Comprendere il problema attraverso la spiegazione delle sue caratteristiche • Secondo Incontro: Discutere sugli atteggiamenti, le credenze e i comportamenti messi in atto dai genitori • Terzo incontro: Preparare i genitori al cambiamento riflettendo sulla complessità del problema (caratteristiche del bambino, scelte educative e vita quotidiana) • Quarto incontro: l’autoregolazione. Scelte educative per favorire • Quinto incontro: Ampliamento del proprio bagaglio di strategie • Sesto incontro: I fratelli dei bambini con Disturbi del Comportamento • Settimo incontro: Come affrontare la diversità dei bambini con Disturbi del Comportamento • Ottavo incontro: Rendere l’ambiente prevedibile e agire d’anticipo rispetto al problema • Nono incontro: Bilancio del lavoro svolto Durante gli incontri viene fornito materiale riassuntivo ed esplicativo, schede valutative di auto-osservazione da compilare a casa, i cui risultati andranno poi discussi nel successivo incontro. Il gruppo rappresenta uno spazio, fisico e psicologico, in cui si alternano momenti di condivisione libera di esperienze comuni, ad altri maggiormente guidati e strutturati per portare i genitori, mediante la messa in atto di strategie, a modificare gradualmente idee e comportamenti disfunzionali nei confronti del loro figlio. RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE • Coinvolgimento diretto del corpo docente nel corso del trattamento del bambino con Disturbi del Comportamento. • Fornire informazioni per potenziare risorse e strategie didattiche e relazionali. TEACHER TRAINING 1. Predisposizione di un ambiente facilitante 2. Gestione delle lezioni 3. Gestione del comportamento 4. Approccio metacognitivo 5. La gestione dello stress dell’insegnante LA GESTIONE DEL COMPORTAMENTO • • • • Il monitoraggio L’osservazione comportamento e l’analisi Uso di gratificazioni e punizioni Il time-out funzionale del L’APPROCCIO METACOGNITIVO • Problem solving • Gestione delle emozioni • Autostima • Attribuzioni INTERVENTI PSICOEDUCATIVI SUI COMPORTAMENTI PROBLEMATICI Comportamenti problema: quali? • Iperattività • Oppositività • Aggressività verbale • Aggressività fisica auto/eterodiretta • Stereotipie • Disturbi reattivi con sottostanti problemi sociali, familiari, abitativi, economici, scolastici • Disturbi da deficit di Attenzione /Iperattività, Disturbo Oppositivo - Provocatorio, Disturbo della Condotta •Ritardo Mentale •Disturbi Pervasivi •Disturbi del comportamento correlati a Disturbi della sfera emozionale 1° STEP: OSSERVIAMO Osservazione occasionale: il punto di partenza • non nasce da un progetto preciso • non è il frutto di attività programmata • ha obiettivi generali e non si avvale di strumenti • permette di farci delle idee e di formulare delle prime ipotesi LA FORMULAZIONE DI OBIETTIVI SPECIFICI “Davide è un bambino impulsivo e con limitati tempi attentivi. Non sta mai fermo al posto si distrae facilmente. Ultimamente si oppone alle mie richieste e non so proprio come prenderlo” Gli obiettivi su cui lavorare potrebbero essere: •Riduzione dell’impulsività •Aumento dei tempi di attenzione LA CLASSIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO • Non si può fare osservazione sistematica se non si identificano con precisione le categorie comportamento che si desidera osservare di • I comportamenti devono essere descritti in modo operazionale CATEGORIZZARE I COMPORTAMENTI « Nicola è un bambino aggressivo » • Obiettivo: ridurre i comportamenti aggressivi • Cosa significa categorizzare i suoi comportamenti? Es. Aggressività fisica rivolta verso: - insegnante di sostegno - insegnante di classe - un compagno CATEGORIZZARE I COMPORTAMENTI « Nicola è spesso distratto » • Cosa significa ? - si dedica ad attività diverse da quelle che l’insegnante sta svolgendo - chiacchiera con i compagni - lascia il suo posto e gira per l’aula - lascia il suo posto e va fuori dall’aula. SCEGLIERE I PARAMETRI DI MISURA DEL COMPORTAMENTO • FREQUENZA: è il numero di volte in cui il comportamento si verifica in un periodo di tempo • DURATA : è la misura del tempo in cui esso perdura • INTENSITA’: è la forza di una risposta OSSERVAZIONE SISTEMATICA Consiste nella trasformazione di un comportamento in un numero. “Nicola è iperattivo” “Nicola oggi in 40 minuti si è alzato 20 volte dal banco” MISURAZIONE DI BASE DEL NUMERO DEI COMPORTAMENTI NEGATIVI DI UN BAMBINO CON ADHD Il comportamento problematico è un messaggio inviato dal bambino…quindi bisognerebbe cercare di comprendere piuttosto che punire. Capire le funzioni dei comportamenti problematici FUNZIONE DI FUGA Il comportamento viene messo in atto per interrompere un’attività spiacevole o sgradita ed è mantenuto dal rinforzo negativo Es. La maestra dice “facciamo il dettato”. Paolo prende il quaderno e lo butta dalla finestra. La maestra prende spunto da questo episodio per fare una lezione sull’importanza di trattare con rispetto il materiale scolastico. Vantaggio: né Paolo né i compagni faranno il compito FUNZIONE DI RICERCA DI ATTENZIONE Il comportamento viene messo in atto allo scopo di ricevere attenzione o vicinanza fisica Es. Sara e Lucia stanno modellando la plastilina. L’educatore si allontana da Sara per aiutare Lucia. Sara batte la testa contro il muro e l’educatore corre subito da lei: cerca di fermarla, la fa sdraiare sul lettino dell’infermeria, cerca di farla rilassare. Vantaggio: vicinanza e contatto fisico; attenzione esclusiva FUNZIONE DI RICERCA TANGIBILE DI OGGETTI O ATTIVITÀ Il comportamento problematico viene messo in atto allo scopo di ottenere oggetti o attività gradite Es. Siamo al supermercato e Paola vuole le caramelle. Davanti al rifiuto della madre, la bambina si mette a strillare e si butta a terra. A quel punto, la madre gliele compra. Vantaggio: raggiungimento di un obiettivo concreto FUNZIONE SENSORIALE Il comportamento di questa funzione è auto-rinforzante: il piacere che deriva da un determinato comportamento è un rinforzo positivo per il comportamento stesso. Es. Durante la ricreazione, Luca si colpisce ripetutamente gli occhi con le dita: questo gli produce interessanti effetti visivi (fosfeni). Vantaggio: il bambino è divertito e incuriosito RUOLO DEI RINFORZI E TIPOLOGIE • Tangibili: consistono in premi materiali. • Sociali: sono manifestazioni di approvazione e affetto quali complimenti, sorrisi, carezze, elogi, riconoscimenti • Simbolici: consistono in bollini o gettoni che una volta accumulati vengono scambiati con premi tangibili o danno diritto a qualche forma di rinforzo dinamico. • Dinamici: consistono in attività gratificanti o privilegi particolari che hanno una valenza positiva per la persona che ne beneficia. ERRORI NELL’USO DEI RINFORZI - Offrire enormi ricompense per un grande miglioramento Es. «ti compro una bici nuova se per 1 mese non litighi con tuo fratello» - Rinforzare un comportamento prima che sia avvenuto Es. «se adesso ti lascio uscire, devi promettere che quando torni finisci gli esercizi» - Promettere al bambino una ricompensa per far cessare il suo comportamento oppositivo Es. « se adesso smetti di fare i capricci e cominci a lavorare, dopo potrai usare il computer» I CONTRATTI COMPORTAMENTALI: STESURA COOPERATIVA FRA BAMBINO E INSEGNANTE DI UN CONTRATTO CON SPECIFICI ACCORDI CONTRATTO di tipo A 1) Chiedere di andare in bagno due volte all’ora 2) Stare seduto per almeno 20 minuti 3) Controllare che tutto il mio materiale sia nello zaino prima di uscire. «Per ogni giorno in cui riuscirò a rispettare questi 3 punti, potrò scegliere un premio fra: a) Giocare 15 min al computer (dopo la mensa) b) Fare un disegno libero negli ultimi 15 min di lezione. Io sottoscritto, Pinco Pallo, mi impegno a mantenere questi accordi presi con i miei insegnanti Andrea, Marina e Franca» Firme ___________________________ CONTRATTO DI TIPO B «Ogni volta che riuscirò a mantenere gli accordi di questo contratto, riceverò 1 punto. Quando raggiungerò 50 punti, vincerò una giornata al luna-park con la mia famiglia. Guadagno un punto ogni volta che: 1) completo 2 schede di lavoro di Italiano; 2) faccio tutti i miei compiti a casa; 3) porto tutto il materiale ; 4) svolgo correttamente una pagina di operazioni. Ogni giorno la mia insegnante Paola segnerà i punti sul cartellone. I miei genitori saranno avvertiti con comunicazione scritta ogni volta che raggiungerò 10 punti fino a 50 stabiliti» Firme ___________________________ CONTRATTO DI TIPO C «Ogni volta che riuscirò a fare una delle cose elencate in questo contratto, potrò scegliere un premio previsto; se non soddisferò almeno uno dei punti, perderò la possibilità di fare la mia attività di disegno libero. Posso guadagnare un premio se: 1) completo 3 schede di Italiano correttamente; 2) durante la ricreazione seguo le regole di comportamento della classe; 3) mi ricordo di bagnare le piante. Per ogni azione corretta potrò scegliere fra: a) Figurine colorate b)Un timbrino smile da mettere sul diario c) Il turno per cancellare la lavagna» Firme ___________________________ STABILIRE UN CONTATTO COOPERATIVO CON LA FAMIGLIA Permette di ottenere i seguenti messaggi: • Migliora la comunicazione scuola-famiglia e rende le informazioni regolari e frequenti • I genitori condividono e sostengono il lavoro fatto a scuola • Aumentano le informazioni al bambino sulla correttezza del suo comportamento IL COSTO DELLA RISPOSTA Al comportamento negativo segue per il bambino la perdita di un privilegio o di un premio o di una attività piacevole È il “pagare pegno” del bambino per il proprio comportamento. - Proporzionale all’azione negativa - Corredato da informazioni chiare - Controllabile nella sua applicazione - Comunicato o concordato in anticipo - Non flessibile nella sua applicazione E’ utile soprattutto per comportamenti negativi non gravi, specie in relazione allo scarso impegno (dire bugie, disubbidire, non fare o terminare i compiti, rifiutarsi di svolgere o abbandonare un’attività) LA PUNIZIONE Qualsiasi evento, oggetto o comportamento che riduca la probabilità che si ripeta il comportamento a cui viene applicata. Quando necessaria, deve essere: - Spiacevole per il bambino - Priva di aggressività - Immediata - Proporzionata alla gravità dell’azione - Facilmente applicabile ed inevitabile - Legata al comportamento e con esso incompatibile È sempre necessario fornire al bambino un’alternativa per raggiungere gli obiettivi prefissati I COSTI E I RISCHI DELLA PUNIZIONE 1) 2) Insegnare modelli di comportamento aggressivo 3) 4) Ansia, disagio e disturbi emozionali Produrre comportamenti di evitamento o di rinforzamento del comportamento problematico Danneggiare la relazione di aiuto TERAPIA COMBINATA Attualmente gli studi dimostrano che i migliori risultati nella terapia del Disturbo del Comportamento si ottengono attraverso la terapia combinata (farmacologica e psico-comportamentale), nel caso in cui il singolo intervento di tipo psicologico o comportamentale si mostrasse o fosse reputato insufficiente per ciò che concerne la gestione del caso e della sua presa in carico. La presa in carico del paziente deve essere globale, integrata e concordata, da parte di tutte le Istituzioni che entrano in contatto con il bambino. Solo in questo modo è possibile creare e stabilire l’alleanza terapeutica con il paziente (ed il suo nucleo familiare), accompagnarlo nelle varie fasi di un percorso multidisciplinare e favorire l’attivazione di risorse e strategie da utilizzare nel contesto della terapia stessa. GRAZIE PER L’ATTENZIONE