Web 2.0 - Università degli studi di Pavia

Web 2.0
Web 2.0: una nuova fase del
www
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Insieme di applicazioni e di pratiche che
favoriscono la collaborazione, la
condivisione e l’interazione
(professionale, culturale e sociale) tra
gli utenti
Web 2.0: una nuova fase del
www
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Pubblicazione personale: blog, podcast,
wiki (myspace, podcastpup, podcast.net,
wikipedia)
Web 2.0: una nuova fase del
www
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Aggregazione di contenuti: feed Rss
(feedreader)
etichettatura o classificazione e
organizzazione collaborativa dei contenuti
(per favorire la navigazione e creare
percorsi personali): tagging (flickr)
Web 2.0: una nuova fase del www
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Derrick de Kerckove a Torino per la VI
edizione dei Webdays
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“L’utente è il contenuto”
“non abbiamo più bisogno di ordine”: in rete va
diffondendosi un non-ordine che rispecchia la
logica non organizzata degli utenti (blog di
Giuseppe Granieri)
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Chi inserisce informazioni le completa con un indice dei
concetti trattati
Chi naviga lo può fare per unità di contenuto
“Internet Zero”: una rete così accessibile e
pervasiva da non essere neppure più percepita
come tale
Il weblog
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Sempre Derrick de Kerckove (un anno
prima)
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Blog come prima “psicotecnologia della rete”
Blog come terzo gradino dell’evoluzione del
web, dopo la nascita del web stesso e lo
sviluppo dei motori di ricerca
Il weblog - Un po’ di storia
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Il termine weblog indicava in origine la
registrazione automatica, effettuata dai
server, degli accessi alle pagine web in essi
ospitate
In seguito venne usato da Barger per indicare
una pagina web in cui un weblogger
annotava tutti i siti che trovava interessanti:
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“I weblog sono come i fuochi di segnalazione che
si usavano anticamente dalla cima delle colline
per diffondere le notizie di paese in paese”
Un po’ di storia
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1999 : contrazione “blog”
2003 – “The Word of the Year”:
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Weapon of Mass Destruction
To google
Blog (anche vincitore della categoria “Most
like to succeed”)
Un po’ di storia
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La rapidissima crescita dei blog tra la fine
degli anni Novanta e i primi del Duemila
venne senz’altro favorita dalla
implementazione di semplicissimi strumenti di
pubblicazione. Nel 1999 nacquero:
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LiveJournal di Brad Fitzpatrick
Pitas di Andrew Smales
Blogger (da Pyra Labs di Evan Williams e Meg
Hourihan, acquistata da Google nel 2003)
Un po’ di storia … italiana
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Blogorroico, di Antonio Cavedoni, fu
probabilmente il primo blog italiano:
“Venerdì 14 luglio 2000
Ciao a tutti, questo è un blog, forse
addirittura il primo blog italiano. Forse, non
ne sono sicuro :) Fatto sta che comunque
adesso sono qua ad inaugurarlo, grazie al
Comune di Modena che mi offre lo spazio
e grazie a Blogger™ che mi permette di
pubblicare il mio content senza dover
avere niente, tranne un browser.”
Un po’ di storia italiana
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Splinder nel 2002 fu la prima
piattaforma italiana
Seguono altri portali:
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Clarence
Excite
Virgilio
Tiscali
…
Una crescita continua
La flessibilità dei weblog
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Pur avendo una struttura ragionevolmente
uniforme, i weblog sono diversi tra loro:
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“un weblog è infinitamente flessibile e può adattarsi a
qualsiasi fine” (Rebecca Blood)
principio di interpretazione (Pierre Levy) : “ogni attore
sociale, rivolgendo e reinterpretando le possibilità di
impiego di una tecnologia intellettuale, le conferisce
un nuovo senso. Dunque il senso di una tecnologia
non è mai definito alla sua origine. In ogni istante t+1,
nuovi collegamenti, nuove interpretazioni possono
modificare o perfino rovesciare il senso che prevale
nell’istante t.”
La flessibilità dei weblog
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Nelle università americane si inquadra il
fenomeno come elemento di punta della free
culture, pronta a combattere il potere dei Big
Media. Nascono grandi aggregatori di blog:
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Pajamas Media, negli USA, che oltre a rendere più
visibili e compatti i blog aderenti recluta giornalisti
indipendenti in tutte le Nazioni (dando loro un
supporto finanziario, tecnologico e legale)
Blogosfere, in Italia, con blog monotematici seguiti
ciascuno da un esperto (blog “professionali”)
La flessibilità dei weblog
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La blogosfera interessa sempre più:
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il mondo delle aziende
la politica (il 18% degli americani cita il web
come una delle principali fonti di scelta per le
ultime presidenziali)
La Chiesa (“La civiltà cattolica”, rivista dei
Gesuiti, invita la Chiesa ad agire per essere
sempre più presente nella blogosfera)
Il mondo della Scuola, di ogni ordine e grado
Lo Spazio del Sapere, habitat
naturale dell’intelligenza collettiva
“ Per mettere in moto la produzione di un’intelligenza
collettiva vanno incoraggiati:
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Gli strumenti che favoriscono lo sviluppo del legame sociale con
l’apprendimento e lo scambio del sapere
I dispositivi di comunicazione atti ad ascoltare, integrare e
restituire la diversità piuttosto che quelli che riproducono la
diffusione mediatica tradizionale
I sistemi che mirano all’emergenza di esseri autonomi
Le ingegnerie semiotiche che permettono di sfruttare e
valorizzare a beneficio della maggioranza i bacini di dati, il
capitale di competenze e la potenza simbolica accumulata
dall’umanità ”
Levy, “L’intelligenza collettiva. Per un’antropologia del
cyberspazio”