Sentiero formativo sul corpo/sul testo/sulla regia

Sentiero formativo sul
corpo/sul testo/sulla
regia
Progetto area a rischio
Policoro
03/06/2010
Giuseppe Spataro
1
Sul corpo



1.
2.
3.
L’azione teatrale deve essere intesa non come rappresentazione, bensì come
evento.
Ossia far vivere, di aiutare a vivere l’esperienza culturale di chi non ha,o non ha
ancora, grande dimestichezza con tale tipo di esperienza, ed implica
un’attitudine certo innovativa rispetto ai tradizionali metodi.
Essa può essere:
Illustrazione e discussione di opere esistenti( a qualsiasi espressione esse
appartengono:spettacolo,letteratura,musica,pittura,ecc,), individuando di volta in
volta gli stimoli più adatti a favorire l’approccio;
Delucidazioni e soddisfacimento, mediante la proposta di opere,che sono
esigenze latenti del gruppo,di cui si ravvisano le capacità di lettura critica;
Sollecitazione delle risorse espressive del gruppo.
Giuseppe Spataro
2



1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Nel primo caso l’opera preesiste al gruppo, nel secondo il gruppo preesiste all’opera
o alla scelta dell’opera, e questa ne diventa in qualche misura funzione; nel terzo il
gruppo stesso si esprime dando vita all’opera.
Superfluo notare che le tre possibilità non si escludono a vicenda,anzi si integrano,
essendo nient’altro che facce di un unico processo.
La coerenza del contesto si fonda sulla ricorrenza di alcune costanti. Le principali
sono:
La concezione dinamica della cultura;
Il criterio della partecipazione e della sperimentazione adottato come metodologia
operativa;
Il lavoro di gruppo (il che presuppone la costituzione del gruppo stesso inteso
come interazione organica tra tutti gli elementi che lo compongono);
L’inserimento dell’attività in situazioni e tempi determinati;
L’uso di una pluralità di linguaggi espressivi;
La progettazione di un discorso di gruppo (il che presuppone non soltanto il
gruppo, ma anche l’individuazione di interessi comuni);
Coscienza del confronto;l’attitudine maieutica,quindi non autoritaria, da parte del
docente.
Giuseppe Spataro
3
Il gruppo

Il gruppo è una pluralità di individui affiatati fra di loro, in grado di
completarsi a vicenda, tenuti assieme da alcune linee di forza
comuni ( a livello sociale, affettivo, intellettuale e via dicendo), in
questo senso il gruppo è una comunità.

L’affiatamento è una lenta e progressiva maturazione fatta di
conoscenze e di stimoli reciproci, di esperienze e valori comuni.

Il lavorare, il discutere, il progettare assieme sono una premessa
fondamentale per il teatro.

Presa di coscienza di sé da parte di un gruppo, maturazione della
esigenza di esprimersi e di confrontarsi, sperimentazione di una
pluralità di linguaggi, organizzazione di un discorso ed eventuale
sua comunicazione.
Giuseppe Spataro
4
Fase (comunicazione)










Aggregazione e individualizzazione dei rapporti sociometrici esistenti
all’interno del gruppo;
Individuazione di interessi motivazionali comuni;
Presa di coscienza della propria collocazione nel contesto sociale;
Addestramento all’ideazione collettiva;
Addestramento all’espressione corporea ed alla comunicazione non verbale;
Addestramento alla ricerca ritmico - sonora;
Utilizzazione di tutte le tecniche su indicate per lo sviluppo scenico di un
tema elaborato collettivamente;
Tentativo di lettura ed allestimento di un testo preesistente, alla luce delle
tematiche di gruppo, utilizzando le conoscenze tecniche acquisite;
Confronto critico con spettacoli provenienti dal di fuori del gruppo ed
esaminati utilizzando le risorse creative del gruppo stesso e le conoscenze
acquisite con la sperimentazione precedente;
Discussione critica sul lavoro compiuto.
Giuseppe Spataro
5




Questo tipo di lavoro può essere il coadiuvante della formazione
e socializzazione della personalità;
come lubrificante nell’apprendimento delle discipline tradizionali;
come allargamento dell’orizzonte didattico (consentendo un
rapporto con materie di studio non incluse nei normali
programmi);
come palestra di interdisciplinarità e sperimentazione
Giuseppe Spataro
6
Sul testo


1.
2.

Innanzitutto è necessario creare un copione-pretesto per far nascere una
motivazione di fondo.
Esempi:
distribuire ai ragazzi, divisi in gruppi di 4/5, delle immagini particolarmente
significative ritagliate da giornali o vecchie riviste. Queste immagini-stimolo
devono essere concatenate in un racconto logico o anche illogico. Gli
esercizi che verranno prescelti, si trasformeranno in convenzioni sceniche.
In ciò, consiste la differenza tra le scenette, copia naturalistica della realtà, e
questo modo di intendere il teatro. (grasso)
Metodo dell’improvvisazione su un tema prescelto dal gruppo. Ciò che ne
risulterà ,potrà essere registrato in un primo tempo e poi trascritto.
L’insegnante abbandoni la sua veste di autorità intellettuale, per scoprire
insieme ai ragazzi un modo non codificato di espressione e di
comunicazione.
Giuseppe Spataro
7





Scrivere un testo teatrale.
Un copione teatrale è un testo incompiuto, che si realizza soltanto una volta
portato in scena.
Per comprendere a fondo il significato del “fare teatro” è importante
chiarire il rapporto fra il testo teatrale e la sua rappresentazione da un lato e
il testo narrativo dall’altro. Anche se strutturalmente diversi, romanzo,
novella, racconto e testi teatrali hanno il medesimo scopo: comunicare
degli eventi, presentare fatti e personaggi.
Ciò che differenzia il teatro dalla narrativa è il modo di presentare gli
eventi: nel teatro non si racconta ma si rappresenta. Unica differenza è che,
nel caso della semplice lettura,i movimenti dei personaggi dobbiamo
immaginarli,dedurli dalle loro parole o talvolta dalle informazioni che
l’autore ha affiancato ai dialoghi, svolgendo in qualche modo un ruolo
simile a quello del narratore, ma molto più limitato.
C’è infine un rapporto di interdipendenza che lega i due tipi di testo: il
teatro non può fare a meno della narrazione e la narrazione presuppone
sempre una rappresentazione mentale.
Giuseppe Spataro
8
Prepararsi prima di scrivere


Prima di iniziare a scrivere bisogna prepararsi accuratamente: innanzitutto
sapere dove si svolge la vicenda, quali eventi accadono, chi ne rimane
coinvolto.
Scrivere per il teatro significa fare in modo che il nostro immaginario
diventi il più concreto possibile. Se la storia si svolge in un castello, per
esempio, allora bisogna sapere bene che tipo di castello è, come è
strutturato e quali suoi particolari possono avere una certa rilevanza nella
vicenda. Ma "Concreto" non significa necessariamente "realistico", al
contrario.
L'importanza dell'incompiutezza.

La scrittura di teatro ha a che fare con l'incompiutezza poiché il testo non
si realizza sulla pagina, ma sulla scena. C'è una profonda vicinanza fra
attore e drammaturgo, perché l'attore si trova a percorrere più volte la trama
che il drammaturgo ha intessuto per il suo personaggio. E la trama deve
tenere, attenzione, deve rispettare la cosiddetta logica delle conseguenze.
Ogni battuta (o gesto) di un personaggio non ha mai valore di per sé, è
sempre in relazione alla situazione in cui accade, ma anche a ciò che segue
e precede tale azione.
Giuseppe Spataro
9

Il tema.

"Che cosa voglio raccontare?". Occorre porsi frequentemente questa
domanda, ed essere sempre onesti e precisi nella risposta. Il tema, una volta
individuato, può essere considerato come un faro, come una guida alla
quale dobbiamo tornare costantemente.
La guerra, di per sé, non è un tema. L'amore per la guerra e il ritorno dei
reduci lo sono, perché indicano già delle azioni, un centro di gravità, delle
possibilità concrete di costruire e lavorare intorno ad un nucleo centrale. È
molto importante che le nostre scelte cadano su elementi manipolabili.


Il personaggio.

Per lavorare su concretezza su un personaggio occorre porsi un'altra
domanda: "Che cosa fa?". A queste domanda si può rispondere in modi
differenti, che sono già indirizzati ad azioni. Aspetta? Uccide? Pedina? Si
nasconde? Queste azioni "grandi" possono essere affiancati da attributi più
"piccoli: cammina furtivamente, inciampa ogni tanto, si gratta la testa ecc.
Di modo che si vada a costruire un mondo di abitudini, caratteristiche,
attitudini che avvolgono il personaggio rendendolo reale e concreto.
È necessario, soprattutto quando si inizia a scrivere, lavorare su diversi
piani ed essere il più aperti possibile: a volte il sapore di un (buon) dialogo
ci può aiutare a scoprire i nostri personaggi molto di più di una scaletta ben
impostata.

Giuseppe Spataro
10
Atti


Possiamo definire gli atti come macrosequenze caratterizzate dall’unità di
luogo : i fatti cioè avvengono tutti nel medesimo posto e in ambienti non
molto lontani tra loro; all’interno dell’atto,inoltre, non vi sono salti
temporali. Quando un’opera teatrale è breve si parla di atto unico : tutto
avviene nello stesso luogo e senza tagli.
Volendo fare un paragone con la scrittura narrativa, gli atti potrebbero
corrispondere, in parte, ai capitoli di un romanzo,mentre gli atti unici alle
novelle.
Scene
Ogni atto risulta a sua volta suddiviso in unità minori, dette scene: il
passaggio da una scena all’altra è determinato dall’ingresso o dall’uscita di
un personaggio o, in lacune opere teatrali, da un cambiamento di luogo,
non però così significativo come quello che avviene tra un atto e l’altro.
es. occhiali per vederci (quadri)
Giuseppe Spataro
11

Tempo , spazio e personaggi .

Il tempo nel testo teatrale è la contemporaneità tra l’azione della lettura e
gli eventi che si leggono: non ci sono tempi al passato, tutto accade nel
momento in cui noi leggiamo o assistiamo alla rappresentazione.
Lo spazio:
si tratta della netta separazione tra un dentro ,che è lo spazio scenico in cui
avviene l’azione e che sarà visibile agli spettatori nella messa in scena, e un
fuori,dove avvengono fatti che influiscono sulla vicenda, ma che non
saranno visibili al pubblico. Es. rumori,grida ecc.
I personaggi:
a teatro la comprensione del ruolo, dei caratteri e delle funzioni dei singoli
personaggi sono elementi indispensabili per gustare e apprezzare i fatti
rappresentati. Questa comprensione si colloca su due livelli: il ruolo dei
personaggi rispetto alla vicenda rappresentata e il sistema dei personaggi.
I ruoli : personaggi principali senza i quali la vicenda non potrebbe
reggersi, e dei personaggi secondari, che hanno un ruolo di minore
importanza e la cui assenza non comprometterebbe sostanzialmente la sua
coerenza.



Giuseppe Spataro
12





Tra i personaggi principali possiamo sempre individuare uno o più
protagonisti : essi compaiono in scena con maggior frequenza rispetto agli
altri personaggi, sono i promotori delle azioni che costituiscono la struttura
portante della vicenda e attorno a loro ruotano tutti gli altri personaggi.
Uno o più antagonisti si oppongono al protagonista, dando origine alla
vicenda rappresentata.
Sia i protagonisti sia gli antagonisti possono avere degli aiutanti,
consapevoli o involontari.
Alcuni personaggi non partecipano in alcun modo alla vicenda, ma si
limitano a comparire sulla scena e a compiere azioni di sfondo: si tratta
delle comparse.
Il sistema dei personaggi:
ossia la rete di rapporti che li lega tra loro. E’ la costruzione mentale di
questo sistema che,provocando in noi delle attese, permette all’autore di
catturare la nostra attenzione con la suspense, o di stupirci con un colpo di
scena.
Giuseppe Spataro
13
Regia



Se è vero che il testo teatrale vive, di fatto, nella sua rappresentazione
scenica, diventa allora importante imparare a “leggere” anche il testo
rappresentato. In particolare, si tratta di arrivare a esprimere un giudizio
critico sulle strategie adottate dal regista per allestire in teatro l’opera che
ha scelto di rappresentare, considerando alcuni importanti aspetti della
messa in scena, ponendosi delle domande:
In quale modo il regista ha deciso di rappresentare il testo:
- in linea con le indicazioni che l’autore aveva inserito nelle didascalie;
- da un altro punto di vista, che però rispetta il testo di riferimento,
- da un altro punto di vista, che stravolge il messaggio contenuto nel testo
originale.
Quando si passa dal testo scritto al suo allestimento sul palcoscenico, si
assiste sempre a un’operazione di allargamento del codice espressivo.
Il regista deve far capire allo spettatore in sala e dare la possibilità a
decifrare codici diversi, sia auditivi (parola e musica) sia visivi (i
movimenti dell’attore, la scenografia), ma che la comprensione dell’opera
sembra dipendere anche dalla conoscenza delle relazioni che si stabiliscono
tra codici diversi. E capire,quindi, quale codice è stato privilegiato e in
quale modo i diversi codici entrano in relazione sulla scena.
Giuseppe Spataro
14



Il regista e quindi la regia fa una scelta di campo ben precisa, ossia di come
gli attori dovranno dare vita ai personaggi rientra nel delicato passaggio da
testo scritto a testo rappresentato ed è funzionale a marcare una personale
interpretazione del testo da parte del regista.
Infatti le intenzioni del regista, dal messaggio che vuole consegnare al
pubblico,dall’epoca storica in cui lo spettacolo viene allestito che lo
spettacolo prende corpo .
Le opzioni della regia va :
dall’estrema naturalezza, es. battute /parlato abituale;
estrema artificiosità, es. battute /forzate /gestualità;
massimo dell’immedesimazione,es. rivivono sulla scena il proprio
personaggio /vita interiore;
massimo dell’estraniamento , es. chi recita non si immedesima nel
personaggio / pubblico.
Giuseppe Spataro
15



Ciò che interessa maggiormente,quindi, è il processo che trasforma un
agglomerato casuale di persone in un gruppo omogeneo ed una delle
condizioni affinché questo processo di trasformazione si realizzi è che le
singole individualità riescano a liberare i propri bisogni primari.
Questa fase,più propriamente “pedagogica”, tende a predisporre gli
individui verso alcune forme di espressione (sperimentazione dei linguaggi
verbali e non verbali,pittorico -plastici e mimico-gestuali, addestramento
alla produzione di suoni non stereotipi) stimolandone contemporaneamente
le capacità inventive.
Il momento pedagogico non mira ancora ad elaborare un discorso ed a
comunicarlo, ma soltanto ad utilizzare le tecniche teatrali, avendo come
obiettivo finalità psico - pedagogiche quali la riscoperta del proprio “Sé”
corporeo e la scoperta dell’ “Io” interiore.
Giuseppe Spataro
16

La regia teatrale può quindi estrinsecarsi in:

AZIONE TEATRALE COME espressione della CREATIVITA’:
a) del singolo: azione mimica, racconto libero orale,invenzione musicale
ecc.;
b) del gruppo: happening, come azione suscitata da una sollecitazione non
condizionante.
AZIONE TEATRALE COME espressione della DINAMICA di GRUPPO
e quindi intesa come momento socializzante in cui le singole personalità si
raccordano in un “continuum”.
AZIONE TEATRALE COME APPLICAZIONE DIDATTICA : recupero
della “teatralità” come forma di LINGUAGGIO, come modo di
comunicazione del gruppo nel gruppo e tra i gruppi.


Giuseppe Spataro
17











MANIFESTO DEL TEATRO NELLA SCUOLA EUROPEA
· Il teatro è cultura, libertà della cultura e cultura della libertà, gioco e
fantasia, espressività e immaginazione.
· Il teatro è armonia di linguaggi, è disciplina, è scoperta di tutte le
potenzialità umane.
· Il teatro si esprime attraverso la voce, il corpo, il gesto, il silenzio, le
pause, i suoni, le luci, gli oggetti.
· Il teatro racconta storie, esprime sentimenti e sensazioni che comunica al
pubblico.
· Il teatro è passione e passionalità ma anche controllo ed equilibrio.
· Il teatro apre nuove prospettive e punti di vista.
· Il teatro è gradevole, sgradevole, divertente, può sconvolgere ma anche
consolare, fa pensare e solleva lo spirito.
· Il teatro è arte, grandi autori, opere immortali della cultura del mondo
ma è anche drammatizzazione di piccole cose.
· Il teatro può essere eterno e universale ma anche consumarsi in
un’esperienza di brevi momenti.
· Il teatro educa perché non è dogmatico, non impone regole ma la sua
regola è quella di creare vari aspetti di armonia.
Giuseppe Spataro
18
Il teatro deve entrare nella scuola come cultura, come linguaggio, come
possibilità creativa.
 · Il teatro può fare parte dello studio della letteratura, ma va anche
studiato in sé per le sue caratteristiche di veicolo di comunicazione.
 · Il teatro nella scuola può essere uno strumento trasversale di
collegamento tra le discipline.
 · Il teatro nella scuola deve anche essere educazione dello spettatore
consapevole.
 · Comunque venga introdotto nella scuola non bisogna mai dimenticarsi
che il teatro è un piacere ed un gioco.
 · La cultura del teatro non è destinata ad una elité ma deve essere diffusa
tra tutti senza escludere nessuno.
 · E’ necessario formare insegnanti ed operatori teatrali che siano
consapevoli del ruolo educativo del teatro in generale e della specificità
del teatro nella scuola.
 · In un mondo in cui ha sempre più rilievo la tecnologia, la cultura del
teatro è viva e dinamica e la scuola ha il dovere di trasmetterla alle nuove
generazioni.

Giuseppe Spataro
19
Conclusioni






L’impulso a creare deve sempre precedere l’apprendimento delle tecniche
che non devono mai essere offerte dall’adulto, ma scoperte dagli stessi
bambini;
L’insegnante-animatore deve solo indicare quei procedimenti necessari
proprii di certi mezzi espressivi e favorire inoltre nei bambini il senso della
qualità e delle ricchezze “nascoste” in ogni singolo materiale.
In nessun caso si deve dare importanza al prodotto finale che è sempre
subordinato al processo creativo: “è l’effetto di questo processo a divenire
significativo per il suo sviluppo totale”.
Il fanciullo deve potersi identificare con la propria personale esperienza
prima di essere motivato a produrre creativamente, o meglio, il bisogno di
espressione deriverà solo da una esperienza vissuta intensamente.
Si può creare tra l’adulto e il fanciullo una situazione per cui le
caratteristiche che fanno dell’adulto un giudice agli occhi del fanciullo sono
profondamente modificate, ed in cui a tutti gli effetti l’adulto cessa agli
occhi del fanciullo di essere tale e diventa invece un compagno.
Questa è la forza del teatro!
Giuseppe Spataro
20