Presentazione di PowerPoint - Istituto Zooprofilattico Sperimentale

Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno
PREVALENZA E FATTORI DI RISCHIO DELLA BVD NEI BUFALI DELLA REGIONE CAMPANIA:
INDAGINE PRELIMINARE
Nava D., Silvestre O., Cacciapuoti G., Caligiuri V., Cozzolino L., Solimene F
.
INTRODUZIONE:
La BVDV/MD è una patologia dei bovini ampiamente diffusa a livello mondiale,
economicamente rilevante perché causa di turbe respiratorie, forme enteriche e disturbi
della sfera riproduttiva. La prevalenza dell’infezione a livello nazionale non è nota. Nella
Regione Campania, un’indagine condotta tra il 2002 ed il 2004 su riproduttori della specie
bovina, ha evidenziato una prevalenza inter-aziendale dell’80% ed intra-aziendale del 31%.
Per quanto concerne la specie bufalina, uno studio pilota da noi condotto nei primi mesi del
2005 su 14 aziende della provincia di Caserta, ha evidenziato una prevalenza inter-aziendale
dell’85% ed intra-aziendale compresa tra il 3 ed il 19%. Al fine di approfondire i risultati
ottenuti, e valutare anche l’effetto di alcuni fattori di rischio della malattia nella specie
bufalina, è stato condotto nel corso dell’anno 2005 uno studio sierologico cross-sectional nella
provincia di Caserta, che detiene circa il 70% del patrimonio bufalino regionale.
Aziende Aziende % Az.
testate positive positive
Capi
presenti
Capi
testati
Capi
%
positivi positivi
MATERIALI E METODI
60
43
70
12.891
1.714
240
14,0
Tabella 1. sieroprevalenza a livello di azienda e di capi
classi di
consistenza
prev. min
prev. med
prev. max
fino a 60
13%
17%
22%
da 61 a 250
8%
10%
12%
oltre 250
15%
18,9%
22%
Tabella 2. sieroprevalenza a livello di azienda e di capi
E’ stato effettuato un campionamento a due stadi (allevamenti ed animali). I
campioni di sangue sono stati prelevati direttamente nelle aziende che
costituivano il campione. Nello stesso tempo è stato somministrato agli
allevatori un questionario finalizzato ad ottenere informazioni relative ad
alcune caratteristiche dell’allevamento: consistenza, introduzione frequente di
nuovi soggetti, tipo di rimonta, tipo di fecondazione, presenza di turbe
riproduttive e/o respiratorie, vaccinazioni effettuate nei confronti della
malattia. Tutti i campioni di sangue sono stati testati per la ricerca di anticorpi
anti-pestivirus, utilizzando una tecnica immunoenzimatica di tipo ELISA
competitiva, messa a punto dall’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e
dell’Emilia Romagna. Per identificare la prevalenza attesa a livello di
allevameto, è stato utilizzato un modello di regressione logistica.
7000
20,0
18,0
6000
16,0
5000
RISULTATI E CONCLUSIONI
Sono stati testati 1714 capi, prelevati in 60 aziende. I risultati ottenuti sono
evidenziati in Tabella 1. E’ stata calcolata la prevalenza degli allevamenti,
suddivisi per classi di consistenza, ed i risultati sono riportati in Tabella 2.
L’analisi dei dati evidenzia come i fattori di rischio considerati nel presente
studio non siano risultati statisticamente significativi. La totalità delle aziende
pratica la rimonta interna e solo raramente vengono introdotti nuovi soggetti.
Nella maggior parte dei casi viene praticata la fecondazione naturale con toro di
proprietà mentre la fecondazione artificiale viene praticata solo nel 30% delle
aziende testate. Nessuna vaccinazione nei confronti del BVDV viene effettuata.
Disturbi di tipo riproduttivo sono stati evidenziati nel 40% delle aziende testate.
La bassa prevalenza intra-aziendale riscontrata rispetto alla specie bovina, e la
mancata correlazione con i fattori di rischio presi in esame potrebbe far pensare
ad un diverso comportamento della specie bufalina nei confronti del BVDV,
legato o a caratteristiche genetiche proprie della specie o a fattori estrinseci
relativi alla tipologia di allevamento. E’ per questo motivo che ulteriori studi
saranno condotti al fine di valutare altri fattori di rischio propri dell’allevamento
bufalino e, attraverso indagini di tipo biomolecolare, indagare la reale incidenza
della malattia nel bufalo e gli effetti che essa produce nel determinismo di alcuni
quadri clinici che pure in questa specie si presentano.
14,0
12,0
4000
10,0
3000
8,0
6,0
2000
4,0
1000
2,0
0
0,0
fino a 60
capi pres
da 61 a 250
camp
oltre 250
% capi pos
BIBLIOGRAFIA
BARKER, J.C., 1990 Clinical aspects of bovine virus diarrhea virus infection
Rev.Sci.Tech.Off.Int.Epiz., 9(1), 95-103
CASTRUCCI G. OSBURN: A study of some pathogenetic aspect of bovine viral
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STEINER, H.P., e coll. (1996)