Il nome Ade designava anche genericamente l'oltretomba, come presso i Romani Averno stava
per "regno dei morti". Ade-Plutone viene raffigurato, nell'arte antica, con caratteri cupi nel volto,
barbuto, vestito con un pesante mantello. Si pensava che vivesse in tutti quei luoghi della
superficie terrestre che emanano vapori sulfurei o nascondono fuoco. Il suo regno era circondato
da un ampio fiume l’Acheronte sulla cui riva Caronte traghettava i morti oltre il fiume c’era un
altro guardiano : Cerbero, un cane rabbioso a tre teste.
Ade (Hades)
Plutone
Caronte conduce i defunti alle porte dell'Ade.
Affresco, II sec. a.C., nella Tomba 5636 a
Tarquinia
Afrodite è la divinità greca dell'amore, simboleggia l'istinto naturale di generazione e di
fecondazione. I Greci collegavano il nome di Afrodite con la spuma del mare (afròs), dalla quale
ritenevano che fosse nata. Quando nacque, l’Olimpo fu in festa ma Giunone e Minerva provarono
il morso della gelosia. Nessuno infatti sapeva resistere al suo potere:tutti obbedivano a lei,
uomini, animali e persino le piante a primavera obbedivano al suo richiamo. Suo figlio era Cupido.
Uno dei matrimoni di Venere fu con il re Anchise e dalla loro unione nacque Enea . Il suo culto si
diffuse in Occidente, prima in Sicilia e poi a Roma, la dea venne onorata col nome di Venere (da
venus, venustas = bellezza).
Afrodite
Sandro Botticelli,
La nascita di
Venere, Galleria
degli Uffizi di
Firenze
Venere
Alessandro di Antiochia,
Venere di Milos,
Museo del Louvre
Dio della Guerra
Divinità eminentemente guerriera, il romano Mars fu in origine un dio agreste regolatore delle
stagioni, al quale era intitolato il primo mese in cui comincia la primavera. Marzo (in latino
Martius). Era il dio della guerra condotta con ferocia, per lui era indifferente combattere da una
parte o dall’altra, non di rado ebbe la peggio con Minerva che invece combatteva per il trionfo
della giustizia.
Ares
Marte
il Marte Ludovisi - "Ares in riposo"
copia romana da originale greco del IV sec. a.C.
La dea greca Artemide rappresenta simbolicamente la luce lunare, così come il
fratello Apollo quella solare. Diana volle vivere senza amore e senza passioni
nell’incanto dei boschi e delle valli inseguendo le fiere (belve) con il suo infallibile
arco. Divinità latina, fu considerata, insieme ad Apollo, protettrice di Roma
Artemide
Diana
Statua di Diana nel
Museo del Louvre
Diana cacciatrice
Giuseppe Cesari (Cavalier d'Arpino) 1568 -1640
Pinacoteca Capitolina, Roma
Dio della medicina.
Asclepio, che i Romani conobbero col nome di Esculapio, nell'antica Grecia era il dio della medicina. Figlio di
Apollo e di Coronide, fu affidato dal padre al centauro Chirone che gli insegnò l'arte medica. Avendo poi osato
richiamare in vita i morti, fu fulminato da Zeus.
Gli attributi di Asclepio erano il bastone, il rotolo di libro, il fascio di papaveri, ma soprattutto il serpente:
secondo una leggenda un serpente gli avrebbe portato l'erba miracolosa che servì per risuscitare Ippolito, il
figlio di Teseo, e dopo la sua morte Asclepio e il serpente furono posti in cielo, raffigurati nelle costellazioni di
Ofiuco o Serpentario e del Serpente. La moglie di Asclepio era Salute e la sua sacerdotessa era Panacea, "colei
che tutto guarisce".
Asclepio
Esculapio
Statua di Asclepio
dal santuario di
Epidauro
Asclepio su una moneta greca da Epidauro.
Monaco, Staatliche Mnzsammlung
Dea della guerra e dell'intelligenza
figlia di Giove, balzata in armi fuori dalla dolorante testa di lui. Alla nascita, armata di tutto punto, con elmo, asta e
scudo, si presentò già adulta al padre, pronta a mostrargli come fosse disposta ad aiutarlo, sia con le armi, sia con la
saggezza che le era propria. Pur col suo armamentario guerriero, era soprattutto la dea della sapienza, della vita
tranquilla e operosa, la protettrice dell'intelligenza e di tutte le arti. Quando Giunone vide che Giove aveva avuto
questa figlia senza la propria partecipazione, si vendicò facendosi "ingravidare" da un fiore: e nacque Marte, il vero
dio della Guerra, quasi un contraltare a questa dea in divisa ma pacifica, che aveva donato agli uomini l'ulivo,
simbolo sommo della pace.
Atena
•
anfora greca
con la
raffigurazione
della dea
Atena
Minerva
Crono era uno dei titani, figlio di Urano e di Gea. Precisamente era il più giovane dei titani. Egli aiutò la madre a
liberarsi di Urano che giaceva costantemente su di lei impedendo ai figli concepiti di uscire dal suo grembo.
Crono evirò il padre con un falcetto fabbricato dalla Terra al proprio interno, gettò l'organo amputato nel mare e
prese il posto di Urano alla guida del mondo. Crono scacciò i fratelli Ciclopi ed Ecatonchiri e li confinò negli
inferi. In seguito sposò la sorella Rea, con la quale generò i principali dei del Pantheon greco. I genitori dei due
però avevano predetto a Crono che sarebbe stato a sua volta detronizzato da uno dei suoi figli. Per evitare di
perdere il potere così come era capitato a suo padre, Saturno prese a divorare i piccoli figli via via che Rea li
partoriva. Questa partorì Demetra, Era, Estia, Plutone e Poseidone, tutti divorati da Crono. Ma Rea, ormai
prossima a partorire Zeus, il suo ultimogenito, scappò a Creta dove diede alla luce la divinità che fu avvolta in
fasce e, a Crono, venne recapitato un masso che il dio ingoiò pensando fosse il figlio..
Zeus, una volta cresciuto, somministrò a Crono un veleno che gli fece
vomitare tutti i figli ingoiati; in seguito, dopo una guerra intrapresa
insieme ai fratelli liberati, riuscì a vincere il padre, a rinchiuderlo e ad
affidarlo alla custodia degli Ecatonchiri, per l'eternità
Crono
Saturno
Francisco Goya Saturno che divora i
figli
Dea della terra e della fertilità
Figlia del titano Crono e di Rea veniva considerata nella mitologia greca la dea del grano e dei raccolti. Quando
sua figlia Proserpina fu rapita da Ade, dio degli Inferi mentre coglieva fiori , Demetra ne fu così addolorata che
trascurò le terre, sulle quali non crebbe più alcuna pianta, e la carestia si abbatté sul mondo. Preoccupato per
la situazione, Zeus chiese al fratello Ade di restituire Proserpina alla madre. Questi acconsentì, ma prima di
liberarla le fece mangiare i chicchi di una melagrana magica che l'avrebbero costretta a ritornare da lui sei mesi
all'anno. Felice di aver ritrovato sua figlia, in primavera Demetra faceva nascere dalla terra fiori, frutti e grano in
abbondanza, ma in autunno, quando Persefone era costretta a ritornare nel mondo sotterraneo, il suo dolore
provocava la morte della vegetazione e l'arrivo dell'inverno. Dalla Sicilia, il culto si propagò a Roma nel V secolo
a.C.,popolare soprattutto fra i plebei, dove alle due dee corrispondevano Cerere e Proserpina.
La parola "cereali" deriva dal suo nome.
Demetra
Cerere
Dea della giustizia
Nella mitologia greca Dike è una vergine figlia di Zeus e di Themis, che si identifica con l'età
dell'oro ed è sinonimo di giustizia. Era annoverata, secondo Esiodo, tra le Ore: Eunomia,
l'ordinamento legale; Dike, la giustizia; Irene, la pace.
Dike
Giustizia
Dio del vino e dei vizi
Uno degli innumerevoli figli di Giove. Dio della vendemmia, del vino, della gioiosa voluttà del bere e della
sensualità, alla quale gli italici finirono con attribuire i costumi e i riti del corrispondente dio greco Diòniso.
Dioniso
Bacco
Statua di Dioniso
esposta al Louvre.
Bacco
Michelangelo Merisi "il Caravaggio”
Galleria degli Uffizi, Firenze
Dio del fuoco e della metallurgia
Vulcano era in origine un'antica divinità italica probabilmente associata al fuoco vulcanico e solo in epoca
imperiale venne identificato con Efesto, il dio greco del fuoco e della lavorazione dei metalli.
Efesto era figlio di Zeus ed Era, anche se in alcune versioni venne generato dalla sola Era.
Dopo la sua nascita venne cacciato dall'Olimpo perché brutto e zoppo da Era o da Zeus a seconda delle
leggende; grazie alla sua abilità riuscì lo stesso a riconquistarlo ed a sposare Afrodite, dea dell'amore
Vulcano aveva la propria fucina sotto l'Etna e, in qualità di artigiano degli dei, fabbricava i loro gioielli le loro
armature e corazze.
Efesto
Giulio Romano
"Vulcano forgia le armi di Achille"
Affresco
Palazzo Ducale di Mantova
XVI Sec.
Vulcano
Dea dell'aurora
Eos è una figura della mitologia greca, dea dell'aurora.
Esiodo la indica come figlia di due titani: Iperione e Teia. Era sorella di Elio (il Sole) e di Selene (la Luna).
Eos
Guido Reni, Apollo che guida il carro del Sole
preceduto dall'Aurora, 1613, affresco, Casino
dell'Aurora, Palazzo Rospigliosi, Roma
Aurora
Era sorella e moglie di Giove, una delle maggiori divinità dell'Olimpo, considerata come la dea che
presiedeva alla fedeltà coniugale, forse in antitesi alle infedeltà del divino marito, protettrice dei matrimoni e
dei parti: il suo soprannome più comune di Giunone Lucina era invocato dalle partorienti perché proteggesse
i bambini quando venivano, appunto, alla luce. A Roma fu venerata anche con il nome di Giunone Prònuba,
cioè di quella che conduceva la sposa alla casa del marito, e come Giunone Regina, protettrice dello Stato
romano. Da lei prese il nome il mese di Giugno
Era
La toeletta di Giunone
di Andrea Appiani, pittore neoclassico, 1754 -1817
Giunone
Eroe delle dodici fatiche
è il nome dell'eroe leggendario che rivive, in gran parte, nel mito italico e romano di Ercole, altro figlio di
Giove. Nell'arte classica è raffigurato seminudo o avvolto in pelle di leone, con una mano appoggiata alla
clava e il capo coronato di foglie. Famose, di lui, le Dodici Fatiche, leggendarie imprese che gli valsero alla fine
l'immortalità fra gli dèi dell'Olimpo
Eracle
Ercole
Antonio Canova, Ercole e Lica
di, 1757 -1822
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Dee dell'ordine morale e della vendetta
Nacquero dal sangue di Urano mutilato dei genitali da Cronos; le Erinni o Furie erano tre: Aletto, Tisifone e
Megera. Dee della maledizione e della vendetta punitrice; la loro figura era raccapricciante, venivano
raffigurate come vecchie orribili con serpenti invece che capelli e con occhi di fiamma.
Erinni
Furie
Dea della discordia
Eris è una figura della mitologia greca, la dea della discordia.
È strettamente legata ad Ares, cui spesso si accompagna, e secondo alcuni faceva da guardia al palazzo del dio
della guerra.
L'episodio più significativo cui la dea è legata è quello della mela della discordia: furiosa per l'esclusione dal
banchetto nuziale di Peleo e Teti Eris giunse perfino a contemplare l'idea di scagliare i Titani contro gli altri
Olimpi, che erano stati tutti invitati, e detronizzare Zeus. Poi, però, scelse una via più subdola per compiere la
sua vendetta. Giunta sul luogo in cui si teneva il banchetto, fece rotolare una mela d'oro, secondo alcuni presa
nel giardino delle Esperidi, dichiarando che era destinata “alla più bella” fra le divine convitate. La disputa che
sorse fra Era, Atena e Afrodite per l'assegnazione della frutto e del relativo titolo, condusse al giudizio di Paride
e in seguito al ratto di Elena che originò la guerra di Troia
Eris
Discordia
Eris, con spalle e piedi alati, in una
rappresentazione del 575-525 a.C.
Mercurio, l'Ermes dei Greci, era il messaggero degli dei ed in particolare di suo padre Zeus; portava sandali alati, un cappello a
falda larga, una verga d'oro con serpenti intrecciati e ali ai piedi. Nell'arte greca più antica veniva raffigurato come un uomo
barbuto e maturo; nel periodo classico divenne un giovane atletico, nudo e imberbe. Era il dio dei mercanti e del commercio,
degli atleti, dei ginnasi e degli stadi; lo si riteneva propiziatore della fortuna e della ricchezza. Era anche dio dei ladri!
Ermes (Hermes)
Giambologna (Jean de Boulogne)
1580 circa.
bronzo,
Firenze, Museo Nazionale del Bargello.
Mercurio
Mercurio e Argo, di Pieter Pauwel Rubens.
Dio dell'amore
Eros, l'amore, che i romani identificarono col loro Cupido, era figlio di Afrodite ed Ares. Era rappresentato
come un fanciullo di otto o nove anni, armato di arco e faretra colma di frecce. Spesso aveva gli occhi bendati,
per indicare che l'amore è cieco Per dimostrare che nemmeno le belve potevano sottrarsi alle sue frecce,
veniva spesso raffigurato su un carro tirato da leoni. Di solito, dietro le spalle di Eros, spuntavano due piccole
ali. Gli erano sacri il gallo e il cigno. Si innamorò di Psiche ma poteva andare a trovarla solo di notte per non
svelare il suo volto, altrimenti il loro amore sarebbe svanito . Lei non resistette alla tentazione e una notte lo
illuminò con una lucerna ma, quando una goccia d’olio cadde sul Dio, questi sparì all’improvviso. Venere era
gelosa della bellezza di Psiche e non voleva che i due si riunissero ma, alla fine, le fece ritrovare Cupido.
Eros
•
Cupido
Nel 1602 Caravaggio dipinse per la famiglia
romana dei Giustiniani il famoso Amore
vittorioso, che celebra la vittoria di Eros sulle
Belle Arti.
Dea del focolare domestico
Estia
Vesta, figlia di Saturno e di Opi, sorella
di Giove, è una figura della mitologia
romana. Era la dea del focolare
domestico, venerata in ogni casa e il cui
culto consisteva principalmente nel
mantenere acceso il fuoco sacro: le
sacerdotesse legate al suo ordine,
quello delle famose vestali, avevano
appunto il compito di custodire il fuoco
sacro alla dea, acceso all’interno del
tempio a lei dedicato, facendo sì che
non si spegnesse mai.
Il fuoco sacro, custodito nel tempio di
Vesta, venne spento nel 391 per ordine
dell'imperatore Teodosio.
Vesta , Roma
Musei
Vaticani
Vesta
Dio del sonno
Nella mitologia greca Ipno (Hypnos) è il dio del sonno, figlio della Notte e fratello gemello di Tanato.
Il potere di Ipno era tale che poteva addormentare uomini e dei. Nel canto XIV dell'Iliade Era lo prega di
addormentare Zeus, affinché Poseidone porti aiuto ai Greci senza che il dio lo venga a sapere.
Ebbe numerosi figli, dei quali il più famoso è Morfeo.
Fu Ipno a dare ad Endimione la facoltà di dormire ad occhi aperti.
Viene raffigurato come un giovane nudo con le ali sul capo.
Ipno
Sonno
Apollo, detto dai greci Helios, il raggiante dio del Sole. Era raffigurato sotto l'aspetto d'un
giovane bellissimo, armato d'un arco d'argento, la lira in una mano e il capo coronato d'alloro.
Dio della poesia e guida delle Muse, era ritenuto anche protettore degli artisti e dei medici. La
leggenda attribuiva ad Apollo anche il cavallo Pègaso dalle ali di cigno, il quale, per aver urtato
con lo zoccolo una rupe, ne fece scaturire una famosa fonte, alla quale si abbeveravano i poeti
in cerca d'ispirazione. Il fratello Mercurio gli rubò dei bellissimi capi di bestiame e per farsi
perdonare gli regalò la prima cetra: un guscio di tartaruga fornita di corde che producevano un
suono armonioso. Apollo divenne allora protettore di tutti gli artisti.
Helios
Apollo del Belvedere
copia romana da originale greco del 500 a.C.
Musei vaticani - Città del Vaticano
Apollo
Bernini: Apollo and Daphne
Dee del destino
In origine si trattava di una divinità singola, Parca, dea tutelare della nascita. Successivamente le furono
aggiunte Nona e Decima, che presiedevano agli ultimi mesi di gravidanza.
Figlie di Zeus e Temi, la Giustizia. Esse stabilivano il destino degli uomini. In arte e in poesia erano raffigurate
come vecchie tessitrici scorbutiche o come oscure fanciulle.
In un secondo momento furono assimilate alle Moire e divennero le divinità che presiedono al destino
dell'uomo. La prima filava il tessuto della vita, la seconda dispensava i destini, assegnandone una ad ogni
individuo stabilendone anche la durata, e la terza, l'inesorabile, tagliava il filo della vita al momento stabilito. Le
loro decisioni erano immutabili, neppure gli dei potevano cambiarle.
Venivano chiamate anche Fatae, ovvero coloro che presiedono al Fato (dal latino Fatum ovvero "destino").
Moire
Marco Bigio
(Siena, notizie intorno al 1541)
Le tre Parche
Parche
La vittoria
Nike o Nice è un personaggio della mitologia greca. Era la personificazione della vittoria
rappresenta infatti la Vittoria alata. Viene infatti solitamente rappresentata come una ragazza
alata. Nel Partenone di Atene era raffigurata sul palmo della mano di Atena, e ad Olimpia nella
mano di Zeus. In scultura ne sono state rinvenute diverse, in generale raffigurano una fanciulla
(kora) alata che in realtà rappresenta una dea che spicca il volo, implicando l'idea della vittoria
incontrastata. Modello esemplare è la nike di Samotracia che racchiude tutta la tradizione
scultorea classica.
Nike
Vittoria
Nike di Samotracia - Parigi Louvre
Dea della terra feconda
Proserpina è la versione romana della dea greca Persefone. in origine, fu senza dubbio una dea
agreste. Viene anche identificata con la dea Libera.
Proserpina era figlia di Cerere; rapita da Plutone re dell'Ade mentre coglieva i fiori sulle rive del
lago Pergusa ad Enna, la trascinò sulla sua biga trainata da quattro cavalli neri, ne divenne la
sposa e fu regina degli Inferni. Dopo che la madre ebbe chiesto a Zeus di farla liberare, poté
ritornare in superficie, a patto che trascorresse sei mesi all'anno ancora con Plutone. I Greci si
spiegavano così l'alternarsi delle stagioni.
.
Persefone
Proserpina
Gian Lorenzo Bernini, Il ratto di Proserpina
Dio del mare
Nettuno
Poseidone
Nettuno, figlio del dio Saturno e fratello
di Giove, re degli dei. In origine dio
delle fonti e dei corsi d'acqua, fu poi
identificato con il dio greco del mare,
Poseidone, che in origine era anche il
dio dei terremoti. Poseidone era lo
sposo di Anfitrite, una delle nereidi,
dalla quale aveva avuto un figlio,
Tritone. Poseidone, tuttavia, ebbe
numerose altre storie d'amore,
specialmente con ninfe di sorgenti, con
le quali generò numerosi figli famosi
per la loro barbarie e crudeltà, tra cui il
gigante Orione e il ciclope Polifemo;
con Medusa concepì Pegaso, il celebre
cavallo alato.
Poseidon di Capo Artemisio (V sec. a.C.)
A.Doria in veste di nettuno - Agnolo Bronzino
1546-1548 , Milano, Pinacoteca di Brera
La dea madre
Rea è figlia di Urano e di Gea, sorella e moglie di Crono e madre di Ade, Demetra, Era, Estia, Poseidone e Zeus.
Presenta una forte associazione con Cibele, dalla quale non è sempre distinguibile, essendo rappresentata su
un carro tirato da due leoni.
Rea
Ops (Consiva)
La morte
Tanato
Tànato o Thanatos (dal greco
θάνατος), personificavala morte e
che era ritenuto figlio dell'Erebo e
della Notte (o di Astrèa ) nonché
fratello gemello di Ipno.
Era rappresentato come un uomo
barbuto ed alato, insensibile alle
preghiere perché dal cuore di ferro
e dai visceri di bronzo. Tuttavia due
strane leggende di origine popolare
narrano di come il terribile Tànato
fu costretto a cedere il corpo di
Alcèsti ad Eracle e di come, in
un'altra occasione, fu incatenato da
Sisifo .
Orco
Dea della fortuna e del caso
è la personificazione della fortuna.
Tiche era la divinità tutelare che presiedeva la prosperità delle città e degli stati.
La sua importanza crebbe in età ellenistica,
Nell'arte medievale la dea è raffigurata con una cornucopia e la ruota della fortuna.
Tiche
Fortuna
Fortuna, marmo , I-II secolo
d.C.
Il sommo fra gli dei che, a detta di Omero, faceva tremare l'Olimpo era anche Dio degli uomini.
Sua madre Rea lo sottrasse alla bestiale avidità del padre Crono (Saturno), che Giove poi
detronizzò divenendo a sua volta signore del Cielo e della Terra. Era rappresentato con aspetto
maestoso, il torso nudo e le spalle possenti, il fulmine impugnato con la destra, lo scettro e una
statuetta della vittoria nella sinistra. Ai suoi piedi posava un'aquila, nell'atto di fissare i grandi
occhi del sommo dio. Nella tradizione religiosa latina fu chiamato Ottimo Massimo Capitolino,
dal tempio che gli era dedicato, insieme a Giunone e Minerva, in Campidoglio.
Egli spesso doveva intervenire sulla Terra per punire i trasgressori delle leggi umane e divine.
Zeus
Giove e Teti
di Jean-Auguste-Dominique Ingres
( pittore neoclassico, 1780-1867 )
Museo Granet, Aix-en-Provence
Nel quadro di Ingres, la dea
Teti, moglie di Peléo e
premurosa madre di Achille,
implora il maiestatico Giove in
favore del figlio. Il re
dell'Olimpo vi è raffigurato
quasi imperturbabile, ma alla
fine acconsentirà ad esaudire
la preghiera della regina del
Mare. Il fatto è narrato nel
Canto I dell'Iliade.
Giove