Corso di formazione Docenti Neo-assunti in servizio a.s. 2014/2015 distretti 29° . 30° Laboratorio: L’integrazione scolastica dei disabili e i bisogni educativi speciali data 22 Aprile 2015 DOCENTE FORMATORE – Prof.ssa Marika Torchio Direttore del Corso Dott.ssa Francesca Borzillo GLI ARGOMENTI PERCORSO NORMATIVO SULLA DISABILITA’ LEGGE n° 170 - 8 OTTOBRE 2010 (D.S.A.) DECRETO APPLICATIVO n.5669/2011 LINEE GUIDA DEL 12 LUGLIO (ALLEGATE AL D.M.) CONSENSUS CONFERENCE 2010-13 ° Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 ° C.M. 8 del 6 marzo 2013 (B.E.S.) DISABILITA’ 1975 DOCUMENTO FALCUCCI Traccia gli elementi fondamentali della filosofia dell’integrazione e i suoi principi. Il documento è il risultato dell’indagine nazionale sui “problemi degli alunni handicappati” coordinata da Franca Falcucci Legge 517/77 abolisce le classi differenziali Legge 104 /92 stabilisce che l’integrazione scolastica deve avvenire per tutti e per ogni ciclo, compresa l’università , nelle classi comuni. DPR 24/02/1994 Definisce il ruolo di supporto tecnico specialistico che i servizi sanitari devono avere nei confronti delle scuole impegnate nei processi di integrazione. DPR 275/99 Introduce l’autonomia delle istituzioni scolastiche Legge 18/2009 Nasce l’Osservatorio nazionale per le persone con disabilità vengono pubblicate le linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 STRUMENTI D’INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE 8 del 6 TERRITORIALE PER C.M. L’INCLUSIONE SCOLASTICA marzo 2013 Circolare sui Bisogni Educativi Speciali UN PASSO INDIETRO!!!!! La Legge 53/2003 introduce il concetto di PERSONALIZZAZIONE dell’intervento educativo/didattico PDP/DSA??PDP/BES?? Ooo PDP altri BES?? Dunque parliamo di personalizzazione ● PDP/PERCORSO ORDINARIO ● PDP/PERCORSO DIFFERENZIAT O: “casi di particolari gravità del disturbo di apprendimento, anche in comorbilità con altri disturbi o patologie”(DM 12 luglio 2011) INIZIAMO DAL DISTURBO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO! LEGGE 170/2010 Art. 1 1. La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. 2. Ai fini della presente legge, si intende per dislessia un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell'imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura. 3. ….per disgrafia si intende un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica. 4. … per disortografia si intende un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica. . Per definire una diagnosi di DSA , è necessario che sia terminato il normale processo di insegnamento delle abilità di letto/ scrittura (fine della seconda classe primaria) e di calcolo (fine della terza classe primaria). MODELLI EVOLUTIVI DELLA LETTURA E SCRITTURA MODELLO DI UTA FRITH Il bambino riconosce alcune parole per la presenza di alcuni indizi STADIO LOGOGRAFICO Il bambino legge utilizzando le regole di conversione grafema-fonema STADIO ALFABETICO Il bambino impara le regole ortografiche e sintattiche, L’ unità di lettura/scrittura è la sillaba. STADIO ORTOGRAFICO Formazione del magazzino lessicale. Il bambino inizia a leggere con la via semantico-lessicale STADIO LESSICALE PERTANTO IMPARARE A LEGGERE E SCRIVERE SIGNIFICA INNANZITUTTO ACQUISIRE UN CERTO NUMERO DI ABILITÀ CHE DOVRANNO DIVENTARE AUTOMATICHE. SCHEMA DI PRODUZIONE VERBALE ELEMENTI PROSODICI DEL LINGUAGGIO PARLATO Attraverso le caratteristiche degli elementi prosodici del linguaggio parlato: intonazione, accenti, ritmo e mimica articolatoria, possiamo trasferire i parametri della musica nel linguaggio parlato: MUSICA ALTEZZA INTENSITA’ DURATA TIMBRO LINGUAGGIO P. INTONAZIONE ACCENTI RITMO ( METRICA) TIMBRO ( VOCE) DUNQUE OCCORRE FOCALIZZARE LE ATTIVITA’ LUDICHE SUL MOVIMENTO CORPOREO, PER STIMOLARE IL RITMO, L’INTONAZIONE ED I SUONI DEL LINGUAGGIO. IN QUESTA OCCASIONE, RICORDIAMO CHE……….. I MACROMOVIMENTI CORPOREI, AIUTANO I MICROMOVIMENTI DEGLI ORGANI FONATORI, PONENDO TUTTO IL CORPO NEL GRADO DI TENSIONE O RILASSAMNETO RICHIESTI DAI DIVERSI SUONI!.......... ALCUNI ESERCIZI DI PSICOMOTRICITA’ I processi parziali dell’apprendimento della lettura Analisi visiva Discriminazione visiva Discriminazione uditiva Percezione dell’ordine temporale Sintesi uditiva Corrispondenza grafema-fonema Sintesi visiva Discriminazione uditiva Il bambino deve saper differenziare un fonema (= suono) dall’altro. È importante partire dalla discriminazione della sillaba per poi arrivare alla discriminazione del grafema. Sintesi uditiva La sintesi uditiva necessita di una adeguata capacità di discriminazione uditiva una processualità attiva la capacità di conservazione dell’ordine temporale. Nei processi di sintesi uditiva sono implicate componenti di elaborazione uditiva e di memoria sequenziale. Il bambino deve raggiungere la capacità di fondere i fonemi presentati in forma separata. ALCUNI SUONI CONSONANTICI IL FONEMA /d/ dentale, occlusivo-sonoro; IL FONEMA /t/ dentale, occlusivo-sordo. IL FONEMA /f) labio-dentale, costrittivo sordo; IL FONEMA /v) labio-dentale, costrittivo sonoro. IL FONEMA /p/ bilabiale occlusiva (esplosiva) sorda; IL FONEMA /b/ bilabiale occlusiva sonora. Dai suoni vocalici dipende il E LE VOCALI??? timbro della voce ma l’ordine di come acquisiamo le vocali non risulta essere tra i migliori….. PERCHE’ ? PROVIAMO AD OSSERVARE UN BAMBINO NELL’ ATTO DELLA SUZIONE(allattamento, biberon, ciuccio) L'atto della suzione inizia già nell'utero materno e rappresenta un apprendimento fondamentale di carattere neuro-muscolare Il muscolo orbicolare della bocca si mette in azione, prendendo la forma ad “ U” MA QUAL E’ IN ORDINE DI ACQUISIZIONE LA PRIMA VOCALE CHE DI SOLITO IMPARIAMO?????? LA /A/!....... …….. Poi la E,I,O,U Ma non sarebbe meglio lavorare sulla gradualità dell’apertura vocalica? UOAEI E che dire del nostro schema corporeo????Diventiamo solo bravi a disegnarlo? Non possiamo anche percepirlo e sentirlo?? DOVE STANNO LE VOCALI????............ Errori fonologici • Scambio di grafemi • folpe per volpe • Omissione o aggiunta di lettere o sillabe • taolo per tavolo • Inversioni • dinova per divano • Grafema inesatto • pese per pesce Insufficiente acquisizione della fase alfabetica Errori non fonologici Separazioni illegali in sieme per insieme Fusioni illegali alluomo per all’uomo Scambio di grafema omofono squola per scuola Omissione o aggiunta di h ha casa per a casa Errori fonetici Omissione o aggiunta di accenti perche per perchè Omissione o aggiunta di doppie pala per palla Corrispondenza grafema-fonema Il bambino deve riuscire ad associare correttamente un grafema al fonema corrispondente, fino ad arrivare ad associare brevi sequenze grafemiche alle corrispondenti sequenze fonemiche. Si tratta del processo di traduzione dal codice grafico a quello fonetico per quanto riguarda la lettura, dal codice fonetico al codice grafico per quanto riguarda la scrittura. Questo processo necessita di precedenti acquisizioni di competenza visiva e uditiva ed una automatizzazione di tali acquisizioni. Sintesi visiva È la capacità di cogliere l’insieme della parola e di distinguere gli elementi che la costituiscono (leggere sintetizzando la parola senza staccare i fonemi Si può partire dalla presentazione di una serie di parole formate da tre lettere dove viene cambiata solo quella iniziale: zio, pio, mio, rio è così possibile valutare se il bambino sa cogliere l’insieme della parola, differenziando l’elemento che la distingue dalle altre. Movimenti oculari durante la lettura Saccadi: piccoli balzi in avanti Fissazioni: pause durante le quali la fovea elabora le caratteristiche visive delle lettere Regressioni: movimenti all’indietro Nella lettura Fonologica i movimenti saccadici sono numerosi e poco ampi Nella lettura Lessicale i movimenti saccadici sono molto ampi e meno numerosi Movimenti oculari di un ragazzo di I media con normali capacità di lettura Pallini neri: fissazioni Linee: movimenti saccadici Movimenti oculari di un ragazzo di I media con deficit di lettura Movimenti oculari durante la lettura In cosa sono diversi i movimenti oculari di ragazzi con difficoltà di lettura? Sogg. con difficoltà di lettura: < fissazioni su parole contenuto (viaggio) > fissazioni su parole funzione (di, per, con) > regressioni Movimenti saccadici numerosi e poco ampi Punti di fissazione in funzione di lunghezza della parola (più la parola è lunga, più sono i punti di fissazione) …….RITORNANDO ALL’ART.1 5. Infine, si intende per discalculia un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell'elaborazione dei numeri. RICORDIAMO 6. La dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia, possono sussistere separatamente o insieme. La generalizzazione sull’alunno con DSA Non sa’ leggere = non è capace = non è intelligente! La stigmatizzazione: Il dislessico è un “diverso”, rispetto alla “norma”. Diversità = negatività Dislessia: disturbo, disabilità o caratteristica della persona? Consensus Conference 2010-13 I riferimenti internazionali utilizzati nella definizione e classificazione dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) sono: • ICD-10 (F81 Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche); • DSM IV TR (315 Disturbi dell’apprendimento). Si tratta di disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando,intatto il funzionamento intellettivo generale. Essi infatti interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici. Le disfunzioni neurobiologiche alla base dei disturbi interferiscono con il normale processo di acquisizione della lettura, della scrittura e del calcolo. I fattori ambientali, rappresentati dalla scuola, dall’ambiente familiare e dal contesto sociale, si intrecciano con quelli neurobiologici e contribuiscono a determinare il disturbo con un maggiore disadattamento. Il DSA è un disturbo cronico, la cui espressività si modifica in relazione all’età e alle richieste ambientali, si manifesta cioè con caratteristiche diverse nel corso dell’età evolutiva e delle fasi di apprendimento scolastico. Nella pratica clinica la Cc evidenzia un’alta presenza di comorbilità sia fra i disturbi specifici dell’apprendimento sia con altre condizioni cliniche quali: disprassie, disturbi del comportamento e dell’umore, ADHD, disturbi d’ansia, ecc. Allo stato attuale delle conoscenze la comorbilità, va intesa come contemporaneità o concomitanza della presenza di più disturbi. I fattori di rischio associati al DSA Quesito B1 della Cc Sono stati riscontrati, numerosi fattori di rischio che sono stati indagati per la loro potenziale associazione con lo sviluppo di DSA. Per alcuni è stata riscontrata un’associazione positiva con lo sviluppo di DSA, mentre per altri è stata riscontrata solo un’associazione positiva con lo sviluppo di ritardi nelle abilità di lettura, scrittura e calcolo. FATTORI DI RISCHIO due o più anestesie generali successive al parto, prima del quarto anno di vita; ! presenza di disturbo del linguaggio così definito: bambini che all’età di 5 anni,cadono sotto il 10° centile in più di una prova di sviluppo del linguaggio e che mantengono questo livello di prestazione a 8 anni (rischio aumentato di sviluppo di dislessia); sesso maschile (rischio aumentato di sviluppo di dislessia) ! storia genitoriale di alcolismo o di disturbo da uso di sostanze, soprattutto in preadolescenti maschi tra i 10 e i 12 anni (rischio aumentato di DSA); ! familiarità: un genitore affetto da dislessia (rischio aumentato di dislessia) ! esposizione prenatale alla cocaina (rischio aumentato di DSA). basso peso alla nascita e/o prematurità (rischio aumentato di sviluppo di ritardi nelle abilità di lettura e di calcolo); ! esposizione al fumo materno durante la gravidanza (rischio aumentato di sviluppo di ritardi nelle abilità di calcolo); ! esposizione a fattori psicologici traumatizzanti durante l’infanzia (rischio aumentato di ritardi nelle abilità di lettura); ! familiarità (rischio aumentato di sviluppo di ritardi nelle abilità di calcolo). Esposizione al fumo Esposizione al fumo materno durante la gravidanza • Prove scientifiche deboli, suggeriscono un rischio aumentato di associazione tra esposizione al fumo durante la gravidanza e sviluppo di un ritardo delle abilità di calcolo. I dati a disposizione sono invece insufficienti a dimostrare un’associazione tra esposizione al fumo durante la gravidanza e/o fumo passivo postpartum e sviluppo di disturbi delle abilità di ortografia e della lettura. Per una trattazione più estesa si rimanda al documento di analisi delle prove di letteratura disponibile all’indirizzo http://www.snlg iss.it/cms/files/Allegato_CC_DSA.pdf. Esposizione a fattori traumatizzanti durante l’infanzia Questo fattore di rischio è stato condotto su una coorte di 299 bambini statunitensi di scuola primaria (età 6-7 anni) residenti in città, in cui per fattore traumatizzante si intendeva l’essere stati testimoni di atti di violenza, sia all’interno della propria abitazione sia nell’ambiente urbano. I soggetti esposti dimostrano una riduzione delle abilità di lettura. Per una trattazione più estesa si rimanda al documento di analisi delle prove di letteratura disponibile all’indirizzo http://www.snlgiss.it/cms/files/Allegato_CC_DSA.pdf. ART.2 FINALITA’ a) garantire il diritto all'istruzione; b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità; c) ridurre i disagi relazionali ed emozionali; d) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti; e) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA; f) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi; g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione; h) assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale. ART.3 Diagnosi 1. La diagnosi dei DSA e' effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Servizio sanitario nazionale a legislazione vigente ed e' comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente. Le regioni nel cui territorio non sia possibile effettuare la diagnosi nell'ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio sanitario nazionale possono prevedere, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, che la medesima diagnosi sia effettuata da specialisti o strutture accreditate. 2. Per gli studenti che, nonostante adeguate attività di recupero didattico mirato, presentano persistenti difficoltà, la scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia. 3. E' compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all'articolo 7, comma 1. L'esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA. Art. 4 Formazione nella scuola Art. 5 Misure educative e didattiche di supporto 1. Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi ;di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari. 2. a) l'uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate; b) l'introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere; c) per l'insegnamento delle lingue straniere, l'uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche, ove risulti utile, la possibilità dell'esonero. 4. Agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di Stato e di ammissione all'università nonché gli esami universitari. Art. 6 Misure per i familiari 1. I familiari fino al primo grado di studenti del primo ciclo dell'istruzione con DSA impegnati nell'assistenza alle attività scolastiche a casa hanno diritto di usufruire di orari di lavoro flessibili. Decreto Applicativo n° 5669/2011 Articolo 2 Individuazione di alunni e studenti con DSA 1. Ai fini di cui al precedente articolo, le istituzioni scolastiche provvedono a segnalare alle famiglie le eventuali evidenze, riscontrate nelle prestazioni quotidiane in classe e persistenti nonostante l’applicazione di adeguate attività di recupero didattico mirato, di un possibile disturbo specifico di apprendimento, al fine di avviare il percorso per la diagnosi ai sensi dell’art. 3 della Legge 170/2010. 2. Al fine di garantire agli alunni e agli studenti con disturbi specifici di apprendimento di usufruire delle misure educative e didattiche di supporto di cui all’articolo 5 della Legge 170/2010, gli Uffici Scolastici Regionali attivano tutte le necessarie iniziative e procedure per favorire il rilascio di una certificazione diagnostica dettagliata e tempestiva da parte delle strutture preposte. 3. La certificazione di DSA viene consegnata dalla famiglia ovvero dallo studente di maggiore età alla scuola o all’università, che intraprendono le iniziative ad essa conseguenti. Articolo 4 Misure educative e didattiche 1. Le Istituzioni scolastiche, tenendo conto delle indicazioni contenute nelle allegate Linee guida, provvedono ad attuare i necessari interventi pedagogico-didattici per il successo formativo degli alunni e degli studenti con DSA, attivando percorsi di didattica individualizzata e personalizzata ( L.53/2003 e D.lgl 59/2004) e ricorrendo a strumenti compensativi e misure dispensative. 2. I percorsi didattici individualizzati e personalizzati articolano gli obiettivi, compresi comunque all’interno delle indicazioni curricolari nazionali per il primo e per il secondo ciclo,sulla base del livello e delle modalità di apprendimento dell’alunno e dello studente con DSA,adottando proposte di insegnamento che tengano conto delle abilità possedute e potenzino anche le funzioni non coinvolte nel disturbo. 3. In un’ottica di prevenzione dei DSA, gli insegnanti adottano metodologie didattiche adeguate allo sviluppo delle abilità di letto-scrittura e di calcolo, tenendo conto, nel rispetto della libertà d’insegnamento, delle osservazioni di carattere scientifico contenute al riguardo nelle allegate Linee guida. 4. Le Istituzioni scolastiche assicurano l’impiego degli opportuni strumenti compensativi, curando particolarmente l’acquisizione, da parte dell’alunno e dello studente, con DSA delle competenze per un efficiente utilizzo degli stessi. 5. L’adozione delle misure dispensative è finalizzata ad evitare situazioni di affaticamento e di disagio in compiti direttamente coinvolti dal disturbo, senza peraltro ridurre il livello degli obiettivi di apprendimento previsti nei percorsi didattici individualizzati e personalizzati Articolo 5 Interventi didattici individualizzati e personalizzati 1. La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con DSA, interventi didattici individualizzati e personalizzati, anche attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato, con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate. Articolo 6 Forme di verifica e di valutazione 3. Le Commissioni degli esami di Stato, al termine del primo e del secondo ciclo di istruzione,tengono in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, le modalità didattiche e le forme di valutazione, individuate nell’ambito dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati. Sulla base del disturbo specifico, anche in sede di esami di Stato, possono riservare ai candidati tempi più lunghi di quelli ordinari. Le medesime Commissioni assicurano, altresì, l’utilizzazione di idonei strumenti compensativi e adottano criteri valutativi, attenti soprattutto ai contenuti piuttosto che alla forma. 4. Le Istituzioni scolastiche attuano ogni strategia didattica per consentire ad alunni e studenti con DSA l’apprendimento delle lingue straniere. A tal fine valorizzano le modalità attraverso cui il discente meglio può esprimere le sue competenze privilegiando l’espressione orale, nonché ricorrendo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune. Le prove scritte di lingua straniera sono progettate, presentate e valutate secondo modalità compatibili con le difficoltà connesse ai DSA. 5. Fatto salvo quanto definito nel comma precedente, si possono dispensare alunni e studenti dalle prestazioni scritte in lingua straniera in corso d’anno scolastico e in sede di esami di Stato. 6. Solo in casi di particolari gravità del disturbo di apprendimento, anche in comorbilità con altri disturbi o patologie, risultanti dal certificato diagnostico, l’alunno o lo studente possono su richiesta delle famiglie e conseguente approvazione del consiglio di classe - essere esonerati dall’insegnamento delle lingue straniere e seguire un percorso didattico differenziato. BES….BES…BES 2° caso DISTU RBI EVOL UTIVI SPECI FICI D.S.A.-ADHDLINGUAGGIO-F.I.L. ALTRO(certificato) 1° caso DISA BILIT A’ 3° caso SVANT AGGIO L.104-art.3 c.1-3 Culturale-linguistico-socioeconomico-disagio emotivo”disagio temporale/o momentaneo” P.D.P. per tutti?? ADESSO UN PO’ DI ESERCITAZIONE SUI P.D.P. Grazie per l’attenzione