Solidarmente
10 anni
Di.A.Psi. 2000-2010
Aosta, 04 Giugno 2010
Dott. Paolo Calvarese
Elaborazione del trauma:
il percorso della famiglia

Prima fase

Shock/negazione/scetticismo e
incredulità;

Seconda fase

Riconoscimento e accettazione;

Terza fase

Apprendimento;

Quarta fase

La difesa dei diritti dei familiari
e le pressioni politico-sociali.
Prima fase:
Shock/negazione/scetticismo e
incredulità
Negazione della gravità
Assunzione di droghe????
Tratti caratteriali????
Amicizie sbagliate????
Delusioni sentimentali????
Richiesta di informazione a diverse fonti
Incredulità: proprio a noi???
Seconda fase:
Riconoscimento e accettazione
Presa di coscienza
Sentimenti di colpa e autoaccusa
Sensazione di perdita delle prospettive di
vita sognate per il proprio congiunto
Miglioramenti e recidive
Abbandono delle illusioni
Interrogativi inquietanti sul significato della
vita e sull’esistenza
Terza fase:
Apprendimento
Abbandono della routine domestica
Abbandono del “controllo assoluto”
Gestione dei sintomi e comportamenti
disfunzionali
Supporto del Servizio Pubblico
I Gruppi di Auto e Mutuo Aiuto
Quarta fase:
La difesa dei diritti dei familiari e le
pressioni politico-sociali.
Maggiore coscienza dei propri diritti
Maggiore assertività nel difenderli
Collaborazione attiva con il Servizio Pubblico
Lotta all’impotenza
Bisogni
Essere informati
Acquisire abilità
Avere supporti
I° negazione:
lutto, ansia,
depressione, colpa
Eziologia,
trattamento e
prognosi
Sopravvivenza
quotidiana
Affidarsi agli
operatori e gruppi di
familiari
II° riconoscimento:
rabbia, disillusione,
perdita di
motivazione
Significato dei
sintomi, farmaci e
risorse.
Abilità per
contrastare le crisi,
abilità assertive.
Operatori e familiari
in grado di
condividere
sentimenti
III° coping:
Gestione dello stress
accettazione limiti,
rinuncia onnipotenza
e del controllo
Quotidianità, ricerca
di un nuovo
equilibrio.
Operatori e familiari
IV° difesa diritti:
consapevolezza del
proprio ruolo
Collaborazione
attiva con il Servizio
Pubblico
Dare supporto ad
altre famiglie
Stadi
Come relazionarsi
con le istituzioni
Lo "stigma", molti lo praticano
e pochi lo conoscono
La parola stigma sul dizionario significa marchio, impronta, segno
distintivo. Per gli aspetti di salute mentale, il termine indica la
discriminazione basata sul pregiudizio nei confronti del malato. Ma
per un malato mentale lo stigma significa, ogni giorno, esclusione,
rifiuto, vergogna, solitudine.
Nasce e cresce su un terreno di false informazioni accettate in modo
passivi e acritico. Le convinzioni alla base dello stigma sono
sbagliate perchè non riconoscono che persone sofferenti di disturbi
mentali, se adeguatamente curate, possono recuperare capacità
intellettive e razionali compatibili con una vita sociale attiva e
produttiva. Lo stigma oltre ad essere un atteggiamento infondato, è
il principale ostacolo alla cura poichè genera un circolo vizioso di
malattia e pregiudizio.
Il malato e la famiglia, in fuga dalla propria condizione per timore dello
stigma, non riescono a migliorare e si isolano, peggiorando il proprio
stato di esclusione e rafforzando il pregiudizio stesso.
Stigma
Dimensioni
Esperienze di stigmatizzazione (457 racconti)
Rapporti interpersonali:
diminuzione dei contatti sociali
(vicini, parenti e amici).
47.7 %
Discriminazioni Strutturali: carenza
istituzionale, maggiore lavoro
sulla prevenzione della crisi
piuttosto che trattamenti
psichiatrici acuti
21.1 %
Immagine pubblica della malattia
mentale: predomina l’idea della
violenza e pericolosità.
20.3 %
Accesso ai ruoli sociali: sfiducia
nelle capacità lavorative e
sociali.
10.9 %
Matthias C. Angermeyer, Beate Schulze.
Università di Lipsia Germania
gruppi di auto-aiuto
1)identificare i bisogni delle famiglie, fornire sostegno sia dando
informazioni sia dando aiuto concreto
2)chiarire il rapporto tra famiglie e Sevizi e migliorare la
collaborazione
3)dare informazioni sul disturbo, sulle leggi, su possibili
finanziamenti
4)ridurre lo stigma associato alla malattia mentale attraverso corsi
di educazione sanitaria ed il coinvolgimento sia della comunità
sia dei mass-media
5)dare la possibilità alle famiglie di avere momenti di pausa in cui
altri servizi si occupano del loro familiare
Il gruppo di auto - mutuo aiuto
1.non si pone come finalità immediata la terapia familiare, anche se
infine risulta terapeutico
2.prevede incontri con
famiglie)
gruppi multifamiliari
(da 5 a 20
3.intende dare massima rilevanza al familiare in
quanto tale, in quanto soggetto interlocutore del servizio, in quanto
soggetto esso stesso bisognoso di ascolto e di
aiuto
4.non prevede pertanto la presenza del paziente e presuppone che
negli incontri non si parli di “lui” ma di “noi” (familiari)
Lavoro con le famiglie
lavorare con le famiglie significa instaurare
innanzitutto un rapporto paritetico tra operatori e
familiari.
Il polo professionale deve in primo luogo
abbandonare la propria tradizionale posizione di
dominio
Principi per la conduzione del
gruppo
rinunciare a teorie sul ruolo giocato dai familiari
nell’insorgere e nel persistere del disturbo psichiatrico, o
almeno ammettere che si tratta soltanto di
ipotesi(decolpevolizzazione)
riconoscere ai familiari le loro competenze, cui va dato il
giusto risalto favorendo la loro partecipazione attiva
(protagonismo)
evitare atteggiamenti da consulente esperto, valorizzando
invece l’eperienza dei familiari
Obiettivo
Obiettivo dei gruppi di auto-mutuo
aiuto (ispirati al modello
psicoeducazionale) è quello di
contribuire a diminuire il numero e
l’intensità delle ricadute agendo
sull’ambiente familiare, ossia
riducendo i livelli di Emotività
Espressa
valutazione dell’Emotività Espressa
critica
commenti sfavorevoli verso il soggetto
ostilità
rifiuto o sentimento negativo rivolto conto la persona e nono contro un suo
specifico comportamento
ipercoinvolgimento emotivo
eccessivo coinvolgimento dei familiari verso la malattia del congiunto
calore affettivo
sentimenti positivi verso il paziente
commenti positivi
approvazione verso il comportamento della persona che sta male
Famiglie ad
−
−
−
alta Emotività Espressa
ipercritiche
ostili
eccessivo ipercoinvolgimento emotivo
Tutti questi fattori costituiscono un
ostacolo al decorso del disturbo
Famiglie a bassa Emotività
Espressa
−
−
−
−
calore affettivo
commenti positivi
comunicazioni chiare
buona capacita’ di ascolto
Sono fondamentali per il decorso favorevole del
disturbo
L’Esperienza del DSM di TRIESTE
Il carico oggettivo riguarda il costo diretto e indiretto della
malattia:
i costi economici, la necessità di cambiare spesso casa
o di doverne acquistare una nuova,le ore e le
giornate di lavoro perse e, soprattutto per le
donne, la rinuncia al lavoro o alla progressione di
carriera, il tempo impiegato nell’assistenza, le
spese per la mancata autonomia del figlio che
resta in casa
carico oggettivo
4
sperimentale
controllo
3
2
1
pretest
posttest
carico soggettivo





sviluppo di sintomi ansiosi, depressivi e/o
psicosomatici
sentimenti di colpa
vergogna
isolamento sociale
disorientamento prodotto dalla
disinformazione sul disturbo mentale e
attribuzioni causali semplicistiche o irrazionali
c aric o s oggettivo
4
s per imentale
c ontrollo
3
2
1
pretes t
posttes t
Grazie per l’attenzione