3. Tumori del colon-retto Coordinatori Francesco Di Costanzo (Firenze) Alfredo Falcone (Pisa) Fabio Sbrana (Arezzo) M. Scatizzi (Prato) Comitato di redazione Silvia Gasperoni (Firenze) Elenco dei partecipanti che hanno collaborato alla stesura Nome e cognome Ente di appartenenza Giacomo Allegrini ASL5 Vito Annese Gastroenterologia AOUC Firenze Lorenzo Donatella Luca Giacomo Paolo Carmelo Ugo Antonuzzo AOUC Firenze Badii ASL 6 Bandettini Nome e cognome Claudio Alessandra Ente di appartenenza Fucini AOUC Firenze Galardi AOUC Firenze Silvia Gasperoni AOUC Firenze Sandro Giannessi ASL3 AOUC Firenze Elisa Giommoni AOUC Firenze Batignani AOUC Firenze Orlando Goletti ASL 5 Bechi AOUC Firenze Grazia Grazzini Ispo Firenze Bengala ASL9 Nicola Iannicello ASL 10 Boggi AOUP Pisa Andrea Bonanomi AOUC Firenze Sergio Bracarda Piero Manetti AOUC Firenze Paola Mantellini Ispo Firenze ASL8 Lorenzo Marcucci ASL5 Buccianti AOUP Pisa Gianluca Masi AOUP Pisa Cappuzzo ASL6 Mazza AOUC Firenze Franco Casamassima ASL11 Ilario Menchi AOUC Firenze Daniele Checcacci ASL3 Luca Messerini AOUC Firenze Cianchi AOUC Firenze Carlo Milandri ASL11 Andrea Ciarlo ASL4 Camilla Comin AOUC Firenze Crocetti Ispo Firenze Federico Fabio Emanuele Samanta Roberto Ernesto Enrico Mini AOUC Firenze Eugenio Paci Ispo Firenze Maria Simona Pino ASL10 Cupini ASL6 Alberto Pupi AOUC Firenze Francesco Di Clemente ASL7 Angela Ribecco ASL10 Firenze Samantha Di Donato ASL4 Virginia Rotella ASL2 Di Leonardo ASL 10 Aldo Sainato Radioterapia AOUP Pisa Dilieto ASL3 Lisa Salvatore AOUP Pisa Massimo Falchini AOUC Firenze Stefano Scaringi AOUC Firenze Alfredo Falcone AOUP Pisa Marco Scatizzi ASL4 Marco Farsi AOUC Firenze Pietro Tonelli AOUC Firenze Gabriella Fontanini AOUP Francesco Tonelli AOUC Firenze Lorenzo Fornaro ASL 2 Lucio Urbani AOUP Pisa Franceschini ASL 10 Valeri AOUC Firenze Greta Marco Franco Andrea Tumore del colon-retto 119 Tumore del colon-retto 3.1. Introduzione Il tumore del colon-retto rappresenta in Italia la seconda causa di morte dopo il carcinoma della mammella nella donna e del polmone nell’uomo; questa epidemiologia si conferma anche in Toscana determinando un’attenzione molto elevata dei professionisti e delle autorità sanitarie in termini di prevenzione, diagnosi precoce e terapie. Nelle nuove Raccomandazioni 2012 abbiamo perseguito due obiettivi principali: aggiornare le raccomandazioni in relazione all’evolversi della scienza e dare uno strumento facile da consultare. In questa edizione sono state privilegiate le flow chart rispetto alla parte descrittiva. 120 La rappresentazione in algoritmi del percorso diagnostico e terapeutico rende immediato il messaggio e più rapida la consultazione con una breve nota esplicativa dei contenuti non esplicitati nell’algoritmo. L’elaborazione, come già per la precedente edizione, ha visto la piena e fattiva collaborazione di tutti i professionisti di tutte le discipline coinvolte in questa patologia nel Sistema sanitario della Toscana coordinato dall’ITT. In ogni capitolo sono stati inoltre inseriti indicatori di processo che i professionisti hanno giudicato utili per valutare l’aderenza del percorso diagnostico–terapeutico alle raccomandazioni cliniche con l’obiettivo specifico di rendere il lavoro di condivisione svolto il più possibile aderente alla realtà oncologica toscana. Sicuramente le raccomandazioni del colon-retto potranno avere carenze o punti controversi: questo potrà essere oggetto di una continua rivalutazione ed aggiunte. Tutte le indicazioni hanno una solida letteratura, sappiamo anche che in molti casi è spesso difficile dare indicazioni precise e basate sul dato consolidato. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno dato il loro contributo nella stesura e revisione delle Raccomandazioni. Un particolare ringraziamento alla dott.ssa Silvia Gasperoni (AOUC- Firenze) che ha portato un grande contributo e coagulato tutto il lavoro organizzativo e di stesura. Infine speriamo che queste Raccomandazioni contribuiscano in modo significativo nel migliorare l’outcome e la qualità di vita dei pazienti che sono seguiti e trattati in Toscana. Augurando a tutti buon lavoro, carissimi saluti. 3.2. Screening • Algoritmo 45. Screening del carcinoma colo-rettale con sigmoidoscopia flessibile (SF) Nuovo invito non prima di 10 anni Negativi SOGGETTI CON Età 55-64 ANNI Esecuzione sf Invito postale Almeno 1 Adenoma avanzato(*) oppure 3 o più Adenomi semplici Positivi Colonscopia totale Eventuale terapia e follow-up (*) Adenoma avanzato = adenoma > 9 mm, villoso o con displasia grave 121 • Algoritmo 46. Screening del carcinoma colo-rettale con ricerca sangue occulto fecale (FOBT) Negativi SOGGETTI 50-69/70-74 ANNI Invito postale Nuovo invito Dopo 2 anni FOBT immunochimico Positivi (*) Questi screening fanno parte degli standard attuali del Sistema Sanitario Toscano Tumore del colon-retto Negativi FOBT dopo 5 anni se colonscopia totale o Completamento con virtuale – Dopo 3 anni se con rx a doppio contrasto Positivi Eventuale terapia e follow-up Colonscopia totale o Completamento radiologico Tumore del colon-retto Lo screening è un intervento sistematico, che utilizza mezzi clinici, strumentali o di laboratorio per individuare una malattia in una fase preclinica o i precursori della malattia nella popolazione generale o in un suo sottogruppo. Un programma di screening organizzato è un processo complesso, che agisce su una popolazione asintomatica invitata attivamente a sottoporsi ad un test. Per attuare un programma di screening è necessario che ne sia stata dimostrata l’efficacia in termini di riduzione dell’incidenza o della mortalità. Lo screening si propone di ridurre la mortalità per causa specifica nella popolazione che si sottopone regolarmente a controlli per la diagnosi precoce di neoplasie o lesioni precancerose. In quanto intervento organizzato di sanità pubblica, è un processo, controllato nella qualità, che coinvolge più discipline e professioni. Deve inoltre garantire la massima equità e prevedere un bilancio tra effetti positivi e negativi e una stima dei costi. La sua realizzazione richiede anche un’adeguata informazione della popolazione, che deve essere coinvolta attivamente e informata sui benefici e i possibili rischi. Deve quindi essere effettuata una valutazione epidemiologica non solo della prestazione sanitaria, ma anche della partecipazione e dell’impatto su incidenza e mortalità. Non sono oggetto delle presenti raccomandazioni i soggetti che presentano, rispetto alla popolazione generale, un rischio più elevato di cancro colo-rettale (storia personale o familiare per cancro e/o adenoma, forme ereditarie ad alta penetranza, malattie infiammatorie croniche). In tali gruppi la sorveglianza si articola in percorsi clinici di alta complessità che necessitano spesso di essere adattati alla storia clinica del singolo individuo. Evidenze di efficacia C’è buona evidenza che l’invito allo screening con test per la ricerca del sangue occulto fecale usando il test al guaiaco (gFOBT) riduca la mortalità per tumore del colonretto (CRC) di circa il 15% in popolazioni a rischio medio per età (I, A). Per garantire l’efficacia dello screening con tale test, l’intervallo di screening non deve superare i due anni (II, A). Non esistono trial randomizzati controllati (RTCs) specificamente disegnati per valutare la fascia di età a cui offrire l’intervento, ma analisi condotte in alcuni RCTs hanno dimostrato che la mortalità da gFOBT è simile nella fasce di età comprese tra i 48 e gli 80 anni. In conclusione la fascia d’età per un programma di screening deve comprendere almeno i 60-64 enni, in cui l’incidenza e la mortalità sono alte e l’aspettativa di vita è elevata. L’inclusione di soggetti più giovani e più anziani deve tenere conto dell’equilibrio tra rischi e benefici e della disponibilità di risorse (IV, A). Ci sono prove ragionevoli da un RCT (II) che lo screening con test immunologico (iFOBT) riduca la mortalità da tumore del retto, mentre alcuni studi caso-controllo (IV) hanno evidenziato una riduzione di mortalità complessiva per CRC. Evidenze addizionali indicano che iFOBT è superiore al gFOBT (III, A) per quanto riguarda il tasso diagnostico ed il valore predittivo positivo per gli adenomi e i cancri. I test immunochimici devono essere offerti come test di primo livello, ogni due anni, alla popolazione di entrambi i sessi di età compresa tra 50 e 70 o 74 anni (IV, A). Vi è una buona evidenza da RCTs che la sigmoidoscopia flessibile (FS) di screening riduca l’incidenza e la mortalità da CRC, se eseguita in un programma di screening organizzato con un attento monitoraggio della qualità e valutazione sistematica dei risultati, degli effetti negativi e dei costi (I, A). L’evidenza disponibile suggerisce che l’intervallo ottimale di somministrazione non debba essere inferiore a 10 anni e possa essere esteso fino a 20 (IV, C). Ci sono prove limitate che suggeriscono che la migliore fascia di età per lo screening con FS debba essere compresa tra 55 e 64 anni (III, C). Dopo 74 anni, lo screening con FS deve essere interrotto, data la crescente co-morbilità in questa fascia di età (V, D). Ci sono evidenze limitate sull’efficacia dello screening con colonscopia nella riduzione dell’incidenza e mortalità da CRC (III, C). Limitate evidenze suggeriscono che l’intervallo ottimale per lo screening con colonscopia non debba essere inferiore a 10 anni e possa anche estendersi fino a 20 (III, C). Un programma di screening basato sulla colonscopia presenta inoltre importanti complessità organizzative, non solo per la scarsa disponibilità di risorse endoscopiche, ma anche per la ridotta compliance al test e per la non trascurabile frequenza di complicazioni gravi, soprattutto per esami ripetuti. I costi per anno di vita guadagnato sia per FOBT che per gli screening endoscopici sono ben al di sotto della soglia comunemente usata di US $ 50 000 per anno di vita guadagnato (III). Non esistono raccomandazione univoche su quale sia la strategia di screening migliore (FOBT versus FS) in base alle prove di costo-efficacia (III, D). Non esistono evidenze sull’impatto di una strategia combinata FS e FOBT annuale o biennale (III, D). Non ci sono attualmente prove dell’effetto di nuovi test di screening sull’incidenza/ mortalità del CRC (VI). Le nuove tecnologie di screening, come colonscopia virtuale, 122 DNA fecale e videocapsula non devono quindi essere utilizzate per lo screening della popolazione a rischio medio (VI, D), ma essere ancora oggetto di studi pilota o sperimentali. Indicatori ITT Per monitorare i risultati del programma, devono essere prodotti ad intervalli regolari (almeno annuale) gli indicatori di performance, con tabelle per età e sesso e per tipo di test di screening. Un database costituito da record individuali è essenziale per produrre risultati sulle prestazioni di screening. • Copertura degli inviti: accettabile 95%, desiderabile > 95% al fine di massimizzare l’impatto di screening. • Adesione al programma: accettabile > 45%, desiderabile > 65%. • Tasso di FOBTs inadeguati, questo indicatore è espressione della comprensibilità delle informazioni sul prelievo fecale fornite alla popolazione. Standard accettabile <3%, desiderabile <1%. • Adesione alla colonscopia di approfondimento per le persone con FOBT positivo: accettabile 90%, desiderabile > 95%. • Adesione alla colonscopia di approfondimento per le persone con FS positiva: accettabile 85%, desiderabile > 90%. • Tasso di completezza delle colonscopie di approfondimento: accettabile > 90%, desiderabile > 95%. • Distribuzione per stadi delle lesioni identificate allo screening: deve essere osservata una distribuzione degli stadi più favorevole nei tumori screen-detected rispetto a quelli clinici. In assenza di questa condizione un programma di screening potrebbe non essere efficace. • Il tempo in giorni tra l’effettuazione di un test di screening e il ricevimento dei risultati da parte del partecipante deve essere il più breve possibile: accettabile più del 90% dei referti negativi entro 15 giorni di calendario. • Almeno il 90% (accettabile, desiderabile > 95%) dei soggetti positivi al test deve eseguire la colonscopia di approfondimento entro 31 giorni di calendario. • I dati sui tumori di intervallo devono essere raccolti e registrati. • I dati sulle complicanze legate agli approfondimenti e alla terapia (con i riflessi sulla prognosi) devono essere raccolti e registrati (= registrazione epicritica dei casi positivi). • È auspicabile una valutazione costi/benefici che tenga conto anche degli accertamenti “indotti” dal programma (i.e. colonscopie totali dopo FS negative o FOBT negativi, esami ad intervalli impropri, etc.), anche con protocolli epidemiologici ad hoc (coorti, capture/ recapture, et al.). Appunti Tumore del colon-retto 3.2.1. Bibliografia 1. Segnan N, Patnick J, von Karsa L, eds. European Guidelines for Quality Assurance in Colorectal Cancer Screening and Diagnosis. 1st edn. 2010. http://bookshop.europa. eu/en/european-guidelines-for-quality-assurance-in-colorectal-cancer-screeningand-diagnosis-pbND3210390/. Accessed November 1, 2011. 2. Raccomandazioni per la pianificazione e l’esecuzione degli screening di popolazione per la prevenzione del cancro della mammella, del cancro della cervice uterina e del cancro del colon retto, novembre 2006 a cura dei Gruppi di lavoro nominati dai Decreti del Ministro della Salute (3/11/2004 e 18/10/2005), in applicazione della L. 138/2004 (art. 2 bis), Dipartimento Generale delle Prevenzione, Ministero della Salute. Disponibile all’indirizzo URL http://www.osservatorionazionalescreening Ultimo accesso 25 ottobre 2011 3. Hewitson P, Glasziou P, Watson E, et al. Cochrane Systematic Review of Colorectal Cancer Screening Using the Fecal Occult Blood Test (Hemoccult): An Update. Am J Gastroenterol 2008;103:1541-9. 4. Atkin WS, Edwards R, Kralj-Hans I, Wooldrage K, Hart AR, Northover JM, Parkin DM, Wardle J, Duffy SW & Cuzick J (2010), Once-only flexible sigmoidoscopy screening in prevention of colorectal cancer: a multicentre randomised controlled trial, Lancet, vol. 375, no. 9726, pp. 1624-1633 123 Tumore del colon-retto 3.3. Diagnosi Allo stato attuale il gold standard per la diagnosi del carcinoma colorettale è la colonscopia. Questa può essere indicata nel corso del programma organizzato di screening come esame di secondo livello (raccomandazione di grado I-A), per indicazione clinica (pazienti sintomatici) o per presentazione spontanea. Esistono criteri di qualità della colonscopia e indicatori, con i relativi standard, ormai consolidati dalla letteratura internazionale: Criterio di di qualità Indicatore Standard Consenso informato e ritiro del consenso Numero di pazienti che rifiutano la colonscopia Numero di rifiuti intraprocedurali < 5 % dei pazienti programmati nella seduta < 1 % dei pazienti in corso di colonscopia Esperienza dell’endoscopista Anni d’esperienza come colonscopista(c) Numero di colonscopie (di screening?)/anno Da stabilire Da stabilire Pulizia intestinale Numero di referti endoscopici con tale indicazione “Adeguato” stato di pulizia intestinale con le preparazioni proposte dal centro(a) 100 % > 90% Sedazione, analgesia e comfort Adeguati dosaggi di sedazione e tempi di recupero(b) Comfort score < 1% pazienti che desaturano o necessitano di farmaci antagonisti 100% pazienti dimessi con istruzioni sul comportamento postprocedurale Raggiungimento del ceco Indicazione sul referto endoscopico/documentazione per immagini del raggiungimento del ceco > 90% Adenoma/cancer detection rate L’ADR deve essere oggetto di audit programmati Da stabilire in base all’epidemiologia e all’expertise locale Tempo di retrazione del colonscopio I tempi di retrazione medi devono essere oggetto di audit Minimo 6’ per il 90% degli esami diagnostici Tasso di recupero dei polipi Obbligatorio il recupero dei polipi rimossi per l’esame istologico > 90% di recupero dei polipi Lesioni significative d’intervallo Notifica di lesione significativa d’intervallo, con dimensioni, tipo, sede, istologia di tutte le lesioni > 1 cm Da stabilire nell’ambito del programma di screening e non Riferimento ai centri di 3° livello per la rimozione di lesioni maggiori Registrazione del management delle lesioni maggiori, con dettagli tecnici e di outcome Da stabilire Trattamento e disinfezione degli strumenti Adozione di protocolli standard di reprocessing Test microbiologici di routine non oltre 3 mesi Tatuaggio delle lesioni maggiori Tatuaggio dei polipi > 2 cm e dei cancri al di fuori delle sedi ovvie (ceco e retto) 100% delle lesioni con tali caratteristiche Riammissioni non programmate Istruzioni su eventuali riammissioni H24 Registrazione di tutte le riammissioni per urgenze entro 30 gg dalla colonscopia Consegnate al 100% degli utenti Da stabilire Perforazione Registrazione in dettaglio di tutte le perforazioni e della terapia necessaria (chirurgica, conservativa), entro 15 giorni dalla colonscopia diagnositca od operativa < 1:1000 casi di perforazione richiedente chirurgia Sanguinamento Tutti i casi di emorragia immediata o ritardata devono essere registrati, con dettagli sul trattamento < 1:20 casi che richiedano chirurgia (a) Adeguata preparazione (ottima/adeguata) secondo i comuni score (i.e. Boston Scale). Preferibili regimi di preparazione frazionati, compatibilmente con le esigenze della sedazione. (b) Tipo di sedazione (cosciente, profonda con assistenza anestesiologica) a seconda delle disponibilità locali. (c) Opportuni programmi di training e re-training dell’operatore. 124 Indicazione alla biopsia endoscopica -- In tutte le lesioni estese francamente invasive (lesioni vegetanti, ulcerovegetanti o ulcerate di consistenza dura, con sanguinamento spontaneo o al contatto, con irregolarità della mucosa o pattern diffuso tipo Kudo IV all’osservazione in magnificazione). -- In tutte le lesioni diminutive (< 5 mm) di aspetto benigno, rimuovibili completamente con la biopsia en bloc. -- Nelle lesioni che si valutano asportabili endoscopicamente, inutile anzi controproducente la biopsia preliminare se la rimozione viene programmata in tempi successivi: la fibrosi sottomucosa indotta dalla biopsia può rendere difficile o impossibile la rimozione completa del polipo. Tecnica di rimozione endoscopica delle lesioni 1. Per quanto possibile, bisogna cercare di asportare i polipi en-bloc, per consentire un accurato esame istologico. 2. Il polipo asportato dovrebbe essere sempre fissato su supporto rigido (piastrina di sughero, carta assorbente, supporto di acetato di cellulosa) per permetterne il corretto orientamento. 3. Quando asportato con tecnica piecemeal, i frammenti recuperati dovrebbero essere orientati su supporto rigido, con la ricostruzione della struttura del polipo. 4. Se il polipo è di grandi dimensioni e l’expertise locale non è elevata, considerare l’invio presso un centro di 3° livello per l’effettuazione della mucosectomia endoscopica (EMR). Appunti Tumore del colon-retto 5. 6. 7. 8. 9. La dissezione endoscopica sottomucosa (ESD) - praticata in pochi centri in Italia ed Europa - è da riservare ai centri di riferimento con elevato grado di expertise specifica. La rimozione del polipo con le comuni tecniche di polipectomia o mucosectomia endoscopica non deve essere effettuata se il segno del lifting (elevazione della neoformazione sul piano sottomucoso con l’iniezione di fluidi) è negativo. La sede della polipectomia di un polipo sessile > 1 cm o di qualsiasi dimensione e forma ma con caratteristiche endoscopiche sfavorevoli (aree depresse, non granular pattern, pit pattern tipo Kudo IV o superficie di sezione di aspetto irregolare) deve essere sempre tatuata con inchiostro di china o con particelle di carbone colloidale, possibilmente con tecnica “sandwich”: iniezione di soluzione salina ipertonica e iniezione del colorante nel pomfo sottomucoso così ottenuto, per evitare la diffusione anomala del colorante. È necessario in ogni caso disporre dei dispositivi necessari in caso di complicanze immediate (dispositivi emostatici iniettivi e meccanici). È auspicabile la diffusione della CO2 come gas per l’insufflazione del colon in corso di mucosectomie o dissezioni endoscopiche sottomucose di difficoltà elevata. Le manovre endoscopiche operative maggiori devono essere effettuate presso centri che garantiscano la disponibilità H24 della propria struttura per la riammissione dell’utente e il trattamento di eventuali complicanze/eventi avversi. 125 Tumore del colon-retto • Algoritmo 47. Gestione dell'adenoma cancerizzato Presentazione Accertamenti preoperatori Trattamento Polipo peduncolato con carcinoma invasivo Osservazione Polipo sessile(d) con carcinoma invasivo Osservazione(d) o chirurgia Campione intero, completamente rimosso e con margini valutabili e con tutti i caratteri istopatologici favorevoli(b) Polipo peduncolato o sessile asportato endoscopicamente con diagnosi di adenoma con carcinoma invasivo Campione Frammentato o con margini non valutabili o con uno o più caratteri istopatologici sfavorevoli(c) Chirurgia Grado delle raccomandazioni A Nei casi endoscopicamente sospetti (lesione >20 mm., dura o ulcerata) al momento della polipectomia marcare la sede del polpo con tatuaggio con inchiostro di china. In seguito alla diagnosi di adenoma cancerizzato eseguire colonscopia se non eseguita in precedenza. (a) Adenoma Cancerizzato Viene così definito un adenoma nel cui contesto è documentata istologicamente l’inequivocabile invasione della sottomucosa, da parte di cellule di adenocarcinoma intestinale. L’adenoma cancerizzato presenta un rischio di evoluzione sfavorevole (recidiva locale, metastasi linfonodali o a distanza) variabile 0-35%. La determinazione di alcuni parametri istologici, da riportare sempre nel referto istologico, consente di quantificare il rischio di evoluzione sfavorevole e permette di programmare le successive scelte terapeutiche (b) Parametri istologici favorevoli Margine di resezione negativo, assenza di invasione dei vasi linfatici od ematici, grado di differenziazione dell’adenocarcinoma G1 o G2 secondo WHO 2010 (c) Parametri istologici sfavorevoli Margine di resezione positivo, presenza di invasione dei vasi linfatici od ematici, grado di differenziazione dell’adenocarcinoma G3 o G4 secondo WHO 2010 Valutazione del margine di escissione Misurare in mm. la distanza tra il punto di maggiore infiltrazione della sottomucosa ed il margine di escissione. Il margine viene considerato spositivo qundo tale distanza è inferiore ad 1 mm., il margine viene considerato negativo quando tale distanza è ≥ 2 mm. Nei casi in cui la distanza dal margine sia compresa tra ≥ 1 mm. e < 2 mm., i dati riportati in letteratura sono contrastanti e non indicano in maniera univoca se considerare il margine positivo o negativo. Pertanto tali casi dovrebbe essere discussi singolarmente per scegliere il percorso più opportuno. (d) Polipi sessili è consigliato valutare il livello d’infiltrazione della sottomucosa secondo Kikuchi (1/3 superiore sm1, 1/3 medio sm2, 1/3 profondo sm3), perché tale dato può aiutare la scelta terapeutica. 126 3.3.1. Bibliografia -- Lanza G, Messerini, Gaffa R, Risio M. Colorectal tumors the histology report. Dig Liv Dis 2011 suppl 4:s344-355 -- Quirke P, Risio M, Lambert R, von Karsa L, Vieth M. Quality assurance in pathology in colorectal cancer screening and diagnosis: European reccomandations. Virchows Arch. 2011 Jan;458(1):1-19 -- Kaminski MF, Regula J, Kraszewska E, Polkowski M, Wojciechowska U, Didkowska J, Zwierko M, Rupinski M, Nowacki M, Butruk E. Quality Indicators for Colonoscopy and the Risk of Interval cancer. NEJM 2010; 362:1795-803 -- ASGE Technology Committee: Technology Status Evaluation Report. Endoscopic mucosal resection and endoscopic submucosal dissection. Gastrointestinal Endoscopy 2008; Vol 68, N°1:11-18 -- Rembacken B, Hassan C, Riemann JF, Chilton A, Rutter M, Dumonceau JM, Omar M, Ponchon T. Quality in screening colonoscopy: position statement of the European Society of Gastrointestinal Endoscopy (ESGE). Endoscopy 2012; 44:957-968 -- Pohl H, Srivastava A, Bensen SP, Anderson P, Rothstein RI, Gordon SR, Levy LC, Toor A, Mackenzie TA, Rosch T, Robertson DJ. Incomplete Polyp Resection During Colonoscopy - Results of the Complete Adenoma Resection (CARE) Study. Gastroenterology 2012; Sep 25. [Epub ahead of print] 3.4. Terapia chirurgica • Algoritmo 48. Terapia chirurgica del tumore colon non metastatico. Presentazione(*) Accertamenti preoperatori Resecabile non stenosante Tumore Colon ∙∙ diagnosi istopatologica ∙∙ colonscopia (colon-TC o colon per clisma se incompleta) ∙∙ esami emateci e CEA ∙∙ Tac addome e torace(a) Colectomia(b) ∙∙ Colectomia in un tempo(b) o ∙∙ Colectomia con diversione(b) o ∙∙ Protesi o ∙∙ Diversione Resecabile stenosante Localmente non resecabile Grado delle raccomandazioni A (*) Tutti i pazienti affetti da carcinoma del colon devono essere indagati per una eventuale storia familiare e quindi un sospetto di HNPCC, FAP o FAP attenuata. (a) La TAC deve essere eseguita con m.d.c, in caso di allergia o inadeguatezza della TAC senza m.d.c., considerare RM. (b) Attenersi ai principi di chirurgia (**) Vedi algoritmo malattia avanzata Tumore del colon-retto Chirurgia Colectomia(b) Chemioterapia(**) 127 Tumore del colon-retto Linfoadenectomia • I linfonodi all’origine dei vasi principali devono essere chiaramente identificabili per l’esame istopatologico. • I linfonodi non compresi nel campo di resezione e considerati sospetti per localizzazione secondaria devono essere biopsiati o possbilmente rimossi. • La non rimozione di linfonodi metastatici deve essere considerata una resezione incompleta (R2). • Un minimo di 12 linfonodi devono essere rimossi ed esaminati per una stadiazione linfonodale (N) affidabile. • Algoritmo 49. Terapia chirurgica del tumore retto non metastatico. Presentazione(#) Trattamento dei pazienti con sospetto clinico di Sind di Linch • Considerare una colectomia più estesa nei pazienti con una forte storia familiare per carcinoma del colon o con età < 50 aa. • • • • Indicatori ITT N. linfonodi asportati Margini R0 Esecuzione RM preoperatoria Giorni di degenza per chirurgia Accertamenti preoperatori ∙∙Diagnosi istopatologica ∙∙Esplorazione rettale, Tumore retto Chirurgia Laparoscopica È una valida alternativa alla chirurgia open. colonscopia ed eventuale rettoscopia rigida ∙∙Esami ematici e CEA ∙∙TAC addome e torace e pelvica(1) ∙∙RM pelvica e/o ecografia transrettale Chirurgia cT1, N0(3) Escissione transanale se appropriata(*) T1, Nx Margini negativi Osservazione cT1- 2, N0(3) Resezione transaddominale(*) T1, Nx ad alto rischio(2) T2, Nx Resezione transaddominale cT3 N0 con caratteristiche favorevli alla RM(4) Resezione transaddominale(*) cT3 N0 con caratteristiche sfavorevli alla RM(4) o cT1-3, N1-2 Chemio/radioterapia preoperatoria Localmente non resecabile (cT4) Radioterapia ± Chemioterapia eventuale stent o diversione 6 - 10 settimane Resezione transaddominale se downstaging(*) Resezione transaddominale(*) CT(**) Grado delle raccomandazioni A (#) tutti i pazienti affetti da carcinoma del retto devono essere indagati per una eventuale storia familiare e quindi un sospetto di HNPCC, FAP o FAP attenuata. (1) la TAC deve essere eseguita con m.d.c., in caso di allergia e inadeguatezza della TC senza m.d.c., considerare RM addome e torace. (*) attenersi ai principi di chirurgia (2) caratteristiche ad alto rischio sono rappresentate dai margini positivi, invasione linfovascolare, scarsa differenziazione o invasione sm3. (3) T1-2N0 devono basarsi sull’ecografia trans rettale o la RM. (4) Caratteristiche favorevoli sono rappresentate da: distanza del tumore dalla fascia mesorettale >1mm, assenza di invasione venosa extramurale, diffusione oltre la parete rettale <5mm, assenza di invasione del piano intersfinteriale o degli elevatori. (**) Vedi Algoritmo terapia adiuvante 128 Escissione transanale Criteri di eleggibilità: • interessamento della circonferenza del viscere inferiore al 30%. • Dimensioni inferiori a 3 cm. • Lesione mobile, non fissa ai piani profondi. • Entro 8 cm dal margine anale. • Solo cT1. • Polipo cancerizzato rimosso endoscopicamente. • Non evidenza di invasione linfovascolare o perineurale. • Moderatamente o Ben differenziato. • Non evidenza di linfoadeneopatie alle indagini preoperatorie. • Quando la lesione è più prossimale ma ben visibile, può essere utilizzata la microchirurgia transanale endoscopica TEM Resezione transaddominale: resezione anteriore del retto, anastomosi coloanale o amputazione addominoperineale. • Necessità d rettoscopia rigida da parte del chirurgo operatore prima di iniziare la procedura. • Resezione con adeguati margini: almeno 4-5 cm al di sotto del margine tumorale per le lesioni del retto intraperitoneale; nel caso di lesioni del retto extraperitoneale, è accettabile un margine libero di 1-2 cm. • Ripristinare la continuità intestinale quando è possibile. • Escissione totale del mesoretto (TME), per tutte le forme extraperitoneali. • Biopsia o asportazione dei linfonodi clinicamente sospetti se non compresi nel campo di resezione (linfonodi della parete pelvica). • Una resezione linfonodale estesa non è indicata in assenza di linfoadenopatie clinicamente sospette. Parametri prognostici e criteri per la stadiazione patologica • Grado di differenziazione del tumore secondo WHO 2010. • Livello d’infiltrazione della parete (pT). • Valutazione macroscopica dell’escissione del mesoretto: completa, parzialmente completa, incompleta, (Grado 1, 2 , 3 di Quirke). • Valutazione margini prossimale, distale e radiale. • Margine radiale: per i tratti non rivestiti da sierosa misurare la distanza tra il punto di massima infiltrazione neoplastica ed il piano di resezione chirurgica del tessuto connettivo-adiposo (mesoretto, mesentere). Tumore del colon-retto • Valutazione dei linfonodi: il numero totale di linfonodi e quello dei linfonodi positivi deve essere sempre riportato. Nei casi con <12 linfonodi, l’anatomo-patologo deve procedere ad ulteriori prelievi e specificare nel referto che è stato eseguito un campionamento esteso per la ricerca dei linfonodi. Nelle resezioni non-radicali o nei pazienti trattati con radio/chemioterapia preoperatoria il numero di linfonodi individuati può essere basso (per effetto della terapia). Altri fattori possono influenzare il numero dei linfonodi isolati: età, sesso, obesità, livello d’infiltrazione nella parete, grado di differenziazione, sede. I casi con linfonodi negativi devono essere considerati N0 indipendentemente dal numero totale dei linfonodi repertati. • Noduli tumorali extralinfonodali: la presenza di aree tumorali nel tessuto adiposo sottosieroso, senza evidenza di residui di linfonodi, in pazienti con linfonodi negativi (N0) deve essere riportata, indicando il numero di “depositi tumorali extranodali” e assegnando la categoria N1c. ITC e micrometastasi linfonodali: l’individuazione di cellule tumorali isolate o in aggregati ≤ 0,2 mm (ITC) nei linfonodi non è considerata metastasi linfonodale e va indicata nel referto come pN0(i+). L’individuazione nei linfonodi di aggregati tumorali >0,2 mm ≤ 2mm (micrometastasi) viene considerata metastasi linfonodale e va indicata come pN1mi. • Invasione perineurale. • Invasione vascolare (linfatica e/o ematica). • Grado di regressione tumorale dopo radioterapia (TRG tumor regression grade). Si suggerisce di utilizzare il sistema Dvorak: TRG 0: assenza di regressione, TRG 1: regressione/fibrosi < 25% della neoplasia residua, TRG 2: regressione/ fibrosi 26-50% della neoplasia residua, TRG 3: regressione/ fibrosi > 50% della neoplasia residua TRG 129 4: regressione completa. È possibile utilizzare il sistema di Mandard (speculare rispetto a quello di Dvorak) specificando il sistema di valutazione del TRG utilizzato nella risposta istologica. Fattori predittivi: valutazione delle mutazioni di KRAS codoni 12 e 13 dell’esone 2. Il test può essere effettuato su tumore primitivo o secondario dopo che il tessuto da analizzare è stato selezionato dall’anatomo-patologo. Il test va eseguito in centri con certificazione di qualità. Tumore del colon-retto 3.5. Terapia adiuvante • Algoritmo 50. Terapia adiuvante tumore del colon Presentazione Chirurgia e stadiazione Chemioterapia Follow-Up Stadio I Basso Rischio(a) Operabile Chirurgia Stadio II Alto Rischio(b) Follow-up o 5FU/LV o Studi Clinici Follow-up FOLFOX o XELOX o 5FU/LV o Cape(*) FOLFOX o XELOX o 5FU/LV o Cape(*) Stadio III (*) Pz unfit per terapia di combinazione (a) Basso rischio: consigliabile valutazione instabilità dei microsatelliti (b) Alto rischio: ≥1 fattore di rischio (T4, G3-G4, <12 lfn asportati, esordio con occlusione/perforazione, invasione vascolare o linfatica) L’uso della chemioterapia adiuvante sistemica non è indicato nello stadio I (A) L’indicazione alla chemioterapia adiuvante nel carcinoma del colon nello stadio II è tuttora controversa (A). Ai pazienti in stadio II con fattori prognostici sfavorevoli (occlusione, perforazione, T4, G3-4, inadeguato numero di linfonodi esaminati (<12), invasione vascolare e/o linfatica e/o perineurale) è corretto proporre una terapia adiuvante anche al di fuori di studi controllati (fluoropirimidine ± oxaliplatino) (B). L’analisi dell’Instabilità Microsatellitare (MSI) è al momento oggetto di valutazione nel discriminare i pazienti da sottoporre a trattamenti adiuvanti, potrebbe però essere presa in considerazione per quei pazienti T3, N0 senza fattori di rischio, escluso il grading (pazienti con MSI-S da considerare a cattiva prognosi e per i quali potrebbe essere consigliato un trattamento chemioterapico adiuvante). L’impiego dell’Oxaliplatino in aggiunta alle fluoropirimidine è un’opzione ragionevole negli stadi II ad alto rischio anche se tale combinazione non ha dimostrato un beneficio in termini di sopravvivenza in tale stadio [1]. Tutti i pazienti in stadio III (ogni T, N1-2, M0) sono candidati a chemioterapia adiuvante che deve essere iniziata entro 6-8 settimane dall’intervento chirurgico radicale. (I, A) I regimi di prima scelta negli stadi III sono lo schema FOLFOX4 (infusionale), lo schema XELOX (capecitabina). In pazienti con buona prognosi e/o con ridotto performance status sono valide alternative in monoterapia: Capecitabina, 5Fluorouracile+acido folinico in regime infusionale e bolo. La durata ottimale del trattamento è di 6 mesi (A). Nei pazienti di età superiore a 70 anni non è stato dimostrato un beneficio per l’aggiunta dell’oxaliplatino al 5fluorouracile e acido folinico [2,3] anche se una sottanalisi dello studio di fase III 16968 (XELOXA) ha mostrato un miglior outcome con XELOX rispetto a FUFA nei pazienti con età >70 anni. (B). 130 Allo stato delle conoscenze attuali non devono essere impiegati in terapia adiuvante farmaci biologici al di fuori di studi clinici (B). Indicatori ITT • N° di linfonodi analizzati sul pezzo operatorio 3. Haller DG, Tabernero J, Maroun J, et al. Capecitabine plus Oxaliplatin compared with fluorouracil and folinic acid as adjuvant therapy for stage III colon cancer. J Clin Oncol 2011; 29: 1465-1471 3.5.2. Protocolli di ricerca • Settimane che intercorrono fra l’intervento e l’inizio della CT 3.5.1. Bibliografia 1. Tournigand C, Andrè T, Bonnetain F, et al. Adjuvant therapybwith fluorouracil and oxaliplatin in stage II and elderly (between ages 70 and 75 years) with colon cancer: a subgroup analyses of the Multicenter International Study of Oxaliplatin fluorouracil and leucovorinin the adjuvant treatment of colon cancer trial. J Clin Oncol 2012 published online ahead of print on August 20,2012 2. Andrè T, Boni C, Navarro M, et al Improved overall survival with oxaliplatin, fluorouracil and leucovorin as adjuvant treatment in stage II or III colon cancer in the MOSAIC trial. J Clin Oncol 2009; 27: 3109-16 No. Eudract Titolo del protocollo 2007-000354-31 Studio randomizzato per valutare la durata del trattamento con il regime FOLFOX-4 o XELOX (3 verso 6 mesi) ± bevacizumab come terapia adiuvante per pazienti con tumore del colon in stadio II ad alto rischio / III 2005-000285-39 Trattamento adiuvante con folfox-4 versus folfox-4 + cetuximab dei tumori del colon in stadio III operati radicalmente • Algoritmo 51. Terapia adiuvante tumore del retto Presentazione 131 Terapia neoadiuvante Chirurgia cT1-2 N0 con conservazione dello sfintere Chirurgia pT1-2 N0 pT3-4 N0/+ Operabile cT3 N0/+ cT1-2 N+ cT1-2 N0(c) Terapia adiuvante RT + CT (5FU/LV o Cape) Chirurgia 5FU/LV o Cape + Radioterapia(b) o FOLFOX o XELOX + Radioterapia(b) 5FU/LV o Cape(*) o FOLFOX o XELOX(a) (b) Se pT3 N0 o Pz unfit solo fluoropirimidina; RTCT con fluoro pirimidina (c) cT1-2 N0 con demolizione dello sfintere (*) Se pCR o downstaging a ypT1-2 pN0 (a) Se no downstaging patologico Tumore del colon-retto F - Up Follow-up Tumore del colon-retto L’uso della chemioradioterapia, e della chemioterapia adiuvante sistemica e della radioterapia non è indicato nello stadio I (A) I pazienti in stadio II, III che non abbiano effettuato trattamento preoperatorio sono candidati a chemio-radioterapia adiuvante. (I, A) Il trattamento adiuvante combinato chemio-radioterapico dovrebbe prevedere un approccio a “sandwich” con fluoropirimidine eventualmente associati ad oxaliplatino nei pazienti ad alto rischio, seguito da radioterapia contemporanea a capecitabina o 5-fluorouracile, somministrato preferibilmente in infusione continua per tutta la sua durata. La dose totale di radioterapia consigliata è di 45-50 Gy con frazionamento giornaliero di 1.8- 2 Gy. Il trattamento va completato con ulteriori cicli della stessa terapia con fluoropirimidine ± oxaliplatino (per una durata complessiva del trattamento di 6 mesi). (A) La chemioterapia adiuvante è raccomandata per tutti i pazienti con carcinoma del retto in stadio II/III dopo trattamento chemioradioterapico/chirurgia indipendentemente dal risultato istologico definitivo sul pezzo operatorio. Una review sistematica e metanalisi di 21 trial randomizzati ha mostrato un miglioramento in termini di DFS e OS con l’aggiunta di un trattamento postoperatorio a base di 5FU [1]. Il tipo di chemioterapia adiuvante postoperatoria può essere valutata in base alla risposta della chemio radioterapia preoperatoria utilizzando FOLFOX o Xelox in quei pazienti che non hanno risposto alla CTRT preoperatoria o che rispondono ma restano comunque ad alto rischio. Nei pazienti che ottengono una remissione patologica completa o un buon down-staging si può considerare un trattamento CT adiuvante con solo fluoropirimidine. Indicatori ITT • Rapporto tra il n° di pazienti che eseguono trattamento CRT pre o postoperatorio • Settimane che intercorrono fra l’intervento e l’inizio della terapia adiuvante 3.5.3. Bibliografia 1. Petersen SH, Harling H, Kirkeby LT, et al. Postoperative adjuvant chemotherapy in rectal cancer operatedfor cure. Cocherane database Syst Rev 2012; 3: CD004078 3.6. Terapia della malattia metastatica 132 • Algoritmo 52. Terapia della malattia metastatica resecabile Presentazione Malattie Immediatamente Resecabile Terapia preoperatoria Valutare: ∙∙ caratteristiche malettia ∙∙ caratteristiche paziente ∙∙ discussione multidisciplinare Folfox o Xelox per 3 mesi Chirurgia Terapia postoperatoria Chirurgia Folfox o Xelox per 3 mesi Chirurgia ∙∙ Folfox o Xelox ∙∙ 5 FU/LV ∙∙ Cape per 6 mesi • Algoritmo 53. Terapia della malattia potenzialmente resecabile Presentazione Stato paziente Pz FIT per CT intensiva Malattie potenzialmente resecabile Stato mutazionale Strategia terapeutica ∙∙ ∙∙ ∙∙ ∙∙ KRAS Wt(a) Doppietta ± Bev(**) Doppietta ± anti-EGFR(**) Tripletta Studi clinici ∙∙ Doppietta ± Bev(**) ∙∙ Tripletta ∙∙ Studi clinici KRAS mut o non disponibile(a) Pz UNFIT per CT intensiva Valutare ogni 8 - 12 settimane la risposta di malattia per eventuale chirurgia a seguire eventuale Tp postoperatoria ∙∙ 5-FU/LV o Cape(*) ± Bev(**) ∙∙ Tailored CT ± Biologico(**) (*) Pz unfit per terapia di combinazione (a) Consigliabile analisi di BRAF (**) L’aggiunta del biologico è consigliabile, se non controindicazioni La tempistica e il tipo di intervento chirurgico nei pazienti con primitivo in sede e malattia metastatica sincrona dipende da molti fattori, incluse le condizioni generali del paziente, l’estensione della malattia metastatica e la sintomaticità legata al tumore primitivo. Si raccomanda pertanto una valutazione multidisciplinare per valutare le strategie adeguate. Anche in caso di metastasi metacrone è raccomandato un approccio multidisciplinare (B). Nei pazienti con tumore del retto sintomatico e malattia metastatica sincrona può essere considerata l’associazione di polichemioterapia e radioterapia (B). La resezione chirurgica di metastasi del fegato e/o del polmone può essere curativa in pazienti selezionati purché la resezione sia radicale (R0) (A). La resezione chirurgica di lesioni metastatiche extraepatiche limitate sincrone (ovaio e peritoneo) deve essere considerata in casi selezionati per ottenere una resezione R0 (III B). Il numero di metastasi epatiche asportate non si correla a prognosi più sfavorevole, se l’intervento è radicale (B). Nei pazienti con malattia potenzialmente resecabile la resezione chirurgica di metastasi del fegato può essere considerata dopo downsizing ottenuto con trattamento chemioterapico (A). Il trattamento va sospeso non appena, dopo valutazione multidisciplinare, la malattia venga ritenuta resecabile. La prosecuzione del trattamento dopo tale momento espone il paziente a rischi di tossicità epatica ed a rischi chirurgici. Il raggiungimento di una remissione Tumore del colon-retto 133 completa strumentale non garantisce la remissione completa patologica ma può creare difficoltà al chirurgo nell’individuazione della sede di resezione (C). Qualora la combinazione impiegata in terapia neo-adiuvante comprenda Bevacizumab tale farmaco deve essere sospeso 5-6 settimane prima della resezione (B). In pazienti con malattia resecabile può essere considerato un trattamento peri-operatorio. (II, B) La termoablazione con radiofrequenze (o altre terapie locoregionali come la radioterapia stereotassica) può essere considerata in casi selezionati, dopo valutazione multidisciplinare, e non può essere sostitutiva della chirurgia e/o della chemioterapia (II,B). • • • • Indicatori ITT Percentuale di pazienti valutati in GOM Intervallo di tempo tra ultimo ciclo di chemioterapia e chirurgia Numero di resezioni epatiche per centro Numero di resezioni R0/resezioni totali Tumore del colon-retto • Algoritmo 54. Terapia della malattia metastatica inoperabile Stato paziente e malattia ∙∙ Pz FIT per CT intensiva e ∙∙ Mai aggressiva e sintomatica ∙∙ Pz UNFIT per CT intensiva e/o ∙∙ Mai indolente e asintomatica Stato paziente Stato mutazionale I Linea(*) ∙∙ Doppietta ± Bev(**) KRAS wt(a) o ∙∙ Doppietta ± Bev(**) KRAS mut o non disponibile(a) KRAS mut o non disponibile(a) o ∙∙ Tripletta o ∙∙ Studi clinici ∙∙ Doppietta ± anti-EGFR(**) o ∙∙ Tripletta o ∙∙ Studi clinici Tailored CT ± Bev(**) ∙∙ Tailored CT ± Bev(**) o KRAS wt(a) ∙∙ Tailored CT ± anti - EGFR(**) Stato mutazionale II Linea Linee successive(**) 134 ∙∙ CT ± Biologico(**) alternativi alla I KRAS wt(a) Pz FIT per CT intensiva KRAS mut(a) Pz UNFIT per CT intensiva ∙∙ CT alternativa alla I linea ± Bev(**) o rechallange o ∙∙ Se Tripletta in I linea valutare rechallange(b) o ∙∙ Studi clinici ∙∙ ∙∙ ∙∙ ∙∙ Cet ± CPT - 11 o Panitumumab(*) o Tailored CT o Studi clinici ∙∙ Tailored CT o ∙∙ Studi clinici ∙∙ BEV ± Tailored CT KRAS mut(a) KRAS wt(a) (a) Consigliabile analisi di BRAF (b) Considerare entità e durata della risposta linea o rechallenge(b) o ∙∙ Tripletta in I linea valutare rechallange(b) o ∙∙ Studi clinici Biologico ± Tailored CT alternativi alla I linea o rechallange(b) (*) Nessuna indicazione a Pan in pz progrediti a Cet (**) L’aggiunta del biologico è consigliabile, se non controindicazioni alternativa alla I linea o ∙∙ rechallange(b) ∙∙ ∙∙ ∙∙ ∙∙ Cet ± CPT - 11 o Panitumumab(*) o Tailored CT o Studi clinici Le associazioni di 5-FU (preferibilmente somministrato per via infusionale) e acido folinico con oxaliplatino e/o irinotecan sono da impiegare in tutti i pazienti in condizioni di essere trattati con una polichemioterapia (preferibilmente in associazione con anticorpo monoclonale anti-VEGF o anti-EGFR). In alternativa il farmaco di scelta è la fluoropirimidina in monoterapia ± bevacizumab (I, A). Le fluoropirimidine orali (capecitabina) possono sostituire la monoterapia con 5-FU + acido folinico (I, A). Allo stato attuale l’uso della capecitabina in combinazione con oxaliplatino può sostituire i regimi infusionali. La sua associazione con irinotecan deve essere impiegata con attenzione agli effetti collaterali e solo nei pazienti in cui esistano controindicazioni all’impiego di regimi infusionali con 5-FU (II, B). In assenza di controindicazioni, bevacizumab (anti-VEGF) può essere impiegato in associazione alla chemioterapia di prima linea, indipendentemente dallo stato mutazionale di KRAS (I,A). In assenza di controindicazioni, bevacizumab può essere impiegato inoltre in seconda linea nei pazienti che non lo abbiano impiegato in prima linea (II). Dati recenti suggeriscono il suo utilizzo anche in pazienti che lo hanno già ricevuto in I linea, ma ad oggi non è ancora approvato in Italia con questa indicazione (B). Cetuximab (anti-EGFR) può essere impiegato in pazienti con tumore KRAS wild-type indipendentemente dalla linea di trattamento, sia in associazione a regimi con irinotecan e/o 5-FU e/o oxaliplatino, sia in monoterapia nei pazienti pretrattati con intolleranza ad irinotecan (A). L’associazione di cetuximab con XELOX e FLOX ha mostrato minor efficacia e maggior tossicità, pertanto questo tipo di combinazione non è consigliabile (II, B). Panitumumab (anti-EGFR) può essere impiegato in monoterapia in pazienti KRAS wildtype sottoposti a precedenti trattamenti chemioterapici che non abbiano precedentemente impiegato cetuximab, o che lo abbiano sospeso, in assenza di progressione, per reazione infusionale (II, B). L’uso di combinazioni comprendenti panitumumab in prima (FOLFOX) e seconda (FOLFIRI) linea, nei pazienti KRAS wild-type, pur se con dati promettenti, non è attualmente registrato in Italia (II, A). In caso di malattia a lenta aggressività può essere considerato l’impiego di una strategia sequenziale (B). In caso di malattia aggressiva (o di un trattamento con significato neoadiuvante o di conversione) può essere considerata una combinazione comprendente tre chemioterapici (B). Al fine di ridurre la tossicità delle combinazioni di 5-fluorouracile e altri chemioterapici può essere attuata una strategia di cura che preveda un interruzione temporanea del trattamento (“stop and go”) o un trattamento meno intensivo (B). Lo stato mutazionale di KRAS (codoni 12 e 13) deve essere determinato ogni qualvolta la strategia terapeutica preveda il possibile impiego di farmaci anti-EGFR (I,A). Tumore del colon-retto La valutazione mutazionale di BRAF può essere utile nella pratica clinica per selezionare i pazienti a cattiva prognosi, ma non è ancora possibile utilizzarlo come fattore predittivo di resistenza agli anti-EGFR (C). Indicatori ITT • Percentuale di pazienti valutati per KRAS • Percentuale di pazienti che ricevono almeno 2 linee di trattamento • Percentuale di pazienti che ricevono ≥ 3 farmaci attivi 3.6.1. Protocolli di ricerca No. Eudract Titolo del protocollo 2005-000285-39 Studio multicentrico, randomizzato di fase II, di valutazione dell'efficacia di tre regimi chemioterapici in combinazione con bevacizumab per il trattamento di prima linea del carcinoma colorettale metastatico. 2005-005846-37 Studio pilota multicentrico di chemioterapia con capecitabina, oxaliplatino (LOHP) + irinotecano (CPT-11) in pazienti con carcinoma colo-rettale metastatico. 2006-000170-70 Studio clinico di fase 3, multicentrico, randomizzato, per confrontare l'efficacia di panitumumab in combinazione con ossaliplatino / 5-fluorouracile / leucovorina rispetto all'efficacia dei soli ossaliplatino / 5-fluorouracile / leucovorina in pazienti affetti da tumore al colon retto metastatico non precedentemente trattato. 2006-001007-11 Studio di fase II, multicentrico, in aperto di prima linea di irinotecano, oxaliplatino e 5FU/LV infusionali (FOLFOXIRI) ogni 2 settimane in combinazione con bevacizumab in pazienti con carcinoma del colon metastatico. 2006-001045-34 Trattamento chemioterapico metronomico con irinotecano (CPT-11) in pazienti con diagnosi di carcinoma del colon-retto metastatico: valutazione farmacodinamica e farmacocinetica. 2006-002228-40 Studio clinico di fase III con celecoxib controllato con placebo in soggetti genotipo-positivi per poliposi adenomatosa familiare (FAP). 2006-003293-10 Studio randomizzato in aperto di fase III per la valutazione dell'efficacia e della safety della combinazione di bevacizumab più capecitabina in pazienti anziani con carcinoma del colon-retto metastatico. 2007-002886-11 Studio in aperto, multicentrico, randomizzato di fase III di chemioterapia di seconda linea con o senza bevacizumab in pazienti con carcinoma colorettale metastatico che abbiano ricevuto un trattamento chemioterapico di prima linea in associazione a bevacizumab. 2007-003831-21 Studio prospettico di farmacocinetica in pazienti con diagnosi di carcinoma colorettale candidati a terapia con fluoropirimidine: 5-fluoro test. 2007-004969-18 Studio in aperto di efficacia e sicurezza di bevacizumab in combinazione con xelox per il trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma colo-rettale localmente avanzato o metastatico. 135 Tumore del colon-retto No. Eudract Titolo del protocollo 2007-006254-26 Studio di fase III randomizzato controllato a gruppi paralleli che confronta due differenti sequenze di terapia (irinotecan / cetuximab seguito da FOLFOX-4 vs FOLFOX-4 seguito da irinotecan / cetuximab) in pazienti portatori di tumore del colon-retto metastatico trattati in prima linea di terapia con FOLFIRI / bevacizumab. 2008-001537-10 Studio randomizzato di fase 3 di confronto tra la combinazione folfoxiri + bevacizumab e folfiri + bevacizumab per il trattamento in prima linea del carcinoma colorettale metastatico. 2008-008749-39 Capecitabina in combinazione con oxaliplatino, irinotecan e bevacizumab come terapia di I linea nell'adenocarcinoma del colon-retto metastatico: studio I.T.M.O. di fase II. 2009-012787-14 Studio randomizzato, in doppio cieco, placebo-controllato, di fase III di confronto fra regorafenib e miglior trattamento di supporto versus placebo e miglior trattamento di supporto in pazienti con tumore del colon metastatico in progressione di malattia dopo trattamento standard. 2009-014556-29 Studio di Fase II per il trattamento di prima linea del carcinoma colorettale con la combinazione folfoxiri + panitumumab in pazienti che esprimono KRAS e BRAF wild type. 2010-021037-32 Studio multicentrico di fase 3 randomizzato in doppio cieco sull'efficacia di irinotecan, acido folinico e 5-fluorouracile (FOLFIRI) più ramucirumab o placebo in pazienti affetti da carcinoma colorettale metastatico progredito durante o successivamente ad una terapia combinata di prima linea con bevacizumab, oxaliplatino e una fluoropirimidina. Appunti No. Eudract Titolo del protocollo 2011-000840-70 Studio di fase II randomizzato di chemioterapia di induzione con folfoxiri e cetuximab seguita da terapia di mantenimento con cetuximab o bevacizumab in pazienti con carcinoma colorettale metastatico non resecabile KRAS wildtype. 2011-003340-45 Studio di fase II, in aperto, di trattamento di induzione con folfoxiri e bevacizumab seguito da chemioradioterapia preoperatoria e bevacizumab in pazienti con carcinoma del retto resecabile localmente avanzato. 2011-005724-17 Studio multicentrico, a singolo braccio, in aperto per valutare la sicurezza e la qualità della vita correlati ad aflibercept in pazienti affetti da tumore del colon-retto metastatico, precedentemente trattati con un regime terapeutico contenente oxaliplatino. 2011-005836-25 Studio di fase IIIB in aperto sull'uso di regorafenib in pazienti con cancro colon-rettale (CRC) metastatico, in progressione dopo la terapia standard. 2011-006332-23 Studio di fase II randomizzato di terapia di mantenimento con bevacizumab da solo o in associazione ad una chemioterapia metronomica dopo un trattamento di induzione di prima linea con folfoxiri e bevacizumab in pazienti con carcinoma colorettale metastatico. 2012-000109-66 Studio randomizzato in doppio cieco di fase 3, per valutare il TAS-102 con aggiunta la migliore terapia di supporto (BSC), versus placebo con aggiunta BSC, in pazienti affetti da cancro del colon-retto, metastatico e refrattario a chemioterapici standard. 136 3.7. Terapia neoadiuvante tumore del retto • Algoritmo 55. Terapia neoadiuvante tumore del retto Presentazione Terapia neoadiuvante Chirurgia Chirurgia cT1-2 cT3 , N0 Ogni T, N+ cT4 Non operabile Terapia adiuvante RT ± CT concomitante (5-FU infusionale o capecitabina(*)) RT short-course Operabile Follow-UP Chirurgia Algoritmo adiuvante Chirurgia Algoritmo adiuvante RT ± CT concomitante (5-FU infusionale o capecitabina(*)) 137 Non Operabile Procedure palliative Algoritmo adiuvante (*) 5FU ic ev 225 mg/mq/die durante la RT oppure capecitabina 825 mg/mq bid per os durante la RT L’associazione di radioterapia (RT) e chemioterapia (CT) con fluoropirimidine è raccomandata come trattamento preoperatorio nei pazienti con carcinoma del retto extraperitoneale localmente avanzato (cT3-4 e/o N+). Rispetto alla sola RT, l’associazione di RT e CT permette un aumento delle risposte patologiche complete (pRC) e delle conservazioni sfinteriali ed una riduzione delle recidive locali dopo chirurgia (I, A). Dopo una valutazione del grado di necessità di downstaging del tumore per favorire la resezione radicale, una alternativa al trattamento di combinazione è rappresentata dalla RT con ipofrazionamento della dose (short-course), che ha dimostrato un vantaggio significativo in termini di riduzione delle recidive locali rispetto alla sola chirurgia (I, B). In ragione della molteplicità degli specialisti coinvolti, si raccomanda la valutazione multidisciplinare del paziente con carcinoma del retto localmente avanzato. Nel trattamento RT-CT, risultati simili sono stati osservati con l’utilizzo di regimi con 5-FU infusionali versus 5-FU bolo, sebbene l’incidenza di tossicità ematologica sia maggiore con Tumore del colon-retto l’utilizzo del bolo. La capecitabina può essere utilizzata in sostituzione del 5-FU, avendo dimostrato la non inferiorità in studi clinici randomizzati (I, A). La RT preoperatoria richiede la pianificazione 3D del trattamento previa acquisizione TAC e successivo planning. Si utilizzano fasci di fotoni di energia superiore a 6MeV con tecnica a quattro campi box previa conformazione del CTV e del PTV ed identificazione degli organi critici. La dose somministrata è pari a 45Gy in frazioni di 1.8 Gy per cinque giorni la settimana. La RT short-course eroga 25Gy in cinque frazioni giornaliere di 5 Gy. I dati degli studi clinici randomizzati di fase III finora disponibili non supportano l’aggiunta di oxaliplatino alla CT con fluoropirimidine, in quanto non è stato dimostrato un vantaggio in termini di pRC, conservazione sfinteriale o downstaging, a spese di un aumento di tossicità con l’impiego della poli-CT (I, A). Tumore del colon-retto L’utilizzo di una CT di induzione che preceda il trattamento RT-CT neoadiuvante non è attualmente supportato da evidenze scientifiche che ne autorizzino l’impiego routinario in pratica clinica (III, C). Tra il termine del trattamento RT-CT preoperatorio e la chirurgia devono intercorrere non meno di 6 settimane e non più di 10 settimane. Tale intervallo è ridotto a circa 1 settimana se la chirurgia viene effettuata dopo RT short-course. Indicatori ITT Percentuale di pazienti discussi in ambito GOM Tempo tra il termine della RT-CT neoadiuvante e la chirurgia 3.7.1. Bibliografia 1. Sauer R, Becker H, Hohenberger W, et al. German Rectal Cancer Study Group. Preoperative versus postoperative chemoradiotherapy for rectal cancer. N Engl J Med 2004; 351(17): 1731-40. 2. Gerard JP, Controy T, Bonnetain F, et al. Preoperative radiotherapy with or without concurrent fluorouracil and leucovorin in T3-4 rectal cancers: results of FFCD 9203. J Clin Oncol 2006; 24(28): 4620-5. 3. Bosset JF, Collette L, Calais G, et al. Chemotherapy with preoperative radiotherapy in rectal cancer. N Engl J Med 2006; 355(11): 1114-23. 4. Improved survival with preoperative radiotherapy in resectable rectal cancer. Swedish Rectal Cancer Trial. N Engl J Med 1997; 336(14): 980-7. Erratum in N Engl J Med 1997; 336(21): 1539. 5. Roh MS, Yothers GA, O’Connell MJ, et al. The impact of capecitabine and oxaliplatin in the preoperative multimodality treatment in patients with carcinoma of the rectum: NSABP R-04. Proc Am Soc Clin Oncol 2011; 29 (suppl): abstr 3503. 6. Hofheinz RD, Wenz F, Post S, et al. Chemoradiotherapy with capecitabine versus fluorouracil for locally advanced rectal cancer: a randomised, multicentre, non-inferiority, phase 3 trial. Lancet Oncol 2012; 13(6): 579-88. 3.7.2. Protocolli di ricerca No. Eudract Titolo del protocollo 2011-003340-45 Studio di fase II, in aperto, di trattamento di induzione con folfoxiri e bevacizumab seguito da chemioradioterapia preoperatoria e bevacizumab in pazienti con carcinoma del retto resecabile localmente avanzato. 2007-001533-34 Studio di fase II su panitumumab 5-fluorouracil e oxaliplatino in combinazione con la radioterapia pelvica per il trattamento del tumore del retto operabile e localmente avanzato. 138 Appunti • Algoritmo 56. Trattamento delle recidive anastomotiche o pelviche del tumore del retto Potenzialmente resecabili Recidive anastomoniche e/o pelviche Non resecabili Valutazione RT limitata con tecnica IMRT Pregressa RT Chirurgia Chirurgia ± IORT(*) No pregressa RT Radiofrequenza (RFA) Long course CT+RT+Chirurgia(a) CH ± RT (*) IORT: radioterapia intraoperatoria (a) Long course CT+RT: 45 gy + 5FU ic I e V settimana 139 La recidiva locale del tumore del retto è caratterizzata da una ripresa di malattia isolata pelvica e/o nella sede anastomotica, dopo chirurgia con intento curativo del tumore primitivo. Nonostante la recente diffusione di più corretti principi di chirurgia oncologica e l’utilizzo di trattamenti neoadiuvanti e/o adiuvanti l’incidenza di recidive loco regionali dopo trattamento radicale si aggira ancora intorno al 10%. Per definire la recidiva locale devono essere presenti almeno 1 dei seguenti criteri maggiori: 1) conferma istologica 2) malattia palpabile o evidente con progressione clinica 3) evidenza di infiltrazione ossea 4) PET positiva associata ad uno dei criteri minori: 1) progressivo aumento dimensionale di tessuto neoformato evidenziato con TC e RMN , 2) invasione di organi adiacenti 3) progressivo incremento dei marker tumorali, 3) evidenza di malattia con endoscopia. La chirurgia radicale(R0) associata a trattamento neoadiuvante o adiuvante rimane la sola possibilità di cura (30/40% sopravvivenza a 5 anni anche con chirurgia di concomitanti metastasi epatiche isolate) (B). La possibile complessità della chirurgia radicale (cosiddetta chirurgia composita o mutiviscerale) coinvolgente anche le strutture ossee della pelvi, può richiedere l’operato di un cancer–team specialistico multidisciplinare che deve attenersi sempre ai principi delle resezioni en bloc. Controindicazioni assolute alla chirurgia composita attualmente sono:1) condizioni generali del paziente non adeguate, encasement dei vasi iliaci esterni, estensione del tumore Tumore del colon-retto attraverso il forame ischiatico e/o alle pareti laterali della pelvi, edema degli arti inferiori da ostruzione venosa o linfatica. Nelle recidiva pelviche potenzialmente resecabile di tumori non precedentemente sottoposti a radioterapia o radiochemioterapia neoadiuvante o adiuvante , il trattamento neoadiuvante con 5-FU in IC per 5 settimane concomitante alla RT è quasi sempre indicato (A) e da preferirsi allo stesso trattamento in adiuvante. In pazienti che hanno ricevuto precedentemente RT pelvica, il trattamento radioterapico neoadiuvante sulla recidiva con dosaggi limitati e con tecnica IMRT può essere praticato con accettabile profilo di tossicità. In alternativa la radioterapia intraoperatoria (IORT) con collimatore o con tecnica brachiterapica può trovare indicazione. Pazienti non operabili o con malattia non resecabile sono trattati con chemioterapia con o senza RT o con RFA. Non è indicato un trattamento che comprenda un debulking chirurgico con residuo macroscopico di malattia. 3.7.3. Bibliografia 1. Bujanda L. Paterns of local recurrence in rectal cancer after a multidisciplinary approach. World J Gastroenterol 2011; 17 (13):1674-1684. 2. Mirnezami A, Sagar PM, Kavanagh D et al. Clinical algorithms for t he surgical management of locally recurrent rectal cancer. Dis.Col.Rect.2010; 53(9):1248-5. Tumore del colon-retto 3.8. Follow-up • Algoritmo 57. Sorveglianza colonscopica dopo la rimozione di adenomi (EU 2010) Basso Rischio 1-2 adenomi entrambi piccoli <10 mm(2) Colonscopia baseline (CS)(1) Rischio Intermedio 3-4 piccoli adenomi o almeno 1 tra 10 e 20 mm o villoso o con displasia di alto grado(2) Alto Rischio > 5 piccoli adenomi o almeno 1 > 20 mm (1) La CS deve essere completata per stabilire accuratamente il rischio (2) Criteri opzionali (3) Altri parametri: età, storia familiare, accuratezza e completezza dell’esame (4) Colonscopia di controllo per stabilire il clean colon A B C Invio a screening(3) 3 anni Entro 1 anno(4) Referti alla CS di follow-up Referti alla CS di follow-up ∙∙ ∙∙ ∙∙ ∙∙ 1 esame negativo dopo 5 anni 2 esami negativi screening adenomi a basso/interm. rischio adenomi ad alto rischio C B ∙∙ Negativo o adenomi a interm./basso rischio 3 anni ∙∙ 2 esami negativi 5 anni ∙∙ Adenomi ad alto rischio C 140 Il tipo e il numero delle lesioni adenomatose diagnosticate alla colonscopia basale permette di individuare differenti livelli di rischio di sviluppare adenomi o cancri. Sulla base di tale stratificazione i pazienti possono essere divisi in: basso, intermedio ed alto rischio. La strategia di sorveglianza varia in funzione del livello di rischio (III, A). La sorveglianza endoscopica per la ricerca delle lesioni metacrone può avvenire solo se è garantita la buona qualità della colonscopia basale (completezza, adeguata pulizia, accurato esame del viscere in uscita, radicale rimozione delle lesioni individuate). Soggetti con uno o due adenomi < 10 mm sono considerati a basso rischio e possono essere indirizzati al programma di screening colo-rettale (III; A). Pazienti con 3-4 adenomi < 10mm o con almeno un adenoma compreso tra ≥ 10mm e < 20 mm sono considerati a rischio intermedio (III, A) e devono essere monitorati con una colonscopia a 3 anni da quella basale (II, A). Se il controllo a 3 anni risulta normale, l’intervallo può essere esteso a 5 anni (V, B). Dopo due esami consecutivi con esito di normalità il soggetto può rientrare nel percorso di screening (VI, C). Soggetti con più di 5 adenomi o con almeno un adenoma ≥ 20 mm sono considerati ad alto rischio. In questi casi, prima di attuare un programma di sorveglianza a 3 anni, è opportuno effettuare una colonscopia a 12 mesi per identificare lesioni perdute alla colonscopia basale (III, B). Dopo due esami consecutivi con esito di normalità, il controllo successivo può essere effettuato dopo 5 anni (V, C). Non esistono evidenze sulla sicurezza di interrompere la sorveglianza in questo gruppo di pazienti. La scelta di proseguire la sorveglianza deve basarsi sullo stato di salute del paziente (caratteristiche degli adenomi, età, co-morbidità, attitudini personali) (VI, A). In caso di adenomi sessili di grandi dimensioni rimossi con tecnica piecemeal il soggetto deve essere sottoposto a controllo dopo 2-3 mesi. Piccole aree di tessuto adenomatoso residuo possono essere trattate endoscopicamente con un ulteriore controllo a 6 mesi. Può essere di ausilio nella effettuazione dei controlli il tatuaggio della sede di escissione. Se il tessuto residuo è invece esteso, deve essere considerata l’escissione chirurgica o, in alternativa, il soggetto può essere indirizzato ad endoscopisti particolarmente esperti nella rimozione endoscopica di lesioni complesse (VI, B). 3.8.1. Bibliografia • Segnan N, Patnick J, von Karsa L, eds. European Guidelines for Quality Assurance in Colorectal Cancer Screening and Diagnosis. 1st edn. 2010. http://bookshop.europa. eu/en/european-guidelines-for-quality-assurance-in-colorectal-cancer-screening-anddiagnosis-pbND3210390/. Accessed November 1, 2011. • Algoritmo 58. Follow-up postoperatorio tumori del colon stadio I-II 141 Esame clinico ogni 3-4 mesi per i primi 3 anni (A) ogni 6 mesi per i 2 anni successivi (A) CEA ogni 3-4 mesi per i primi 3 anni (IIA) ogni 6 mesi per i 2 anni successivi (IIA) ECO/TAC addome con m.d.c.(*) ogni 6/12 mesi per i primi 3 anni (B) ogni 12 mesi per i 2 anni successivi CA COLON stadio I-II Colonscopia Se lo studio preoperatorio è incompleto, eseguire studio del viscere residuo (IIIB) (*) L’ecografia dell’addome è meno sensibile della TAC ma può sostituire tale esame, in caso di difficoltà logistiche o in caso di pazienti non candidabili a ulteriore chirurgia delle metastasi. Dopo il III anno si può eseguire al posto della TAC riservando l’approfondimento diagnostico a giudizio clinico (B). La PET/CT non ha un ruolo di routine nel follow-up di questi paziente. Tumore del colon-retto Se lo studio preoperatorio è completo ripetere studio del viscere residuo ad un anno dall’intervento, poi - se colon residuo indenne ripetere dopo 3 anni e poi ogni 5 anni (IIIB) - in caso di polipi ripetere ogni 12 mesi (o più spesso se indicato) Tumore del colon-retto • Algoritmo 59. Follow-up postoperatorio tumori del colon stadio III CA COLON stadio III (o stadio II con fattori di rischio) Esame clinico ogni 3-4 mesi per i primi 3 anni (A) ogni 6 mesi per i 2 anni successivi (A) CEA ogni 3-4 mesi per i primi 3 anni (IIA) ogni 6 mesi per i 2 anni successivi (IIA) TAC torace + addome con m.d.c.(*) Colonscopia (*) L’ecografia dell’addome è meno sensibile della TAC ma può sostituire tale esame, in caso di difficoltà logistiche o in caso di pazienti non candidabili a ulteriore chirurgia delle metastasi. Dopo il III anno si può eseguire al posto della TAC riservando l’approfondimento diagnostico a giudizio clinico (B). La PET/CT non ha un ruolo di routine nel follow-up di questi paziente. • Algoritmo 60. Follow-up postoperatorio tumori del retto stadio II-III CA RETTO ogni 6/12 mesi per i primi 3 anni (B) (ogni 3/6 mesi se pz M+ rad. operato e candidabile ad ulteriore chirurgia) (B) ogni 12 mesi per i 2 anni successivi (ogni 3/6 mesi se pz M+ rad. operato e candidabile ad ulteriore chirurgia Se lo studio preoperatorio è incompleto, eseguire studio del viscere residuo entro 6-12 mesi dal’intervento (IIIB) Se lo studio preoperatorio è completo ripetere studio del viscere residuo ad un anno dall’intervento, poi - se colon residuo indenne ripetere dopo 3 anni e poi ogni 5 anni (IIIB) - in caso di polipi ripetere ogni 12 mesi (o più spesso se indicato) Esame clinico Visita con esplorazione rettale ogni 3-4 mesi per i primi 3 anni (A) ogni 6 mesi per i 2 anni successivi (A) CEA ogni 3-4 mesi per i primi 3 anni (IIA) ogni 6 mesi per i 2 anni successivi (IIA) TAC torace+ addome superiore+ pelvi con m.d.c.(*) o RM. Colonscopia (*) L’ecografia dell’addome è meno sensibile della TAC ma può sostituire tale esame, in caso di difficoltà logistiche o in caso di pazienti non candidabili a ulteriore chirurgia delle metastasi. Dopo il III anno si può eseguire al posto della TAC riservando l’approfondimento diagnostico a giudizio clinico (B). La PET/CT non ha un ruolo di routine nel follow-up di questi paziente. ogni 6/12 mesi per i primi 3 anni (B) ogni 12 mesi per i 2 anni successivi (B) Se lo studio preoperatorio è incompleto, eseguire studio del viscere residuo entro 6-12 mesi dal’intervento (IIIB) Se lo studio preoperatorio è completo ripetere studio del viscere residuo ad un anno dall’intervento, poi RETTOSIGMOIDOSCOPIA ogni 6 mesi per i primi due anni (C) - se colon residuo indenne ripetere dopo 3 anni e poi ogni 5 anni (IIIB) - in caso di polipi ripetere ogni 12 mesi (o più spesso se indicato) 142 3.9. Trial clinici No. Eudract(*) No. Eudract(*) Titolo del protocollo 2005-000285-39 Studio multicentrico, randomizzato di fase II, di valutazione dell'efficacia di tre regimi chemioterapici in combinazione con bevacizumab per il trattamento di prima linea del carcinoma colorettale metastatico. 2005-003463-23 Trattamento adiuvante con folfox-4 versus folfox-4 + cetuximab dei tumori del colon in stadio III operati radicalmente. 2005-005846-37 Studio pilota multicentrico di chemioterapia con capecitabina, oxaliplatino (LOHP) + irinotecano (CPT-11) in pazienti con carcinoma colo-rettale metastatico. 2006-000170-70 Studio clinico di fase 3, multicentrico, randomizzato, per confrontare l'efficacia di panitumumab in combinazione con ossaliplatino / 5-fluorouracile / leucovorina rispetto all'efficacia dei soli ossaliplatino / 5-fluorouracile / leucovorina in pazienti affetti da tumore al colon retto metastatico non precedentemente trattato. 2006-001007-11 Studio di fase II, multicentrico, in aperto di prima linea di irinotecano, oxaliplatino e 5FU/LV infusionali (FOLFOXIRI) ogni 2 settimane in combinazione con bevacizumab in pazienti con carcinoma del colon metastatico. 2006-001045-34 Trattamento chemioterapico metronomico con irinotecano (CPT-11) in pazienti con diagnosi di carcinoma del colon-retto metastatico: valutazione farmacodinamica e farmacocinetica. 2006-002228-40 Studio clinico di fase III con celecoxib controllato con placebo in soggetti genotipo-positivi per poliposi adenomatosa familiare (FAP). 2006-003293-10 Studio randomizzato in aperto di fase III per la valutazione dell'efficacia e della safety della combinazione di bevacizumab più capecitabina in pazienti anziani con carcinoma del colon-retto metastatico. 2007-000354-31 Studio randomizzato per valutare la durata del trattamento con il regime FOLFOX-4 o XELOX (3 verso 6 mesi) ± bevacizumab come terapia adiuvante per pazienti con tumore del colon in stadio II ad alto rischio / III. 2007-001533-34 Studio di fase II su panitumumab 5-fluorouracil e oxaliplatino in combinazione con la radioterapia pelvica per il trattamento del tumore del retto operabile e localmente avanzato. 2007-002886-11 Studio in aperto, multicentrico, randomizzato di fase III di chemioterapia di seconda linea con o senza bevacizumab in pazienti con carcinoma colorettale metastatico che abbiano ricevuto un trattamento chemioterapico di prima linea in associazione a bevacizumab. 2007-003831-21 Studio prospettico di farmacocinetica in pazienti con diagnosi di carcinoma colorettale candidati a terapia con fluoropirimidine: 5-fluoro test. 2007-004969-18 Studio in aperto di efficacia e sicurezza di bevacizumab in combinazione con xelox per il trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma colo-rettale localmente avanzato o metastatico. 2007-006254-26 Studio di fase III randomizzato controllato a gruppi paralleli che confronta due differenti sequenze di terapia (irinotecan / cetuximab seguito da FOLFOX-4 vs FOLFOX-4 seguito da irinotecan / cetuximab) in pazienti portatori di tumore del colon-retto metastatico trattati in prima linea di terapia con FOLFIRI / bevacizumab. 2008-001537-10 Studio randomizzato di fase 3 di confronto tra la combinazione folfoxiri + bevacizumab e folfiri + bevacizumab per il trattamento in prima linea del carcinoma colorettale metastatico. 2008-008749-39 Capecitabina in combinazione con oxaliplatino, irinotecan e bevacizumab come terapia di I linea nell'adenocarcinoma del colon-retto metastatico: studio I.T.M.O. di fase II. 2009-012787-14 Studio randomizzato, in doppio cieco, placebo-controllato, di fase III di confronto fra regorafenib e miglior trattamento di supporto versus placebo e miglior trattamento di supporto in pazienti con tumore del colon metastatico in progressione di malattia dopo trattamento standard. 2009-014556-29 Studio di Fase II per il trattamento di prima linea del carcinoma colorettale con la combinazione folfoxiri + panitumumab in pazienti che esprimono KRAS e BRAF wild type. Tumore del colon-retto Titolo del protocollo 2010-021037-32 Studio multicentrico di fase 3 randomizzato in doppio cieco sull'efficacia di irinotecan, acido folinico e 5-fluorouracile (FOLFIRI) più ramucirumab o placebo in pazienti affetti da carcinoma colorettale metastatico progredito durante o successivamente ad una terapia combinata di prima linea con bevacizumab, oxaliplatino e una fluoropirimidina. 2011-000840-70 Studio di fase II randomizzato di chemioterapia di induzione con folfoxiri e cetuximab seguita da terapia di mantenimento con cetuximab o bevacizumab in pazienti con carcinoma colorettale metastatico non resecabile KRAS wild-type. 2011-003340-45 Studio di fase II, in aperto, di trattamento di induzione con folfoxiri e bevacizumab seguito da chemioradioterapia preoperatoria e bevacizumab in pazienti con carcinoma del retto resecabile localmente avanzato. 2011-005724-17 Studio multicentrico, a singolo braccio, in aperto per valutare la sicurezza e la qualità della vita correlati ad aflibercept in pazienti affetti da tumore del colon-retto metastatico, precedentemente trattati con un regime terapeutico contenente oxaliplatino. 2011-005836-25 Studio di fase IIIB in aperto sull'uso di regorafenib in pazienti con cancro colon-rettale (CRC) metastatico, in progressione dopo la terapia standard. 2011-006332-23 Studio di fase II randomizzato di terapia di mantenimento con bevacizumab da solo o in associazione ad una chemioterapia metronomica dopo un trattamento di induzione di prima linea con folfoxiri e bevacizumab in pazienti con carcinoma colorettale metastatico. 2012-000109-66 Studio randomizzato in doppio cieco di fase 3, per valutare il TAS-102 con aggiunta la migliore terapia di supporto (BSC), versus placebo con aggiunta BSC, in pazienti affetti da cancro del colonretto, metastatico e refrattario a chemioterapici standard. (*) Sperimentazioni cliniche in corso in Toscana al 31 ottobre 2012. (Fonte: Osservatorio Nazionale sulla Sperimentazione Clinica dei Medicinali AIFA e comunicazioni personali). 3.9.1. Bibliografia 1. Benson AB, Desch CE, Flynn PJ, et al. American Society of Clinical Oncology: 2000 update of American Society of Clinical Oncology colorectal cancer surveillance guidelines. J Clin Oncol 2000;18 (20): 3586-3588 2. Rosen M, Chan L, Beart RW, et al. Follow-up of colorectal cancer: a meta-analysis. Dis Colon Rectum 1998 ;41 (9): 1116-1126 3. Schoemaker D, Black R, Giles L, et al. Yearly colonscopy, liver CT, and chest radiography do not influence 5-year survival of colorectal cancer patients. Gastroenterol. 1998;114:714. 4. Rex DK, Kahi CJ, Levin B, et al Guidelines for colonoscopy surveillance after cancer resection: a consensus update by the american cancer society and the US multi-society task force on colorectal cancer. Gastroenterology 2006;130:1865-1871 5. Makela JT, Laitinen SO, Kairaluoma MI. Five-year Follow-up after radical surgery for colorectal cancer. Results of a prospective randomized trial. Arch Surg 1995; 130: 10621067 143 Tumore del colon-retto 6. Ohlsson B, Breland U, Ekberg H, et al. Follow-up after curative surgery for colorectal carcinoma. Randomized comparison with no follow-up. Dis Colon Rectum 1995; 38: 619-626 7. Kjeldsen BJ, Kronborg O, Fenger C, et al. A prospective randomized study of follow-up after radical surgery for colorectal cancer. Br J Surg 1997; 84: 666-669 8. Bruinvels DJ, Stiggelbout AM, Kievit J, et al.. Followup of patients with colorectal cancer. A metaanalysis. Ann Surg 1994;219:17482. 9. Figueredo A, Rumble RB, Maroun J, et al. Follow-up of patients with curatively resected colorectal cancer: a practice guideline. BMC Cancer 2003; 3: 26 10. Jeffery GM, Hickey BE, Hider P. Follow-up strategies for patients treated for nonmetastatic colorectal cancer. 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Sargent DJ, Patiyil S, Yothers G, et al End Points for Colon Cancer Adjuvant Trials: Observations and Recommendations Based on Individual Patient Data From 20,898 Patients Enrolled Onto 18 Randomized Trials From the ACCENT Group. J Clin Oncol 2007, 29: pp. 4569-4574 17. Desch C, Benson A, Somerfield M et al. Colorectal cancer surveillance: 2005 update of an American Society of Clinical Oncology Practise Guideline. J Clin Oncol. 23. 2005; 8512–8519 18. Van Cutsem E & Oliveira J. Primary colon cancer: ESMO Clinical Recommendations for diagnosis, adjuvant treatment and follow-up. Ann Oncolo 2009 (supp 4)iv 49-50. 19. Tsikitis VL, Malireddy K, Greee EA, et al. Postoperative surveillance recommendations for early stage colon cancer based on resilts from the clinical outcomes of surgical therapy trial. J Clin Oncol 2009 (e-pub June 29) 144