2. Tumore del colon-retto: epidemiologia, fattori di rischio e diagnosi precoce di un fenomeno in aumento 1 Fattori di rischio Circa l’80% dei carcinomi del colon-retto insorge a partire da lesioni precancerose – i polipi (adenomi con componente displastica via via crescente). Gli stili di vita e la familiarità sono da tempo chiamati in causa quali fattori di aumento del rischio di incidenza di queste lesioni. Tra i primi spiccano fattori dietetici quali il consumo di carni rosse e di insaccati, farine e zuccheri raffinati, il sovrappeso e la ridotta attività fisica, il fumo e l’eccesso di alcol. Circa un terzo dei tumori del colon-retto presenta caratteristiche di familiarità ascrivibile a suscettibilità ereditarie. Incidenza Il carcinoma del colon-retto è in assoluto il tumore a maggiore insorgenza (incidenza) nella popolazione italiana, con quasi 52.000 diagnosi stimate per il 2012: tra gli uomini si trova al terzo posto, preceduto da quello alla prostata e da quello al polmone (14% di tutti i nuovi tumori), mentre nelle donne occupa il secondo posto, preceduto da quello alla mammella, con il 14%. La diffusione dei fattori di rischio, l’anticipazione diagnostica e l’aumento dell’età media della popolazione sono alla base della progressiva crescita dell’incidenza di questo tumore negli ultimi decenni. Al netto dell’effetto età, questo tumore conferma il trend in crescita nei maschi (solo però nelle localizzazioni coliche), mentre nelle donne appaiono stabili sia le forme coliche che quelle rettali. L’andamento temporale per gli uomini è passato da un +2,1%/anno degli anni ‘80-90 a +0,7%/anno dell’ultimo decennio in studio, mentre nelle donne l’aumento (+0,7%/anno) appare omogeneo per tutto il ventennio esaminato. Mortalità Secondo dati recenti, nel 2012 si sono registrati quasi 20.000 decessi per carcinoma del colon-retto (di cui il 55% fra gli uomini), neoplasia al secondo posto nella mortalità per tumore (11% nei maschi, 12% nelle femmine) e tra il secondo e terzo posto nelle varie età della vita. Sopravvivenza Il carcinoma del colon-retto presenta una prognosi sostanzialmente favorevole: il 58% dei pazienti incidenti nei primi anni del 2000 risulta in vita a 5 anni dalla diagnosi, con una moderata tendenza all’aumento rispetto ai quinquenni precedenti. La probabilità di sopravvivere per ulteriori 5 anni aumenta dopo la diagnosi, essendo per i sopravviventi ad 1 e 5 anni rispettivamente 74% e 91% tra gli uomini e 74% e 92% tra le donne. Prevalenza (rapporto fra casi registrati e persone a rischio nell’arco di dieci anni) Sono quasi 300.000 i pazienti con pregressa diagnosi di carcinoma del colon-retto in Italia (51% maschi), al secondo posto tra tutti i tumori e pari al 13,2% di tutti i pazienti oncologici. Il 16% di questi si trova ad ormai oltre 15 anni dalla diagnosi (e il 14% tra i 10 e i 15 anni), mentre la restante quota è equamente distribuita entro i 2, tra i 2 e i 5 e i 5 e 10 anni (23-24% per ogni periodo). In considerazione della stabile lieve tendenza al decremento della mortalità osservata da ormai lungo periodo, sono soprattutto l’incidenza (con la sempre maggiore tendenza alla diagnosi precoce e alla diffusione dei programmi di screening di questi ultimi anni) e la sostanziale buona sopravvivenza (tendente al miglioramento) a condizionare i “numeri” delle persone che convivono con questo tipo di diagnosi e la loro distribuzione lungo la storia clinica, con evidenti diverse esigenze assistenziali e di sostegno nel follow-up. La maggior parte di queste persone si concentra nelle età più anziane, con una proporzione, oltre i 75 anni di età, di 2.722 casi ogni 100.000 abitanti, più che doppia rispetto alla fascia 60-74 anni e di 8,5 volte maggiore di quella 45-59. Diagnosi Precoce Il programma di screening del colon-retto è indirizzato a uomini e donne dai 50 ai 69 anni di età: è un intervento di prevenzione attiva mediante il test di ricerca di sangue occulto nelle feci e successiva colonscopia nei casi positivi, con ripetizione regolare ogni 2 anni. Lo screening può consentire il riscontro e la 1 I Numeri del Cancro in Italia 2012 – AIRTUM (Associazione Italiana dei Registri Tumori) e AIOM (Associazione italiana di oncologia medica). 5 rimozione di precursori (adenomi) prima della trasformazione in carcinoma e la diagnosi di carcinomi in stadio iniziale, con una conseguente riduzione della mortalità sia per riduzione dell’incidenza che per il riscontro di carcinomi in stadi più iniziali e quindi suscettibili di guarigione dopo terapia. 6