UILT Notam 8 - Uiltrasporti

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NOTAM
FOGLIO PERIODICO DI INFORMAZIONE PILOTI UILT N.8
In questo numero:
NON TECH: - MATRIMONIO TRA BRITISH ED IBERIA
- LETTERA FLIGHT DATA MONITORING
TECH: - I CICLONI
- COMBUSTIBILI ALTERNATIVI ?
I CICLONI
Il ciclone in meteorologia è una regione atmosferica in cui la pressione è minore di
quella delle regioni circostanti alla stessa altitudine. In generale è un'area di bassa
pressione individuabile a livello del mare da isobare decrescenti verso il punto
minimo, detto Centro del ciclone; su una superficie a pressione costante, da isoipse
decrescenti verso il centro.
Nell'emisfero boreale, nel ciclone l'aria è soggetta ad un sistema di venti circolanti in
senso antiorario, mentre nell'emisfero australe in senso orario, ovunque con una
componente di moto convergente verso il centro.
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Cicloni extratropicali
La depressione d' Islanda vista dal satellite.
Il ciclone delle medie ed alte latitudini o Ciclone Extratropicale è più comunemente
denominato depressione e fu studiato per la prima volta da Bjerkens, la cui teoria,
che si basa sullo scontro tra masse d'aria diversa e sui fronti, è detta appunto
frontologica. Sono i più grandi vortici atmosferici e possono estendersi su aree del
diametro fino a qualche migliaio di chilometri. Di solito le isobare che lo
individuano presentano forma di V che si dipartono dal centro, dette saccature.
Secondo il modello concettuale-teorico della scuola norvegese, il ciclone
extratropicale ha un 'ciclo di vita' suddiviso in varie e distinte fasi: esso nasce
dall'ondulazione del fronte polare, zona di separazione tra l'aria fredda polare e
l'aria calda tropicale. L'aria fredda e l'aria calda si muovono lungo la stessa
direttrice, ma con verso opposto; l'ondulazione si produce per la diversa densità
delle due masse d'aria: la fredda maggiormente densa si incunea sotto la calda. Il
fronte polare, a causa dell'ondulazione e del moto vorticoso prodotto nella zona,
assume da una parte il carattere di fronte d'avanzata dell'aria calda (fronte caldo) ,
dall'altra di fronte d'avanzata dell'aria fredda (fronte freddo) separati dal “settore
caldo” (nell'insieme detti sistema frontale).
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Nel successivo stadio l'ondulazione si amplifica, il ciclone si approfondisce
(diminuzione della pressione), il settore caldo comincia a restringersi per
l'avvicinarsi del fronte feddo al fronte caldo e la circolazione dei venti si intensifica,
l'ulteriore amplificazione fa si che il fronte freddo raggiunga quello caldo creando lo
stadio di occlusione in cui gran parte dell'aria del settore caldo viene sospinta in alto
e la depressione raggiunge la sua massima profondità.
Successivamente inizia la fase di invecchiamento o senescenza del ciclone
(colmamento del deficit pressorio), con il progressivo dissolvimento dei fronti in
quanto l'aria che circola nella depressione è oramai interamente fredda e
rimescolata.
Le famiglie di cicloni extratropicali
I cicloni extratropicali sono spesso organizzati in famiglie nelle quali ogni
depressione è separata dalla successiva da un promontorio o anticiclone mobile
prevalentemente freddo ad intervalli medi di 5-7 giorni. A questa successione di
configurazioni di alta e bassa pressione corrisponde in quota una successione di
saccature e promontori che nell'insieme costituiscono ondulazioni del flusso d'aria,
solitamente occidentale (westerlies), che circonda le medie latitudini.
All'inizio del ciclo evolutivo di una famiglia di cicloni le ondulazioni sono
relativamente poco ampie ed i cicloni sono particolarmente mobili. Alla fine del ciclo
evolutivo le ondulazioni del flusso troposferico raggiungono la massima ampiezza
coinvolgendo l'intera fascia delle medie latitudini nella quale, pertanto, nella parte
settentrionale si isolano circolazioni anticicloniche calde ed in quelle meridionali
circolazioni cicloniche fredde.
Il clima dell'emisfero boreale è influenzato dal vortice polare, area ciclonica che
staziona in modo quasi permanente nell'area attorno al Polo nord; a livello europeo
svolge un ruolo fondamentale sulla dinamica atmosferica anche la depressione
d'Islanda.
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I cicloni extratropicali nel bilancio termico terrestre
Un ciclone tropicale nell'emisfero boreale
I cicloni extratropicali sono un fattore importante nel bilancio termico terrestre:
sono responsabili in larga misura degli interscambi d'aria fra le alte e le basse
latitudini, che sono un aspetto tipico della circolazione atmosferica. Come tutti i
vortici atmosferici sono quindi indice di rimescolamento turbolento dell'atmosfera a
grande scala. Le depressioni delle medie latitudini vi determinano anche la
distribuzione delle precipitazioni.
I sistemi nuvolosi e le precipitazioni non sono uniformemente ripartiti nella
depressione, ma solitamente organizzati lungo fasce parallele alle zone frontali. In
generale nella parte anteriore della depressione i sistemi nuvolosi sono a grande
sviluppo orizzontale e a vari livelli. Nella parte posteriore prevalgono le nubi a
sviluppo verticale; le precipitazioni (rovesci o temporali) sono discontinue.
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Fra la parte anteriore e quella posteriore di solito si individua una zona intermedia
in cui le condizioni climatiche sono relativamente migliori, la nuvolosità è scarsa e
c'è assenza di precipitazioni.
Interazione tra cicloni ed orografia
Lo schema sopra descritto è abbastanza valido se il ciclone si muove su aree
omogenee come gli oceani, mentre l'interazione tra l'aria e l'orografia terrestre
modifica la distribuzione dei sistemi nuvolosi e delle precipitazioni. Le catene
montuose modificano vistosamente anche la distribuzione della pressione al livello
del mare e di conseguenza anche la circolazione atmosferica negli strati più bassi.
Quando il flusso medio atmosferico si svolge perpendicolarmente a un sistema
orografico esteso orizzontalmente, tale che l'aria non riesca ad aggirarlo
agevolmente, nel versante sopravento si sviluppa alta pressione, mentre nel versante
sottovento si sviluppa bassa pressione. La barriera alpina è una delle cause
principali delle depressioni che nascono nelle regioni settentrionali italiane, sul Mar
Ligure e sul Mare Adriatico settentrionale.
Le sorgenti di calore che da settembre a maggio si riscontrano sul Mare
Mediterraneo sono una causa concomitante per la genesi di depressioni che
interessano l'Italia. Nella valle Padana in estate si creano depressioni di natura
essenzialmente barica, dovute al riscaldamento del suolo, tali depressioni, seppur
modeste, sono causa di violenti temporali, spesso accompagnati da grandinate e
raffiche di vento.
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Cicloni tropicali
Il Ciclone Cathrina, visto dalla Stazione Spaziale Internazionale il 26 marzo 2004.
Il ciclone delle latitudini inferiori, detto Ciclone Tropicale assume varie
denominazioni a seconda delle regioni dove si manifesta. Può estendersi su aree del
diametro di poche centinaia di chilometri ed è tra le più violente perturbazioni
atmosferiche.
I cicloni tropicali si originano tra i 5° ed i 20° di latitudine, a nord e a sud
dell'equatore, sugli oceani ad ovest dei continenti, anche se non si generano
sull'Oceano Atlantico a sud dell'equatore. I cicloni tropicali del pacifico occidentale
sono denominati Tifoni, in particolare quelli che interessano l'Australia occidentale
sono chiamati Willy-willy, mentre quelli delle Filippine Baguiros. Fatto salvo
l'Oceano Indiano, il Mare Arabico ed il Golfo del Bengala, alle restanti latitudini, i
cicloni tropicali prendono il nome di uragani.
Il ciclone tropicale è caratterizzato da isobare piuttosto circolari e da venti fortissimi
che superano spesso i 100 km/h. In funzione della massima intensità del vento,
l'Organizzazione Meteorologica Mondiale parla di
•
•
•
Depressione tropicale se il vento è minore di 63 km/h
Tempesta tropicale se il vento è compreso tra 63 e 118 km/h
Uragano se il vento supera i 118 km/h
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I venti normalmente aumentano verso l'interno in direzione del centro ma non
convergono fino ad esso, divenendo tangenti ad un cerchio di diametro variabile tra
5 e 30 km chiamato Occhio del ciclone, dove i venti sono deboli o addirittura regna
la calma.
La pressione atmosferica, all'approssimarsi di un ciclone tropicale, diminuisce
rapidamente, alla periferia è circa 1020 millibar, nell'occhio può raggiungere i 950
millibar. In un ciclone tropicale, l'occhio ha nuvolosità scarsa e frammentaria,
intorno si sviluppano ammassi nuvolosi compatti ed estesi verso l'alto fino alla
tropopausa, mentre lateralmente si estendono per qualche centinaio di chilometri. Le
piogge che accompagnano i cicloni tropicali sono a carattere torrenziale.
L'energia dei cicloni tropicali deriva dal calore liberato negli imponenti processi di
condensazione del vapore acqueo. Sono stati individuati importanti fattori quali il
calore proveniente dai mari, l'esistenza di modeste perturbazioni nelle correnti
orientali costituenti gli alisei, che consente una locale interruzione dello stato di
equilibrio verticale che determina l'imponente estensione di moti ascendenti fino alla
tropopausa.
I cicloni tropicali appena formati muovono verso ovest o nord-ovest nell'emisfero
australe, viaggiando a velocità di 20-40 km/h, giunti a 20°-30° spesso cambiano
direzione piegando a nord-est nell'emisfero boreale o sud-est in quello australe.
Proseguendo tendono ad assumere le caratteristiche delle depressioni delle medie
latitudini o si esauriscono. Nel caso che questi cicloni giungano in terraferma, pur
diminuendo la loro intensità, provocano ingenti danni per la violenza dei venti, per le
piogge torrenziali e le mareggiate. Sono inoltre pericolosi per la navigazione.
Spesso ci capita di avere idee confuse circa i cicloni, gli uragani ed i tornado,
riassumiamo quindi schematicamente quali sono le differenze tra questi tre fenomeni
atmosferici.
Ciclone
Per ciclone si intende un violento movimento rotatorio di masse di nubi e d’aria,
combinato con un moto di traslazione, intorno ad un centro di bassa pressione.
Le alte temperature equatoriali favoriscono, in certe zone, la formazione di centri di
minima pressione, cioè di aspirazione, verso i quali convengono i venti con un moto
a spirale che determina cosi un vortice.
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Ne esistono di due tipi: tropicali ed extra-tropicali. I primi sono di durata e
grandezza minore rispetto ai cicloni extra-tropicali ma l'intensità e la forza dei loro
venti è straordinariamente violenta.
Uragano
Uragano è un nome di origine caraibica, usato per indicare i cicloni che si
abbattevano sulle Indie Occidentali. Tuttavia, ai giorni nostri, i meteorologi hanno
deciso di chiamare “uragano” tutti i cicloni di elevata intensità che raggiungono
forza 12, la massima nella scala di misurazione, con venti che raggiungono i anche i
120 km/h. In conclusione l’uragano è il ciclone elevato alla massima potenza.
Tornado
Il tornado è il più distinguibile tra i tre; con questo termine si intende una
perturbazione atmosferica molto violenta, con una forma simile ad un imbuto.
I tornado, frequenti soprattutto in America, in particolare nel Messico e a est delle
Montagne Rocciose, sono caratterizzati da una estrema velocità dell’aria che ruota
vorticosamente intorno ad un vertice (si parla di 300-400 km/h fino punte di
800km/h).
Un tornado medio ha un diametro di 100-200 m e si sposta sulla superficie terrestre
con una velocità che va dai 30 agli 80 km/h. Anche con una durata di pochi secondi,
essi sono in grado di distruggere qualsiasi cosa trovino sul loro cammino.
Di quello che avviene nel loro interno si sa poco per la difficile rilevazione di dati,
ma si crede che l’aria raggiunga velocità impressionanti e si è stimato che ci sia una
diminuzione della pressione di circa il 20% in meno di quella atmosferica.
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MATRIMONIO TRA BRITISH ED IBERIA
Dopo 16 mesi di trattative arriva il matrimonio tra British Airways e Iberia. I
consigli di amministrazione delle due compagnie hanno approvato la fusione, che
prevede che la holding di controllo del gruppo vedrà Iberia partecipare al 45% e
British al 55% del capitale. Il valore di mercato dei due gruppi che si fondono è circa
2,76 miliardi di euro per British e di 2,13 miliardi per Iberia. La fusione crea una
realtà da 4,9 miliardi di euro, superiore al gruppo Air France-KLM e poco meno del
colosso europeo Lufthansa.
La fusione crea un gruppo con una flotta di 428 aerei, 60mila dipendenti e fatturato
per 14 miliardi. La sede del gruppo sarà Londra, mentre entrambe le compagnie
conserveranno i propri marchi. Il CEO di British Airways, Willie Walsh, sarà il CEO
del neonato gruppo, mentre il presidente di Iberia, Antonio Vazquez, ne sarà il
presidente.Il CdA avrà rappresentanti paritari tra le due compagnie. Proprio in
questi giorni Iberia ha presentato la propria trimestrale che vede una perdita di 16,4
milioni di euro rispetto ai 30,3 milioni di attivo registrati nello steso periodo
dell’anno passato. Fatturato in calo del 19,6% a 1,16 miliardi di euro contro 1,4
miliardi riportati nello stesso periodo del 2008. Il load factor è sceso all´82,1% dal
83,2% precedente.
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COMBUSTIBILI ALTERNATIVI ?
Sono stati Paolo Ciancaglioni e Francesco Sepe dell’ ENAC a rappresentare l’ Italia
a Rio de Janeiro, dove si è tenutala Conferenza mondiale organizzata dall’ICAO sui
combustibili alternativi. Risultato principale dell’incontro è stato l’impegno assunto
dai Paesi partecipanti per un accordo quadro sullo sviluppo dei carburanti
alternativi nell’aviazione come strumento di intervento sistematico volto a ridurre
l’impatto delle emissioni sull’ambiente. Auspicato il traguardo del 10% di biofuel in
dieci anni. Sottoscritto un documento relativo ad una piattaforma di lavoro per lo
scambio di informazioni, di esperienze e di iniziative
dei Paesi membri ICAO e dell’industria. Questo
accordo è parte integrante della dichiarazione finale
e delle raccomandazioni adottate dalla Conferenza
che saranno esposte nel corso dei prossimi colloqui
ONU sull’ ambiente di dicembre a Copenhagen e,
successivamente,
nella
sessione
triennale
dell’Assemblea Generale ICAO. La Conferenza ha
accolto numerose iniziative riguardanti la ricerca e
l’uso sostenibile di combustibili alternativi per l’aviazione ed ha espresso l’auspicio
che l’ICAO organizzi a breve incontri mirati tra gli Stati, le istituzioni finanziarie, i
produttori di carburanti, i costruttori aeronautici e le compagnie aeree per
affrontare le problematiche relative ai costi ed ai finanziamenti dei progetti sulle
infrastrutture dedicate alla lavorazione di tali carburanti.L’auspicio finale espresso
dall’organismo dell’ONU riguarda, come detto, la fiducia nel fatto che nell’arco dei
prossimi dieci anni il 10% dei carburanti utilizzati dall’aviazione internazionale
provenga da fonti alternative sostenibili e riduca, quindi, significativamente l’impatto
delle emissioni sull’ambiente con una migliore gestione degli aspetti economici e di
sicurezza.
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LETTERA INVIATA DAL DT UILPILOTI AD ALITALIA-CAI PER IL FDM
AUGURONI A TUTTI DAL DIPARTIMENTO TECNICO UILPILOTI !!!
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VENEZIANI MARCO
06-86267207
Segretario Nazionale Trasporto Aereo
LEONETTI GIUSEPPE
Cell. 335-1837232
E-mail: [email protected]
CRYSS ALA
Cell. 347-3220545
E-mail: [email protected]
MONTAGNER GIOVANNI
Cell. 347-3429493
E-mail: [email protected]
CRUSIZIO PATRICK
Cell: 3406027441
E-mail: [email protected]
MORO MAURIZIO
Cell. 348-7209075
E-mail: [email protected]
DI GRAVIO LUCA
Cell. 335-8310310
E-mail: [email protected]
PASTORE ANDREA
Cell 331_3337690
FATTORI MARTEGANI PIERMARCO
Cell. 347-5058514
E-mail: [email protected]
FRESI ANDREA
Cell. 334-6216687
E-mail: [email protected]
FALCETTI FEDERICO
Cell. 366-6611814
E-mail: [email protected]
COLUCCIA GIUSEPPE
Cell. 339-2118800
E-mail: [email protected]
GAFFORIO STEFANO
Cell. 349-2212487
E-mail: [email protected]
PIERDOMENICO SIMONE
Cell. 340-9423615
E-mail: [email protected]
SAVINI FILIPPO M.
Cell. 392-4217254
E-mail: [email protected]
SERETTI ROBERTO
Cell. 335-1837237
E-mail: [email protected]
STROPPOLO STEFANO
Cell. 335-1837246
E-mail: [email protected]
VIGLIETTI IVAN
Cell. 335-5880269
E-mail: [email protected]
LABO’ MATTEO
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