Materiale protesico P. Castelli Si definisce "materiale protesico o impiantabile" ogni materiale che possa essere incorporato nell´organismo vivente, quindi biocompatibile, allo scopo di adempiere una funzione di sostituzione, miglioramento o recupero di organi, tessuti o funzioni deficitarie o mancanti. Nonostante il notevole numero di materiali messi a disposizione dalla tecnologia, solo alcuni possiedono caratteristiche meccaniche, fisiche e chimiche adeguate all´impianto. Tra le applicazioni più frequenti si può ricordare la ricostruzione o sostituzione del ginocchio, dell´articolazione dell´anca, della mascella, dell´articolazione temporo-mandibolare, del gomito, le ricostruzioni ossee (dita,orecchio medio), dei denti, della mammella, le sostituzioni di arterie e vene, la correzione di difetti della parete addominale, la correzione delle cardiopatie congenite ed acquisite. In fase di sperimentazione sono: il sangue artificiale, il cuore intratoracico e membrane di vario tipo per varie funzioni specifiche (scambi gassosi, dialisi, ultrafiltrazione di cataboliti). Materiali metallici Costituiscono un eccellente materiale protesico nei casi in cui è indispensabile una particolare resistenza meccanica associata a inerzia chimica e a tolleranza biologica (chirurgia osteo-articolare). I requisiti che maggiormente devono essere soddisfatti sono: alte resistenze alla corrosione, buona tolleranza da parte dei tessuti, assenza di tossicità, proprietà meccaniche desiderate, alta resistenza all´abrasione e all´usura, omogeneità strutturale. I metalli che attualmente rispondono a queste caratteristiche sono le leghe a base di cobalto e cromo, gli acciai lavorati, il titanio, il tantalio. Materiali organici Lo sviluppo più significativo nella produzione di materiali organici impiantabili si è avuto a partire dagli anni Cinquanta con il progredire delle applicazioni tecnologiche dei polimeri e delle gomme sintetiche. L´uso di materiali organici in chirurgia è generalmente preferito a quello dei metalli, in quanto i primi presentano caratteristiche fisico-chimiche più simili a quelle dei tessuti biologici. I requisiti ideali sono: la possibilità di essere ottenuti allo stato puro, la possibilità di essere adattati alle esigenze tecniche senza subire importanti alterazioni delle proprietà, quali la sterilizzabilità, l´assenza di tossicità e l´inerzia in presenza di tessuti di natura diversa. I materiali più comunemente usati sono: polietilene, teflon, nylon, dacron. Campi di applicazione Come è stato già accennato, numerose sono le branche chirurgiche che si avvalgono dell´uso di materiali protesici, permettendo di affrontare con successo situazioni patologiche altrimenti irrimediabili. In chirurgia ortopedica è routinario l´utilizzo di protesi metalliche e organiche per la ricostruzione dell´anca e del gomito. In chirurgia plastica ricostruttiva, dopo l´iniziale impiego di paraffina, rivelatasi non adeguata per l´intensa e diffusa reazione infiammatoria da corpo estraneo, sono stati applicati nuovi e diversi materiali. Per la sostituzione di strutture ossee (teca cranica, mascellare, emimandibola) si ricorre a resine acriliche o al tantalio, mentre per i tessuti molli si preferiscono spugne di polivinile, poliuretano, o poliesteri. Il silicone, sotto forma di protesi solide, dà ottimi risultati nelle ipotrofie mammarie, nell´agenesia del padiglione auricolare, nell´assenza dei testicoli. Le protesi biologiche si distinguono in autologhe, omologhe ed eterologhe. Per quanto riguarda le protesi autologhe bisogna ricordare gli innesti in vena o in arteria, il cui utilizzo è tuttavia riservato a precise indicazioni (rivascolarizzazione tibiale e coronarica per la vena safena, rivascolarizzazione coronarica per l´arteria mammaria interna, rivascolarizzazione viscerale per le arterie splenica ed ipogastriche). Tra le protesi omologhe, non sono ancora completamente risolti i problemi di istocompatibilità e di conservazione dei prelievi da cadavere; la più usata è la vena ombelicale umana (protesi di Dardik) rivestita da una maglia di dacron. Diverse sono le protesi eterologhe attualmente disponibili: carotide e mammaria bovine, protesi di collagene ovino; il loro impiego, e soprattutto il loro comportamento a distanza, sono tuttora oggetto di studi. Da ultimo si devono menzionare le protesi endoluminali (stent) metalliche ed organiche, utilizzate per la correzione di stenosi vascolari, ureterali, esofagee e delle vie biliari. La sostituzione protesica trova la sua massima utilità in chirurgia cardiaca e vascolare, dove l´introduzione, l´uso e il perfezionamento dei materiali protesici hanno permesso di affrontare e risolvere diverse situazioni patologiche. Tra le protesi cardiache devono essere ricordate le apparecchiature di assistenza meccanica, quali il pallone intraortico a pompa (IABP, Intraaortic Ballon Pump) e i dispositivi per l´assistenza ventricolare sinistra (LAVD, Left Ventricular Assist Devices). Di più recente acquisizione e suscettibile di ulteriore perfezionamento sono il cuore artificiale totale, nei due modelli Akutan III e Jarvik-7, e il sistema per l´assistenza ventricolare sinistra (VAS, Ventricular Assist System). In cardiochirurgia sono attualmente disponibili protesi valvolari metalliche (a biglia ingabbiata, a disco oscillante o fluttuante), protesi biologiche porcine montate su supporti di tessuto. Per la chirurgia vascolare sono utilizzate protesi sintetiche e biologiche. Le prime di calibro, lunghezza e conformazione variabile, sono fabbricate in dacron, tessuto a maglie strette (woven) o larghe (knitted) con o senza rivestimento in poliestere (velour), oppure in politetrafluoretilene espanso (PTFE).