Molecole biatomiche 1. Caratteristiche e struttura della funzione d’onda Per descrivere molecole biatomiche si utilizzano di solito funzioni d’onda costituite da determinanti, al cui interno ogni elettrone trova riscontro attraverso uno specifico orbitale. Gli orbitali necessari vengono costruiti attingendo agli orbitali atomici che hanno consentito in una fase precedente l’ottenimento della funzione d’onda di ciascuno dei due atomi appartenenti alla molecola. Alcuni di questi orbitali, che hanno tutti carattere monocentrico, vanno trasferiti identici nel determinante molecolare in preparazione. Si tratta degli orbitali riferiti agli elettroni interni, non perturbati dal confluire degli atomi nelle molecola. Avvalendosi degli orbitali esterni occorre invece preparare orbitali bicentrici e adatti a contenere elettroni condivisi. Riguardo all’inserimento degli elettroni negli orbitali va tenuto presente che se si sta considerando lo stato fondamentale della molecola bisogna muoversi progressivamente e sistematicamente, a partire dai livelli energetici piu’ bassi. Ogni volta in cui un elettrone sia stato attribuito ad un orbitale con spin bisogna pertanto occupare anche l’orbitale corrispondente con spin prima di includere orbitali ad energia piu’ elevata, mentre quando molteplici orbitali manifestano energie coincidenti occorre in avvio distribuirvi elettroni ad ugual spin e solo dopo aver esaurito questa possibilita’ vi si possono collocare elettroni il cui spin sia opposto. 2. Molecole biatomiche omonucleari Nelle molecole biatomiche omonucleari sono identici gli atomi costitutivi e coinvolgono percio’ orbitali atomici monocentrici identici tra loro anche le coppie orbitaliche cui spetta dar forma, attraverso meccanismi di combinazione, agli orbitali molecolari bicentrici. Se nell’esaminare le molecole biatomiche omonucleari si procede seguendo l’ordine di collocamento degli atomi nel sistema periodico le prime molecole sulle quali occorre soffermarsi riguardano l’idrogeno e l’elio. Quando questi due sistemi atomici sono nel loro stato fondamentale i rispettivi elettroni impegnano orbitali 1s, che combinandosi possono andar a costituire orbitali molecolari di legame ed antilegame delle tipologie e ': 1 s A ,1s B 1s A 1s B ' 1 s A ,1s B 21 S 1s A 1s B 21 S 1s A , 1s B '1s A , 1s B 1 S (1) 1 S con: 1s A H 1s A 1s B H 1s B 1s A H 1s B 1s B H 1s A (2) S 1s A 1s B 1s B 1s A In corrispondenza dei simboli e ' compare, entro parentesi, il riferimento esplicito ai due orbitali 1s confluiti negli orbitali molecolari, mentre le lettere A e B rimandano all’uno ed all’altro degli atomi coinvolti. Rispetto ad , valore energetico che caratterizza un elettrone atomico centrato sul nucleo, le energie degli orbitali e ' si dispongono inferiormente e superiormente, in modo dissimmetrico: 1 1s A , 1s B '1s 1s A ,1sB A , 1s B (3) con: '1s A , 1s B (4) Alla molecola H2, nel suo stato fondamentale, puo’ quindi venir assegnata una funzione d’onda costituita da un determinante normalizzato dove e’ l’orbitale di legame (1sA, 1sB), ottenuto combinando gli orbitali atomici 1s dei due atomi di idrogeno, ad essere occupato in entrambe le sue tipologie di spin: 1s A ,1s B 1s A ,1s B (5) Un’ipotetica molecola He2 comprenderebbe invece quattro elettroni. Nella funzione d’onda con la struttura di un determinante utilizzabile per descriverne lo stato fondamentale oltre all’orbitale di legame (1sA, 1sB), costruito avvalendosi degli orbitali 1s centrati sull’uno e sull’altro atomo, dovrebbe pertanto apparire anche l’orbitale di antilegame '(1sA, 1sB) che gli corrisponde: 1s A ,1s B 1s A ,1s B ' 1s A ,1s B ' 1s A ,1s B (6) La formazione della molecola H2 nel suo stato fondamentale comporta dunque il trasferimento di due elettroni da orbitali atomici ad orbitali molecolari di legame loro collegati. E’ un processo accompagnato da un calo dell’energia e la molecola manifesta stabilita’. Nella formazione dello stato fondamentale dell’ipotetica molecola He2 gli elettroni provenienti dagli orbitali atomici, essendo quattro, saturerebbero si’ gli orbitali molecolari di legame in cui gli orbitali atomici sono confluiti combinandosi, ma impegnerebbero anche in maniera completa gli orbitali di antilegame corrispondenti. Ne deriverebbero una variazione globalmente positiva dell’energia ed una prevedibile conseguente instabilita’. Se si decide di ritenere che ad ogni passaggio di una coppia di elettroni da orbitali atomici ad un orbitale molecolare di legame nella molecola comporti il crearsi un legame tra gli atomi costitutivi e che invece il trasferirsi di una coppia di elettroni da orbitali atomici ad un orbitale molecolare di antilegame elida un legame interatomico diventano affermabili la presenza di un legame nella molecola H2 e di zero legami nella molecola non stabile He2. Gli stati fondamentali delle molecole-ioni H2+ ed He2+ vedono rispettivamente il passaggio di un singolo elettrone da un orbitale atomico ad un orbitale molecolare di legame e la saturazione con due elettroni di un orbitale di legame completata dall’inserimento di un terzo elettrone in un orbitale di antilegame. Si puo’ dedurre in entrambi i casi stabilita’, sia pure inferiore a quella della molecola H2 per l’evidente minor guadagno in termini energetici. Volendo poi applicare la regola espressa precedentemente sul numero dei legami le due molecole-ioni vengono ad essere ciascuna contraddistinta dall’esistenza di mezzo legame (in H2+ l’orbitale di legame e’ impegnato da un unico elettrone, in He2+ la doppia occupazione dell’orbitale di legame e’ annullata per meta’ dall’accesso di un elettrone all’orbitale di antilegame). Quando si passa a prendere in considerazione lo stato fondamentale delle molecole biatomiche omonucleari costituite dagli atomi che nel sistema periodico seguono immediatamente idrogeno ed elio e vanno a collocarsi sulla seconda riga (Li, Be, B, C, N, O, F, Ne) occorre preliminarmente rilevare come in tutti questi casi gli stati fondamentali degli atomi isolati vedano aggiungersi agli elettroni interni, posti su orbitali 1s, elettroni piu’ esterni descritti da orbitali 2s e 2p. E’ ragionevole supporre che nelle molecole gli orbitali 1s mantengano inalterata la loro struttura atomica monocentrica, mentre ai soli orbitali periferici 2s e 2p competa combinarsi per dar vita ad 2 orbitali molecolari bicentrici. Di questa ipotesi e’ necessario tener conto nel costruire volta per volta l’opportuna funzione d’onda determinantale normalizzata. Gli orbitali molecolari bicentrici cui va fatto ricorso conservano in tutto e per tutto le caratteristiche pertinenti ai sistemi biatomici omonucleari, perche’ continuano a combinare orbitali atomici identici tra loro. Rimangono quindi valide le relazioni (1), (2), (3) e (4), purche’ gli specifici riferimenti agli orbitali 1s siano via via sostituiti da notazioni relative ad orbitali 2s, 2px, 2py, 2pz e si attribuisca agli orbitali bicentrici ottenuti il corretto carattere o . Dal combinarsi di orbitali atomici 2s nascono infatti orbitali molecolari , ma quando si passa agli orbitali 2p la situazione diventa piu’ articolata. Bisogna intanto decidere quali assi delle terne cartesiane centrate sui nuclei atomici debbano posizionarsi sulla retta che raccorda i nuclei medesimi. La scelta non puo’ avere ovviamente rilevanza nei confronti di ogni successiva deduzione riguardante realta’ fisiche (perche’ gli assi costituiscono solo un modello descrittivo e la loro etichettatura come x, y, z deve potersi intercambiare conservando una totale equivalenza degli sviluppi operativi susseguenti) ma va compiuta per appoggiare il discorso ad uno schema geometrico definito. Se si presuppone dunque che gli atomi siano orientati in modo da disporre i rispettivi assi z sulla retta di congiunzione tra i nuclei (con le loro direzioni positive affacciate l’una verso l’altra) gli orbitali atomici 2pz vanno a combinarsi in orbitali di legame e di antilegame. Gli orbitali 2px, i cui assi di riferimento vengono a trovarsi disposti perpendicolarmente rispetto alla retta che raccorda i nuclei, debbono invece dare origine ad orbitali molecolari perche’ il loro accostamento e’ inevitabilmente laterale. Lo stesso accade agli orbitali 2py. Le energie che caratterizzano gli otto orbitali bicentrici (quattro di legame e quattro di antilegame) in cui confluiscono accoppiati termine a termine gli orbitali atomici 2s e 2p reperibili in ragione di quattro su ciascuno dei due atomi riuniti in una molecola biatomica omonucleare vanno a comporre, per gli atomi dal litio all’azoto, la seguente scala di valori crescenti: 2 s A , 2 sB '2 s A , 2 sB 2 pxA , 2 pxB 2 p yA , 2 p yB 2 pzA , 2 pzB '2 pxA , 2 pxB '2 p yA , 2 p yB '2 pzA , 2 pzB (7) La scala e’ sostanzialmente identica per ossigeno, fluoro e neon, con un’inversione di posto pero’ tra gli orbitali di legame e nei quali vanno a confluire combinati gli orbitali atomici 2p: 2 s A , 2 sB '2 s A , 2 sB 2 pzA , 2 pzB 2 pxA , 2 pxB 2 p yA , 2 p yB '2 pxA , 2 pxB '2 p yA , 2 p yB '2 pzA , 2 pzB (8) Disponendo della sequenzialita’ energetica tra gli orbitali molecolari diventa semplice attribuire configurazioni elettroniche (ossia distribuzioni degli elettroni negli orbitali) agli stati fondamentali delle molecole biatomiche omonucleari che coinvolgono gli atomi dal litio al neon e dedurre il numero dei legami chimici corrispondenti (coincide, come stabilisce la regola enunciata in precedenza analizzando i sistemi molecolari riguardanti idrogeno ed elio, con la meta’ della differenza tra il numero degli elettroni assegnati ad orbitali di legame ed il numero degli elettroni posti in orbitali di antilegame): molecola Li2 Be2 B2 C2 configurazione elettronica 1sA2 1sB2 (2sA, 2sB)2 1sA2 1sB2 (2sA, 2sB)2 '(2sA, 2sB)2 1sA2 1sB2 (2sA, 2sB)2 '(2sA, 2sB)2 (2pxA, 2pxB)1 (2pyA, 2pyB)1 1sA2 1sB2 (2sA, 2sB)2 '(2sA, 2sB)2 (2pxA, 2pxB)2 (2pyA, 2pyB)2 3 Numero dei legami 1 0 1 2 1sA2 1sB2 (2sA, 2sB)2 '(2sA, 2sB)2 (2pxA, 2pxB)2 (2pyA, (2pzA, 2pzB)2 1sA2 1sB2 (2sA, 2sB)2 '(2sA, 2sB)2 (2pzA, 2pzB)2 (2pxA, (2pyA, 2pyB)2 '(2pxA, 2pxB)1 '(2pyA, 2pyB)1 1sA2 1sB2 (2sA, 2sB)2 '(2sA, 2sB)2 (2pzA, 2pzB)2 (2pxA, (2pyA, 2pyB)2 '(2pxA, 2pxB)2 '(2pyA, 2pyB)2 1sA2 1sB2 (2sA, 2sB)2 '(2sA, 2sB)2 (2pzA, 2pzB)2 (2pxA, (2pyA, 2pyB)2 '(2pxA, 2pxB)2 '(2pyA, 2pyB)2 '(2pzA, 2pzB)2 N2 O2 F2 Ne2 2pyB)2 3 2pxB)2 2 2pxB)2 1 2pxB)2 0 (9) La conoscenza delle configurazioni elettroniche permette di ricostruire le funzioni d’onda pertinenti alle molecole e le loro energie (totali e di formazione). Nel caso, ad esempio, dello stato fondamentale della molecola B2 si ha: 1s A 1s A 1s B 1s B 2s A , 2s B 2s A , 2s B ' 2s A , 2s B ' 2s A , 2s B 2 p xA , 2 p xB 2 p yA , 2 p yB E 4 1s 2 2 s A , 2 sB 2 '2 s A , 2 sB 2 p xA , 2 p xB 2 p yA , 2 p yB 4 1s 2 2 s A , 2 sB 2 '2 s A , 2 sB 2 2 p xA , 2 p xB E 2 2 s A , 2 sB 2 '2 s A , 2 sB 2 2 p xA , 2 p xB 4 2 s 2 2 p x 0 (10) 3. Molecole biatomiche eteronucleari Nelle molecole biatomiche eteronucleari le coppie di orbitali atomici che attraverso combinazione danno vita ad orbitali molecolari bicentrici includono orbitali necessariamente dissimili tra loro, perche’ differenti sono gli atomi di provenienza. Cosi’ nello stato fondamentale dell’idruro di litio (sistema con quattro elettroni) gli orbitali esterni cui spetta combinarsi sono l’orbitale 2s del litio e l’orbitale 1s dell’idrogeno, che vanno a costituire un orbitale di legame ed un orbitale di antilegame ': 2 s A 1s B 2s A ,1s B 2 s 2 s A , 1s B A 2 s A , 1s B 1 2 S 2 A , 1s B '2 s A , 1s B A , 1s B A B 2 4 A S B S 2 1 S 2 '2 s '2 s S A B 2 S ' 2s A ,1s B ' (11) 2 s A ' 1s B 1 2 S ' ' 2 A A , 1s B S A B 2 S A B 2 4 A S B S 2 1 S 2 con: 4 A 2s A H 2s A B 1s B H 1s B (12) 2s A H 1s B 1s B H 2s A S 2s A 1s B 1s B 2s A Le lettere A e B indicano, rispettivamente, l’atomo di litio e l’atomo di idrogeno. I coefficienti e ', che esprimono il peso relativo dell’orbitale 1s dell’idrogeno negli orbitali molecolari e ', assumono valori assoluti piu’ grandi dell’unita’ perche’ l’idrogeno e’ un atomo piu’ elettronegativo del litio. La maggior elettronegativita’ comporta un maggior potere attrattivo sugli elettroni ed e’ quindi corretto che l’ottimizzazione dei coefficienti riveli una certa preponderanza dell’orbitale atomico con superiore affinita’ elettronica nel determinare la forma degli orbitali molecolari. Nella configurazione elettronica dell’idruro di litio l’orbitale bicentrico di legame trova posto accanto all’orbitale 1s del litio, che conserva nell’ambito della molecola il proprio carattere atomico monocentrico: 1sA2 (2sA, 1sB)2 (13) La presenza di due elettroni in un orbitale di legame e di nessun elettrone in orbitali di antilegame permette di affermare, applicando la regola gia’ enunciata per le molecole omonucleari, che il numero dei legami interatomici e’ pari all’unita’. Il fatto che la coppia di elettroni condivisi occupi un orbitale bicentrico in cui predominano parzialmente caratteristiche di appartenenza all’idrogeno da’ origine all’interno della molecola ad un certo rifluire di carica elettrica negativa su questo atomo, bilanciato da un equivalente manifestarsi di carica elettrica positiva sul litio. Se si passa a considerare lo stato fondamentale dell’acido fluoridrico (sistema con dieci elettroni) e’ agevole prevedere che possano combinarsi l’orbitale 1s dell’idrogeno e l’unico orbitale 2p non doppiamente occupato da elettroni nel fluoro allo stato atomico (si tratta dell’orbitale 2pz qualora si ipotizzi che l’asse internucleare della molecola coincida con l’asse cartesiano z). Nascono un orbitale di legame ed un orbitale ' di antilegame, cui sono applicabili le formule (11) e (12) riportate in precedenza per l’idruro di litio (purche’ vi si rimpiazzino opportunamente gli orbitali atomici coinvolti). La configurazione elettronica della molecola vede l’orbitale di legame aggiungersi agli orbitali del fluoro doppiamente occupati che hanno conservato il loro carattere atomico: 1sB2 2sB2 2pxB2 2pyB2 (1sA, 2pzB)2 (14) Le lettere A e B individuano rispettivamente idrogeno e fluoro. Nella molecola risulta previsto un singolo legame interatomico (due elettroni occupano un orbitale di legame, nessun elettrone impegna orbitali di antilegame) ed al fluoro viene attribuito un modesto accumulo di carica negativa, contrapposto ad un equivalente apparire di carica positiva sull’idrogeno (lo squilibrio elettrico e’ determinato dal differente peso con cui l’orbitale 2pz del fluoro e l’orbitale 1s dell’idrogeno intervengono nell’orbitale molecolare: essendo il fluoro piu’ elettronegativo dell’idrogeno il suo orbitale acquista preminenza). Come ulteriore caso esemplificativo si puo’ scegliere lo stato fondamentale dell’ossido di carbonio (sistema con quattordici elettroni). Mentre nell’idruro di litio e nell’acido fluoridrico gli orbitali atomici esterni in grado di combinarsi tra loro erano di fatto uno per atomo, e questo rendeva pressoche’ univoca la conseguente struttura dell’unico orbitale molecolare bicentrico da costruire, il carbonio e l’ossigeno 5 hanno ciascuno piu’ orbitali periferici (un orbitale 2s e tre orbitali 2p) che possono assumere un ruolo attivo nei confronti dello stabilirsi di legami nella molecola. Quando pero’ si passa a verifiche quantitative le combinazioni migliori per ben riprodurre la realta’ fisica appaiono quelle che vedono unirsi orbitali omologhi (2s del carbonio con 2s dell’ossigeno, 2pz del carbonio con 2pz dell’ossigeno, ...), ossia orbitali caratterizzati dal fatto di fornire contributi energetici abbastanza simili alle energie atomiche complessive degli atomi di rispettiva appartenenza presi isolatamente. Nasce allora la seguente configurazione elettronica per lo stato fondamentale dell’ossido di carbonio: 1sA2 1sB2 (2sA, 2sB)2 '(2sA, 2sB)2 (2pxA, 2pxB)2 (2pyA, 2pyB)2 (2pzA, 2pzB)2 (15) Al suo interno le lettere A e B rimandano al carbonio ed all’ossigeno. I legami molecolari individuabili sono tre (otto elettroni sono stati posti in orbitali di legame, mentre due elettroni hanno impegnato un orbitale di antilegame) ed e’ agevole accorgersi che configurazione elettronica e numero dei legami imparentano in qualche modo l’ossido di carbonio con la molecola dell’azoto, sistema biatomico omonucleare isoelettronico. Nell’ossido di carbonio tuttavia alla carica elettrica viene ad essere attribuita una distribuzione asimmetrica, al contrario di quanto accade nelle molecole biatomiche omonucleari e come invece si e’ gia’ constatato per idruro di litio ed acido fluoridrico. La configurazione elettronica ipotizzata assegna sia al carbonio che all’idrogeno due elettroni con carattere atomico (occupano gli orbitali 1s su ciascun atomo) mentre i rimanenti dieci elettroni molecolari vanno a posizionarsi su orbitali bicentrici, diventando elettroni condivisi. Ognuno dei due atomi possiede dunque, nell’ambito della molecola, sette elettroni (due elettroni interni sull’orbitale 1s piu’ la meta’ dei dieci elettroni messi in comune). Poiche’ le cariche’ dei nuclei invece non coincidono (sei protoni caratterizzano il carbonio contro gli otto dell’ossigeno) il carbonio si vede assegnare una carica negativa residua, cui corrisponde una carica positiva riferita all’ossigeno. A ridurre in parte questo squilibrio provvede la diversa elettronegativita’. Essendo l’ossigeno piu’ elettronegativo del carbonio i suoi orbitali hanno un peso piu’ rilevante all’interno delle combinazioni che descrivono gli orbitali bicentrici e danno in tal modo riscontro ad un’effettiva maggior presenza di elettroni nella regione della molecola dove si trova l’atomo dal quale sono maggiormente attratti. Esiste quindi anche un trasferimento frazionario di carica negativa dal carbonio all’ossigeno, con parziale riequilibrio dell’effetto opposto apparso in precedenza. 6