Formazione delle bande per e- “quasi libero” Consideriamo ora una catena lineare monoatomica di costante reticolare a, in cui il potenziale atomico sia una piccola perturbazione rispetto all’energia cinetica degli elettroni. La condizione di Laue (Bragg) in questo caso si riduce alla k = ± 1 G = ± n π 2 a nλ) (2a = Le prime riflessioni si hanno per π a n=1 e k = ± , valori che delimitano la prima zona di Brillouin, ZB, di questo reticolo, le π k = ± n successive per . a Gn=1 G π In questo caso, dalla somma o differenza delle due onde, quella incidente, k = = n 2 a G π e quella riflessa,k = − = −n , si ottengono due onde stazionarie con valori della 2 , a energia diversi da quello iniziale, e si formano delle bande di energia proibita per l’elettrone. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Formazione delle bande per e- “quasi libero” Infatti, per k=G/2= nπ/a, l’elettrone e’ rappresentato da due possibili onde stazionarie ψ± = e i G x 2 ±e −i G x 2 = e i (π a) x ρ [ψ +] = 4 cos 2 (π a x) s-like ρ [ψ -] = 4 sin 2 (π a x) p-like ± e − i (π a) x di densita’ elettronica data da e pertanto di diversa energia onda piana, progressiva N valori permessi di k per ogni banda band gap = 2VG a x x Come valutare la banda proibita 2VG e l’effetto del potenziale reticolare anche per k≠G/2= nπ/a? Si ricorre alla teoria delle perturbazioni, per stati degeneri e non degeneri. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Approssimazione a elettrone “quasi libero” Si consideri il caso di un elettrone libero di autofunzione ed energia 0 1 i k⋅r ψ (k , r ) = k = e V 0 2 k 2 E (k ) = 2m Supponiamo che l’elettrone si muova in un potenziale cristallino V(r) piccolo rispetto al termine cinetico 2 2 ∇ + V (r )ψ n (k , r ) = En (k )ψ n (k , r ) − 2m 0 1 0 0 VG k +G A partire dalla teoria delle perturbazioni ψ n (k , r ) = k = k + ∑ 0 0 G ≠ 0 E (k ) − E (k + G ) per stati non degeneri, al primo ordine 2 per le autofunzioni e al secondo per V G l’energia, si dimostra che En (k ) = E 0 (k ) + ∑ 0 0 G ≠ 0 E (k ) − E (k + G ) ove G e’ un vettore del reticolo reciproco: 2π G= a n (n = ±1, ± 2, ...) con a passo della cella primitiva e con VG = H k' , k + G = Vk , k + G = = ∫ V exp ( iG ⋅ r ) dr 3 1 i k⋅r essendo ψ ( k , r ) = e ) V Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi 0 Approssimazione a elettrone “quasi libero” 2 k 2 Poiche’ E (k ) = , le 2m VG ψ n (k , r ) = k + ∑ k +G 0 0 G ≠0 E (k ) − E (k + G ) 0 En ( k ) = E 0 ( k ) + ∑ G ≠0 VG 2 E 0 (k ) − E 0 (k + G ) sono poco diverse dai termini di ordine zero (elettrone libero), tranne che vicino ai bordi della ZB. Infatti, il denominatore, normalmente grande, diminuisce quando il vettore d’onda k tende al bordo della ZB ove k = − 1 2 G e G2 −1 2 G2 2 k ' = (k + G ) = k + G + 2 k × G = + G + 2⋅ G = =k2 4 2 4 ⇒ E0 ( k ) = E0 ( k + G) 2 2 2 2 Ai (vicino ai) bordi della ZB si deve applicare la teoria delle perturbazioni per stati degeneri: 2 2 E ( k ) = E 0 (k ) ± VG = k ± VG 2m ⇒ si aprono delle gap a bordo zona Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Zona di Brillouin estesa, ridotta, e periodica CK indice di zona n=3 n=2 n=1 G=2π/a n=2 n=3 G=2π/a G=2π/a (r ) = ψ n , k (r ) ψ En , k+ G = En , k n,k + G portano alla formazione di “minigaps” a bordo zona (Bragg reflection) G=2π/a n=3 n=2 n=1 In una dimensione, le indice di banda ed alla definizione di piu’ zone di Brillouin di indice n che possono essere ricondotte alla prima zona di Brillouin mediante la introduzione di un indice di banda, n E’ infine possibile utilizzare uno schema di zona periodica In -D classificazione “automatica” di isolanti e metalli. Valecondensata anche in – 2-D e 3-D? Mario Capizzi Materia 2012-2013– Approssimazione a elettrone “quasi libero” k 31 −− G 22 13 − G −− G 22 1 G 2 1 G 2 G 3 G 2 In corrispondenza di tutti i bordi delle varie ZB si aprono delle gap di energia proibita. La ampiezza di queste gap e’ determinato dalla trasformata di Fourier del potenziale cristallino fatta rispetto al vettore G del reticolo reciproco che va da un bordo all’altro della ZB in questione. A questi bordi zona le funzioni di Bloch si trasformano da onde piane progressive, viaggianti, in onde stazionarie. Poiche’ per il teorema di Bloch possiamo avere una infinita’ di famiglie di soluzioni e di curve di dispersione equivalenti (centrate su punti diversi del reticolo reciproco) possiamo passare a una rappresentazione in termini di banda ripetuta e, da li’, in termini di banda ristretta (alla prima ZB). Ci possiamo cioe’ limitare a considerare solo energie e stati gap nella prima ZB, e riportare a questa prima zona le curve di dispersione delle altre ZB (ciascuna caratterizzata da una k banda di dispersione delle energie) mediante traslazioni con opportuni vettori di reticolo reciproco G. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Approssimazione a elettrone “quasi libero” La rappresentazione nella zona ristretta gode di alcuni evidenti vantaggi. In primo luogo e’ piu’ “compatta”, e permette di rappresentare su di un singolo foglio le curve di dispersione in direzioni diverse dello spazio k. In secondo luogo permette di tenere conto in modo automatico del fatto che il vettore d’onda e’ un quasi impulso, che si conserva a meno di un vettore del reticolo reciproco G, e di trattare le transizioni elettroniche come se k si conservasse. Nel caso la perturbazione data dal potenziale cristallino fosse grande, come in effetti e’ nel caso illustrato in precedenza, l’approssimazione di piccola perturbazione non e’ piu’ lecita e si dovra’ utilizzare uno sviluppo di ordine superiore al primo, se vogliamo restare nell’ambito del metodo perturbativo. Alternativamente, una grande energia di gap, tale da essere confrontabile con la larghezza delle bande, puo’ suggerire di seguire un approccio a orbitali localizzati (e percio’ con bassa sovrapposizione), da utilizzare come base per uno sviluppo LCAO (o con orbitali molecolari, come vedremo). Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Zone di Brillouin in 2D FACOLTATIVO 3 2 2 3 3 2 2 1 3 3 2 Riduzione alla prima ZB in 2 dimensioni: reticolo esagonale 2 3 2 Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Zone di Brillouin in 3D FACOLTATIVO e in 3 dimensioni Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Metalli e isolanti In base al principio di Pauli nella sua forma ristretta non possono esistere in uno stesso sistema due elettroni con tutti i numeri quantici uguali. Poiche’ una banda puo’ ospitare N diversi valori di k, tanti quanti sono i siti reticolari, e gli stati di spin possibili sono 2, gli stati disponibili in una banda sono 2N. Se si ha un atomo per sito e ogni atomo puo’ mettere a disposizione 2 elettroni di valenza (nell’orbitale piu’ esterno), si avra’ nel solido una banda (di valenza) completamente piena. Il solido a T=0 sara’ un isolante perche’ un elettrone sotto l’azione di un campo elettrico deve poter cambiare la sua energia e quindi il suo k per potersi muovere. Poiche’ tutti gli stati con k diversi sono pieni in un isolante, cio’ non potra’ avvenire. La banda a energia immediatamente superiore (di conduzione) sara’ completamente vuota a T=0 in quanto separata dalla precedente da una gap di energia, ovvero di energie non permesse a un elettrone in un solido a causa dell’effetto del potenziale cristallino (nella approssimazione di elettrone libero) o della mancata sovrapposizione di stati elettronici diversi (nella approssimazione a legame forte) dovuta alla formazione di bande non sufficientemente larghe alla distanza di equilibrio del solido. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Metalli e isolanti A seconda del valore della gap di energia che separa l’ultima banda piena dal prima banda vuota in un isolante, a temperatura finita (T≠0) l’eccitazione termica puo’ promuovere degli elettroni in banda di conduzione dando luogo, anche in un isolante, a una conducibilita’ finita, piccola e dipendente fortemente dalla temperatura. Se invece gli atomi del cristallo sono monovalenti, come nei metalli alcalini, solo N stati possono venire riempiti di elettroni e si forma una banda semipiena. A T=0, per il principio di Pauli, tutti gli stati vengono riempiti a coppie sino a una energia massima detta energia di Fermi, EF. Al di sopra di EF tutti gli stati sono vuoti, a T=0. e gli elettroni possono cambiare di vettore d’onda sotto l’effetto di un campo elettrico (salvo per eventuali collisioni con altri elettroni, difetti del reticolo, o il reticolo stesso, di cui parleremo in seguito) e il solido e’ un metallo. Infine, se il minimo di una banda di energia superiore e’ piu’ basso del massimo della banda di energia superiore, anche in una diversa direzione dello spazio reciproco, gli elettroni si distribuiscono fra le due bande, che risultano essere una parzialmente piena e l’altra parzialmente vuota, dando luogo a un semimetallo. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Isolanti, metalli e semimetalli Isolante Metallo “accidentale” CK Metallo Un metallo “accidentale” puo’ nascere per la sovrapposizione casuale di due bande Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Z=2: Isolante “normale” o metallo “accidentale”?CK Un elemento del secondo gruppo, idealmente un isolante, puo’ dar luogo a un metallo “accidentale” ove cristallizzi in una struttura cristallina cubica. Ad esempio, nel caso di 2-D, in un modello a elettrone quasi libero, con superfici di energia costante circolari, si ha necessariamente una sovrapposizione fra due bande, una piena e una vuota, che da’ luogo a due bande solo parzialmente piene, con superficie di Fermi sia nella prima che nella seconda ZB e sovrapposizione delle due bande. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Metalli “normali”: Z arbitrario (~3) 4 4 4 4 CK Per un metallo “normale”, nell’esempio precedente si puo’ arrivare ad avere una distribuzione di elettroni “liberi” su piu’ bande, una quasi completamente piena, l’altra quasi completamente vuota. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Metalli “normali”: Z arbitrario (~3) CK Nel caso di un ipotetico cristallo cubico con Z=3, si riempe completamente la 1a BZ, parzialmente la 2a, 3a, e 4a BZ Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Metalli “normali”: Z arbitrario (~3) CK Schema a zona periodica Effetto del potenziale cristallino Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Considerazioni generali sul metodo dell’elettrone libero e del legame forte nella approssimazione a elettroni indipendenti. Nello scrivere l’equazione di Schroedinger per un elettrone in un cristallo, o equazione delle bande, come 2 2 − ∇ + V ( r ) ψ k (r ) = ε (k )ψ k (r ) 2m abbiamo semplificato enormemente il problema di trattare l’interazione fra elettroni assumendo che tutte le sue conseguenze possano essere ottenute da una opportuna scelta del potenziale cristallino V(r) che deve pertanto contenere: - il potenziale periodico dovuto agli ioni (nuclei piu’ elettroni di core) - l’effetto periodico della interazione dell’elettrone in considerazione con tutti gli altri, la quale dipende dalla funzione d’onda di tutti gli altri elettroni, soluzione di equazioni di Schroedinger analoghe a quella in oggetto. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Considerazioni generali ⇒ metodo autoconsistente, si deve partire da un V0(r) di prova, determinare tutte le ψk(r), determinare V1(r) e cosi’ via. ⇒ Soluzione numerica, che dipende dalla scelta del potenziale (della configurazione elettronica iniziale). Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi e- libero e conduzione: da Drude a Sommerfeld AM Uno dei primi, grandi successi della meccanica quantistica e’ stata la spiegazione, agli inizi degli anni 30 del secolo scorso, del perche’ alcuni elementi e/o composti allo stato solido siano buoni conduttori di elettricita’ (i metalli) e altri no (gli isolanti). Alla fine del 1800, era stata data una modellizzazione del fenomeno in termini puramente qualitativi, che ora riportiamo brevemente, basandosi su ipotesi non giustificate a livello microscopico. Si supponeva che nei metalli esistesse una densita’ n di particelle elementari, di carica | q | e massa m, libere di muoversi in tutto il materiale. Negli isolanti cio’ non era possibile, in quanto cariche positive e negative sarebbero state vincolate le une alle altre, a formare unita’ neutre, le molecole, che potevano solo polarizzarsi e orientarsi sotto l’effetto di un campo elettrico. La densita’ di corrente di conduzione j era espressa in termini della velocita’ media delle cariche libere j = n q v . Essa era nulla in assenza di campi (la velocita’ media termica e’ 2 nulla) mentre era data da j = (nq τ / m) E in presenza di un campo elettrico E, se ciascuna carica seguiva la legge di Newton F = qE per un tempo medio τ (detto tempo di rilassamento o tempo medio fra due urti). Senza giustificazione, si assumeva anche che, dopo ogni collisione, di origine non precisata, ogni carica ripartisse in direzione casuale, senza memoria della direzione precedente la collisione. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Modello di Drude AM Se la relazione fra formulazione microscopica, E = ρ j, e quella macroscopica, V = iR , della legge di Ohm metteva in relazione le varie quantita’ microscopiche n, m, q, e τ con la 2 resistivita’ del materiale ( ρ = 1 σ = m / ne τ ), non si sapeva come arrivare a una determinazione microscopica ab-initio della densita’ di corrente o della resistivita’. All’inizio del 1900, tre anni dopo la scoperta dell’elettrone da parte di J.J. Thomson (N.P. 1906), un fisico tedesco, P. Drude, proponeva un modello nel quale le cariche libere venivano identificate con gli elettroni di valenza, concetto gia’ noto all’epoca, il cui comportamento collettivo veniva discusso nei termini, classici, della statistica di Boltzmann. Modello di Drude (1900) per la conducibilita’ nei metalli Ingredienti: Cariche positive fisse Cariche negative completamente libere Teoria cinetica dei gas perfetti! Tempo medio fra due urti τ indipendente dalla energia della particella (dalla sua velocita’). Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Mobilita’ di deriva – modello di Drude Dai valori noti della densita’ di massa ρm, peso atomico A, e carica o valenza Zv degli atomi di 23 Z v ρ m n = 6 . 022 × 10 un solido, si ottiene A 2 ρ = 1 σ = m / ne τ da cui, nota la resistivita’ del materiale il rapporto e/m (J.J. Thomson), la carica e dell’elettrone (Millikan), si deduce un tempo di rilassamente τ dell’ordine di 10-14–10-15 s. Drude ipotizzo’ che le collisioni con gli ioni fossero responsabili del tempo di rilassamento, per semplicita’ trascuro’ le interazioni elettrostatiche elettrone-elettrone e elettrone-ione, supponendo che potessero essere ridotte a un potenziale medio costante il cui unico effetto era quello di vincolare gli elettroni a muoversi dentro al solido. Fra una collisione e l’altra gli elettroni sono percio’ soggetti solo al campo elettrico. Da questo modello di gas ideale di elettroni liberi e non interagenti si deduceva, in base alla 2 m vmedia / 2 = 3k BT / 2 v = dav 2cui= 3k BT / m meccanica statistica classica, una energia cinetica l = vmedio τ ≈ 1 − 10 A° ossia 11.6×106 cm s-1 a RT e un cammino libero , dell’ordine di grandezza delle distanze interatomiche in un solido, il che sembrava essere molto incoraggiante e in accordo con le ipotesi fatte. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Mobilita’ di deriva eτ E = −e n µ E = σ E m In realta’, in un modello “rigoroso”, se si tiene conto della funzione distribuzione degli elettroni e della eventuale dipendenza di τ dalla energia dell’elettrone, si ottiene Si ottiene cosi’ j deriva = −e n v = −e n j deriva 2 e vτ eτ = −e n E ≠ − e n E m v2 m Si osservi che la differenza fra i due modelli e’ nulla, se τ e’ costante. Nel modello di Drude (nel modello piu’ rigoroso) si trascurano le interazioni e - - e - (approssimazione ad elettroni indipendenti) Le interazioni e - - ione (elettrone “libero”, salvo per avere una massa ≠ m0) Unico effetto della collisione, istantanea, e’ la variazione della direzione del moto Probabilita’ di collisione ∝ τ -1, indipendente da posizione e velocita’ dell’elettrone Nonostante questo ultimo punto sia piuttosto sorprendente, il modello di Drude apparentemente funziona ed e’ in accordo con i risultati sperimentali. Perche’ e quali problemi presenta il modello, se ne presenta? Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Problemi del modello di Drude AM Il modello di Drude ebbe grande successo in quanto dava conto, oltre che della conducibilita’ elettrica anche di altri effetti, quali la legge di Wiedemann–Franz, che stabilisce che in un metallo la conducibilita’ termica KT e’ proporzionale alla conducibilita’ elettrica σ e alla temperatura assoluta T attraverso una costante universale, il numero di Lorenz, quasi indipendente dalla temperatura e dal materiale: KT/σT = 3/2(kB/e)2 In realta’, questo successo era legato a due errori che casualmente si elidevano a vicenda: a temperatura ambiente la velocita’ quadratica media degli elettroni, prevista a partire dalla statistica di Fermi, e’ 100 volte maggiore di quella prevista da Drude sulla base della statistica di Boltzmann. In compenso, la densita’ degli elettroni e’ circa 100 volte minore di quella che effettivamente interviene nella conducibilita’ (e nel calore specifico). Questa compensazione non si ha pero’ per altri effetti, quali l’effetto Seebeck (T.J. Seebeck 1821), che lega la differenza di temperatura imposta ai due estremi di un metallo alla differenza di potenziale che si genera a questi stessi estremi (vedi le termocoppie). Inoltre, secondo il modello di Drude, il calore specifico dei metalli dovrebbe essere molto maggiore di quello degli isolanti, a causa del contributo elettronico, contrariamente alle osservazioni sperimentali (sono sostanzialmente equivalenti, a parita’ di struttura cristallina). Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Il modello di Sommerfeld Nel 1927 A. Sommerfeld applica al modello di Drude i dettami della neonata meccanica quantistica, arrivando a una sostanziale modifica della comprensione microscopica dei fenomeni oggetto di studio determinata dal ruolo fondamentale che in tali fenomeni gioca la distribuzione di Fermi (e pertanto il principio di Pauli che di questa da’ gli effetti a T=0) . Consideriamo il caso di un elettrone libero di muoversi in un cubo di volume V=L3. La funzione d’onda di questo elettrone soddisfa la equazione di Schroedinger L Gli autostati della Hamiltoniana di un elettrone libero sono onde piane k con r k = ψ k ( r ) = ψ ( k ; r ) = 1 / V e i k ⋅r ove k e’ un vettore d’onda, arbitrario, definito in tutto lo spazio reciproco e l’autovalore della energia e’ 2 k 2 E (k ) = 2m Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Densita’ degli stati, DOS Se imponiamo come condizioni al contorno la continuita’ della funzione d’onda, ossia assumiamo un modello di catena tri-dimensionale, avremo ψ ( k ; x + L, y , z ) = ψ ( k ; x, y , z ) ik L ψ (k ; x, y + L, z ) = ψ (k ; x, y, z ) ψ (k , r + L ) = ψ (k , r ) ⇒ e ik x L = e y = e ik z L = 1 ψ ( k ; x, y , z + L ) = ψ ( k ; x, y , z ) ⇒ kx = 2π 2π 2π nx , k y = ny , kz = nz L L L con nx, ny, nz arbitrari numeri interi ossia otteniamo una condizione per i valori permessi di k , che saranno un numero infinito ma discreto, tanti quante le terne di interi nx , n y , nz , uniformemente spaziati di 2π / L . in ogni direzione: k = (n x , n y , n z ) 2π / L N.B. La separazione fra stati permessi di k tende a zero per L→ ∞ e il vettore d’onda e’ in tale limite definito in tutto lo spazio reciproco. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Densita’ degli stati, DOS La imposizione di condizioni al contorno cicliche limita i valori permessi del vettore d’onda k a un sottoinsieme numerabile e infinito di vettori dello spazio reciproco, rappresentato in figura. Il volume di spazio d3k nello spazio reciproco, per valore permesso di k e’ ora chiaramente dato da 2π dk = L 3 Spesso si approssima un cristallo con un potenziale cristallino estremamente debole, da considerare come una perturbazione al potenziale costante di un elettrone libero (salvo per essere confinato nel volume del cristallo). Potremmo applicare ancora queste condizioni al contorno (salvo poi fare tendere L a infinito). In tal caso il numero di k permessi in una cella unitaria dello spazio reciproco, o zona di Brillouin [di volume (2π/a)3], sarebbe pari a (2π/a)3/dk = (L/a)3 = N~1022 (ossia il numero di siti reticolari, nel caso di un cristallo). Si noti che le densita’ tipiche degli elettroni di valenza variano da 1022 cm-3 nel cesio a 2.5 ×1023 cm-3 nel berillio, ossia circa 103 volte la densita’ di un gas perfetto a RT e P ambiente del modello di Drude! Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Densita’ degli stati g(E) AM Valutiamo una grandezza Q pesata sugli stati elettronici nello spazio reciproco Q = 2∑ Q ( k ) k Per L, V => ∞, la differenza fra valori permessi di k contigui tende a zero e pertanto la sommatoria puo’ essere sostituita da un opportuno integrale Q dk q = lim = 2 ∫ Q ( k ) 3 V →∞ V (2π ) Se poi, come avviene spesso, Q dipende da k solo per il tramite della energia, q = ∫ g ( E ) Q( E ) dE con la g(E) numero di stati per unita’ di volume dello spazio delle fasi di energia compresa fra E e E+dE Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Densita’ degli stati g(E): 3D 2k 2 ∂E 2 superfici di energia costante sferiche Se E ( k ) = ; = k 2m ∂k m Quanti stati abbiamo fra k=0 e k finito per unita’ di volume? 3D 3 3 ∂N 3 D k 2 1 4 3 3 1 4 3 L k N 3D (k ) = ⋅ 2 π k d k = 3 ⋅ 2 ⋅ π k ⋅ ; = 2 = 2 V 3 3 ∂k L 3π π 2π ∂N 3 D ∂N 3 D ∂k k 2 m m m g 3D ( E ) = = = 2 ⋅ 2 = 2 2k= 2 2 ∂E ∂k ∂E π k π π 2m 2 E 12 21 3 m = 2 4 3 π 32 E 1 2 Nota la g(E), si puo’ determinare, per esempio, l’energia di Fermi, EF, che e’ definita come l’energia a T=0 dello stato elettronico occupato di piu’ alta energia. Dalla definizione segue ∞ n = ∫ g ( E ) f (T = 0, E ) dE = 0 EF ∫ g ( E ) dE ove n e’ la densita’ di portatori 0 E 3D F ( 2 = 3π 2 n 2m ) 2 3 Ora, i materiali non sono mai esattamente 3D (o 2 , 1, o 0 D) Come definiamo la dimensionalita’ di un sistema? λdeBroglie 2 = 2π 2m* E ≈10 nm nel GaAs Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Basse dimensionalita’: 2D - 1D 2k 2 Se E ( k ) = ; 2m 2 L 1 N 2 D (k ) = 2 ⋅ π k 2 ⋅ ⋅ 2; 2π L g2D (E) = ∂E 2 = k; ∂k m ∂N 2 D k = ∂k π 2D ∂N 2 D ∂N 2 D ∂k k m 1 m = = ⋅ 2 = ⋅ 2 ∂E ∂k ∂E π k π N 1D (k ) = 2 ⋅ (2 k ) ⋅ L 1 ⋅ ; 2π L ∂N 1D 2 = ∂k π ∂N 1D ∂N 1D ∂k 2 m 2 m g 1D ( E ) = = = ⋅ 2 = ⋅ 2 ∂E ∂k ∂E π k π 1D 12 2 ⋅ 2 mE 12 −1 2m = 2 2 E 2 π ove il fattore 2 viene dal dover contare sia stati con k che con –k (C. Weisbuch, p.190). Per gli elettroni di Bloch vale una espressione simile, con massa diversa da quella dell’elettrone libero Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi DOS per varie dimensionalita’ ρ(E) 2 m g ( E ) = 2 4 3 π 13 g ( En ) = 32 E 1 2 E ρ(E) 1 m ⋅ 2 π E 1 m ⋅ π 2 12 E1 E2 ρ(E) −1 2m g(E) = 2 2 E 2 π E E0 E1 E 2 ρ(E) g ( E ) = ∑ 2 δ ( E − En ) n E Materia E condensata E E – 2012-2013– Mario Capizzi 0 1 2 DOS per varie dimensionalita’ Le espressioni per la DOS qui determinate esplicitamente valgono, evidentemente, per un elettrone libero o per un elettrone in un cristallo ogniqualvolta che la dipendenza della energia dal vettore d’onda sia di tipo quadratico, ovvero vicino a un minimo (o a un massimo, come a bordo zona) per l’energia. Nel caso di un elettrone in un cristallo, la massa che interviene nella densita’ degli stati non sara’ necessariamente quella dell’elettrone libero, come vedremo fra poco. In generale, lontano da un minimo o un massimo nella dipendenza dell’energia dal vettore d’onda, continua a essere sempre valida per la DOS l’espressione DOS = 2 ⋅ ∂N 1 ∂k ∂E ∂k ove si includa la molteplicita’ di spin e si usi, a seconda della dimensionalita’ del sistema, la opportuna espressione per la derivata del numero di stati rispetto al vettore d’onda. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi NO La crescita per Molecular Beam Epitaxy MBE molecular beam epitaxy: epitassia a fasci molecolari. Crescita ordinata di un cristallo su un altro: 1) pulizia del substrato del cristallo; 2) pulizia in camera UHV, ultra alto vuoto (per evitare la formazione di ossidi e la presenza di contaminazioni superficiali); 3) invio degli elementi, che formeranno l’epistrato; 4) controllo crescita con RHEED, riflessione elettroni ad alta energia; 5) dissociazione delle molecole a contatto con il substrato e formazione di legami con gli atomi già incorporati nel solido. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi NO La Molecular Beam Epitaxy P~10-11 torr layer growth Velocita’ di crescita ≥ 0.01 µm/h Molti (~ 500) strati di leghe III-V (Al, Ga, As, In, P, N) e non solo Controllo a livello del monostrato (0.25nm) dello spessore Interfacce piatte a livello atomico Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi La Molecular Beam Epitaxy Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi NO La crescita per Molecular Beam Epitaxy Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi NO Punti quantici autoaggregati STM Densita’ e dimensione di punti quantici di InAs in GaAs: ρ = 1011 cm-2 d = 15 nm h = 1.5 nm 0.2 µm Numero di atomi per punto quantico: 104 Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Il modello di Sommerfeld di e- “libero” 3 3 In ogni volumetto (2π / L) = 8π / V dello spazio reciproco c’e’ un valore di k permesso dalle condizioni periodiche al contorno, e un autostato k in grado di ospitare due elettroni, tenendo conto della orientazione dello spin. Se abbiamo Ne elettroni di valenza e riempiamo questi stati applicando il principio di Pauli (ovvero la statistica di Fermi a T=0), nello spazio reciproco riempiamo di elettroni una sfera di raggio k F tale che, se la densita’ elettronica e’ n = N e / V , si ha 4 2 π k F3 2 13 3 = N ⇒ k = ( 3 π n ) e F 8π 3 V ε 3D F ( 2 = 3π 2 n 2m ) 2 3 Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Il modello di Sommerfeld Una grandezza equivalente alla densita’ elettronica e’ il raggio rs di una sfera contenente un elettrone, ossia la misura della distanza media fra elettroni 3 n= ⇒ rs = 4 3 4 π n π rs 3 1 1 3 9π = 4 1 3 1 kF rs varia fra 1 Å nel Be (Z=4) e 3 Å nel Cs (Z=55) , l’energia degli elettroni al livello di Fermi 2 k F2 εF = 2m varia fra 1.5 e 15 eV per ipotetici elettroni liberi nei due casi. L’energia totale a T=0 del nostro gas di elettroni non interagenti, o energia dello stato fondamentale E0, si ottiene sommando l’energia di tutti i livelli inferiori al livello di Fermi moltiplicati per la loro degenerazione. Anche in questo caso e’ pero’ conveniente lavorare in termini della densita’ di energia totale, o energia totale per unita’ di volume del metallo, ε ∞ F E0 d 3k 2k 2 1 2 k F5 3 u0 = =2 ∫ = 2 = nε F = ∫ ε g (ε )dε = ∫ ε g (ε ) f (ε )dε 3 V 2m π 10m 5 k < k F ( 2π ) 0 0 Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Energia di Fermi e potenziale chimico E’ noto che, alla temperatura T, la probabilita’ di occupazione di un livello di energia ε, in un gas di elettroni NON interagenti (gas di e- di Sommerfeld) e’ data dalla statistica di Fermi f (ε , T ) = n= 1 e − ( ε − µ ) / k BT +1 ove il potenziale chimico µ e’ determinato dalla densita’ del gas +∞ ∫ g (ε ) f (ε , T ) dε −∞ Non si confonda, come spesso avviene, il potenziale chimico, definito per qualsiasi temperatura, con la energia di Fermi, definita solo a T=0 come la massima energia di un livello elettronico, conseguenza diretta della statistica di Fermi e del principio di Pauli. Per T → 0, la funzione di Fermi tende alla funzione scalino e il potenziale chimico all’energia di Fermi. Per T≠0, nei metalli, potenziale chimico e energia di Fermi sono quasi identici e si tende a confonderli, ma cio’ non e’ vero sempre (isolanti) e la loro differenza, anche piccola, a volte e’ importante se si vogliono effettuare calcoli precisi in funzione di T. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Energia di Fermi e potenziale chimico A causa della diversa forma della densita’ degli stati g(ε) al variare della dimensione del sistema, a T > 0, il potenziale chimico si trovera’ a energia leggermente minore, uguale, o maggiore dell’energia di Fermi in 3, 2 o 1 dimensione. Lo sviluppo (di Sommmerfeld) della funzione di distribuzione in serie di potenze attorno al potenziale chimico (vedi AM) fornisce la relazione approssimata π2 2 g ' (ε F ) µ ≈ εF − (k B T ) 6 g (ε F ) che per elettroni liberi in 3D, ove g (ε ) ∝ ε e, a T = 0 3 n g (ε ) = 4 ε F 0 ε εF 12 ε >0 ε <0 porta alla 1 π k T 2 µ ≅ ε F 1 − B 3 2ε F La precedente relazione permette di affermare il potenziale chimico varia di poco rispetto all’energia di Fermi nel caso di temperature di Fermi TF = ε F / k B molto elevate, come si ha 4 5 nel caso di un metallo, ove TF ∈ (10 − 10 ) K a causa dell’elevata densita’ dei portatori. In tali casi le formule basate sullo sviluppo di Sommerfeld saranno percio’ accurate (non per un isolante!) Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Energia di Fermi e potenziale chimico Quanto detto e’ illustrato in figura, ove sono rappresentate in funzione della temperatura tre funzioni diverse (per una energia di Fermi di 5 eV): la funzione di Fermi f (ε , T ) (curva rossa); la g (ε ) / n (curva blu); la ε f (ε , T ) g (ε ) / n (curva viola), che integrata su tutte le energie vedremo fra poco dare l’energia media di un elettrone in un gas di Sommerfeld a temperatura T. Per quanto concerne la funzione di Fermi, si noti come essa quasi coincida con il potenziale chimico (μ, f = 0.5) anche alla massima temperatura (la differenza e’ di 0.2 meV, ma non sara’ cosi’ per gli isolanti e semiconduttori con masse efficaci diverse). Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Conducibilita’ di un metallo Per la conduzione, il modello di Sommerfeld lascia anche comprendere come il modello classico di Drude abbia permesso di arrivare a una formulazione della conducibilita’ che solo casualmente risulta essere quasi corretta . Ricordiamo qualche relazione utile fra operatori e funzioni in Meccanica Quantistica. v= [ ] ∂r (t ) = (i / ) hˆ e , r = (−i / m) ∇ = p / m ∂t Se poi u(r) e’ una generica funzione della posizione, ( pu − up )ψ (r ) = ( pu )ψ + u ( pψ ) − u ( pψ ) = (−i∇ u )ψ 2 Da queste relazioni, ricordando che hˆe = p / 2m + V (r ) , ne consegue [ ] a = ∂ v / ∂ t = (i / m) hˆ e , p = (i / m)(V p − pV ) = (i / m)(−)(−i) ∇ V = ( −1 / m) ∇ V = F / m ovvero una relazione fra operatori equivalente alla equazione di Newton F = m a Analogamente, definiamo in senso probabilistico la densita’ di carica elettronica 2 n(r ) = −eψ (r ) e il vettore densita’ di corrente elettrica j = (−ie / 2m)(ψ ∇ ψ * −ψ * ∇ ψ ) Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Conducibilita’ di un metallo Da queste definizioni si arriva a dimostrare che (v. par. 18 del Landau e Lifsic) vale anche la equazione di continuita’ div j = −∂ n / ∂ t 1 e −i (ε t / − k ⋅r ) Infine, per un elettrone libero nel volume V, di funzione d’onda ψ (r ) = V ove k e’ il vettore d’onda, si ottiene j = (−e / V )( / m)k = ( −e / V )v , Nel modello di Sommerfeld, elettroni liberi con densita’ n=Ne/V occupano stati di energia crescente seguendo la distribuzione di Fermi, e la densita’ di corrente puo’ essere scritta come j = (− N e e / V ) v = − ne v = − n(e / m) k , ove le medie sono calcolate a partire dalla distribuzione di Fermi. In assenza di forze esterne, tale media e’ nulla in quanto per ogni stato di vettore d’onda k occupato, ne esiste uno –k, anch’esso occupato, equivalente quantistico del principio classico per cui il gas di Drude ha velocita’ media nulla, in assenza di forze esterme, perche’ gli elettroni termici hanno distribuzione di velocita’ determinata dalla temperatura (e dalla statistica di Boltzman) ma direzione arbitraria (e quindi a media nulla). In presenza di un campo elettrico E uniforme spazialmente e costante nel tempo, ogni elettrone e’ soggetto a una forza, per cui ∂ k / ∂t = (m / )∂ v / ∂t = (−e / ) E e il vettore d’onda di ogni elettrone acquista una componente che cresce linearmente nel tempo in verso opposto al campo Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Conducibilita’ di un metallo δ k = k − k 0 = −(e / ) E t ove k0 e’ il valore, a media nulla sulla distribuzione, che il singolo elettrone ha al tempo della accensione della perturbazione esterna. δ k (t ) crescerebbe indefinitamente nel tempo se non vi fossero, come vi sono, effetti di collisione che fanno si che un elettrone sia soggetto a una forza esterna, senza collisioni, per un tempo medio τ, detto anche tempo di rilassamento. Assumiamo ora, come nel modello di Drude, che dopo ogni collisione l’elettrone non abbia memoria della direzione in cui viaggiava prima dell’urto, ovvero che l’effetto della collisione sia quello di riportare l’elettrone nello stato k0 (o da k0+δk0 in - k0, vedi seguito). La media di k sulla distribuzione di Fermi (quando il tempo di rilassamento e’ tanto breve che la distribuzione non cambia rispetto al caso di perturbazione esterna nulla) e’ data da k = k 0 − (e / ) E t = −(e / ) E t = −(. e / ) E τ j = − ne v = n(e 2τ / m) E e , in ottimo accordo con le osservazioni sperimentali (e con la formula di Drude). I due modelli arrivano alla stessa formula, e circa allo stesso valore, in modo relativamente accidentale. Infatti, gli elettroni quantisticamente sono pacchetti gaussiani il cui centro si sposta 2 con velocita’ v. Inoltre, la velocita’ quadratica media degli elettroni e’ dell’ordine di vF , per cui il cammino libero medio degli elettroni e’ dato da l = vFτ , ossia 10 volte maggiore, Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Conducibilita’ di un metallo a temperatura ambiente, del corrispondente valore classico di Drude. D’altro canto, la densita’ degli elettroni che effettivamente partecipano alla conduzione e’ proporzionalmente minore, nel modello di Sommerfeld, per cui il modello di Drude arriva accidentalmente a fornire una formula apparentemente corretta. Si osservi anche come gli elettroni che effettivamente subiscono gli effetti del campo esterno sono solo quelli distribuiti in una striscia dell’ordine di kBT attorno all’energia di Fermi, mentre tutti gli altri restano in effetti indisturbati (salvo scambio di elettroni, indistinguibilli quantisticamente, fra di loro). Questo fatto giustifica anche l’accordo della formula di Drude con quella “rigorosa” che prevede una media sulle velocita’ pesata da un tempo di rilassamento che dipende dalla energia j deriva 2 v τ e eτ = −e n E ≠ − e n E 2 m v m Infatti, se solo una sottile striscia di stati a energia circa costante (circa l’energia di Fermi) contribuisce effettivamente alla conducibilita’, anche il tempo di rilassamento potra’ essere assunto circa costante, almeno per gli elettroni che contribuiscono alla conducibilita’. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi Importanza della distribuzione di Fermi-Dirac Consideriamo l’effetto di un campo elettrico e di collisioni su portatori con superfici di energia costante sferiche. Inizialmente Le equazioni del moto sono ∂r 1 = vn ( k ) = ∇ E n ( k ) ∂t ∂k 1 = Fe = −e E ( r , t ) + vn ( k ) ⊗ B( r , t ) ∂t c Abbiamo supposto che l’effetto di un campo elettrico si esplichi per un tempo medio τ, dopo il quale le collisioni con i difetti tendono a riportare il portatore nello stato iniziale (modello di Drude, il portatore perde memoria della perturbazione). Le equazioni del moto si riducono alla k = −eE ( r , t ) ∆k = −eEτ / In termini della funzione di distribuzione E~10 V/cm J~106 A cm-2 se ρ ~10-5 Ωcm τ~ 10-14 s ∆k ~ 102 cm-1 << 2π/a ~ 108 cm-1 per cui e’ sufficiente conoscere la variazione della f(r,v,t) per “pochi” stati ad energia Materia 2012-2013– prossima alcondensata potenziale–chimico µ Mario Capizzi Conducibilita’ di un metallo e di un isolante Altri effetti, in cui non si ha una accidentale compensazione degli errori, sono spiegati bene dal modello di Sommerfeld e non da quello di Drude (gli effetti termoelettrici, i fenomeni di trasporto in generale, etc). Tuttavia, restano dei problemi aperti: cosa determina 1) il calore specifico dei metalli a T ambiente (≈3nkB); 2) la sua dipendenza dalla temperatura; 3) i fenomeni di collisione e il tempo di rilassamento τ, da cui la conducibilita’ dei metalli; 4) il motivo della enorme differenza nella conducibilita’ di metalli e semiconduttori e della dipendenza del tutto diversa della loro conducibilita’ dalla temperatura, e cosi’ via. Ne parleremo il prossimo anno, salvo un breve accenno fra pochi lucidi. Materia condensata – 2012-2013– Mario Capizzi