Corporeità e Arte
Gli elaborati artistici presenti nella mostra documentano i lavori realizzati dai miei studenti delle
classi III sez. A, B, C della scuola secondaria di I grado. Sono stati prodotti a seguito di un lavoro
didattico pluridisciplinare protrattosi in due anni scolatici sull’analisi del valore della corporeità
umana nella società attuale e in particolar modo nelle immagini dei mass-media.
Tali prodotti hanno dato modo ai ragazzi di valorizzare la propria personalità, liberandola da
condizionamenti e falsi valori, e hanno ora il fine di educare i fruitori ad una lettura visiva critica e
responsabile.
Le attività di Arte e Immagini consentono infatti di provocare e razionalizzare il processo educativo
prescindendo dall’espressione verbale.
Malgrado la difficoltà di rappresentare il corpo umano, specie in relazione al tema proposto, questi
elaborati pongono in rilievo oltre alle diverse capacità espressive anche l’elaborazione personale, la
creatività e l’affinazione del gusto estetico, che l’attività ha prodotto negli studenti.
Prof. ssa Stefania Bergamini
Docente d’Arte - Istituto Maestre Pie
Corporeità e Religione
Ogni giorno la televisione ci pone davanti agli occhi l’abuso del corpo, specialmente femminile.
La visione di queste immagini comunica , specie alle giovani generazioni, l’idea che avere un bel
corpo sia fondamentale per la propria realizzazione, che metterlo in mostra senza veli e lasciarsi
andare ai desideri e ai piaceri sia segno di potenza ed espressione di libertà.
Libertà che, invece, si rivela falsa, perché, come dice il papa nell’enciclica “Deus caritas est”,
“l’eros ebbro e indisciplinato non è ascesa, ma caduta, degradazione dell’uomo. Così diventa
evidente che l’eros ha bisogno di disciplina, di purificazione, per donare all’uomo non il piacere di
un istante, ma un certo pregustamento del vertice dell’esistenza , di quella beatitudine cui tutto il
nostro essere tende.”
Sempre il papa ci dice che “é l’uomo, la persona che ama come creatura unitaria, di cui fanno parte
anima e corpo. Solo quando ambedue si fondono veramente in unità, l’uomo diventa pienamente se
stesso”
E’ quindi importantissimo portare i giovani a riflettere sui falsi valori proposti e sull’importanza
dell’interiorità, perché come dice ancora Benedetto XVI “L’uomo diventa veramente se stesso ,
quando corpo e anima si ritrovano in intima unità.”(Deus caritas est, 5)
Il lavoro svolto ha avuto proprio questa finalità: riflettere sul valore del corpo, quando esso, unito
all’anima, sia strumento per la dignità della persona.
Prof. ssa Bernadetta Fornasini
Docente di Religione - Istituto Maestre Pie
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Corporeità e Filosofia
Io ho un corpo o io sono il mio corpo?
Pochi di noi si sono sentiti rivolgere chiaramente tale domanda, ma credo che tutti vi rispondiamo
quotidianamente con le scelte che facciamo. Ramòn Lucas Lucas, professore ordinario di “Filosofia
dell’uomo” presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma, esemplifica mirabilmente l’unità
sostanziale e, al contempo, la possibilità di distinzione, che caratterizzano il rapporto dell’uomo con
il suo corpo:
“Io ho un corpo e io sono il mio corpo, ma io non ho un corpo come se questo fosse un oggetto
esterno a me, e neppure, io sono il mio corpo in una tale identità che non mi permette la possibilità
di distinguermi da lui. Si può dire che il mio corpo è il mio modo di essere, allo stesso modo come
lo è il mio spirito; d’altronde non ho altro modo di essere se non questo” (Ramòn Lucas Lucas,
Antropologia e problemi bioetici, Ed. San Paolo, 2001).
Il corpo è quindi uno dei modi attraverso cui noi esprimiamo il nostro essere. Se sottomettiamo il
corpo ad un qualsiasi altro interesse diverso da quello della difesa della sua integrità e dignità
convertiamo l’uomo, che si esprime attraverso di esso, da “soggetto” delle sue azioni a “oggetto”
d’uso: riferendosi all’uomo, essere un oggetto d’uso è essere un oggetto di abuso, come in più
occasioni sottolinea lo stesso Ramòn Lucas Lucas.
Il fare sport o l’abbigliarsi sono modalità di cura del nostro corpo, ma se da mezzi passano ad essere
valori assoluti, da perseguire per la conquista di denaro, potere o fama, rischiano di promuovere il
culto della perfezione fisica e di fare del corpo, e dell’uomo di cui esso è modo d’essere, un oggetto
d’uso e quindi di abuso.
E’ di fondamentale importanza che i ragazzi riflettano sul valore della corporeità e sulla gestione di
essa, perché non perdano di vista che rispettare il proprio corpo e quello degli altri significa
difendere la propria e altrui dignità.
Prof.ssa Fiorenza Bedostri,
docente di Filosofia e Storia - Liceo Scientifico Renzi
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