IL LABORATORIO………nella didattica della CHIMICA

IL LABORATORIO………nella didattica della CHIMICA
di Tiziano Pera
Il Laboratorio implica lavoro e forse arte.
Lavoro-arte che plasma il cervello.
Per questo occorrono condizioni favorevoli.
Occorre la voglia
Occorre il kairos
Occorre l’anima
Occorre il cuore
Occorrono tutti i sensi
Perché il nostro agire
invece di gettare semi al vento
ci porti a progettare il nostro stesso futuro.
Vi è chi sostiene che la didattica può probabilmente essere considerata come una scienza, visto e
considerato che sarebbe dotata di una sua epistemologia, di una grammatica specifica e di un
linguaggio condiviso dalla comunità di riferimento.
Compito di questo intervento è quello di proporre alcune linee di riflessione sul piano del
linguaggio e delle implicazioni pedagogico-didattiche che possono caratterizzare il
LABORATORIO nella didattica della Chimica in una Scuola Secondaria Superiore. Partendo
dall’assunto che la didattica sia una scienza, cercherò di mettere in chiaro termini di linguaggio
quali laboratorio, esperimento, esperienza esercitazione, lasciandone volutamente in ombra altri
fondamentali quali nozione, concetto, mappa mentale, osservazione, percezione, conoscenza,
sapere, saggezza che pure andrebbero definiti in modo univoco e che comunque, inevitabilmente,
entreranno in gioco nel corso della esposizione.
Il LABORATORIO rappresenta uno "spazio-situazione" ove gli studenti vengono coinvolti in
operazioni mentali-manuali, entro uno specifico orizzonte di senso, che si raccordano con
esperienze intellettuali, emotive e sensoriali sulle quali può fondarsi un apprendimento
significativo.
Ora non si tratta qui di proporre, progettare, realizzare ed interpretare esperienze/esperimenti in
ambito disciplinare o di area-progetto, bensì di far risaltare quanto di comune esiste tra tutto questo,
sul piano del tipo di approccio e della mentalità generale: il laboratorio come metodo funzionale
alla cultura della ricerca e della progettualita'. Le sue possibili finalità sono dimostrative,
addestrative, formative o performative. Il laboratorio che qui interessa si basa sulla attivazione
del processo di apprendimento che porti alla trasformazione dell'atteggiamento e del
comportamento dell'allievo di fronte alla serie di obiettivi che segue: imparare a ricercare,
imparare ad imparare, imparare a fare, imparare a descrivere, imparare a ricordare. E’ infatti in
questo contesto che i termini esercitazione, esperienza, esperimento assumono rilevanza differente
e dunque non vanno confusi.
La tesi che desidero sostenere è che proprio nel passaggio "consapevole" dalla esperienza
all'esperimento e/o viceversa si manifesta la rete di legami tra teoria, pratica, descrizione e
valutazione dell’evento sperimentale che fa del laboratorio in generale, ed in quello della
Secondaria Superiore in particolare, il luogo forse più favorevole all’apprendimento significativo
della Chimica: nella Scuola Secondaria, più che nelle fasce di scolarità precedente, è infatti
possibile far emergere il piano di connessione tra la FORMATIVITA' (aspetto riferibile a tutti i
contesti) e la PERFORMATIVITA' (aspetto pregnante della Secondaria Superiore), con tutte le
implicanze di emotività e corporeità che la performance richiama. E’ possibile dimostrare quanto
detto riferendosi ad esempi concreti di attività didattiche “di” e “in” laboratorio, ove si metta in luce
la struttura “nascosta” dell’approccio finalizzato alla performance (parlando di Chimica possiamo
riferirci all’analisi gravimetrica del ferro oppure alla precipitazione frazionata di CdS e FeS o a
mille altri esempi). Si tratta di svelare tutte le motivazioni che stanno alla base dell’operare e tutte le
implicanze teoriche che possano giustificare scelte e comportamenti possibili: in altri termini si
tratta di portare a sintesi tutti i fili di una rete di apprendimento che, di fronte ad un fenomeno
sperimentale, si connettono tra loro a darne un ordito esplicativo, illustrativo e predittivo, coerente
con l’esperienza vissuta e con la possibilità di narrazione che ne deriva. Questo è il terreno ove può
mettere radici il sapere: conoscenza esperita, assaporata e vissuta con tutta la corporeità e la
sensualità di un apprendimento effettivamente profondo, che può alimentare efficacemente la
memoria.
Infine occorre sottolineare che, probabilmente in ogni caso, ma certamente nel caso della
Secondaria Superiore, la prospettiva educativa del LABORATORIO non è semplicemente
funzionale alle discipline poiché consente di cogliere i fattori costitutivi di una epistemologia
originale, trasversale alle discipline stesse, che si compromette con l'educazione al "rapporto"
degli allievi tra loro, degli allievi con il docente e di tutti questi con i fenomeni della natura che il
laboratorio tenta di svelare.
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