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LA PRETESA DELLA METAFISICA
Nivaldo Alves de Souza
Oggi si verifica una vera e propria “fuga dalla filosofia”.. Le conquiste
scientifiche creano sfiducia nella filosofia. Sembra che si dia un trionfo della scienza e una
sconfitta della metafisica.
Pietro FAGGIOTTO: rifiuto della metafisica anche tra i pensatori non empiristi
e perfino tra quelli di formazione scolastica. C‟era, non fa molto tempo, un radicale
disprezzo verso la metafisica, ma oggi si nota uno spirito di tolleranza (comprensione).
Questo atteggiamento si impone anche negli ambienti tradizionalmente anti-metafisici,
anche se appare troppo parziale, e negano il carattere propriamente scientifico della
metafisica. Si trascura ciò che rappresenta la sua caratteristica fondamentale: cioè
l'esigenza di trascendere.
La vita giornaliera (università, professori, studenti) ci ha insegnato che la
filosofia e soprattutto la metafisica non può essere presentata come mera analisi di concetti.
é importante far vedere l‟importanza della filosofia agli studenti: OGNUNO DI NOI é UN
FILOSOFO. Ancora si respira l‟aria del RAZIONALISMO (ridurre tutto l‟essere
all‟umanamente ragionevole: identifica la struttura ontologica con quella logica) e
dell'EMPIRISMO (ridurre tutto il contenuto di pensiero alla percezione sensibile e negare
qualsiasi contenuto e valore che supera l‟esperienza sensibile).
Dobbiamo calibrare bene il concetto di scienza e di filosofia, per questo
abbiamo messo le domande-riflessioni che seguono: Sarà la filosofia una scienza? (2.0)
Sarà possibile non confondere filosofia con scienza? La metafisica è necessaria alla
scienza?
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Perché la difficoltà di parlare di “ESPERIENZA METAFISICA”? Causa di ciò
è l‟incurabile rottura della esperienza umana in due campi: quella sensibile e quella del
pensiero (Descartes).
Non si può separare in due l‟esperienza dell‟uomo e meno ancora ridurre
l‟esperienza del pensiero alla esperienza sensibile (fare ciò
è favorire l‟abbandono,
l'ostilità e i preconcetti contro la metafisica). La riflessione sull‟esperienza generale,
scientifica e metafisica è stata fatta per mostrare la necessità della metafisica.
Nella metafisica ed nel neopositivismo del Circolo di Vienna, si trova il forte
tentativo di negazione della metafisica come scienza. La vera scienza, in quanto
elaborazione nobilissima della mente umana, non può mai negare la metafisica o accusarla
di essere “inutile” o superata. Vogliamo mostrare che la filosofia è scienza nel vero senso
dalla parola e ancora di più; è scienza nel senso più forte. Si tratta di vedere che tra scienza
e filosofia vi è una necessaria collaborazione organica.
Ma esiste una esperienza concreta della metafisica? Tentando rispondere a
questa domanda, diremmo che solo l‟intelligenza umana è capace di intuire o esperire
l‟essere, cioè “toccare” intellettivamente tutta la realtà. Qui si trova il coronamento di
questa nostra riflessione.
OGNI PERSONA È UN FILOSOFO
Tutte la persone nell'uso normale delle loro facoltà già si sono poste problemi
filosofici (Antropologia: vita in laboratorio? Cosmologia: cielo stellato...quante domande
sull‟esistenza delle stelle; Teoria della Conoscenza: è possibile avere certezza di qualcosa?
Morale: quanto relativismo morale... La morale è fatta dagli uomini come le leggi sono
fatte dai legislatori. ) Cioè, hanno filosofato senza accorgersene.
Cerchiamo chiarezza del concetto di filosofia partendo dal termine “certezza”.
Per esempio, non conosciamo la “certezza” nella stessa maniera in cui conosciamo le cose
materiale, però, non dubitiamo della “certezza” che abbiamo su alcuna cosa. Ma esiste
una cosa che nessuno mai ha veduto, udito, annusato, gustato, toccato?
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Cos'è la filosofia? é quella parte della conoscenza che si occupa degli oggetti
che, ad esempio della “certezza”, non possono essere percepiti dai sensi. Gli oggetti della
filosofia non sono evidenziati né in laboratorio, né per calcolo matematico, per mezzo di
test ecc. L‟oggetto della filosofia non è esperimentabile sensibilmente; è INTANGIBILE
per i SENSI. (meta-empirico, meta-sensibile, meta-fisico).
Come “vedere” L‟INESPERIMENTIBILE SENSIBILE?
Con “l‟occhio
filosofico” o l‟intelligenza (cioè, con la capacità di “vedere” le realtà filosofiche). Secondo
Michele Federico SCIACCA, dobbiamo calibrare bene i concetti filosofici perché si può
non essere scienziati, ma non si può non essere filosofi. (SCIACCA, 1965).
SARÀ LA FILOSOFIA UNA SCIENZA?
L‟uomo oggi vive immerso in un ambiente marcato dalle concezioni
scientifiche, tecniciste, meccaniciste, dove “la filosofia è inutile” (la filosofia si impone
per il suo essere e non per la sua “UTILITÀ”, cioè, per acquistare un fine fuori di sé. È
dentro questa “INUTILITÀ che deve vivere l‟uomo “umano” o IL FILOSOFO. L‟uomo
“macchina” (tecnico, pragmatista) vive nel mondo “dell'UTILITÀ”.
Tra scienza e filosofia non vi è una difficoltà di quantità ma di qualità.
Considerando i termini “filosofia” e “scienza”, possiamo dire che la scienza,
nonostante il suo termine ambiguo, è sempre quella conoscenza che si può provare in
forma concreta (Scorate già diceva che il fondamento della scienza è l‟osservazione dei
fenomeni). Ma oggettivamente parlando, scienza è sempre un sapere acquistato con
metodo e preposto con sistemazione. Cos'è la filosofia? Non in quanto disposizione
naturale per il pensare, ma in quanto produzione e patrimonio comune dell'umanità?
Scienza è sinonimo di laboratorio, strumenti? Cosa dire delle scienze umane,
giuridiche, matematiche, storiche, religiose e tante altre?
NON CONFONDERE FILOSOFIA CON SCIENZA
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Sorgono le scienze particolari (Descartes, Galileo, sec. XVI) con oggetti
specifici e metodi propri. Col Circolo di Vienna (1928) valido è solo ciò che può essere
misurato. Vale soltanto il principio di verificabilità. La filosofia è esclusa dalla conoscenza
del reale.
JOLIVET (1984, p. 21) dice che la filosofia, nella sua ricerca, parte sempre
dalla esperienza e il metodo sarà, anzitutto, esperimentale, ma come la filosofia è
essenzialmente metafisica, il suo metodo è anche razionale.
LA METAFISICA È NECESSARIA ALLA SCIENZA
Due forme di conoscere: (1) girare attorno della cosa; (2) penetrare nella cosa.
Le scienze non sono capaci di conoscere il principio proprio dei suoi oggetti
(cosa conoscono le scienze naturali: biologia, fisica, chimica; matematica, psicologia,
sociologia ecc.). La filosofia completa la scienza cercando di conoscere la natura della
realtà, ossia la cosa come esistente e cosi va incontro al nostro mondo che grida per il
vitale, il positivo, il concreto, l‟esistenziale. C‟è una “tirannia della scienza” che cerca di
fare sì che l‟uomo diventi insensibile alla propria capacità di pensare.
IL FATTO METAFISICO
IL PIANO DELLA CONOSCENZA
“Conoscenza positiva”. Ci sono diversi modi di essere “positivo”. Ogni
conoscenza parte sempre dalla esperienza (per gli empiristi importa soltanto esperienza
sensibile). C‟è una altra esperienza: quella “meta-empirica” ed è strettamente collegata alla
esperienza sensibile. Non si può dividere l‟esperienza umana in due e meno ancora ridurre
l‟esperienza del pensiero all‟esperienza sensibile (ciò favorisce l‟abbandono, l'ostilità e i
preconcetti contro la metafisica).
NECESSITÀ METAFISICA
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È certo che l‟uomo, come essere pensante, è capace di oltrepassare
(trascendere), tramite la conoscenza, il dominio del dato puro. Nell‟uomo c‟è lo sforzo
costante di andare “oltre le apparenze”. “L‟uomo fa metafisica nella stessa maniera in cui
respira, senza neppure pensare” (E. MEYERSON). La scienza non è positiva e non
contiene neppure dati positivi nel senso rigoroso di Augusto Comte e dei suoi seguaci,
ossia dei dati senza qualsiasi ontologia.
L‟ontologia appartiene intrinsecamente alla scienza e non può essere separata
da essa. L‟ammirazione è l‟inizio del filosofare (come leggiamo in Platone, Aristotele,
Tommaso d'Aquino, Heidegger, Max Scheler).
METAFISICA ED ESPERIENZA
La metafisica è una ricerca che parte dall‟esperienza sensibile del mondo o di
noi stessi. La metafisica ha come punto di partenza il fatto che c‟è QUALCOSA
(ESSENZA + ESISTENZA).
L‟assolutizzazione del significato del termine “esperienza” è accettata dai
positivisti, neopositivisti, marxisti ed altri.
Henri BERGSON, quando impiega l‟espressione “metafisica esperimentale”
vuol dire che la metafisica parte sempre dal concreto reale.
CONCETTO GENERICO DI ESPERIENZA
Secondo MONDIN, il termine “esperienza” ha significati diversi.
Per la filosofia inglese l‟esperienza si identifica con la conoscenza sensibile e
rappresenta l‟espressione massima del sapere umano.
Genericamente: “experior” - latino: significa passare attraverso ciò in cui si
impara qualcosa (c‟è una prova). Significati e forme diverse di esperienze: scientifica,
estetica, morale, religiosa. Conoscere è originalmente esperire. Questo concetto è collegato
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con quello di uomo. Kant dice che la ricerca filosofica è indipendente da ogni esperienza.
Però, la filosofia di Kant si poggia sulle apparenze fenomeniche: l‟intelletto umano non
coglie la realtà. L‟uomo non solo si è dimenticato dell‟essere, ma anche dell'intelletto. Non
esiste una esperienza umana qualsiasi che non sia, proprio perché umana, principalmente
intellettiva.
La “Visio intellectualis – intellectus entis” viene paragonata alla immediatezza
che vi è fra l‟occhio e la luce, fra udito ed il suono ecc. Essendo così, perché, dunque, non
possiamo parlare di “intuizione intellettuale”, “percezione intellettuale”, “visione
intellettuale”?
METAFISICA E IL CIRCOLO DI VIENNA
Ricordiamo che per Moritz SCHLICK (1922), nella Università di Vienna,
soltanto le scienze esatte hanno il linguaggio concreto. Regna un pensiero anti-metafisico
(meta-empirico: non senso). Intento: portare su un piano scientifico l'attività filosofica. La
metafisica è insensata, cioè parla di qualcosa che esorbita il campo scientifico.
ANTIMETAFISICA DEL CIRCOLO DI VIENNA
La metafisica è rigettata perché è abuso del linguaggio, insieme di sentimenti;
le sue proposizioni non dicono niente (Dio, essere, assoluto, cosa in sé, io, causa ecc.). “I
filosofi non hanno nulla di interessante da dire nei giorni d‟oggi” (Neurath, l‟esorcista
implacabile della metafisica, secondo Dario Antiseri e Vouillmin). Però, non si può ridurre
la metafisica a mera analisi di linguaggio.
Henri BERGSON parlava di “Metafisica sperimentale” e in questo c‟è qualcosa
di giusto nella misura in cui la metafisica parte dal concreto più reale.
I neopositivisti dimenticano che l‟oggetto della metafisica è quello non
sperimentabile dai sensi. La metafisica si trova dentro dell‟esperienza, ma allo stesso
tempo, vuole oltrepassare la stessa esperienza.
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L‟ESPERIRE METAFISICO
ESISTE UN ESPERIRE METAFISICO?
Non si può separare l‟esperienza umana in sensibile e intellettuale.
Cosa dire della metafisica che non è soltanto scienza nel senso normale della
parola, ma in un senso più forte dell‟usuale?
È necessario considerare nell‟uomo tutta la sua attività di essere pensante
estensivamente (cioè, nella quantità) e profondamente (cioè, nella qualità). L‟uomo ha la
capaciti di pensare e di attingere una esperienza delle cose nel suo più profondo.
Nell‟uomo non c‟è una esperienza indipendente dal pensiero.
L‟uomo stesso ha coscienza che l‟esperienza non è soltanto quella sensibile,
ma che la vera esperienza è quella umana. Però, l‟esperienza intellettiva non è separata
dall‟esperienza sensibile. È la dualità della struttura umana (materia + spirito) che spiega
la dualità dell‟esperienza in quanto insieme dove si può distinguere il momento sensitivo e
il momento intellettivo. Da ciò segue che il pensiero è anche un‟esperienza (“un vedere”,
un “intuire”).
Questa doppia unità dell‟esperienza umana ci mostra la positività e la
possibilità della filosofia come scienza radicale fondata sull‟esperienza intellettiva
dell‟essere. C‟è una trascendenza dell‟uomo sul cosmo sensibile:
a) L‟uomo è capace di un intuito intellettivo dell‟essere;
b) Questo intuire intellettivo fonda, accompagna e costituisce lo scopo finale
e conclusivo di tutto il ragionare umano.
Cos'è la ragione se non l‟intelletto discorrente?
Esiste una esperienza metafisica?
A) Vedere la metafisica scienza dell‟essere. “Dai tempi antichi, ora e sempre
costituisce l‟eterno oggetto di ricerca e l‟eterno problema” (cioè l‟essere).
(Met. VII, 1, 1028 b).
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B) Vedere la metafisica come scienza teoretica della ricerca della natura e
verità degli essenti. (Met. VI , 1, 1025b).
Secondo Aristotele, la metafisica ricerca il fondamento, il principio e la
sorgente da cui può scaturire la conoscenza.
“Episteme teoretico” indica un sapere visualizzare la realtà nella costituzione
(ossia, capirla). La metafisica, però, ha una EMPEIRIA PROPRIA. Possiamo parlare di
una esperienza della metafisica. Diversamente dalla scienza, “l‟episteme metafisica” tende
alla realtà per visualizzarla nel proprio LOGOS e ci fa “vedere” ciò che è occulto ai sensi.
L‟esperienza metafisica è l„esperienza del pensiero. L‟uomo è capace di esperire la cosa
col pensiero e questo è l'aver senso delle cose non soltanto perché le “vede”, ma perché
esse esigono intelligibilità.
La Filosofia (metafisica) tutt‟altro che scienza astratta, pretende non solo
investigare la concretezza dell‟essere, ma quell‟aspetto del concreto che fonda e regge ogni
altra concretezza: l‟essere (“esse est perfectio omnium perfectionum”). é lo studio del
concreto nella sua pienezza, lo studio di quella concretezza che fonda quanto vi è di
concreto nelle scienze.
CONCLUSIONE
È necessario allargare l‟orizzonte di esperienza: l‟esperienza umana integrale
(cioè non divisa in sensibile e intellettiva). Il contatto che l‟uomo ha con le cose non si
esaurisce nel contatto dei sensi. L‟essere, atto primario delle cose, non si percepisce con i
sensi. L‟uomo prigioniero della tecnica sente bisogno della filosofia (John NAISBITT).
Non lasciandosi mai illudere dall‟evidenza degli oggetti, l‟uomo vuole sempre scoprire il
loro senso: ogni persona è un filosofo.
L‟uomo sempre parte dall‟esperienza concreta degli esistenti cercando di capire
meglio cosa siano e si domanda: sarà la filosofia una scienza? Percepisce, però, che non si
può confondere filosofia con scienza e che la metafisica è necessaria alla scienza. La
scienza e la filosofia sono compatibili.
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Nonostante il “monismo conoscitivo” dei positivisti ed altri, la metafisica
porta un grande aiuto alle scienze proprio perché la metafisica fa che l„esperire dell‟essere
delle cose sia capace anche di una comprensione profonda degli oggetti delle scienze.
La critiche (da Hume ai neopositivisti) non hanno la forza per stroncare le
radici di una metafisica-sapere, d‟un esperire metafisico. Oggi, però, bisogna ripresentare
la metafisica con abiti nuovi e con una tenuta metodologica moderna.
“Sbaglieremo, forse, nel sostenere che alla vecchia metafisica tomistica
s‟attagli la nuova veste metodologica, in modo che ne renda manifeste e accentui le
qualità di autentico sapere, ancorché diverso da altre forme di sapere”?
Prof. Dr. Nivaldo Alves de Souza
Universidade Regional de Blumenau (FURB)-SC-BRASILE
BIBLIOGRAFIA
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JOLIVET, Regis. Curso de filosofia. Rio de Janeiro: Agir, 1984
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Paulinas, 1980.
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SCIACCA, Michele Federico. Filosofia e metafisica. Vol 2. Milano: Marzorati
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TORRELL, Jean-Pierre. Iniciaçião a Santo Tomás de Aquino, sua pessoa e obra. São
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