POSTfilosofia - Liceo Giannone Caserta

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post moderno
molteplicità e differenza
CONTRO
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visioni onnicomprensive del mondo moderno
pensiero del superamento
ciò che è nuovo è buono
lettura della storia in termini di emancipazione
l’uomo dominatore della natura
ragione scientifica
tendenza a pensare secondo le categorie dell’unità e della totalit
Jean-François Lyotard (1924-1998)
La condizione postmoderna (1979)
La fine delle
grandi narrazioni
illuminismo idealismo
marxismo cristianesimo capitalismo
Dove può risiedere la legittimità dopo la fine delle grandi
narrazioni?
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razionalità plurale e legittimazioni fluide, parziali e reversibili
libero accesso dei cittadini alle memorie e alle banche dei dati
Gianni Vattimo (1936)
Il pensiero debole (1983)
• la
ragione rinuncia ad una fondazione unica, ultima, normativa
• agli
uomini non rimane che convivere con razionalità locali, senza tuttavia giustificarle
prescindere da obiettivi di libertà ( contro i regimi post-coloniali)
• oltre
ogni nostalgia per gli assoluti trascendenti o immanenti della metafisica
Pop Art
«Alcuni critici hanno detto che sono il Nulla in
Persona e questo non ha aiutato per niente il
mio senso dell’esistenza. Poi mi sono reso
conto che la stessa esistenza non è nulla e mi
sono sentito meglio.» (A. Warhol)
decostruire
ovvero La pratica della differenza
Impossibile costruire la decostruzione: Derrida comincia "senza introduzione”
La fine della filosofia è solo un lungo addio alla metafisica. Saltare fuori dalla metafisica è
impossibile perché ci muoviamo sempre entro quadri d'esperienza del mondo predisposti dal
linguaggio che abbiamo ereditato
La "struttura originaria" non è l'essere, di cui ancora H. parlava, ma la differenza: essa neanche
è struttura originaria (linguaggio metafisico) quanto differirsi nel quale l'origine si
costituisce(Marges della filosofia, 1968)
decostruire
ovvero La pratica della differenza
contro la filosofia del soggetto (Cartesio)
contro il logocentrismo (Socrate)
contro la violenza della presenza ( il padre)
contro la violenza
Il mito di Teuth (Platone, Fedro)
…
Perché esso ( la scrittura -farmaco) ingenererà oblio nelle anime di chi lo
parerà: essi cesseranno di esercitarsi la memoria perché fidandosi dello scritt
hiameranno le cose alla mente non più dall'interno di se stessi,ma dal di fuori
raverso segni estranei: ciò che tu hai trovato non è una ricetta per la memoria
a per richiamare alla mente. Né tu offri vera sapienza ai tuoi scolari, ma ne dai
o l'apparenza perché essi, grazie a te, potendo avere notizie di molte cose senz
segnamento, si crederanno d'essere dottissimi, mentre per la maggior parte
non sapranno nulla; con loro sarà una sofferenza discorrere, imbottiti di
opinioni invece che sapienti».
E una volta che sia messo in iscritto, ogni discorso arriva alle mani di tutti, tan
i chi l'intende tanto di chi non ci ha nulla a che fare; né sa a chi gli convenga
lare e a chi no.Prevaricato ed offeso oltre ragione esso ha sempre bisogno ch
padre gli venga in aiuto, perché esso da solo non può difendersi né aiutarsi.
La farmacia di Platone (Derrida, La disseminazione)
Un testo è testo solo se nasconde al primo sguardo, al primo venuto, la
legge della sua composizione e la regola del suo gioco. Un testo peraltro
resta sempre impercettibile. La legge e la regola non si affidano mai, al
presente, nulla che si possa con rigore chiamare una percezione.
Rischiando sempre e per essenza di perdersi così definitivamente. Chi
saprà mai tale sparizione?
La dissimulazione della tessitura può in tutti i casi impiegare secoli a
disfare la propria tela. (…)Riservando sempre una sorpresa all’anatomia o
alla fisiologia di una critica che credesse di dominare il gioco, di
sorvegliare contemporaneamente tutti i fili, illudendosi anche nel voler
osservare il testo senza toccarlo, senza metter mano sull’” oggetto” , senza
arrischiarsi ad aggiungervi, unica possibilità di entrare nel gioco
impigliandovisi le dita, qualche nuovo filo.
Il testo come ibrido si presta invece a una lettura molteplice, su vari
livelli e in più direzioni (possibilità che Derrida riscontra ad esempio
nella scrittura ideografica, che non è fonetica), perché non
assoggettabile a un centro unico, a una direzione principale, a un
significato egemone.
Ogni tela, ogni traccia di lettura, lascia una
possibilità perché nessuna tessitura è migliore di
un’altra. Traccia di tracce. Rimando di rimandi.
Forte della sua impresa decostruzionista, e del
suo interesse per l’ermeneutica, Derrida mette in
luce il carattere quasi sovversivo della scrittura.
Con essa, infatti diamo forma ai nostri pensieri,
consapevoli della catena di parlanti/pensanti/
tessitori che questi pensieri incontreranno nel
loro viaggi
Non c'è extra-testo
( Della grammatologia, 1967)
La centralità della scrittura
•
la scrittura ci mette sulle tracce delle cose
•
la scrittura differisce (tramanda) il senso delle cose
•
la scrittura non pretende di metterci in presenza della verità
•
la scrittura è segno e origine, per questo è prima della parola
•
la scrittura è differance
LA CARTE POSTALE (1980)
La filosofia può essere considerata come una cartolina postale che è stata scritta
con l'intenzione di arrivare a destinazione ma che in realtà non lo fa. La filosofia
che raggiunge la destinazione e che si distrugge in quest' ultima cessa di essere
filosofia vera" ("La carte postale")
• Il
linguaggio parlato, il fonologocentrismo, traduce il pregiudizio metafisico per il quale l'essere è
presenza a sè. La scrittura come tecnica che, attraverso artifici che imitano una presenza, è
funzionale alla parola parlata, è finita.
• La
decostruzione è esercizio di liberazione dalla imposizione della presenza
• La
fine del libro e l'inizio della scrittura, primo capitolo Della grammatologia (1967) dice della
centralità che l'idea del libro ha avuto nella cultura occidentale, dalla Bibbia al libro della Natura
di Galileo: esso è la manifestazione di una metafisica fonologocentrica. Infatti rimandano a Dio
come alla Natura, sono libri- espressione di una presenza, rispetto a cui esistono libri inferiori
scritti dagli uomini.
• La
linguistica di ispirazione strutturalistica, anche se intende il segno come ciò che sta per il
significato, va anche nella direzione di una liberazione del significante scritto da questa
dipendenza. Lo sviluppo delle pratiche dell'informazione estendono ampiamente le possibilità del
messaggio: questo non è più la traduzione scritta di un linguaggio, il trasporto di un significato
che nella sua integrità potrebbe rimanere parlato.
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