Consulta e scarica l`intero volume - Registro Tumori della provincia

REGISTRO TUMORI DELLA PROVINCIA DI MODENA
Analisi geografica dei tumori
diagnosticati in provincia di Modena
negli anni 2000-2005
Monica Pirani
Ivan Rashid
Claudia Cirilli
Massimo Federico
con la collaborazione di:
Maria Elisa Artioli
Barbara Braghiroli
Katia Valla
Analisi geografica dei tumori diagnosticati in provincia di Modena negli anni 2000-2005
Modena, dicembre 2007
Edito da: Associazione Angela Serra per la Ricerca sul Cancro
Stampato in Italia da: Progress, Modena
Progetto grafico: Maristella Del Grande
Indice
6
Tutti i tumori
8
Tumori dello stomaco
10
Tumori del colon-retto
12
Tumori del fegato
14
Tumori del pancreas
16
Tumori del polmone
18
Tumori della mammella femminile
20
Tumori del corpo dell’utero
22
Tumori dell’ovaio
24
Tumori della prostata
26
Tumori del rene e delle vie urinarie
28
Tumori della vescica
30
Tumori della tiroide
32
Linfomi non-Hodgkin
34
Tabelle: Tasso medio e stima del rischio relativo
per comune. 2000-2005
34
Tutti i tumori
35
Tumori dello stomaco
36
Tumori del colon-retto
37
Tumori del fegato
38
Tumori del pancreas
39
Tumori del polmone
40
Tumori della mammella femminile
41
Tumori del corpo dell’utero
42
Tumori dell’ovaio
43
Tumori della prostata
44
Tumori del rene e delle vie urinarie
45
Tumori della vescica
46
Tumori della tiroide
47
Linfomi non-Hodgkin
48
Metodologia
50
Appendice:
52
50
Contesto territoriale di riferimento
51
Popolazione residente media nel periodo 2000-2005
Bibliografia
Lo studio geografico dell’incidenza dei tumori in provincia di Modena rappresenta lo sforzo da parte
del Registro Tumori di cogliere la variabilità del fenomeno nella realtà locale e di condividerne la
lettura con finalità di salute pubblica.
L’epidemiologia spaziale, quale descrizione ed analisi delle variazioni geografiche di malattia in
relazione a fattori di rischio demografici, ambientali, comportamentali, genetici, socio-economici
ed infezioni (Elliot et al. 2004) ha conosciuto, infatti, un rilevante sviluppo per le forti implicazioni
con l’attività di controllo e sorveglianza. I risultati ottenibili da tali studi possono, inoltre, orientare
analisi specifiche rivolte a possibili fattori associati ad un aumento del rischio.
In via generale, la variabilità spaziale di un fenomeno è attribuibile a due componenti principali:
una componente detta di “larga scala” che rappresenta il trend territoriale e una componente
detta di “piccola scala” che costituisce le strutture spaziali localizzate del fenomeno.
La variabilità spaziale dell’incidenza dei tumori sul territorio modenese è stata indagata, pertanto,
attraverso una pluralità di metodi e strumenti capaci da un lato di sintetizzare il fenomeno e di
permettere il confronto tra diversi livelli di aggregazione geografica e, dall’altro, di identificare
e valutare la presenza di eventuali strutture clusterizzate sul territorio. Con il termine “cluster”
ci si riferisce alle aggregazioni di casi di una particolare malattia diverse rispetto all’atteso (più
elevate o più basse) all’interno di un gruppo di persone, di un’area geografica o in un periodo
di tempo. Ogni tipo di tumore presenta una serie di fattori di rischio (certi o possibili) associati
al suo manifestarsi. Pertanto, al fine di facilitare lo sviluppo di ipotesi circa eventuali differenze
geografiche, si è ritenuto utile affiancare all’analisi una sintetica descrizione dei principali fattori
di rischio che, pur senza pretesa di esaustività, possa aiutare nella comprensione di eventuali
aggregazioni spaziali. E’ doveroso comunque sottolineare che un fattore di rischio è un elemento
che può favorire lo sviluppo della malattia e non implica la causalità. Un fattore di rischio spesso
agisce in combinazione con altri fattori ed è in stretta relazione alla suscettibilità biologica della
persona.
Le analisi, specifiche per sesso, sono state eseguite per tutte le sedi considerate complessivamente
e per le 13 principali sedi tumorali. I casi di tumore osservati sono stati aggregati a diversi livelli
di unità geografica (distretto sanitario, area di sistema, zona altimetrica e singola amministrazione
comunale) al fine di analizzare il fenomeno da diverse “angolazioni” ed attraverso specifici metodi
di analisi.
Per facilitare la lettura dei risultati, ad ogni scheda monografica è stato associato un commento
generale ai dati.
Alla luce di quanto premesso, lo studio ha consentito di:
- descrivere l’incidenza dei tumori nel periodo 2000-2005: analizzarne il trend temporale e
fornire i principali indicatori per un confronto geografico;
- produrre mappe per la stima del rischio relativo su dettaglio territoriale comunale,
attraverso il ricorso ad un modello gerarchico bayesiano di tipo CAR (Conditional
AutoRegressive);
- valutare ed evidenziare l’eventuale presenza di aggregati locali (clusters spaziali) ad alto
o basso rischio.
In conclusione, ci auguriamo che le analisi esplorative riportate nella presente monografia possano
essere di aiuto a chi desidera studiare il ruolo dei fattori, ambientali e non, nella genesi dei tumori
e contribuire a rafforzare gli strumenti a disposizione degli amministratori per la pianificazione
degli interventi che possono avere un impatto sulla salute dei cittadini.
3
Sintesi dei risultati
Tutti i tumori
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati
diagnosticati 13,704 nuovi casi di tumore tra i maschi e 11,215 tra le femmine; il tasso d’incidenza standardizzato medio è rispettivamente pari a 750.8
(IC95% 738.3-763.3) e 491.0 (IC95% 481.8-500.2) ogni 100,000 residenti. I tassi d’incidenza medi per macro-area sono abbastanza omogenei, sia nei
maschi che nelle femmine.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – L’andamento temporale dei tassi standardizzati di incidenza nei due sessi evidenzia una certa stabilità (la stima della
variazione annua media percentuale non è statisticamente significativa).
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – La stima del rischio relativo per macro-area evidenzia sia nei maschi che nelle femmine una certa variabilità
geografica. Per i maschi si osserva, nella zona di montagna e nel distretto di Castelfranco Emilia, un numero di eventi inferiore all’atteso, mentre nel distretto
di Modena è stimabile un andamento orientativamente contrario; per le femmine si evidenzia un rischio tendenzialmente in eccesso nel distretto di Carpi
ed un basso rischio nella nell’area montana. La stima del rischio relativo per singolo comune complessivamente riflette quanto già osservato: il lisciamento
della mappa, volto a ridurre l’irregolarità dei dati non permette di cogliere la variabilità geografica, che tuttavia risulta evidente nell’analisi bayesiana che il
rischio relativo sia >1.
Identificazione cluster (fig. 2) – Le analisi identificano un’area a basso rischio al sud del territorio provinciale sia per i maschi sia per le femmine ed
una possibile area a rischio più elevato a nord-ovest della provincia per il sesso maschile.
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
Principali fattori di rischio
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16
tabacco
8 infezioni
altro
39
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inquinamento
ambientale
dieta o nutrizione
2
5
esposizione
occupazionale
Fonte: Mackay et al. (2006) The Cancer Atlas, American Cancer Society
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Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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'#% ##% # Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Maschi
1
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Maschi
2
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
Probabilità a posteriori che RR>1
Maschi
3
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
N
Femmine
1
Femmine
2
7
Femmine
3
Tumori dello stomaco
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati diagnosticati
735 nuovi casi di tumore dello stomaco tra i maschi e 480 tra le femmine; il tasso d’incidenza standardizzato medio è rispettivamente pari a 41.1 (IC95%
38.1-44.1) e 18.9 (IC95% 17.2-20.6) ogni 100,000 residenti. L’analisi per macro-area evidenzia nei maschi un tasso d’incidenza medio più basso, rispetto la
media provinciale, in Modena e lievemente più elevato sul territorio montano. Nelle femmine si osserva un tasso d’incidenza medio leggermente più elevato
nel distretto di Pavullo.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – L’andamento temporale evidenzia una diminuzione del tasso di incidenza nei maschi: la variazione annua media percentuale
è statisticamente significativa (evidente anche nell’analisi per macro-area). Nelle femmine si osserva un andamento discontinuo, tendenzialmente in crescita
nell’ultimo triennio (ma non statisticamente significativo).
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – Nella zona montana si osserva, nei maschi, un numero di nuovi casi più elevato rispetto all’atteso; nel
distretto sanitario di Modena il numero di casi osservati è, invece, significativamente inferiore all’atteso. Nelle femmine non sono evidenziate macro-aree
con rischio più o meno elevato rispetto quello provinciale. L’analisi della distribuzione geografica per comune evidenzia la tendenza, nei maschi, alla
concentrazione di valori più bassi dell’atteso in Modena e comuni circostanti ed a valori più elevati nel sud della provincia. Nelle femmine il rischio appare
complessivamente uniforme sul territorio.
Identificazione cluster (fig. 2) – E’ evidenziato, nei maschi, un cluster significativo a basso rischio comprendente il comune di Modena e quelli ad
esso limitrofi; una potenziale area a rischio più elevato è identificata nella zona montana (alcuni comuni a sud della comunità montana del Frignano) ma il
risultato non è confermato dalla spatial scan statistics. Nessun cluster è identificato per le femmine.
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
"
Principali fattori di rischio
Età, sesso e fattori costitutivi
- Età: l’incidenza aumenta dopo i 50 anni
- Sesso: l’incidenza è più elevata negli uomini che nelle donne
- Familiarità
- Condizioni ereditarie (es. patologie legate ad alterazioni genetiche
ereditarie, come il carcinoma del colon ereditario non poliposico)
Infezioni
- Battere Helicobacter pylori (specialmente per il tumore dello
stomaco distale)
Fattori legati allo stile di vita
- Dieta inadeguata (alimentazione ricca di cibi conservati attraverso
essiccazione, salatura, affumicatura o in salamoia. Il consumo di
frutta fresca e vegetali contenenti vitamine A e C sembra diminuire
il rischio)
- Consumo eccessivo di alcol
- Fumo (in particolare per il tumore della parte alta dello stomaco,
vicino l’esofago)
Altri fattori
- Storia personale (anemia perniciosa)
- Deprivazione socio-economica
Fattori legati a esposizioni occupazionali e ambientali
- Esposizione a polveri minerali (es. carbone, asbesto), industrie
chimiche e della gomma
!
Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Maschi
1
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Maschi
2
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
Probabilità a posteriori che RR>1
Maschi
3
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
N
Femmine
1
Femmine
2
9
Femmine
3
Tumori del colon-retto
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati
diagnosticati 1,845 nuovi casi di tumore del colon-retto tra i maschi e 1,468 tra le femmine; il tasso d’incidenza standardizzato medio è rispettivamente pari
a 101.5 (IC95% 96.9-106.2) e 60.9 (IC95% 57.7-64.0) ogni 100,000 residenti. L’analisi per macro-area non mostra, nei maschi, evidenti scostamenti dal
tasso medio provinciale; nelle femmine, invece, si evidenzia un tasso d’incidenza medio più basso nell’area di collina e montagna.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – L’andamento temporale dell’incidenza è sostanzialmente stabile nei due sessi, anche se nel 2005 si osserva una diminuzione
marcata nel tasso d’incidenza femminile nell’area di collina e montagna.
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – La variazione geografica per macro-area non evidenzia per i maschi stime di rischio sensibilmente diverso
rispetto alla media provinciale, pur con rapporto standardizzato di incidenza (SIR non lisciato) più marcato per il distretto di Modena; un numero di nuovi
casi più basso rispetto all’atteso è osservato, nelle femmine, nell’area di collina e montagna (distretti di Sassuolo e Pavullo). L’analisi della distribuzione
geografica per comune conferma, per i maschi, una distribuzione del rischio omogenea, con tendenza all’eccesso a Modena. Nelle femmine il numero di casi
osservati è significativamente più basso dell’atteso per diversi comuni a sud del territorio.
Identificazione cluster (fig. 2) – I test non hanno evidenziato, nei maschi, strutture clusterizzate. Nelle femmine è identificato un cluster a basso rischio
a sud-ovest della provincia.
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
"
Principali fattori di rischio
Età, sesso e fattori costitutivi
- Età: l’incidenza aumenta dopo i 50 anni
- Sesso: generalmente l’incidenza è più elevata negli uomini che nelle
donne
- Storia familiare (es. familiari di primo grado con malattie che
predispongono alla formazione di polipi e tumori dell’intestino come
poliposi adenomatosa familiare)
- Condizioni ereditarie (cancro del colon-retto ereditario non associato
a poliposi)
Fattori legati allo stile di vita
- Dieta inadeguata (eccessiva assunzione di cibi di derivazione animale
e basso consumo di frutta e vegetali)
- Obesità
- Consumo eccessivo di alcol
- Fumo
- Inattività fisica
Altri fattori
- Storia personale (es. infiammazione cronica dell’intestino, polipi
intestinali, precedente tumore colo-rettale)
!
Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Maschi
1
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Maschi
2
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
Probabilità a posteriori che RR>1
Maschi
3
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
N
Femmine
1
Femmine
2
11
Femmine
3
Tumori del fegato
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati
diagnosticati 436 nuovi casi di tumore del fegato tra i maschi e 244 tra le femmine; il tasso d’incidenza standardizzato medio è rispettivamente pari a
23.9 (IC95% 21.7-26.2) e 10.0 (IC95% 8.7-11.2) ogni 100,000 residenti. L’analisi per macro-area evidenzia, sia nei maschi che nelle femmine, un tasso
medio tendenzialmente più marcato nel distretto di Carpi, rispetto alla media provinciale; nelle femmine, inoltre, si evidenzia un tasso medio d’incidenza
relativamente più basso nel distretto di Mirandola.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – L’andamento temporale dell’incidenza è sostanzialmente stabile nei maschi e tendenzialmente in calo nelle femmine.
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – La variazione geografica per macro-area evidenzia, in entrambi i sessi, un numero di casi osservati più
elevato dell’atteso nel distretto di Carpi; per le femmine si osserva, inoltre, un numero di nuovi casi più basso dell’atteso nel distretto di Mirandola.
L’analisi della variazione geografica per comune evidenzia per i maschi una distribuzione del rischio complessivamente uniforme sul territorio. Nelle femmine
il numero di casi osservati è significativamente più basso dell’atteso nel comune di Mirandola e, seppur in maniera non significativa, nei comuni limitrofi;
eccede tuttavia l’atteso nei comuni a nord-ovest del territorio provinciale.
Identificazione cluster (fig. 2) – Il Local Moran test evidenza un’area a basso rischio (cold spots) nei comuni più a sud della provincia per i maschi,
ma il risultato non è confermato dalla spatial scan statistics. Nelle femmine è identificato un cluster a basso rischio intorno al comune di Mirandola (non
evidenziato dal Local Moran test), mentre la potenziale area ad alto rischio a nord-ovest della provincia non è confermata dai test.
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
!
Principali fattori di rischio
Età, sesso e fattori costitutivi
- Età: l’incidenza è più elevata dopo i 60 anni
- Sesso: l’incidenza è più elevata nei maschi che nelle femmine
Infezioni
- Infezione cronica da Virus epatite B e C
Fattori legati allo stile di vita
- Dieta inadeguata (dieta carente in diversi aspetti, soprattutto per
basso consumo di frutta e vegetali)
- Consumo di alcol
- Obesità
- Utilizzo prolungato di steroidi anabolizzanti
Altri fattori
- Storia personale: cirrosi (a sua volta legato a abuso di alcol ed
infezione da epatite B e C, malattie autoimmuni, intossicazioni da
farmaci ecc.) e diabete (in particolare associato a consumo di alcol)
- Contaminazione dei cibi da aflatossina
Esposizioni ambientali ed occupazionali
- Esposizione a cloruro di vinile e thorotrast (il cloruro di vinile è
strettamente regolamentato ed il thorotrast è un composto chimico
attualmente non utilizzato)
Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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12
Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Maschi
1
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Maschi
2
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
Probabilità a posteriori che RR>1
Maschi
3
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
N
Femmine
1
Femmine
2
13
Femmine
3
Tumori del pancreas
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati
diagnosticati 379 nuovi casi di tumore del pancreas tra i maschi e 355 tra le femmine; il tasso d’incidenza standardizzato medio è rispettivamente pari a 21.1
(IC95% 18.9-23.2) e 14.2 (IC95% 12.7-15.7) ogni 100,000 residenti. I tassi d’incidenza medi per macro-area sono abbastanza omogenei, sia nei maschi
che nelle femmine.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – L’andamento temporale evidenzia una complessiva tendenza alla crescita sia nei maschi sia nelle femmine (le stime della
variazione annua percentuale media non sono significative).
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – Per entrambi i sessi, l’analisi della variazione geografica del rischio relativo non ha evidenziato macro-aree
con eventi osservati in eccesso o in difetto rispetto all’atteso. L’analisi per singolo comune conferma quanto già sottolineato, ossia che il rischio di occorrenza
del tumore del pancreas, sia nei maschi che nelle femmine, è sovrapponibile a quello della provincia.
Identificazione cluster (fig. 2) – Le analisi non hanno prodotto evidenze di cluster significativi territorio.
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
!
Principali fattori di rischio
Età, sesso e fattori costitutivi
- Età: l’incidenza aumenta dopo i 50 anni
- Storia familiare (familiari con storia di tumore del pancreas)
- Condizioni ereditarie (tumore del colon ereditario non poliposico,
mutazione nel gene BRCA-2)
Fattori legati allo stile di vita
- Fumo
- Dieta inadeguata (consumo eccessivo di grassi animali; il consumo
di frutta fresca e vegetali sembra diminuire il rischio)
- Obesità
- Inattività fisica
Altri fattori
- Storia personale (diabete e pancreatite cronica, pregressa
colecistectomia, cirrosi)
Fattori legati a esposizioni occupazionali e ambientali
- Esposizione a naftilammina e benzidina
Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Maschi
1
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Maschi
2
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
Probabilità a posteriori che RR>1
Maschi
3
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
N
Femmine
1
Femmine
2
15
Femmine
3
Tumori del polmone
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati
diagnosticati 2,204 nuovi casi di tumore del polmone tra i maschi e 646 tra le femmine; il tasso d’incidenza standardizzato medio è rispettivamente di 121.3
(IC95% 116.2-126.4) e 28.0 (IC95% 25.8-30.2) ogni 100,000 residenti. I tassi d’incidenza medi nei maschi sono più elevati nella bassa pianura modenese
(in particolare distretto di Mirandola); nelle femmine, invece, è evidenziato un basso tasso d’incidenza medio nell’area di collina e di montagna.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – L’analisi dell’andamento temporale dei tassi d’incidenza standardizzati evidenzia una variazione annuale percentuale media
in diminuzione nei maschi, ma in incremento nelle femmine (stime non significative). I tassi d’incidenza annuali nei maschi mostrano un trend in calo nella
bassa pianura modenese. Una tendenza all’incremento, nell’area di bassa pianura, è osservata nelle femmine.
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – E’ osservato un numero di casi superiore all’atteso al nord della provincia nei maschi (in particolare:
distretto di Mirandola e area di sistema bassa pianura) ed inferiore all’atteso al sud, nelle femmine. La stima del rischio relativo per comune sottolinea le
forti differenze geografiche osservate nei due sessi.
Identificazione cluster (fig. 2) – Le analisi hanno evidenziato un cluster significativo ad alto rischio nei comuni afferenti alla bassa pianura modenese
nei maschi; inoltre è identificato nelle femmine un cluster significativo a basso rischio a sud del territorio provinciale, comprendente in larga parte i comuni
della comunità montane della provincia. Una potenziale area a rischio per le femmine afferente al comune di Modena non è confermata dai test.
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
"
Principali fattori di rischio
Età, sesso e fattori costitutivi
- Età: l’incidenza è elevata nella fascia d’età tra i 40 e 70 anni
- Sesso: l’incidenza è più elevata negli uomini che nelle donne
- Storia familiare
- Suscettibilità genetica (alterazioni genetiche, anomalie
cromosomiche a carico della struttura dei cromosomi e del loro
numero)
Fattori legati allo stile di vita
- Fumo (è il più importante fattore di rischio; differenti abitudini,
attuali o storiche, al fumo potrebbero in parte spiegare differenze
nell’incidenza per sesso)
- Dieta inadeguata (fattori dietetici, in sinergia al fumo da tabacco, ed
in particolare una dieta carente di frutta e vegetali)
Fattori legati ad esposizioni occupazionali e ambientali
- Esposizione ad agenti chimici come amianto, arsenico, asbesto,
cromo, nickel, cadmio; ad alcuni agenti chimici organici
comprendenti miscele di composti aromatici policiclici ed agenti fisici
come radon e radiazioni
Altri fattori
- Storia personale (tubercolosi ed altri tipi di polmoniti)
!
Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Maschi
1
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Maschi
2
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
Probabilità a posteriori che RR>1
Maschi
3
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
N
Femmine
1
Femmine
2
17
Femmine
3
Tumori della mammella femminile
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati
diagnosticati 3,390 nuovi casi tra la popolazione femminile; il tasso d’incidenza standardizzato medio è pari a 155.4 (IC95% 150.1-160.6) ogni 100,000
residenti. La distribuzione dei tassi d’incidenza medi per distretto evidenzia un valore più elevato, rispetto la media provinciale, nel distretto di Carpi e, più
in generale, nella zona di pianura.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – In provincia è osservata una variazione annuale percentuale media dei tassi standardizzati d’incidenza significativamente in
diminuzione. Questo andamento temporale in diminuzione è evidente anche nell’analisi per macro-area, con trend tuttavia discontinuo della zona di collina
e montagna.
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – La stima del rischi relativo per macro-area evidenzia un numero di casi osservati superiore all’atteso nei
distretti di Carpi e Mirandola ed inferiore all’atteso nella zona di montagna. La stima del rischio relativo per comune evidenzia un rischio più elevato nel
comune di Carpi, confermato dalle stime bayesiane. E’ evidenziato un rischio basso, o al più in media con quello della provincia, nei comuni montani della
provincia.
Identificazione cluster (fig. 2) – I test eseguiti hanno evidenziato un cluster significativo a basso rischio approssimativamente coincidente con le
comunità montane del Frignano e Modena est.
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
Principali fattori di rischio
Età e fattori costitutivi
- Età: il 95% dei tumori si manifesta in donne con età >40 anni
- Mutazioni dei geni BRCA1 o BRCA2
- Familiarità
Fattori riproduttivi e ormonali:
- Non avere avuto figli (nulliparità) o avere il primo figlio dopo i
30 anni
- Non avere allattato al seno
- Menarca precoce
- Menopausa tardiva
- Uso di ormoni esogeni (es. assunzione di terapia ormonale
sostitutiva)
Fattori legati allo stile di vita:
- Consumo di alcol (due o più bevande alcoliche al giorno
sembrano incrementare il rischio di 1.5 volte)
- Obesità (soprattutto dopo la menopausa)
- Inattività fisica
Altri fattori
- Storia personale (precedente malattia della mammella)
- Radiazioni ionizzanti (esposizione medica o professionale)
- Stato socio-economico
!
Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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18
Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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'#% ##% # Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Femmine
1
Probabilità a posteriori che RR>1
Femmine
2
Femmine
3
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
N
19
Tumori del corpo dell’utero
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati diagnosticati
614 nuovi casi di tumore del corpo dell’utero tra la popolazione femmine; il tasso d’incidenza standardizzato medio è pari a 28.0 (IC95% 25.8-30.3) ogni
100,000 residenti. L’analisi per macro-area non evidenzia differenze nei tassi d’incidenza standardizzati medi.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – L’incidenza del tumore del corpo dell’utero manifesta complessivamente un trend in leggera diminuzione. L’andamento
temporale dei tassi d’incidenza standardizzati per macro-area evidenzia alcune discontinuità.
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – La stima del rischio relativo per macro-area non evidenzia uno scostamento dei valori osservati da quelli
attesi. La stima del rischio relativo per comune mostra la tendenza alla distribuzione omogenea sul territorio della provincia (per nessun comune della
provincia è osservato un numero di eventi significativamente diverso dall’atteso).
Identificazione cluster (fig. 2) – I test eseguiti non hanno mostrato evidenza di cluster sul territorio provinciale.
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
Principali fattori di rischio
Età e fattori costitutivi
- Età: l’incidenza aumenta per le donne con età >50 anni
- Familiarità di neoplasia colon-rettale senza poliposi (raddoppia il
rischio di neoplasia dell’endometrio)
- Ereditarietà
Fattori riproduttivi e ormonali
- Non avere avuto figli (nulliparità)
- Menopausa tardiva
- Terapia ormonale sostitutiva solo con estrogeni
Fattori legati allo stile di vita
- Obesità (soprattutto dopo la menopausa)
- Inattività fisica
!
Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Femmine
1
Probabilità a posteriori che RR>1
Femmine
2
Femmine
3
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
N
21
Tumori dell’ovaio
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati diagnosticati
400 nuovi casi di tumore dell’ovaio tra la popolazione femminile; il tasso d’incidenza standardizzato medio è pari a 17.6 (IC95% 15.8-19.3) ogni 100,000
residenti. La distribuzione dei tassi d’incidenza medi per distretto evidenzia un valore tendenzialmente più elevato, rispetto la media provinciale, nell’area
montana del territorio.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – In provincia è osservata una variazione annuale percentuale media dei tassi d’incidenza in lieve diminuzione. Questo
andamento temporale è evidente soprattutto nell’area montana.
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – La stima del rischio relativo per macro-area e per comune non evidenzia particolari variazioni geografiche,
anche se un eccesso di rischio è osservabile nella mappa dei rischi relativi non lisciati a sud-est della provincia.
Identificazione cluster (fig. 2) – Il Local Moran Test individua una potenziale area a rischio più elevato per alcuni comuni a sud-est del territorio
provinciale, ma il cluster non è confermato dalle ulteriori analisi eseguite.
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
Principali fattori di rischio
Età e fattori costitutivi
- Età: l’incidenza aumenta dopo i 45 anni
- Storia familiare
- Mutazioni dei geni BRCA1 o BRCA2
Fattori riproduttivi e ormonali:
- Nulliparità
- Menarca precoce
- Menopausa tardiva
- Trattamenti prolungati per l’infertilità
- Terapia ormonale sostitutiva (in donne in post-menopausa)
Fattori legati allo stile di vita:
- Obesità
- Dieta inadeguata
Altri fattori
- Storia personale (es. tumore della mammella e dell’utero)
Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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"
Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Femmine
1
Probabilità a posteriori che RR>1
Femmine
2
Femmine
3
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
N
23
Tumori della prostata
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati diagnosticati
3,251 nuovi casi di tumore della prostata tra la popolazione maschile; il tasso d’incidenza standardizzato medio è pari a 177.8 (IC95% 171.7-184.0) ogni
100,000 residenti. La distribuzione dei tassi d’incidenza medi per distretto evidenzia un valore tendenzialmente più elevato, rispetto la media provinciale,
nel distretto di Modena.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – In provincia è osservata una variazione annuale percentuale media dei tassi standardizzati d’incidenza discontinua:
marcatamente in crescita fino all’anno 2000 (ma non significativa statisticamente) e successivamente in diminuzione.
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – La stima del rischio relativo per macro-area evidenzia un eccesso di rischio per il distretto di Modena,
mentre si osserva un numero di casi inferiore all’atteso nella zona altimetrica di montagna interna. La stima del rischio relativo per comune conferma la
presenza di un numero di osservati superiore all’atteso in Modena e una sostanziale uniformità del rischio nel centro-sud della provincia (per il comune di
Zocca e Palagano è inoltre evidenziato un numero di eventi inferiore all’atteso).
Identificazione cluster (fig. 2) – I test individuano un’area a rischio elevato per il comune di Modena ed alcuni comuni ad esso adiacenti (Castelnuovo
Rangone, Formigine, Campogalliano, Soliera).
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
"
Principali fattori di rischio
Età e fattori costitutivi
- Età: l’incidenza è elevata tra i maschi con età >65 anni
- Familiarità
- Razza (l’incidenza è molto più elevata tra la popolazione nera)
Fattori legati allo stile di vita
- Obesità
- Dieta inadeguata (eccesso di grassi nell’alimentazione)
- Inattività fisica
Fattori legati ad esposizioni occupazionali e ambientali
- Esposizione al cadmio (classificato dallo IARC come cancerogeno per
l’uomo)
!
Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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24
Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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'#% ##% # Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Maschi
1
Probabilità a posteriori che RR>1
Maschi
2
Maschi
3
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
N
25
Tumori del rene e delle vie urinarie
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati diagnosticati
515 nuovi casi di tumore del rene e delle vie urinarie tra i maschi e 288 tra le femmine; il tasso d’incidenza standardizzato medio è rispettivamente pari a
28.0 (IC95% 25.6-30.4) e 12.6 (IC95% 11.1-14.0) ogni 100,000 residenti. L’analisi per macro-area dei tassi d’incidenza standardizzati medi non evidenzia,
in entrambi i sessi, differenze rilevanti rispetto il valore medio provinciale, benché si noti un tasso d’incidenza medio leggermente inferiore nel distretto di
Pavullo, sia nei maschi che nelle femmine.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – Si osserva un trend temporale in lieve diminuzione nei tassi standardizzati d’incidenza sia nei maschi che nelle femmine.
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – La stima del rischio relativo per macro-area non evidenzia, in entrambi i sessi, un significativo numero di
nuovi casi, in eccesso o in difetto, rispetto all’atteso. La stima del rischio relativo per comune identifica un andamento medio complessivo omogeneo sia
per i maschi che per le femmine.
Identificazione cluster (fig. 2) – I test eseguiti non evidenziano strutture clusterizzate (ad alto o basso rischio), statisticamente significative, sul
territorio della provincia di Modena né per i maschi, né per le femmine.
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
!
Principali fattori di rischio
Età, sesso e fattori costitutivi
- Età: l’incidenza è più elevata tra le persone con età >60 anni
- Sesso: l’incidenza è più elevata negli uomini che nelle donne
- Familiarità
Fattori legati allo stile di vita
- Fumo (soprattutto per la pelvi renale e l’uretere)
- Obesità
Altri fattori
- Farmaci (es. fenacetina ed alcuni curativi per il trattamento
dell’ipertensione)
Fattori legati a esposizioni occupazionali e ambientali
- Ingestione di arsenico (classificato dallo IARC come cancerogeno per
l’uomo)
- Esposizione a piombo, cloroformio e mercurio (classificati dallo IARC
come possibili cancerogeni per l’uomo)
Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Maschi
1
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Maschi
2
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
Probabilità a posteriori che RR>1
Maschi
3
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
N
Femmine
1
Femmine
2
27
Femmine
3
Tumori della vescica
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati
diagnosticati 1,244 casi di tumore della vescica tra i maschi e 351 tra le femmine; il tasso d’incidenza standardizzato medio è rispettivamente pari a 68.5
(IC95% 64.6-72.3) e 14.4 (IC95% 12.8-15.9) ogni 100,000 residenti. L’analisi per macro-area non evidenzia, nei maschi, differenze consistenti nei tassi
d’incidenza medi; nelle femmine, il distretto di Sassuolo presenta un tasso medio leggermente inferiore a quello provinciale.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – E’ osservato un trend nei tassi standardizzati d’incidenza in leggera diminuzione sia nei maschi che nelle femmine (non
statisticamente significativo).
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – La stima del rischio relativo per macro-area non indica, sia nei maschi sia nelle femmine, un significativo
numero di nuovi casi, in eccesso o in difetto, rispetto all’atteso. La stima del rischio relativo per comune evidenzia la tendenza, nei maschi, alla distribuzione
omogenea sul territorio della provincia (anche se i SIR non lisciati mostrano per i comuni di Bomporto, Camposanto e San Possidonio un numero di eventi
superiore all’atteso). Nelle femmine è evidenziata un’area a basso rischio per alcuni comuni (in particolare il comune di Fiorano) a sud del comune di
Modena, con tuttavia la tendenza ad un rischio più marcato a nord-ovest (in particolare il comune di Carpi).
Identificazione cluster (fig. 2) – Non è evidenziato alcun cluster, statisticamente significativo, per i maschi. Nell’area a sud del comune di Modena è
identificato per le femmine un cluster a basso rischio (pur non confermato dal Local Moran test).
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
"
Principali fattori di rischio
Età, sesso e fattori costitutivi
- Età: l’incidenza aumenta con l’età; circa i due terzi di tutti i casi si
verificano in persone con età >70 anni
- Sesso: l’incidenza è più elevata negli uomini che nelle donne
- Familiarità
Fattori legati allo stile di vita
- Fumo (è stimato causare il 48% delle morti per tumore della vescica
nei maschi ed il 28% nelle femmine)
- Dieta inadeguata (mangiare più frutta e vegetali, bere più liquidi può
abbassare il rischio)
Altri fattori
- Farmaci (es. fenacetina, ciclofosfamide)
Fattori legati a esposizioni occupazionali e ambientali
- Esposizione ad amine aromatiche, tinture e vernici, industrie del
cuoio, della gomma e tessile
- Ingestione di arsenico
!
Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Maschi
1
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Maschi
2
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
Probabilità a posteriori che RR>1
Maschi
3
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
N
Femmine
1
Femmine
2
29
Femmine
3
Tumori della tiroide
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati
diagnosticati 205 nuovi casi di tumore della tiroide tra i maschi e 534 tra le femmine; il tasso d’incidenza standardizzato medio è rispettivamente pari a 10.5
(IC95% 9.0-11.9) e 26.3 (IC95% 24.0-28.5) ogni 100,000 residenti. L’analisi per macro-area evidenzia, nei maschi, un tasso d’incidenza medio omogeneo;
nelle femmine si evidenzia un tasso d’incidenza medio relativamente più marcato nella zona di montagna.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – La variazione percentuale annua è in crescita nei maschi anche se non statisticamente significativa. Nelle femmine è,
invece, significativamente in aumento. Il trend in crescita è evidente anche nella serie annuale per macro-area dei tassi d’incidenza standardizzati.
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – La stima del rischio relativo per macro-area non evidenzia, nei maschi, un numero di nuovi casi
significativamente diverso dall’atteso; nelle femmine è, invece, osservata una lieve tendenza ad un eccesso di nuovi casi rispetto all’atteso nell’area montana.
La stima del rischio per comune, mostra nei maschi un rischio di occorrenza sostanzialmente omogeneo sul territorio. Nelle femmine si riscontra una possibile
area con un rischio di occorrenza tendenzialmente più elevato che nel resto della provincia (hot spots) per alcuni comuni a sud-est della zona di montagna,
che tuttavia non si conferma come significativa alle analisi svolte; a nord del territorio è osservato un eccesso di rischio nel comune di Finale Emilia.
Identificazione cluster (fig. 2) – Le analisi non hanno prodotto evidenze di strutture clusterizzate sul territorio provinciale.
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
"
Principali fattori di rischio
Età, sesso e fattori costitutivi
- Età: la patologia si manifesta in un’ampia fascia d’età, tra i 25 e i 65
anni
- Sesso: l’incidenza è più elevata nelle femminile ma il tumore è più
aggressivo nei maschi
- Familiarità (istotipo midollare)
Fattori legati allo stile di vita
- Iodio nella dieta (carenza: aumenta l’incidenza di istotipo follicolare;
eccesso: aumenta l’incidenza di istotipo papillare)
Altri fattori
- Storia personale (precedenti patologie benigne della tiroide: gozzo,
tiroiditi, ipotiroidismo)
- Radiazioni ionizzanti: esposizione terapeutica (precedente
radioterapia in età infantile) o accidentale (Chernobyl)
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Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Maschi
1
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Maschi
2
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
Probabilità a posteriori che RR>1
Maschi
3
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
N
Femmine
1
Femmine
2
31
Femmine
3
Linfomi non-Hodgkin
Punti chiave
Nuovi casi e tasso d’incidenza standardizzato medio 2000-2005 (fig. 1) – In provincia di Modena negli anni 2000-2005 sono stati
diagnosticati 576 nuovi casi di Linfoma non Hodgkin tra i maschi e 411 tra le femmine; il tasso d’incidenza standardizzato medio è rispettivamente pari a 31.1
(IC95% 25.5-33.6) e 17.9 (IC95% 16.1-19.7) ogni 100,000 residenti. L’analisi per macro-area dei tassi d’incidenza standardizzati medi suggerisce differenze
territoriali nei maschi; nelle femmine è osservato un tasso medio d’incidenza inferiore al tasso provinciale nella zona di collina e soprattutto di montagna.
Trend 2000-2005 (tab. 1) – L’andamento temporale dei tassi d’incidenza standardizzati è complessivamente in riduzione sia nei maschi sia nelle
femmine, con una stima della variazione annua media percentuale tuttavia non statisticamente significativa.
Stima del rischio relativo (tab. 2 e fig. 2) – La stima del rischio relativo per macro-area non evidenzia, per i maschi, un numero di nuovi casi
significativamente diverso dall’atteso, mentre nelle femmine è mostrato un numero di nuovi casi inferiore all’atteso nella zona di montagna. La stima del
rischio relativo per comune identifica un andamento medio complessivo omogeneo per i maschi e conferma la presenza di comuni a basso rischio al sud
della provincia (in particolare il comune di Pavullo) per le femmine.
Identificazione cluster (fig. 2) – I test eseguiti non evidenziano cluster per i maschi, mentre è osservato un cluster a basso rischio per le femmine a
sud del territorio provinciale.
Fig. 1 - Tasso d’incidenza standardizzato medio
(std ITA 2001). 2000-2005
"
Principali fattori di rischio
Età, sesso e fattori costitutivi
- Età: l’incidenza è maggiore tra le persone in età compresa tra i 40 e
i 70 anni
- Immunodeficienze congenite (atassia-teleangctasia; Sindrome di
Wiskott-Aldrich, ecc.)
- Malattie autoimmuni (artrite reumatoide, tiroidite di Hashimoto,
celiachia, ecc.)
- Familiarità
Fattori legati allo stile di vita
- Dieta (nitriti)
Fattori legati a esposizioni occupazionali e ambientali
- Esposizione ad agenti chimici e fisici come erbicidi, pesticidi, solventi,
polveri del legno, tinture per capelli, raggi UVA
Infezioni
- Helicobacter Pylori, virus Epstein-Barr, HIV, HTLV-I
Altri fattori
- Assunzione di farmaci immunosopressori (per es. somministrati in
seguito a trapianti di organi)
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Tab. 1 - Tasso d’incidenza annuale standardizzato (std ITA 2001) e EAPC (stima della variazione annua media percentuale). 2000-2005
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Tab. 2 - Casi osservati, attesi e SIR (Rapporti standardizzati di incidenza). 2000-2005
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Fig. 2 - Stima del rischio relativo (RR) per comune e identificazione cluster. 2000-2005
RR non lisciato (SIR)
RR lisciato (stimatori gerarchici bayesiani)
Maschi
1
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Maschi
2
<0.5
0.5-0.7
0.7-0.9
0.9-1.1
1.1-1.3
1.3-1.8
≥1.8
Spatial Scan Statistics:
area ad alto rischio (p<0.01)
area ad alto rischio (p<0.05)
area a basso rischio (p<0.01)
Probabilità a posteriori che RR>1
Maschi
3
<0.1
0.1-0.2
0.2-0.8
0.8-0.9
≥0.9
area a basso rischio (p<0.05)
Local Moran Test:
area ad alto rischio
area a basso rischio
N
Femmine
1
Femmine
2
33
Femmine
3
34
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Tutti i tumori: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
Maschi e Femmine
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Tumori dello stomaco: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
Maschi e Femmine
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Tumori del colon-retto: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
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Maschi e Femmine
37
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Tumori del fegato: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
Maschi e Femmine
38
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Tumori del pancreas: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
Maschi e Femmine
39
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Tumori del polmone: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
Maschi e Femmine
40
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Tumori della mammella femminile: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
Femmine
41
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Tumori del corpo dell’utero: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
Femmine
42
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Tumori dell’ovaio: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
Femmine
43
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Tumori della prostata: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
Maschi .
44
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Tumori del rene e delle vie urinarie: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
Maschi e Femmine
45
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Tumori della vescica: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
Maschi e Femmine
46
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Tumori della tiroide: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
Maschi e Femmine
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Linfoma non-Hodgkin: Tasso medio e stima del rischio relativo per comune. 2000-2005
Maschi e Femmine
Metodologia
Incidenza.
Lo studio ha riguardato i casi di tumore incidenti (nuovi casi)
diagnosticati nel periodo 2000-2005 tra la popolazione residente in
provincia di Modena. Per la definizione delle sedi è stata utilizzata
la classificazione internazionale delle malattie per l’oncologia terza
edizione ICD-O-3. L’analisi ha riguardato i 13 più comuni tumori
ed il totale dei tumori diagnosticati nel periodo (esclusi carcinomi
maligni della cute ed altre malattie mieloproliferative e sindromi
mielodisplastiche). L’incidenza è analizzata separatamente per maschi
e femmine. In appendice è riportata la descrizione dettagliata delle
condizioni selezionate.
Trend temporale
Il trend temporale nel periodo 2000-2005 è valutato confrontando
i tassi annuali d’incidenza standardizzati per età della provincia di
Modena.
La stima della variazione annua percentuale media (estimate average
annual percent change - EAPC) dei tassi di incidenza è ottenuta con il
software statistico Joinpoint sviluppato dal National Cancer Institute
(release 3.0).
L’analisi joinpoint evidenzia un eventuale cambiamento in una serie
storica di valori, sintetizzandoli in una spezzata ossia una serie di rette
con pendenze diverse e collegate tra loro da punti detti nodi. Nello
specifico dell’analisi è assunto un modello log lineare ed il test della
significatività è effettuato attraverso il metodo delle permutazioni
Monte Carlo.
Unità geografica.
Lo studio è stato effettuato a più livelli di aggregazione geografica:
- aggregazione dei casi per macro-area: distretti sanitari, area di
sistema (bassa pianura, area metropolitana, collina e montagna) e
zona altimetrica (pianura, collina e montagna interna);
- aggregazione dei casi per comune.
Le analisi principali sono state svolte su dettaglio territoriale comunale.
Questa scelta metodologica presenta alcuni principali vantaggi (Prieto
et al. 2007): migliora l’interpretabilità dei risultati rispetto a studi su
larga scala, presenta minore suscettibilità al bias ecologico e migliora
la capacità di individuare effetti associati a fattori ambientali (es.
inquinamento ambientale).
In appendice è riportata la rappresentazione in mappe del contesto
geografico di riferimento.
Rapporto standardizzato di incidenza (SIR)
Il rapporto standardizzato di incidenza SIR (Standardized Incidence
Ratio) rappresenta, similarmente all’SMR (Standardized Mortality
Ratio) per la mortalità, una stima del rischio relativo (RR) e può
essere validamente utilizzato per analisi di salute pubblica, al fine
di evidenziare quanto una popolazione (area) in esame sperimenta
l’evento in studio (incidenza di neoplasia) in più (o in meno) rispetto ad
una popolazione standard al netto dell’effetto dell’età.
In via generale, il SIR è calcolato come rapporto tra il numero di casi
osservati, in una popolazione in esame in un dato arco temporale,
ed il numero di casi attesi nella popolazione se questa avesse lo
stesso tasso d’incidenza, età e sesso specifico, di una popolazione di
riferimento usata come standard.
Il rapporto è dato da:
SIR =
Misure di incidenza per il confronto tra le aree.
∑j nj
Tasso di incidenza standardizzato per età
In ambito epidemiologico, l’attenzione ricade spesso sulla frequenza ed
entità con cui un evento si verifica. Il rischio (o incidenza cumulativa),
come rapporto tra il numero di eventi osservati in un determinato
periodo e la popolazione a rischio, è la probabilità di occorrenza
del fenomeno (tasso grezzo). Generalmente è utilizzato il termine
tasso, anche se non lo è in senso stretto, implicando quest’ultimo
la dimensione del tempo. Il principale svantaggio del tasso grezzo
consiste nel fatto di non prendere in considerazione che la probabilità
dell’evento varia a seconda dell’età e di altri fattori. Pertanto non
sarebbe corretto utilizzare questo tasso per effettuare confronti tra
popolazione o aree geografiche diverse (o la stessa popolazione in
tempi diversi). Per rendere possibile il confronto è utilizzato il metodo
della standardizzazione diretta che consiste nell’applicare i tassi etàspecifici dell’area in studio ad una popolazione di riferimento assunta
come standard. Il tasso in sostanza consiste in una media ponderata
dei tassi specifici per età ottenuta usando come pesi la struttura per età
della popolazione standard (Rothman, 1986):
tassostd =
∑j wj
dove Rj è il tasso nella classe d’età j-esima e wj è il peso per la classe
d’età j –esima che deriva dalla popolazione standard.
Posto nJ come popolazione nella classe d’età j-esima, l’errore standard
del tasso standardizzato è (Cochran 1977):
1
∑ wj
∑j
Oj*
=
O
E*
nj*
dove: oj e nj indicano rispettivamente il numero di eventi osservati e
la numerosità della popolazione nella classe d’età j-esima dell’area in
esame; Oj* e nj* sono rispettivamente il numero di eventi osservati
ed il numero di persone nell’j-esima classe d’età della popolazione
standard (il loro rapporto è appunto il tasso specifico, nella classe
d’età j-esima, della popolazione standard); infine O è il numero totale
degli eventi osservati dell’area in esame ed E* il numero totale dei casi
attesi.
Nella presente analisi, i SIR sono standardizzati per età utilizzando
come riferimento il tasso d’incidenza medio, età e sesso-specifico nel
periodo 2000-2005 della provincia di Modena.
L’intervallo di confidenza è calcolato per ciascun SIR stimato
assumendo un processo di Poisson, come descritto da Breslow e Day
(1987). Questi sono ottenuti calcolando inizialmente il limite inferiore
(L) e superiore (U) per l’intervallo di confidenza assumendo per gli
eventi osservati una distribuzione di Poisson, quindi calcolando SIRL=L/
E* a SIRU=U/E*.
Per la stima dei SIR è utilizzato il software STATA (release 8.2)
Per quanto riguarda la sua interpretazione, un SIR di 1 indica che
l’area presenta un rischio di occorrenza, al netto dell’effetto dell’età,
che non si discosta, in media, da quello dell’intera area di riferimento
(nel nostro caso della provincia di Modena). Valori più o meno elevati
indicano rispettivamente un rischio di incidenza più elevato o più basso
nell’area rispetto quello della provincia.
∑j wj Rj
ES(tassostd) =
∑j Oj
Stima del Rischio relativo per comune e individuazione cluster.
w2j Rj (1 - Rj)
nj
I metodi utilizzati per la stima del rischio relativo per area comunale e
per l’identificazione di possibili aree ad alto o basso rischio sono diversi
(Jacquez et al. 2003; Colonna 2004):
- rappresentazione in mappe tematiche della stima del rischio relativo
(ossia il SIR) calcolato per comune e per ciascuna delle sedi di
tumore considerate (si sottolinea che le mappe non forniscono
indicazioni sulla significatività statistica);
- lisciamento delle mappe dei rischi relativi di incidenza attraverso
stimatori gerarchici bayesiani e distribuzione della probabilità a
posteriori che il rischio relativo sia>1 (Besag et al. 1991);
L’intervallo di confidenza al 95% è quindi calcolato come: tassostd
+1.96 ES(tassostd)
In questo studio è stata utilizzata come standard la popolazione italiana
al censimento 2001 (maschi e femmine combined). Il tasso d’incidenza
è calcolato come numero di casi diagnosticati per 100,000 residenti.
Per il calcolo dei tassi di incidenza standardizzati per età è stato
utilizzato il software STATA (release 8.2).
48
- spatial scan statistic che utilizza tecniche di massima verosimiglianza
per testare la presenza e la significatività di cluster (Kulldorff et al.
1995; Kulldorff 2007);
- test di autocorrelazione spaziale locale: Local Moran test (Anselin
1995; Getis et al. 1996).
età.
La significatività dei clusters è valutata con una simulazione Monte
Carlo condizionata al numero totale di casi osservati (il p-value è
ottenuto da 9,999 replicazioni).
Local Moran test
Il Local Moran test (Anselin 1995) rappresenta una misura di
autocorrelazione spaziale locale (LISA – Local indicator of spatial
association). In via generale, il termine autocorrelazione spaziale
fa riferimento alla correlazione tra i valori assunti da un attributo
attraverso le aree geografiche.
La letteratura presenta sia indici globali di autocorrelazione spaziale
sia indici locali. La misura globale di autocorrelazione spaziale informa
sull’allontanamento da una distribuzione casuale all’interno di una
regione di interesse (clustering), mentre una misura locale fornisce
informazione sulla locazione specifica intorno alla quale un cluster si
presenta. Ai fini dell’analisi geografica in provincia di Modena, sono
stati calcolati sia indici globali di autocorrelazione spaziale (I di Moran
e c di Geary) che locale (Local Moran test); tuttavia nelle schede
monografiche per sede di tumore è riportato solo il risultato del test
locale di dipendenza spaziale, qualora statisticamente significativo, per
non appesantire la trattazione.
Le mappe tematiche dei SIR come stima del rischio relativo sono
ottenute legando ad una scala di colori le misurazioni dell’attributo
organizzate su scala ordinale (choropleth map). Essi sono calcolati a
livello di singola area e sono ripartiti in classi mutuamente esclusive ed
esaustive; le aree per le quali il valore del rischio relativo è risultato
appartenere allo stesso intervallo di valori, sono colorate della stessa
tonalità di colore. Le mappe della stima dei rischi relativi sono costruite
utilizzando una scala bicromatica che varia dal blu al rosso.
La semplice rappresentazione in mappa tematiche della stima del
rischio relativo presenterebbe alcuni svantaggi (Lawson et al. 2000):
i) una potenziale instabilità della mappa che deriva dal fatto che la
varianza del rischio è tanto più elevata in un’area quanto più è piccolo
il numero di popolazione a rischio e, viceversa, tanto più piccola quanto
la numerosità della popolazione è alta; ii) nessuna differenziazione tra
le aree in assenza di casi; iii) nessun tentativo di cogliere la struttura
spaziale del fenomeno. Per ovviare al problema è possibile fare ricorso
a diverse soluzioni statistiche; tra queste, gli stimatori bayesiani
gerarchici, che permettono di esprimere stime lisciate del rischio
relativo. Il lisciamento spaziale operato sulle mappe può, infatti,
ridurre questo “rumore” casuale e stabilizzare la stima locale attraverso
una ponderazione del rischio relativo del singolo comune che sfrutta
l’informazione derivante dai comuni adiacenti.
E’ stato qui utilizzato un approccio completamente bayesiano,
con ricorso a un modello condizionale autoregressivo (CAR). Nello
specifico, il modello di riferimento è quello gerarchico di convoluzione
gaussiana proposto da Besag, York e Mollié (1991), frequentemente
impiegato in epidemiologia spaziale con dati di area, in particolare per
aree di piccole dimensioni.
Il modello per la stima del rischio relativo lisciato di ciascuna area
comunale è formulato come segue:
La forma base del LISA (Waller e Gotway 2004) per ciascuna area i
–esima è:
m
∑ wij simij
j=1
dove:
- simij denota la prossimità stocastica o similarità tra le osservazioni;
differenti misure di similarità denotano indici diversi;
- wij è il peso che descrive la prossimità spaziale tra la località i e j (m
denota il numero delle aree). Nell’analisi si è fatto ricorso a matrici di
peso standardizzati per riga. In merito alla struttura di adiacenza, si
è optato per lo schema della regina (con primo ordine di contiguità),
ossia sono considerate adiacenti le aree che condividono un vertice (vs
schema della torre, ossia sono adiacenti le aree che condividono un
lato del loro perimetro). Va comunque sottolineato che per un’analisi
come questa, svolta su poligoni irregolari, la scelta del tipo di struttura
è pressoché irrilevante.
Il LISA utilizzato è la versione locale dell’indice I di Moran (Local
Moran test) che misura il grado di autocorrelazione per ciascun area
geografica, decomponendo l’indice globale I di Moran in contributi
delle singole aree.
Nella versione dell’indice proposta da Anselin (1995) ciascuna
deviazione dalla media globale è divisa per la varianza globale dei
valori di un attributo yi
Oi ~Poisson(Ei λi)
dove Ei sono i casi attesi nell’area i e λi è il rischio relativo nell’area i
log(λi)= α + vi + ui
ossia a ciascun comune è assegnato una distribuzione a priori lognormale, in cui il parametro del rischio relativo è funzione lineare
di un valore comune (α: intercetta), una componente eterogenea
che non dipende dalla locazione geografica (vi) ed una componente
autocorrelata che riflette la struttura spaziale dei comuni della provincia,
incorporando l’influenza delle unità geografiche adiacenti (ui).
Le distribuzioni a posteriori sono ottenute per simulazione MCMC
(metodo Monte Carlo per le catene di Markov) utilizzando il software
Winbugs (Spiegelhalter et al. 2003). La convergenza delle simulazioni
è stata verificata attraverso il test di Gelman e Rubin (Gelman et al.
1992; Brooks et al. 1998) e l’ispezione visiva delle catene e dei grafici
della autocorrelazione.
Il lisciamento operato sulle mappe dei rischi relativi tende a rimuovere,
dalle stime dei rischi, i valori relativamente elevati che invece sono
d’interesse per l’identificazione di cluster (Lawson 2006). Per questo
motivo le analisi sono state completare da ulteriori metodologie: la
Spatial Scan Statistic di Kulldorff ed il Local Moran test.
Ii,std =
(yi - y)
s
m
∑
j=1
wij
(yj - y)
s
dove s è la radice quadrata della varianza di yi e la specifica “std”
a pedice rappresenta la standardizzazione delle differenze delle
osservazioni di ciascuna regione dalla media generale (Waller e
Gotway, 2004). Il test, eseguito per il SIR (Semenciw et al. 2000)
saggia l’ipotesa di variazione spaziale casuale ed è informativo sulla
presenza di cluster locali (hot spots e cold spots) ed eventuali outliers.
In considerazione della molteplicità dei confronti e variazioni per il
sovrapporsi di cluster, è stato utilizzato un livello alpha di 0.01 per
valutare la significatività statistica (Rainey et al. 2006) Il test sulla
presenza di autocorrelazione locale è ottenuto utilizzando il software
R, in particolare le librerie maptools (Lewin-Koh et al. 2007) e spdep
(Bivand, 2007).
Spatial Scan Statistic
Questo metodo localizza cluster specifici (ad alto o basso rischio)
ed effettua un test della loro significatività statistica attraverso un
confronto tra il numero di eventi in un’area e numero d’attesi. Il
software SatScan (Kulldorff 1995), qui utilizzato, testa l’ipotesi che il
rischio di tumore sia medesimo sul territorio operando attraverso un
set di circoli (o ellissi) centrati su ciascuna unità geografica (centroide).
Il raggio di tale finestra circolare o ellittica viene fatto variare da zero,
fino a un massimo fissato precedentemente; in questo lavoro il circolo
contiene al più il 50% della popolazione totale. Tenendo conto della
disomogenea distribuzione della popolazione e della molteplicità dei
test eseguiti, il software identifica i cluster significativi di casi senza
richiedere di predefinire la loro dimensione o localizzazione.
L’analisi spaziale, sesso specifica, è eseguita assumendo per i casi
incidenti una distribuzione di poisson ed aggiustando per la variabile
49
APPENDICE
Contesto territoriale di riferimento
Distretti sanitari
Zona altimetrica
MIRANDOLA
Concordia
Novi di M
S Possidonio
Soliera
Camposanto
Maranello
SASSUOLO
Prignano
Prignano
VIGNOLA
Polinago
Montefiorino
Pavullo n F
Guiglia
Pavullo n F
Zocca
Palagano
Riolunato
MONTAGNA INTERNA
Lama M
Montecreto
Frassinoro
Montese
Sestola
Montecreto
Riolunato
Fanano
Fiumalbo
Area di sistema
Montese
Sestola
Pievepelago
PAVULLO
Fanano
Fiumalbo
Savignano
Marano
Polinago
Lama M
Pievepelago
Spilamberto
Castelvetro
Vignola
Serramazzoni
Montefiorino
Zocca
Palagano
Frassinoro
Fiorano M
Maranello
COLLINA
Guiglia
Castelfranco E
S Cesario s P
Castelnuovo R
Sassuolo
Savignano
Marano
Ravarino
Bastiglia
Formigine
Spilamberto
Castelvetro
Vignola
Serramazzoni
Camposanto
MODENA
S Cesario s P
Castelnuovo R
Fiorano M
Bonporto
Nonantola
CASTELFRANCO
Castelfranco E
Formigine
Sassuolo
Soliera
Campogalliano
Nonantola
S Felice sul P
Finale E
S Prospero
PIANURA
Ravarino
MODENA
Mirandola
Cavezzo Medolla
Carpi
Bastiglia
Campogalliano
MODENA
S Possidonio
S Felice sul P
Finale E
S Prospero
Bonporto
Concordia
Novi di M
Cavezzo Medolla
Carpi
CARPI
Mirandola
Comunità montane
BASSA PIANURA
Concordia
Novi di M
S Possidonio
Mirandola
S Possidonio
S Felice sul P
Finale E
Cavezzo Medolla
Carpi
Soliera
Bonporto
Soliera
Ravarino
Nonantola
Castelfranco E
Sassuolo
MODENA
OVEST
Savignano
Prignano
Guiglia
Pavullo n F
Fiumalbo
Guiglia
Pavullo n F
MODENA EST
Zocca
Palagano
Lama M
Montecreto
Pievepelago
Savignano
Marano
Serramazzoni
Montefiorino
Zocca
Lama M
Riolunato
Spilamberto
Castelvetro
Vignola
Polinago
Palagano
Frassinoro
Fiorano M
Maranello
Polinago
Montefiorino
S Cesario s P
Castelnuovo R
Spilamberto
Castelvetro
Vignola
Marano
Serramazzoni
Castelfranco E
Formigine
S Cesario s P
Castelnuovo R
Maranello
Ravarino
MODENA
Formigine
Prignano
Bonporto
Nonantola
Fiorano M
Camposanto
Bastiglia
Campogalliano
MODENA
Sassuolo
S Felice sul P
Finale E
S Prospero
Bastiglia
AREA METROPOLITANA
Mirandola
Cavezzo Medolla
Carpi
Camposanto
S Prospero
Campogalliano
Concordia
Novi di M
Sestola
Frassinoro
Montese
COLLINA E MONTAGNA
Montecreto
Riolunato
Pievepelago
Fanano
Fiumalbo
50
Sestola
Fanano
Montese
DEL FRIGNANO
Popolazione residente media nel periodo 2000-2005
Distribuzione per quintili
Maschi
Femmine
Concordia
Novi di M
S Possidonio
Mirandola
S Possidonio
S Felice sul P
Finale E
Cavezzo Medolla
Carpi
Soliera
Bonporto
Soliera
Ravarino
Bonporto
MODENA
Castelfranco E
Formigine
Sassuolo
Savignano
Prignano
Guiglia
Pavullo n F
Montecreto
Montefiorino
Zocca
<1436
Sestola
Montese
Fiumalbo
Guiglia
Pavullo n F
Zocca
Lama M
Frassinoro
1436-2400
2400-4238
Pievepelago
Savignano
Marano
Serramazzoni
Palagano
Lama M
Riolunato
Spilamberto
Castelvetro
Vignola
Polinago
Palagano
Frassinoro
Fiorano M
Maranello
Polinago
Montefiorino
S Cesario s P
Castelnuovo R
Spilamberto
Castelvetro
Vignola
Marano
Serramazzoni
Castelfranco E
Formigine
S Cesario s P
Castelnuovo R
Prignano
Ravarino
Nonantola
Nonantola
Maranello
Camposanto
Bastiglia
Campogalliano
Bastiglia
Fiorano M
S Felice sul P
Finale E
S Prospero
MODENA
Sassuolo
Mirandola
Cavezzo Medolla
Carpi
Camposanto
S Prospero
Campogalliano
Concordia
Novi di M
Fanano
Montecreto
Riolunato
Pievepelago
4238-7617
Fiumalbo
Sestola
<1494
Montese
1494-2328
2328-4315
4315-7881
Fanano
>7617
>7881
Combinazioni topografia e morfologia ICD-O-3 utilizzate
Descrizione
Topografia
Morfologia
Stomaco
Colon-retto
Fegato
Pancreas
Polmone
Mammella
Utero, corpo
Ovaio
Prostata
Rene, vie urinarie
Vescica
Tiroide
C16
C18-21
C22
C25
C33-34
C50
C54
C56
C61
C64-66, 68
C67
C73
escluso
escluso
escluso
escluso
escluso
escluso
escluso
escluso
escluso
escluso
escluso
escluso
Linfoma non Hodgkin tutte
escluso C42.0, 1, 4
Tutti i tumori
escluso C44
C44
9590-9989,
9590-9989,
9590-9989,
9590-9989,
9590-9989,
9590-9989,
9590-9989,
9590-9989,
9590-9989,
9590-9989,
9590-9989,
9590-9989,
9050-9055,
9050-9055,
9050-9055,
9050-9055,
9050-9055,
9050-9055,
9050-9055,
9050-9055,
9050-9055,
9050-9055,
9050-9055,
9050-9055,
9140,
9140,
9140,
9140,
9140,
9140,
9140,
9140,
9140,
9140,
9140,
9140,
9950-9989
9950-9989
9950-9989
9950-9989
9950-9989
9950-9989
9950-9989
9950-9989
9950-9989
9950-9989
9950-9989
9950-9989
9590-9596, 9670-9729, 9760, 9761, 9764, 9940, 9948
9823, 9827
8000-9948
escluso 8720-8790, 9590-9989, 9050-9055, 9140
51
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