Biol. Mar. Medit. (2004), 11 (2): 556-559
A. Belluscio*, G.D. Ardizzone*, M. Conticelli, C. Pellicciari
*Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo, Università di Roma “La Sapienza”,
V.le dell’Università, 32 – 00185 Roma, Italia.
PRIMA DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DI UNA FEMMINA
OVIGERA DI TREMOCTOPUS SP.
(OCTOPODA, TREMOCTOPODIDAE) NEL MEDITERRANEO
FIRST PHOTOGRAPHIC DOCUMENTATION OF A OVIGEROUS FEMALE
OF TREMOCTOPUS SP. (OCTOPODA, TREMOCTOPODIDAE)
IN THE CENTRAL TYRRHENIAN SEA
Abstract
The first encounter with a live female blanket octopus (Tremoctopus sp.) (Octopoda, Tremoctopodidae)
is reported in the Mediterranean. The specimen was found in the superficial water of the island of Ponza
(central Tyrrhenian sea) in the August of 2002 and was approx 130 cm total length and a completely mature
female carring external eggs. Photos and general information are reported.
Key-words: Tremoctopus sp., Tyrrhenian Sea, Mediterranean.
Introduzione
In questa nota si riporta dell’avvistamento di una femmina ovigera di un cefalopode considerato presente, ma poco comune, nel Mediterraneo, l’ottopode pelagico
Tremoctopus sp. (Octopoda, Tremoctopodidae). L’avvistamento di un esemplare vivo
e in buone condizioni è quindi un evento raro e le fotografie riportate sono, a quanto
noto agli Autori, le prime per questo genere in Mediterraneo.
Materiali e metodi
L’avvistamento è stato effettuato sottocosta, a 1 m di profondità, nel corso di
immersioni per campionamenti biologici nelle acque dell’isola di Ponza (Tirreno centrale), in località Chiaia di Luna (Lat. 40°53,864N - Long. 12°56,553E), nel mese di
agosto 2002.
Risultati e conclusioni
L’esemplare di Tremoctopus sp., conosciuto come “polpo con il velo”, avvistato e
fotografato, è una femmina di circa 130 cm di lunghezza totale (8-10 cm LM), con
una evidente massa di uova appesa ventralmente, alla base delle braccia. L’esemplare appariva in buone condizioni di salute. Nonostante sia considerata non particolarmente rara nelle nostre acque, questa specie viene solo accidentalmente catturata
dagli attrezzi da pesca e le segnalazioni in mare sono rarissime.
La sistematica dei Tremoctopodidae Brock, 1882 è stata rivista solo di recente
da Thomas (1977) e Mangold et al. (1996); essi riconoscono le specie Tremoctopus
gracilis (Eydoux and Souleyet, 1852), che vive nell’Oceano Indiano e nel Pacifico,
T. gelatus Thomas, 1977, presumibilmente cosmopolita nei mari profondi temperati
e tropicali, T. robsoni Kirk, 1884, conosciuto nelle acque della Nuova Zelanda e
Documentazione fotografica di una femmina ovigera di Tremoctopus sp.
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T. violaceus Delle Chiaje, 1830 che vive nell’Oceano Atlantico e nel Mediterraneo.
La famiglia Tremoctopodidae è caratterizzata da un dimorfismo sessuale molto
spinto e dalla presenza di una ampia membrana tra le braccia dorsali e dorsolaterali.
La femmina di T. violaceus, la specie mediterranea, raggiunge 1 m di lunghezza
totale mentre il maschio arriva appena a 15 mm LM (Thomas, 1977). Si tratta probabilmente di uno dei dimorfismi sessuali più spinti tra gli organismi marini non
parassiti.
Figg. 1, 2 e 3 - Il “polpo con il velo” (Tremoctopus sp.) che nuota nelle acque di Ponza (Tirreno
centrale).
Female blanket octopus (Tremoctopus sp.) swimming in the waters of Ponza (central Tyrrhenian Sea).
Le braccia della femmina sono diverse per dimensioni e forma: quelle dorsali e
dorsolaterali sono nettamente più lunghe delle altre e sono connesse da una estesa
membrana di colore rosso scuro. Le braccia dorsolaterali (II) sono robuste e appiattite
lungo la superficie orale, le dorsoventrali e ventrali (III e IV) non presentano particolari modificazioni. Come proposto da diversi Autori, probabilmente le braccia ventrali
libere sono utilizzate per la predazione mentre quelle dorsali, munite di membrana,
possono avere importanza nel trattenere e proteggere le uova e nella navigazione.
La testa porta grandi occhi laterali e appare più larga dell’apertura del mantello,
presenta superiormente due pori acquiferi ai quali corrispondono ventralmente, bilate-
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A. Belluscio, G.D. Ardizzone, M. Conticelli, C. Pellicciari
ralmente al sifone, due altri pori più piccoli, e dal termine greco “trema” ossia foro,
ha appunto origine il nome scientifico del genere (Jatta, 1896). Thomas (1977) fornisce una dettagliata descrizione della specie e delle sue 5 fasi di sviluppo larvale.
Fig. 4 - Sono evidenti le uova appese alla base delle braccia della femmina di Tremoctopus sp.
Female blanket octopus (Tremoctopus sp.) carring external eggs.
La colorazione dei maschi è meno intensa di quella delle femmine. Le braccia
non sono modificate negli adulti; la membrana è sottile ed uniforme. Il braccio ectocotilizzato è grande e modificato (Thomas, 1977). Alla maturità, l’intero sacco delle
spermatofore viene trasferito sull’ectocotile, che forma una camera per la sua raccolta
e conservazione. Durante l’accoppiamento, l’ectocotile viene inserito nella cavità del
mantello della femmina, dove, dopo autotomizzazione, rimane fino a che le uova
non vengono fecondate. Probabilmente il maschio si accoppia una sola volta e poi
muore. Sono state trovate femmine con numerosi ectocotili nella cavità del mantello
(Laptikhovsky e Salman, 2003).
La femmina di Tremoctopus porta numerose uova (da 100.000 a 300.000), delle
dimensioni ognuna di circa 0,9 × 1,5 mm (T. gracilis, Hamabe, 1973) o circa 1,6 × 2.2
mm (T. violaceus, Laptikhovsky e Salman, 2003), attaccate ad una secrezione calcarea di forma cilindrica presente esternamente, alla base dei tentacoli dorsali. La
massa delle uova è divisa in 5 parti. Il colore delle uova e il tasso di crescita degli
embrioni nelle uova sono differenti in ognuna di queste parti e tutti gli stati di crescita dell’embrione, dal primo all’ultimo, sono osservabili.
Le specie del genere Tremoctopus sono epipelagiche e, per quel che si conosce,
vivono in mare aperto, i giovani si nutrono principalmente di molluschi pteropodi,
gli adulti di piccoli pesci. Le catture e gli avvistamenti finora segnalati sono stati
effettuati nei pressi della superficie, in ore notturne. Tremoctopus compie migrazioni
durante il giorno dalla superficie verso il fondo, probabilmente limitate a circa 100 m
di profondità. Viene comunque segnalata la loro presenza fino a 750 m di profondità
(Sweeney et al., 1992). Nuotano in acqua libera, con le 4 braccia ventrali piegate
davanti la bocca. Nel mar del Giappone, T. violaceus compie migrazioni alimentari
verso nord nella stagione primaverile - estiva e migrazioni riproduttive verso sud in
autunno - inverno (Hamabe, 1973).
Nelle acque superficiali dell’Oceano Atlantico tropicale, T. violaceus si incontra
spesso in associazione con invertebrati pelagici, in particolare celenterati quali Physa-
Documentazione fotografica di una femmina ovigera di Tremoctopus sp.
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lia, Porpita e Velella. Maschi e femmine immature possono trasportare sulle ventose
delle braccia dorsali e dorso-laterali frammenti di tentacoli di celenterati quali Physalia. Secondo Jones (1963) la presenza di queste batterie di nematocisti cariche è da
considerarsi come un potenziale sistema di difesa.
Gli avvistamenti e le catture di Tremoctopus nel Mediterraneo sono piuttosto
rare. Sebbene T. violaceus sia riportato come presente in tutto il bacino (Mangold e
Boletzky, 1987), le segnalazioni di questa specie hanno finora interessato alcuni animali spiaggiati (Stretto di Messina, Berdar e Cavallaro, 1975); Bello (1983) segnala
la presenza dei resti di una femmina con alcune uova nel contenuto stomacale di
un pesce spada catturato nell’Adriatico meridionale nel 1991. Nel Tirreno, a sud
dell’isola d’Elba, Biagi e Bertozzi (1992) riportano la cattura di diverse centinaia
di esemplari di femmine subadulte da parte dei pescatori con i ciancioli, nei mesi
estivi del 1990, su fondali di 100 m di profondità e la cattura di esemplari isolati
nel periodo 1980-1983. Gli stessi Autori riportano del ritrovamento di altri esemplari
isolati all’isola del Giglio e presso Olbia. Nel Lazio, un esemplare di T. violaceus è
stato ritrovato nelle acque di Terracina (Neviani, 1927). T. violaceus viene segnalato
nelle acque delle Canarie da Lozano-Soldevilla, 1991.
L’avvistamento di una femmina di Tremoctopus con uova nel Tirreno centrale
è quindi un evento molto raro. Rimane aperto un problema: perché un animale di
queste dimensioni e così vistoso si osserva tanto raramente?
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